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Da Pompei a Trieste al via le Giornate del Patrimonio

 A Pompei riaprono dopo i restauri le Terme del Foro, a Roma il Parco del Colosseo spalanca le porte in via straordinaria della Schola Praeconum, edificio romano di età severiana. Solo due occasioni delle tantissime offerte anche quest'anno dalle Giornate Europee del Patrimonio al via oggi, sabato 21 settembre, e domani nei musei statali italiani e non solo.
Galleria Borghese, la Sala degli Imperatori © ANSA
Galleria Borghese, la Sala degli Imperatori  ansa
"Una festa popolare", sottolinea il ministro della cultura Franceschini ricordando che in tutti i siti italiani, la sera di sabato, si potrà entrare pagando un contributo simbolico di 1 euro. "E' un importante appuntamento per avvicinare e far conoscere a tutti la ricchezza e la diversità del patrimonio culturale - ribadisce il ministro - Un modo per incoraggiare la partecipazione e trasmettere alle nuove generazioni i valori della tutela e dell'identità europea".
    Nella capitale c'è n'è per tutti gusti, l'occasione è ghiotta anche per entrare di sera nelle opulente sale di Palazzo Farnese, sede dell'Ambasciata di Francia, e una visita la merita anche Villa Giulia con le sue meraviglie etrusche. Ma oltre Roma naturalmente c'è di più.

A Firenze per esempio, dove Uffizi e Accademia aprono di sera (19-22) per un solo euro, nel primo caso con una una visita guidata alla scoperta delle Grottesche che adornano i soffitti dei corridoi (partenza ore 19,30), nel secondo con una lezione sulle opere del Tardogotico tenuta da coordinatore del museo Angelo Tartuferi.
A Trieste il castello di Miramare apre le porte sabato sera per un concerto nella sala del Trono. Dal Friuli alla Calabria dove nel Parco Archeologico di Capo Colonna  sabato alle 10.30 verrà presentato un nuovo reperto, una testa di cavallo in marmo appartenente alla decorazione del tempio di età classica nel santuario greco sul promontorio.
Aperture serali e visite guidate di ogni specie anche in Abruzzo per esempio a Sulmona, dove si potrà entrare di sera nella domus di Arianna all'interno del Palazzo dell'Annunziata, mentre a Teramo si può optare per una passeggiata archeologica, sempre guidati da un esperto, tra gli edifici di spettacolo dell'antica Interamnia: teatro e anfiteatro romano, aree archeologiche di piazza Sant'Anna e di Madonna delle Grazie.
Nel Parco di Ercolano la visita notturna alle rovine della città romana che fu compagna di sventura della vicina Pompei, si arricchisce di uno spettacolo di luci e performance.
Una magia che sicuramente si ritrova nella Valle dei templi di Agrigento che aderisce alle Giornate Europee con un percorso al calar del sole dedicato alla mitologia, alla storia di Agrigento e della Valle. Senza dimenticare i più giovani: a loro è dedicata la speciale caccia al tesoro tra le vetrine organizzata domenica mattina nello splendido museo archeologico Pietro Griffo che affianca il sito e ne custodisce la memoria.
    Tutte le informazioni sul sito del ministero dei beni culturali (www.beniculturali.it).
   

Wopart, carta all'origine della bellezza A Lugano trionfo di maestri e nuovi talenti in 7mila mq

(ANSA) - LUGANO, 19 SET - Chiunque pensi che la carta sia ormai fuori moda o destinata a un inesorabile declino dovrebbe visitare la quarta edizione di WopArt - Work on Paper Fair, la fiera internazionale dedicata alle opere realizzate su supporti cartacei fondata da Paolo Manazza, in programma a Lugano dal 19 al 22 settembre. In questa fiera maestosa - 7mila mq di superficie espositiva, un vero paradiso per gli appassionati - si può comprendere e toccare con mano quanto la carta e il disegno siano all'origine della bellezza e dell'espressione artistica. Mentre si cammina i richiami per gli occhi si moltiplicano, con il susseguirsi di migliaia di opere diversissime per stili, tecniche ed epoche, in un tripudio di colori e forme che fa davvero girare la testa. Nel percorso è impossibile annoiarsi, perché spregiudicati artisti esordienti e nomi della tradizione noti ma magari non notissimi si affiancano a un elenco lunghissimo di giganti dell'arte, come Picasso, Warhol, Hiroshige, de Chirico, Balla, Dürer e Bruegel.
   
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Le mostre del week end, da Leonardo a Chagall

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A Napoli la storia partenopea tra musica, costumi teatrali e ceramiche, i sogni di Chagall a Bologna, i fregi di Kentridge a Roma e poi Leonardo a Milano e Palermo, a Venezia Emilio Isgrò e a Vicenza il capolavoro di Jean-Michel Basquiat 'Moses and the Egyptians': ecco alcune delle principali mostre del weekend.
NAPOLI - Il Museo e Real Bosco di Capodimonte ospita dal 21 settembre al 21 giugno "Napoli Napoli. Di lava, porcellana e musica". L'allestimento racconterà la storia di Napoli capitale del Regno nel corso del Settecento e oltre, con un focus speciale sui costumi del Teatro di San Carlo (più di 100) e sulle porcellane di Capodimonte (circa 600), con la musica come vero filo conduttore della mostra.
    ROMA - "Beyond Triumphs and Laments" è il titolo del progetto artistico allestito al Teatro Valle dal 19 settembre al 20 ottobre. La mostra, divisa in due sezioni, fa rivivere negli spazi del teatro la monumentale opera realizzata da William Kentridge sui muraglioni del Tevere, composta un fregio lungo 500 metri. 
MILANO - E' dedicata ai disegni realizzati da Leonardo e dagli artisti della sua cerchia la mostra "Leonardo e il suo lascito: gli artisti e le tecniche", alla Veneranda Biblioteca Ambrosiana fino al 12 gennaio. L'esposizione, che si focalizza sulle tecniche esecutive, chiude l'anno leonardiano alla Biblioteca. Stessa location anche per Corrado Veneziano con la mostra "Leonardo Atlantico", in programma dal 20 settembre al 6 ottobre. Nel percorso trovano spazio trenta opere, tutte a olio e prevalentemente in blu, che mettono insieme e sovrappongono alcune frasi, spesso da destra a sinistra, come nell'abitudine leonardesca, e una serie di immagini disegnate da Leonardo nel suo "Codice Atlantico".
  VENEZIA - Fino al 24 novembre arriva alla Fondazione Cini con il contributo di Intesa Sanpaolo che ha anche prestato opere dalle proprie collezioni, la grande antologica "Emilio Isgrò" che accoglie opere dagli anni '60 a oggi per documentare il viaggio sperimentale e linguistico dell'artista. Gli spazi espositivi fungeranno da supporti cartacei che veicoleranno un'enorme e nuova operazione di cancellatura, condotta da Isgrò ancora una volta su materiale letterario, il Moby Dick di Melville.
  VICENZA - Nell’ambito delle iniziative per i 20 anni dell’apertura della prima sede museale di Intesa Sanpaolo, le Gallerie d’Italia – Palazzo Leoni Montanari a Vicenza hanno accolto il capolavoro di Jean-Michel Basquiat 'Moses and the Egyptians', proveniente dal Museo Guggenheim di Bilbao. Stella dell’arte contemporanea americana, Basquiat ha contributo a trasferire la street art dalle strade di Manhattan e Brooklyn alle grandi gallerie e ai principali musei internazionali. Il prestito straordinario dal Guggenheim di Bilbao consente di portare a Vicenza un’opera di grande importanza nella storia dell’artista, realizzata nel 1982, l’anno in cui sono nate alcune tra le sue creazioni più belle. L’Ospite illustre è la rassegna avviata quattro anni fa che presenta, nelle sedi espositive di Intesa Sanpaolo – le Gallerie d’Italia e il 36/o piano del Grattacielo di Torino – capolavori dell’arte provenienti dai principali musei nazionali e internazionali. 
    PALERMO - Alla Galleria d'Arte Moderna arriva "Leonardo. La macchina dell'immaginazione", un'esposizione multimediale a cura di Treccani, progettata e messa in scena da Studio Azzurro. In programma fino al 26 gennaio, la mostra si compone di sette videoinstallazioni, di cui cinque interattive, che coinvolgono lo spettatore in un racconto di immagini e suoni capace di rievocare il complesso mondo dell'immaginazione di Leonardo.
    CASERTA - Apre il 16 settembre alla Reggia di Caserta la mostra "Da Artemisia a Hackert. Storia di un antiquario collezionista alla Reggia", in programma fino al 16 gennaio. Nel percorso opere appartenenti al gallerista Cesare Lampronti, riconducibili a cinque aree tematiche differenti: pitture caravaggesche; pittura del '600; vedute; paesaggi e nature morte.
    PERUGIA - La vita privata di nobili famiglie raccontata da una serie di cassoni nuziali del Quattrocento, arredi in uso nelle dimore rinascimentali italiane, di cui si conservano pochi esemplari, alcuni ascrivibili a Giovanni di Tommasino Crivelli e alla sua bottega perugina: è la mostra "L'Autunno del Medioevo in Umbria. Cofani nuziali in gesso dorato e una bottega perugina dimenticata" alla Galleria Nazionale dell'Umbria dal 21 settembre al 6 gennaio. Esposti anche alcuni dipinti ascrivibili alla stessa bottega che ha realizzato i cassoni nuziali.
    BOLOGNA - Il linguaggio poetico di Marc Chagall è protagonista a Palazzo Albergati nella mostra "Chagall. Sogno e magia". Allestita dal 20 settembre al 1 marzo, l'esposizione propone al pubblico 160 opere tra dipinti, disegni, acquerelli e incisioni (provenienti da collezioni private e quindi di difficile accesso) nelle quali l'artista esplora alcune tematiche a lui care, dalla cultura ebraica a quella cultura russa e quella occidentale, dall'amore per la letteratura al suo profondo credo religioso, dal concetto di amore a quello di tradizione.
TRENTO - "Gianni Pellegrini. Sembianze agli occhi miei" è la mostra allestita alla Galleria Civica di Trento, dal 21 settembre al 26 gennaio, dedicata agli ultimi sviluppi della ricerca pittorica sulla luce e sul colore condotta dall'artista trentino. Il percorso accoglie tele recenti, alcune inedite o realizzate per l'occasione.

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Sogno e magia, Chagall a Bologna

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PALAZZO ALBERGATI - Sono 160 le opere di Marc Chagall (1887-1985), tra dipinti, disegni, acquerelli e incisioni provenienti da collezioni private, di difficile accesso per il grande pubblico, in mostra dal 20 settembre all'1 marzo a Palazzo Albergati di Bologna in 'Sogno e magia'.
L'esposizione, patrocinata dal Comune di Bologna e organizzata dal Gruppo Arthemisia, racconta l'originale lingua poetica del pittore russo di origine ebraica, naturalizzato francese: la cultura ebraica, russa e occidentale, il suo amore per la letteratura, il suo profondo credo religioso, il puro concetto di Amore e quello di tradizione, il sentimento per la sua amata moglie Bella.
La mostra si divide in 5 sezioni su temi cari a Chagall: Infanzia e tradizione russa; Sogni e fiabe; Il mondo sacro, la Bibbia; Un pittore con le ali da poeta; L'amore sfida la forza di gravità. Nelle opere coesistono ricordi d'infanzia, fiabe, poesia, religione ed esodo, un immaginario onirico in cui è difficile discernere il confine tra realtà e sogno.

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Paolo Icaro alla Gam, 50 opere a Torino

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TORINO - Una mostra antologica racconta, alla Gam di Torino, 55 anni del lavoro di Paolo Icaro, una delle più importanti figure dell'arte italiana degli ultimi decenni, dal 1964 al 2019, compendiati in una cinquantina di opere, alcune realizzate appositamente per la rassegna.

"L'esposizione propone una rilettura dell'opera di Icaro che intende mostrare la continuità e l'evoluzione del pensiero poetico dell'artista attraverso i decenni", spiega la curatrice Elena Volpato. Il rapporto tra Icaro e la Gam è di vecchia data: l'artista entrò per la prima volta a far parte delle collezioni del museo più di cinquant'anni fa, nel 1967, con l'opera Bicilindrica, un cemento del 1965, acquisita con il nucleo di opere del Museo Sperimentale di Eugenio Battisti. In seguito, negli anni duemila, altre sei opere di rilevante valore storico sono giunte a rappresentare la stagione dei primi anni ottanta, grazie ai fondi della Città di Torino e della Fondazione per l'Arte Moderna e Contemporanea Crt. 


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Marisa Merz, poesia e rigore A Lugano indagine intima sul volto

Mostra di Marisa Merz a Lugano © ANSA


LUGANO - L'indagine intima su volti trasfigurati e figure oniriche, quasi sconosciute, tra colori sfumati e occhi magnetici. La geometria celebrata, inseguita ma sempre reinterpretata, in un continuo operare che mescola suggestioni, energie e materiali diversi. Oscilla tra poesia e rigore la mostra di Marisa Merz in programma a Lugano dal 22 settembre al 12 gennaio negli spazi della Collezione Giancarlo e Danna Olgiati, parte del circuito museale del Museo d'Arte della Svizzera Italiana (MASI Lugano).

Già dal titolo - "Geometrie sconnesse palpiti geometrici" (una frase autografa dell'artista, appuntata sulla parete della sua casa-studio) - si inizia a percepire la complessità di un progetto, curato da Beatrice Merz e sviluppato con la collaborazione della Fondazione Merz, a cui la stessa Marisa ha lavorato poco prima della morte, avvenuta a Torino il 19 luglio scorso. Nel percorso vengono documentati più di 50 anni di ricerca artistica e sperimentazione che Marisa Merz ha condotto esplorando varie tecniche, sempre con l'obiettivo di tradurre in opera il suo pensiero: ampia la selezione di lavori, alcuni inediti, tra cui disegni su diversi supporti, sculture in argilla cruda, tessiture di filo di rame e di nylon e oggetti trasformati in cera. Dalla grande installazione in fili di rame lavorati a maglia (realizzata nel '79 e mai più esposta) ai volti dipinti o scolpiti, resi dal gesto di Marisa Merz paesaggi dell'anima da scoprire, le opere, tutte senza titolo, sono state disposte nella mostra sulla base del dialogo che intrattengono tra loro, a prescindere dalla data e dalla tecnica di realizzazione, esattamente come voleva l'artista. Come se la storicizzazione o l'aggiunta di nomi e riferimenti fossero un accessorio inutile a corredo di opere già capaci di esprimersi da sole.

"Questa mostra è stata realizzata con Marisa Merz ancora viva e consapevole della scelta delle opere e dell'allestimento", ha detto oggi a Lugano Mariano Boggia, collection manager della Fondazione Merz, che per anni ha lavorato al fianco dell'artista. "Marisa non è mai stata ferma, neppure quando seguiva suo marito Mario in giro per il mondo: lei aveva un equilibrio e una disciplina quotidiana di gesti e cose da fare con cui era riuscita a sconfiggere il tempo. Anche se è ormai scomparsa, il suo lavoro ci permette di pensarla presente, il suo pensiero si è sciolto nelle opere", ha proseguito, "a prescindere dalla tecnica usata, che fosse pittura, disegno o scultura, Marisa non ha mai lasciato nulla al caso, era come se conoscesse sempre in anticipo l'esito del suo lavoro. Non ha mai voluto ridurre la sua attività a periodi o a tecniche: per lei le sue opere non avevano né titoli né date. Anche in questa mostra è solo l'occhio che deve guidare, cercando le relazioni tra le opere, in una disposizione asimmetrica". "Dalle tre opere che abbiamo nella nostra collezione è nata l'idea di fare questa mostra, che è come se fosse una sorta di testamento dell'artista", ha affermato poi Giancarlo Olgiati, che nella sua collezione prestigiosa annovera artisti internazionali tra i più importanti del XX e XXI secolo (una delle sale è dedicata interamente all'Arte Povera), "in questo progetto così fortemente voluto abbiamo seguito il linguaggio intimista espresso da Marisa Merz indipendentemente dal supporto scelto e dalla tecnica".

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Monet e gli impressionisti ad Asti

Claude Monet 

Un eccezionale corpus di 75 opere racconta a Palazzo Mazzetti il movimento impressionista e i suoi stretti legami con la Normandia. È la mostra “Monet e gli impressionisti in Normandia. Capolavori dalla Collezione Peindre en Normandie” che si concentra sul patrimonio della Collezione Peindre en Normandie, una delle collezioni più rappresentative del periodo impressionista, accanto a opere provenienti dal Musée Alphonse-Georges-Poulain di Vernon, dal Musée Marmottan Monet di Parigi e dalla Fondazione Bemberg di Tolosa. Curata da Alain Tapié, la mostra ripercorre le tappe salienti della corrente artistica dell'impressionismo.
 
PERCHE' ANDARE
 
Il percorso espositivo, articolato in 5 sezioni, racconta l’“irresistibile attrazione” degli artisti per la Normandia, regione francese divenuta nell’Ottocento un vero e proprio laboratorio di idee. Grazie ai progressi della ferrovia nel corso dell’Ottocento, diventa luogo d’incontro degli artisti parigini e partecipa alla nascita dell’Impressionismo e alla sua evoluzione, che continua fino alla metà del Novecento. Accanto ai numerosi pittori illustri come Monet, Corot, Courbet, Boudin, Marquet, Géricault, Jongkind, altri artisti meno noti celebrano il matrimonio tra la luce e il cielo normanno nutriti del lirismo naturale dei loro paesi. Ricordiamo che furono gli acquarellisti inglesi come Turner e Parkes che, attraversata la Manica per abbandonarsi allo studio di paesaggi, trasmisero la loro capacità di tradurre la verità e la vitalità naturale ai pittori francesi. Così luoghi come Dieppe, l’estuario della Senna, Le Havre, la spiaggia di Trouville, il litorale da Honfleur a Deauville, diventano fonte di espressioni artistiche di grande potenza, dove i microcosmi generati dal vento, dal mare e dalla bruma possiedono una personalità fisica, intensa ed espressiva, che i pittori francesi giungono ad afferrare dipingendo en plein air dando il via  al movimento impressionista.
 
DA NON PERDERE
 
Nella rassegna opere come “Falesie a Dieppe” (1834) di Delacroix, “La spiaggia a Trouville” (1865) di Courbet, “Camille sulla spiaggia” (1870) e “Barche sulla spiaggia di Étretat” (1883) di Monet, “Tramonto, veduta di Guernesey” (1893) di Renoir raccontano gli scambi, i confronti e le collaborazioni tra i più grandi artisti dell’epoca che immersi in una natura folgorante dai colori intensi e dai panorami scintillanti hanno conferito alla Normandia l’immagine emblematica della felicità del dipingere. 
 
Monet e gli impressionisti in Normandia. Capolavori dalla Collezione Peindre en Normandie
Fino al 16 febbraio 2020
Luogo: Asti, Palazzo Mazzetti
Info: 0141 530403
www.astimonet.it

Francia, scoperti rari menhir risalenti all'Età del bronzo

<span style="font-family: verdana, arial, sans-serif; font-size: 12px; font-style: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: 400;">Lione, Francia</span>

PERCHE' SE NE PARLA
Gli archeologi hanno trovato nella Francia centrale trenta pietre monolitiche preistoriche, erette come menhir, e uno scheletro umano. Questo materiale, scoperto durante alcuni scavi di routine in vista dell'ampliamento dell'autostrada A75, vicino a Veyre-Monton, potrebbe risalire al 6.000 a.C. La conferma arriva anche dall'ente di ricerca archeologica dell'Institut National de Recherches Archéologiques Préventives (INRAP). Secondo le prime stime questi reperti potrebbero risalire al Neolitico o all'età del bronzo, in questo periodo compreso tra il 6.000 e il 1.000 a.C. Le pietre misurano un metro per 1,60.

PERCHE’ ANDARCI 
Veyre-Monton è un comune francese di 3.456 abitanti situato nel dipartimento del Puy-de-Dôme nella regione dell'Alvernia-Rodano-Alpi. Quest'ultima è suddivisa in dodici dipartimenti più la metropoli del suo capoluogo Lione. Le città principali della regione sono Saint-Étienne, Grenoble, Villeurbanne e Clermont-Ferrand. La prima è inclusa dall'UNESCO nella rete delle "Città creative del design". E la Torre del Chimico, la Borsa del Lavoro, il Municipio, la Prefettura, la Manifattura delle Armi, il ponte ferroviario più antico in Europa continentale sono alcuni esempi di questo suo patrimonio architetturale.

DA NON PERDERE 
Capitolo a parte per Lione, una meta da ammirare senza alcun dubbio. Il centro storico, dichiarato Patrimonio Unesco, si sviluppa nelle penisola conosciuta come Presqu’Ile e nella Vieux Lyon. Tra i monumenti della zona vecchia spiccano la Cattedrale di San Giovanni Battista e Santo Stefano. Un'altra chiesa celebre è Notre Dame de Fourviere, a cui si arriva anche tramite funicolare. Sulla collina si trova anche la Torre metallica, il punto più alto della città. La Place de Terraux, dove ha sede il Municipio, è invece una delle piazze più belle. Da non perdere la parte sotterranea della città: 70 chilometri di gallerie di grandi dimensioni con riserve d’acqua ed ampie sale.

PERCHE' NON ANDARCI
Parlando soprattutto di Lione, un consiglio su tutti: evitate il mese di agosto, specialmente durante le prime due o tre settimane. La maggior parte delle attrazioni turistiche, eccetto le chiese, chiudono per ferie.

COSA NON COMPRARE 
Tra i souvenir di particolarmente riconducibile alla città di Lione c'è molto poco. Ma il leone, suo animale simbolo, lo troverete un po' in tutte le forme e colori. Alternative? Potreste tornare a casa con l'ennesima maglietta bianca che in Italia non userete mai...
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Sull'Appennino Tosco-Emiliano a caccia di funghi

fungo porcino porcini bosco



L'autunno è la stagione ideale per passeggiare nei boschi, e non soltanto per la bellezza degli scenari colorati dalle foglie che muoiono, ma anche per la varietà di frutti preziosi in cui ci si può imbattere. Frutti come i funghi, protagonisti incontrastati della flora e della cucina autunnale. Ce ne sono per tutti i gusti ma i più graditi e succulenti sono i porcini che deliziano il palato di tanti buongustai. Gli amanti di questo fungo prelibato troveranno la loro dimensione sull'Appennino Tosco-Emiliano i cui boschi rigogliosi custodiscono uno dei più pregiati porcini italiani, quello di Borgotaro, insignito del marchio IGP. Con la fine di settembre comincia la stagione per eccellenza per andare a caccia di funghi ed il Parco propone per l'occasione un vero e proprio contest suddiviso in tre weekend durante i quali concedersi il piacere di esplorare gli splendidi boschi dell'area protetta sperimentando i benefici per il corpo e per la mente.

Questa zona dell'Appennino offre lo scenario ideale per una passeggiata nel folto dei boschi con tutta la famiglia. Le montagne, infatti, qui sono incredibilmente accessibili e i boschi facilmente camminabili. Non occorre, dunque, un particolare livello di esperienza o di allenamento per provare il piacere di intraprendere un itinerario dalle suggestioni autunnali. Con i weekend dedicati al gustoso porcino locale, poi, ogni passeggiata si rivela un'esperienza divertente ed interessante che consente di conoscere ed entrare in contatto con una delle eccellenze italiane. Ogni weekend, infatti, consentirà di approcciarsi ai funghi in maniera differente, godendo del piacere di affrontare una rigenerante camminata a contatto con la natura.

Il primo appuntamento con il contest dedicato ai funghi è il Palio del Fungo-Fungo Flash, previsto per il weekend del 28 e 29 settembre. Si tratta di un interessante contest fotografico nella Vallata di Albareto durante il quale si cercheranno e si immortaleranno i preziosi funghi che si celano nei boschi. Il weekend successivo, invece, l'appuntamento è con il Fungo Trek a Pratospilla, un piacevole trekking nei boschi durante il quale rilassarsi e cercare funghi in compagnia. Il 12 e 13 ottobre, infine, la competizione giunge al culmine con la Finale Mondiale del Fungo di Cerreto Laghi, durante la quale scovare porcini nelle vallate di Albareto Monchio delle Corti e di Cerreto. E' possibile prendere parte ai tre eventi singolarmente oppure, chi lo desidera, con l'acquisto di un biglietto unico potrà partecipare a tutte e tre le competizioni per tentare di conquistare l'Ultraticket del Fungo, un permesso annuale valido per tutti i territori toccati dalla competizione riservato al vincitore assoluto del contest.

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Sabato 21 e domenica 22 settembre la nona edizione delle “Giornate del Patrimonio” «Uno due tre… Arte! Cultura e Intrattenimento»


«Uno due tre… Arte! Cultura e Intrattenimento».
È lo slogan della 9ª edizione  delle Giornate Europee del Patrimonio (Gep), indette dal Ministero Beni Culturali e che si svolgeranno sabato 21 e domenica 22 settembre 2019.
E anche nel nostro territorio sono parecchie le adesioni e le iniziative. 
Alcuni musei aderenti alla rete «Momu-Monferrato Musei» propongono infatti attività specifiche con l’obiettivo di avvicinare i cittadini al patrimonio culturale. 

Ingresso ridotto al Museo di Casale
Partiamo dal Museo Civico di Casale Monferrato che in occasione delle “Gep” offre ai visitatori l’ingresso a prezzo agevolato per tutto il fine settimana (biglietto ridotto € 2,50) per la visita alle collezioni esposte nell’ex convento di Santa Croce: Pinacoteca, Gipsoteca Bistolfi e Sala Vidua con i consueti orari (sabato e domenica 10,30-13 /15-18,30). 
Inoltre, domenica 22 settembre (ore 17), il personale del Museo (coordinato dalla Cooperativa Solidarietà e Lavoro di Genova) proporrà una visita guidata alla mostra Angelo Morbelli pittore del Monferrato (www.comune.casale-monferrato.al.it/museo-morberlli), dedicata al grande pittore divisionista che dal suo buen retiro alla Colma di Rosignano realizzò meravigliose tele con scorci di paesaggi monferrini e suggestivi interni, a cui si aggiunge la collezione di opere dell’artista già esposte in Museo, di proprietà privata. La partecipazione alla visita guidata prevede un biglietto di 2 euro  da aggiungersi al biglietto d’ingresso. Non è richiesta la prenotazione.

Museo dei Lumi in Sinagoga
Anche alla Sinagoga di Casale Monferrato, in  occasione delle Gep  si svolgeranno visite guidate al Museo dei Lumi con approfondimenti sulle Chanukkioth esposte e sui loro artisti. La Sinagoga e il Complesso Ebraico di Casale saranno visitabili con il seguente orario: 10-12 e 15-18. Per informazioni: 0142.71807.

Visita notturna al Sacro Monte di Crea
L’Ente di Gestione dei Sacri Monti Riserva Speciale del Sacro Monte di Crea, in collaborazione con l’Ente Santuario Madonna di Crea, organizza invece per l’occasione una visita notturna sabato 21 settembre e un mini trekking culturale nel pomeriggio di domenica 22 settembre. Entrambe le iniziative saranno gratuite.
Sabato 21 settembre, dalle 20 alle 23.00, saranno accese le Cappelle del viale del Sacro Monte e, in particolare, saranno visitabili al proprio interno le cappelle IV Concezione di Maria e V Natività di Maria. Sarà inoltre possibile accedere anche al Santuario che per l’occasione sarà aperto con gli stessi orari grazie alla disponibilità del rettore monsignor Francesco Mancinelli.
Domenica 22 settembre si terrà il mini trekking culturale Le Cappelle di Sant’Eusebio: per chi vuole partecipare l’appuntamento è alle 15  davanti alla Cappella V Natività di Maria, sul sagrato del Santuario.
Introduzione e visita guidata all’interno della Cappella e prosieguo sull’itinerario delle Cappelle fino ad arrivare alla Cappella VIII Annunciazione. A seguire, svolta a destra sul sentiero che porta all’abitato di Forneglio; arrivati sulla provinciale si raggiunge la prima Cappella del Sacro Monte Martirio di Sant’Eusebio, recentemente restaurata, per ammirarne l’interno con opere dei Tabacchetti e di Guglielmo Caccia. 
Al termine si ritorna sulla provinciale e per poi imboccare il sentiero originario che porta direttamente sulla piazza del Santuario. Dopo la scalinata in acciottolato, si potrà ammirare alla sinistra la Cappella II Riposo di Sant’Eusebio e infine raggiungere, in salita, il sagrato del Santuario dove si concluderà questo percorso culturale sulle orme di Sant’Eusebio, fondatore del Santuario mariano. Le prenotazioni sono obbligatorie, per un massimo di 20 persone. Info: Ente di Gestione dei Sacri Monti Riserva Speciale del Sacro Monte di Crea tel. 0141/927120 e-mail: info.crea@sacri-monti.com

Inaugurazione della sala Onetti a Lu
Infine il Museo San Giacomo - Lu che aderisce all’iniziativa del Ministero proponendo nel pomeriggio di sabato 21 settembre alle 16 l’inaugurazione ufficiale del nuovo allestimento della Sala dedicata al pittore Luigi Onetti (1876-1968), che prevede il restyling dell’ambiente e l’esposizione di alcune opere inedite dell’artista luese, acquisite di recente, che vanno a integrare la collezione. 
Negli orari di apertura del fine settimana (sabato 14.30-18; domenica 10-12.30) è previsto inoltre l’ingresso gratuito al museo con possibilità di visita guidata.
n bici tra arte e natura lungo il fiume
E per le Giornate Europee del Patrimonio sabato 21 e domenica 22 settembre il Parco del Po propone una pedalata dal titolo “In bici tra arte e natura – da San Michele in Insula a Trino alla Grangia di Pobietto”.
Il ritrovo è alle 14 alla chiesa di San Michele in Insula a Trino, edificata in epoca romanica fuori dall’abitato e, un tempo, circondata da due rami del Po. Si ipotizza che la struttura sia stata costruita su un precedente edificio sacro (il luogo era abitato fin dall’età romana e protetto da una cinta muraria). 
Dopo la visita della chiesa e del bosco attiguo si attraverserà il centro abitato di Trino per raggiungere la chiesa della Madonna del Buon Consiglio, costruita nel 1763.
La ciclo-passeggiata proseguirà  fra le risaie, con vista sulle colline al di là del Po, le chiese, le torri e il castello di Camino, fino ad arrivare alla Grangia di Pobietto. Qui è prevista la visita del grande complesso rurale che comprende, fra l’altro, la sede dell’Ente-Parco, la chiesa di San Nicola – nella quale si segnalano interventi dell’architetto Giovan Battista Scapitta – e il Museo della Civiltà contadina.
Poi il ritorno in bicicletta a Trino. La partecipazione è gratuita.
Il Monferrato

Roma, l’Abbazia delle Tre Fontane visitabile grazie alla realtà virtuale



Le aree di clausura dell’Abbazia delle Tre Fontane di Roma, con il cuore della Chiesa abbaziale e il chiostro dei monaci trappisti, saranno visitabili grazie alla realtà virtuale mediante un’installazione allestita nell’area museale della stessa Abbazia. “È probabilmente il primo luogo sacro al mondo ad offrire ai suoi visitatori un’installazione in realtà virtuale”, si legge in una nota, spiegando che “l’idea nasce dalla volontà di mostrare aree di incredibile interesse religioso e di estremo valore storico-culturale, che sono da sempre inaccessibili al pubblico in quanto riservate alla vita di clausura dei monaci trappisti che ne sono i custodi”. L’installazione verrà presentata domani, martedì 30 maggio, in un incontro con la stampa che si terrà alle 11 presso la sala museale del complesso abbaziale. Interverranno l’abate dom Jacques Marie Brière, frate Danilo, responsabile delle relazioni con l’esterno dell’Abbazia, e il team di “Sfera Productions”, la startup innovativa che ha realizzato il progetto. “Più si vive in questo luogo – spiega il monaco francese, superiore dell’Abbazia da circa 20 anni – più si comprende l’importanza e la bellezza del patrimonio che abbiamo ricevuto in dono e che oggi, grazie a mezzi tecnologici di avanguardia, possiamo finalmente condividere”. “Mostrando i luoghi che abitiamo nel quotidiano – aggiunge – riusciamo a dare alle persone almeno un’idea di quella che è la vita monastica, una vita fatta di solitudine e di ricerca costante della presenza del Signore”. “Tutti gli ambienti – prosegue la nota – sono stati fedelmente riprodotti in computer grafica e successivamente implementati in un motore grafico per la fruizione in tempo reale”, grazie a due tour accompagnati dalle voci dei monaci e dai loro canti, insieme ai rintocchi delle campane e ai rumori del giardino del chiostro.
agensir
segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone

Mostre. I pellegrini di Alinka Echeverría all'interno del festival internazionale di fotografia e arte sul Mediterraneo PhEST - See Beyond the Sea

«The Road to Tepeyac» (2010) di Alinka Echeverría

«Illumina il mio cammino» è solo una delle frasi devozionali che accompagnano il pellegrinaggio a Tepeyac in Messico. Un viaggio di fede e speranza che ogni anno vede protagonisti venti milioni di persone – donne, uomini, bambini e anche fedelissimi amici a quattro zampe, come si vede nella suggestiva installazione The Road to Tepeyac (2010) di Alinka Echeverría (Città del Messico 1981) dove c’è anche un pastore tedesco ammantato di azzurro.

NEL SALONE di Palazzo Palmieri a Monopoli, cuore della IV edizione del festival internazionale di fotografia e arte sul Mediterraneo PhEST – See Beyond the Sea che sotto la direzione artistica di Giovanni Troilo e la curatela di Arianna Rinaldo (con il sostegno della Regione Puglia – assessorato industria turistica e culturale, Teatro pubblico pugliese e comune di Monopoli) propone un percorso all’insegna di Religioni e Miti (fino al 3 novembre), il fondo bianco scelto dall’autrice è l’emblematico scenario che suggella l’intensità della devozione.
Artista visiva messicano-britannica, Echeverría ha studiato antropologia sociale all’Università di Edimburgo e fotografia all’Icp di New York vincendo numerosi premi, tra cui Foam Talent 2017, Prix Elysée 2018 e la recente borsa di studio della Fondazione Mast di Bologna. Interessata alla «relazione filosofica, psicologica e socio-culturale tra immagine e credo», impiega due anni per realizzare The Road to Tepeyac (2010), utilizzando linguaggio fotografico e video (To See Her and Let Her See Me) per dare un volto alla «cecità reale e metaforica».
Cresciuta in una famiglia atea, quando Alinka Echeverría si reca il 9 dicembre 2008 al santuario della Madonna di Guadalupe a Città del Messico, lì dove tra il 9 e il 12 dicembre 1531 la Virgen morenita (Vergine meticcia) apparve all’indio messicano Juan Diego Cuauhtlatoatzin (canonizzato da Giovanni Paolo II nel 2002), viene travolta dall’intensità del flusso continuo di pellegrini in movimento che ritrae in cammino, mentre trasportano sulla schiena riproduzioni dell’icona della Vergine.

«L’ESPERIENZA fenomenale del pellegrinaggio dove il devoto porta quelle che sembrano infinite rappresentazioni della Vergine sulla schiena mi ha portato a mettere in discussione il rapporto tra immagine e fede – afferma l’artista – Mi è sembrato già così ricco di domande il semplice fatto di trasportare una riproduzione dell’immagine sacra, che ho deciso di focalizzarmi esclusivamente su quello fotografando le spalle dei pellegrini che trasportavano la loro personale rappresentazione della Vergine.
Questi oggetti spaziano da riproduzioni minuziosamente realizzate a mano a produzioni industriali, e si manifestano in maniere infinite. Il valore non sta nella materialità, ma nel valore che il pellegrino gli dà. I devoti portano le immagini da casa, ovunque essa sia, fino alla ’vera’ immagine della Vergine appesa in basilica».

ANCHE NELLA MOSTRA Seeing Mary, allestita nelle sale del Castello Carlo V e realizzata dal National Geographic, nella mappatura mondiale delle apparizioni della Vergine Maria c’è la foto scattata da Diana Markosian nel 2014 di un devoto diretto alla basilica di Nostra Signora di Guadalupe con l’altarino sulle spalle. Ma se in questo caso si è di fronte a un prodotto di reportage, nello sguardo di Echeverría emerge una caleidoscopica rappresentazione in cui sacro e profano convivono sincreticamente.
Il viaggio e il peso della religione e della storia trovano l’apice nell’ultimo tratto del percorso che l’artista affida al video di 11 minuti in cui i pellegrini possono finalmente godere per quaranta secondi della suggestione del luogo, nella silenziosa contemplazione dell’immagine sacra, trasportati dal tapis roulant. «La vedono, e, con la stessa importanza, Lei vede loro».
La storia ci ricorda che la memoria dell’apparizione è affidata alle pagine delNican Mopohua (Qui è Detto), un testo manoscritto in nahautl classico, il linguaggio dell’impero azteca parlato prima dell’arrivo dei conquistadores e che il mantello (tilmàtli) di Juan Diego, sul quale è raffigurata l’immagine di Maria con i capelli sciolti, il manto con le 46 stelle, la cintura e l’angelo con le ali di quetzal, è conservato proprio nel santuario di Tepeyac che sorge nel luogo in cui gli aztechi veneravano Tonantzin o Coatlicue.
Il Manifesto

Backpackers, ecco i Paesi migliori per viaggiare zaino in spalla

Backpackers, ecco i Paesi migliori per viaggiare zaino in spalla


In vetta ci sono Finlandia, Danimarca e Canada. Che certo di paesaggi mozzafiato da gustare zaino in spalla, nel pieno di un lungo viaggio senza biglietto di ritorno, ne hanno da offrire a bizzeffe. Ma nella top ten c’è tanta vecchia Europa: si va dalla Repubblica Ceca alla quarta piazza alla Svezia che segue, dando così incredibile centralità alla selvaggia Scandinavia, fino al sesto posto dell’Olanda e al settimo dell’Austria. Chiudono questa particolare classifica, quella delle migliori mete per i backpacker duri e puri, Emirati Arabi, Australia e Singapore.
 
A stilarla è stata la piattaforma australiana Globehunters.com, fra i punti di riferimento per il settore di chi ama viaggiare in modo avventuroso ed economico, alla ricerca di esperienze uniche ma non senza la voglia di concedersi qualche lusso di tanto in tanto. Per farlo occorre trovare Paesi che agevolino questa modalità di viaggio, faticosa ma di grande soddisfazione e libertà. Che poi, spesso, coincide molto con il proprio stile di vita anche a casa. Il ranking mette insieme quasi 80 Paesi – gli ultimi in classifica sono Nigeria, Tanzania e Uganda – ma l’aspetto divertente, e più utile, è la tipologia di parametri presi in considerazione.


Ricalibrando la classifica secondo questi elementi, infatti, le posizioni possono mutare. E anche di molto. C’è per esempio l’“happiness score”, l’indice di felicità, che ad esempio fa fare un balzo nelle prime posizioni alla Svizzera (altrimenti 29esima) e al Costa Rica (21esimo). Oppure l’indice della sicurezza, molto importante per chi spesso viaggia in solitaria: nessun problema a Singapore, Svizzera e Giappone, massima attenzione invece in Venezuela, Colombia, Sudafrica, Nigeria e Ucraina. O ancora l’indicatore del costo della vita, parametro centrale per un viaggio spesso di medio-lungo periodo e il più possibile low-cost: i Paesi dove occorre il budget più basso sono Pakistan, Tunisia, India e Venezuela, i più cari (senza troppe sorprese), Svizzera, Giappone e Danimarca seguiti da Corea del Sud, Irlanda e Francia.

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Ma la classifca di Globehunter.com prende in considerazione anche la diffusione di internet con connessioni casalinghe e mobili (ma di generazione 3G). Nel primo caso, la massima diffusione al 99,9% si trova in Corea del Sud, Kuwait (99,7%) ed Emirati Arabi (96,9%) seguiti da Giappone, Olanda e Qatar. Difficile collegarsi, invece, in Tanzania – dove la connettività casalinga tocca poco più dell’8% delle abitazioni – Uganda (8,9%) e Bangladesh (14,5%).
 
Va meglio con le reti 3G, comunque di vecchio standard, che vedono l’Italia sul podio al 100% con Colombia e Polonia e a dire il vero un nutrito gruppo di Paesi alla massima copertura, dal Belgio a Taiwan. Male, ma comunque su percentuali più confortanti rispetto alle connessioni fisse, in Namibia (53%), Nigeria (54%), Nepal (54,1%) e perfino in Russia col 77%. Le percentuali sono infine più elevate per le reti elettriche in città (sopra l’80% in quasi tutti i Paesi considerati tranne che in Uganda, 23,3%, Tanzania, Namibia, Myanmar e Nigeria) e in campagna. In questo caso i Paesi sotto la soglia di collegamenti sotto la soglia dell’80% sono un po’ di più e ci sono anche destinazioni molto apprezzate, dal Kenya alla Cambogia.


I diversi parametri sono stati presi da fonti piuttosto rispettabili. L’indice di felicità, per esempio, è ricavato dal World Happiness Index. Quello di sicurezza, invece, dal Peace Index e in particolare dalla voce “Societal Safety”. E se le soglie dei collegamenti a internet sono attinte dall’Inclusive Internet Index il costo della vita è fornito dal Cost of living Index di Numbeo. Sono evidentemente cifre difformi fra loro, è naturale, ma che comunque contribuiscono a dare un quadro chiaro di come e dove mettersi in viaggio con lo zaino stracolmo.
 
E l’Italia come ne esce? In fondo, non troppo male. Anche se con delle ombre. Se infatti nella posizione assoluta occupa il 36esimo posto, dunque staziona anche se di poco nella parte alta del ranking, guadagna posizioni per quanto riguarda la felicità (31esima) e ne perde per la sicurezza (45esima, dietro a Paesi come Giordania e Uruguay) ma fa un salto di diverse caselle per il costo della vita contenuto (16esima piazza). Contrastante il dato sulla connettività che ci mette al 37esimo posto per i collegamenti casalinghi (qualcuno si ricorda il “digital divide” nelle zone a scarso interesse di mercato?) e appunto al vertice per la copertura mobile, tradizionalmente molto forte nel nostro Paese. Nessun problema, ovviamente, per l’elettricità né nelle città né nelle zone rurali.
 Backpackers, ecco i Paesi migliori per viaggiare zaino in spalla
Repubblica Viaggi

Helsinki, obiettivo emissioni zero. Per raggiugerlo, la città fa scuola ai turisti

La capitale finlandese vuole azzerare l'inquinamento entro il 2030. Per questo ha lanciato una campagna globale, anchre rivolta agli ospiti: per loro, suggerimenti sulla ricerca di alberghi e musei "puliti" o car sharing elettrico. E persino dei corsi a tema


Moderna, creativa, ordinata, hi-tech, a Helsinki si vive benissimo. Negli anni passati è stata nominata capitale del design ed è tra le città più vivibili d’Europa. Parchi e giardini pubblici occupano un terzo della superficie urbana.

La proposta culturale è ricca e varia, con mostre, incontri, festival, proiezioni di film, eventi. Le strade sono puntellate da edifici Art Nouveau e arricchite da opere di grandi maestri dell’architettura, come Eliel Saarinen, che nella capitale finlandese ha realizzato sette edifici, tra cui il Museo Nazionale e la stazione centrale, o come Alvar Aalto, che di opere ne ha progettate ben otto, dal teatro Finlandia Hall all’Akateeminen Kirjakauppa, la più grande libreria del paese.

Ma Helsinki ha un altro record. È una delle città più sostenibili al mondo, e punta a diventare un esempio per le altre capitali. Da qualche anno la città sta lavorando per diventare "a emissioni zero", con un piano che porterà entro il 2030 a tagliare del 60 per cento le emissioni generate sul territorio e compensare le rimanenti, grazie all’abbassamento dei consumi dei riscaldamenti nelle abitazioni, alla produzione di un sesto dell'elettricità cittadina attraverso l’uso di pannelli fotovoltaici e ai trasporti elettrici.

Ora Helsinki sta facendo un altro passo avanti nella sua rivoluzione verde. E riguarda il turismo. Si chiama Think Sustainably il progetto lanciato dalla città per rendere più semplice l’approccio a una vita verde. Il progetto fornisce gli strumenti per vivere la capitale in modo sostenibile, suggerendo azioni pratiche per sposare la filosofia green del posto. Rispondendo a ogni esigenza che un turista possa avere, il progetto è diviso in macro-aree: ristorazione; trasporti; esperienze; eventi; soggiorno; shopping. E per ciascuna consiglia ristoranti a chilometro zero e bar biologici, o eco-hotel disponibili in città; aiuta a scegliere mezzi di trasporto elettrici, a capire dove trovare un car sharing o un noleggio bici, mappa itinerari a piedi e ciclabili cittadine. Ma aiuta anche a scovare le boutique che usano materiali organici, oppure i negozi di artigianato che usano materiali di riciclo.

Chi fosse interessato a seguire corsi in tema, troverà workshop, seminari e laboratori dedicati per esempio al riciclo creativo. "Tutto nasce dalla preoccupazione dei cittadini per la crisi climatica – spiega Tia Hallanoro, Director of Brand Communications & Digital Development per Helsinki Marketing - oltre due terzi di noi pensano che sia una vera emergenza per il nostro futuro. Abbiamo cercato di dare una risposta a questo clima di allerta, pensando a un progetto che fosse in grado di cambiare il nostro stile di vita e i nostri modelli di consumo. Think Sustainably offre strumenti concreti per vivere verde".

Tra le esperienze a zero emissioni, il consiglio è provare l’Amos Rex Art Museum e partecipare al Flow Festival, evento indie rock immerso nella natura. Va provato il ristorante Loyly, costruito in legno secondo i più avanzati sistemi di bioedilizia, affacciato su una baia, che offre agli ospiti anche una grande sauna all’avanguardia. Vale il viaggio: una gita alla splendida Suomenlinna Sea Fortress, riserva protetta che custodisce un’imponente fortezza marina del XVIII secolo, distribuita su sei isolotti collegati tra loro, immersi nei meravigliosi panorami finlandesi.

Ma le attività sono tante. Per visitare Helsinki seguendo la sua vocazione verde, basta collegarsi al sito dedicato e seguire suggerimenti, indirizzi e indicazioni utili. Con la speranza che altre città seguano il suo buon esempio verde.

Repubblica Viaggi

Liguria 5 tappe culturali

Borgo di Manarola
CHIAVARI, PALAZZO RAVASCHIERI
Il centro storico della città ligure è ricco di edifici storici da scoprire: tra questi Palazzo Ravaschieri era l’antica residenza nobiliare della famiglia da cui discendevano i Papi Innocenzo IV e Adriano V. 

GENOVA, FORTE DIAMANTE
E’ uno dei più caratteristici forti dell’intera cinta muraria difensiva di Genova, adagiato sulla cima del Monte Diamante. Andiamo a scoprirlo. 

DOLCEACQUA
Vero gioiello del Ponente ligure, il pittoresco borgo è ricco di vicoli e rampe che si innalzano verso il castello rendendolo un luogo fiabesco.

CAMOGLI, ABBAZIA DI SAN FRUTTUOSO
Storia, mare e natura si intrecciano in un monastero incastonati tra gli scogli e l’area marina protetta di Portofino regalando scorci idilliaci: è l’Abbazia di San Fruttuoso, tutela del FAI. 

CINQUE TERRE, PORTOVENERE E ISOLE
L’area che comprende Porto Venere, le Cinque Terre e le Isole di Tino, Tinetto e Palmaria fa parte della Lista del Patrimonio Mondiale Unesco dal 1997: scopriamo il perché.
turismo.it

Cipro, l’Età del Bronzo nella casa di Afrodite

Costa di Cipro

PERCHÉ SE NE PARLA
Cipro, e in particolare la regione attorno a Pafos, vanta una ricchezza storica senza eguali. Abitata sin da tempi molto antichi, è punteggiata di siti archeologici che testimoniano la lontana discendenza e le successive (numerose) civiltà che l'hanno abitata. Recentemente gli studiosi hanno concluso alcuni scavi presso il sito diPrastio-Mesorotsos, un antico insediamento le cui tracce risalgono al periodo calcolitico. Resti di abitazioni, come un focolare ed alcuni piccoli oggetti in pietra, raccontano un importante momento di transizione per gli abitanti, che stavano lentamente cambiando il modo di costruire, forgiare, inventare, affinando tecniche ed estetica. 

PERCHÉ ANDARE
Il sito archeologico si trova nella Valle di Diarizos, a pochi chilometri da Pafos, nell'entroterra. Pafos è una delle località più rinomate di Cipro, famosa sia per la bellezza della sua costa e del suo mare, che per i numerosi siti archeologici che la circondano – tra cui il sito Unesco di Kato Pafos, o la necropoli chiamataTombe dei Re. Ma Pafos è legata anche al mito di Afrodite: dalla spuma del mare che si infrange sullo scoglio a Capo Aspron, a circa 30 chilometri dalla città, sarebbe nata la dea. 

DA NON PERDERE
Oltre alle bellezze ‘classiche’ di Pafos, storiche e naturalistiche, vi consigliamo vivamente di dare uno sguardo all’entroterra e visitare la sopra citata Valle di Diarizos. Si tratta di una pittoresca vallata collinosa nella quale si producono ottimi vini, e che è possibile esplorare in modo ‘slow’ fermandosi a fare degustazioni nelle cantine.

PERCHÉ NON ANDARE
La zona di Pafos è bellissima, ma è anche una delle più turistiche di Cipro. Nella stagione estiva si rischia di trovare un certo affollamento sia sulle spiagge che nei siti archeologici (e sul lungomare cittadino). Per godersela al meglio una visita fuori stagione potrebbe essere più indicata. 

COSA NON COMPRARE
L’artigianato locale è ricco, tra ceramiche e tessuti, ma ‘scivolare’ sui souvenir dozzinali è molto facile quando ci si trova in una zona particolarmente turistica. Se non cercate con attenzione, magari recandovi nell’entroterra, è probabile che porterete a casa oggetti di scarso valore e prodotti in serie. 
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5 trattamenti per prolungare i benefici dell’estate Il mare è un vero toccasana. Ecco le location dove sentirsi ancora in vacanza

1. ADLER SCRUB WATER MASSAGE ALL’ADLER SPA RESORT BALANCE
L’Adler Spa Resort Balance, nel cuore delle Dolomiti, è la meta ideale per regalarsi una pausa dallo stress quotidiano. A rendere la pelle idratata ci pensa, ad esempio, l’Adler Scrub Water Massage, un massaggio esfoliante con sale del mare della Sicilia e olio nutriente. Il tutto viene effettuato mentre ci si rilassa sotto getti d’acqua calda. 

2. SALT, LO SCRUB SALATO DI BORGO EGNAZIA
Unicità e autenticità attendono in quel di Savelletri di Fasano a Borgo Egnazia, meravigliosa location ispirata a un tipico paese pugliese. Una volta messo piede nella sua spa Vair, è possibile sperimentare una serie di trattamenti ispirati alle tradizioni locali che permettono di prendersi cura di sé e celebrare la propria bellezza naturale. Come Salt, lo scrub con sale e olio d’oliva in grado di esaltare la luminosità della pelle. 

3. MASSAGGIO MAR EN CALMA AL FONTSANTA HOTEL
Il Fontsanta Hotel, esclusivo 5 stelle situato nella parte meridionale dell’isola di Maiorca, invita a sperimentare il massaggio rilassante “Mar en calma”, in grado di bilanciare le emozioni e riequilibrare corpo e mente. 

4. PEELING AI SALI DEL MAR MORTO ALL’AMONTI & LUNARIS WELLNESSRESORT
Dopo i bagordi estivi non c’è niente di meglio che un pacchetto wellness per rimodellare la silhouette. A Cadipietra in Valle Aurina, la Spa dell’Amonti & Lunaris Wellnessresort propone trattamenti specifici come il peeling aromatico ai sali effettuato con olio da massaggio aromatico e sali del Mar Morto utile al fine di rinnovare la pelle e stimolare il metabolismo dei tessuti. 

5. STANZA DEL SALE A RIMINI TERME
Benessere sui generis quello offerto da Rimini Terme, moderno centro termale che invita a sperimentare i benefici del clima di mare. Tutti sono i benvenuti nella Stanza del Sale. Qui pareti e pavimentazioni sono completamente rivestite da piastrelle in bianco sale marino. L’aria che si respira, priva di agenti patogeni, migliora lo stato delle mucose dei bronchi etc.
turismo.it

Colcannon, in Irlanda il verde è anche a tavola

Colcannon, irlanda

Patate e cavoli: sono questi i due ingredienti principali di uno dei piatti più tipici della cucina irlandese. Da preparare e da consumare, ovviamente, durante la stagione dei cavoli, da ottobre ad aprile. Un piatto povero, ma davvero molto famoso, con qualche piccola variante gourmet se lo scegliete in qualche ristorante un po' più pretenzioso. Basta che i prodotti siano sempre naturali e mai surgelati, ovviamente.

Il colcannon, che in italiano starebbe per "cavolo bianco", è un piatto tradizionale irlandese a base di purè di patate e cavolo. A cui si aggiungono burro, latte e sale. Ma può contenere anche altri ingredienti, come scalogno, porri, cipolle ed erba cipollina. Spesso servito con prosciutto bollito, pancetta irlandese e carne in scatola, ne esistono molte varianti regionali.

Per quanto riguarda l'etimologia del nome, abbiamo precedentemente usato il condizionale. Questo perché l'origine della parola, effettivamente, non è chiarissima. La sillaba 'col' deriva probabilmente dall'irlandese 'cál', che significa cavolo. La seconda può derivare, invece, da "ceann-fhionn", che significa una testa bianca. Questo uso si trova anche nel nome irlandese di una folaga, un uccello dalla testa bianca noto come "cearc cheannan", o "gallina dalla testa bianca". Il nome potrebbe anche rimandare al piatto gallese del cawl cennin, letteralmente "brodo (di) porri". 

Ad Halloween il piatto diventa, inoltre, tradizionale. Questo, infatti, viene servito con un anello e un ditale nascosto nel piatto. Anche assieme a delle piccole monete. 

Come realizzarne quattro piatti abbondanti? Sbucciare e tagliare a dadini quattro patate, poi metterle a bollire con acqua salata. Sminuzzare 500 grammi di verza e una cipolla bianca, poi lessate anche queste in acqua salata. Asciugate il tutto, mentre accendete il forno e portatelo a 180°. Schiacciare le patate e fate rosolare la cipolla nel burro. Aggiungere poi patate, verza, latte caldo e mescolate a fuoco medio. Versate al composto in una teglia da forno imburrata e infornate a 180° per circa 10 minuti. 
turismo.it

Gli amanti dei fiori non possono perdere questo strepitoso Castello della Loira



IL CASTELLO DI VILLANDRY

Fra i tanti e bellissimi Castelli della Loira, quello di Villandry situato nell’omonima cittadina di Villandry, è il più visitato. Celebre per la bellezza dei suoi giardini, è una tappa obbligata per gli amanti dei fiori e della natura: con incredibile maestria l’area verde è stata infatti trasformata in un luogo da sogno, unico nel suo genere.

IL CASTELLO

L’edificio consta di tre ali, in parte circondati da un fossato. Sul lato che affaccia sui giardini, si trova un imponente torrione quadrangolare risalente al ‘300, coronato da beccatelli e merli. All’interno del castello è possibile ammirare dipinti risalenti al XVII secolo realizzati da autori di rilievo, sia italiani che spagnoli. Con la sua architettura rinascimentale, questo castello fu costruito nel Indre-et-Loire, nel XVI, ma ha subito continui lavori e modifiche fino al XVIII secolo. E 'stato infatti completato nel Rinascimento, su iniziativa del ministro delle Finanze François 1, Jean le Breton.

I MERAVIGLIOSI GIARDINI

Più che il castello, tuttavia, sono i meravigliosi giardini a conquistare i visitatori. Vera e propria dimostrazione di “Ars Topiaria”, alberi ed arbusti sono potati in maniera geometrica, dando vita ad uno spettacolo incantevole. I giardini di Villandry occupano una superficie di circa 6 ettari, e sono suddivisi su tre livelli e tre aree, tutte con passeggiate e terrazze, collegati tra loro da ampie scalinate. I viali destinati al passeggio sono costeggiati da meravigliosi alberi di tiglio, tracciati in modo tale da non ostruire la vista dall’alto. Nella terrazza centrale si apre il bellissimo giardino ornamentale, composto da un insieme intrecciato di fiori e aiuole potate a forme perfettamente geometriche e divise da siepi di bosso.

Nel settore più basso si trova il potager, l’orto dove vengono coltivate verdure secondo i più antichi riti e tecniche, alcune risalenti addirittura alle comunità monastiche; esteso per oltre un ettaro, lo spazio è suddiviso in nove quadrati uguali per dimensione, ma differenti nelle forme geometriche che disegnano. Al loro interno, i diversi ortaggi creano un bouquet di colori magnifico, che cambia di anno in anno per non impoverire il terreno.
turismo.it

Italianway. In Sardegna si cercano nuovi imprenditori del turismo

Lanciata una nuova campagna di reclutamento. Servono competenze a livello commerciale e organizzativo, oltre che la conoscenza delle lingue straniere e la predisposizione all'accoglienza
In Sardegna si cercano nuovi imprenditori del turismo


Trasformare la Sardegna nelle nuove Canarie d’Europa e rendere l’isola top destination anche in inverno portando nelle seconde o terze case non utilizzate, e presenti sul tutto il territorio, viaggiatori over 50 con capacità di spesa medio alta, provenienti dal Nord Europa: è questa la filosofia del progetto che Italianway ha condiviso con Portale Sardegna, Ota quotata in Borsa e sarda al 100%, e in nome del quale lancia una nuova campagna di reclutamento di aspiranti imprenditori del turismo in tutta l’isola.

«Turismo diffuso per far rivivere le case inutilizzate in cui accogliere viaggiatori in cerca di esperienze autentiche e supporto prop-tech ai giovani imprenditori - spiega Marco Celani, ad di Italianway - sono il nostro pane quotidiano visto che abbiamo lanciato il primo franchising italiano del vacation rental e contrattualizzato oltre 700 immobili per i cosiddetti affitti brevi. Cerchiamo i talenti migliori di tutta la Sardegna, partner radicati territorialmente che abbiano voglia di mettersi in gioco facendo impresa a partire dalle risorse del territorio, quindi prima di tutto dalle case inutilizzate, da riportare a nuova vita accogliendo viaggiatori internazionali, e dalle esperienze vivibili sul posto che sempre più influenzano le prenotazioni a prescindere dalla fascia d’età del turista».

Servono competenze a livello commerciale e organizzativo, oltre che specifiche come le lingue straniere e fermezza nell’approcciare il business con tutti crismi della legalità, fa sapere l’azienda che ha lanciato, a fine gennaio 2019, il primo franchising italiano del vacation rental per dare vita, nel giro di cinque anni, a 300 nuove imprese su tutto il territorio nazionale. 

«Dopo aver confermato il successo del modello Italianway con il progetto pilota della Locanda della Meridiana di Pula, lanciata questa estate, best performer con un tasso di occupazione di circa il 90% - aggiunge il Founder di Italianway Davide Scarantino - siamo pronti a condividere il nostroknow how con persone residenti sull’isola, diplomate o laureate che conoscano bene l’inglese e con una propensione naturale all’accoglienza. Caratteristiche che siamo pronti a supportare con una formazione on the job. Ai partner che selezioneremo il compito di accogliere il viaggiatore, curare la buona riuscita del suo soggiorno, gestire pulizie e manutenzione degli immobili ed acquisirne di nuovi da destinare all’affitto turistico. Ci occuperemo noi di tutti i processi che richiedono competenze specialistiche, dalla pubblicazione on-line multicanale dell'appartamento, alla gestione degli incassi, prenotazioni, check-in/check-out, fatturazione elettronica, cedolare secca ecc. Il local manager verrà supportato in tutte le fasi dell’attività: dalla realizzazione del business plan all’avviamento della società, dalla campagna di marketing territoriale per la selezione e l’acquisizione degli immobili al supporto legale e fiscale.

Grazie all’accordo con Portale Sardegna guidato da Massimiliano Cossu, il property manager sardo che entri a far parte del network di Italianway avrà la possibilità di diventare un Sardinia Local Expert implementando le sue entrate con la vendita delle esperienze (enogastronomiche, culturali, identitarie eccetera) e tramite partnership da realizzare con fornitori locali (artigiani, guide turistiche, pescatori eccetera).

«Il Local Expert che cerchiamo e che siamo pronti a supportare – conclude Cossu - deve essere prima di tutto un appassionato di turismo con radicato senso di appartenenza all’isola e un innato spirito imprenditoriale. Lo immaginiamo capace di gestire contemporaneamente più business unit e disposto a diventare un vero property manager per mappare e commercializzare le strutture extra alberghiere del territorio e metterle a reddito con il supporto di Italianway e con grande soddisfazione dei proprietari e dei viaggiatori».

Per candidarsi scrivere a: recruiting@italianway.house