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Cultura e spettacolo. Moretti a 69 anni torna a fare un film in cui recita nel ruolo di se stesso

Il 20 aprile esce nelle sale il nuovo film che sarà in concorso per la Palma d'Oro al 76esimo festival di Cannes. Il regista torna a fare un film in cui recita nel ruolo di se stesso, mettendosi a nudo e rispolverando le sue manie, idiosincrasie e insofferenze che lo hanno reso famoso e popolarissimo

AGI - “In ‘Il sol dell’avvenire’ ci sono temi e personaggi affrontati nei miei film precedenti. Recitazione, regia e scrittura sono un po’ diversi perché si cambia più al livello personale che professionale. Nei decenni si può cambiare, poco, e questo si riflette nella recitazione, nella scrittura e nella regia”. Così Nanni Moretti alla presentazione romana del suo ultimo film, in 500 sale dal prossimo 20 aprile, in concorso per la Palma d’Oro al 76esimo festival di Cannes. Una dichiarazione che non è affatto banale nella sua ovvia semplicità.

Moretti a 69 anni torna a fare un film in cui recita nel ruolo di se stesso, mettendosi a nudo e rispolverando le sue manie, idiosincrasie, passioni e insofferenze che lo hanno reso famoso e popolarissimo dai tempi di ‘Io sono un autarchico’, ‘Ecce bombo’ e ‘Sogni d’oro’. Ed è una sorta di omaggio che Nanni Moretti fa al suo cinema e a se stesso, da Michele Apicella in poi.

In ‘Il sol dell’avvenire’ ritorna al metaracconto del film nel film: se in ‘Aprile’ voleva realizzare un musical su un pasticcere trotskista (già accennato in ‘Caro diario’), stavolta il film che sta girando il regista interpretato da Moretti, che si chiama Giovanni come lui, è ambientato nel 1956 a Roma nei giorni dell’invasione sovietica dell’Ungheria. Un film in cui vuole riflettere sullo spaesamento dei comunisti di allora – interpretati dagli attori Silvio Orlando e Barbora Bobulova -  che si trovano a confrontarsi con la realtà e con un circo ungherese Budavari (ricordate ’Palombella rossa’ e quella ripetizione ossessiva da parte di Silvio Orlando, nel ruolo dell'allenatore della squadra di pallanuoto di Moretti, della frase: “Marca Budavári! Marca Budavári! Marca Budavári!”?).

Un film che si intreccia con la vita del protagonista (Nanni Moretti), un uomo di mezza età che vive un rapporto stanco con la moglie produttrice (Margherita Buy) che ha una figlia musicista (Valentina Romani) che scriverà le musiche del suo film e che si innamora di un uomo molto più anziano di lei (Jerzy Stuhr). La realizzazione del film, con i problemi economici (necessario l’intervento dei produttori coreani dopo quello annunciato ma poi tramontato di Netflix), le incomprensioni con tra il regista che vuole fare un film politico e la protagonista (Barbora Bobulova) che invece ritiene che sia un film d’amore e coinvolge nella sua idea il collega e – nel film nel film – caporedattore dell’Unità e capo della sezione di partito del quartiere Quarticciolo di Roma (Silvio Orlando).

Questo è il racconto in estrema sintesi di ‘Il sol dell’avvenire’. Sembra esaustivo, ma in realtà non dice nulla. Perché il film di Moretti è altra cosa. E’ un ritorno all’antico, è la voglia di prendere in prestito la propria figura di intellettuale insopportabile e odioso e criticare (se non mettere alla berlina) quelle che secondo lui sono delle cose inaccettabili.

Torna la mania delle scarpe di cui Moretti, come già molti anni fa in ‘Bianca’, ne fa una questione filosofica e esistenziale: l’attrice che arriva con i sabot è per lui una sorta di violenza. Le scarpe sono aperte davanti e dietro o sono chiuse davanti e dietro Non esiste una via di mezzo. E poi il concetto si ripete in una delle scene destinate a diventare di culto quando, in macchina con la moglie, parla dell’orrore delle pantofole (qui cita Panatta di ‘La profezia dell’armadillo’ facendo il rumore delle pantofole al suolo o delle scarpe indossate da Anthony Hopkins in ‘The Father’ sotto il pigiama) che accetta solo in Aretha Franklin in ‘The Blues Brothers’.

Ma non sono solo le scarpe a tornare. Moretti rispolvera tutto il suo repertorio, dall’odio per le parole straniere usate con ostinazione e ostentazione dai rampanti giovani di Netflix (qui l’ostilità di Moretti per le piattaforme streaming che uccidono il cinema in sala è dichiarata con forza) al fastidio per i nuovi registi che usano la violenza con banale semplicità.

Al giovane che la moglie produce e che deve girare l’ultimo ciak, un’esecuzione in stile ‘Gomorra’, blocca il set per ore per spiegare che “voi usate la violenza come intrattenimento, con leggerezza” e cita Kieslowski che in una terribile scena lunga sette minuti di ‘Breve film sull’uccidere’ comunica raccapriccio e orrore nello spettatore e, a differenza dei film dei registi di oggi (e qui torna l’invettiva di ‘Aprile’ contro il film ‘Harry pioggia di sangue’) non lascia alcuno spazio all’emulazione. E poi, a supporto delle sue parole, chiama al telefono Renzo Piano e sul set Corrado Augias. Martin Scorsese, invece, non risponde al telefono: c’è la segreteria.

C’è poi la passione per le canzoni italiane degli anni ’60 e ’70 (stavolta c’è anche De Andrè), c’è Fellini con la scena finale di ‘La dolce vita’ (una sorta di citazione come in uno specchio, anche se ‘Il sol dell’avvenire’ è più simile nell’idea a ‘8 ½’), c’è Piazza Mazzini che percorre insieme all’amico produttore francese Pierre (Mathieu Amalric) su un monopattino (“la seconda e ultima volta in cui ci sono andato”, racconta) e con ironia rispolvera un’antica accusa dei critici che scrissero che Moretti girava sempre i suoi film in zona Mazzini: “anche stavolta devo girare almeno una scena in questo quartiere”. 

Poi ci sono le passioni per cantare a squarciagola e massacrare le canzoni, il palleggio un po’ approssimativo con un pallone in piazza, la scena finale con un grande corteo in via dei Fori imperiali in cui inserisce tutti i protagonisti dei suoi film. Manca la Nutella e mancano i dolci in questo film, ma per il resto c’è tutto Nanni Moretti in una summa che si fa piacere anche se non graffia.

Lontani i tempi in cui se la prendeva con chi non conosceva la Sacher torta, oppure diceva a D’Alema di dire qualcosa di sinistra o picchiava chi usava termini come ‘trend negativo’. Ora Moretti è maturo. Ed è cambiato… “poco”, dice lui. E così fa un po’ strano vedere che, in un momento storico come quello attuale, uno dei grandi intellettuali di sinistra guardi al passato e immagini (in perfetto stile Tarantino, che ammette di avere apprezzato in ‘Inglorious Basterds’ in cui riscrive la Storia) come finale del suo film nel film una condanna del Pci di Togliatti all’invasione ungherese. La Storia sarebbe stata diversa (almeno per l’Italia), ma questo è appena accennato. Di politica, infatti, non si parla.

E forse la frase dell’attrice interpretata da Barbora Bobulova – “che ci frega della politica, questo è un film d’amore!" – è quella che un po’ dà la cifra del film, con il regista che vede la fine del matrimonio e non capisce il motivo. E ne soffre. Che accetta la storia della figlia con un uomo molto più anziano. Che accetta i produttori coreani ai quali, comunque, cambia il finale perché troppo simile a quello che potrebbe essere l’epilogo della sua vita. E poi chiude con un corteo, che ricorda molto alla lontana la giostra di ‘8 ½’ – di nuovo Fellini – in cui invece di tutte le donne amate dal regista mette tutti gli attori che hanno lavorato con lui. In un finale che sembra un omaggio a se stesso. Ma a 69 anni Nonni Moretti se lo concede. E a Cannes, ne siamo certi, piacerà.


MENS-A/Parma Festival di “Cultura diffusa” in Emilia-Romagna

 

MENS-A è un evento sul Pensiero Ospitale e Cosmopolitismo in Italia, nella consapevolezza della funzione storica della Cultura quale unico strumento che consente comunicazione e dialogo fra gli uomini e le società. L’obiettivo di MENS-A è quello di creare una rete che valorizzi innovazioni di processi, il pluralismo culturale, il Patrimonio vivente, in un orizzonte di cultura “diffusa” e turismo intelligente.

Quest’anno il tema di  MENS-A è Nuovo Umaneismo.
Da una parte la pandemia Coronavirus ha evidenziato sempre più la centralità dell’uomo, la sua complessità e fragilità, la sua costante domanda di senso. Dall’altra nel 2021 ricorrono i 700 anni della scomparsa del grande poeta Dante Alighieri. Abbiamo pensato così di riflettere sui valori dell’Umanesimo rinascimentale per concentrarci sul Nuovo Umanesimo.

Il 23 settembre MENS-A fa tappa a Parma con un convegno dal titolo Bellezza nelle arti, nelle discipline, nella ricerca.

Davide Zanichelli, direttore di Fondazione Palazzo Magnani farà parte della tavola rotonda sul tema “Progettare la Bellezza” insieme a Sara Piccinini (direttrice Collezione Maramotti) e Carla Dini (APE Parma Museo).

Scarica il programma completo

MENS-A è un progetto ideato dall’Associazione APUN (APS) con la direzione scientifica di Beatrice Balsamo, in collaborazione con l’Università di Bologna, l’Università di Modena/ Reggio e di Parma, Comuni di Bologna, Modena, Parma, Reggio Emilia, Ferrara, Vignola, Ravenna. È una compartecipazione con l’Assessorato Cultura-Regione Emilia–Romagna e Direzione AUSL Regione Emilia-Romagna. Rilascia i crediti formativi agli studenti di Unibo, UNIMORE e UniPr e ai docenti di primo e secondo grado delle scuole, essendo un progetto MIUR.

Alcune presenze a MENS-A 2021:
Elisabetta Sgarbi (Editrice e regista), Luigi Alici (Filosofo, Unimc), Angela Vettese (Critica d’Arte), Salvatore Natoli (Filosofo), Eugenio Borgna (Psichiatra e Scrittore), Pietrangelo Buttafuoco (Giornalista e Scrittore), Franco Cardini (Storico e Saggista), Gustavo Zagrebelsky (Giurista), Dario Squilloni (Psicologo), Maurizio Schoepflin (Storico della Filosofia – ISSR “all’Apollinaire” Roma), Umberto Curi (Filosofo), Massimo Montanari (Medievista), Gulio Ferroni (Critico letterario e saggista), Extraliscio (Gruppo musicale)

Fonte: palazzomagnani.it

(Segnalazione web a cura di Giuseppe Serronee Albana Ruci - Turismo Culturale)

ENIT AL FEST CINEMA ROMA: NASCE IL BOLLINO DI QUALITA' PER I FILM CHE VALORIZZANO L'ITALIA




Da oggi le pellicole che promuovono la bellezza Italiana nel mondo e presentate alla Festa del Cinema di Roma avranno un marchio di qualità offerto da Enit. L'Agenzia Nazionale del Turismo attribuirà “marchio di qualità” speciale ad una selezione di film sul tema “Il viaggio turismo ENIT” che rappresentano e promuovono il territorio italiano. Il marchio Enit sarà visibile all’interno del catalogo e del programma ufficiale della festa sulla selezione di film individuati. Enit e la Fondazione Cinema per Roma consegnerà anche una targa ad un film scelto tra quelli che riportano il marchio cinema-ENIT indicato dalla giuria presieduta e composta da Italian Film Commission. Premiato anche il film su e con Francesco Totti. Hanno meritato il Bollino 5 Film:

Un cielo stellato sopra il ghetto di Roma di Giulio Base (Risonanze)

Maledetta Primavera di Elisa Amoruso (Riflessi) con Micaela Ramazzotti

Cosa sarà di Francesco Bruni (Eventi speciali) con Kim Rossi Stuart

Fortuna di Nicolangelo Gelormini (Selezione Ufficiale) con Valeria Golino

Mi chiamo Francesco Totti di Alex Infascelli (Eventi speciali) con il campione del calcio.

Per Enit il cinema rappresenta una forma di comunicazione coinvolgente e in grado di attrarre un pubblico ampio, articolato per target precisi e per aree geografiche, fasce d’età, profili culturali. L’Italia, anche storicamente, vanta una delle industrie cinematografiche più note ed apprezzate a livello mondiale e le sue città e paesaggi hanno rappresentato il palcoscenico di film entrati nella storia collettiva mondiale. Molte produzioni internazionali hanno scelto l’Italia per loro film di grande successo. Proprio gli scenari dei film hanno dimostrato di contribuire e incrementare i flussi turistici esteri verso mete nazionali. Legare cinema e luoghi d’Italia rappresenta un valido strumento di promozione dell’immagine Italiana, facendo leva su un linguaggio semplice, immediato, globale, pervasivo. Enit, continua a mantenere il ruolo di custode della memoria e dei tasselli dell’Italia turistica e già in passato ha attratto verso la Penisola con lo strumento del cinema come dimostrano le produzioni cinematografiche commissionate dall'Agenzia, tra gli altri, allo storico regista Emmer, le cui produzioni fanno parte degli oltre 100mila reperti di cui 20mila già digitalizzati in un’avventura nel tempo attraverso oltre un secolo di storia rivisitato dal viaggio su www.mostrevirtuali.enit.it. La ultracentenaria Agenzia Nazionale del Turismo si appresta quindi a promuovere uno spaccato dell’Italia dai tratti inediti ed eterogenei. "I luoghi legati al cinema sono portatori di esperienze memorabili che invogliano alla scoperta dei territori. I film sono uno stimolo alla valorizzazione delle location, valorizzazione che non è così automatica ma occorre predisporre strategie e spazi per l'accoglienza e una spinta a maturare interesse crescente per luoghi anche meno noti visti da angolazioni e punti di vista differenti" dichiara il direttore Enit Giovanni Bastianelli.

fonte: comunicato stampa

IN ARRIVO L’UNDICESIMA EDIZIONE DEL FESTIVAL DEL CINEMA RURALE Torna sul lago d’Orta Corto e Fieno 2-3-4 ottobre 2020



 Corto e Fieno è un festival del cinema. Un festival che nasce nel 2010 da un’idea dell’Associazione Culturale Asilo Bianco: portare sullo schermo campagna, ruralità, prati, boschi, acque, animali, donne e uomini. Corto e Fieno è, con orgoglio, un festival del cinema rurale. Crea da anni uno spazio per vedere e discutere film di qualità che raccontano del rapporto tra l’uomo e la campagna. Si interroga sulla ruralità oggi, in Italia e in giro per il mondo. Riflette sull’importanza della terra: sulla necessità di starle vicino.

L’undicesima edizione di Corto e Fieno è in programma venerdì 2, sabato 3, domenica 4 e domenica 11 ottobre sul lago d’Orta a Omegna, Ameno e Miasino, tra le province di Novara e Verbania. Si è lavorato tanto in questi mesi, così incerti causa Covid e così pieni di voglia di ripartire. Il festival riporta il pubblico al cinema, nel buio della sala, e lo fa in completa sicurezza. Il Cinema Teatro Sociale di Omegna sarà la casa di Corto e Fieno, insieme ad altre proiezioni in Ludoteca a Omegna, al Museo Tornielli di Ameno e a Villa Nigra a Miasino.


Cortometraggi arrivati da tutto il mondo sono stati selezionati per la sezione Frutteto e per Germogli, categoria dedicata all’animazione e quest’anno legata al progetto Interreg Italia-Svizzera “Di-Se – DiSegnare il territorio”, tre anni all’insegna del disegno e dell’arte a cura di Associazione Musei d’Ossola, Museumzentrum La Caverna di Naters e Asilo Bianco.

39 film tra concorso e fuori concorso, 14 prime nazionali e 22 prime piemontesi. Torna anche la lezione di Bruno Fornara, selezionatore dalla Mostra del Cinema di Venezia, che, per la sezione Sempreverde, ci porta a esplorare un nuovo film della storia del cinema con sguardo attento sul mondo rurale.

Un’edizione importante che vuole essere davvero un invito a tornare al cinema dopo la chiusura forzata delle sale.

Le proiezioni di Corto e Fieno continuano a essere a ingresso gratuito. Quest’anno però, per garantire il rispetto delle norme di sicurezza, i posti in sala saranno limitati ed è obbligatoria la prenotazione per tutte le proiezioni. È possibile prenotare via email a cortoefienofestival@gmail.com e telefonicamente. Tutte le info sul sito www.cortoefieno.it

Corto e Fieno è anche l’occasione per visitare gratuitamente due mostre: Ciak & Quack. Tavole originali tra cinema e fumetto a cura di Giovanni Nahmias (al Forum di Omegna da sabato 26 settembre fino a domenica 4 ottobre) e Herbarium vagans, la grande mostra itinerante di disegni tra botanica e arte nei centri storici di Orta San Giulio, Ameno e Miasino (fino all’11 ottobre).

fonte: comunicato stampa 

Festival Cinema Venezia. LEONE D'ORO A NOMADLAND, PER L'ITALIA VINCE FAVINO

ARGENTO A NUEVO ORDEN. DELUSIONE PER NOTTURNO DI ROSI L'americano Nomadland, road western di Chloé Zhao, vince il Leone d'Oro della Mostra di Venezia numero 77. Leone d'argento, Gran Premio della Giuria, a Nuevo Orden di Michel Franco. Migliore regia al giapponese Kiyoshi Kurosawa per Wife of a spy. Per l'Italia vince Pierfrancesco Favino, Coppa Volpi per il miglior attore per Padrenostro di Claudio Noce. Delusione per Notturno di Gianfranco Rosi, senza premi dopo essere stato tra i favoriti. "La decisione di escluderlo è stata difficile tanto che volevamo creare un premio speciale per lui", le parole della presidente Cate Blanchett.
ansa


Verbania LAGO MAGGIORE LETTERALTURA 2020 fuoco e calore, nei viaggi e nel cuore XIV EDIZIONE dal 24 al 27 Settembre


LetterAltura sta lavorando, come tutti gli anni intensamente e con passione, per preparare l'edizione numero 14 del Festival. Nella situazione attuale, pur consapevoli che la strategia di contenimento della pandemia da Covid19 condizionerà, probabilmente in modo significativo, lo svolgimento del Festival, gli organizzatori sono prudentemente ottimisti, pronti comunque ad adattare le modalità di fruizione della rassegna in base all'evolversi delle condizioni di sicurezza. 
Da giovedì 24 a domenica 27 settembre il Festival tornerà quindi al Centro Eventi “Il Maggiore” e nelle altre abituali sedi, per parlare di "fuoco e calore, nei viaggi e nel cuore".
Saranno moltissimi gli spunti che guideranno il nostro pubblico nelle quattro giornate di Festival: incontri con autori, presentazioni di libri, ospiti prestigiosi e testimonianze dirette.
Parole, musiche e immagini saranno legate al fuoco, declinato in tutte le sue essenze, a partire dalla passione amorosa, che fa ardere i cuori, fino al fuoco inteso come mezzo distruttore, del pianeta terra ma non solo.
Disquisiremo del "fuoco" dei motori a scoppio, del fuoco per cuocere gli alimenti, di vulcani, le montagne che sputano il fuoco, ma anche della passione per i propri ideali, di fuochi sacri, di libri al rogo e di fuochi che, purtroppo, sono in grado di annientare persone.

XVII festival internazionale di musica e arte sacra



Con l’autunno torna a Roma nelle basiliche papali l’appuntamento con la grande musica sacra organizzato dalla Fondazione Pro Musica e Arte Sacra. Oltre seicento musicisti provenienti da tutto il mondo fra professori d’orchestra, direttori  e cantanti impegnati in sei concerti gratuiti animano la diciassettesima edizione di un festival che non ha uguali per qualità dei musicisti e bellezza e unicità dei luoghi in cui i concerti si svolgono, le basiliche della cattolicità, San Pietro, San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le Mura. 
Un appuntamento che si rinnova dal 2002 grazie al contributo di benefattori, sostenitori e sponsor e all’entusiasmo e le capacità organizzative del fondatore e presidente della Fondazione Hans Albert Courtial. Quest’anno la manifestazione è dedicata a papa Paolo VI, proclamato santo il 14 ottobre a quarant’anni dalla morte. Il papa ieratico, intellettuale e profetico, che ha regnato in un periodo difficile, di forti  cambiamenti per la società e la chiesa, gli anni del terrorismo e del Concilio Vaticano II. Un papa cui si devono decisioni importanti per la chiesa come il riavvicinamento nel ‘64 con Athenagoras, patriarca di Costantinopoli. E Paolo VI, il rappresentante del più piccolo paese del mondo,  parla all’ONU nel ‘65. Papa Montini svolge un ruolo importantissimo nel ricucire i rapporti della Chiesa con l’arte contemporanea. Memorabile il suo invito agli artisti in Cappella Sistina nel ’64 “…Rifacciamo la pace? Quest’oggi? Vogliamo ritornare amici?”. A lui si deve anche la creazione  nel’73 della collezione  di arte religiosa e moderna dei Musei Vaticani.
“Paolo VI ha cambiato anche la mia vita”, confessa il dottor Courtial. Aveva vent’anni, ero venuto a Roma da Bad Godesberg col suo parroco che ne aveva 75, alloggiavano in una pensione di piazza Cavour. Con in tasca due biglietti per il baciamano al papa prendono l’autobus per il Vaticano, ma fanno tardi anche per la pioggia. Gli svizzeri alla fine li fanno entrare mandandoli negli ultimi posti. Quando il papa entra con la sedia gestatoria per farsi vedere il giovane Courtial  grida “Viva il papa” e Paolo VI si ferma e li benedice due volte. Un ricordo umanissimo di un papa che poteva sembrare distaccato, ma che “ha fatto cantare la storia”, dice Courtial.
I sei concerti nelle quattro basiliche romane dal 31 ottobre al 14 novembre (gratuiti con possibilità di prenotare il posto online) spaziano dalla musica contemporanea alla musica classica, con complessi orchestrali e vocali di primissimo ordine, come il Coro Statale della Cappella San Pietroburgo che vanta una storia di oltre 500 anni, per la prima volta al Festival, e i Wiener Philarmoniker, orchestra in residence fin dalle origini, che quest’anno si presenta in una formazione ridotta, in versione da camera.  
Il concerto inaugurale il 31 ottobre alle 21 a San Paolo fuori le Mura presenta in prima assoluta  due formazioni giovani, per la prima volta ospiti della manifestazione, che vengono da paesi diversi di tradizione religiosa protestante, il complesso strumentale TrondheimSolistene norvegese e dal Minnesota il Together in Hope Choir  che raccoglie sessanta voci provenienti dai più importanti cori degli Stati Uniti.  Norvegese  anche Kim Andrè Arnesen autore dei due pezzi in programma, il mottetto “So That The World May Believe” in prima esecuzione assoluta dedicato a Papa Francesco, “Holy Spirit Mass” composto nel ’17  per i 500 anni della Riforma protestante e i 50 anni del dialogo cattolico-luterano.
Sabato 10 novembre si entra nel vivo alla Basilica di San Pietro. Dapprima con la Santa Messa celebrata dal cardinale Angelo Comastri, arricchita dagli antichi “canti orasho” testimonianza musicale delle prime comunità cristiane in Giappone e dagli interventi musicali del “Coro Statale della Cappella San Pietroburgo”, quindi a seguire alle ore 16 da una elevazione spirituale affidata alla “Messe solennelle de Sainte-Cècile” di Charles Gounot eseguita a Parigi per la prima volta nel 1855, lodata da Camille Saint-Säens che parlò di semplicità “grandeur”, luce purissima. A interpretarla i complessi giapponesi, per il sesto anno al Festival, “Illuminart Philarmonic Orchestra e Illuminart Chorus diretti da Tomomi Nishimoto.
Gli stessi musicisti giapponesi sono impegnati il giorno dopo, domenica, a San Paolo fuori le Mura con la “Messa da Requiem” di Giuseppe Verdi, composta come è noto nel 1874 in occasione del primo anniversario della morte di Alessandro Manzoni. Voci soliste Misaki Takahashi (soprano), Takako Nogami (mezzosoprano) e Takashi Masu (baritono). Il concerto è dedicato a don Luca Pellegrini, recentemente scomparso, fine cultore della musica e per oltre dieci anni addetto stampa del Festival (“luxpell” per gli amici).
Il 12 novembre alle ore 21 a Santa Maria Maggiore un concerto sicuramente molto atteso, “Musica corale-sprituale dalla Russia” di uno dei cori più celebri di tutta la Federazione Russa, il Coro Statale della Cappella di San Pietroburgo, una formazione le cui origini risalgono al 1479, diretto da oltre quarant’anni da Vladislav Chernushenko.
A seguire, in crescendo, da non perdere, martedì 13 novembre a San Paolo fuori le Mura con i Wiener Philarmoker  la “Sinfonia n.4 in Sol maggiore” di Gustav Mahler  composta nel 1900 quando il musicista dirigeva la compagine viennese. E’ in versione da camera, non ci sarà alcun direttore d’orchestra,  soprano Mojca Erdmann, capace di spaziare dal barocco al contemporaneo, secondo il New York Times. “Mahler ha un rapporto molto speciale con la nostra orchestra – ricorda il primo violino e section leader dei Wiener – Fu proprio lui nel 1902 a condurre i Wiener nella sua “Quarta Sinfonia” in un concerto in abbonamento nel Musikverein di Vienna”. La “Quarta Sinfonia” è una delle opere più eseguite dai Wiener, è stata diretta nel 1920 anche da Richard Strauss. Fra i primi grandi interpreti Bruno Walter che colse in essa il “tono raro e commovente” e “l’anelito struggente di superare l’esistenza umana” .
Il 14 novembre, a chiusura, a San Giovanni in Laterano, la “Sinfonia n.9 in re minore per soli, coro e orchestra op. 125” di Ludwig van Beethoven. Soojin Moon Sebastian soprano, Quilin Zhang contralto, Paulo Ferreira tenore, German Olvera baritono, quattro giovani voci e i Wiener Singverein, una formazione corale fra le più celebri al mondo. Alla bacchetta Justus Franz che torna al Festival con la Philharmonie der Nationen, l’orchestra fondata dal maestro, formata da musicisti di ogni parte del mondo, di diverso credo politico e religioso. Un messaggio universale perfettamente in linea col capolavoro  beethoveniano.
La Fondazione che organizza il festival nasce nel 200 e si occupa di promuovere la musica sacra ma anche di sostenere finanziariamente imponenti progetti di restauro (“Ars artem salva”) illustrati alla presentazione in conferenza stampa da Pietro Zander, l’archeologo responsabile della necropoli vaticana e per conto della Fabbrica di San Pietro della conservazione e del restauro dei beni artistici della basilica. Dove “i lavori non finiscono mai”, dice. Dopo il restauro della facciata della Basilica per il Giubileo del 2000 e del colonnato, la Fondazione tra il 2006 e il 2016, solo per citare i più importanti interventi, ha contribuito al grandioso restauro dei prospetti esterni della Basilica progettati da Michelangelo, prospetto sud, ovest e nord, qualcosa come 35mila metri quadrati di travertino. Senza dimenticare i tetti dove è stata restaurata la Fontana della Burbera. A 35 metri di altezza è stato trovato un albero di fico e il nido di un falco pellegrino. Uccelli che non ci sono più come i piccioni scacciati dai gabbiani. Negli ultimo due anni si è provveduto al restauro delle due cupolette delle cappelle Gregoriana (più antica della cupola di San Pietro)  e Clementina. Il primo terminato, l’altro ancora in corso. Ed ora ci aspetta  il “cupolone”. Fino al 2020 la Fondazione sarà impegnata nel restauro del tamburo della grande cupola della Basilica di San Pietro e nel restauro del mobilio in noce con tessere in bosso  del XV -XVI secolo della Sagrestia della Basilica di San Paolo fuori le mura. Una imponente opera in legno costruita in loco, aggredita da polvere, muffe, insetti, che ha subito danni strutturali e distacchi.
Ai concerti e agli interventi a favore dei monumenti si aggiungono iniziative che riguardano specificamente la musica. Come il grande progetto dedicato a Anton Bruckner con i Wiener Philharmoniker. Ricorrendo nel 2024 i 200 anni dalla nascita del maestro, i Wiener da quest’anno al 2024 presenteranno l’intero ciclo delle sinfonie di Bruckner scegliendo una vota all’anno una delle più importanti cattedrali europee .  Alla Stiftkirche St. Florian in Austria   hanno   eseguito la Sinfonia n. 1.  A seguire  Londra, Barcellona, Praga, Stoccolma, Pisa, Milano.  
Programma completo su www.festivalmusiceartesacra.net
in qaeditoria.it

Giovedì 27 Settembre 2018 inizia Letteraltura, tanti gli appuntamenti dedicati agli studenti

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Incontri con scrittori e giri in battello per il Festival che durerà fino al 30 settembre
Saranno molti gli appuntamenti organizzati da Letteraltura che vedranno presenti centinaia di studenti. Il Festival di letteratura di montagna, viaggio e avventura, che quest'anno ha come temi principali i "racconti sull'acqua e viaggi in battello", partirà domani, giovedì 27 settembre e durerà fino a domenica 30. Gli incontri si terranno a Verbania, al Centro Eventi il Maggiore e in altri luoghi della città.
Proprio a partire da giovedì, presso la Biblioteca di Verbania, laboratori di racconti e creatività con la giovane illustratrice Francesca Colombara, che proporrà agli alunni delle storie legate al lago, seguite da attività creative di disegno e costruzione oggetti con vari materiali.
Dalla collaborazione tra Navigazione Lago Maggiore e Biblioteca di Verbania nasce: "Le storie sul battello", che prevede un giro sul Lago, sul battello Alpino passando dalle Isole Borromee e Santa Caterina del Sasso, con brevi spiegazioni sui luoghi e lettura di storie su lago e battelli. Si partirà giovedì dall'imbarcadero di Pallanza e Venerdì da quello di Intra, con 6 giri (3 al giorno), e 4/5 classi coinvolte a ogni giro.
Nella sala blu del Centro Eventi il Maggiore incontro sulla distribuzione e l'uso dell'acqua in bottiglia con NovaCoop.
Venerdì 28 settembre si parte con un incontro dedicato agli studenti con l'autore del libro Pinna morsicata, Cristiano Cavina, sempre nella sala blu de Il Maggiore.
Subito dopo sarà il turno di Marco Magnone, che assieme a Il Circolo dei Lettori e Associazione Sherazade presenterà il sesto e ultimo libro della saga distopica Berlin.
Per concludere appuntamento con il Circolo Velico Canottieri di Intra. Alla sede del Circolo Velico a Intra, A bambini, ragazzi, famiglie verràe data la possibilità di fare un’esperienza diretta di navigazione a vela sul lago, con l’accompagnamento e le informazioni di persone esperte.
vco.azzuratv.it

Torna il Festival della Fiaba Modena


Torna a Modena, dal 7 al 17 giugno, il 'Festival della Fiaba', che si terrà all'interno del complesso San Paolo. Nato da un progetto della regista teatrale Nicoletta Giberti, quest'anno avrà come tema centrale la 'volontà'. Previste una serie di conferenze a ingresso gratuito e mostre di artisti, tra cui Paolo Franzoso, autore della locandina del Festival 2018, che sarà presente con una personale curata da Marco Bertoli. Le fiabe della tradizione saranno il cuore dell'evento, dedicato agli adulti, ma rivolto in particolare anche ai più piccoli, con un momento dedicato ogni sera, nella Cappella della Chiesa di San Bartolomeo per un massimo di trenta uditori.
    Per la prima volta oltre alle fiabe tedesche, norvegesi e russe, verranno presentate anche le fiabe italiane di Basile e Calvino.

ansa

A Fumane festival del Libro di Viaggio

VERONA - Arriva, dall'8 al 10/6, il primo Festival interamente dedicato al libro di viaggio e di avventura, anzi al viaggio "in quanto" avventura, scoperta, scambio, conoscenza. Si intitola "Sullestrade" e nasce grazie all'iniziativa è di un ex libraio, Giorgio Chiavegato che ha realizzato il suo sogno grazie al sindaco di un piccolo Comune della Valpolicella, Fumane (a 18 km da Verona) che gli ha aperto le porte e offerto ospitalità. In tutto tre giorni di incontri di tanti scrittori ospiti. E poi conferenze su Conrad e Simenon (il mistero dell'africa nera), un concerto di musica portoghese, Laboratori per piccoli viaggiatori, mostre fotografiche, mostre mercato di libri di viaggio. Non manca uno spazio interamente autogestito dai giovani del selfpublishing, ovvero di chi ormai al di fuori dei circuiti tradizionali investe nell'autopubblicazione. Programma e dettagli sulla pagina FB sullestrade o sul sito www.sullestrade.it.

Ad Agrigento Festival Mandorlo in fiore

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(di Silvia Lambertucci) (ANSA) - ROMA, 20 APR - La magia dei colori e dei suoni, le danze in costume nello scenario fascinoso dei templi greci, gli storici carretti siciliani che si incrociano con le 'torri umane' degli artisti di strada. E poi musica, teatro, reading per grandi e piccini, la festa che dal maestoso sito archeologico invade il centro storico della città che fu di Empedocle e poi di Pirandello in un crogiuolo di incontri e di culture che dalla Sicilia abbracciano il Mediterraneo.
    Ad Agrigento il Festival del Mandorlo in fiore compie 74 anni, dal 2016 in collaborazione con l'Unesco, e guarda all'edizione 2019 - dieci giorni nel prossimo mese di marzo - con un programma già fitto di eventi, sempre più puntati all'incontro e allo scambio tra patrimonio storico e cultura immateriale, ma anche all'inclusione e all'accoglienza, alla concordia tra i popoli, tra testimonianze di mondi lontani e spazio ai più fragili tra i tanti migranti che ogni giorno arrivano in Italia alla ricerca di un futuro migliore.
    E così tra una sfilata e uno show cooking, tra una performance di saltimbanchi e la messa in scena per i bimbi delle fiabe popolari raccolte nell'Ottocento da Giuseppe Pitré, la poetica festa della fioritura dei mandorli, nata nel 1934 come sagra popolare nella piccola città di Naro poi spostata ad Agrigento e dal 1954 arricchita dal Festival internazionale del folclore, diventa un'occasione d'oro anche per il turismo siciliano, da tempo impegnato, come ricorda l'assessore Sandro Pappalardo, a trovare occasioni per convincere i turisti a riempire alberghi e bed and breakfast anche nei mesi più lontani dalla stagione estiva.
    Già nelle edizioni 2017 e 2018, intanto, racconta il direttore Giuseppe Parello fianco a fianco con il sindaco Calogero Firetto e il segretario generale della commissione Unesco Italia Enrico Vicenti, i numeri premiano chi in questi anni sta lavorando per il rilancio. Nell'edizione che si è da poco conclusa, per esempio, gli spettacoli del festival internazionale del folclore hanno registrato un incremento di pubblico del 73,6 per cento rispetto allo scorso anno. E le presenze di visitatori nella Valle dei templi nel corso della festa, sempre rispetto al 2017, sono aumentate del 38,92 per cento.
    Finanziata per intero dalla bigliettazione del Parco (che ora è una istituzione autonoma), la manifestazione, precisa all'ANSA Parello, ha un costo medio di poco inferiore ai 500 mila euro e frutta ricavi per circa tre volte la cifra investita. A guadagnarci è anche il parco archeologico, fa notare ancora il direttore, sottolineando che grazie alle diverse iniziative messe in campo dalla gestione autonoma la Valle dei templi ha visto aumentare del 23 per cento nel 2017 i suoi visitatori, mentre già nei primi tre mesi del 2018 si è registrato un ulteriore incremento del 20 per cento. Una potenzialità su cui lavorare, anche per rilanciare le tante altre attrazioni di Agrigento, dagli Archi di Pasqua al turismo esperienziale a Sant'Angelo Muxaro. E pure un trend in linea con le aspettative dell'Unesco che vede nella Sicilia, con i suoi sette siti inseriti nella prestigiosa lista (da sola la Trinacria ne ha tanti quanti l'Egitto), una regione strategica per il patrimonio dell'umanità. Perché se è giusto coniugare con sguardo olistico il patrimonio culturale a immateriale, interviene Vicenti, il punto da non dimenticare è anche un altro: la cultura "come strumento di crescita delle comunità". (ANSA).

Torna a #Cervia il festival internazionale #aquilone dal 20 aprile al 1 maggio con i migliori wind artists del pianeta

FESTIVAL DELL'AQUILONE DI CERVIA © ANSA

CERVIA - E’ ormai a tutti gli effetti la capitale mondiale dell’aquilone, per questo Cervia, città della fantasia, ospita la 38° edizione del Festival Internazionale dell’aquilone ARTEVENTO. Si tratta di un’edizione speciale quella che si apre il 20 Aprile e che colorerà il cielo di Cervia, Milano Marittima, Pinarella e Tagliata fino al 1° Maggio. A partire dai due Ospiti d’Onore: il Royal Thai Kite Team dalla Thailandia e il gruppo Maori Ki-O-Rahi dalla Nuova Zelanda.
170.000 spettatori nella scorsa edizione e 20.000 partecipanti per gli eventi collaterali, questi i numeri della passata edizione, che ha portato l’ideatore e organizzatore di ARTEVENTO, Claudio Capelli, a rimanere fedele alla spiaggia di Pinarella e al Magazzino del Sale di Cervia.
Invitati a confrontarsi non solo sul tema dell’aquilone ma su quello della contaminazione fra arti visive e performative - tra musica, teatro, danza, circo contemporaneo e tradizioni popolari – i 200 migliori artisti del vento in rappresentanza di 35 Paesi e dei 5 continenti diventano i protagonisti di uno dei più famosi e longevi eventi internazionali del suo genere: quello che secondo l’autorevole fondazione americana Drachen si classifica “tra i 10 best kite festival al mondo, cui partecipare almeno una volta nella vita”. E’ una magica atmosfera quella che si respira ad ARTEVENTO, festival concepito come un’opera aperta in continua evoluzione, pensato in primis per soddisfare le esigenze creative degli artisti e organizzato, neanche a farlo apposta, da un pittore e dalla figlia designer. “Siamo molto soddisfatti - dichiara l’art director Caterina Capelli - garantendo agli artisti le condizioni ideali per esprimere al meglio la propria follia creativa, abbiamo trasmesso al pubblico il virus dell’aquilone, e ARTEVENTO è diventato prima di tutto un luogo dell’anima, in cui artisti e spettatori volano insieme sulle ali dell’immaginazione”.
“Cacciatori di aquiloni”, artisti del vento o virtuosi del volo acrobatico, showman o depositari di arcaiche tradizioni, gli ospiti del festival sono solo una parte delle migliaia di persone che ogni anno arrivano da ogni parte del mondo a Cervia per far volare il proprio aquilone, tanto che il pioniere dell’aquilonismo contemporaneo, Peter Waldron definisce quello di Cervia “non festival, ma un pellegrinaggio”. Lo straordinario spettacolo di migliaia di aquiloni di ogni forma e colore in volo simultaneo invita grandi e bambini a starsene finalmente 12 giorni con la testa fra le nuvole, mentre la spiaggia si trasforma nel Villaggio del Festival, quel “paese delle meraviglie” costellato delle attrazioni che hanno reso ARTEVENTO un appuntamento imperdibile per spettatori di ogni età. 
Info: www.artevento.com


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Festival fotografia etica con 34 mostre. Prina, tanti nomi internazionali e anno prossimo spazio a bimbi


LODI - "Non è un evento solo per fotografi e appassionati di fotografia ma è un appuntamento per tutti quelli che vogliono conoscere il mondo". Lo dice Alberto Prina, organizzatore assieme a Aldo Mendichi del Festival della Fotografia Etica, che si svolge dal 7 al 29 ottobre a Lodi. "Chiariamo subito però - racconta all'ANSA - che saranno 4 week end densissimi di appuntamenti ed eventi, possiamo dire 4 week end inaugurali. Si acquista un braccialetto e poi si può venire quando si vuole. Un All You Can Eat, ma della cultura". E di pietanze culturali "succulente" l'ottava edizione del Festival (info su www.festivaldellafotografiaetica.it) ne presenta più di una: 34 mostre di fotografi internazionali tra cui Mads Nissen, Oscar Castillo, Fabio Bucciarelli, Mark Peterson, Fausto Podavini, Gianluca Cecere, Thomas Cristofoletti, 20 fotoreporter da tutto il mondo che interverranno e oltre 50 incontri che faranno diventare Lodi uno dei poli della fotografia. ansa

Sanremo: sindaco, grande entusiasmo,conferma da presenze in hotel

(AGI) - Sanremo, 6 feb. - Alla vigilia del 67^ Festival della canzone italiana, a Sanremo c'e' un "clima di grande entusiasmo e le presenze alberghiere lo confermano". Lo ha detto il sindaco Alberto Biancheri durante la conferenza stampa dell'organizzazione all'Ariston. Con l'assessore al turismo i sta lavorando agli eventi collaterali, "mai come quest'anno tanti eventi, dal Casino' a Villa Ormond, dove ci sono due mostre dedicate a Luigi Tenco e a Claudio Villa. Come amministrazione sara' nostro impegno - ha aggiunto il primo cittadino di Sanremo - dare la massima evidenza ai nostri fiori, si parte domani sera con il colore bianco. Ci sara' una grande promozione della musica e di tutto quel che riguarda il territorio di Sanremo". (AGI)

Tutti i sapori di #Copenaghen Danimarca Cooking and Food Festival

PERCHE' SE NE PARLA Si apre oggi a Copenaghen, sino al 28 agosto, il rinomato Copenaghen Cooking and Food Festival, ottima occasione per immergersi nei profumi e nei sapori tipici della cucina nordica. Più di 100mila le visite ogni anno: variegato il programma della manifestazione. Da segnalare il Meat Packing district, con gare tra chef e mercati gastronomici. Tanti i ristoranti che aderiscono all'iniziativa, e tanti gli appuntamenti anche in lingua inglese.
 
PERCHE’ ANDARCI Copenaghen, una città colma di sorprese e di contrasti: continue innovazioni contro la persistente tradizione, nuovi design ultra accanto agli antichi palazzi. Numerosi e nel contempo interessanti risultano i musei e le gallerie d'arte esistenti, incantevoli, poi, i giardini di Tivoli. Che dire poi della residenza monarchica più antica del mondo? Non si può rinunciare a visitare la residenza invernale della regina, il Palazzo Reale di Amalienborg, sede del famoso balcone; ma neanche sottovalutare la statua della Sirenetta di Copenaghen, uno dei monumenti più famosi al mondo ed, infine, non considerare, debitamente, la Torre Circolare di Copenaghen, o Round Tower, stimato quale il più antico osservatorio funzionante in Europa.

DA NON PERDERE  Le occasioni offerte per chi vuole divertirsi sono molteplici. Partendo da Dyrehavsbakken, a nord di Copenaghen, detto anche Bakken, il parco divertimenti più antico del mondo: conta, addirittura, 431 anni. Si trova immerso nel rigoglioso e verdeggiante bosco Jægersborg Dyrehave, con alberi secolari e oltre duemila esemplari di cervi. Rinomato è anche l'acquario più grande del Nord Europa, ed, infine, degno di nota è il parco di divertimenti Faarup Sommerland, che sorge tra le città di Blokhus e LØkken.

PERCHE’ NON ANDARCI Sicuramente Copenaghen non è una città particolarmente economica: questa è un’osservazione da mettere in conto. Comunque è consigliabile programmare un weekend. Attenzione, però, alle temperature. Sono diverse da quelle italiane: luglio, per esempio, il mese più caldo dell’anno, presenta nella media,  solo 17,5 °C.
 
COSA NON COMPRARE Tutti a Stroget, la principale via pedonale di Copenaghen, in giro per i bellissimi negozi dal design internazionale. Ma se si desidera puntare al risparmio o all’acquisto di  qualcosa di più caratteristico, occorrerà dover scegliere i vicoli e i vicoletti della città. Si potranno trovare tanti  souvenir: però, i più gettonati sono sempre quelli con la sirenetta e i vichinghi.
turismo.it

Festival Estate Maremma Toscana Grosseto Capalbio, 10 anni di "libri"

PERCHE' SE NE PARLA Capalbio Libri, la rassegna letteraria dell'estate, tornerà dal 6 al 13 agosto a Capalbio (Gr) con nove appuntamenti. Il festival, ideato da Andrea Zagami, con la direzione editoriale di Denise Pardo, organizzato dall’agenzia di comunicazione integrata Zigzag in collaborazione con il Comune di Capalbio, si svolgerà come da tradizione in Piazza Magenta, il cuore del borgo medievale di Capalbio (Gr), tutte le sere con inizio alle ore 19:00. L’11 agosto, inoltre, è previsto un doppio appuntamento alle 19:00 e alle 21:30. Da Sergio Staino con "Alla ricerca della pecora Fassina" ad Antonio Padellaro con "Il fatto personale", da Myrta Merlino e il suo "Madri. Perché saranno loro a cambiare l’Italia" a Marco Tardelli con "Tutto o niente. La mia storia".
 
Durante i nove appuntamenti saranno rappresentati tutti i colori della scrittura, tutto il meglio dell'editoria italiana. Spazio anche per una dei finalisti del Premio Strega, Elena Stancanelli, con "La femmina nuda"; di politica ed economia se ne parlerà durante le presentazioni di "L’impresa oltre la crisi" di Gianluca Comin, "Banche: possiamo ancora fidarci?" di Federico Rampini, "Scegliere i vincitori, salvare i perdenti"  di Franco Debenedetti. Imperdibile l'appuntamento con il lato inedito di Enzo Tortora: sarà presentato, infatti, "Lettere a Francesca", di Francesca Scopelliti. Un modo per ricordare il conduttore televisivo a 60 anni dalla sua prima apparizione in video.
 
PERCHE' ANDARCI  Bellissimo il suo centro storico: entrando dalla caratteristica Porta senese, vi potrete perdere tre vie e viottoli all´ interno delle caratteristiche mura quattrocentesche. Potrete vedere il castello dell´Abbazia delle Tre Fontane di Roma, la Torre della Rocca degli Aldobrandeschi, il Palazzo Collacchioni, noto per avere in custodia, al suo interno, un pianoforte settecentesco suonato dal Puccini. Nell'Oratorio della Provvidenza, infine, il prezioso affresco della "Madonna della Provvidenza", probabilmente realizzato in collaborazione dal Perugino e dal Pinturicchio.
 
DA NON PERDERE Le spiagge di Capalbio, in provincia di Grosseto, si estendono per circa 12 km, con 3 accessi al mare. Grazie alla presenza dell'Oasi del WWF e all'accesso libero ma limitato,il litorale è perfettamente conservato. Ci sono circa 6 km di spiaggia libera delimitata dalla macchia mediterranea. Uno dei posti più interessanti è il Giardino dei Tarocchi, ideato dall'artista franco-statunitense Niki de Saint Phalle con ciclopiche sculture alte circa 12/15 metri, che rappresentano i 22 Arcani Maggiori delle carte.
 
PERCHE' NON ANDARCI Salite e discese del borgo affaticano chi non è abituato a particolari sforzi fisici. Ma anche i più giovani possono essere soggetti ad affanno. Ma, c'è da dirlo?, quanta bellezza in un centro così piccolo.
 
COSA NON COMPRARE In vendita piccoli vasettini dipinti a mano per contenere le vostre spezie o salsine. Per gli amanti del retrò.
turismo.it

LetterAltura apre una finestra sulle periferie multietniche A Verbania mostre e incontri fino a domenica


Dal parco di Villa Giulia ha preso il via ieri - in musica - la decima edizione di LetterAltura, il festival di Verbania dedicato ad avventura, letteratura e montagna. La città fino a domenica è tinta di blu: la libreria in piazza Ranzoni, decine di volontari e pannelli ovunque. Al Chiostro di Intra oggi alle 16,30 si partirà per scoprire se «C’è qualcosa oltre il buio?» in dialogo tra l’astrofisico romano Amedeo Balbi e Alessandro Bonino sull’immensità dei cieli. 

LetterAltura 2016 Da Adonis a Marco Malvaldi, da Fabio Canino a Alessandro Robecchi, da Amedeo Balbi a Alberto Negri grandi personaggi si incontrano sul Lago Maggiore per parlare di letteratura di montagna, viaggio e avventura

Per soggiornare a Verbania Hotel Intra (Media Partner)

Oltre 60 ospiti, 44 eventi a Verbania, e di questi 19 in collaborazione con altre associazioni e istituzioni, 3 Mostre dedicate al paesaggio, una programmazione capace di coinvolgere i più diversi ambienti del pubblico dei lettori. Un grande unico tema: I muri, raccontati in tutte le loro più varie accezioni. 

 Torna, dal 22 al 26 giugno, Lago Maggiore LetterAltura, la principale manifestazione dedicata alla letteratura di montagna, giunta quest’anno al traguardo della decima edizione. Invariata la formula del Festival: incontri con gli autori dalla mattina alla sera, spettacoli di cinema, musica e teatro in tarda serata, e un continuo raffronto tra lettori, ascoltatori e autori all’insegna del dialogo per approfondire, conoscere, riflettere e divertirsi. Tra gli ospiti internazionali: il poeta pluri candidato al Premio Nobel Adonis, una tra le figure di maggiore spicco nel panorama culturale europeo, il filosofo parigino Bruno Nassim Aboudrar, che ci spiegherà i paradosi del velo, e il regista austriaco Julian Roman Polsler che con il film Die Wand metterà in scena il paesaggio, la solitudine, il silenzio e i suoni della montagna. 

Tre le mostre dedicate al paesaggio, ai giardini e all’architettura, in programma a Verbania: dal 22 al 26 giugno, a Casa Ceretti – Museo del Paesaggio, Il sogno del giardino, 40 fotografie di giardini, poetiche e oniriche, del fotoreporter Vincenzo Cottinelli; dal 24 giugno al 3 luglio, a Palazzo Flaim, Sulla soglia, mostra fotografica dedicata ai progetti dello studio di architettura romano Labics e realizzata in collaborazione con Ordine Architetti Novara e VCO; dal 25 giugno al 2 ottobre a Villa Giulia, Immaginare il giardino, realizzata in collaborazione con Museo del Paesaggio e curata da Michael Jakob.

 Nella sezione spettacoli, il concerto Gitani e Magiari del Quartetto K, gruppo klezmer ravennate, in programma nel giardino di Villa Giulia per l’inaugurazione del Festival e realizzato come prologo dell’Ossola Guitar Festival; Villa Giulia farà da palcoscenico anche allo spettacolo musicale World Dancing Music dei Magnasco Quartet di venerdì 24 giugno e allo spettacolo teatrale tratto dal Candido di Voltaire Il migliore dei mondi possibili della compagnia toscana Attodue di sabato 25 giugno.

 Quattro i cine incontri: Più in alto delle nuvole di Fredo Valla, dedicato alla mitica figura di Géo Chavez; Die Wand – La parete (film non ancora distribuito in Italia) di Julian Roman Polsler in dialogo con la filosofa Francesca Rigotti; il documentario vincitore del Festival dei Diritti Umani di Milano, commentato dal giornalista di Radio Radicale Roberto Spagnoli, che ci parlerà anche del ruolo e della responsabilità del giornalista di fronte ai fatti d’attualità; Shoes from Trieste di Gregor Božič (con lui l’attrice protagonista Dora Ciccone), cortometraggio vincitore della 17° edizione del Festival del Cinema Sloveno, e Comfort Zone di Perla Sardella, cortometraggio presentato alla 33° edizione del Torino Film Festival. 

 Come sempre, ci attendiamo un’invasione di “magliette blu”: centinaia di volontari, per i quali durante l’anno sono previsti momenti di incontro e formazione, e che sono il cuore del festival.

 I Muri /  Il muro di montagna è una parete naturale rocciosa e scoscesa che gli uomini hanno imparato ad affrontare arrampicandovisi sopra, per necessità o per passione (oggi si fabbricano e si vendono anche muri artificiali, su cui ci si può allenare nella scalata). In rapporto all'essere umano, il muro alpino è comunque una parete che gli si erge di fronte e lo sfida ad affrontarla, a scalarla; nell'ambito dello sci, un tratto assai ripido di discesa. L'accento è posto qui sulla struttura scoscesa, sulla ripidità, sulla inclinazione del muro. I muri di cui si tratta in questo Festival sono dunque in primo luogo pendenze montane, e di alcune imprese di ascesa di tali muri, pareti e muraglioni parleranno autori e alpinisti. 

 Ma di molti altri muri ci occuperemo: muri artificiali per esempio, in quanto costruiti dall'uomo, ma non per l'arrampicata. Strutture edilizie che recingono, chiudono e proteggono, come i muri delle case o le mura delle città. Ma in questo caso le distinzioni sono più raffinate: ci sono muri che separano e muri che uniscono, muri che dividono e muri che congiungono, muri che proteggono e muri che respingono, muri che contengono e muri che espellono (talvolta essendo, paradossalmente, lo stesso muro). Il muro è protezione e difesa, oppure impedimento, ostacolo e barriera, a seconda della parte da cui lo si guarda o in cui si sta: dentro o fuori dal muro? 

 Anche di questi muri si parlerà in questo Festival, in senso proprio e in senso figurato; e non verranno dimenticati nemmeno i muri politici veri e propri, nel senso più generale del termine, che è quello di fare atto di autorità, controllare, creare limiti, escludere, vietare, dove l'esempio più famoso resta quello del Muro di Berlino, diventato un modello, l'unico a potersi fregiare dell'iniziale maiuscola, apogeo dell'esclusione e della divisione. Ma erigere muri e chiudere porte e varchi non porta ad alcuna soluzione. Come notava il sociologo tedesco Georg Simmel, occorre una misura anche in questo. È proprio di ogni società chiudersi nei confronti degli altri e nel contempo aprirsi: ma se chi si apre completamente perde parte della propria identità, chi si chiude, erigendo muri e basta, muore.

 Insieme a noi, a parlare di Muri politici, culturali, razziali e sociali, con uno sguardo sempre rivolto all’attualità: Adonis, poeta siriano fra i più importanti del mondo arabo, in dialogo con il giornalista di Radio Marconi Marco Casa; Alberto Negri, giornalista e inviato del Sole 24 Ore, i cui articoli più recenti hanno spesso come tema i muri politici, i confini e le migrazioni, in dialogo con il giornalista Gianfranco Fabi; il filosofo francese Bruno Nassim Aboudrar, che ci spiegherà i paradosi del velo, in dialogo con l’editorialista de Il Corriere della Sera, esperta in materie medio orientali, Farian Sabahi; lo psicoterapeuta dell’età evolutiva e scrittore Alberto Pellai che, insieme all’editor storico di Erickson Riccardo Mazzeo, ci insegnerà come spiegare l’Isis ai bambini; la viaggiatrice Elena Dak, che i muri sociali e culturali li ha superati viaggiando fianco a fianco con i pastori Bororo, nel cuore del Sahel; lo scrittore e giallista Alessandro Robecchi, in dialogo con Angelo Miotto direttore di Q Code Mag, che racconterà i muri sociali delle grandi metropoli, a partire da Milano; lo scrittore e conduttore Fabio Canino, in dialogo con la speaker radiofonica Laura Piazzi, che metterà in scena il superamento dei muri in un’ipotetica e utopica repubblica gay; il fotoreporter Vincenzo Cottinelli, che mostrerà le fotografie che ha scattato ai muri di Parigi nei giorni immediatamente successivi al tragico 13 novembre 2015. 

 E, in collaborazione con Marcos Y Marcos e l’Associazione LaAV, a conclusione del Progetto BookSound - Letture ad alta voce, realizzato negli Istituti Superiori di Verbania e Domodossola: lo scrittore Lello Gurrado, che parlerà di razzismo, ingiustizie e contrasti tra Nord e Sud, e lo scrittore Stefano Amato, che parlerà, in forma di pastiche letterario, di lotta alla Mafia. Entrambi gli incontri saranno condotti dagli studenti. Di Muri, intesi come pareti di montagna, da scalare e conquistare, parleremo con: François Cazzanelli e Marco Farina, del Centro Addestramento Alpino di Aosta, in dialogo con il giornalista de La Stampa Enrico Martinet; Arturo Squinobal, storica Guida Alpina di Gressoney e portavoce della cultura Walser, in dialogo con il giornalista di Macugnaga Teresio Valsesia; gli scrittori Alberto Paleari, Erminio Ferrari e Marco Volken, tra le voci più influenti della scrittura di montagna nazionale e internazionale, in dialogo con la giornalista di Planet Mountain Simonetta Radice. Di Muri architettonici e costruiti dall’uomo si parlerà con il fotografo Walter Zerla e con i fondatori dello studio Labics, in dialogo con il giornalista di Leonardo TV, esperto di design e architettura, Giorgio Tartaro. Di giardini, intesi nella loro definizione di hortus conclusus, si parlerà con le architette Nausikaa Mandana Rahmati e Brunella Lorenzi, che illustreranno il Giardino Islamico, e con i docenti universitari Ilaria Gallinaro e Giacomo Jori, che ci guideranno attraverso un excursus poetico tra i fiori della letteratura.

 Di Muri interiori, sentimentali e personali si parlerà con i giallisti Stefano Piedimonte e Giampaolo Simi, che mostreranno come il romanzo giallo, spesso, possa essere il veicolo ideale per parlare di sentimenti, e con lo scrittore di romanzi e fantasy Francesco Gungui, che, accompagnato dalle musiche a cura de Il Kantiere, parlerà di riti di passaggio fra adolescenza ed età adulta. 

 E, infine, di tanti altri muri parleremo: con lo scrittore lucano Giuseppe Lupo, in dialogo con la giornalista di Q Code Mag Cora Ranci, di mura domestiche e saghe familiari; con il chimico-giallista Marco Malvaldi, intervistato dal poliedrico Bruno Gambarotta, del superamento delle barriere fra i diversi ambiti del Sapere e della naturale intersecazione fra poesia, romanzo e scienza; con i linguisti Fabio Caon e Annalisa Brichese, in dialogo con la giornalista Daniela Fornaciarini, di muri linguistici, interculturali e comunicativi; con l’astrofisico Amedeo Balbi, intervistato dal blogger Alessandro Bonino, di barriere e viaggi intergalattici; con il filosofo Fabio Minazzi e con il meteorologo Luca Mercalli, di muri comunicativi in ambito scientifico e divulgativo; con il giornalista Paolo Ghezzi e la scrittrice Emanuela Artini, del superamento delle barriere architettoniche e sociali grazie alla musica e alla poesia.

 SPAZIO AI BIMBI! LetterAltura è un festival che vuole coinvolgere proprio tutti. Quindi un’attenzione particolare è stata dedicata anche quest’anno ai bambini, dai 3 anni in su, che potranno divertirsi, con letture, giochi, animazioni e laboratori pensati per loro. Tutte le attività per i bambini sono gratuite. Per il primo anno, in Piazza Ranzoni, LetterAltura, insieme all’Istituto Comprensivo Alto Verbano, sarà presente per tutti i giorni del festival con un colorato gazebo dedicato ai giochi e all’animazione: gioco dell’oca, lettura delle mappe e delle bussole, storie liquide da sfogliare, domino gigante, le avventure di Pinco Pallino, e molto altro ancora. Due invece i laboratori scientifici, dedicati alla flora lacustre, curati dagli operatori de La Casa del Lago. 

 MEDIA PARTNER Il sostegno dei media è uno degli elementi fondamentali che permettono a LetterAltura di trasformarsi da festa della letteratura e della montagna pensata dal territorio per il territorio ad appuntamento culturale dalla valenza internazionale. Un evento che porta oltre il confine regionale e nazionale i temi della montagna e le caratteristiche di un paesaggio che ha ispirato romanzieri, saggisti, musicisti. Quest’anno saranno con noi: RSI - Radiotelevisione Svizzera - Rete Due, Discoveryalps.it, Q Code Mag. 

 FINANZIATORI E SOSTENITORI LetterAltura ha il sostegno di Regione Piemonte, Città di Verbania, Compagnia di San Paolo, Fondazione Comunitaria del VCO, Fondazione Banca di Intra Onlus, Fondazione CRT, Fondazione Flora Family. LetterAltura ha il patrocinio di CAI, ALI e Provincia del Verbano Cusio Ossola. Con la sponsorship di Centro Commerciale Le Isole, oltre che di numerose imprese, associazioni, istituzioni locali, senza le quali non si potrebbe realizzare l'iniziativa. 

 Gli ospiti in programma 

23 giugno. Sarà la musica a inaugurare la decima edizione del Festival LetterAltura. I giardini di Villa Giulia, a Verbania Pallanza, accoglieranno il concerto del Quartetto K, per un viaggio attraverso la tradizione musicale magiara della Mitteleuropa. Secondo appuntamento di giornata sarà il cine-incontro all'Auditorium dell'Hotel Il Chiostro, con il registra Fredo Valla, dedicato all'impresa dell'aviatore francese Géo Chavez, che a ventitré anni, nel 1910, sorvolò le Alpi a bordo del suo monoplano Blériot XI. 

 24 giugno. L'astrofisico Amedeo Balbi e Alessandro Bonino, creatore del blog d'attualità Spinoza, terranno un dialogo sul tema Siamo soli nell'Universo?; gli architetti dello studio romano Labics, Maria Claudia Clemente e Francesco Isidori, incontreranno il giornalista Giorgio Tartaro, durante la presentazione della mostra Sulla Soglia dedicata all'ambiente; Alessandro Robecchi, autore di Di rabbia e di vento (Sellerio), dialoga con Angelo Miotto, direttore di Q Code Magazine, sulla Milano metropolitana e quella dei quartieri multietnici; il filosofo francese Bruno Nassim Aboudrar spiegherà perché il velo islamico ferisce lo sguardo degli europei, in dialogo con l’editorialista de Il Corriere della Sera ed esperta in materie mediorientali Farian Sabahi; il fotoreporter Vincenzo Cottinelli presenterà i suoi scatti sulla Parigi post 13 novembre 2015; Paolo Ghezzi e Emanuela Artini, autori di Filololò che rema nell'aria (Erickson), saranno impegnati in un reading del titolo Il diverso nel quotidiano. Con la musica e la poesia si superano gli ostacoli; chiuderanno la seconda giornata il concerto di Magnasco Quartet a Villa Giulia e il cine-incontro tra il regista Julian Roman Pölsler e la filosofa Francesca Rigotti. 

 25 giugno. Primo incontro di giornata con il professor Michael Jakob che presenterà la mostra Immaginare il giardino; il poeta siriano Adonis, pluricandidato al Premio Nobel, sarà protagonista, c on Marco Casa di Radio Marconi, di un approfondimento sugli influssi letterari, religiosi e mitologici della tradizione del mondo arabo; François Cazzanelli e Marco Farina, reduci dalla salita alla parete Nord del Chamlang, racconteranno la loro esperienza al giornalista de La Stampa, Enrico Martinet; L'Isis Spiegato ai nostri figli, titolo del libro di Alberto Pellai per Edizioni Erickson, sarà anche il tema del dialogo dell'autore con Riccardo Mazzeo, editor storico della casa editrice trentina; Stefano Amato, autore di Bastaddi (Marcos y Marcos), sarà intervistato sul tema della mafia in Sicilia dagli studenti del Liceo Spezia di Domodossola e del Gruppo di Lettura del Liceo Cavalieri di Verbania; il giornalista di Radio Radicale Roberto Spagnoli introdurrà il documentario, vincitore del Festival dei Diritti Umani, Nemico dell’Islam?; Il giardino islamico, saggio scritto dagli architetti Brunella Lorenzi e Nausikaa Mandana Rahmati, ispirerà il dialogo delle due autrici sulla rawda, considerata dagli Arabi il simbolo del paradiso; Lello Gurrado, autore di Fulmine (Marcos y Marcos) risponderà alle domande sul rapporto fra adolescenza e razzismo, poste dagli studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore Cobianchi di Verbania; il muro d'indifferenza sul clima sarà al centro del dialogo fra il climatologo Luca Mercalli e il filosofo Fabio Minazzi; Alberto Paleari, Erminio Ferrari e Marco Volken, autori deI 3900 delle Alpi (MonteRosa Edizioni) racconteranno a Simonetta Radice, giornalista di Altitudini e Planet Mountain, la loro esperienza sulle 49 cime scalate e fotografate nel corso della loro carriera; l'autrice di Io cammino con i nomadi (Corbaccio), Elena Dak, porterà al pubblico la propria testimonianza sulla transumanza in Burkina Faso e Chad; nel corso del cine-incontro con i registi Gregor Božič e Perla Sardella e con l’attrice Dora Ciccone verranno proiettati i due cortometraggi Comfort Zone e Shoes from Trieste; chiuderà la giornata Il migliore dei mondi possibili, spettacolo ispirato al Candido di Voltaire, della compagnia teatrale Attodue. 

 26 giugno. L'autore de L'infinito tra parentesi (Rizzoli), Marco Malvaldi approfondirà, insieme a Bruno Gambacorta, il rapporto tra scienza e letteratura; Il Monte Rosa: muro o ponte? sarà il tema del dialogo fra Arturo Squinobal, leggenda vivente dell'arrampicata, e il giornalista di Macugnaga Teresio Valsesia; Fabio Canino, autore di Rainbow Republic (Mondadori), prova a immaginare una Grecia acquistata e occupata dalla comunità LGTB, ne parlerà con Laura Piazzi, speaker di Miracolo Italiano di Rai RadioDue; Fabio Caon, autore di La comunicazione interculturale (Marsilio), sarà impegnato, insieme alla docente di LABCOM Annalisa Brichese, in un dialogo con la giornalista Daniela Fornaciarini, sulle difficoltà di usare le parole giuste per capirsi; il fotografo Walter Zerla mostrerà i prodotti del workshop organizzato dall'Ordine Architetti NO-VCO, dal titolo I muri di sassi, e dedicato alla storia delle abitazioni rurali, raccontata con la macchina fotografica; Francesco Gungui, autore di Con te ho imparato a volare (Fabbri), si presenterà nella sua veste di cantore dell'adolescenza in un incontro-esibizione con musiche a cura de Il Kantiere; lo scrittore Giuseppe Lupo, autore de L'albero di stanze (Marsilio), spiegherà la sua opera dal tema intergenerazionale, in un dialogo con Cora Ranci, giornalista di Q Code Magazine; Fra Rose e muri sarà il tema dell'incontro che Ilaria Gallinaro e Giacomo Jori, docenti dell'Università della Svizzera italiana, dedicheranno alla presenza della rosa nelle opere letterarie italiane; gli scrittori Stefano Piedimonte (L'innamoratore, Rizzoli) e Giampaolo Simi (Cosa resta di noi, Sellerio) saranno protagonisti del dialogo Oltre i muri dell'anima, per scoprire quali sentimenti si celano davvero dietro i romanzi thriller e noir; chiuderà la rassegna l'incontro dal tema I muri della vergogna con i giornalisti Alberto Negri, de Il Sole 24 Ore, e Gianfranco Fabi, già vice direttore de Il Sole 24 Ore, durante il quale si affronterà il tema della barriera che l'Europa sta costruendo lungo il confine greco-macedone di Idomeni.
fonte: verbanianotizie.it

segnalazione web e hotel a cura di Giuseppe Serrone
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