Architettura e sacro. Se l'aereoporto e la cattedrale si confondono tra loro

Nei commenti sui social il nuovo aeroporto di Pechino di Zaha Hadid è paragonato a una nuova cattedrale: che cosa rivela sul rapporto tra architettura contemporanea e sacro?

L'aeroporto di Daxing, progettato da Zaha Hadid Architects (WikiCommons)



Ho trattato più volte questioni inerenti la mia personale idea di chiesa, di luogo del sacro in generale. Le tematiche sono molteplici e una graduatoria è molto difficile da stabilire. Eppure vi sono alcuni aspetti essenziali che dividono i modi di pensare l’edificio sacro, e riguardano una coscienza estetica complessiva. Mi sono sempre appassionato all’altro. Inteso, oltre che come persona, come alternativa, percorso differente che porta in luoghi differenti dalle strade di una percezione consolidata, comune a se stessa, di maniera, accademica o semplicemente abitudinaria. La fotografia quando è nata ha detto che la pittura era altro, il design dice che l’indagine poetica è altro, la didascalia dice che il significato è altro.

Recentemente è stato inaugurato il sorprendente aeroporto di Pechino Daxing dello studio Zaha Hadid Architects, il secondo della Cina ma sicuramente il primo in termini di innovazione e visionarietà. Molte sono le realizzazioni dell’architettura contemporanea che generano stupore e che spingono costantemente avanti i paletti di una innovazione senza fine. Quella che nasce spesso da modellazioni parametriche divenute un po’ il marchio di fabbrica del pensiero di Zaha Hadid ne rappresenta un intero filone ancora lungi dall’esaurimento, anche se denota una stanchezza dovuta a una certa ripetitività dei moduli.

Sulla pagina Facebook del sito web specializzato Architizer.com viene riportata una immagine di grande effetto di un angolo dell’aeroporto. Una ascensione organica verticale i cui materiali, la cui stessa composizione riporta a una idea forte, anche se consueta, di assoluto, di spirituale, di rarefatto e imponente. Alla base una seduta curvilinea con luci che nella collocazione può ricordare un presbiterio laico o qualcosa di simile. Tutto molto d’impatto. Nella massa di commenti, più o meno irrilevanti secondo gli standard da social network, uno non poteva non riscuotere la mia attenzione. Recita più o meno: “It's the new cathedral!” (è la nuova cattedrale).

Associazione assolutamente comprensibile e condivisibile: ma non per una proficua riflessione, ad esempio, sulla sacralità nella quotidianità, quanto per una presa di coscienza della complessa banalità con cui le nostre associazioni percettive lavorano. Associazioni nutrite da un fine perseguito con ostinazione, ovvero quello di scimmiottare l’architettura civile per il contesto del sacro.

Il luogo sacro è altro per definizione, altro in continuità se si vuole, ma indiscutibilmente e definitivamente altro. Tutta la ricerca, che non vedo attuata quasi mai, che riguarda la funzione della bussola d’ingresso come passaggio da una realtà a un’altra è basata su un paradigma senza cui perde di senso. Entrando in un luogo sacro si dovrebbe essere in un luogo altro, inserito nel tessuto urbano e quotidiano ma differente. Si attraversa un diaframma, si vive una trasfigurazione della realtà che non è rivolgimento, ma – con licenza teologica e poetica – “transustanziazione”.Invece succede che per avere la percezione di una cattedrale la gente deve andare in aeroporto. E in questo aeroporto cinese ancora di più.

Evidentemente qualcosa non torna. Fra i tanti, il problema fondamentale della sacralità contemporanea è che a forza di andare alla rincorsa di una legittimazione da parte della società del convenuto accettabile, le realizzazioni del sacro sono diventate la serie B degli aeroporti, degli auditorium, delle stazioni di metropolitana.

Si spacca in quattro il capello per far sì che una chiesa di nuova costruzione sia riconoscibile dall’esterno, ma i parametri che sono accolti spesso sono proprio quelli che la rendono indistinguibile, una storia senza una sua storia, senza una sua estetica raffinata e autonoma, senza una sua identità. Intendo certamente una identità contemporanea ma anche una identità che permetta di non confondere la torre di un hangar per un campanile o una splendida hall di una aeroporto per una cattedrale.

Il percorso è sicuramente tutto da rifare, anche se credo ci siano dei semi qua e là. Certo è che il contenuto comunicativo non verbale di ciò che si realizza rischia di essere il segno di una assenza di coraggio e ispirazione nel profumare di un profumo diverso, nuovo, magari pungente, certamente vivo, realtà che invece si omologano sempre più ai deodoranti sintetici di cui i costruttori impregnano le auto che escono di fabbrica per dare il senso di “nuovo”. Nuovo e finto.

Avvenire

La mostra. L'arte di William Blake: visionaria, profetica e libera

La Tate Britain dedica all’artista e poeta una grande retrospettiva. La sua visionarietà è stata spesso letta come anticipazione del ’900 ma è soprattutto la complessità a renderlo davvero “moderno”

William Blake "Pity" (1795 ca), particolare


In un suo autoritratto a grafite del 1802 William Blake pianta gli occhi dritti dentro quelli dello spettatore. È uno sguardo sfrontato, che come uno specchio interroga più di quanto riveli. Sincerità e mistero sono cifre che si rincorrono in tutta l’opera del grande artista inglese (17571827), poeta e pittore insieme, autore di incisioni, libri illustrati e di poche tele, per quanto abbia sempre aspirato al grande formato («acquerelli ovvero affreschi» diceva).

A lui Londra la Tate Britain dedica una grande retrospettiva che ne consente una visione completa. Il talento visionario di un outsider nel proprio tempo e poi divenuto figura centrale della cultura inglese, è testimoniato in oltre duecento tra stampe, acquerelli, disegni: opere in cui Blake raggiunge il grandioso nella pressione del piccolo formato. E i libri illustrati (su testi propri o altrui): un’opera d’arte complessa, totale, in cui la parola è visione e l’immagine, nel suo essere simbolo, parola; e in cui i disegni non illustrano i poemi ma si stratificano in livelli paralleli. Anche visivamente figura e parola non si compenetrano ma entrano in frizione producendo energia.

Blake fu artista antiaccademico per eccellenza, eppure ciò non significa che non abbia fatto tesoro degli anni di scuola. Come da prassi alla Royal Academy di Londra copia l’antico e i maestri del Rinascimento. In mostra è esposto uno studio che elabora la lunetta di Matthan, dalla Sistina. La serie degli antenati di Cristo è la meno celebre degli affreschi di Michelangelo, ma è anche la più densa, misteriosa e compositivamente complessa. È uno spunto che si riflette su tutta l’opera di Blake: le figure della Sistina (il Giudizio anche per la spazialità) sono un repertorio fondamentale e ricorsivo fino all’ossessione. Blake sceglie Michelangelo come modello per la forza visionaria ma anche perché è il genio fuori dagli schemi, l’artista titano che lotta contro la materia e contro il suo tempo. Ed è artista poeta.

Presto si aggiungono i suoi contemporanei: l’espressionismo di Füssli e il linearismo di Flaxman, artisti escono dai canoni estetici dell’accademia per esplorano un’arte dal forte impatto emotivo e bisognosa di una libertà e di strutture nuove. Gli acquerelli di Blake da una parte mantengono saldi alcuni degli elementi classici (la costruzione a fregio che comporta assenza di sfondo e prevalenza di profili, il sistema retorico dei gesti) dall’altra si fanno non solo più liberi ma anche più difficili da interpretare, l’iconografia esce dagli schemi tradizionali fino a diventare inedita.

L’impronta resta salda fino alla fine: Blake dimostra l’inconsistenza della scolastica separazione tra mondo neoclassico e romanticismo, che sono due registri, due chiavi interpretative e infine elementi di un dualismo sincrono, moderno prima di tutto per una complessità che non teme la contraddizione. Razionale e irrazionale si fondono: il contemporaneo Frankestein non è uno spettro ma il frutto della scienza.

Complessità è dunque la cifra di Blake, il cui mondo visivo di archetipi, di iperboli e di forze cosmiche in contrasto, non teme la compresenza di Bibbia, mitologia nazionale (Albion) e soprattutto auto-mitologia (il demiurgo Urizen, il ribelle Orc), scienza (Newton, deificato). Ci sono Shakespeare, Dante, Milton. C’è anche il clima dei Canti di Ossian,pubblicati nel 1760 da James MacPherson come un ritrovamento ma in gran parte frutto della sua penna: il mito autoctono è in realtà opera della contemporaneità.

Questo forse è lo sforzo più grande per il visitatore: capire Blake dentro la sua epoca. Perché Blake è spesso letto come il visionario anticipatore, il progenitore di espressionismo e surrealismo. Ma la sua libertà di creativa fu tale, e i confini concettuali e simbolici così incerti, che il rischio di manipolare Blake a partire dal Novecento è alto.

La mostra colloca Blake e la sua opera nei tempi e nei luoghi: dove e quando le opere sono state create, chi le ha viste e con quali reazioni, chi le ha sostenute e collezionate. Capire Blake nella sua epoca: e dentro la sua epoca Blake si colloca come un profeta biblico che usa il linguaggio di Genesi e Apocalisse per sferzare il presente. Una scelta che consente di spiegare la sua parziale marginalità e il fallimento su larga scala. Fino a che punto siamo allora autorizzati a leggervi i semi della modernità? Nella misura in cui siamo coscienti che il nostro è un riconoscimento retrospettivo. Blake non anticipa: sono i posteri che individuano in lui un modello da raccogliere e sviluppare.

Blake è innanzitutto moderno in quanto uomo di un tempo di transizione, nel quale nuove realtà e dimensioni devono essere espresse con mezzi storici oppure da forgiare in autonomia. Blake sceglie entrambe le vie. È moderno nel suo opporsi ad alcuni versanti della modernità, come il materialismo tecnologico. Il suo libro illustrato è anti-industriale: ogni pagina è un pezzo unico perché può essere stampata e colorata in modo differente, e i libri stessi esistono in multiple versioni. Allo stesso tempo però le sue immagini sono percorse da brividi elettrici.

La modernità di Blake, prima che nelle sue forme, è nell’indipendenza dalle regole definite dagli standard sociali e dell’arte, mercato compreso. È sintomatico della modernità anche nella costruzione di un personale religiosità, vincolata ma non sovrapponibile all’anglicanesimo. L’arte come critica, come profezia, come utopia: Blake è il prototipo dell’artista radicale.

Ed è moderno, in ultima istanza, in quanto la sua potenza fantastica è prima di tutto costruzione e affermazione della libertà dell’uomo nel regno dello spirito e della conoscenza. Lo chiariscono le immagini che aprono e chiudono la mostra. La prima è Albion Rose, un raggiante nudo maschile del 1793 che si erge danzando sopra la materia informe, alba di un uomo nuovo. L’ultima è The ancient of Days, il frontespizio di Europe, in cui Urizen sembra il dio creatore ma in verità è la scienza stessa che misura il cosmo con il suo compasso elettrico.

Londra, Tate Britain
WILLIAM BLAKE
Fino al 2 febbraio 

da Avvenire

Mercatini e presepi, le mete perfette per un Natale all'italiana

null © Ansa

Il countdown al Natale è ufficialmente iniziato e gli italiani sono pronti a immergersi nello spirito di festa che lo caratterizza. Ma quali saranno le città del Bel Paese preferite dai viaggiatori tricolore alla ricerca di mercatini, presepi, dolciumi e regali perfetti da mettere sotto l’albero? momondo.it ha analizzato i propri dati e svelato la top 5 delle destinazioni maggiormente amate dagli abitanti dello Stivale per il periodo più magico dell’anno.
Napoli: la capitale italiana dei presepi è ancora in testa - Anche questo Natale, il capoluogo campano conquista il cuore degli italiani, Napoli, capolista dello speciale ranking momondo, è la città per eccellenza quando si parla di creatività natalizia. Passeggiare per via San Gregorio, la “via dei presepi”, è un must, con mostre permanenti e botteghe di artigiani. Vale la pena fermarsi e osservare di persona quali nuove miniature di vip, politici e calciatori popoleranno il presepe partenopeo del 2019: si spendono circa 82 € a notte, ben il 15% in meno rispetto al 2018.
Le 5 delle destinazioni preferite dagli italiani per una vacanza a tema natalizio nel 2019
Posizione Destinazione Prezzo medio a notte in hotel a 3 e 4 stelle Variazione percentuale di prezzo 2019 vs 2018
1 Napoli      82  € -15%
2 Bolzano  139  € -1%
3 Merano  154   € -5%
4 Verona    70   € -4%
5 Trento   107   € -13%

La regione prediletta dagli italiani è il Trentino, ma qui si spende di più - I viaggiatori dello Stivale non hanno dubbi: quando si parla di mercatini è d’obbligo spingersi in Trentino, dove l’immagine è una sola: bancarelle e profumo di vin brulé e dolci, con il sottofondo di musiche a tema. Nella top 5 di momondo compaiono infatti ben tre località della regione: Bolzano (2°) e Merano (3°) – che guadagnano entrambe una posizione in classifica rispetto al 2018 – e Trento, che si conferma al quinto posto. Tutte e tre risultano però le più costose, con prezzi medi a notte tra i 107 € e 154 €, in hotel a 3 e 4 stelle.
Qualche dritta per i più curiosi - Il mercatino di Bolzano è il più grande e famoso d’Italia e dà appuntamento a viaggiatori provenienti da tutto il mondo in piazza Walther (dal 28 novembre al 6 gennaio). Spostandosi di soli 30 km, si arriva a Merano nel cui centro storico (negli stessi giorni) si è avvolti da sentori di cannella e delizie regionali e dove i più piccoli possono giocare nella casetta di Goldy, la mascotte del mercatino. Al mercatino di Natale di Trento (dal 23 novembre al 6 gennaio), invece, si possono gustare salumi, formaggi e vini locali e dedicarsi allo shopping gastronomico in vista del cenone.
Verona: la meta salva euro dell’inverno - Nonostante sia passata dal 2° al 4° posto rispetto allo scorso anno, Verona è sempre nei pensieri dei viaggiatori dello Stivale durante il periodo natalizio ed è la più economica in classifica, con un prezzo medio di 70 € per una notte. Luci e colori della città Patrimonio Unesco scaldano il cuore già dalla seconda metà di novembre, quando vengono inaugurati i mercatini di piazza dei Signori, aperti fino al 26 dicembre, con le caratteristiche casette in legno, create in collaborazione con il Christkindlmarkt di Norimberga, gli addobbi in vetro, i prodotti artigianali e le tante golosità.
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EICMA Tante versioni speciali: Racing Sixties, Primavera 125 RED e Primavera Sean Wotherspoon. Più Vespa Elettrica 70 km/h




Una nota di colore ha attraversato la cupa Milano novembrina grazie alla Vespa Primavera Sean Wotherspoon. Esposta in via Broletto e poi alla Fiera che ospita Eicma, quest’edizione speciale e limitata esprime tutta l’energia creativa di uno degli stilisti più in voga oggi negli Stati Uniti. La livrea in stile anni 80 mischia splendidamente i toni del giallo, del rosso, del verde scuro e verde acqua, con inserti bianchi sul cravattino frontale e la pedana poggiapiedi rossa. Le finiture cromate sulla cornice faro, il portapacchi e il maniglione passeggero completano il look di Vespa Primavera Sean Wotherspoon. Questo modello sarà disponibile nel 2020 nelle cilindrate 50, 125 e 150.

Vespa Elettrica 70 km/h

Prestazioni superiori e maggior versatilità dʼuso. È questo il binario su cui lavorano in Piaggio per migliorare la gamma di veicoli elettrici, e Vespa Elettrica è il campione di questa filosofia. A Eicma 2019 debutta la nuova versione da 70 km/h, che affianca la versione originale da 45 km/h, ma se questa è omologata come ciclomotore, la 70 km/h è omologata invece come motociclo. Le maggiori prestazioni della Power Unit e delle batterie agli ioni di litio permettono a questo modello un’autonomia di marcia fino a 100 km, in modalità ECO, e di 70 km circa in modalità Power.

tgcom24

Federterme, 100 anni di turismo, industria e salute

Terme di Saturnia © ANSA
SATURNIA - Un complesso sistema che coniuga salute e bellezza, risorse naturali, industria, tecnologia e turismo, crescita dell'occupazione e valorizzazione del territorio: sono le terme italiane, un patrimonio millenario che il mondo ci invidia e che è rappresentato da Federterme (Federazione Italiana delle Industrie Termali delle Acque Minerali e del Benessere Termale) nel 2019 giunta al primo secolo di vita. Un compleanno importante, che la Federazione ha scelto di festeggiare a Roma insieme a Forst (Fondazione per la ricerca scientifica termale) presentando il libro curato da Annunziata Berrino "Federterme. Un secolo di industria e cultura termale 1919-2019", volume che racconta anche attraverso un importante corredo di grafiche e fotografie d'epoca la storia delle terme italiane lungo 100 anni.
L'incontro è stato anche l'occasione per illustrare i numeri relativi al sistema termale, centrale per il turismo ma anche per la Sanità pubblica: nel 2018 i ricavi totali del settore si sono avvicinati ai 760 milioni di euro (dati provvisori Federterme), divisi tra i 118.9 milioni delle cure termali convenzionate e i 639.5 milioni dei "servizi complementari" erogati dagli stabilimenti (come ricezione alberghiera, medicina estetica, fitness, etc.). Secondo i dati, sono 323 gli stabilimenti in attività alla fine del 2018, per la quasi totalità (90ö) operanti in regime di accreditamento con il Servizio Sanitario Nazionale: più della metà di essi si trova concentrata in Veneto (28.2ö) e Campania (23.8ö), a seguire Emilia Romagna (7.1ö), Toscana (6.2%), Lazio (4ö) e Lombardia (3.7ö).
Negli stabilimenti termali sono impiegati circa 11.500 lavoratori (per il 62ö donne), ma questi numeri potrebbero aumentare sensibilmente, secondo il presidente uscente di Federterme, Costanzo Jannotti Pecci, che afferma: "Possiamo diventare importanti per far ripartire tutto il Paese: se il Governo ci aiuta, in 3 anni siamo in grado di creare almeno 15 mila posti di lavoro, superando anche il problema della stagionalità". Del resto il sistema termale sta iniziando ad avere successo non solo tra gli anziani ma anche tra le persone con una età compresa tra i 30 e i 50 anni, ormai parte integrante dei clienti dei 1241 esercizi alberghieri (che offrono 95 mila posti letto) presenti nelle 62 località termali italiane.
Dal 2015 tutto il settore ha visto una moderata ripresa dell'attività produttiva, che tuttavia non ha ancora permesso di riassorbire perdite occupazionali accumulate durante la crisi economica: per questo nel suo intervento il presidente Jannotti Pecci ribadisce la necessità di una maggiore attenzione e vicinanza da parte delle istituzioni "nei confronti del sistema termale più importante al mondo: oggi che si parla di turismo sanitario noi possiamo diventare un punto di riferimento in Europa".
E aggiunge: "Poggiamo la nostra vicenda imprenditoriale sulla salute delle persone, per questo abbiamo voluto fare questo evento con Forst, per dare una risposta a chi ha ancora dubbi sull'efficacia delle terapie termali". Positive le risposte del viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, "pronto ad ascoltare le richieste e a fare qualcosa di attivo", e del sottosegretario al Ministero dell'Economia Pier Paolo Baretta, che parla dell'urgenza di un "percorso fiscale a sostegno delle terme e della loro diffusione accanto a investimenti in sinergia tra pubblico e privato per uno sviluppo sostenibile", entrambi presenti all'incontro. "Non c'è competenza che non venga coinvolta nella cultura termale, tra medicina, architettura, lavoro e tecnologia", spiega la curatrice del volume Annunziata Berrino, "il libro presenta in 5 capitoli una visione realistica, non celebrativa di 100 anni di storia vissuta tra alti e bassi". (ANSA).

Alpi dell'Arte



(ANSA) - AOSTA, 8 NOV - Tre mostre personali dedicate agli scultori valdostani, una mostra collettiva dell'artigianato di eccellenza della Valle d'Aosta e una fiera dell'artigianato valdostano di tradizione: è quanto prevede l'accordo di collaborazione tra la Regione Valle d'Aosta e il comune di Sanremo (Imperia) per la realizzazione dell'iniziativa 'Alpi dell'Arte 2019-Racines, radici', in programma nella cittadina ligure dal 7 dicembre 2019 al 7 gennaio 2020. 

La manifestazione prevede: le mostre personali dedicate a Dorino Ouvrier (sala espositiva del Forte Santa Tecla), Giovanni Thoux (Casinò) e Guido Diemoz (Confraternita di Santa Brigida); l'esposizione collettiva dell'artigianato "E la materia prese forma..." nel Museo civico; la fiera dell'artigianato di tradizione "Scopri la Pigna" dal 7 al 24 dicembre nel centro storico con esposizione e vendita di opere realizzate da oltre 20 artigiani della Valle d'Aosta e dimostrazioni di antichi saperi.

Roma, concluso un grande studio sull'edilizia antica

Statua di Vestale 

PERCHÉ SE NE PARLA
I romani furono tra i più abili costruttori del mondo antico. Le loro tecniche sono state spesso pionieristiche, e ogni epoca ha superato la precedente in quanto ad affinazione delle stesse. È da poco stato pubblicato un grande studio condotto da un team di ricercatori italiani che hanno indagato le varie stratificazioni della Casa delle Vestali, che si trova presso il Foro Romano. Grazie a nuove tecnologie hanno potuto analizzare con maggiore accuratezza rispetto agli studi precedenti i materiali edili e gli utilizzi degli stessi in varie fasi. Per la precisione, la Casa delle Vestali porta le tracce di almeno 5 fasi costruttive. 

PERCHÉ ANDARE
La Casa delle Vestali era la sede del collegio delle sacerdotesse devote alla dea Vesta, custodi del fuoco sacro, adiacente al tempio dedicato alla stessa. Si trova alle pendici del Palatino, e le rovine oggi visibili risalgono alla ricostruzione che se ne fece dopo l’incendio del 64 d.C. (al tempo dell’imperatore Nerone): il restauro diede un diverso orientamento all’edificio, e lo collocò su un livello più alto rispetto all'originale. Anche in seguito l’edificio venne ritoccato e modificato, e l’ultimo restauro risale al 191 d.C. Oggi è possibile ammirare il grande cortile attorno a cui sorgeva l’edificio, circondato da porticati e i bacini idrici al suo centro. Sotto i portici erano allineate le statue delle vestali, oggi visibili solo parzialmente (molte si trovano in musei) e ricollocate in modo non aderente all’originale (sono state ritrovate ammassate).

DA NON PERDERE
L’intero Foro Romano, ça va sans dire, è da non perdere. Passeggiare tra le rovine di quello che era il cuore della Roma antica è un’esperienza impagabile, e se capitate nella stagione giusta non mancate di acquistare il biglietto per uno degli interessanti spettacoli di realtà aumentata che permettono di immergersi nelle ricostruzioni virtuali dei fori al momento del loro massimo splendore. Inoltre, se volete godere di una vista impagabile sui fori imperiali, percorrete la salita che porta al Campidoglio e affacciatevi dalla terrazza, magari al tramonto. Ammirerete una scena da cartolina.

PERCHÉ NON ANDARE
In alcuni momenti dell’anno la quantità di comitive di turisti che affollano il sito può essere esasperante. Fare i biglietti per tutto il circuito, includendo Fori, Palatino e Colosseo può richiedere ore, e in particolare l’ingresso all’anfiteatro mette alla prova i più volenterosi. Se potete, scegliete di visitare la Roma antica in bassa stagione, evitando i ponti e le festività.

COSA NON COMPRARE
Le ‘fregature’ per turisti in questa zona di Roma sono sempre dietro l’angolo. Dalle guide abusive al costo esagerato di una bottiglia d’acqua acquistato nei chioschetti, occorre stare particolarmente attenti o si rischia di sborsare ben più del semplice costo del biglietto.

A Roma gli Impressionisti segreti

mostra Impressionisti segreti © ANSA

La vita vera che scorre davanti agli occhi e si ferma sulla tela, l'ossessione per l'en plein air, la luce brillante che comunica emozione, il pennello che procede vibrando per frammenti e piccoli tocchi: sono ben 55 i capolavori esposti nella mostra "Impressionisti segreti", che celebra a Roma l'apertura al pubblico, dopo un lungo restauro, di Palazzo Bonaparte, spazio Generali Valore Cultura. In programma dal 6 ottobre all'8 marzo, la mostra, a cura di Marianne Mathieu (direttrice scientifica del Muse'e Marmottan Monet di Parigi) e Claire Durand-Ruel (discendente del mercante d'arte Paul Durand-Ruel, primo sostenitore degli Impressionisti), ripercorre la storia di uno dei movimenti artistici piu' noti e amati di sempre attraverso quadri davvero "segreti", perche' tutti appartenenti a collezioni private e mai esposti in Italia.
Da Monet a Renoir, da Pissarro a Manet, e poi Sisley, Gauguin, Morisot, Ce'zanne: nel percorso le tele di questi maestri - luminose, sfumate, suggestive, tutte istantanee pittoriche del mondo di fine '800 - dialogano con gli stucchi, i preziosi pavimenti e le decorazioni barocche del meraviglioso Palazzo che fu residenza fino al 1836 di Maria Letizia Ramolino, madre di Napoleone. Come spiega la curatrice Mathieu, l'esposizione e' strettamente legata al luogo che la accoglie e "non verra' allestita altrove: qui abbiamo voluto sottolineare l'intimita' rivelata all'interno di questa residenza, proprio perche' le tele provengono da case private e appartengono a 25 collezionisti". Sono 4 le sezioni che compongono la mostra, prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia: il percorso, che procede cronologicamente partendo dall'inizio del movimento, attorno al 1860, si apre con il focus sul paesaggio, elemento fin da subito centrale nella poetica dei pittori impressionisti, sempre attenti a intercettare sulla tela le vibrazioni atmosferiche e i passaggi della luce naturale mentre ritraggono il mondo circostante, abbandonando le vedute grandiose per privilegiare cio' che accade di fronte ai loro occhi. Via via si susseguono i dipinti di Monet, Sisley, Guillaumin, Pissarro, al quale e' dedicata un'intera sala, e Gauguin.
La mostra prosegue con le scene della vita parigina, con le strade, i viali, le persone affacciate al balcone, tra Gustave Caillebotte, Edouard Manet, Berthe Morisot ed Eva Gonzale's. C'e' anche una tela di Federico Zandomeneghi, unico italiano tra gli artisti presenti. Poi il percorso espositivo si concentra su Renoir e sulla sua produzione di ritratti, ai quali - sia quelli su commissione sia quelli in cui dipinge soggetti anonimi - egli conferisce la sua particolare cifra di grazia e naturalezza. Infine, spazio alla sezione dedicata al Neoimpressionismo, che documenta la nuova generazione di pittori pronta a farsi largo rispetto ai 'padri': un nuovo movimento, nato attorno a Paul Signac e Georges Seurat, caratterizzato da una pittura che privilegia il colore senza mescolarlo sulla tavolozza, ma stendendolo in pennellate minute, come tante piccole tessere di un mosaico.
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Al Maxxi l'uomo tra sacro e inquietudine

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C'è sempre l'uomo, con la tensione verso il sacro, l'inquietudine nei confronti dell'ignoto e il desiderio di andare oltre se stesso, al centro dei tre nuovi progetti che dal 17 ottobre prendono vita al Maxxi, la mostra "della materia spirituale dell'arte", il focus su Enzo Cucchi e il nuovo allestimento della collezione museale, tutti legati dalla comune riflessione sul senso dell'esistenza nella continua dialettica tra storia e attualità. Fino all'8 marzo è allestita la collettiva "della materia spirituale dell'arte", a cura di Bartolomeo Pietromarchi, che riunisce le opere di 19 artisti contemporanei relazionandole con 17 reperti archeologici etruschi, romani e di produzione laziale, provenienti dai Musei Vaticani, dal Museo Nazionale Romano, dal Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e dai Musei Capitolini. Un percorso denso di suggestioni, che si interroga sulla sacralità, sui simboli, su ciò che è incomprensibile in un'epoca dominata dalla supremazia della macchina, ma anche su quali siano le assonanze e le differenze tra la sensibilità antica (i reperti risalgono a un periodo compreso tra l'VIII secolo a.C. e la fine del IV secolo d.C., ossia delle origini di Roma al momento in cui il Cristianesimo diviene religione di Stato) e quella del pensiero artistico contemporaneo. Partendo dalla materia e dalle singole, specifiche identità degli artisti, la collettiva allarga lo sguardo per includere la riflessione su mito, metafora, rito, oracolo, parole oggi forse desuete, ma ancora dense di significato: dall'armonia geometrica e metafisica di Remo Salvatori con il suo "Alfabeto" metallico all'arte partecipativa di Yoko Ono con "Add a color (Refugee Boat)", dalle mani in preghiera di Shirin Neshat alla riflessione sul tempo di Elisabetta Di Maggio con i vecchi francobolli di "Greetings from Venice", il percorso si rivela sorprendentemente ricco di spunti, tra corpo e anima, razionale e irrazionale. La mostra è stata fortemente voluta da Giovanna Melandri, presidente Fondazione Maxxi, che la definisce un vero "progetto di ricerca che contribuisce ad ampliare i confini di indagine del museo: in un mondo in cui parliamo di post-umano adesso ci interroghiamo su un'altra intelligenza, non artificiale ma spirituale", ricordando anche che l'idea è nata "da una conversazione avuta 4 anni fa con Lea Mattarella, a cui la mostra è dedicata". Come in una sorta di continuità si pone il focus su Enzo Cucchi (presente anche nella collettiva, con "Idoli e scopritori del fuoco"): nel progetto, allestito fino al 19 gennaio e a cura di Eleonora Farina, l'artista è protagonista con un'unica opera, una scultura in marmo, che ritrae un putto, al cui alluce appare aggrappato uno scorpione. Qui il gesto di Cucchi rielabora l'immagine classica del bambino nudo (che con i pugni chiusi sugli occhi mima il gesto del cannocchiale per "chiarire" la visione) in chiave contemporanea, mescolando arte e mito, sogno e mistero. La stessa tensione verso la dimensione spirituale, nella volontà di provare a decifrare le complesse sfide del presente, si ritrova infine, come a chiudere un cerchio, anche nel nuovo allestimento al centro della Galleria 1, che presenta opere di Stefano Arienti, Gregorio Botta, Paolo Canevari, Joan Jonas, Luca Nostri, Eduardo Stupía e un omaggio a Cristiano Toraldo di Francia. Ancora una volta il Maxxi vuole porsi nella città come centro culturale e laboratorio di idee, nella convinzione che proprio dall'arte possano venire opportunità per affrontare le sfide del presente. Una sorta di avamposto del futuro, come dimostra anche la partnership siglata dal museo con Inwit, leader per le infrastrutture della telefonia mobile: da oggi infatti il Maxxi è la prima struttura museale italiana ad avere l'impianto DAS (Distributed Antenna System), un sistema di micro antenne a bassa emissione collocate nelle sale espositive e negli spazi ricettivi che non solo migliorerà il servizio di telefonia mobile dei vari operatori ma renderà nel prossimo futuro il museo "5G ready", predisposto cioè per servizi come realtà aumentata e guide virtuali, per interagire con le opere e con gli artisti e approfondire l'esperienza di visita
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Cappella Sindone Premio Europa Nostra

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(ANSA) - TORINO, 30 OTT - A poco più di un anno dalla riapertura, il recupero della Cappella della Sindone di Torino riceve a Parigi il prestigioso Premio Europa Nostra 2019 per la Conservazione. Indetto da Commissione Europea e Europa Nostra, principale rete per il patrimonio culturale che ogni anno celebra e promuove l'eccellenza nel campo del patrimonio artistico, viene ritirato al Théâtre du Châtelet, alla presenza del Commissario Europeo Tibor Navracsics, dalla direttrice Enrica Pagella e dalla direttrice dei lavori di restauro Marina Feroggio.
    Capolavoro barocco di Guarino Guarini, il recupero della Cappella della Sindone - gravemente danneggiata da un incendio nell'aprile 1997 - ha visto alternarsi tre diversi cantieri nell'arco di vent'anni. Oggi è uno dei gioielli barocchi più visitati. In occasione della cerimonia di premiazione verrà svelato anche il vincitore della categoria Public Choice Award, in cui la Cappella della Sindone è stata inclusa e che nei giorni della votazione ha conosciuto un imponente sostegno.(ANSA).


Belize, la Terra "soffre" già dai tempi dei Maya


I Maya hanno dovuto affrontare importanti pressioni ambientali, compreso l’innalzamento del livello del mare, da 3.000 a 1.000 anni fa, e la siccità da 1.200 a 900 anni fa
Belize, maya, America centrale

fonte: turismo.it
PERCHE' SE NE PARLA
Già da qualche tempo si parla di come l’Antropocene, l’era geologica caratterizzata da significativi impatti dell’uomo sul territorio e il clima, sia partita molto prima di quanto pensassimo. Una ulteriore conferma è arrivata pochi giorni fa: l'ultima ricerca a disposizione è stata condotta nella zona paludosa del Belize, su 250 chilometri quadrati, tramite immagini laser ad alta precisione. Il lavoro ha studiato l'area e i sistemi di canali utilizzati dai Maya per l’agricoltura, per i trasporti e per il commercio. Metodi, questi, che hanno probabilmente inciso sull’innalzamento del livello del mare e sulla siccità.

I Maya hanno dovuto affrontare, infatti, importanti pressioni ambientali, compreso l’innalzamento del livello del mare nei periodi Preclassico e Classico, da 3.000 a 1.000 anni fa, e la siccità da 1.200 a 900 anni fa. Il lavoro svolto dal team di specialisti dimostra che tale popolo ha risposto a tali pressioni convertendo le foreste in campi paludosi e scavando canali per la gestione dell’acqua.

PERCHE’ ANDARCI 
Nel Belize, il Paese affacciato sul mar dei Caraibi, si possono esplorare giungle lussureggianti con animali esotici e praticare attività sportive quali pesca d'altura, nuoto, snorkeling e immersioni. Si tratta di uno dei Paesi con il più alto tasso di biodiversità grazie alla conservazione delle sue risorse naturali: oltre il 90% del territorio è ricoperto da foreste incontaminate e protetto da una delle barriere coralline più belle al mondo. Circa il 40% del territorio, inoltre, è coperto da riserve di vario tipo, per un totale di 94 aree protette, compresi 16 parchi nazionali. 

DA NON PERDERE
Da un punto di vista archeologico, invece, Xunantunich è uno dei siti più interessanti, costruito dalla civiltà Maya, a 130 km da Belize City. Il suo nome significa donna di pietra nella lingua Maya, e fa riferimento al fantasma di una donna dagli occhi infuocati, che sembrerebbe abiti nel sito sin dal 1892. Molte delle strutture vennero costruite tra il 200 e il 900 e furono danneggiate da un terremoto, che probabilmente causò l’abbandono della zona. Conta ben 26 templi e palazzi, ma la piramide conosciuta come El Castillo è la struttura principale: la seconda più alta del Belize, dopo il tempio di El Caracol, con i suoi 40 metri d’altezza. 

PERCHE’ NON ANDARCI 
E’ fortemente sconsigliato recarsi nelle zone a ridosso del confine con il Guatemala, dove si sono verificati negli ultimi anni scontri a fuoco. È in ogni modo sempre opportuno aggiornarsi localmente sulla situazione della sicurezza.

COSA NON COMPRARE 
Molto particolari le penne dal design maya e le stoffe ipercolorate. E poi ancora piccole borse in tessuto, cimeli tribali e grandi conchiglie. Tra le cose più brutte da comprare, i bicchierini per l'alcol con la mappa geografica.

Iniziative ENIT GERMANIA



ENIT promuove l'Italia minore a Berlino L’Italia minore ricca di bellezze e attrazioni slow, sostenibili ed esperienziali è stata presentata in un press trip in centro Italia con 4 influencer alla scoperta delle bellezze e dell’autenticità del nostro Paese. Il tutto promosso attraverso Instagram con post e storie che hanno raggiunto un pubblico di 500mila millennial in tre giorni.

Campagna per il target famiglia
Due campagne on line da novembre a dicembre uno indirizzata ad un target famiglie e millenial, l’altra ad un target Golden Age Lusso. Due campagne che hanno come obiettivo quello di raccontare l’Italia meno conosciuta, quella fatta di attrattività minori ma di grandissimo pregio. La prima su una piattaforma on line ad hoc per il mercato giovane e alla ricerca di nuove esperienze, la seconda invece sulla testata Tagesspiegel che creerà ad hoc una pagina dedicata all’Italia che verrà poi rilanciata su tanti e diversi Smart magazine tedeschi on line tra cui spicca Die Zeit e Weltkunst. Obioettivo di entrambe le campagne è di raggiungere 1.000.000 di utenti facendogli scoprire una Italia in cui l’esperienza è sinonimo di novità, autenticità e sostenibilità, tre caratteristiche molto care al pubblico tedesco 

Eventi per la settimana della Cucina Italiana
Dall’11 al 15 Novembre insieme all’Ambasciata italiana a Berlino, ENIT organizza una serie di incontri seminariali in occasione della Settimana della Cultura Italiana. una tre giorni dedicata alla valorizzazione della enogastronomia italiana incentrata su due temi Mice quest’anno: contraffazione e benessere. Dal 21 al 23 di novembre nell’ambito della Settimana della Cucina Italiana, ENIT Berlino organizza tre giorni dedicati alla enogastronomia e ai territori italiani all’interno della Markthalle Neun di Berlino. L’evento: “Mercato Italiano”, che vedrà la presenza di stand italiani per la valorizzazione dell’enogastronomia e dei territori, offrirà anche degustazioni e cooking show. L’intera Markthalle Neun verrà brandizzata con manifesti raffiguranti paesaggi e destinazioni Italiani per creare anche qui una esperienza immersiva raccontando il territorio che esiste dietro al cibo. I visitatori previsti per ogni giornata sono circa 6000 persone. 

I film italiani a Berlino
Dal 13 al 17 novembre di nuovo a Berlino l’italian Film Festival. Una tre giorni dedicata al cinema italiano. Enit anche quest’anno sarà partner ufficiale col fine di promuovere i territori italiani attraverso il cinema di qualità del nostro Paese. Per questa occasione il cinema che ospita l’iniziativa sarà brandizzato ENIT. Una mostra fotografica e video che raccontano l’Italia creeranno un percorso tutto italiano all’interno del cinema regalando al visitatore un'esperienza immersiva. Nel 2018 nelle due sale che hanno ospitato il Festival si sono seduti circa 2000 spettatori e la promozione, che ha coinvolto l’intera città, ha visto la produzione di più di 20mila tra flyer e programmi delle serate oltre a 600 manifesti affissi nell’intera città con il logo Italia. Quest’anno inoltre la rassegna proseguirà sino a giugno 2020. 

Enit promuove il turismo culturale italiano a Halle
L’Istituto Italiano di Cultura di Berlino organizza presso la LiteratursHause di Halle un programma che dal 15/10 al 28/11 sarà tutto dedicato all’Italia. 5 eventi in cui l’Italia è partner per promuovere il territorio attraverso la cultura. Tra le diverse iniziative previste, una sarà dedicata ad Elena Ferrante autore molto amato qui in Germania. E' la prima volta che Enit promuove l'talia nella città di Halle che è una città extracircondariale di 236 991 abitanti della Sassonia-Anhalt, in Germania. La promozione del territorio verrà garantita dalla proiezione dei video promozionali di ENIt in tutte le iniziative e dalla presentazione in ogni iniziativa di un itinerario che parli di nuove destinazioni italiane, continuando il discorso di puntare sulla valorizzazione dell’Italia meno conosciuta. 

Enit sul palco con il cantante Calcutta
Il 2 dicembre ENIT sarà presente con il logo Italia e i suoi video promozionale sul palco di Calcutta che farà un concerto presso il Festsaal Kreuzberg, nell’ambito del suo Tour Europeo. La scelta di partecipare all’evento sta proprio nella volontà di raggiungere un pubblico giovane e innovativo alla ricerca di nuove destinazioni ed esperienze

ENIT co-Sponsor ufficiale della Maratona di Monaco
Domenica 13 ottobre si è tenuta a Monaco la 34esima edizione della Generali München Marathon, atteso evento di cui ENIT è stato cosponsor. Alla manifestazione hanno partecipato circa 22mila corridori e oltre 90mila spettatori. La competizione cominciava nella splendida cornice dell´Olympiapark, attraverso alcune delle zone più scenografiche del capoluogo bavarese e si concludeva all’interno dello Stadio Olimpico. Questa sponsorizzazione ha permesso ad ENIT di ottenere grande visibilità.

ENIT Norvegia / L’Italia corre per la pace a Oslo




La maratona di Oslo che ha avuto luogo sabato 21 settembre al centro della capitale norvegese ha visto la partecipazione di una squadra azzurra-italiana composta da 25 atleti, organizzata dall’Ambasciata per l’Italia in Norvegia con il supporto di ENIT Stoccolma. Hanno partecipato oltre 26mila atleti alla maratona, supportati da oltre 120mila spettatori. Il team Italia era gemellato con il team internazionale “Ambassadors for peace”.

ENIT USA / Vivere All’Italiana per celebrare i 100 anni della fondazione ENIT



L’evento commemorativo, realizzato da ENIT USA in collaborazione con il Consolato Generale di Boston, si è svolto nella splendida cornice dell’ Isabella Stewart-Gardner Museum, uno tra i musei più prestigiosi di Boston. Un ambiente di raffinata eleganza che ospita una collezione di oltre 7500 dipinti, sculture, ceramiche, lasciati in dono ai posteri da Isabella Gardner, ha ospitato un pubblico selezionato per celebrare l’Italia ed il centesimo anniversario della fondazione di ENIT. 

ENIT E FEDERCONGRESSI INAUGURANO LA MICE DESTINATION ACADEMY



Federcongressi&eventi, l'associazione della meeting industry italiana, lancia la MICE Destination Academy, un percorso di formazione e aggiornamento per i Destination e Sales Manager che già operano nella MICE Industry. Il focus on di questa prima edizione, patrocinato dall’Agenzia Nazionale del Turismo e dal Convention Bureau Italia, è dedicato al Marketing della destinazione per meeting, congressi ed eventi per lo sviluppo professionale della figura del Destination Manager. Il corso è a numero chiuso (25 partecipanti) e si sviluppa nell'arco di tre appuntamenti in forma residenziale presso l'AC Hotel Firenze nelle seguenti date: 
24-26 novembre 2019 
26-28 gennaio 2020 
15-17 marzo 2020

GLI INGLESI SFIDANO LA BREXIT SPENDENDO IN ITALIA + 15,6 PER CENTO PER IL WTM, ENIT “DECORA” LONDRA DI ITALIANITA’

COMUNICATO STAMPA
Anche le ricevute taxi saranno brandizzate Italia
PER L’AGENZIA ITALIANA SI ESIBIRANNO LA BLACK BOX BAND E DJ ALBERTINO
Turisti Uk ammaliati da Veneto, Campania, Toscana, Lombardia e Lazio
Nel primo semestre 2019, la spesa dei viaggiatori dal Regno Unito in Italia è di 1,7 miliardi di euro, in crescita del 15,6% sul medesimo periodo del 2018. La spesa pro-capite a notte è di 106 euro. Si sceglie di restare in Italia almeno 5 giorni, in particolare al Sud per visitare Matera, la Sicilia e gustare le eccellenze enogastronomiche laziali, toscane, piemontesi e pugliesi. L’Italia va alla conquista di Londra: Enit-Agenzia Nazionale del Turismo “decora” la città con una campagna massiva denominata “LIVE THE BEAUTY, YOU ARE IN ITALY”, diffusa in tutti gli aeroporti internazionali e all’ExCeL Exhibition Centre. Inoltre ben 170 taxi brandizzati "Italia", rilasceranno ricevute con il logo dello Stivale. Il circuito di Westmister, con quasi 40 display a Londra trasmetterà in loop le immagini del Bel Paese che saranno visibili anche negli aeroporti di Luton, Gatwick ed ovviamente Heathrow. Enit anticipa così parte dei festeggiamenti dei 100 anni dell’Agenzia Nazionale del Turismo che culmineranno a novembre in Italia. Ci saranno la Black Box Band di Daniele Davoli e Dj Albertino sul rooftop dello Sky Garden di Londra il 4 novembre prossimo in occasione della fiera Wtm (World Travel Market London), il principale evento mondiale per l'industria dei viaggi che mette in comunicazione i professionisti del settore attraverso una rete globale di opportunità personali e commerciali. Proprio il Bel Paese si è distinto come meta più venduta soprattutto per i turisti inglesi, attratti dalla cultura delle principali città d’arte. E aumentano del +6% le presenze turistiche dal Regno Unito in Italia nel 2018 sul 2017. I turisti inglesi si lasciano ammaliare dal Veneto, principale regione di destinazione con circa 2,6 milioni di presenze. Seguono Campania, Toscana, Lombardia e Lazio. “La Brexit non incide sul turismo inglese verso l’Italia e anzi i turisti diversificano sempre di più le scelte: il 74,3% dei turisti dal Regno Unito, infatti, soggiorna negli alberghi italiani – dichiara il direttore esecutivo Enit Giovanni Bastianelli - mentre circa il 26% sceglie le strutture extra-alberghiere. Quest’ultima tipologia ricettiva cresce del +14,1% nel 2018 sul 2017. I viaggiatori provenienti dal Regno Unito sono soddisfatti dal brand Italia e dai prodotti Made in Italy e hanno speso in Italia oltre 3,5 miliardi di euro nel 2018, il 17,2% in più rispetto all’anno precedente. Negli alberghi e villaggi turistici si concentra il 58,4% della spesa totale, nei B&B ed agriturismi il 13,7%, l’ospitalità di parenti e amici rappresenta il 12,4% mentre la quota parte delle case in affitto è del 10,9%”. Lo stand italiano sarà inaugurato a Londra lunedì 4 novembre alle 11,30 in piazza Italia in fiera con il taglio del nastro alla presenza del presidente Enit Giorgio Palmucci, dei direttori Giovanni Bastianelli e Maria Elena Rossi e dei rappresentanti istituzionali delle Regioni che terranno poi conferenze e focus tematici nonché degustazioni dei prodotti tipici locali.
Francesca Cicatelli
Ufficio stampa Enit – Agenzia Nazionale del Turismo

ENIT AL TOURISM EXPO JAPAN 2019



La cultura in autunno porta allo svago e al mare: i tour in Italia dei giapponesi partono dalle città d’arte che diventano pretesto per visitare anche località marittime e di intrattenimento. Oltre 4 milioni di giapponesi preferisce pernottare in Italia portando ricchezza per 949 milioni di euro. Le regioni più frequentate sono Lazio, Toscana, Veneto, Lombardia e Campania. Insieme rappresentano l’80,5% del totale speso dai viaggiatori giapponesi in Italia. La comodità prima di tutto se il 98,4% dei nipponici sceglie le strutture alberghiere e solo lo 0,6 per cento la casa di parenti e amici. Il foliage fa venir voglia di cultura e arte: buone le prospettive di vendita del brand Italia in autunno per l’86% degli operatori giapponesi contattati. in pole position Venezia, Firenze, Roma e Milano abbinate a mete campane come Capri e Amalfi. Così Enit- Agenzia Nazionale del Turismo per attingere a nuovi mercati potenziali e stimolare un'ulteriore crescita sarà presente con uno stand e attività promozionali al Jata Tourism Expo Japan dal 24 al 27 ottobre in Giappone

ENIT PROMUOVE IL TURISMO DEL LUSSO A NEW YORK



I maggiori player della travel industry USA sono pronti ad incontrare l’Italia, le sue regioni ed i suoi operatori in un’occasione irripetibile: il workshop “Italian Luxury” 2019, organizzato dall’Agenzia Nazionale del Turismo, in collaborazione con Virtuoso, Signature e The Travel Leader Network, che si terrà dal 29 al 30 ottobre 2019 (29 ottobre Virtuoso only). Networking, business matching, marketplace, seminari e testimonianze di esperti, aziende e giornalisti di settore per un programma imperdibile: una due giorni dedicata al lusso ed al made in Italy nel turismo.

Turismo e lavoro. A Paestum apre la Borsa archeologica

All'ombra dei templi quattro giorni - da giovedì 14 a domenica 21 novembre - dedicati alle opportunità offerte dai beni culturali

È tutto pronto per la Borsa mediterranea del turismo archeologico (Bmta) - fondata e diretta da Ugo Picarelli - di Paestum (Salerno). Da giovedì 14 a domenica 17 novembre prende il via la XXII edizione di questo evento che riesce a mettere insieme gli aspetti più diversi di questa particolare tipologia di turismo. Obiettivo dell’iniziativa è promuovere i siti e le destinazioni di richiamo archeologico, favorire la commercializzazione, contribuire alla destagionalizzazione e incrementare le opportunità economiche. Da sottolineare, inoltre, lo sviluppo della cooperazione tra i popoli che l’evento persegue con la presenza annuale di Paesi non solo del Mediterraneo e attraverso il confronto e lo scambio di esperienze con la partecipazione di 300 relatori, 100 giornalisti accreditati, 120 operatori dell’offerta e lo svolgimento di 60 tra conferenze e incontri. 

«La Borsa - spiega Ugo Picarelli - si conferma un evento originale nel suo genere: sede dell’unico Salone espositivo al mondo del patrimonio archeologico e di Archeo Virtual, l’innovativa mostra internazionale di tecnologie multimediali, interattive e virtuali; luogo di approfondimento e divulgazione di temi dedicati al turismo culturale e al patrimonio; occasione di incontro per gli addetti ai lavori, per gli operatori turistici e culturali, per i viaggiatori, per gli appassionati; opportunità di business con il Workshop con i buyer esteri e nazionali e l’offerta del turismo culturale e archeologico».

Il turismo culturale e il paesaggio culturale valgono una fortuna in Italia: 21 miliardi di euro, il 66% della spesa totale internazionale. Entrando nel dettaglio è risultato che 55 milioni sono stati i visitatori che nel 2018 hanno deciso di visitare i beni culturali statali (monumenti, musei, parchi archeologici etc). Una crescita del 44% in cinque anni rispetto ai 38 milioni del 2013. Il turismo culturale in Italia tende però a concentrarsi ancora nelle mete più conosciute: oltre 84 milioni sono le presenze nelle prime dieci città d’arte, ovvero Roma, Milano, Firenze, Venezia, Torino, Napoli, Bologna, Verona, Genova e Pisa. Per quanto riguarda la spesa per il turismo culturale in italia, sono gli stranieri a spendere di più: nel 2018 la spesa degli stranieri è stata pari a 15,5 miliardi di euro, +11% rispetto al 2017. Un turista straniero che viaggia per motivazioni culturali spende 129 euro, +21% rispetto ai 106 euro della media dei turisti stranieri. Crescono anche i visitatori dei musei e siti statali che nel 2018 hanno superato la quota di 55,5 milioni. In particolare, dal 2010 al 2018 la crescita media annua degli introiti nei musei è stata del +10,3%. Roma si conferma al primo posto con 22,9 milioni di visitatori nei propri musei, +81% rispetto a sette anni fa. Seguono Firenze (sette milioni, +42%), Napoli (5,1 milioni, +181%), Pompei (3,7 milioni, +57%) e Torino(1,4 milioni, +58%). Buoni infine i dati relativi al turismo nei borghi italiani: le rilevazioni mostrano che nel 2018 gli arrivi sono stati 22,8 milioni, mentre le presenze ben 95,3 milioni. La spesa stimata è stata di 8,8 mld di euro, di cui il 57,3% generata da stranieri.

Grande attenzione viene posta nel corso della Borsa all’offerta degli Atenei e alle professioni legate al turismo archeologico: archeologo, guida, promotore. Ma anche l’interesse al digitale e alle tecniche innovative che consentono di ricostruire il passato. O la presentazione di start up che creano lavoro. «La Borsa - sottolinea il fondatore e direttore - è un grande contenitore con 12 sezioni. Era doveroso dedicare al mondo giovanile degli spazi e delle opportunità sull'orientamento. Non solo l'offerta formativa delle Università, ma anche il confronto diretto con i professionisti dei beni culturali, per dare una testimonianza dal vivo dei talenti italiani che lavorano anche all'estero e poter soddisfare le curiosità degli studenti, che potranno avere stimoli a creare anche un'attività in proprio».

La Borsa, con i suoi 100 espositori di cui 25 Paesi esteri, è sede del più grande Salone espositivo al mondo dedicato al patrimonio archeologico: luogo di approfondimento e divulgazione di temi dedicati all’archeologia e al turismo e occasione di incontro per addetti ai lavori, operatori turistici e culturali, viaggiatori, appassionati, mondo scolastico e universitario. Presenti per la prima volta: Agenzia di Strategia Turistica delle Isole Baleari, Ambasciata del Guatemala e Istituto Colombiano di Antropologia e Storia, Icomos Cina con una delegazione di 30 persone in rappresentanza di prestigiosi siti Unesco, Città Metropolitana di Reggio Calabria con il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, Confturismo Marche Nord, Crotone Sviluppo, Destinazione Turistica Romagna, Le Navi Antiche di Pisa, Rete Museale della Maremma.

WORKSHOP 
Il Workshop è un’opportunità di business tra la domanda e l’offerta del turismo culturale: gli operatori potranno incontrare buyer selezionati dall’Enit provenienti da otto Paesi europei (Austria, Belgio, Francia, Germania, Olanda, Regno Unito, Spagna, Svizzera) e, per la prima volta, un tour operator australiano specialista di viaggi culturali in Europa per College e High School. Inoltre, nell’intento di favorire l’incontro anche con la domanda nazionale, la Borsa ha invitato i tour operator specialisti delle destinazioni turistico-archeologiche italiane a partecipare come buyer al Workshop nell’ambito della nuova sezione ArcheoIncoming. 

LE SEZIONI 
ArcheoExperience, Laboratori di Archeologia Sperimentale per la divulgazione delle tecniche utilizzate dall’uomo nel realizzare i manufatti di uso quotidiano. 
ArcheoIncoming, Spazio espositivo e Workshop con i tour operator specialisti delle destinazioni italiane per sviluppare l’incoming del turismo archeologico.
ArcheoIncontri, Conferenze stampa e Presentazioni di progetti culturali e di sviluppo territoriale. Al fine di promuovere al meglio le destinazioni archeologiche internazionali, per la prima volta i Paesi Esteri Espositori avranno la possibilità di divulgare la propria offerta con la presentazione dei siti e degli itinerari archeologici del proprio Paese.
ArcheoLavoro, orientamento post diploma e post laurea con la presentazione dell’offerta formativa a cura delle Università presenti nel Salone. Premio “Antonella Fiammenghi” alla migliore tesi di laurea sul turismo archeologico.
ArcheoStartUp, Spazio espositivo e presentazione delle startup in collaborazione con l’Associazione Startup Turismo che riunisce giovani imprese che offrono nuovi prodotti e servizi digitali nel turismo culturale e nei beni culturali. 
ArcheoVirtual, l’innovativa mostra internazionale di tecnologie multimediali, interattive e virtuali.
Conferenze, dove Organizzazioni Governative e di Categoria, Istituzioni ed Enti Locali, Associazioni Culturali e Professionali si confrontano su promozione del turismo culturale, valorizzazione, gestione e fruizione del patrimonio.
Incontri con i Protagonisti, il grande pubblico incontra i più noti Divulgatori culturali, Archeologi, Soprintendenti, Direttori di Musei, Docenti Universitari, Giornalisti. 
International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad”, in collaborazione con Archeo, il Premio alla scoperta dell’anno intitolato all’archeologo di Palmira che ha pagato con la vita la difesa del patrimonio. Le cinque scoperte archeologiche del 2018 selezionate dai media partner internazionali della Borsa (Antike Welt - Germania, Archéologia - Francia, as. Archäologie der Schweiz - Svizzera, Current Archaeology - Regno Unito, Dossiers d’Archéologie - Francia) in occasione della V edizione del Premio sono: 

- Bulgaria: nel Mar Nero il più antico relitto intatto del mondo
- Egitto: a Saqqara a sud del Cairo un antico laboratorio di mummificazione
- Giordania: nel Deserto Nero il pane più antico del mondo
- Italia: l’iscrizione e le dimore di pregio scoperte a Pompei
- Svizzera: la più antica mano in metallo trovata in Europa
Premio “Paestum Archeologia”, assegnato a quanti contribuiscono, con il loro impegno, alla valorizzazione del patrimonio culturale, alla promozione del turismo archeologico e al dialogo interculturale. Domenica 17 novembre verrà conferito il Premio “Paestum Archeologia” postumo a Sebastiano Tusa, per onorare la memoria del grande archeologo, dello studioso, dell’amico della Borsa, ma soprattutto dell’uomo del Sud, che ha vissuto la sua vita al servizio delle istituzioni per contribuire allo sviluppo locale e alla tutela del Mare Nostrum. Nel corso della Conferenza, sarà proiettato il film documentario “Pantelleria. Un’isola nel tempo: incontro con Sebastiano Tusa”, che Tusa realizzò con Folco Quilici e che volle presentare alla Borsa nel 2008 in occasione del decennale. Il Premio sarà ritirato da Valeria Patrizia Li Vigni, Consorte di Tusa e neo Soprintendente del Mare della Regione Siciliana, che presenterà il libro “The site of the Battle of the Aegates Islands at the end of the First Punic War”, volume a cura di Sebastiano Tusa e Jeffrey G. Royal (la data della battaglia navale delle Egadi, combattuta il 10 marzo del 241 a.C. tra flotte romane e cartaginesi - queste ultime alla fine sconfitte - coincide con il giorno e mese della scomparsa di Tusa, avvenuta nel disastro aereo in Etiopia il 10 marzo 2019).

AUDIZIONE PUBBLICA DEL CESE SU CULTURA E TURISMO
Venerdì 15 novembre si svolgerà l’Audizione Pubblica “Una nuova agenda europea per il turismo e la cultura” del CESE Comitato Economico e Sociale Europeo, organo consultivo dell’Unione Europea, che comprende rappresentanti delle organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro e di altri gruppi d’interesse. Il Comitato ha per compito fondamentale la formulazione di pareri nei principali settori dell’attività comunitaria, destinati alla Commissione Europea, al Consiglio dell’Unione Europea e al Parlamento Europeo, fungendo così da ponte tra le Istituzioni decisionali dell’UE e i cittadini dell’Unione. Interverranno il Presidente del CESE Luca Jahier e i protagonisti del turismo e della cultura europei e nazionali.

IV CONVEGNO INTERNAZIONALE 
Per il secondo anno consecutivo, nell’ambito della Borsa, si svolgerà il Convegno Internazionale “Dialoghi sull’Archeologia della Magna Grecia e del Mediterraneo” organizzato dalla Fondazione Paestum dal 15 al 17 novembre nelle sale dell’Hotel Esplanade: giunto alla quarta edizione, avrà quale tema “Fenomenologia e interpretazioni del rito”.
Il Convegno sarà come al solito diviso in due parti: la prima sarà occupata dalle relazioni di illustri studiosi italiani e stranieri che si occuperanno dell’antropologia del rito attraverso riflessioni teoriche e di una serie di casi di studio emersi da alcune recenti spettacolari scoperte archeologiche; nella seconda, circa 60 relatori e 25 autori di poster presenteranno le più importanti ricerche in corso nel Mediterraneo antico con relazioni sia attinenti in gran parte al tema generale, ma anche con comunicazioni relative alle ricerche personali dei singoli studiosi.

ALLA BMTA CON ARCHEOTRENO
Oltre alla rinnovata partnership con Trenitalia, vettore ufficiale, che riserverà ai visitatori il 30% di sconto, dal 14 al 16 novembre sarà disponibile per la prima volta il servizio ArcheoTreno, a cura della Fondazione FS Italiane, che permetterà di raggiungere Paestum da Napoli e Salerno a bordo di un treno storico composto dalle carrozze “Centoporte” degli anni ’30, trainate da una locomotiva elettrica degli anni ’60 in livrea d’origine.

Per ulteriori informazioni: www.bmta.it.

Nepi, cosa ha di speciale l'acqua benefica della Tuscia

nepi cascate


Piccolo gioiello della Tuscia viterbese, Nepi vanta origini antichissime probabilmente legate all'abbondante presenza di acque benefiche sul suo territorio, come testimonierebbe il suo stesso nome che deriverebbe dal termine "nepa" che, in lingua etrusca, significa proprio "acqua". Il paese sorge, infatti, su un vasto promontorio tufaceo incorniciato tra due gole all'interno delle quali scorrono i due torrenti Puzzolo e Falisco che vi confluiscono dopo aver formato perenni cascate.

La presenza dell'uomo sul territorio è testimoniata sin da epoca preistorica ma, secondo la leggenda, la città venne fondata oltre 500 anni prima dell'avvento dei Romani che la inglobarono, poi, tra le proprie conquiste proprio, probabilmente, per la presenza di prodighe sorgenti. I Romani furono, infatti, noti cultori dell'acqua alla quale dedicarono opere ingegneristiche all'avanguardia, una delle quali realizzata proprio a Nepi dove ancora oggi, presso lo stabilimento, sono custodite le vestigia di un antico sistema di captazione dell'acqua e dove la famiglia dei Gracchi, nel II secolo a.C., costruì un rinomato centro termale.

Le acque di Nepi, dunque, godono di notevole apprezzamento sin da epoca antichissima ed ancora oggi costituiscono una risorsa preziosa. Come riportato negli scritti di Gabino Leto, che descriveva Nepi come "Città nobile e potente nei cui ubertosi campi sgorgano sorgenti di acqua salutari", l'acqua di Nepi sgorga da sorgenti immerse in una isolata valle di oltre 240 ettari adornata da una vegetazione lussureggiante, proveniendo da un bacino idrogeologico ubicato su terreni di origne vulcanica che le conferisce le caratteristiche organolettiche e qualitative che la contraddistinguono da secoli. Caratteristiche come la sua piacevole e delicata effervescenza e le sue apprezzate proprietà digestive.

Ma l'acqua è soltanto una delle attrazioni che rendono Nepi una meta ricca di fascino. Il borgo, infatti, custodisce numerose testimonianze del suo lungo passato, tra cui le belle chiese ed i palazzi nobiliari ed una magnifica fontana attribuita al Bernini, e sorge in una zona della Tuscia particolarmente ricca di attrattive adagiata ai piedi dei Monti Cimini, a due passi dal Lago di Vico ed a soli 45 chilometri dalla capitale.

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