Last minute e di prossimità, le tendenze per il turismo dell’autunno





Il tuismo entro i confini nazionali sarà un trend anche durante il periodo autunnale: più della metà delle ricerche effettuate sui siti di viaggio dell’azienda provengono da viaggiatori italiani. Salento, Rimini, Calabria, Maremma e il Cilento sono tra le destinazioni più ricercate dai viaggiatori italiani mentre il Lago di Garda, Roma, Venezia, il Lago di Como e Firenze sono le mete preferite dai viaggiatori stranieri.

Nonostante vi sia stato un calo delle prenotazioni nella prima metà del 2020 a causa delle severe restrizioni di viaggio, le ricerche dei viaggiatori sui siti di viaggio di Expedia Group per il periodo autunnale hanno mostrato un significativo aumento, con una crescita media del 15% settimana su settimana (WOW). Le ricerche effettuate dagli italiani ammontano a circa il 65% del totale delle ricerche, e che quelle domestiche sono cresciute del 20% settimana su settimana, confermando che l’Italia è la destinazione preferita dai suoi cittadini in questo periodo di incertezza.

Se consideriamo i comportamenti di ricerca dei viaggiatori italiani, le ricerche last minute sono tra le più popolari. A luglio, Expedia Group ha osservato un aumento del 200% per quanto riguarda le ricerche di soggiorni in hotel nel mese di agosto, rispetto allo stesso periodo di giugno. Il volume di ricerca ha raggiunto un picco massimo (con un aumento del 170%) nella prima settimana di agosto per i soggiorni dello stesso mese, rispetto a quelli della prima settimana di luglio, dimostrando la prevalenza di ricerche e prenotazioni ‘Last Minute’. Tra le prime 5 destinazioni che hanno attirato l’attenzione degli italiani ci sono il Salento, e in generale la Puglia, seguite da Rimini, la Calabria, Maremma e il Cilento, destinazioni completamente diverse da quelle scelte dai visitatori internazionali. Le località balneari del sud Italia hanno sicuramente attirato la maggior parte dei turisti.

Le bellezze del nostro Paese hanno spinto un buon numero (35% del totale) di visitatori internazionali a cercare e pianificare le loro vacanze autunnali in Italia. I turisti tedeschi (30%) sono i più fedeli, seguiti da inglesi (circa il 20%), svizzeri (quasi il 15%), americani (10%) e francesi (10%). Per quanto riguarda le destinazioni, il Lago di Garda è il luogo preferito, seguito da Roma, Venezia, il Lago di Como e Firenze. I viaggiatori internazionali sono attratti dai laghi del Nord Italia anche grazie alla vicinanza al confine. Sono affascinati dalle città d’arte italiane, città ricche di storia, caratterizzate da angoli pittoreschi e scenari internazionali.

travelnostop

Giappone. Ecco il primo castello-hotel

 Un castello antico giapponese. Per una notte da sogno

Castello di Ozu. Foto Shoko Takayasu-Kita Management & Seki Co. Ltd 

È il primo castello in legno del paese a diventare hotel. In Giappone, nella prefettura di Ehime, il magnifico maniero di Ozu, con un’opera di delicato restyling, è stato portato agli splendori originali e trasformato in un’eccezionale dimora oggi aperta per la prima volta al pubblico.

Si tratta di una straordinaria testimonianza storica, perché è uno dei pochi castelli a graticcio rimasti in tutto il Sol Levante. Risalente al Trecento, il Castello inizialmente era solo una rudimentale rocca affacciata sul fiume Hiji, utile per sorvegliare la zona da eventuali attacchi nemici. Bisognerà aspettare il 1617 per vederla trasformata in maniero, quando Kato Sadayasu scelse Ozu per la sua residenza reale, mantenendo il controllo del posto, assieme ai suoi Samurai, per ben quasi due secoli e tredici generazioni. Una volta abbandonato, nell’Ottocento, il castello essendo in legno iniziò a deteriorarsi. Dopo la demolizione della struttura originale del maniero nel 1888, la città ha deciso di ricostruire questo simbolo perduto utilizzando proprio il legno. Dello storico maniero per fortuna le yagura, cioè le torri, costruite nel tardo periodo Edo, dichiarate nel 1957 bene storico nazionale, sono rimaste più o meno intatte: all’interno sono state arricchite da cimeli storici, pezzi d’antiquariato e immagini d’epoca, che ripercorrono l’incredibile storia.

Un castello antico giapponese. Per una notte da sogno

Foto Shoko Takayasu-Kita Management & Seki Co. Ltd

Ricostruita nel 2004, sulla base dei documenti storici della costruzione originale del quattordicesimo secolo, la struttura offre un’esperienza indietro nel tempo grazie a un percorso espositivo fatto di fotografie e modelli in legno, che porta alla scoperta di come si svolgeva la vita all’interno. Nel museo è conservata la testimonianza testuale e fotografica dei lavori di restauro, mentre dal piano più alto si gode la bella vista sulle campagne fiorite (in primavera questa destinazione è famosa per lo spettacolo della fioritura dei ciliegi) e sulla cittadina di Ozu, soprannominata la "piccola Kyoto" di Iyo. Un tempo centro politico nell'era Edo (1603-1868), fiorì durante i periodi Meiji (1868-1912) e Taisho (1912-1926) grazie alla produzione e al commercio di cera e seta. Ma, come molte altre cittadine rurali, ha vissuto un triste declino, e dagli anni Cinquanta la popolazione è diminuita drasticamente, passando sai 79mila abitanti ai 42mila di oggi.

Grazie al Castello, ora la cittadina sta provando a rilanciarsi, attirando turisti e visitatori per fargli scoprire la magia del posto. Fortezze imponenti come questa erano tipicamente costruite in Giappone come sontuose case per signori, a simbolo del loro status. E ora gli ospiti avranno la possibilità di vivere sontuosamente come loro, provando un’esperienza esclusiva fuori dal comune, a partire dal costo: per soggiornare in questa struttura e vivere come signori, si spende a coppia circa 8 mila euro a notte. Il prezzo è proporzionalmente più conveniente (anche se il costo assoluto del pernotto sale) se dai due ospiti si sale al massimo consentito di 12, ma rimane comunque fuori dalla portata dei più. Il benvenuto agli ospiti viene fatto seguendo l’antico cerimoniale giapponese, come si usava all'epoca Edo, che proietta subito nelle atmosfere di un tempo e permette di entrare nello spirito del luogo. Musica, danze e sbandieratori mostrano le antiche arti di cui si godeva a corte, tra spettacoli di spade e concerti di flauti di conchiglie. Si può assistere alle dimostrazioni di fucili con otturatore a miccia, indossando antiche armature.

Oltre ai pernottamenti, i visitatori all'arrivo sono incoraggiati a indossare i kimono tradizionali da signori o i costumi da guerrieri Samurai, per girare tra gli ambienti, le sale e i giardini della struttura. Tra le esperienze da non perdere, c’è sicuramente l’originale cerimonia del tè, un lungo e accurato rito immerso in un lussureggiante giardino: nel parco sorgono diverse case del tè, eleganti padiglioni affacciati su uno dei punti più panoramici del posto, lungo il fiume Hiji. C’è anche un bel santuario da visitare e un tempio. A completare l’esperienza, vale la pena anche godersi una passeggiata per le strade del centro storico di Ozu, visitando le antiche case dei samurai.

Ma trovare posto non è semplice. Vista la straordinarietà del soggiorno, sono solo trenta gli ospiti ammessi all’anno, mai più di sei per volta. Per assicurarsi il soggiorno, c’è chi si prenota anche un anno prima.

repubblica viaggi

"PIÙ IMPULSO AL TURISMO RELIGIOSO IN ISRAELE"

 Kalanit Goren Perry è il  nuovo direttore  dell'Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo in Milano.Laureata in cinematografia con tesi in Sound Design, è una grande esperta di turismo internazionale, praticato di persona viaggiando nei cinque continenti. Ha lavorato per diversi anni nella Società della Protezione della Natura (SPNI) esplicando la sua attività su specifici progetti di marketing, in collaborazione con operatori israeliani e tour operators internazionali.

Successivamente ha intrapreso un ciclo di studi di Scienze Politiche e Diplomazia internazionale, con progetto finale dedicato alla comunicazione Visual. Approdata poi al ministero del Turismo a Tel Aviv, ha dimostrato doti organizzative e progettuali per lo sviluppo del turismo outdoor, riuscendo a coniugare specifiche competenze di marketing con l’ interesse per la cultura e la passione per la natura.

 “Senza dimenticare i Luoghi Santi tradizionali della Galilea e della Giudea", dice, "darò ancora maggiore visibilità al turismo religioso richiesto dal pubblico italiano. La strategia sarà quella di orientare l’ interesse religioso e culturale verso il deserto del Negev. Questo deserto, di una bellezza stupefacente, è ricco di tracce storiche, archeologiche e cristiane, che potranno e dovranno essere valorizzate da un turismo sempre più consapevole e curioso”.

Il nuovo direttore raccoglie una pesante eredità, resa drammatica dal crollo del turismo mondiale. Sarà Kalanit la signora che guiderà la ripresa del turismo italiano in Israele, dopo la pandemia? A lei i migliori auguri.

Immagine articolo
Kalanit Goren Perry, direttrice dell'Ufficio turistico israeliano.
Famiglia Cristiana

Festival Cinema Venezia. LEONE D'ORO A NOMADLAND, PER L'ITALIA VINCE FAVINO

ARGENTO A NUEVO ORDEN. DELUSIONE PER NOTTURNO DI ROSI L'americano Nomadland, road western di Chloé Zhao, vince il Leone d'Oro della Mostra di Venezia numero 77. Leone d'argento, Gran Premio della Giuria, a Nuevo Orden di Michel Franco. Migliore regia al giapponese Kiyoshi Kurosawa per Wife of a spy. Per l'Italia vince Pierfrancesco Favino, Coppa Volpi per il miglior attore per Padrenostro di Claudio Noce. Delusione per Notturno di Gianfranco Rosi, senza premi dopo essere stato tra i favoriti. "La decisione di escluderlo è stata difficile tanto che volevamo creare un premio speciale per lui", le parole della presidente Cate Blanchett.
ansa


A Parma. Salone del Camper 2020, un mercato in controtendenza



Un milione di camperisti quest'estate in Italia: il settore ha recuperato in un mese tutte le perdite registrate durante il lockdown



L'ingresso del Salone alle Fieri di Parma

arte oggi sotto i migliori auspici il Salone del Camper 2020, l’XI° edizione dell’evento nazionale più importante del settore del Turismo in Libertà, confermatissimo alle Fiere di Parma e in programma fino al 20 settembre. Infatti quella del 2020 è stata senza dubbio l'”estate del camper”, grazie ai numeri che il settore ha messo a segno durante questa stagione di un’annata così particolare: secondo l’APC – Associazione Produttori Caravan e Camper, infatti, oltre un milione sono stati i camperisti che hanno affollato la nostra penisola durante i mesi più caldi, confermando il veicolo ricreazionale come il mezzo più sicuro e ideale per la ripartenza.

«Nonostante la pandemia, il settore del Turismo in Libertà ha voluto dare un forte segnale realizzando, grazie alla fiducia della aziende espositrici, la XI° edizione del Salone del Camper qui a Parma – dichiara Antonio Cellie, AD di Fiere di Parma – Si tratta della rassegna di settore più rilevante d’Italia e tra le due più importanti del mondo, siamo pronti quindi a ricevere, come ogni anno, le migliaia di appassionati che visiteranno in tutta sicurezza i padiglioni durante i nove giorni della kermesse».

Grande soddisfazione anche per Simone Niccolai, Presidente di APC-Associazione Produttori Caravan e Camper, che commenta così l’apertura della rassegna: «Il Salone del Camper rappresenta, in questo periodo, un esempio fulgido della volontà del Paese di ripartire. Siamo orgogliosi che il Salone sia una delle poche manifestazioni che hanno avuto il coraggio di andare in scena e siamo fieri, come comparto, dei numeri realizzati dopo il lockdown: a maggio, pur partendo in ritardo, abbiamo eguagliato le immatricolazioni del maggio scorso, a giugno abbiamo fatto +50% su giugno 2019, a luglio +114% su luglio 2019 e ad agosto +104% su agosto 2019; nei primi 8 mesi dell’anno le vendite sono aumentate del 3% rispetto allo scorso anno; praticamente in un solo mese sono state recuperate tutte le perdite registrate durante il lockdown. Cifre che non ci aspettavamo nemmeno noi, ma che confermano quanto il camperismo sia sempre di più uno dei motori trainanti della nostra economia e del Sistema Paese. Il comparto ha reagito alla pandemia adeguando gli standard produttivi alle nuove normative di sicurezza. Il risultato è stato eccezionale perché sono stati garantiti gli stessi livelli di produzione pre-Covid e lo stesso numero occupazionale. Si tratta di un settore che dà lavoro a oltre 7.000 persone e genera un fatturato di un miliardo e mezzo di euro. E non dimentichiamo che il Turismo all’aria aperta rappresenta ormai da anni la terza forza all’interno dell’intero settore turistico».

I principali organizzatori della kermesse, le Fiere di Parma e APC – Associazione Produttori Caravan e Camper, sono pronti ad accogliere i numerosi appassionati all’interno dei 61.000 metri quadri di superficie espositiva distribuiti nei padiglioni 3-4-5-6 del complesso fieristico parmense. Per quest’undicesima edizione del Salone sono confermati circa 200 espositori provenienti da tutto il mondo, tra cui naturalmente il gotha del camperismo internazionale con quelli che sono i marchi più in vista del settore: Adria, Airstream, Arca, Autostar, Benimar, Blucamp, Carthago, Challenger, Chausson, CI, Dreamer, Elnagh, Euramobil, FCA, Ford, Font Vendome, Giottiline, Itineo, Knaus Tabbert, Malibu, McLouis, Mobilvetta, Rapido, Rimor, Roller Team, Sun Living, Vantourer, Westfalia e XGo.

Ma il Salone del Camper è anche, e soprattutto, turismo, voglia di viaggiare e di associare al camper itinerari indimenticabili: per questo, nella sezione “Percorsi e Mete”, sono presenti sempre nuovi percorsi consigliati per tutti coloro che amano la vacanza all’aria aperta. Imperdibile il “Dante Tour” in Emilia Romagna, a bordo della propria mountain bike, ormai compagna inseparabile di ogni camperista: da Faenza a Ravenna, passando per Lugo e Marina Romea, alla scoperta dei territori dove vissero alcuni dei protagonisti della “Divina Commedia” del Sommo Poeta; oppure, sempre in bici, tre giorni alla scoperta della Romagna fra pinete, valli, fiumi, antichi tesori, paesaggi sorprendenti e ricchi sapori; infine, con la e-bike, 10 giorni e 9 notti alla scoperta del Delta del Po, Comacchio, Ravenna e Cervia, in una sorta di incontro spettacolare tra cielo e mare con visioni paradisiache come i fenicotteri rosa in riva al fiume.

avvenire

Inaugurata la casa natìa di Ignazio Silone

 Inaugurata la casa natìa di Ignazio Silone © ANSA

È stata inaugurata la casa natìa di Ignazio Silone a Pescina in via delle Botteghe, a seguito dei lavori di ristrutturazione resi possibili grazie al contributo della Fondazione Terzo Pilastro-Internazionale e del Comune di Pescina. La cerimonia di inaugurazione è stata seguita dal racconto in musica intitolato "Il perdono nutre il mondo - Silone, Dante e la Perdonanza di Celestino V" di Angelo De Nicola, accompagnato dalla fisarmonica di Lorenzo Scolletta e dal pianoforte di Sara Cecala.

"Giunge finalmente a felice conclusione - ha spiegato il presidente della Fondazione, Emmanuele Francesco Maria Emanuele - un progetto a cui tengo particolarmente e che reputo essere un dovere morale nei riguardi del più illustre intellettuale della città, Ignazio Silone, e di Pescina stessa, che ospita il Museo a lui dedicato. Questo restauro, da me fortemente voluto, è inoltre una testimonianza della mia gratitudine nei confronti della città stessa e della persona del sindaco, a cui debbo il privilegio di annoverarmi cittadino onorario".

Per il sindaco di Pescina Stefano Iulianella "il restauro della casa natìa dello scrittore Ignazio Silone non è soltanto l'importante recupero architettonico di un edificio sito nel nostro splendido centro storico, ma altresì di una parte importante della storia della nostra città e dell'identità culturale che la caratterizza. Ignazio Silone finalmente torna nella casa dov'è nato, dove ha vissuto i primi anni dell'infanzia, dove ha sofferto la distruzione e la separazione dai propri affetti a causa del terremoto del 1915. Tutto ciò è stato reso possibile dalla generosità degli eredi dello scrittore, che hanno donato al Comune di Pescina l'immobile oggi recuperato, dalla lungimiranza e sensibilità del presidente della Fondazione Terzo Pilastro-Internazionale, ed infine dall'attenzione della Regione Abruzzo che, attraverso i finanziamenti legati al Masterplan Patto per il Sud, ha investito nel recupero della storia della nostra città".

Ansa

ARRIVANO 13 NUOVI SUPER DIRETTORI NEI MUSEI ITALIANI



CAPPELLETTI ALLA BORGHESE, VERGER A MUSEO NAZIONALE ROMANO Francesca Cappelletti alla Galleria Borghese , Stéphane Verger al Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo, Edith Gabrielli per Vittoriano - Palazzo Venezia. Sono i tre nuovi super direttori di prima fascia i cui nomi sono annunciati oggi dal ministro della cultura Dario Franceschini insieme ad altri 10 super direttori che andranno a guidare altrettante realtà italiane dalla Biblioteca dei Girolamini a Palazzo Reale di Napoli, dal Parco Archeologico di Sibari a quello di Ostia antica. (ANSA).

Conversazioni letterarie Tre incontri con tre grandi donne della letteratura 16 settembre – 13 novembre 2020 Ruvo di Puglia

 Nell’ambito del progetto Ruvo di Puglia - città di LiberEroi e LiberAttori, realizzato dal Comune di Ruvo di Puglia con il finanziamento del Mibac Centro per il Libro e la Lettura, l’Associazione culturale In folio in collaborazione con Giorgia Antonelli, propone le Conversazioni letterarie. Tre incontri per tre grandi donne. Un ciclo di appuntamenti per approfondire il pensiero di tre scrittrici che hanno segnato la storia della letteratura. Un viaggio attraverso i testi più significativi della loro produzione letteraria.

ELSA MORANTE e il suo romanzo “La Storia”

Mercoledì 16 settembre 2020, ore 18.30

Coffee Room Caffetteria, Corso Cotugno 46

La prima delle tre conversazioni è dedicata alla scrittrice Elsa Morante e al suo romanzo più controverso “La Storia”. In questo romanzo della maturità politica si riflettono i temi cari alla scrittrice: lo sguardo poetico dei fanciulli come filtro per la realtà, la maternità mancata e la Storia come elemento sconvolgente e distruttivo nella vita dell'uomo. A distanza di cinquant'anni La Storia mantiene viva la sua forza narrativa, consegnando al lettore uno dei più grandi romanzi del '900.

EMILY DICKINSON e le sue poesie

Venerdì 23 ottobre 2020 ore 18.00 Biblioteca comunale

La seconda conversazione è dedicata a Emily Dickinson, figura enigmatica e poeta che in vita rifuggì il mondo e la notorietà ma che consegnò la sua eternità alle parole. Fu rivoluzionaria nella vita e nella scrittura, riservata eppure vulcanica nelle passioni. La sua visione del mondo, unica e  priva di condizionamenti, eppure perfettamente consapevole, continua a essere luminoso esempio per i poeti contemporanei. La sua scrittura sfugge a ogni inquadramento storico rimanendo, ancora oggi, di una rivoluzionaria modernità.

NATALIA GINZBURG e il suo romanzo “Lessico famigliare”

Venerdì 13 novembre 2020 ore 18.00 Biblioteca comunale

La terza conversazione è dedicata a Natalia Ginzburg. “Lessico famigliare” è il romanzo che la consacra, con il quale vince lo Strega nel 1963.  

Attraverso il lessico personalissimo della famiglia Levi, la Ginzburg ripercorre un pezzo di storia d’Italia fino al secondo dopoguerra, in cui si affacciano amici e personaggi del mondo culturale del Paese come Carlo Levi, Adriano Olivetti, suo marito Leone Ginzburg, Cesare Pavese e Luigi Einaudi, qui raccontati in tutta la loro umanità attraverso uno stile sempre asciutto e misurato che ha reso questo libro uno dei classici imprescindibili della letteratura italiana.

A parlarci di queste immense scrittrici sarà Giorgia Antonelli docente di ruolo di materie letterarie e latino, editore e direttore editoriale di LiberAria Editrice, ideatrice del progetto “Ritratto di Signore”.

 

Le Conversazioni letterarie hanno una durata di 1 ora.

La partecipazione è gratuita. Si raccomanda la massima puntualità.

Nel rispetto del norme anti – covid si raccomanda di indossare sempre la mascherina.

---------------------------------------------------

Fonte: Comunicato Stampa In folio Associazione Culturale



Dalle Cinque Terre al Colle dell'Infinito, Giornata del Panorama del Fai. Il 13 settembre in 9 beni per riscoprire la bellezza che ci circonda

 Fai Giornata del panorama 2020,Villa dei Vescovi PD Foto di © ANSA

Ansa

ROMA - Villa Flecchia, sul crinale della Serra d'Ivrea, dove la vista corre sul'intero Biellese, da un lato, e sul lago di Viverone e sul Canavese, dall'altro (oltre che sulla collezione di dipinti del XIX secolo). Il Podere Case Lovara, nel cuore delle Cinque Terre, raggiungibile solo a piedi, tra ulivi, viti, alberi da frutto e orti. E poi la Villa dei Vescovi, raffinata dimora di inizio Cinquecento, intimamente legata al paesaggio dei Colli Euganei che si rilfette negli affreschi dei suoi ambienti, opera del fiammingo Lambert Sustris. Fino all'Orto sul Colle dell'Infinito, nella cui atmosfera silenziosa il Giacomo Leopardi ambientò la sua lirica più celebre; o la Baia di Ieranto, con i trekking alla scoperta di scorci mozzafiato sulla Penisola sorrentina. Torna, domenica 13 settembre, la Giornata del panorama del Fai, evento dedicato all'osservazione attenta e consapevole delle bellezze che ci circondano che il Fondo Ambiente Italiano organizza dal 2014 nei suoi beni.

Ampliata nella proposta e nella copertura geografica, questa 7/a edizione, in collaborazione con Fondazione Zegna, invita il pubblico a "guardarsi intorno" in 9 beni e 7 regioni, con un calendario ricco di incontri, visite guidate, attività all'aperto. Come la scoperta e il workshop fotografico al Bosco di San Francesco ad Assisi: 64 ettari di paesaggio umbro tra natura, storia e spiritualità, che l'incuria aveva reso discarica e il Fai ha recuperato.

C'è anche il tour in trenino alle Saline Conti Vecchi, le più longeve della Sardegna, fino a Porto San Pietro, dove un tempo attraccavano chiatte e rimorchiatori e dove ora stazionano cormorani, garzette e fenicotteri. Fino all'Oasi Zegna a Trivero (BI), dove la musica "dialogherà" con il paesaggio delle Alpi Biellesi, con anche la mostra From Sheep to Shop e il laboratorio per tutta la famiglia Gli uomini che piantano gli alberi. Info: www.giornatadelpanorama.it


Da Canterbury a Leuca a piedi, nel 2021 festa per via Francigena. Tremila km in 4 mesi. A fine settembre Festival cammini del sud

 Un'immagine di Santa Maria di Leuca © ANSA

ansa

ROMA - In marcia da Canterbury a Santa Maria di Leuca, tremila chilometri da percorrere con staffette di viandanti e camminatori che si daranno il cambio per quattro mesi. Così l' Associazione Europea delle vie Francigene festeggerà nel 2021 i suoi venti anni di vita per ricordare che andare a piedi lungo un itinerario è un gesto pratico che esprime soprattutto la voglia di dialogo, di scambi e rapporti con altri popoli e altre culture. Lo ha annunciato il presidente Massimo Tedeschi, intervenendo da Parigi alla presentazione del decimo Festival europeo delle vie Francigene promosso dall'Associazione Civita in collaborazione con Federparchi e l'Unione delle Pro Loco d' Italia. Per l' avvio della grande marcia che dall' Inghilterrà si concluderà nel lembo estremo della Puglia, ''porta d'oriente verso Gerusalemme'', è stata scelta la data del 5 maggio, in ricordo dei 72 anni della nascita del Consiglio d' Europa che nel confronto e nell'unione ha i suoi valori fondanti.

L'appuntamento ravvicinato scatta invece dal 29 settembre con Festival del decennale dedicato ai cammini del Sud che per due mesi coinvolgerà borghi, campagne e periferie delle città pugliesi con iniziative ed eventi. Sandro Polci, direttore artistico, ha spiegato che quest'anno l'emergenza Covid ha imposto la necessità di una riflessione attraverso un ciclo di conferenze sulle radici storiche dei cammini, dall'alto medioevo ad oggi, con storici e promotori che ne hanno mantenuto vivo il valore. Camminare è anche un atto di responsabilità ecologica.

''In Italia si contano 8 miliardi di bottiglia di plastica per l'acqua. Il pellegrino gira con la borraccia'', ha osservato Polci. Oltre alla via Francigena e all' Appia, la regina delle grandi vie di comunicazione, altri dieci cammini originali e sostenibili saranno a disposizione del ''turismo buono'' grazie anche alle associazioni locali. Marciare, alimentarsi, dormire dunque, non in modo penitenziale ma seguendo una rete che offre ospitalità ed eccellenze gastronomiche per rendere piacevole l' esperienza. Aldo Patruno, Direttore generale Dipartimento Turismo della Puglia, ha precisato che la regione offre ai viandanti e ai pellegrini ''un sistema integrato e diffuso di attrattori e di eventi'' e che il tratto meridionale pugliese della Francigena, incluso recentemente dal Consiglio d'Europa, e gli altri tracciati dal 2018 ad oggi hanno fatto registrare un numero di camminatori che ogni anno si è triplicato. 

Il Museo degli Oscar a LA apre con una mostra di Miyazaki

 Hayao Miyazaki © ANSA

NEW YORK - Piu' volte rinviato e fuori budget, il Museo degli Oscar disegnato da Renzo Piano aprira' i battenti alla fine di aprile con una mostra inaugurale dedicata al grande del cinema Hayao Miyazaki. Problemi di costruzione prima e poi la pandemia avevano per anni tenuto l'Academy Museum of Motion Pictures in ritardo sui tempi per anni. Ora, salvo imprevisti, il taglio del nastro nel quartiere del Miracle Mile, gia' in programma il prossimo dicembre, dovrebbe essere il 30 aprile con la prima esposizione temporanea dedicata all'animatore giapponese premio Oscar nel 2003 per "Spirited Away".

La mostra e' organizzata in collaborazione con lo Studio Ghibli di cui Miyazaki e' stato fondatore assieme al collega e mentore Isao Takahata: presenterà 300 oggetti legati ai film del cineasta, molti dei quali usciti dal Giappone per la prima volta. Saranno inoltre organizzate proiezioni dei capolavori di Miyazaki, considerato uno dei piu' grandi, se non il piu' grande maestro del cinema di animazione vivente. "Onorare la grande carriera di questo importante artista internazionale e' il modo piu' adatto di aprire le nostre porte, un simbolo dello scopo globale del Museo dell'Academy", ha detto il direttore Bill Keller. La mostra e' organizzata come un viaggio attraverso sette sezioni, ciascuna imperniata su un tema del lavoro del 79enne cineasta che nel 2014 e' stato premiato con l'Oscar alla carriera. Si parte seguendo la piccola Mei di "Il mio vicino Totoro" attraverso uno spazio di transizione che porta nei mondi incantati di Miyazaki. Una sezione e' dedicata alla collaborazione con Takahata da cui sono nati capolavori per la tv come "Heidi", un'altra fascino esercitato su Miyazaki da complesse strutture verticali come quelle del mondo sottomarino di "Ponyo" e dal mondo del volo che ha ispirato lungometraggi come "Porco Rosso", liberamente basato sul manga Hikōtei jidai dello stesso regista.

Inizialmente il museo dell'Academy avrebbe dovuto aprire nel 2017. A febbraio, durante la serata degli Oscar, Tom Hanks aveva annunciato una nuova data per il taglio del nastro: dicembre. Poi pero' era scoppiata la pandemia, costringendo a un nuovo rinvio. L'avveniristico edificio disegnato da Piano sorge a poca distanza dal Lacma (Los Angeles County Museum of Art), il cui Resnick Pavilion e' disegnato anche quello dall'architetto genovese. Nel progetto di Piano, le due anime dell'edificio flirtano tra loro, toccandosi appena, grazie a corridoi aerei che collegano l'ala storica, ricavata nella sede 1939 dei grandi magazzini May trasformati in spazi espositivi, e un "vascello volante" da cui si sale a un teatro da mille posti intitolato a David Geffen che in futuro dovrebbe ospitare la notte degli Oscar.

ansa

Dimitrov, bassorilievi 'Sotto il segno dei Portici' A Bologna in occasione della candidatura a Patrimonio Unesco

 Dimitrov, bassorilievi 'Sotto il segno dei Portici' © ANSA

Dedicata a Bologna in occasione della candidatura dei portici a Patrimonio Unesco, una mostra di Ivan Dimitrov, 'Sotto il segno dei Portici', allestita dal 12 al 27 settembre nella Sala d'Ercole di palazzo d'Accursio, propone un'accurata selezione dei bassorilievi in terracotta ad effetto tridimensionale che lo scultore bulgaro ha dedicato a Bologna, sua città di 'adozione'.

La mostra sarà articolata in un singolare percorso a tappe che inizierà a Palazzo d'Accursio, dove verrà fatta l'inaugurazione e la prima presentazione al pubblico. Magie prospettiche, giochi di luce e ombra, corredati da riferimenti poetici e testimonianze storiche, propongono un'immagine della città sospesa tra presente e passato, coinvolgente e suggestiva.

Quella a Palazzo d'Accursio è la prima tappa di un percorso espositivo che si concluderà in novembre con una seconda mostra nella sala Museale 'Possati'-Complesso del Baraccano del Quartiere Santo Stefano, organizzatore della mostra. L'evento fa parte delle iniziative culturali incluse nel piano di gestione per la Candidatura dei Portici alla World Heritage List Unesco. L'ingresso è gratuito.

ansa


Antica fornace di Venezia lancia la Biennale del Colore

 Ansa

 © ANSA

 Un'antica fornace veneziana di mosaico in vetro colorato, la Orsoni, attiva dal 1888, ospita dal 10 settembre la prima edizione della Biennale del Colore, un viaggio cromatico che si ripromette di coinvolgere i cinque sensi del visitatore: il colore attraverso la letteratura, la musica, il cibo, i profumi, i materiali, illustrato con diverse rappresentazioni artistiche. Un'edizione zero, su invito, per rispetto delle norme di sicurezza sul Covid, ma che vuole lanciare un segnale positivo, di rinata creatività, per vincere il momento di forte crisi e distanziamento sociale.

La Biennale sarà all'insegna del colore per antonomasia, il rosso, declinato in tutte le possibili varianti. Orsoni, azienda che fa capo al gruppo Trend, è una storica fornace di mosaico di vetro colorato e ori 24 kt che possiede la più ampia "biblioteca di libri di vetro colorato" al mondo, con più di 3.500 colori di smalti veneziani di diverse tonalità e sfumature, ispirazione per grandi artisti in tutto il mondo.

"E' proprio il connubio tra colore, Venezia e Orsoni che ci ha portato all'idea di progettare una nuova edizione di biennale capace di declinare il significato e il valore del colore nei sensi e nelle arti - afferma Riccardo Bisazza, presidente di Orsoni Venezia 1888 -. Il colore è il protagonista dell'evento: narrato, suonato, assaggiato e profumato, stimolando tutti i sensi mediante rappresentazioni artistiche". 

#PhEst2020, la Terra in mostra a Monopoli

 #PhEst2020, la Terra in mostra a Monopoli © ANSA

Ansa

Sono 24 le esposizioni fotografiche e d'arte in programma alla quinta edizione del festival internazionale #PhEst2020 di Monopoli: fino al primo novembre la città pugliese ospita mostre e appuntamenti gratuiti di musica e cinema dedicati al tema della terra.

L'edizione di quest'anno, che si svolge in location sicure e all'aperto per garantire il rispetto delle norme antiCovid, è incentrata su argomenti che ruotano attorno al pianeta e al mondo contadino e ai loro temi più scottanti, dal clima al riscaldamento globale e all'inquinamento. L'obiettivo della mostra è di realizzare un viaggio per immagini alla scoperta del mondo e della sua complessità, dal micro al macro: si passa dagli insetti al microscopio laser di Igor Siwanowicz alle fotografie catturate dai satelliti di Google Earth che sembrano quadri astratti in un insieme connesso della nostra terra.

Le 24 mostre si possono ammirare passeggiando per il centro storico di Monopoli o tuffandosi nelle acque del suo mare: allestita sott'acqua con grandi pannelli davanti alla spiaggia di Cala Porta Vecchia c'è l'installazione "Guarda il mare che abitualmente non vedi" con i pesci notturni e il loro ambiente sottomarino. Le fotografie sono di David Doubilet e Jennifer Hayes, in collaborazione con il National Geographic. Tra le mostre c'è un progetto speciale commissionato alla fotografa siciliana Roselena Ramistella dal titolo "Ground Control", che è dedicato al tema dei contadini ed è allestito al Porto Vecchio.

Lutto. Addio a Emma, 96 anni: a piedi nei santuari di tutto il mondo. Per voto



Avvenire
Era la pellegrina più anziana d'Italia, soggiornava “sotto l’albergo delle stelle". L'ultimo pellegrinaggio un anno fa al Santuario della Madonna di Częstochowa in Polonia


Pagina Facebook del Santuario delle Grazie di Curtatone
Pellegrina per voto, Emma Morosini, 96 anni è morta a Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova. La piangono non solo al suo Paese natale, ma anche in Rete dove si leggono tanti messaggi di cordoglio e ricordo di tutti quei camminatori e pellegrini che hanno incrociato la sua fede e il suo sorriso sulle strade europee e italiane.


Per un voto alla Madonna, dopo un’operazione chirurgica che sembrava lasciarle poche speranze, Emma - “l’asinello di Dio” come amava farsi chiamare - aveva preso a raggiungere da sola a piedi i più importanti Santuari del mondo. "Non faccio niente di straordinario - diceva - : metto un piede dinanzi all'altro e cammino, come camminano tutti. Solo che la meta è sempre un santuario della Madonna: di mio metto solo i piedi; per le varie difficoltà che si possono incontrare è sempre la Provvidenza che rimette tutto a posto". Da Santiago de Compostela a Gerusalemme, da Aparecida a San Giovanni Rotondo, da Lujan a Lourdes, da Fatima a Guadalupe: Emma, infermiera in pensione, nei suoi ultimi 25 anni di vita si era trasformata in una "pellegrina da guinness". In tutto questo tempo aveva percorso circa 35mila chilometri lungo le vie dei Santuari mariani, portando con sé esclusivamente un trolley con l’essenziale: due mele, due panini, una bottiglia di acqua, un cambio di biancheria, un ombrello e dormendo spesso all’adiaccio.

La sua ultima impresa è stata lo scorso anno quando a piedi da Mantova aveva raggiunto il Santuario di Częstochowa in Polonia. I funerali di Emma Morosini saranno lunedì 14 settembre alle 9.30 nel Duomo di Castiglione delle Stiviere, nel Mantovano.

Dudovich, mostra omaggio ad uno dei giganti delle reclame. A Trieste, così gli scatti ispiravano il maestro dei cartelloni

  © ANSA

Da una fotografia al manifesto pubblicitario di successo. C' era un attento lavoro di scatti dietro i grandi cartelloni che fecero di Marcello Dudovich uno dei giganti della rèclame tanto in voga sui muri delle grandi città tra la fine dell' Ottocento e i primi decenni del nuovo secolo. L' artista triestino andava a caccia di idee puntando l' obiettivo sull' alta società che in Italia e all' estero frequentava gli ippodromi, guardando alla vita nei campi e, soprattutto, concentrando l' attenzione sulle donne, le attrici del cinema e del teatro come Maria Melato, le star dell' operetta e della lirica come Gea della Garisenda conosciutissima per ''Tripoli bel suol d' amore'', ma anche traendo spunti da occasioni estemporanee che coinvolgevano familiari e amici. Le sue opere sono il segno inconfondibile di come gli anni d' oro del nuovo strumento di persuasione al consumo siano stati anche lo specchio dei gusti e delle mode di un' epoca. Dopo aver tenuto banco nei mesi scorsi in Svizzera al Museo di Chiasso, la mostra ''Marcello Dudovich (1878-1962) fotografia fra arte e passione'', a cura di Nicoletta Ossanna Cavadini e Roberto Curci, racconta ora proprio a Trieste dal 10 luglio fino al 10 gennaio 2021 questo aspetto inedito di uno dei maestri della cartellonistica moderna. Nelle ex Scuderie del Castello di Miramare tra le oltre 300 opere scorrono 200 fotografie vintage inedite, 32 manifesti originali, 25 schizzi e bozzetti, riviste, lettere, cartoline e documenti. Il materiale, concesso da prestatori pubblici e privati, offre la possibilità di confrontare il passaggio dalla foto al bozzetto, allo sviluppo a tempera prima dell' esecuzione in scala del manifesto e, infine, della sua stampa a colori.
    ''Davanti ai suoi manifesti non si può rimanere indifferenti perché sono capaci di portarci dentro l' immagine - spiega Nicoletta Ossanna Cavadini, direttrice del museo di Chiasso -.
    Non troviamo più la composizione canonica dei modelli ma vediamo donne colte quasi in un attimo fuggente, sorriderci o avere quasi una posa scomposta, di spalle o di tre quarti, con gli abiti al vento svolazzanti, o nell' atto di aggiustarsi i vestiti. Dudovich piacque moltissimo ai grandi committenti, come i magazzini di abbigliamento dei Fratelli Mele di Napoli, e ai nuovi dirigenti della Rinascente negli anni Venti perché la sua capacità di comunicazione era tale da saper coinvolgere chi guardava''. Dopo essersi fatto le ossa nell'ambiente artistico della sua città, il giovane disegnatore nel 1897 si trasferì a Milano, grazie al fatto che il padre era amico di Leopoldo Metlicovitz, anche lui triestino, già da tempo famoso pittore e cartellonista. Da litografo nelle Officine Ricordi Dudovich conobbe da vicino le firme più prestigiose dei manifesti pubblicitari. Due anni dopo si traferì a Bologna dove cominciò a firmare le sue opere e a riscuotere i primi successi, tra cui nel 1900 la medaglia d' oro alla Esposizione Universale di Parigi.
    ''In questa mostra - spiega Roberto Curci - si scopre la dimensione finora sconosciuta del Dudovich fotografo, che decise non solo di farsi ritrarre, giovane e provocatorio, in pose stravaganti ed eccentriche, ma di fare della fotografia un promemoria che gli tornasse utile per certi lavori, i manifesti, le tavole pubblicitarie, le illustrazioni per le riviste. E' stato sorprendente scoprire quanto certi lavori che si conoscevano avessero in realtà questa dimensione propedeutica, le foto che portavano a quel risultato''.
    Dopo gli scatti giovanili, la sala dedicata alla Belle Époque (1910-1914) descrive il periodo in cui l' artista, da poco assunto dalla rivista satirica "Simplicissimus" di Monaco di Baviera come "cronista mondano", si rende conto come la fotografia possa dargli ispirazione per le illustrazioni destinate al giornale bavarese e, in seguito, ai manifesti pubblicitari. Ma è nel periodo tra le due guerre, dal 1920 al 1935, che la carriera di Dudovich toccò il punto più alto.
    Diventato responsabile e direttore artistico della società Star-IGAP curava la creazione, la distribuzione e l'affissione dei manifesti murali in tutta Italia. C' è spazio anche per osservare il legame con Leopoldo Metlicovitz proprio attraverso la passione per la fotografia che accomunava i due artisti. Le immagini di Dudovich appaiono più immediate e disinvolte delle venti fotografie di Metlicovitz, conservate al Civico Archivio Fotografico di Milano ed esposte ora per la prima volta al pubblico. (ANSA).
   

A Modena, al Festival della fiaba. Tre giorni di letture rivolte agli adulti e dedicate alle madri

  © ANSA

ansa

E' giunto alla settima edizione il Festival della fiaba che dall'11 al 13 settembre incanterà e intratterrà gli spettatori del circolo culturale Filatoio di Modena. Storie, racconti, spettacoli, performance, conferenze, letture e concerti sono i protagonisti dell'originale manifestazione ideata dalla regista teatrale Nicoletta Giberti, che da anni studia le fiabe attraverso linguaggi eterogenei.
    Tema dell'edizione di quest'anno è Baba Jaga, la "grande Madre", un argomento che coinvolge scrittori, professori e filosofi in un ciclo di conferenze gratuite proposte ogni sera nello spazio ProgettoLavoratorio. Varie, infatti, sono le location dell'evento, molte delle quali dislocate nel quartiere adiacente al Museo-casa Enzo Ferrari, vicino al centro storico della città; oltre al Filatoio sono state coinvolte, tra le altre, anche l'atelier di Andrea Cappucci, la liuteria di Michele Notari, lo Studio Loom (spazio di coworking), Ron Varadero, la bottega StART 60 e l'hotel La Pace. Qui, per esempio, nella stanza 22 per tre volte ogni sera verrà narrata la fiaba russa Vassilissa la Bella; in altre location un gruppo di lettori narrerà fiabe anche della tradizione tedesca e norvegese. Tra i numerosi spettacoli c'è quello sensoriale itinerante, per uno spettatore alla volta, dedicato alla fiaba di Prezzemolina con disegni di Andreina Bertelli, del pittore Italo Zoda e di sua figlia Gea. Interessante è anche lo spettacolo Amam, un percorso di ricerca archeologico-musicale legato al culto della Dea madre e della Terra attraverso la danza e la musica. Un appuntamento atteso è quello del progetto di narrazione Frankenstein, a cura di Cajka Teatro con la regia di Riccardo Palmieri; non mancheranno anche concerti e serate di poesia.

Jingge Dong e le Città invisibili a Padova. Dal 10 la mostra dell'artista cinese curata da Roberto Nardi

 I: Da Nardi - mostra Padova per cortesia cms e browser dida Jingee Dong © ANSA

ansa

PADOVA - "Il colore è come la parola, che poi si combina con gli altri elementi, mentre la forma è come un pensiero logico. Senza questo il colore è solo colore. Non riesce a costruire una frase". La particolarità di queste parole e dell'opera di Jingge Dong, è che nel suo uso del colore è palpabile la correlazione tra due mondi che si incontrano in un sentire per nulla astratto: Italia e Cina.
    "In ogni mio lavoro - aggiunge - si vede un mondo astratto, molto fantastico, un mondo molto irreale, però tutti gli elementi, tutti i dettagli, sono provenienti dalla realtà, da ciò che ho dentro, da ciò che ho visto". E' per questo che la mostra di Jingge Dong, dal 10 al 27 settembre alla Libreria Minerva di Padova, trae il titolo da Le città invisibili di Italo Calvino: ''SENZA PIETRE NON C'E' ARCO''. La mostra, sapientemente curata da Roberto Nardi, propone una serie di lavori su carta, con tecnica mista, e appunto nasce dall'ispirazione di un dialogo tra il Kublai Kan e Marco Polo, nel più orientale dei libri di Italo Calvino, nell'incontro tra Oriente e Occidente, che è nella sostanza della vita di questo giovane artista. ''Undici dipinti - spiega Nardi nel catalogo - su carta, inediti, compongono una prima sezione; tanti quanti le parti per le 55 "città invisibili" nel libro scritto nel 1972 da Italo Calvino. Altre undici, di formato più piccolo, le opere su carta racchiuse in cartelle.''.
    Dong è da anni residente a Venezia, ed è tra i protagonisti della nuova stagione della pittura che ha trovato nella città lagunare, in particolare nell'atelier dell'Accademia di Belle Arti seguito dal prof. Carlo Di Raco, uno dei suoi punti di maggior sviluppo creativo. Qui alla Libreria Minerva, che ha scelto di presentare un ciclo inedito di lavori su carta: una ventina quelli in mostra e realizzati appositamente per il progetto a cura di Roberto Nardi, ispirati alle città dai nomi di donna. Tratto occidentale per colori, dal rosso, all'azzurro, al terra, che affondano le radici nella pittura orientale.
    "Colori, pennellate, linee, punti: uso questi elementi come pietre" dice l'artista ma con l'obiettivo di trasformarli in ''arco", ovvero trovare un punto d'incontro nella più immaginaria delle forme: ponte, arcobaleno, arma capace di lanciare a grande distanza. ''Il colore è come la parola - dice ancora Dong -, che poi si combina con gli altri elementi, mentre la forma è come un pensiero logico. Senza questo il colore è solo colore. Non riesce a costruire una frase".
    Insomma, come chiosa bene Nardi: ''Il punto è un altro. Le suggestioni, le affinità, i rimandi, le tracce, vanno forse cercati in una dimensione che tocca il reale e si inoltra nell'irrealtà. C'è da scavare in quel campo del farsi arte dove il sentimento, il ricordo, l'elemento che compone il concreto, si struttura, si confonde, si dissolve nel "pensiero logico" che regge armonicamente il non reale che da corpo al dipinto su carta, alla tela, alle recenti sculture''.

Weekend: Mostre, da Banksy all'universo Marvel. A Parma Tiziano, Goya e Dürer nella collezione di Luigi Magnani

  © ANSA

Le pungenti proteste di Banksy, i personaggi fantastici della Marvel, e poi gli omaggi a Dante nell'anniversario della morte, e i tantissimi e tutti diversi capolavori collezionati da Luigi Magnani, da Tiziano a Dürer: sono alcuni degli appuntamenti con l'arte del prossimo weekend.
    ROMA - La stagione al Chiostro del Bramante si apre nel segno di "Bansky a visual protest", progetto espositivo dedicato al misterioso e controverso artista, allestito dall'8 settembre all'11 aprile. Ironia, denuncia, politica, spirito critico, intelligenza contraddistinguono i lavori esposti (tutti provenienti da collezioni private), una serie di stampe su carta o tela, insieme a una selezione di opere uniche realizzate con tecniche diverse (dall'olio o dall'acrilico su tela allo spray su tela, dallo stencil su metallo o su cemento ad alcune sculture di resina polimerica dipinta o di bronzo verniciato).
    La mostra documenta un arco temporale dal 2001 al 2017, comprendendo anche più di 20 progetti per copertine di dischi e libri.
    MAMIANO DI TRAVERSETOLO (PR) - Tiziano e Gentile da Fabriano, Goya e Dürer, Tiepolo e Rubens, e poi un nucleo contemporaneo, composto tra gli altri da Morandi, De Pisis, Severini, Guttuso.
    È una collezione magnifica quella che anima la mostra "L'ultimo romantico. Luigi Magnani il signore della Villa dei Capolavori", a cura di Stefano Roffi e Mauro Carrera, per raccontare al pubblico la figura di Luigi Magnani, uno dei più importanti collezionisti al mondo (scomparso nel 1984) e il suo rapporto culturale e spirituale con le opere d'arte. Allestita dal 12 settembre al 13 dicembre alla Fondazione Magnani Rocca, nella casa-museo nota come Villa dei Capolavori, la mostra (che presenta con oltre cento opere provenienti da celebri musei e prestigiose collezioni), svela il ritratto più intimo e veritiero di Magnani che per tutta la vita si circondò di bellezza, intrattenendo rapporti con i più grandi artisti e intellettuali, e che riuscì a creare nella sua splendida dimora un dialogo ininterrotto tra tutte le forme d'arte.
    RAVENNA - "Inclusa est flamma. Ravenna 1921: il Secentenario della morte di Dante" è la mostra, a cura di Benedetto Gugliotta, che racconta in un avvincente percorso storiografico le celebrazioni nazionali per il VI centenario dantesco del 1921. Dal 12 settembre al 10 gennaio alla Biblioteca Classense, l'esposizione (prima di 3 mostre che fanno parte del progetto "Dante. Gli occhi e la mente", ideato dal Comune di Ravenna - Assessorato alla cultura, dal MAR - Museo d'Arte della città di Ravenna e dalla Biblioteca Classense in occasione del 700° anniversario della morte di Dante Alighieri) si compone di libri, manifesti, fotografie, dipinti, manoscritti e numerosi oggetti d'arte conferiti come omaggio a Dante e alla città "ultimo rifugio" del poeta.
    MILANO - La straordinaria storia della Marvel dal 1939 ai giorni nostri: a Wow Spazio Fumetto il 12 settembre apre "Amazing. 80 (e più) anni di supereroi Marvel", in programma fino al 6 gennaio. La mostra indaga il gigantesco affresco narrativo della Marvel ancora oggi in evoluzione e i tanti personaggi celebri, attraverso un percorso arricchito da ingrandimenti di effetto scenografico, ricco di tavole originali, manifesti, gadget, albi d'epoca. Al Museo del Novecento è allestita la mostra "Franco Guerzoni. L'immagine sottratta", a cura di Martina Corgnati, dal 9 settembre al 14 febbraio: il percorso si configura come una sorta di "itinerario attorno alla parete", tema ampiamente indagato dall'artista, e propone soprattutto opere realizzate nell'ultimo decennio. Presente in mostra anche Intravedere, l'ultima ricerca di Guerzoni, focalizzata su piccole stanze di materiale gessoso la cui immagine resta nascosta agli occhi di guarda. (ANSA).

Settimane bianche, Covid ha frenato annata eccezionale

  La pandemia ha fatto tirare il freno a quella che sarebbe potuta essere una stagione di montagna invernale e settimane bianche davvero performante, anche perché il lockdown ha coinciso anche con la presenza di piste eccellenti, temperature perfette e abbondante innevamento nella maggior parte delle località dell'arco alpino. A differenza di altri comparti del settore turistico - ad esempio le città d'arte, messe completamente in ginocchio dal Covid 19 - quello invernale ha potuto lavorare nei due periodi clou della stagione, vale a dire a Natale-Capodanno e a Carnevale. Purtroppo, proprio quando la stagione era ancora pienamente attiva e diverse destinazioni stavano segnando interessanti incrementi di presenze e fatturato (tra il +8% e il +17%), gli impianti hanno dovuto chiudere: dal 10 marzo le destinazioni montane si sono spente portando il dato di fine stagione in negativo, con riduzioni a doppia cifra. Emerge dal consuntivo 2019/2020 di Skipass Panorama Turismo di Jfc. Complessivamente, questa stagione invernale ha segnato una riduzione delle presenze - dato nazionale - del -19,1%, con una riduzione degli arrivi ancora più marcata, pari al -20,9%. Per quanto riguarda il fatturato dell'intero comparto - nel suo complesso territoriale - lo stesso ha registrato un decremento leggermente inferiore, pari al -16,3%. Sulla base di questi indicatori di carattere generale, il consuntivo della stagione invernale 2019/2020 risulta quindi nettamente inferiore rispetto alla passata stagione invernale, con variazioni in negativo decisamente rilevanti. Secondo Skipass Panorama Turismo si attesta a 3 miliardi 751 milioni di euro il fatturato del sistema ospitale nella sua complessità di strutture ricettive alberghiere ed extra alberghiere con un decremento del -18,7%, pari a una perdita di fatturato (rispetto alla passata stagione invernale) di 862,8 milioni. E' di 3 miliardi 891 milioni di euro il fatturato dei servizi quali noleggio attrezzature, maestri di sci, skipass ed impianti di risalita vari, etc., vale a dire i servizi collegati alla pratica delle discipline sportive sulla neve con un calo del -14,9%, pari ad una perdita di fatturato di 681,4 milioni. E' pari a 1 miliardo 69 milioni l'ulteriore fatturato generato da altri servizi quali ristorazione, commercio, attività ricreative e di divertimento. Il decremento in questo caso è del -12,5%, pari ad una perdita di fatturato di 152,7 milioni. Il fatturato complessivo di questo importante sistema economico è sceso a quota 8 miliardi 712 milioni, segnando una perdita complessiva pari a 1 miliardo 696 milioni (-16,3%). Per quanto riguarda le presenze, le medesime sono calate complessivamente del -19,1%, con una più marcata riduzione per quanto riguarda i flussi stranieri (-22,1%) rispetto al decremento segnato dalle presenze nazionali, che hanno chiuso la stagione invernale con un -15,9%. (ANSA).

turismo / Ansa