FELTRINELLI 1+1  IBS.IT
Visualizzazione post con etichetta musica. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta musica. Mostra tutti i post

Musica: De Gregori, con l'orchestra nuova vita a mie canzoni



(ANSA) - ROMA, 11 GIU - "Le canzoni sono qualcosa di vivo, non si può pensare che rimangano inalterate nel tempo. Sta all'onestà dell'interprete riconoscere i cambiamenti avvenuti: io non ci sono più, non ci sono più quegli impianti, quei musicisti. Panta rei". Francesco De Gregori spiega così la voglia di rimettersi in gioco, di cambiare le carte in tavola ancora una volta. Stavolta la sfida è "De Gregori & Orchestra", il tour estivo che ripropone i suoi successi in un chiave sinfonica e che debutta stasera, 11 giugno, alle Terme di Caracalla a Roma. "A un certo punto un artista deve farsi tentare dal suono orchestrale - spiega De Gregori, poco prima di salire sul palco -. L'orchestra cambia tutto, produce timbriche e dinamiche già nascoste nelle canzoni, aumentandone le potenzialità". In scaletta 22 pezzi (con l'apertura strumentale di Oh, Venezia), i più adatti a compenetrarsi con la Gaga Symphony Orchestra. Assente la bandiera W L'Italia: "è molto assertiva, pugnace, con il dito puntato: non me la sento di farla ora". 

Chi vorrà sentire De Gregori con l'Orchestra dovrà inevitabilmente farlo durante il tour. "Mi piacerebbe fare un disco dal vivo, ma non lo farò mai, perché sono stufo di fare dischi che non vendono", dice seccamente. 

Queste le date: 11 e 12 giugno Roma, 14 giugno Taormina (Messina), 28 giugno Lugano, 30 giugno Lucca, 5 luglio Rimini, 8 luglio Genova, 9 luglio Torino, 10 luglio Marostica (Vicenza), 16 luglio Firenze, 21 luglio Fasano (Brindisi), 23 luglio Soverato (Catanzaro), 25 luglio Palermo, 20 settembre Arena di Verona, poi dal 23 settembre tre date al Teatro degli Arcimboldi a Milano. 

XVII festival internazionale di musica e arte sacra



Con l’autunno torna a Roma nelle basiliche papali l’appuntamento con la grande musica sacra organizzato dalla Fondazione Pro Musica e Arte Sacra. Oltre seicento musicisti provenienti da tutto il mondo fra professori d’orchestra, direttori  e cantanti impegnati in sei concerti gratuiti animano la diciassettesima edizione di un festival che non ha uguali per qualità dei musicisti e bellezza e unicità dei luoghi in cui i concerti si svolgono, le basiliche della cattolicità, San Pietro, San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le Mura. 
Un appuntamento che si rinnova dal 2002 grazie al contributo di benefattori, sostenitori e sponsor e all’entusiasmo e le capacità organizzative del fondatore e presidente della Fondazione Hans Albert Courtial. Quest’anno la manifestazione è dedicata a papa Paolo VI, proclamato santo il 14 ottobre a quarant’anni dalla morte. Il papa ieratico, intellettuale e profetico, che ha regnato in un periodo difficile, di forti  cambiamenti per la società e la chiesa, gli anni del terrorismo e del Concilio Vaticano II. Un papa cui si devono decisioni importanti per la chiesa come il riavvicinamento nel ‘64 con Athenagoras, patriarca di Costantinopoli. E Paolo VI, il rappresentante del più piccolo paese del mondo,  parla all’ONU nel ‘65. Papa Montini svolge un ruolo importantissimo nel ricucire i rapporti della Chiesa con l’arte contemporanea. Memorabile il suo invito agli artisti in Cappella Sistina nel ’64 “…Rifacciamo la pace? Quest’oggi? Vogliamo ritornare amici?”. A lui si deve anche la creazione  nel’73 della collezione  di arte religiosa e moderna dei Musei Vaticani.
“Paolo VI ha cambiato anche la mia vita”, confessa il dottor Courtial. Aveva vent’anni, ero venuto a Roma da Bad Godesberg col suo parroco che ne aveva 75, alloggiavano in una pensione di piazza Cavour. Con in tasca due biglietti per il baciamano al papa prendono l’autobus per il Vaticano, ma fanno tardi anche per la pioggia. Gli svizzeri alla fine li fanno entrare mandandoli negli ultimi posti. Quando il papa entra con la sedia gestatoria per farsi vedere il giovane Courtial  grida “Viva il papa” e Paolo VI si ferma e li benedice due volte. Un ricordo umanissimo di un papa che poteva sembrare distaccato, ma che “ha fatto cantare la storia”, dice Courtial.
I sei concerti nelle quattro basiliche romane dal 31 ottobre al 14 novembre (gratuiti con possibilità di prenotare il posto online) spaziano dalla musica contemporanea alla musica classica, con complessi orchestrali e vocali di primissimo ordine, come il Coro Statale della Cappella San Pietroburgo che vanta una storia di oltre 500 anni, per la prima volta al Festival, e i Wiener Philarmoniker, orchestra in residence fin dalle origini, che quest’anno si presenta in una formazione ridotta, in versione da camera.  
Il concerto inaugurale il 31 ottobre alle 21 a San Paolo fuori le Mura presenta in prima assoluta  due formazioni giovani, per la prima volta ospiti della manifestazione, che vengono da paesi diversi di tradizione religiosa protestante, il complesso strumentale TrondheimSolistene norvegese e dal Minnesota il Together in Hope Choir  che raccoglie sessanta voci provenienti dai più importanti cori degli Stati Uniti.  Norvegese  anche Kim Andrè Arnesen autore dei due pezzi in programma, il mottetto “So That The World May Believe” in prima esecuzione assoluta dedicato a Papa Francesco, “Holy Spirit Mass” composto nel ’17  per i 500 anni della Riforma protestante e i 50 anni del dialogo cattolico-luterano.
Sabato 10 novembre si entra nel vivo alla Basilica di San Pietro. Dapprima con la Santa Messa celebrata dal cardinale Angelo Comastri, arricchita dagli antichi “canti orasho” testimonianza musicale delle prime comunità cristiane in Giappone e dagli interventi musicali del “Coro Statale della Cappella San Pietroburgo”, quindi a seguire alle ore 16 da una elevazione spirituale affidata alla “Messe solennelle de Sainte-Cècile” di Charles Gounot eseguita a Parigi per la prima volta nel 1855, lodata da Camille Saint-Säens che parlò di semplicità “grandeur”, luce purissima. A interpretarla i complessi giapponesi, per il sesto anno al Festival, “Illuminart Philarmonic Orchestra e Illuminart Chorus diretti da Tomomi Nishimoto.
Gli stessi musicisti giapponesi sono impegnati il giorno dopo, domenica, a San Paolo fuori le Mura con la “Messa da Requiem” di Giuseppe Verdi, composta come è noto nel 1874 in occasione del primo anniversario della morte di Alessandro Manzoni. Voci soliste Misaki Takahashi (soprano), Takako Nogami (mezzosoprano) e Takashi Masu (baritono). Il concerto è dedicato a don Luca Pellegrini, recentemente scomparso, fine cultore della musica e per oltre dieci anni addetto stampa del Festival (“luxpell” per gli amici).
Il 12 novembre alle ore 21 a Santa Maria Maggiore un concerto sicuramente molto atteso, “Musica corale-sprituale dalla Russia” di uno dei cori più celebri di tutta la Federazione Russa, il Coro Statale della Cappella di San Pietroburgo, una formazione le cui origini risalgono al 1479, diretto da oltre quarant’anni da Vladislav Chernushenko.
A seguire, in crescendo, da non perdere, martedì 13 novembre a San Paolo fuori le Mura con i Wiener Philarmoker  la “Sinfonia n.4 in Sol maggiore” di Gustav Mahler  composta nel 1900 quando il musicista dirigeva la compagine viennese. E’ in versione da camera, non ci sarà alcun direttore d’orchestra,  soprano Mojca Erdmann, capace di spaziare dal barocco al contemporaneo, secondo il New York Times. “Mahler ha un rapporto molto speciale con la nostra orchestra – ricorda il primo violino e section leader dei Wiener – Fu proprio lui nel 1902 a condurre i Wiener nella sua “Quarta Sinfonia” in un concerto in abbonamento nel Musikverein di Vienna”. La “Quarta Sinfonia” è una delle opere più eseguite dai Wiener, è stata diretta nel 1920 anche da Richard Strauss. Fra i primi grandi interpreti Bruno Walter che colse in essa il “tono raro e commovente” e “l’anelito struggente di superare l’esistenza umana” .
Il 14 novembre, a chiusura, a San Giovanni in Laterano, la “Sinfonia n.9 in re minore per soli, coro e orchestra op. 125” di Ludwig van Beethoven. Soojin Moon Sebastian soprano, Quilin Zhang contralto, Paulo Ferreira tenore, German Olvera baritono, quattro giovani voci e i Wiener Singverein, una formazione corale fra le più celebri al mondo. Alla bacchetta Justus Franz che torna al Festival con la Philharmonie der Nationen, l’orchestra fondata dal maestro, formata da musicisti di ogni parte del mondo, di diverso credo politico e religioso. Un messaggio universale perfettamente in linea col capolavoro  beethoveniano.
La Fondazione che organizza il festival nasce nel 200 e si occupa di promuovere la musica sacra ma anche di sostenere finanziariamente imponenti progetti di restauro (“Ars artem salva”) illustrati alla presentazione in conferenza stampa da Pietro Zander, l’archeologo responsabile della necropoli vaticana e per conto della Fabbrica di San Pietro della conservazione e del restauro dei beni artistici della basilica. Dove “i lavori non finiscono mai”, dice. Dopo il restauro della facciata della Basilica per il Giubileo del 2000 e del colonnato, la Fondazione tra il 2006 e il 2016, solo per citare i più importanti interventi, ha contribuito al grandioso restauro dei prospetti esterni della Basilica progettati da Michelangelo, prospetto sud, ovest e nord, qualcosa come 35mila metri quadrati di travertino. Senza dimenticare i tetti dove è stata restaurata la Fontana della Burbera. A 35 metri di altezza è stato trovato un albero di fico e il nido di un falco pellegrino. Uccelli che non ci sono più come i piccioni scacciati dai gabbiani. Negli ultimo due anni si è provveduto al restauro delle due cupolette delle cappelle Gregoriana (più antica della cupola di San Pietro)  e Clementina. Il primo terminato, l’altro ancora in corso. Ed ora ci aspetta  il “cupolone”. Fino al 2020 la Fondazione sarà impegnata nel restauro del tamburo della grande cupola della Basilica di San Pietro e nel restauro del mobilio in noce con tessere in bosso  del XV -XVI secolo della Sagrestia della Basilica di San Paolo fuori le mura. Una imponente opera in legno costruita in loco, aggredita da polvere, muffe, insetti, che ha subito danni strutturali e distacchi.
Ai concerti e agli interventi a favore dei monumenti si aggiungono iniziative che riguardano specificamente la musica. Come il grande progetto dedicato a Anton Bruckner con i Wiener Philharmoniker. Ricorrendo nel 2024 i 200 anni dalla nascita del maestro, i Wiener da quest’anno al 2024 presenteranno l’intero ciclo delle sinfonie di Bruckner scegliendo una vota all’anno una delle più importanti cattedrali europee .  Alla Stiftkirche St. Florian in Austria   hanno   eseguito la Sinfonia n. 1.  A seguire  Londra, Barcellona, Praga, Stoccolma, Pisa, Milano.  
Programma completo su www.festivalmusiceartesacra.net
in qaeditoria.it

Vasco torna a Roma, sold out allo stadio Olimpico

Vasco Rossi © ANSA

Di soddisfazioni ne ha avute, come il record mondiale di spettatori paganti in un singolo concerto, il Modena Park 2017. Ma Vasco Rossi non si ferma: con il "Non stop live", il 33esimo tour dei suoi 41 anni di carriera, continua a raccogliere folle di fan e a far risuonare chitarre e emozioni. Dopo la "zero" a Lignano e le prime date a Torino e Padova, il rocker di Zocca torna a Roma. Il pubblico che riempie lo Stadio Olimpico, dove si moltiplicano fasce e t-shirt dedicate al cantautore, occhiali da sole e berretti militari, si lascia andare a un grido corale quando le luci si spengono per l'arrivo sul palco del "Blasco", nella prima delle due date sold out nella capitale. Il rocker è energico come da ragazzo. "Conta sì il denaro altro che no!", ma il successo non sembra averlo mai scalfito: "Cosa succede in città" è il primo pezzo di una ventina in scaletta, senza contare i due bis con chiusura con Alba Chiara.
Nel tour 2018 negli stadi italiani (Bari e Messina saranno le prossime date, che hanno già registrato il tutto esaurito), Vasco Rossi porta la sua storia, il rock e il romanticismo che hanno accompagnato alcuni dei momenti più importanti della vita dei suoi fan e hanno lasciato un segno anche nella memoria collettiva. "Deviazioni" dall'album Bollicine, degli anni Ottanta, il singolo "Blasco Rossi", per poi fare un salto negli anni Duemila con "E adesso che tocca a me" e "Come nelle favole", e tornare a uno dei suoi più grandi successi, "Fegato, fegato spappolato", del suo secondo album Non siamo mica gli americani!, con all'interno una citazione dei Metallica. E a metà concerto, la dedica al primo album, Ma cosa vuoi che sia una canzone, con "Ciao" al pianoforte, mai eseguito prima, e un omaggio musicale a Ennio Morricone e a Stanley Kubrick. Tutto questo su un palco gigantesco, largo 70 metri e profondo quasi venti.
Dal '77 ad oggi Vasco Rossi ha raccontato in musica l'Italia e, in particolare, la provincia: la genuinità dei rapporti, la quotidianità nel quartiere, le bravate giovanili, il perbenismo piccolo-borghese e la generazione degli "sconvolti", i sentimenti e le riflessioni profonde sull'io. Ha raccontato, con irruenza e tenerezza, la fragilità dell'essere umano e l'imprevedibilità degli eventi, scardinando la facciata del "va tutto bene", del "siamo tutti forti e felici", che per certi versi negli ultimi anni, complice forse la comunicazione tramite social, è tornata in auge. Tra i pezzi in scaletta - accompagnati dalla luce di centinaia di raggi LED e da una scenografia di 600 metri quadrati che riproduce scintille, fuochi, esplosioni - anche alcuni medley, sintesi dei caratteri che la musica di Vasco Rossi da sempre tiene insieme: il primo in stile inconfondibilmente rock (Delusa, T'immagini, Mi piaci perché, Gioca con me, Stasera!, Sono ancora in coma, Rock'n'roll show), un altro in stile pop e electro dance (Brava, L'uomo più semplice, Ti prendo e ti porto via, Dimentichiamoci questa città), l'ultimo acustico per il primo bis (Dillo alla luna, L'una per te, E...).
Si sente la mancanza dei pezzi di Vado al massimo, tra i dischi più importanti del "Blasco" (di cui canta solo un accenno in un medley), ma gli encore raccolgono le canzoni più amate della star emiliana, come "Senza Parole", "Sally", "Siamo solo noi", "Vita Spericolata", arrivate alle orecchie anche di chi non ha mai apprezzato la sua musica. Vasco Rossi, d'altronde, non ha mai conosciuto vie di mezzo e la critica, fin dagli esordi, non è sempre stata clemente. Ma i fan, le migliaia di fan che hanno riempito il parterre e gli spalti di tutti i suoi live, lo ascoltano con le lacrime agli occhi e con forte palpitazione. Cantano all'unisono, alzano le braccia al cielo. Oltre quarant'anni di musica, attraverso periodi, mode, stili diversi: Vasco Rossi fa parte dei ricordi di ognuno di loro ma cavalca anche il presente, con lo stesso impeto di sempre.
ansa

Santa Cecilia, torna Yuja Wang

 © ANSA
ACCADEMIA SANTA CECILIA  - Torna ad esibirsi a Santa Cecilia in un recital solistico la pianista Yuja Wang, tra le più affermate del panorama mondiale per le straordinarie doti virtuosistiche ma spesso criticata per il suo look sexy fatto di gonne cortissime, spacchi vertiginosi e tacchi a spillo. L' artista cinese, lunedì 28 maggio alle 20:30, sarà all' Auditorium Parco della Musica per la Stagione da Camera con un programma che mette in luce le sue capacità tecniche eccezionali: dai brevissimi Etudes di Ligeti - un classico del pianoforte contemporaneo - alle pagine di Rachmaninoff, dalla Sonata n. 10 di Skrjabin, alla grande Sonata n. 8 di Prokofiev (la Terza e più complessa delle cosiddette Sonate di Guerra, composte tra il 1939 e il 1944).
    Yuja Wang, 31 anni, dopo il debutto nel 2005 si è affermata in breve tempo fino a diventare una figura carismatica. Nel 2017 Musical America l'ha incoronata Artista dell' Anno. La pianista di Pechino è stata protagonista la scorsa stagione di una tournée trionfante in Germania insieme con l'Orchestra di Santa Cecilia diretta da Antonio Pappano, nel corso della quale ha eseguito uno dei suoi cavalli di battaglia, il Concerto n. 1 di Ciajkovskij.
ansa


Domodossola Sacro Monte Calvario / Presentazione del festival Oxilia - teatro e musica per la terra d’Ossola


La Cappella Musicale del Sacro Monte Calvario, in collaborazione con l’Associazione di Promozione Sociale Compagnia Dellozio e l’Associazione Culturale Cabiria Teatro organizza una conferenza stampa di presentazione per illustrare la prima edizione del festival “Oxilia - teatro e musica per la terra d’Ossola” che si terrà lunedì 28 maggio p.v. alle ore 17.00 in Sala Bozzetti, presso il convento dei P.P. Rosminiani al Sacro Monte Calvario di Domodossola. Il progetto “Oxilia – Teatro e musica per la terra d’Ossola” intende proporre infatti un vero e proprio festival che unisca attività teatrali e musicali in una formula innovativa per il territorio di riferimento della Val d’Ossola, soprattutto grazie alla messa in comune di carismi e competenze differenti e complementari nei diversi ambiti artistici di riferimento. L’idea di un festival nasce dalla conoscenza delle virtù e qualità di un territorio dalla grande ricchezza storica, artistica e culturale. L’Ossola, terra di confne, incrocio di mondi, storie e nazioni, terra di cangianti contrasti e sintonie che costantemente stupiscono per la loro ricchezza, è certamente un luogo in cui la cultura e l’arte trovano posto, e possono ulteriormente sviluppare le loro radici. Il teatro e la musica hanno il loro proprio spazio tra le attività culturali della valle, soprattutto grazie all’attività costante e continua di numerose realtà (compagnie, formazioni musicali, teatri, associazioni, rassegne) che non mancano di proporre iniziative altamente qualifcate. Un festival con un’aspirazione non solo locale, ma che espanda il proprio orizzonte oltre i confni ossolani per essere evento di richiamo per il territorio e verso il territorio. Un festival per l’Ossola in due sensi: innanzi tutto perché sarà momento di arricchimento per la vita culturale delle valli e di chi le abita ma anche perché incrementerà l’offerta culturale a vantaggio dei numerosi turisti italiani e stranieri che sempre di più ricercano momenti artisticamente qualifcati. Sarà un momento di scambio, dialogo e relazione a più livelli; per il pubblico, perché andare a teatro o ad un concerto è azione sociale attiva che crea incontro; per i professionisti che potranno incrociare le proprie diverse esperienze e professionalità in momenti di scambio e racconto reciproco. Cappella Musicale del S. Monte Calvario località Sacro Monte Calvario 8 28845, Domodossola (VB) Un festival che vuole dialogare con le realtà attive sul territorio a tutti i livelli e porsi al loro servizio con iniziative dedicate e strutturate specifcamente. Riscoprire la socialità della cultura, in particolare del teatro e della musica, per l’arricchimento della vita civile e sociale. Nel corso dell’incontro il comitato organizzatore presenterà approfonditamente gli scopi e le modalità di svolgimento e realizzazione di questo progetto, nato in un’ottica di forte sinergia tra la Cappella del Sacro Monte Calvario, Compagnia dellozio e Cabiria Teatro. 

Ponte del 2 giugno? Tutti in Provenza per il festival Tinals Beck, Phoenix e tanti altri nei tre giorni di musica

L'Arena di Nimes di notte © Ansa

 Visitare la Provenza, nel periodo migliore dell'anno, e godersi un festival in una delle città più caratteristiche della regione, Nimes. L'occasione per un weekend lungo, sfruttando il ponte del 2 giugno, la offre il This Is Not a Love Song Festival, in programma dal 1 al 3 giugno prossimo. Sui palchi interni ed outdoor dell'auditorium Paloma, futuristico edificio progettato dall'architetto Jean-Michel Bertreux dello studio TETRARC, si alterneranno una serie di artisti di livello internazionale: i 'padroni di casa' Phoenix, guidati dal leader, e marito di Sofia Coppola, Thomas Mars, l'istrionico songwriter americano Beck, la band di cultoJesus & Mary Chain, uno dei songwriter più quotati in circolazione come Father John Misty, gli storici Sparks e gli alfieri del nuovo dream pop Cigarette After Sex, Vince Staples col suo hip hop venato di soul, la techno di The Black Madonna e decine di altri nomi.
Nimes, la città che ospita il Tinals, si trova nel cuore della Provenza, vicino alla Spagna, eppure deve molto all'antica Roma: il suo simbolo è un coccodrillo incatenato ad una palma, creato per ricordare che la città fu fondata dai legionari romani di ritorno dalle vittorie nelle campagne d’Egitto, e sono così tante le influenze dell'Impero che da molti il centro viene considerata una sorta di ‘Roma d’Oltralpe'. A testimoniarlo ci sono alcuni dei monumenti del periodo, conservati in modo stupefacente. L’Arena, costruita alla fine del I secolo d.C., è certamente tra quelle mantenute meglio in assoluto. Lunga 133 metri e larga quasi 101, può contenere fino a 24.000 spettatori ed è tutt'ora molto attiva, con la produzione di spettacoli, corride ed un seguitissimo evento tradizionale, la corsa dei tori delle Camargue. In perfette condizioni sono anche la Maison Carrée, tempio costruito da Marco Vipsanio Agrippa, marito di Giulia figlia di Cesare Augusto, e la Tour Magne, torre di 32 metri tra le più imponenti mai edificate dai romani, che domina il Monte Cavalier, da cui si gode uno splendida vista della città. Non meno affascinante è l'enigmatico Tempio di Diana, la struttura più antica di Nimes, separata dalla Tour Magne dai settecenteschi Giardini delle Fontane, i primi giardini pubblici d'Europa, oggi frequentatissimi dai locali e dai turisti per proteggersi dal sole durante le torride estati provenzali. A pochissimi chilometri dalla città c’è poi una delle opere più straordinarie dell'architettura romana, il Pont du Gard, un ingegnoso acquedotto dalla storia insolita. Quando venne costruito – tra il 40 ed il 60 d.C. - Nimes aveva circa 20mila abitanti e un numero di pozzi d'acqua più che sufficienti a soddisfare le esigenze della città. I romani, però, miravano ad ostentare il loro dominio della Gallia e così scelsero di realizzare l’opera più per alimentare il proprio prestigio che per fornire acqua alla popolazione. In pratica, il Pont du Gard fu utilizzato per rifornire le molte ornamentali che abbellivano la città: fontane, terme e giardini. Poco romano e con delle decise influenze spagnole, è invece l'incantevole centro storico cittadino, il cui fulcro è Place aux Herbes, un trionfo di profumi, colori e atmosfere tipicamente provenzali che vi accompagnerà tra bistrot con tavolini all'aperto, vinerie, ristoranti e piccole botteghe artigiane, dove consigliamo di dare un'occhiata ai tessuti locali. Tra tanta storia antica, infatti, Nimes vanta un primato che la collega ad uno dei simboli della moda: i jeans. Qui, intorno al 1400, venivano prodotti dei calzoni da lavoro cuciti con una tessuto color indaco, chiamato tela de-Nimes, definizione poi trasformatasi in Denim, ovvero il materiale con cui vengono prodotti praticamente i jeans che indossiamo oggi.
Raramente capita di poter godere di un connubio tanto fortunato tra musica e turismo, come sottolinea Céline Rousseau, a capo della comunicazione del Tinals e tra i fondatori della manifestazione: “il nostro è un festival primaverile e la maggior parte delle pubblico, durante i giorni di svolgimenti, si gode all’aria aperta luoghi splendidi come l’Arena di Nimes, la Maison Carrée, il Pont du Gard, così come la spiaggia, alcuni villaggi meravigliosi, la natura della Camargue. Noi, d’altra parte, lavoriamo a stretto contatto con l'ufficio turistico per assicurarci che le persone scoprano le bellezze della nostra regione”. Come mai avete scelto di creare Tinals in un centro come Nimes? “Tinals è partito nel 2013 da un gruppo di amici, tutti grandi fan della musica indie, che volevano creare il festival a cui avevano sempre sognato di partecipare. Nîmes sembrava molto lontana dai principali itinerari musicali francesi, ma sapevamo che poteva funzionare e così è stato. Tanto che il prestigioso quotidiano Liberation recentemente ha scritto: ‘grazie al Tinals, Nîmes è diventato uno dei luoghi principali per la musica in Francia’”. Da ‘local’, quali itinerari fuori dai percorsi più noti suggerisci ai lettori dell’ANSA? “Un consiglio, che non troverete nelle guide turistiche, è quello di fare una gita in barca a Sylvéréal, punto di partenza per visitare 35 km di canali e godersi le caratteristiche tipiche della Camargue: cavalli bianchi, campi di riso, rose di ogni genere, tori neri e molto altro. Poi vi consiglio di andare a visitare i villaggi intorno a Nîmes, come Vauvert e Saint-Gilles, e spingervi fino alla spiaggia protetta ‘L'espiguette'. Da Nimes si raggiunge in un’ora, purtroppo si pagano 8 euro per il parcheggio ma ne vale davvero la pena: il paesaggio è straordinario e l’acqua è cristallina”.
ansa

Musica: Claudio Baglioni, in tour per 50 anni carriera


(ANSA) - ROMA, 28 NOV - Era il 1968. Un Claudio Baglioni 17enne, nascosto dietro i suoi spessi occhiali scuri, dietro la sua timidezza di adolescente solitario, cominciava a scrivere e a registrare le sue prime canzoni. Nascono, ad esempio, Signora Lia e Interludio. Da allora sono passati cinquanta anni di musica, con 20 milioni di singoli, 35 milioni di album in Italia, più di 55 milioni di copie vendute in tutto il mondo. E una passione che non si è mai spenta. E in nome di quella passione, e di un anniversario che non può passare sotto silenzio, il cantautore romano - che nel frattempo ha accettato la sfida di diventare direttore artistico del prossimo festival di Sanremo ed è al lavoro per scegliere i 20 big che si sfideranno all'Ariston - ha deciso di festeggiare nel modo più naturale possibile per lui: in tour. Una serie di concerti nei palazzetti dello sport, il prossimo ottobre, che ripercorreranno la sua storia e che avranno il palco "al centro" (come nel 1991 e nel 1998), definizione che dà anche il nome al tour. Perché la musica è sempre "al centro" per il capitano coraggioso. 

Musicista, autore, interprete: una carriera lunga e irripetibile: dalla fine degli anni Sessanta a oggi, ha conquistato una generazione dopo l'altra, ha saputo rinnovarsi, è stato capace di mescolare pop e melodico, canzone d'autore e rock, world music e jazz. Senza mai adagiarsi sui traguardi raggiunti: 'La vita è adesso', uscito nel 1985, è ad oggi il disco più venduto della discografia italiana e lo stesso anno 'Questo piccolo grande amore', del 1972, è decretata da una giuria popolare Canzone del secolo. 

In dieci lustri, Baglioni si è anche distinto per il grande impegno sociale, dando vita nel 2003, e fino al 2012, a Lampedusa al festival di musica e arti popolari, O'Scià, per promuovere il dialogo interculturale come strumento di convivenza pacifica e solidale. L'idea che la musica è sempre "al centro" è quella che lo ha guidato anche nell'accettare la direzione artistica del Festival, che segna il ritorno sul piccolo schermo dopo Anima Mia con Fabio Fazio nel 1997. 

Queste le date del tour: 16 ottobre Firenze, 19 ottobre Roma, 23 ottobre Ancona, 26 ottobre Milano, 2 novembre Acireale (CT), 6 novembre Bari, 10 novembre Eboli (SA), 13 novembre Bologna, 16 novembre Padova, 20 novembre Montichiari (BS), 23 novembre Torino. (ANSA).

Nannini metto amore rock in nuovo album 27 ottobre esce Amore Gigante, a dicembre prime date live

LaRedoute

(ANSA) - ROMA, 24 OTT - A quattro anni dall'ultimo album di inediti Inno (2013), e dopo le raccolte Hitalia e Hitstory, Gianna Nannini torna con Amore Gigante (il 27 ottobre per Sony Music). "Ci è voluto un po' perché dopo Inno il mio processo creativo si era atrofizzato e perché sono stata presa dal mio ruolo di mamma", racconta la rocker senese, giacca di pelle borchiata e jeans che la illuminano con mille strass. Per il nuovo lavoro ha collaborato con i produttori Will Malone, Alan Moulder e Michele Canova, tra Londra e Los Angeles. "Ho voluto sperimentare cose nuove, con produttori diversi. Nessun rischio di un album disomogeneo: a far da collante c'è la mia voce". Il fil rouge delle 15 nuove canzoni è l'amore. "Ogni canzone è un piccolo film, mi muovo attorno a uno stato d'animo e realizzo il brano. L'Amore gigante del titolo racchiude tutti gli amori, li spalanca. E' un modo di accogliere, di porsi rispetto agli altri". La rocker senese è pronta anche a tornare dal vivo: 4 anteprima a dicembre e poi tour al via a marzo.

Da Kandinsky a Cage. Musica e Spirituale nell’Arte. Grande attesa a Reggio Emilia per la mostra dell'anno


11 novembre 2017 – 25 febbraio 2018
UN GRANDE PERCORSO TRA ARTE E MUSICA
Dall’astrattismo spirituale di Wassily Kandinsky al silenzio illuminato di John Cage.

Cresce il fermento per quello che si annuncia come uno dei momenti più attesi della prossima stagione espositiva: la mostra KANDINSKY→CAGE. Musica e Spirituale nell’Arte che sarà inaugurata il prossimo 11 novembre a Reggio Emilia. Per celebrare vent’anni di attività espositiva, la Fondazione Palazzo Magnani ospiterà, in un affascinante percorso sinestetico, le opere dei maestri che hanno cambiato per sempre il corso dell’arte e della musica. Le sale dello storico palazzo reggiano si preparano ad accogliere, in una fantasmagoria di colori e suoni, tutti coloro che vorranno immergersi in straordinario viaggio esperienziale. Un’occasione unica per scoprire come nasce l’arte astratta, quali note hanno ispirato i grandi maestri e quanta spiritualità si nasconde dietro forme, suoni e colori.

Sono già diverse centinaia i visitatori che hanno acquistato i biglietti on-line approfittando del prezzo speciale riservato in prevendita.


Il PERCORSO DI MOSTRA prende avvio dai preziosi bozzetti di opere di Richard Wagner (dell’Archivio Ricordi di Milano), dalla “Fantasia di Brahms” di Max Klinger e da una serie di Lubok. Segue un importante nucleo di oltre cinquantina di opere di Wassily Kandinsky – dipinti, acquerelli, grafiche – provenienti da musei e collezioni private, tra le quali spiccano quelle di carattere eminentemente musicale, come gli acquerelli dipinti per gli spettacoli teatrali (del Centre Georges Pompidou, Parigi) e per “Quadri di un’Esposizione” sulla musica di Mussorgskij.

Dal confronto dialettico con un musicista e artista grande come Constantin Čiurlionis nonché dalle suggestioni della musica atonale dell’amico Arnold Schöenberg (poi maestro di Cage), Kandinsky giunge intorno al 1910 all’astrattismo spirituale e apre la via al suono interiore dei segni e dei colori, alla continua ascesa verso la libertà della materia. Le espressioni artistiche, ricondotte all’unità del soggetto e al suo ruolo di artefice, spostano l’attenzione sull’interiorità, su quello che Kandinsky chiama das Geistige in der Kunst (lo spirituale nell’arte). La tensione profetica verso l’età dello spirito che anima l’omonimo libro, scritto nel 1909 e poi pubblicato nel 1912, viene drammaticamente negata dall’avvento del primo conflitto mondiale. 

La MUSICA resta tuttavia l’ambito privilegiato, nel percorso di Kandinsky come in quello degli altri artisti in mostra, per proseguire verso la via dell’arte astratta, da interpretare anche in senso mistico, antroposofico, religioso e cosmico. La fusione sinestesica e l’empatia (Einfuehlung) che vedono i fruitori coinvolti in un processo ri-creativo dell’opera, rappresentano presupposti fecondi per guidare i visitatori attraverso il percorso della mostra dove pittura, scultura, teatro, danza e cinema si relazionano alla non-oggettività della musica.

A una sezione su Paul Klee segue un omaggio a Marianne von Werefkin, in collaborazione col Museo d’Arte Moderna di Ascona. La grande pittrice legata a Kandinsky e al Cavaliere Azzurro che fu pioniera nell’affrontare il pensiero artistico come “rivelazione della vita in termini di colore, forma e musica”, senza peraltro mai cedere alla pura astrazione, trova un corrispettivo nel “naturalismo” dell’amico Stravinsky – l’altro protagonista, con Schoenberg, della modernità musicale della prima metà del XX secolo – la cui musica è stata scelta per la visione delle opere dell’artista.

Campane sonore con accompagnamenti musicali mirati, video, brani letterari degli artisti e installazioni, consentono di fruire in modo sinestetico alcuni nuclei dell’esposizione.

Il percorso prosegue con una selezione di opere di tre artisti particolarmente legati alla musica e alla spiritualità nel secondo Dopoguerra: Nicolas De Staël e Fausto Melotti dei quali vengono presentati e riscoperti preziosi dipinti e sculture musicali (l’“Uccello di Fuoco” di Melotti per esempio, del 1971, non viene esposto da più di tre decenni) e Giulio Turcato, del quale vengono esposti dopo 33 anni acquerelli, maquette, video e musiche di Luciano Berio appartenenti a “Moduli in Viola. Omaggio a Kandinsky”, lo spettacolo realizzato per la Biennale di Venezia del 1984.

La mostra si conclude con un ampio omaggio a John Cage, il musicista, pensatore, poeta e artista i cui princìpi di risonanza interiore e la cui concezione dell’arte come tramite privilegiato di idee universali presenta analogie, rimandi e corrispondenze con la spiritualità kandinskiana. La sezione a lui dedicata si integra con la presenza di opere di altri artisti e si sviluppa attraverso notazioni e documenti audio e video, ma soprattutto attraverso installazioni di grande suggestione che permettono ai visitatori di sperimentare sinesteticamente la poetica cageana. Centrali saranno la ricostruzione di un ambiente anecoico, una “sala del silenzio” nella quale verrà esposta una tela bianca di Robert Rauschenberg, nonché la riproduzione di un teatro che metterà in scena una reinterpretazione in miniatura della composizione per orchestra “Ocean”, durante la quale il visitatore – idealmente seduto nella platea del Teatro Romolo Valli di Reggio Emilia, qui ricreato – sarà avvolto da “onde” musicali provenienti da diversi punti dell’installazione. Presente inoltre lo spartito per pianoforte - il famoso Solo for Piano dal Concert for Piano and Orchestra - che è il capolavoro dell'inventiva di Cage nel campo della notazione musicale.

Palazzo Magnani a Reggio Emilia, che nel 2017 compie venti anni di attività espositiva, è stata la residenza del filantropo, musicologo e collezionista Luigi Magnani. La natura “musicale” della sede – e in generale di tutto il territorio reggiano – conferisce valore e significato alla scelta tematica della mostra.

Anche una delle più importati istituzioni culturali della città, la Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, ha deciso di dedicare, nello stesso periodo della mostra – un momento importante a Wassily Kandinsky. FESTIVAL APERTO 2017 metterà in calendario "Fattore K”, omaggio a Kandinsky:

14 ottobre 2017 al Teatro Ariosto 
Ensemble “Giorgio Bernasconi” dell’accademia del Teatro alla Scala
Marco Angius direttore, musiche di Skrjabin, Schoenberg, Webern, Clementi, Donatoni, Stockhausen


11 novembre 2017 al Teatro Cavallerizza
Duo pianistico Emanuele Arciuli - Andrea Rebaudengo, musiche di Skrjabin, Schoenberg, De Hartmann, Debussy, Stravinskij


Una serie di ATTIVITA' COLLATERALI – concerti, lezioni concerto, conferenze, workshop - realizzate in collaborazione con importanti istituzioni come la Fondazione Nazionale della Danza, oltre ad attività formative e didattiche (in collaborazione con Indaco, Atelier di ricerca musicale ed espressiva e Associazione Stella Maris di Bologna), completeranno e arricchiranno la mostra e l’approfondimento del rapporto tra arte e musica.

La mostra inaugura un’attenzione specifica che la Fondazione Palazzo Magnani riserverà alle persone con disabilità fisica e psichica, in stretta collaborazione con il Progetto Reggio Emilia città senza barriere. Il percorso espositivo sarà arricchito da soluzioni idonee ad una fruizione delle opere secondo modalità facilitate e affiancamento di personale specializzato, nella consapevolezza che l’arte sia via di accesso privilegiata al benessere di tutte le persone.


mostra promossa da
Fondazione Palazzo Magnani
Skira Editore

con la partecipazione di
Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
Regione Emilia Romagna
Provincia di Reggio Emilia
Comune di Reggio Emilia
Fondazione Cassa di Risparmio Pietro Manodori
Camera di Commercio di Reggio Emilia


ORARI
dal martedì al giovedì 10.00-13.00/15.00-19.00
venerdì, sabato e festivi 10.00-19.00
lunedì chiuso 



APERTA LA PREVENDITA ON LINE DEI BIGLIETTI 
È possibile saltare la coda acquistando i biglietti online su musement.com, importante marketplace italiano di mostre e musei ed esperienze di viaggio in tutto il mondo.

ACQUISTO BIGLIETTI ON LINE
Intero € 14 
Ridotto € 12 (Amici della FPM; Amici dei Teatri; militari; over 65; diversamente abile; studenti dai 18 ai 26 anni) 
Studenti € 8 (studenti dai 6 ai 18 anni) 


per informazioni e prenotazioni
Tel. 0522 454437 – 444412
info@palazzomagnani.it

segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone - Turismo Culturale

Musica: al via Medimex con film su Reed, Bowie e Iggy Pop

Con uno degli eventi collaterali più attesi, le proiezioni dei film in collaborazione con l'Apulia film commission, partono domani, 7 giugno, le iniziative del Medimex, la 'International festival e music conference' promossa da Puglia Sounds, che porterà tra l'altro a Bari, dall'8 all'11 giugno, le uniche due date italiane di Iggy Pop (sabato 10 giugno, gratis in piazza Libertà), e di Solange (l'11 giugno al teatro Petruzzelli, unico evento a pagamento).
Proprio al 'triangolo sacro' del rock, Lou Reed, David Bowie e Iggy Pop, saranno dedicate le prime proiezioni in programma da domani al 'Parco 2 giugno', mentre dal 9 giugno al 2 luglio il Castello Svevo di Bari ospiterà i 23 scatti, esposti per la prima volta in Italia, della mostra 'David Bowie & Masayoshi Sukita: Heroes-40/mo anniversario'. Sukita, autore delle foto di Pop e Bowie durante la loro visita in Giappone, incontrerà il pubblico nell'ambito dei momenti di scambio che il Medimex promuove tra artisti e cittadini. Tra questi ci saranno anche Gaetano Curreri, Raf, Antonino, Cosmo, Fabrizio Moro e Michele Bravi.
E mentre questa 'edizione speciale' sta per cominciare, il governatore della Puglia, Michele Emiliano, pensa già al futuro. Oggi, incontrando i giornalisti per le ultime novità dell'evento, ha lanciato una proposta. "Dall'anno prossimo - ha detto - con le città che accetteranno una sfida importante come questa, miriamo a costruire lo stesso evento nel Nord della Puglia, in quella che io chiamo la Puglia imperiale, che parte dai Monti Dauni, il Gargano, e arriva fino a Castel del Monte". Emiliano ha ricordato che negli anni passati Medimex si svolgeva nei padiglioni della Fiera del Levante ed "era sconosciuto alla maggioranza dei baresi". Mentre quest'anno si sposta in città e "noi stiamo costruendo i grandi eventi del passato ma anche eventi popolari che possano consentire a tutti di sapere e capire cos'è il Medimex, e anche a formare il pubblico". In Puglia, ha concluso il governatore, "abbiamo due tra i più grandi eventi musicali d'Europa: uno che parte dalla tradizione verso l'innovazione; e uno che parte dalla innovazione, il Medimex, per ritrovare la stessa identità pugliese della Notte della Taranta".
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

Palermo capitale musica contemporanea

PALERMO - Dal 16 al 19 maggio il Conservatorio Vincenzo Bellini di Palermo diventa il cuore pulsante della nuova musica con la realizzazione del progetto Rostrum+, ultima 'creatura' dell'International Rostrum of Composers (IRC), una delle attività più regolari e consolidate dell'International Music Council (organo consuntivo dell'Unesco in materia di musica, creato nel 1949). La manifestazione approda in Italia per la prima volta. Nell'arco di quattro giorni, 30 radio internazionali tra le più importanti nel mondo, presenteranno nel capoluogo siciliano circa 60 opere, scritte da altrettanti compositori negli ultimi cinque anni. Una panoramica a larghissimo raggio dello "stato di salute" della musica contemporanea.
    Rostrum+ è un progetto, co-finanziato dall'Unione Europea nell'ambito del Programma Creative Europe, che mira a promuovere la musica contemporanea e a sostanziarla in Europa e oltreoceano attraverso strategie di diffusione innovative e un circolo virtuoso tra musicisti, emittenti radiofoniche, istituti di istruzione superiore, società di broadcast e produttori musicali di tutto il mondo. Ospite d'onore (il 19 maggio) di questa edizione dell'IRC sarà Salvatore Sciarrino, uno tra i massimi compositori italiani viventi, i cui lavori sono tra i più eseguiti in tutto il mondo, che sarà intervistato da Stephen Adams della radio australiana ABC. La conferenza conclusiva del 19 vedrà la partecipazione di Leoluca Orlando, Sindaco di Palermo, Daniele Ficola, Direttore del Conservatorio Vincenzo Bellini, Francescantonio Pollice, Vice-Presidente CIDIM, Pascale Labrie, Presidente dell'European Broadcasting Union Le attività della competizione internazionale saranno arricchite da un nutrito programma di concerti prodotti dal Conservatorio Vincenzo Bellini, che spaziano da Alessandro Scarlatti alle nuove sperimentazioni interattive musicali della robotica, alla passeggiata musicale degli Oratori del Quartiere della Loggia. Protagonisti gli Ensemble del Conservatorio formati da docenti e giovani interpreti in collaborazione con l'Università e l'Accademia di Belle Arti di Palermo.(ANSA).

Week end: Musica; i concerti dai Kiss a Patty Smith. A Parma Mannoia a Roma il Volo a Napoli Francesco Renga

di Paolo Biamonte) (ANSA) - ROMA, 10 MAG - Arrivano i Kiss per due concerti: lunedì al Pala Alpitour di Torino e martedì alla Unipol Arena di Casalecchio di Reno (BO). Solo una data per Brian Ferry: domani al teatro degli Arcimboldi di Milano. Patti Smith si esibisce venerdì al teatro Auditorium Manzoni di Bologna e sabato all'Auditorium Parco della Musica di Roma. The Giornalisti al MediolanumForum di Assago (MI) domani. Nek sarà venerdì al teatro Verdi di Firenze, sabato al teatro Creberg di Bergamo, lunedì al teatro degli Arcimboldi di Milano e mercoledì al teatro delle Muse di Ancona. Marco Masini canta sabato al teatro Colosseo di Torino, domenica al teatro Verdi di Pisa, martedì al teatro Politeama Greco di Lecce. Fiorella Mannoia domani è in cartellone al teatro Regio di Parma, sabato e domenica al teatro Verdi di Firenze, martedì all'Auditorium Parco della Musica di Roma. Ron in concerto venerdì al Roof Garden del Casinò di Sanremo. Salmo sarà domani al teatro della Concordia di Venaria (TO), venerdì all'ObiHall Teatro di Firenze, domenica al Gran Teatro Geox di Padova. Il Volo in concerto venerdì e sabato al PalaLottomatica di Roma, lunedì al PalaPrometeo Estra Liano Rossini di Ancona, mercoledì al Modigliani Forum di Livorno. Francesco Renga martedì comincia il tour dal Palapartenope di Napoli. Cristiano De André domani si esibisce al teatro Auditorium Santa Chiara di Trento, venerdì al Gran Teatro Geox di Padova, lunedì al teatro Nazionale di Milano. Doppio appuntamento con Samuel domani e venerdì all'Hiroshima Mon Amour di Torino. Umberto Tozzi venerdì suona all'Auditorium della Conciliazione di Roma, sabato al teatro Verdi di Montecatini Terme (PT), lunedì al teatro Filarmonico di Verona. Levante venerdì è al New Age Club di Roncade, sabato al teatro della Concordia di Venaria (TO), martedì all'Alcatraz di Milano. Zen Circus in concerto al Foro Italico di Roma domenica. Benji & Fede sabato e domenica sono all'ObiHall Teatro di Firenze. Ermal Meta domenica canta all'Hiroshima Mon Amour di Torino, martedì all'Auditorium Parco della Musica di Roma, mercoledì al teatro Acacia di Napoli. Marc Ribot suona domenica alla Basilica Palladiana di Vicenza. Domenica al teatro San Carlo di Napoli Vittorio De Scalzi, storico tastierista fondatore dei New Trolls, festeggia 50 anni di carriera. Tra gli ospiti: Gino Paoli, Patty Pravo, Katia Ricciarelli, Clive Bunker (il primo batterista dei Jethro Tull), Sal Da Vinci. Almamegretta live al Monk Club di Roma martedì. Paola Turci canta martedì al teatro dell'Aquila di Fermo e mercoledì al teatro Auditorium Santa Chiara di Trento. Mercoledì Dee Dee Bridgewater è in concerto al teatro Comunale di Vicenza. Pee Wee Ellis è in cartellone al Blue Note di Milano. Geri Allen suona al teatro Asioli di Correggio (RE) mercoledì. Jacob Collier, il giovanissimo super talento multi strumentista mercoledì si esibisce al teatro delle Alpi di Porto Sant'Elpidio (FM).

Sanremo: sindaco, grande entusiasmo,conferma da presenze in hotel

(AGI) - Sanremo, 6 feb. - Alla vigilia del 67^ Festival della canzone italiana, a Sanremo c'e' un "clima di grande entusiasmo e le presenze alberghiere lo confermano". Lo ha detto il sindaco Alberto Biancheri durante la conferenza stampa dell'organizzazione all'Ariston. Con l'assessore al turismo i sta lavorando agli eventi collaterali, "mai come quest'anno tanti eventi, dal Casino' a Villa Ormond, dove ci sono due mostre dedicate a Luigi Tenco e a Claudio Villa. Come amministrazione sara' nostro impegno - ha aggiunto il primo cittadino di Sanremo - dare la massima evidenza ai nostri fiori, si parte domani sera con il colore bianco. Ci sara' una grande promozione della musica e di tutto quel che riguarda il territorio di Sanremo". (AGI)

Capodanno: concerti in piazza, da Fedez a Mengoni Tanti spettacoli da Nord a Sud, anche Stadio, Alvaro Soler, Skin

BARI - Fedez, J-Ax e Fabio Rovazzi a far esplodere la festa a Bari, a Napoli gli Stadio e i Tiromancino, in Calabria c'è Alvaro Soler, la musica di Max Gazzè e Raphael Gualazzi in Sardegna mentre Firenze canta con Marco Mengoni, Skin e il figlio di Vasco Rossi in Emilia Romagna. Da Nord a Sud si prepara il gran brindisi di Capodanno in piazza con grandi concerti, spettacoli itineranti e balli.
TORINO CON PLANET FUNK E MANGABOO - Planet Funk, Ensi, Mangaboo, i giovani Niagara e Victor Kwality per finire con il djset di Krakatoa a piazza San Carlo per il primo Capodanno organizzato da Torino città tramite un bando pubblico. Lo spettacolo è realizzato sotto la direzione artistica di Samuel (Subsonica), che presenta in anteprima alcuni pezzi dell'album da solista con cui anticipa la sua partecipazione a Sanremo.
A MILANO C'E' MARIO BIONDI - Piazza del Duomo aspetterà la mezzanotte con il grande concerto gratuito di Mario Biondi, accompagnato da Annalisa. A Bergamo musica e show in piazza Matteotti, con la collaborazione di Radio Number One. A Brescia piazza della Vittoria con Charlie e The Cats. A Cremona Piazza Stradivari con i dj Andrea Alquati e Davide Monteverdi. A Mantova, capitale della cultura 2016, concerto di Daniele Silvestri in piazza Sordello.
GENOVA PALCOSCENICO DIFFUSO E SPETTACOLI DI FUNAMBOLI - Al Porto Antico sotto al tendone da circo ci sarà il Circumnavigando Festival e a piazza Matteotti lo spettacolo funambolico con NoGravity4monks su un cavo d'acciaio lungo 60 metri di lunghezza che vibra richiamando gli strumenti "tradizionali" suonati dai musicisti a terra.
EMILIA-ROMAGNA DJ E ATMOSFERA CIRCENSE - Un vecchione alto 10 metri brucerà in piazza Maggiore a Bologna mentre i dj Rou e Nas 1 faranno ballare a tempo di house music. A Modena in consolle Lorenzo Rossi, figlio del Blasco. A Parma protagonista Fatboy Slim, padre del Big Beat, artista che dagli anni '90 fa ballare le folle. A Reggio Emilia sul palco Sergio Caputo e Francesco Baccini, ovvero The Swing Brothers. A Rimini, Skin special guest del dj set d'atmosfera nel cantiere del teatro Galli per il 'Capodanno più lungo del mondo' che vedrà anche Francesco Renga in concerto in piazzale Fellini.
FIRENZE CON MENGONI - Concerto ad ingresso gratuito di Marco Mengoni al Piazzale Michelangelo mentre al Teatro dell'Opera c'è il concerto di Mika già da tempo sold out. Spettacoli e iniziative sono però previste anche in altre piazze del centro mentre a Scandicci c'è il concerto gratuito di Nada e Motta.
A ROMA MUSICA E SPETTACOLI TRA CIRCO MASSIMO E LUNGOTEVERE - A Roma le celebrazioni cominceranno alle 22 al Circo Massimo, con due spettacoli circensi e 12 postazioni dedicate a performer. Qui, verso mezzanotte comincerà il countdown fino al brindisi con l'amministrazione comunale. Fino alle 2 continuerà la musica dei dj set. Alle 3 apriranno gli show sul Ponte della Musica e sul Ponte della Scienza, con il benvenuto musicale all'alba.
NAPOLI CON STADIO E TIROMANCINO - Stadio, Tiromancino, Clementino, Franco Ricciardi, Valerio Jovine e Giulia Luzi animeranno piazza del Plebiscito. Dalle ore 1.30 le terrazze di Castel dell'Ovo s'illumineranno con i fuochi d'artificio mentre il lungomare diventerà ancora la più grande discoteca d'Europa.
IN CALABRIA ALVARO SOLER E FRANCESCO FACCHINETTI - A Catanzaro trenta minuti dopo la mezzanotte, doppio concerto con Eman, Opa Cupa e irruzioni di Pega Onda. Dalle 4 in poi concerti in notturna a palazzo comunale con Simona Sciacca. Lo scenario della rinnovata piazza Bilotti farà, invece, da fondale a "La notte di Capodanno a Cosenza" con Alvaro Soler. Musica da ascoltare e da ballare a Crotone con Francesco Facchinetti.
A POTENZA CON L'ANNO CHE VERRA' - Potenza ospiterà "L'anno che verrà", la trasmissione condotta da Amadeus in diretta su Raiuno e Radiouno che andrà in onda in diretta a partire dalle ore 21. A Matera - che ospitò il Capodanno di Raiuno l'anno scorso - si esibiranno i "Dire Straits Legacy" e altri artisti.
BARI CON FEDEZ, J-AX E ROVAZZI - Fedez, J-Ax e Fabio Rovazzi renderanno indimenticabile il lungo Capodanno di musica in piazza Prefettura organizzato da Radionorba. Sul palco anche i rapper Bari jungle brother.
PALERMO TRA NINO D'ANGELO E LUCA CARBONI - A scaldare la notte di Palermo Nino D'Angelo canterà in piazza Giulio Cesare preceduto da Massimo Minutella con la Lab Orchestra. In piazza Politeama la musica di Luca Carboni con il comico Sergio Friscia e Roberta Giarruso. A Catania invece c'è Carmen Consoli e l'Orchestra della Notte della Taranta.
IN SARDEGNA FESTA CON GAZZÈ, DOLCENERA E GUALAZZI - Max Gazzè a Castelsardo e Raphael Gualazzi a Sassari ma anche Dolcenera ad Arzachena, Ron a La Maddalena, Povia a Fonni. Cagliari invece sceglie il Capodanno diffuso in cinque piazze.
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

"Soli Deo Gloria" Mercoledì 29 giugno 2016 – ore 21 Reggio Emilia, Chiesa di S. Agostino




Una Messa Tridentina tra Riforma e Controriforma

Sergio Vartolo organo 
Coro della Cappella Musicale San Francesco da Paola, dir. Silvia Perucchetti

Musiche di G. Frescobaldi (Messa della Madonna dai Fiori Musicali), J. S. Bach, J. P. Sweelinck, G. P. da Palestrina, F. Guerrero, T. L. de Victoria, M. Cazzati
Soli Deo Gloria 2016

Ingresso libero | Le offerte verranno devolute al CEIS (Centro di Solidarietà Reggio E.)


Trentacinque concerti per riscoprire organi pregiati e luoghi sacri della città.

É l’organo, di cui Reggio Emilia custodisce pregevoli esemplari, lo strumento principe di Soli Deo Gloria – Organi, Suoni e Voci della Città, prestigiosa rassegna che per tutto il 2016 propone un ricco programma di concerti – tutti ad ingresso gratuito – nelle chiese della città e della provincia di Reggio Emilia.

Tanti appuntamenti interessanti, che si susseguiranno da marzo a dicembre, molti dei quali dedicati alla solidarietà: le offerte di molti concerti verranno infatti devolute a enti reggiani impegnati in progetti a carattere sociale, come il MIRE (Maternità Infanzia Reggio Emilia), il CEIS (Centro di Solidarietà Reggio Emilia) e il Centro Aiuto al Bambino Cenacolo Francescano onlus.

Soli Deo Gloria è una rassegna diretta da Renato Negri e promossa dal Servizio Istituzioni Culturali del Comune di Reggio Emilia, dall’Istituto Superiore di Studi Musicali di Reggio Emilia e Castelnovo ne’ Monti “A. Peri – C. Merulo”, dalla Diocesi e dal Museo Diocesano di Reggio Emilia-Guastalla, dai Comuni di Albinea, Casina, Rubiera, Sant’Ilario d’Enza, San Martino in Rio, da Reggio Iniziative Culturali, da Capella Regiensis, dalla Fondazione Pietro Manodori, da AERCO e dall’Associazione Italinclassics.



segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone - Turismo Culturale
turismoculturale@yahoo.it



LetterAltura intervista a Guccini di Giuseppe Serrone

In Diretta da Verbania per Lago Maggiore LetterAltura intervista a Guccini di Giuseppe Serrone.
Ascolta l'intervista dalla web radio:


Verbania, 25/06/2011 - A Verbania, sul Lago Maggiore, in occasione della rassegna dedicata alle storie d’alta quota, all’avventura e ai viaggi, il cantautore parla di Pàvana, la piccola località dell’Appennino dove da anni ha scelto di vivere, isolato e felice. Nasce così un’affascinante cronaca, sospesa tra passato e presente, tra realtà e mitologia locale: come nel testo di una sua canzone.

E’ raro avere l’occasione di ascoltarlo in un festival letterario, davanti a un pubblico che non siano i diecimila spettatori dei suoi concerti. Francesco Guccini negli ultimi anni si tiene abbastanza lontano dagli impegni ufficiali, non ama più molto andarsene in giro per il mondo. La sua dimensione l’ha trovata altrove. Da una cittadina dell’Appennino tosco-emiliano osserva ora lo scorrere del tempo, è lì che scrive i suoi libri, e le canzoni. Proprio per parlare di Pàvana e dell’Appennino che la circonda, il cantautore modenese ha partecipato sabato a LetterAltura, la manifestazione che si svolge in questi giorni sul Lago Maggiore, dedicata alla riscoperta della cultura della montagna. Ascoltare Guccini è sempre un piacere: quasi all’ora di pranzo nel verde del chiostro di Intra, risponde per più di un'ora, in assoluto relax, alle domande di Erminio Ferrari. Tra ricordi e attualità, confronto tra epoche scavate nella memoria, il filo conduttore è quel suo paese di adozione, sospeso tra realtà e leggenda come tutti i luoghi del cuore. Al suo ultimo libro, “Malastagione”, scritto di recente a quattro mani con il socio Loriano Macchiavelli, Guccini non accenna neppure, e questo è davvero insolito per uno scrittore che partecipa a una manifestazione letteraria; come non fa parola dei suoi progetti musicali, di nuovi album o canzoni in preparazione.

Punto di partenza della conversazione sono invece le “Cronaca epafaniche”, anno 1989, storia dell’infanzia pavanese dell’autore e suo esordio letterario: Guccini precisa con orgoglio “sono stato il primo cantautore a scrivere un libro…” (primo di una lunga serie, si legge tra le righe con una lieve nota polemica). Sulla scia di queste cronache prende il via la narrazione, una delle cose che gli riescono in assoluto meglio, più naturali. Come quando ai concerti, prima di attaccare con la scaletta dei pezzi si prende tempo, un quarto d’ora o più per parlare di tutto: politica, attualità, il commento di un incontro o di un fatto divertente; con uno stupore immutato, anche passati i settant’anni, di fronte al mondo e alle persone. Ancora oggi Guccini ha la capacità di unire generazioni - vanno ad ascoltarlo gli adolescenti e i sessantenni - in una dimensione dell’esistenza basata sull’impegno, l’ironia, l’ottimismo di fondo verso la vita. Francesco Guccini, che è nato nel 1940 a Modena e non a Pàvana, questa località dell’Appennino l’ha conosciuta comunque fin da piccolo, per avervi trascorso lunghissimi periodi di vacanza, è la sua seconda patria. Lì ha imparato le cose fondamentali della vita: non particolari filosofie, spiega, ma proprio “a parlare, camminare, mangiare, a nuotare nel fiume sotto casa”; ad apprezzare il ritmo lento delle giornate e delle stagioni, portandosi dietro una sorta di pigrizia riflessiva che ancora oggi lo contraddistingue. Giunto a un certa età ha deciso di tornarci, “come i marinai che ritornano al punto dal quale sono partiti”. Una scelta che può sembrare riduttiva, avere il sapore di un ritiro, un volontario distacco dal reale. Conoscendo Guccini si capisce però che non si tratta di questo, non solo questo almeno.

A Pàvana, come in altri piccoli paesi, si vive una dimensione corale dell’esistenza, tutta da osservare e descrivere, in cui il singolo si muove in sintonia con la comunità di cui fa parte: già questa è una continua fonte di ispirazione. E poi questa zona della provincia di Pistoia si trova su un confine, quello tra l’Emilia-Romagna e la Toscana; una condizione che da sempre ha grande fascino, anche la vita quotidiana di questi luoghi riproduce il senso del passaggio geografico. Le lingue, i dialetti si intrecciano, eppure a pochi chilometri di distanza si avvertono, marcate, le differenze e ci si accorge che il mondo non è ovunque un villaggio globale; è fatto invece di piccole, imprescindibili identità. “Il pavanese medio ha un grande disprezzo per chi abita due chilometri più a sud”, scherza Guccini, ma sa di dire una cosa molto vera, in fondo. E' da questa prospettiva che lui ha conosciuto il mondo. L’America e gli americani, per esempio, arrivati a Pàvana nell’ottobre del 1944: ricordi lontani e indelebili di un bambino di quattro o cinque anni che senza muoversi da casa ha avuto il primo assaggio di una cultura e di uno stile di vita che avrebbe rivisto più avanti, nei film e nei viaggi. Anche i testi delle canzoni rispecchiano del resto questa dimensione di conoscenze dirette, famiglia, tradizioni e radici.

“Radici” è anche il titolo dell’album del 1972 che contiene alcuni dei suoi pezzi più famosi da “La locomotiva” a “Incontro”. Nei libri, nelle interviste o in una conversazione informale come quella di LetterAltura, il racconto di Francesco si mescola spesso a una sorta di nostalgia non amara, un concentrato di esperienze e storie nelle quali anche la tristezza diventa parte di un’assoluta, intoccabile normalità. Ma sì, conclude Guccini al termine dell’incontro, “è un po’ come ai funerali di Pàvana…”. Grandi eventi pubblici cui partecipa tutto il paese, certo; ma mentre le donne sono in chiesa gli uomini si radunano fuori a fumare, intorno alla panchina di fronte, e poco a poco incominciano a distrarsi parlando dei funghi che andranno a raccogliere e dei pomodori che hanno piantato, se crescono o non crescono bene, quest'anno. E in questa naturale condivisione si riesce a sdrammatizzare tutto, proprio tutto. Anche gli eventi più tragici e il sentimento del tempo che passa.

tratto da Agoravox

Barcellona: Musica, al Centre Artesà Tradicionarius si celebra Francesco Guccini


Metti una sera a discutere intorno a un tavolo quattro personaggi d’eccezione come il cantautore e scrittore Francesco Guccini; Carlo Petrini, l’agnostico cui Papa Francesco ha chiesto la prefazione per l’enciclica “Laudato si’”, fondatore di Slow Food , Terra Madre, dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, del Salone del Gusto di Torino; Sergio Staino, disegnatore satirico, scrittore, regista cinematografico creatore del personaggio di Bobo; Guido De Maria, storico pubblicitario italiano, disegnatore, autore televisivo e condirettore della rivista Comix.
“Il nuovo che avanza. Omaggio a Francesco Guccini”
L’evento – dal titolo “Il nuovo che avanza. Omaggio a Francesco Guccini” – è in programma sabato 13 febbraio alle 21 a Barcellona, presso il Centre Artesà Tradicionarius, con la collaborazione dell’Istituto italiano di cultura della città catalana. Oltre all’incontro, è previsto un omaggio musicale internazionale in cui cantautori di varie nazionalità cantano canzoni di Guccini tradotte nelle proprie lingue. Sul palco del Tradicionarius si esibiranno i catalani Quico Pi de la Serra, Roger Mas, Sílvia Comes, Rusó Sala e Miquel Pujadó, la neozelandese Tamar McLeod Sinclair, la maltese TroffaHamra e l’argentino Juan Carlos “Flaco” Biondini
fonte: http://www.liberoreporter.it/

Golden Globes, vince Ennio Morricone. Premiato per miglior colonna sonora, in ultimo film Tarantino

Ennio Morricone ha vinto il Golden Globe per la Miglior colonna sonora, per le sue musiche del film 'The Hateful Eight' di Quentin Tarantino.
    Il regista ha ritirato il premio al posto del compositore, che non è presente a Los Angelese, ringraziando in italiano Morricone e la moglie.
   
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA