Passeggero n.500 mila per Lot, flash mob in aeroporto. Sulle note di Mamma Mia degli Abba, video spopola su Youtube

La compagnia aerea polacca Lot festeggia il passeggero numero 500mila dei dreamliner con un vero e proprio flash mob, sulle note di Mamma Mia degli Abba.
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Neve italiana. La guida low cost

di Lucia Galli

L'apertura della stagione dello sci è alle porte. Dal Piemonte al Friuli, da Courmayeur a Cortina, idee e suggerimenti per una vacanza a basso costo senza rinunce

Ancora 48 ore. Poi tutti sugli sci. Il vernissage di stagione è fra sabato 29 novembre e l'Immacolata. Da Ovest ad Est sulle Alpi la neve è arrivata ovunque e il minimo comun denominatore delle emozioni è un 30 per cento di sconto sullo ski pass con la "prestagione" natalizia. Bimbi gratis fino a 8 o 10 anni, se sciano con mamma e papà e per sognare da campioni ben quattro gare di coppa del Mondo fra Alto Adige, Trentino e la new entry Santa Caterina in Lombardia. Ecco le prime novità coi fiocchi. 

TRENTINO 
Costa 36 euro sciare in Val di Fassa fra Carezza, Fedaia, Canazei, Moena e Ciampac (www.fassa.com), poco di più, 39 euro, per le Tre Valli, Passo San Pellegrino e Alpe Lusia. Re Laurino non si era sbagliato, scegliendo come dimora i 230 chilometri di piste collegate dal circuito Sellaronda. Questo è anche il regno leggendario dello sci Nordico con la scalata all'alpe Cermis (10 e 11 gennaio) e la Marcialonga (25 gennaio) che unisce le "terre" di Fiemme (www.visitfiemme.it) e Fassa. A Madonna di Campiglio, l'altra regina del Trentino, scalda i motori la pista 3-Tre (www.3trecampiglio.it) che ospiterà lo slalom di Coppa del Mondo il 22 dicembre con pacchetti per tifosi "non campioni" a partire da 299 euro per tre notti, tre giorni di skipass e un posto tribuna per godersi la gara (www.visittrentino.it). 

ALTO ADIGE E VENETOPer festeggiare i suoi primi 40 anni, il Dolomiti superski, indiscusso passepartout delle crode patrimonio Unesco, propone "SuperBirthday": 40 euro di sconto dal 21 al 26 dicembre e poi a fine stagione 2015 per chi acquisti uno skipass di quattro giorni. In pratica si scia gratis un giorno su quattro nelle dodici valli della ski area. Cortina d'Ampezzo compresa: anche nella capitale del jet set fioccano novità declinate sul gusto e sulla storia. Come il Tour Gourmand per scoprire - accompagnati da un sommelier - le migliori baite, ed annessa cantina oppure l'itinerario, sci o ciaspole ai piedi (due ore con merenda, 300 metri di dislivello), dedicato alla Grande Guerra, organizzato dal Rifugio Col Gallina e dalle Guide alpine (
www.lagazuoi5torri.dolomiti.org). 

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FRIULI VENEZIA GIULIAPassando ad Est, il Friuli Venezia Giulia non alza i prezzi, bloccati a 22.50 euro per Forni di Sopra - Sella Nevea e 24.50 a Tarvisio - Zoncolan (32 e 35 eula ro da Natale in poi), e vanta un record: i baby sciatori sciano sempre gratis (sotto i 10 anni). Entro il 19 dicembre, e nel 2015 dal 7 gennaio al 1° febbraio e dal 16 marzo a fine stagione, il pacchetto "Happy family" fa rima con 165 euro per tre giorni in mezza pensione: i bimbi in camera con mamma è papà, non solo sciano ma dormono anche gratis, i genitori hanno lo skipass free (www.promotur.org). 

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LOMBARDIA 
Dal 10 gennaio all'8 febbraio 2015 sci gratis fino a 10 anni, accompagnati da mamma o papà (skipass prenala talizio 39 euro) anche al passo del Tonale, vista Adamello dove invece fino al 19 dicembre i genitori pagano 33 euro e i bimbi solo 9.90 euro. Sempre in Lombardia, il "piccolo Tibet" di Livigno con 115 chilometri di poste per la discesa e 30 per il fondo rinnova la sua vocazione al freeride: fuoripista, ciaspole o scialpinismo,si rafforza la collaborazione con le guide alpine per il servizio quotidiano di news aggiornate e itinerari bonificati su dove scorrazzare in sicurezza. Alle famiglie sono dedicate le settimane "Kids go free": dal 24 al 31 gennaio e dal 21 al 27 marzo i bimbi fino a 12 anni sciano e soggiornano gratis con due genitori paganti. 


VALLE D'AOSTALa "vallée" è il nostro Himalaya e per contemplare (quasi) tutti i 4.000 "italiani" l'indirizzo giusto è Pila dove si arriva comodi in ovovia da Aosta, 70 chilometri di piste, prezzo bloccato a 38 euro, bimbi gratis fino a 8 anni e sconto 30 per cento fino a 13 anni. Courmayeur, invece, si regala un nuovo 5 stelle e inaugura la stagione col Noir festival della letteratura dal 9 al 14 dicembre: fra gli ospiti Jeffery Deaver e Dario Argento. Skipass a 46 euro e pacchetti per mini break romantici di tre o sei giorni da 223 euro a persona. (www.courmayeurmontblanc.it). 

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PIEMONTENella Via Lattea delle Olimpiadi 2006, prezzo bloccato dallo scorso anno a 36 euro (35 on line, 47 per sconfinare in Francia). Qui il giornaliero è molto più di uno skipass, ma apre ad un mondo di golose convenzioni: ingressi gratuiti ai musei civici di Torino, sconti alla Coop, Longoni, Cisalfa e alle terme del gruppo QC ( fra cui Torino, Roma, Milano). Per lo sci e il dopo sci.
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Mercatini: Scoprire Merano a Natale e dintorni

di Massimo Panico

Vallate con panorami eccezionali, ottimo cibo, prodotti artigianali e mercatini tipici. La città altoatesina ha molto da offrire in vista delle Feste. E con lo sci a due passi

Merano da vivere tutto l'anno. La cittadina dell'Alto Adige e le sue splendide vallate offrono una varietà di possibilità che fanno di questo territorio tutto da scoprire meta ideale anche in autunno. Dalla Val Venosta, passando per la Val Passiria, la Val d'Adige e la Val d'Ultimo è un susseguirsi di meravigliosi borghi e comuni che negli anni hanno fatto del turismo la propria risorsa naturale. Ed è proprio in questo periodo che si possono visitare questi territori e immergersi nel Törggelen un'antica tradizione in cui i contadini invitavano a degustare il vino fatto in casa accompagnato da cibi prevalentemente a base di castagne. 

La prima distinzione da fare nella scelta del posto, magari dopo una bella passeggiata in montagna, è quella che c'è fra Buschenschänke  e Hofschänke che sono in realtà le osterie dei contadini dei masi. I Buschenschänke sono situati nelle zone vitivinicole e la loro licenza prevede tassativamente la produzione e la vendita di vino proprio. Gli Hofschänke , invece, servono piatti tipici della gastronomia altoatesina accompagnati da un buon bicchiere di vino altoatesino che però non producono loro stessi. In compenso gli Hofschänke servono carne di allevamento e produzione propria. 

Per Merano e i suoi dintorni, ma anche in tutto l'Alto Adige, i prodotti dei masi rappresentano un'immensa risorsa sia per l'economia, sia per il turismo. La garanzia di genuinità di frutta, verdura, salumi, latte e latticini attrae molto la gente che sceglie di mangiare in modo genuino. Fra i tanti posti da visitare si può andare a Lagundo, a pochi chilometri da Merano, dove c'è il Schnalshuberhof, al cui interno, nella stube bio-contadina protetta dalle Belle Arti, si respira un fascino del tutto particolare. Oppure si può scegliere di inoltrarsi verso la Val D'Ultimo al Pfrollnhof con il pane contadino fatto in casa dalla contadina Zita che offre un eccellente companatico ai saporiti salamini affumicati e alla carne bovina, sempre affumicata. E ancora, a Naturno ecco il Pirchhof, un maso che sorge sul Sonnenberg, nell'Alta Via di Merano, con una splendida vista panoramica sulla Val Venosta. L'occasione di andare per le valli alla ricerca di masi dà la possibilità di ammirare questo splendido territorio in cui resistono, nonostante il progresso, tante altre tradizioni contadine. Così, ad esempio, c'è ancora chi costruisce il fienile con la stessa tecnica usata nell'alto medioevo, cioè con tronchi d'albero, ricoperto di lunghi rami d'abete. 


L'altro appuntamento, ormai diventato un classico, è immergersi nei famigerati mercatini di Natale di Merano che dal 27 novembre animeranno l'atmosfera sulla Passeggiata lungo il fiume Passirio. Quest'anno l'ecoistituto Alto Adige ha riconosciuto ai mercatini la certificazione Green Event, nel pieno rispetto dell'ambiente. Tra le novità, ci saranno anche laboratori dove poter imparare antichi mestieri come la lavorazione del feltro.  

Inoltre, in Piazza Terme a Merano i visitatori potranno cenare all'interno di gigantesche sfere natalizie, gustando le specialità altoatesine. Altra iniziativa è quella che aprirà i battenti il 26 novembre a Lagundo (paesino a due chilometri da Merano) dove si potrà visitare la Foresta natalizia del famoso birrificio Forst. Nel corso di questo speciale mercatino natalizio saranno anche raccolti fondi per l'Onlus "L'Alto Adige aiuta". Anche qui, la novità di quest'anno sarà il Felsenkeller, il posto dove nelle antiche cantine si conservavano i blocchi di ghiaccio per il raffreddamento del mosto, gli ospiti potranno assaporare le prelibatezze gastronomiche preparate da Luis Haller, cuoco stellato Michelin, che offrirà un menu a 5 portate durante uno speciale evento gastronomico, in programma  il 5 e il 6 dicembre. Oltre a Merano anche i paesi nelle immediate vicinanze organizzano mercatini tipici nel periodo natalizio. Così accade anche a Lana, splendido paesino a pochi chilometri a Merano, che dal 29 novembre vedrà il mercatino "Polvere di Stelle" con tante bancarelle, dalla gastronomia all'artigianato, dove si possono trovare i prodotti tipici di questi posti, dal cioccolato ripieno di frutta, agli oggetti torniti in legno, dalla bigiotteria confezionata con materiali da riciclo al pane preparato secondo antiche ricette, dalla mostarda di pere "Palabirn" al distillato di frutta.

E per chi si trova da queste parti non può perdersi una visita a Castel Tirolo dove dal 6 all' 8 dicembre all'interno delle mura storiche del paese partirà la sesta edizione di una festa natalizia molto particolare. La Sala dei Cavalieri e il cortile fungeranno da spazi espositivi per gli artigiani locali che presenteranno alcuni antichi mestieri quali la lavorazione del feltro e l'utilizzo del tornio, la filatura e la tintura di lana, l'intreccio di cesti e la creazione di oggetti in ceramica e gioielli.
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#Turismo #Viaggi #Norvegia Come in una favola... Sicilian style a Oslo

Al primo giro ti butti sul prestigioso salmone: le papille gustative ringraziano Dio per averti mandato al Polo Nord. Poi fai fuori mezzo chilo di gamberetti crudi della baia, pregando ad ogni deliziosa sgusciata di non beccarti la salmonella. Infine raccogli un lungo respiro, metti in un angolo le velleità animaliste e ti fai un panino con balena. Basta fingere che sia carpaccio di bresaola, effettivamente ne ha tutto l’aspetto e il gusto.
Il primo dei miei 365 giorni in Norvegia l’ho trascorso al Fishmarket di Bergen, dove nessun banditore abbanniae si respira aria internazionale. Incontro un bel po’ di italiani al soldo come venditori di pesce. Parlano le lingue e servono manicaretti ai turisti, incantandoli con la loro ars oratoria. Molti hanno la laurea, uno mi mostra il suo libro. Facendo questo lavoretto tre mesi l’anno raccolgono un bel gruzzolo, l’equivalente di 4000 euro al mese. Sgrano gli occhi. “Tutto proporzionato al costo della vita qui, che è altissimo – spiega uno di loro leggendo il mio stupore – ma siccome lavoro dodici ore al giorno non ho il tempo di spendere. Se vivessi come un norvegese medio, non riuscirei a mettere da parte un centesimo”.

Superata la fase turistico-esplorativa del territorio, traccio i punti cardinali della mia nuova esistenza. Paese ricco, scoperta del petrolio, grande civiltà e grandi amministratori. Stipendi alti, fisco salato e servizi che funzionano a dovere. Al supermercato c’è un pertugio nel muro che ingurgita le mie lattine vuote. Un discreto ruminare meccanico, poi la macchina espelle una linguetta di carta, un buono per far la spesa. All’inizio non posso credere che qualcuno voglia comprare un po’ della mia spazzatura.

L’estate è piacevole e la luce dura. In inverno credi per fede all’esistenza del sole, che fa capolino poco più di un paio d’ore al giorno. In compenso se sei fortunato – ed io lo sono stata - vedrai l’aurora boreale. Difficilmente dimenticherai la sensazione che qualcuno lassù stia tingendo la volta celeste color verde evidenziatore. E poi assisti all'alternarsi dolce delle stagioni, cosa alla quale, da buona siciliana che vive di estremi meteorologici, non sei proprio abituata. Il progressivo passaggio dal caldo al freddo. A ottobre noti davvero come stanno d’autunno sugli alberi le foglie.

Lentamente arriva il dicembre che coccola la mia anima bambina. Mentre lavoro al pc alzo gli occhi verso la finestra e resto ipnotizzata dalla neve che precipita morbida e abbondante. Il bianco che si appiccica ai rami degli alberi denudati dall'inverno. Mi sento dentro una favola di Andersen. Di quelle ambientate nel grande Nord che mi rallegravano l’infanzia, con tanto di castelli Disney e creature magiche. E adesso so che significa aspettare la primavera.

Il quotidiano nordico è scandito da efficienza, scioltezza e rispetto per le regole. Ma anche qui ci sono eccezioni e/o distorsioni. Fai una coda chilometrica in un ufficio informazioni, arrivato al tuo turno l’operatore sfodera trentadue denti e fuga ogni tuo dubbio. Credi di aver terminato con le domande, ringrazi e fai per andartene. Hai appena roteato il tuo busto di 45 gradi, sei ancora ferma coi piedi saldi nello stesso punto e ti viene in mente un veloce quesito che stava per passarti di mente. Formuli la domanda, ma l’operatore di dice che no, ormai non hai più facoltà di parola, perché te ne sei già andata e quindi devi rifare la fila. Ribadisco che non me ne sono ancora andata, che ho a malapena girato il collo, e che comunque il numero successivo in coda non è stato chiamato. Ma il tizio ha smesso di sorridere ed è irremovibile. Torno in fila e cerco di auto-convincermi che questo sia il prezzo dell’efficienza.

Diretta all’università mi accorgo di non avere monetine per acquistare il biglietto della metro dal dispenser automatico. Prima di salire chiedo al controllore-donna se posso comprare il ticket a bordo e lei, sfoderando altri trentadue denti, mi dice di sì. Appena si chiude la porta scorrevole dietro di me la tizia inizia a scrivere la multa dicendo che mi ha beccato senza biglietto. A quel punto mi esibisco in una colossale abbanniata in inglese (mercato del pesce – però di Palermo - docet), in cui minaccio di adire le vie legali. Ed è qui che accade l’inusitato: i passeggeri presenti in carrozza, che hanno visto la scena, si uniscono alle mie rimostranze e mi difendono in norvegese. Non ho la più pallida idea di cosa stiano dicendo, ma funziona, e per un attimo mi sento la Masaniello della Bybanen. D’un tratto la mia vichinga interlocutrice diventa piccola piccola, smette di sorridere (anche lei) e inizia a tremare. Alla fine strappa la multa e mi fa scendere. "Come hai fatto a fartela annullare? Da queste parti è praticamente una specie di miracolo ” mi dice più tardi un collega autoctono. “Che ti devo dire – gongolo – that’s the Sicilian style”.

Disavventure a parte, ciò che più mi colpisce (e che invidio tanto) dell’humus norvegese è la generalizzata serenità degli sguardi. La serenità delle famiglie che sfornano bambini senza timore per cosa mettere a tavola domani, la serenità di una ragazza-madre che va all’università grazie al sussidio. O di una tipa di mezza età incontrata sulla metro che mi racconta di aver perso il lavoro e che non per questo si sente una donna finita. Che anzi consegue una laurea, presa per mano dal sistema. “Lo Stato mi sostiene durante gli studi perché sa che senza un’istruzione per me sarà difficile trovare un lavoro e sarò un peso per la società”. E con tanto entusiasmo snocciola i dati di placement dello stage che andrà a fare di lì a poco. Uno stage, a cinquant’anni. E quando inizi a sentirti un po’ meno Flinstones, nel preciso istante in cui comprendi di esserti abituato a questo modus vivendi da persona civile, sciolta ed inconsapevole delle rigidità della vita, esattamente quel giorno fai una passeggiata sul monte Floyen, che domina una città che senti ormai tua. E mentre guardi lo splendore della baia e la luce che si specchia nelle onde, chiedi a te stessa se hai mai visto nulla di più bello.

“Questa vista è bella quasi quanto quella che si gode da Monte Pellegrino, a Palermo”. “Mai stata”. “Dovresti”. E in un attimo questo dialogo rubato fra turiste torinesi mi scalda il cuore. E’il momento di tornare a casa.
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L'agricoltura cresce e può dare nuova occupazione


L'agricoltura dà ancora lavoro. Nonostante tutto, contro il clima avverso, i mercati che non ripartono, la concorrenza sleale, i falsi alimentari, i campi italiani riescono a fornire occasioni di occupazione molto più che le industrie e i servizi. Guardando anche agli immigrati e alle fasce di popolazione più svantaggiata. È il segno di quanto, dopo tutto, sia moderno e importante un comparto che poco spazio continua ad avere nella considerazione dell'opinione pubblica nazionale.
I numeri dicono chiaramente di cosa si sta parlando. L'agricoltura ha fatto registrare un incremento dell'1,5% nel numero di occupati, che è pari al triplo del valore medio totale di tutti i settori. Questo è ciò che si legge da una analisi che Coldiretti ha effettuato sugli ultimi dati Istat relativi al terzo trimestre dell'anno. Si tratta di un numero che, fra l'altro, deriva da situazioni molto diverse. Al nord la crescita è stata dell'1,4%, ma al centro il balzo è stato del 12,6; mentre una leggera flessione dell'1,4% si è registrata al sud; a crescere, soprattutto, gli imprenditori agricoli (+3,6%), ma anche in questo caso con molte differenze: al centro c'è stato un balzo del 31% dei dipendenti agricoli. 
Ma quali sono le indicazioni di fondo che è possibile trarre da questi dati? Prima di tutto che, nonostante le difficoltà, l'agricoltura non solo esiste ma cresce e può dare occupazione. Poi, che la situazione potrebbe ancora migliorare. 
Stando a Coldiretti, infatti, un ulteriore incremento di occupazione potrebbe arrivare dalla vendita o dall'affitto dei terreni agricoli pubblici. I coltivatori, in questo caso, parlano di qualcosa come oltre diecimila nuove imprese agricole condotte da giovani che potrebbero nascere da oltre 140mila ettari di terreni agricoli pubblici coinvolti nell'operazione. Sempre che, come più volte è stato detto, l'attenzione "politica" al settore sia mantenuta e cresca di livello, così come quella degli istituti bancari e più in generale del sistema economico e produttivo che ruota attorno ai campi. Non ci si può dimenticare, per esempio, che i costi delle materie prime agricole continuano ad essere troppo alti mentre i margini di guadagno degli agricoltori, in molte circostanze, continuano ad essere troppo bassi. 
Rimane, poi, un dato di fondo. L'agricoltura conserva il suo carattere anticiclico. Non sarà probabilmente mai un settore dalle prestazioni eccezionali – al pari di altri comparti dell'economia –, ma certamente è dotato di caratteristiche di "resistenza" alla congiuntura avversa che lo rendono unico rispetto all'industria e ai servizi.

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Casa Gramsci diventa hotel, a Torino 160 stanze lusso Nuovo Nh Collection. Protesta Rifondazione Comunista

Casa Gramsci, l'edificio in cui soggiornò il padre del comunismo italiano, diventa un hotel di lusso. E' stato inaugurato ieri, dopo tre anni di lavori e una lunga scia di proteste culminata in un sit in di Rifondazione Comunista, il primo Nh Collection della Città. Centosessanta stanze che offrono ogni genere di confort in quello che per la sinistra italiana è stato fino ad oggi quasi un luogo sacro.

Alla memoria del padre del Pci resta dedicata un'ala dell'edificio Secentesco, ha ricordato il sindaco di Torino Piero Fassino, è stata concessa all'Istituto Gramsci. Accanto piscina, sala fitness e persino un affascinante orto sui tetti, dove crescono le verdure cucinate dai cuochi 'a cinque stelle'.

Noblesse oblige per una costruzione che nei secoli ha avuto una storia davvero affascinante: da Regio Albergo di Virtù a casa di Antonio Gramsci, che qui fondò il primo nucleo di quel che sarà l'Unità e gettò le basi per la nascita del partito. E, per finire, casa di residenza popolare. L'albergo restituisce questa casa del centro al suo antico splendore.

"In questo modo - sottolinea Fassino - saranno molte di più le persone che potranno venire in contatto con la figura e il pensiero di Gramsci", che viene ricordato da una targa sulla facciata. "Questo bellissimo e raffinato albergo, situato nel cuore di Torino - aggiunge il primo cittadino - è l'ennesima dimostrazione della nuova vocazione della città, sempre più internazionale e ormai capitale culturale riconosciuta, pronta a ospitare, milioni di turisti in vista dell'Expo". Sarà così, ma la spiegazione non convince comunque Rifondazione Comunista, che ha definito l'iniziativa una vera e propria "rimozione culturale".
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Natale, luci e colori dal mondo in attesa delle feste (alcune foto)




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La mostra. Van Gogh, tenera e ruvida terra

C’era da aspettarselo: Van Gogh, anche in tempo di crisi, genera code. Un serpentone di aspiranti degustatori (anche numerose scolaresche, molto disciplinate) risale compunto verso la piccola mostra allestita con l’ormai consueto deprecabile sistema del “taglia-incolla”, vale a dire messa su trasportando a pacchetto le opere da una sede espositiva (estera, e questa volta è toccato al Kröller-Müller Museum di Otterlo, come peraltro era già successo con la “mitica” mostra di Palazzo Reale del ’62) all’altra (nostrana).
 
Tutti in attesa del fatidico incontro col mito, e l’allestimento dell’archistar giapponese Kengo Kuma, facendo galleggiare i quadri (in certi casi al limite della visibilità: la Natura morta con cappello di paglia e gli splendidi Nidi, per esempio, non si vedono) in un mondo fluttuante che poco o nulla ha da spartire con il misticismo sociale del van Gogh “prima maniera”, sembra studiato a tavolino per creare, appunto, non l’incontro contundente con quella sua “cattiva pittura”, ma la disciplinata celebrazione di un rito. Dentro la fastidiosa scatola magica, comunque, la sostanza c’è tutta, e delle 47 opere esposte (la mostra è a cura di Katheen Adler, catalogo 24 Ore Cultura) un nucleo corposo consegna un’immagine di Van Gogh, quello del periodo olandese appunto, la cui ruvidezza è certamente, al pubblico italiano, poco consueta.
 
Incoraggiato da Anton Mauve, all’età di 27 anni, tra l’agosto del 1880 e la fine del 1881, predicatore fallito cui la Scuola di evangelizzazione di Bruxelles aveva ritirato l’incarico per “eccesso di zelo” quasi mistico, Van Gogh decise che sarebbe diventato pittore. La decisione cominciò a prendere forma a Nuenen, nella regione olandese del Nord Brabante (dov’era Zundert, il suo paese natale, e dove visse dal dicembre 1883 a fine novembre 1885), all’“accademia” del mondo contadino: quella vita nuova doveva marcire, maturare e scoppiare come un seme gettato nella terra – «Più divento dissipato, malato, vaso rotto, più io divento artista, creatore... con quanta minor fatica si sarebbe potuto vivere la vita, invece di fare dell’arte» scriverà al fratello Theo il 28 luglio 1888 – passando per la messa in sordina delle astrazioni culturali (il che non ne fa naturalmente un pittore naif: Van Gogh fino a quel momento era stato e rimase sempre un lettore assiduo capace di passare con naturalezza dall’olandese all’inglese al francese; eseguì con puntiglio tutti gli studi artistici “da manuale” e, quanto alla conoscenza dei "classici", basterebbe ricordare quanto calorosamente raccomandasse al fratello Theo, da Londra, già nel ’73, di «andare spesso al museo» come lui già aveva fatto all’Aja, ad Amsterdan e ad Anversa), non per prescinderne, ma per sedimentare e sciogliere quella cultura nell’elemento con cui sentiva di essere lui stesso impastato, la sostanza elementare e sorgiva che fa l’occhio e la mente e i nervi sensibili alle pieghe più minute della vita, al respiro che c’è dentro le cose.
 
E si capisce come potesse riuscire a comporre quel che è umanamente incomponibile: da una parte l’ammirazione per Millet e Breton, e dall’altra il rifiuto quasi selvatico di quella douceur che ne faceva dei pittori au-bon-ton, determinato a sporcarsi le mani e il cervello con i toni polverosi e pesti in cui sono calate, appunto, le opere di quel periodo. Che certamente non sono i suoi capolavori, ma è evidente che quei colori impastati di luce che tessono la drammatica energia della sua opera maggiore maturata dopo l’incontro con la “pittura moderna” del biennio parigino, e poi ad Arles, e da Arles a Saint-Remy fino a Auvers-sur-l’Oise.
 
Senza questo espiativo ritorno al grembo della pittura non gli sarebbero mai scoppiati dentro con quella nativa necessità. Verrebbe da dire: nonostante le sue stesse intenzioni, lui che aspirava alle composizioni complesse di figure e in fin dei conti ne farà una soltanto, I mangiatori di patate (qui evocato da una Testa di donna che forse vale il dipinto, il quale però resta il grande assente in mostra: i tanti studi di contadini eseguiti in quegli anni nascono infatti tutti quanti all’ombra di quel quadro), troverà il punto di forza della sua pittura in quell’elemento antinarrativo che è per l’appunto lo spremere fuori una sostanza superindividuale da qualsiasi cosa essa tocchi: da un volto – sostanza che nel ritratto di Joseph Roulin ha i nomi di “tenerezza” e “silenziosa serenità”, scriverà nell’aprile dell’89 da Arles, e lo sentiamo nell’affetto con cui Van Gogh gioca con i riccioli della sua barba fluente – o da una natura morta o da un cielo bianco che copre come una sindone i verdi teneri della terra («Cos’altro si può fare, pensando a tutte le cose la cui ragione non si comprende, se non perdere lo sguardo sui campi di grano?» scriverà da Saint-Rémy-de-Provence nel luglio di quello stesso anno). Con il suo malinconioso sentimento del tempo, su cui lasciare che lo sguardo si perda.
 
 
Milano, Palazzo Reale
Van Gogh. L’uomo e la terra
Fino all’8 marzo 2015
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Turismo: in aumento i turisti stranieri in Italia

La presenza di turisti stranieri in Italia nel 2014 ha avuto un incremento del 2% rispetto allo scorso anno. "Una crescita moderata e inferiore rispetto alle attese" secondo il direttore nazionale di Federviaggio, Francesco Sottosanti, che ha illustrato i dati nella giornata conclusiva di BizTravel Forum, a Fiera Milano City. Per il 2015 "le previsioni sull'arrivo di turisti stranieri in Italia sono cautamente ottimistiche - ha concluso Sottosanti - anche perché ci attende Expo 2015".
   
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Villaggi vacanze, per le feste +32%

A dispetto della crisi, anche durante le festività, quando i costi sono maggiori, molti italiani continuano a partire e il villaggio vacanza al calduccio di Caraibi, Mar Rosso e Canarie continua a essere una delle soluzione preferite. Emerge dalla panoramica delineata da Veratour: se infatti il trend di prenotazioni per l'arco novembre 2014-aprile 2015 si attesta su un +23,5% rispetto all'anno scorso, le partenze di Natale, Capodanno ed Epifania registrano un +32%.

In gran parte le persone prenotano vacanze di una settimana, riconfermando la tendenza a usufruire di più periodi brevi nell'arco dell'anno.

Quanto alle destinazioni preferite come medio raggio, le Canarie stanno sfiorando un +10%, ma la progressione maggiore è verso il Mar Rosso egiziano, che è tornato a trainare il mercato.


Secondo Massimo Broccoli, direttore commerciale Veratour, "le festività stanno facendo da spartiacque al ritorno deciso su questa destinazione da parte del pubblico italiano. Noi riscontriamo buoni risultati nei Veraclub a Sharm El Sheikh quanto a Marsa Alam".

Parlando di destinazioni lungo raggio si registra gradimento massimo verso i Caraibi: Repubblica Dominicana (+32%), Cuba (+15%) e Messico (trainato in particolare dalla richiesta di circuiti+soggiorno). Crescenti richieste di viaggi su misura (tour più che soggiorni stanziali) in Messico, nell'Oceano Indiano e negli Emirati Arabi. La richiesta di fruizione di servizi di lusso, in primis i voli in business class, nel periodo delle festività è sempre maggiore all'offerta e anche quest'anno non fa eccezione, anche perché il 70% dei clienti prenota in anticipo ottenendo sconti.
   
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Parte la stagione sciistica, tra sport nuovi e km zero

di Ida Bini

In questo insolito e mite novembre sciatori, operatori turistici, addetti agli impianti e appassionati di montagna attendono fiduciosi l’arrivo del ciclone Medea, che da domenica 30 novembre porterà nevicate e un brusco abbassamento delle temperature nell’Italia settentrionale e in quella appenninica. Molti impianti di risalita delle principali località sciistiche italiane sono già in funzione, anche grazie all’innevamento artificiale, ma l’arrivo del freddo e della neve anche a basse quote consentirà a tutti i comprensori di dare l’avvio ufficiale alla stagione sciistica, che si preannuncia ricca di cambiamenti, di nuove tendenze, di sorprendenti offerte turistiche e sportive per gli appassionati della montagna.


E c’è da crederci visto che il turismo dello sci rappresenta a livello nazionale l’11,3 percento del complessivo sistema turistico e che, solo sulle Alpi, genera un mercato da 16 miliardi di euro. Per la stagione invernale che sta partendo l’Osservatorio turistico della montagna italiana (dell’Osservatorio Skipass Panorama Turismo) prevede un incremento del 3,8 percento di presenze rispetto allo scorso anno, soprattutto nelle destinazioni top – le più famose, quelle più all’avanguardia e con più offerte last minute - anche se solo il 14 percento delle località sciistiche italiane ha investito in strutture e servizi, in grado cioè di attirare l’interesse di nuovi consumatori.

Tuttavia è altissima la richiesta di vivere la neve anche da chi non necessariamente vuole praticare una disciplina sportiva; nasce così l’esigenza di soddisfare chi cerca dalla montagna momenti di relax e di benessere. Sempre secondo le indagini dell’Osservatorio turistico sono in crescita gli slons (snow lovers no skiers), cioè coloro che amano la neve ma non sciano, e che cercano dalla località turistica allettanti offerte di sentieri dove passeggiare, baite e solarium dove rilassarsi e godere delle prelibatezze locali e tradizioni da riscoprire. Un’altra tendenza molto interessante è la ricerca delle stazioni sciistiche piccole e accoglienti, con poca ressa agli impianti di risalita e un buon rapporto prezzo/qualità. Ecco qualche indicazione: le piste intorno al rifugio Col de Varda, sul lago di Misurina sopra Auronzo di Cadore; Padola, in Val Comelico; Rienza a Dobbiaco; Passo Oclini nella ski area di Lavazé, nella Val di Fiemme trentina; il pianoro di Ciampedie, tra Vigo di Fassa e Pera di Fassa.

Le grandi destinazioni, dal Dolomiti Superski alla Via Lattea, dal Matterhorn Ski Paradise all’Adamello Ski, invece, vengono scelte in base alla qualità e alla diversificazione dell’offerta, alla sicurezza, all’innovazione e alla garanzia di poter sciare sempre. Tutti i comprensori sciistici, indistintamente, danno grande risalto al rispetto per le regole di sicurezza, alle offerte last minute, alle prenotazioni day-time, cioè nello stesso giorno di arrivo, e a promozioni per famiglie e non sciatori. E’ sempre molto alta l’attenzione per i nuclei familiari e soprattutto per i più giovani sciatori: ovunque nascono scuole per bambini, parchi giochi, piste e alberghi child friendly, pensati appunto per i più piccoli. Un’altra tendenza è lo “sci a chilometri zero”: quest’inverno si riscoprono il treno come mezzo per raggiungere le località di montagna e gli alberghi davanti agli impianti di risalita. Il massimo è poter scendere dal treno e salire sulla cabinovia, come in Val di Sole (Trentino), a Plan de Corones (Alto Adige), a Pila (Valle d’Aosta) e, dal 14 dicembre, a Versciaco (sopra Bolzano).

Per quanto riguarda le discipline sportive, le più gettonate anche quest’anno sono quelle free, economiche perché non necessitano di alcun acquisto di skipass né del maestro di sci e che garantiscono la pratica sportiva in contatto con la natura: ciaspole, nordic walking e sci di fondo. Cresce il numero di appassionati di slow ski, disciplina-filosofia che privilegia le piste panoramiche con soste e percorsi a bassa velocità, e, all’opposto, di quelli di free ride: sport adrenalinico che sta diventando una disciplina e un vero e proprio segmento di mercato. Tra le ultimissime novità, un po’ elitarie e quindi costose, ci sono il balloon ski che prevede la partenza in mongolfiera con gli sci e gli scarponi e l’arrivo in cima alle piste; lo snowscoot, un mix tra monopattino e bici BMX per i freerider esperti che corrono e fanno slalom; lo ski running, corsa in montagna sulla neve, che dalla Francia sta contagiando anche gli sportivi italiani, e lo ice kart, il go kart sul ghiaccio. Va segnalato che sono ancora poche le località dove queste discipline vengono praticate.

Si conferma l’interesse crescente anche per l’arrampicata sul ghiaccio, per l’eliski, per le sciate in notturna (soprattutto nel comprensorio Zoncolan-Ravascletto e nell’area Sella Ronda) e all’alba (in Alta Badia e in Trentino), e per le piste alla francese cioè senza innevamento artificiale e senza battitura che danno la sensazione di sciare mentre sta nevicando. Infine, va segnalata la nuova presenza di applicazioni sullo smartphone per catalogare e condividere le proprie prestazioni, per preparare la sciata e per informarsi sullo stato della neve e sul meteo. Tra le più richieste c’è quella che indica quanti sciatori ci sono in pista (per ora è possibile sul Dolomiti Superski). Nuovissimo è anche il servizio skifast per i pagamenti elettronici nel comprensorio di Bormio, con tariffe che si adattano alle attività in pista e che funziona anche per pagare al bar. Ecco alcune località dove è possibile sciare già da sabato, 29 novembre: nel comprensorio del Faloria, a Cortina d'Ampezzo; a Plan de Corones; a Prali; in Val Germanasca; a Madonna di Campiglio; in Alta Pusteria; a Bormio 3000; a Livigno; a Madesimo; nel comprensorio Monterosa Ski; a Cervinia; sul ghiacciao Presena e a Solda all’Ortles.
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Arte sposa la natura nei parchi. Dal 12 dicembre musica, trekking, tradizioni e gastronomia

di Cinzia Conti

"Questa stanza non ha più pareti ma alberi...": è la sensazione descritta dal fisarmonicista Gianni Coscia alla fine di un concerto durante la manifestazione Naturarte nell'estate dello scorso anno. E quest'anno la Basilicata, forte anche del riconoscimento di Matera capitale europea della Cultura del 2019 e dei suoi 300 mila ettari di parchi, non solo ripropone l'evento ma lo destagionalizza: 365 giorni l'anno per godere della bellezza multiforme e semisconosciuta di un territorio che oltre ai mitici Sassi offre chiese rupestri, abbazie, terme e soprattutto la bellezza selvaggia e seducente dei 4 storici parchi lucani che fanno da teatro naturale dell'iniziativa (il Parco archeologico, storico, naturale delle Chiese Rupestri del Materano, il parco di Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane, il parco nazionale del Pollino e il parco nazionale dell'Appennino Lucano Val D'Agri Lagonegrese).

Quattro parchi che vantano una biodiversità unica in Europa che da dicembre ospitano una serie di eventi (il programma completo su www.naturaratebasilicata.it) che mirano a coniugare il turismo alla cultura e alla natura nelle sue molteplici sfaccettature, coinvolgendo anche artisti di fama nazionale (l'anno scorso ci furono tra gli altri Edoardo Bennato, Erri De Luca, Massimo Cacciari).

Il suo vasto programma di eventi, che coniuga musica, trekking naturalistici, tradizioni popolari e degustazioni enogastronomiche, incontri con scrittori, conferenze, concerti, performance teatrali, approfondimenti, racconti, educazione ambientale, laboratori artigianali e mercatini di prodotti tipici a "km 0", quest'anno si rinnova secondo un principio di destagionalizzazione che tende a far vivere i magici luoghi lucani anche nei mesi non estivi, durante i fine settimana, con l'integrazione di alcuni appuntamenti riservati alle scolaresche (di lunedì) sul tema dell'educazione ambientale.

Tra gli eventi in calendario, le esibizioni dell'arpista Giuliana De Donno, fondatrice della Scuola di Arpa Popolare di Viggiano, la musica antica di Graziano Accinni, i cooking show degli chef della Basilicata, il teatro civile di Ulderico Pesce, i concerti di Peppe Voltarelli e Richard Galliano, il trekking in notturna e quello letterario con le favole narrate da Giuseppe Cederna, l'orchestra della Murgia Materana, gli incontri su tema architettura e beni culturali.

Tanti i luoghi coinvolti, tra Natura e Cultura: dal Parco Archeologico del Grumentum al Massicco del Sirino, dalle case tipiche ospitanti scambi di libri ai rifugi in montagna approdo di escursioni con guida, il tutto condividendo con la comunità di un'intera regione un'unica visuale sulla tutela della biodiversità e dell'accoglienza. Si comincia il 12 dicembre, a Marsico Nuovo, con un week-end sul tema "Il Natale delle biodiversità" ricco di degustazioni dei prodotti tipici, itinerari archeologici, sfilate tradizionali e molteplici iniziative per vivere la storia in modo diverso.
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Hotel Rivoli Firenze offre ai propri ospiti dal 14/3 al 21/06/15, la possibilità di visitare gratuitamente la mostra “Bronzi del mondo ellenistico” presso Palazzo Strozzi in Firenze


La mostra vede riuniti reperti provenienti dai più importanti musei archeologici internazionali. Sarà possibile ammirare le monumentali statue di divinità e personaggi di potere, oltre che sculture in marmo e pietra caratterizzate dallo straordinario rapporto mimetico con il bronzo.
L’offerta include:
• 2 notti in camera classic per 2 adulti 

• Colazione a buffet per 2 persone 
• Ingresso gratuito alla mostra “Bronzi del mondo ellenistico” per 2 persone


Termini e condizioni:
Questa offerta è soggetta a disponibilità e non è cumulabile con altre offerte. E' prenotabile solamente attraverso i siti www.hotelrivoli.it, www.arshotels.it o contattando direttamente l' Hotel Rivoli ed il Centro Prenotazioni Ars Hotels Firenze. E' richiesto il numero di una carta di credito e la data di scadenza a garanzia. Nella Tariffa è inclusa l'Iva del 10%, oltre i suddetti servizi. TASSA DI SOGGIORNO ESCLUSA (4 Euro per persona al giorno, da pagare in loco).
Cancellazione senza penale, consentita fino a 7 giorni prima dell'arrivo, oltre tale termine sarà addebitato l'importo totale del pacchetto.



Lofoten: a caccia di aurore boreali in Norvegia

Nessun altro posto al mondo offre migliori probabilità di vedere uno dei fenomeni più struggenti della natura.

Ogni apparizione dell’aurora boreale è unica, e regala emozioni che si portano dentro per tutta la vita. Dal tardo autunno fino alla primavera la Norvegia del Nord è il luogo migliore per avvistarle, con le Isole Lofoten elette a destinazione ideale per trascorrere qualche giorno (o meglio notte) avvolti dalle magiche atmosfere di questo particolare avvenimento naturale.

Durante le grosse esplosioni ed eruzioni solari enormi quantità di particelle vengono sparate dal sole nello spazio profondo: quando queste particelle incontrano il campo magnetico terrestre vengono attirate in circolo verso il Polo Nord, dove interagiscono con gli strati superiori dell'atmosfera. L'energia che viene sprigionata diventa l'aurora boreale. Il suggestivo fenomeno avviene a circa 100 chilometri al di sopra delle nostre teste: chi si mette con il naso all’insù ha la sensazione di essere letteralmente proiettato in un’altra atmosfera. Ogni apparizione è diversa dall'altra: spesso si vedono tre strisce verdi in mezzo al cielo notturno, oppure una sorta di tenda che si agita o anche del fumo che si avvolge su se stesso, tutto di un colore verde intenso e luminoso, con punte di rosa sulle estremità che sfumano sul viola intenso verso il centro. Tutto avviene in maniera imprevedibile, nessuno sa quando l’aurora boreale si farà vedere. Nell’attesa si possono organizzare safari in motoslitta, escursioni con slitte trainate da cani, oppure stare anche semplicemente sdraiati sotto il cielo in completo relax.

Le Isole Lofoten sono conosciute non solo per le attrazioni naturali, ma anche per la pesca e i tipici villaggi fuori dalle strade battute. Prima che arrivi il buio si può andare in mattinata all’estremità meridionale dove si trova Rost con le sue numerose isole e scogli. Qui hanno trovato ospitalità gli uccelli che formano la più grande colonia di tutta la Norvegia; circa un quarto degli uccelli marini del paese vengono a nidificare in questo luogo, dove si trova anche il Faro Skomvaer, l’ultimo avamposto con vista sull’Oceano Atlantico. Il pomeriggio si può prendere la direzione verso il villaggio di pescatori Nusfjord, dall’architettura molto particolare: il complesso di edifici è stato costruito tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo ed è rimasto illeso nonostante gli incendi e l’introduzione di elementi architettonici moderni. A Eggum e Unstad si trovano piccoli gruppi di case che sembrano uscite dal Medioevo, addossate alle pendici di alte montagne: si visitano passeggiando tra le viuzze di ciottoli che riportano indietro nel tempo.

Il giorno successivo si può far tappa all'Isola di Moskenes, con i resti di un insediamento risalente a migliaia di anni fa e dipinti rupestri nella caverna costiera Kollhellaren a Refsvika che hanno almeno 3000 anni. Una curiosità: “Borga", una costruzione in pietra risalente alla Seconda Guerra Mondiale, è una delle prime stazioni radar costruite dai tedeschi nell'Europa del Nord.
turismo.it

Cortina per un (fashion) weekend

Dal 5 all'8 dicembre torna il Cortina Fashion Weekend con oltre 100 eventi modaioli per fare shopping e divertirsi tra aperitivi, vernissage e dj set ad alta quota dopo la prima sciata di stagione
Shopping, vernissage, sfilate e tutto questo prima, durante e dopo la prima sciata di stagione tra alcune delle piste più belle delle Dolomiti. Se l’idea vi piace fate tappa a Cortina: dal 5 all’8 dicembre torna infatti il Cortina Fashion WeekEnd, un fine settimana da non perdere non solo se siete fashion victim e avete voglia di approfittarne per lo shopping di Natale, ma anche per divertirvi alla grande.

Durante la manifestazione promossa da Cortina Turismo, che quest’anno (siamo alla quarta edizione) è tutta declinata sul tema della “magia bianca”, ci saranno infatti più di 100 eventimodaioli tra le boutique di corso Italia vestite a festa, ristoranti, locali e persino in pista. Perché oltre agli aperitivi in centro, inaugurazioni di mostre come quella dedicata ai modelli finalisti del concorso di design OttoPanche, anche i rifugi ospiteranno dj set e sabato 6 dicembre si potrà ancheballare fino a tardi.

Viaggiate con i bambini? No problem, dato che anche per loro ci sarà un ricco programma di attività per un weekend a zero noia. Per esempio al Museo Etnografico potranno intrattenersi con i folletti del bosco e le leggende ampezzane.

E mentre si divertono, insieme allo sci e allo shopping , voi potrete dedicarvi a quello che più vi piace. Magari ai rendez vous con le stelle per decifrare il cielo con un astronomo (se preferite ci sarà anche l’astrologo per dare contemporaneamente una sbirciata alla geografia del destino).

Anche la cucina sarà a tema “magia bianca”, perché ristoranti e rifugi proporranno ricette con menù degustazione pensati ad hoc (anche per i più piccoli) durante tutti i giorni della manifestazione. Ma non perdertevi l’evento del 7 dicembre: ilGran Galà Charity allo Sporting Hotel Villa Blu con un’asta realizzata grazie al contributo dei negozi di Cortina il cui ricavato sarà devoluto a Komen Italia, associazione impegnata nella lotta al tumore al seno.

Ecco due modi per partireC’è il pacchetto “La Bianca Magia del Fashion WeekEnd”: 3 notti a scelta (5-8 dicembre) a partire da 342,00 euro per 2 persone in doppia. 
Se invece preferite organizzarvi da soli, l’Hotel Panda, in pieno centro, propone un soggiorno di 3 notti con camera e colazione a partire da 540 euro per una matrimoniale con terrazzo con vista sulle Tofane. 
Per consultare il ricco programma della manifestazione,leggete qui!
(Foto di copertina www.bandion.it)

Formaggi e vini: divino abbinamento

Come presentare i formaggi al ristorante valorizzando le loro caratteristiche organolettiche con l’abbinamento ai vini è stato il tema di un incontro formativo, presso la Casa di Alti Formaggi a Treviglio, guidato dal vicepresidente di Onaf (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggio) Giuseppe Casolo in collaborazione conAscovilo e Movimento Turismo del Vino Lombardo.
Casolo
 ha sottolineato l’importanza dei formaggi nella ristorazione, prodotti complessi in quanto soggetti a numerose variabili dovute alla lavorazione e stagionatura e che come tali richiedono competenza. La valorizzazione di un prodotto, infatti, passa attraverso la conoscenza approfondita delle sue peculiarità e adeguata preparazione all’analisi sensoriale anche in ottica di abbinamento con i vini corretti.
Salva Cremasco, Provolone Valpadana, Valtellina Casera, Taleggio, Gorgonzola, Bitto, Strachitunt
, sono i grandi formaggi lombardi DOP e IGP in questi giorni protagonisti anche di un’iniziativa che coinvolge alcuni tra i migliori ristoranti milanesi, proposti in menu speciali e abbinati ai vini della regione.
Ma cerchiamo di riassumere i preziosi consigli di Giuseppe Casolo: “La valorizzazione di un prodotto passa inevitabilmente attraverso il produttore: citare al cliente il nome del produttore serve a identificare il prodotto, come per il vino; praticare il taglio con i coltelli adatti e in maniera corretta, mantenendo una porzione di crosta e in prossimità del servizio, evitando ossidazioni; può essere utile presentare proposte a tema, per esempio in base alla territorialità, al tipo di latte, e saper spiegare al cliente le peculiarità del prodotto, consigliando l’abbinamento più adatto che oltre al vino può comprendere marmellate o miele che possono favorire la comprensione in chi non ha esperienza”. Tra le regole ideali da rispettare, l’ordine di servizio di una ruota di formaggi che deve tenere conto dell’assuefazione alla quale i recettori olfattivi e gustativi sono soggetti, e la corretta porzionatura: “Si parte dai formaggi freschi – spiega Giuseppe Casolo – per arrivare a quelli più stagionati ed evoluti e terminare con gli erborinati, proponendo porzioni di piccole dimensioni, 30 grammi ciascuna, disposte lungo i bordi del piatto, rigorosamente bianco”. 
Anche l’abbinamento coi vini segue regole di base: succulenza e untuosità cercano alcoolicità e tannicità; grassezza e tendenza al dolce chiedono freschezza ed effervescenza; sapidità, aromaticità, speziatura, tendenza amara e acida hanno bisogno di un vino che presenti persistenza e intensità aromatica, morbidezza e aromaticità. Qualche esempio proposto? Salva Cremasco fresco con Lugana, Provolone dolce e Bonarda, Gorgonzola piccante accompagnato da Moscato di Scanzo.
Secondo il programma di Divini Formaggi di Lombardia, sono 14 i locali selezionati per proporre, dal 24 al 30 novembre, ai loro clienti una formula che prevede una ricetta creata “ad hoc”, con l’utilizzo di uno tra i 13 formaggi lombardi a marchio di qualità DOP (su un totale di 46 a livello nazionale), abbinata a un calice di un vino scelto tra una delle 42 denominazioni regionali (5 DOCG, 22 DOC e 15 IGT, pari all’8% delle denominazioni di qualità italiane).
I ristoranti aderenti a “DiviniFormaggi di Lombardia”Bellariva, Chic’n Quick Trattoria moderna, El Chiustrin, Globe, I Valtellina, Il Giardino del Naviglio, L’Ulmet, La Dolce vita, Peccatori di gola, Testina Milano, Trattoria Casa Fontana 23 risotti, Trattoria Ferrelli a Milano, Trattoria Masuelli San Marco e Viola Enoteca. (Per informazioni: 340.9546271 o Facebook: Diviniformaggi)
I formaggi DOP i cui Consorzi aderiscono a DiviniFormaggi di Lombardia sono Provolone Valpadana, Gorgonzola, Salva Cremasco, Strachitunt Valtaleggio, Taleggio, Valtellina Casera, Bitto, Formai de Mut Alta Val Brembana.
I vini DOCG, COG e IGT i cui Consorzi partecipano all’iniziativa: Franciacorta, Lugana, Moscato di Scanzo, Oltrepò Pavese, Vini Mantovani (Colli Morenici Mantovani e Lambrusco Mantovano), San Colombano, Terre Lariane, Valcalepio, Valtellina, Valtènesi Montenetto, Botticino, San Martino della Battaglia, Cellatica.
Marina Caccialanza
ristorazionecatering.it

Tour del Madison Square Garden, viaggio tra le star: Arena piu' famosa di New York

di Gina Di Meo

E' il palcoscenico dove un sex symbol come Marilyn Monroe il 19 maggio del 1962 canto' il 'Buon Compleanno' piu' famoso della storia, 'Happy, Mr President' dedicato a John F. Kennedy per il suo 45/o compleanno. E' accaduto al Madison Square Garden, per i newyorkesi Msg, l'arena per antonomasia dove non c'e' evento sportivo o di intrattenimento che non sia passato da qui. L'anno scorso il Msg e' stato riaperto dopo aver subito una ristrutturazione durata tre anni e costata un miliardo di dollari. I lavori tuttavia si sono svolti fuori stagione, ossia quando le squadre dei Knicks e dei Rangers erano a riposo.

L'attivita' del Garden quindi non e' mai stata effettivamente interrotta. Situato proprio nel cuore di New York, oltre ad ospitare eventi, il Msg di giorno apre le sue porte ai visitatori che possono percorrerlo da un capo all'altro rivivendo attraverso un viaggio fotografico i momenti che hanno fatto storia. E' qui infatti che si e' svolto l'incontro del secolo (The Fight, ndr) che l'otto marzo 1971 ha visto sul ring due campioni della boxe come Joe Frazier e Muhammad Ali. Il match fu vinto da Frazier dopo 15 round. Il tour 'all access' all'interno del Msg dura 75 minuti durante i quali oltre a visitare la mostra 'Garden 366', una retrospettiva che appunto segna i momenti clou in 130 anni di storia, si puo' avere accesso agli spogliatoi sia dei Knicks, la squadra di basket della citta', sia dei Rangers, la squadra di Hockey sul ghiaccio.
   
Oltre ai Knicks e ai Rangers, il Garden e' anche la 'casa' della nazionale femminile di basket. I numeri del Msg sono da guinness dei primati. Vi si svolgono circa 320 eventi all'anno, quasi uno ogni sera. Oltre agli eventi sportivi, i concerti non si contano e tutte le star mondiali della musica si sono esibite sul suo palcoscenico. Il Garden e' stato anche l'ultimo posto dove John Lennon ha tenuto un concerto prima di essere ucciso nel 1980. E' anche l'unico posto a New York dove si e' esibito Elvis Presley, con un totale di quattro concerti totalmente andati esauriti nel 1972. Da record anche il numero di esibizioni di Elton John, ben 64, con la 60/ma che ha coinciso con il suo 60/mo compleanno il 25 marzo 2007.

"Madison Square Garden - disse Billy Joel durante un concerto - e' il centro dell'universo. Miglior acustica, miglior pubblico, miglior reputazione. E' il tempio del Rock and Roll". Inoltre, Michael Jackson ha festeggiato qui i suoi 30 anni di carriera nel 2001. I due concerti andarono esauriti in cinque ore e i biglietti sono passati alla storia per essere stati i piu' costosi di sempre, ben 5/mila dollari per i posti migliori.
    Jacko si mise in tasca 15 milioni di dollari.
   
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