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Al Lingotto di Torino torna Artissima La fiera di arte contemporanea


TORINO - Passato e futuro convivono nella 24/a edizione di Artissima, la fiera internazionale di arte contemporanea che il Lingotto di Torino ospiterà dal 3 al 5 novembre. In totale saranno 206 le gallerie, provenienti da 31 Paesi, che presenteranno 700 artisti con oltre 2mila opere in mostra divise nelle sette sezioni dell'esposizione. Il passato sarà rievocato in particolare con una sorta di celebrazione del 50/o anniversario della nascita dell'Arte Povera. Verranno ricordati il "Deposito d'Arte Presente" del '67 di Gian Enzo Sperone e il Piper Club, storica discoteca della Torino degli anni Sessanta. Per il futuro invece Artissima punta sulle sezioni New Entries e "Present Future".
    Il catalogo per la prima volta abbandona la carta per il digitale, una piattaforma permetterà ai visitatori di creare un tour virtuale, vedere in anteprima le gallerie e conoscere gli artisti che partecipano alla fiera. Tra le novità della 24/a edizione la sezione Disegni, con 26 artisti.
    "Vediamo un grande interesse verso l'arte contemporanea, misto a curiosità e perplessità - ha detto la nuova curatrice Ilaria Bonacossa a margine della presentazione della fiera, all'Unicredit Tower di Milano - Ci rendiamo conto che le fiere sono un buon punto di inizio perché l'idea che chiunque possa comprare il capolavoro del futuro è molto democratica nella fruizione della mostra. La scorsa edizione ha visto numeri importanti, 50 mila visitatori in quattro giorni, speriamo di mantenere i numeri ma speriamo anche che la fruizione della mostra rimanga piacevole e non un supermercato". (ANSA)

Salone del Libro di Torino 30° SALONE: I NUMERI, I TEMI, LE SEZIONI

«L’immagine dell’edizione numero trenta è un libro che scavalca un muro: non è, chiaramente, di questi tempi, un'immagine neutrale. Non è un'immagine oleografica, perché la cultura - per chi la intende come la intendiamo noi - non è un oggetto da mettere in vetrina ma una forza viva, trasformativa, che modifica il paesaggio circostante, che qualche volta cambia addirittura le carte in tavola, o le regole del gioco, che non ti lascia come ti aveva preso, che ti consente di fare esperienza».

È con queste parole che il direttore editoriale Nicola Lagioia battezza il suo primo Salone Internazionale del Libro di Torinol’edizione numero trenta della manifestazione che dal 18 al 22 maggio 2017 celebra il prestigioso traguardo “anagrafico” scavalcando il perimetro della tradizionale e sempre vasta offerta editoriale per sconfinare in una programmazione culturale a tutto tondo che caratterizzerà per cinque giorni l’intero territorio cittadino.

I numeri del 30° Salone
I numeri offrono la prima panoramica di ciò che avverrà nei 45 mila metri quadri di superficie espositiva dei padiglioni del Lingotto Fiere: circa 11 mila i metri quadri commerciali (il 10% in più dello scorso anno) allo stato attuale occupati da 424 titolari di stand (nel 2016 erano 338), a cui si sommano i 9 stand dei progetti speciali. Complessivamente il trentesimo Salone del Libro propone ad oggi 1.060 case editrici, dando vita a un programma che conta circa 1.200 appuntamenti disseminati nelle 30 sale a disposizione del pubblico, che vanno dai 600 postidella più grande, la Sala Gialla, ai 20 dei laboratori didattici.
Il totale delle case editrici è rappresentato dalle 390 con stand proprio, da altri 360 editori italiani e stranieri ospitati da stand di colleghi, dalle presenze di 10 fra case discografiche ed editori musicali accolti nell’area ad essi dedicata e da quelle inserite nei 12 spazi regionali di Piemonte, Toscana (regione ospite), Basilicata, Calabria, Friuli, Lazio, Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria e Valle d’Aosta, oltre all’area di Matera 2019, e nei tre stand internazionali di CinaRomania e Marocco, che insieme accolgono all’incirca ulteriori 300 realtà editoriali dei loro territori.

Le sezioni tematiche
Ispirato nelle sue sezioni tematiche dal filo conduttore “Oltre il confine”, come recita il titolo di quest’anno, magistralmente illustrato da Gipi nell'immagine guida, il programma intessuto per l’edizione 2017 da Nicola Lagioia con i quattordici consulenti del Salone e lo staff della Fondazione per il Libro, si apre verso nuove dimensioni sia in termini di contenuti, sia dal punto di vista degli spazi fisici e degli orari, caratterizzando in tal senso la consueta passerella di grandi autori e protagonisti della scena culturale italiana e internazionale.
Varcando la soglia del trentesimo Salone del Libro di Torino sarà il pubblico stesso ad essere condotto “oltre il confine”: per scoprire il volto autentico degli Stati Uniti con la sezione “Another side of America”; per incontrare donne che stanno cambiando il mondo, protagoniste di “Solo noi stesse”; per lasciarsi sorprendere dai reading di“Festa Mobile”; per affacciarsi sul futuro con gli appuntamenti de “L’età ibrida”; per conoscere l’Italia che risorge dal terremoto, ospite della programmazione “Il futuro non crolla”; per riconsiderare il vero valore del cibo e dell’alimentazione negli spazi di “Gastronomica”; per imbattersi nell’arte e nell’illustrazione di grandi maestri con “Match. Letteratura vs Arte”; per confrontarsi con la letteratura di frontiera dei “Romanzi Impossibili”; per trovare settantuno festival culturali italiani riuniti nel “Superfestival”; per farsi trasportare dalle sonorità dello spazio“Music’n’Books”; per assaporare la quiete autentica entrando dentro “L’isola del silenzio”; per far crescere i propri figli e nipoti con un libro in mano grazie al “Bookstock Village”; per superare i confini della fantasia con le iniziative per Tolkien e King. Ma ancora, per udire le mille lingue della letteratura mondiale, per celebrare grandi personaggi ed eventi del passato di cui ricorrono gli anniversari, per fermarsi ad ascoltare l’autore più amato, per approfondire gli argomenti di chi ha fatto dell’editoria il proprio mestiere.
E poi, per vivere l’evento al di là dei padiglioni del Lingotto e dei suoi orari di apertura, perché il Salone si dilata popolando l’intero territorio cittadino con un fitta serie di incontri, concerti, reading, esibizioni, feste ecc. per animare ogni giorno e fino a tarda sera le location più suggestive del capoluogo subalpino. È il programma delSalone Off, che mai come quest’anno, in cui il Salone chiude i battenti alle ore 20, diventa un elemento integrante del programma della manifestazione, invadendo Torino ed espandendosi in altre 15 località del territorio provinciale e regionale. Oltre 150 luoghi coinvolti nei modi più disparati: alcune sono location insolite, come quelle occupate dal programma esterno di “Festa Mobile” (fra i tanti, la mongolfiera di Borgo Dora o ilSommergibile Andrea Provana al Parco del Valentino), oppure vere e proprie sedi distaccate del Salone come l’area dell’Ex-Incet per i concerti serali. Fra gli eventi fuori sede anche le “Narrazioni Jazz” organizzate con la Città di Torino, il cui concerto della serata di mercoledì 17 maggio all’Auditorium del Lingotto inaugurerà il Salone con“Jass. Ovvero quando il jazz parlava siciliano” (accesso gratuito con possibilità di prenotare il ticket a 5 euro).
L’Ibf - International Book Forum, l’area professionale per la compravendita dei diritti editoriali, occuperà quest’anno le sale del Museo Carpano di Eataly dove i 370 gli operatori dell’editoria ad oggi iscritti - di cui 128 stranieri da 29 Paesi, daranno vita a contrattazioni e appuntamenti commerciali. Ad essi si aggiunge la presenza di40 realtà italiane e internazionali del comparto dell’audiovisivo di Book to Screen, sezione che Ibf dedica alleproduzione televisive, cinematografiche e new media, con alcuni dei marchi più importanti del settore a livello mondiale.

I consulenti per le sezioni del Salone

Andrea Bajani, consulente per Romanzi Impossibili; Giulia Blasi, consulente per i workshop sulla scrittura digitale; Ilide Carmignani, consulente per il ciclo L’AutoreInvisibile; Giuseppe Culicchia, consulente per Festa Mobile; GiorgioGianotto, consulente per L’età ibrida e Prospettive digitali; Alessandro Grazioli, supporto al coordinamento editoriale e di comunicazione; Alessandro Leogrande, consulente per la parte relativa agli anniversari; Loredana Lipperini, consulente per le due feste per J.R.R. Tolkien e Stephen King, per l’approfondimento Il futuro non crolla e per Solo noi stesse insieme a Valeria Parrella; Valeria Parrella, consulente per Solo noi stesse insieme a Loredana Lipperini; Vincenzo Trione, consulente per Match, arte vs letteratura; Fabio Geda ed Eros Miari, consulenti per il programma bambini e ragazzi del Bookstock Village; Mattia Carratello e Rebecca Servadio, consulenti per il progetto IBF-International Book Forum.
salonedelibro.it

segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone

La montagna come luogo dello Spirito. Intervista a Dag Tessore per LetterAltura

Prima dell'evento di Letteraltura  sulla web radio di Turismo culturale intervista a Dag Tessore di Giuseppe Serrone in diretta da Verbania.
Ascolta da Canale YouTube Ufficio Stampa Turismo Culturale

La partecipazione di Tessore a LetterAltura è stato un evento in collaborazione con Torino Spiritualità.

Da un profondo conoscitore delle questioni interreligiose, un esegeta dei Padri della Chiesa, l’analisi del paesaggio montano come luogo d’incontro tra il terreno e il divino. Dag Tessore ha dialogato con Roberto Carretta Venerdì, 24 Giugno 2011
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Dag Tessore
Laureato in Lingua e Letteratura araba, con una tesi sul Corano, ha lavorato e scritto per varie Riviste (Medioevo, Famiglia Cristiana, L’Officina) e Case Editrici (Città Nuova, Newton & Compton, Fazi). Tra i suoi libri: La mistica della guerra (Fazi, 2003); La donna cristiana secondo l'insegnamento della tradizione apostolica (Leone Verde, 2008); I vizi capitali (Città Nuova, 2008); Il digiuno (Città Nuova, 2006). Svolge attività di conferenziere e conduce seminari presso diversi Centri e Università.

Torino città da visitare secondo classifica del NyTimes

Torino e' tra le città' da visitare nel 2016. L'autorevole New York Times infatti ha inserito il capoluogo piemontese tra le 52 località' da non perdere quest'anno e in particolare Torino e' al 31/o posto dopo Dalat in Viet Nam e Barcellona in Spagna. Secondo il quotidiano newyorkese la città italiana e' come un perfetto esempio di trasformazione di centro industriale in capitale culturale ed enogastronomica.
Tra i luoghi da vedere oltre al museo egizio di recente riaperto ci sono i Docks Dora, ex distretto di magazzini ora sede di gallerie, poi il nuovo centro per la fotografia e manifestazioni come Artissima e Paratissima.
    Torino e' inoltre la capitale dello slow food e del Salone del Gusto, non lontano dalle regiono vinicole Langhe-Roero e Monferrato, che tra le altre cose l'Unesco ha designato patrimonio dell'umanità.
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Torino boom di pellegrini, si va verso la proroga dell'Ostensione Sindone

Secondo il presidente dell'Opera Romana Pellegrinaggi, il periodo potrebbe allungarsi oltre il 24 giugno. Ferrovie, aumentati i viaggiatori dopo l'apertura dell'Expo: sull'alta velocità Torino-Milano 70 per cento in più

Arte, tradizioni e presepi: Natale a Torino

Intrecci di nidi colorati avvolgono i lampioni, mentre il Monte dei Cappuccini si affaccia sul Po circondato da una fiabesca nube blu: non siamo nel Paese delle Meraviglie, ma a Torino sotto Natale. L'austerità sabauda è stata (quasi) soppiantata dal brio cosmopolita, il grigiore della città-fabbrica si è trasformato in terreno di sperimentazione della creatività contemporanea. Il tutto sorretto da un'ordinata eleganza ottocentesca, che riesce a rendere sobria qualsiasi novità.  


Tutto iniziò diciassette anni fa con Luci d'Artista (fino all'11 gennaio), che per la prima volta affidò le luminarie del centro cittadino ad artisti contemporanei. Nel tempo artisti e luci sono aumentati e oggi sono quasi una ventina le installazioni: tra le più suggestive segnaliamoRegno dei fiori: nido cosmico di tutte le anime di Nicola de Maria, di fronte all'ondulata facciata in mattoni del barocco Palazzo Carignano, opera del Guarini; Piccoli spiriti blu di Rebecca Horn, ormai un classico, tutt'intorno al Museo della Montagna del Monte dei Cappuccini, e Il volo dei numeri di Mario Merz sulla Mole Antonelliana, sede dell'imperdibile Museo Nazionale del Cinema

In Piazza Castello, cuore della Torino nobile, tra le facciate neoclassiche di Palazzo Reale, reggia dei Savoia fino al 1865, e Palazzo Madama, sede del Museo di Arte Antica, ogni giorno un pompiere apre una finestrella: è il gigantesco Calendario dell'Avvento di Emanuele Luzzati. I personaggi del compianto Luzzati tornano anche nel suo Presepe (inaugurazione il 6 dicembre), quest'anno ospitato al Borgo Medievale (www.borgomedievaletorino.it), singolare complesso ispirato ai castelli della Valle D'Aosta e costruito nel Parco del Valentino sulle rive del Po per l'Esposizione Universale del 1884.

Alla Natività nelle sue più diverse forme è dedicata la mostra 
#Presepio. L'immagine della Natività dal medioevo all'arte contemporanea, nella duplice sede di Palazzo Madama e della Pinacoteca Albertina: opere di maestri del passato, come il pittore quattrocentesco Defendente Ferrari e il fiammingo Mattias Stoner, dialogano con oltre 50 artisti di oggi, molti dei quali hanno realizzato opere appositamente per la mostra. È il pop invece a regnare nella Galleria d'Arte Moderna dove, in occasione della mostra Roy Lichtenstein. Opera Prima, sono organizzati interessanti laboratori tematici per bambini e famiglie.

Chi ama i presepi più tradizionali  deve fermarsi in via Po 45, perché nei sotterranei della grande chiesa settecentesca è allestito il grandioso Presepe dell'Annunziata: oltre 200 personaggi, di cui oltre la metà animati. Scolpiti da artigiani della Val Gardena, sono stati assemblati da uno scenografo cinematografico nei primi anni del Novecento, in un paesaggio curato nei minimi dettagli e arricchito da recenti giochi di luce. A pochi passi da qui, sulla stessa via, si sbircia in vetrina un altro simbolo, ma di diverso genere, del Natale torinese: la Nuvola, ovvero un particolare pandoro interamente ricoperto di zucchero a velo e leggera crema al burro, inventato dalla storica
viaggi,repubblica.it

Ostensione Sindone 2015 dal 19 aprile - 24 giugno Duomo di Torino

Nel 2015, dopo cinque anni dall'ultima Ostensione e a due anni dall’Ostensione televisiva del 30 marzo 2013, la Sindone sarà nuovamente esposta nel Duomo di Torino dal 19 aprile al 24 giugno
 
Durante l’Ostensione funzionerà anche un servizio di prenotazione “immediata” (per visite in giornata) presso il punto di accoglienza che sarà allestito in piazza Castello, vicino al Duomo.
Massima attenzione sarà riservata alle esigenze di ammalati, disabili, religiosi e pellegrinaggi diocesani.
 
L'ostensione della Santa Sindone sarà accompagnata da iniziative ecclesiali e culturali, appuntamenti definiti con particolare cura dal Comitato organizzatore. 
 
Nei giorni finali dell’Ostensione, domenica 21 giugno 2015, papa Francesco si recherà in visita a Torino per venerare la Sindone e onorare san Giovanni Bosco nella ricorrenza del bicentenario della sua nascita, e celebrerà la Messa in piazza Vittorio Veneto.

fonte http://www.sindone.org/

Mercatini di Natale Low Cost ecco la classifica delle più economiche città nostrane dove fare acquisti natalizi

Si accendono e brillano i mercatini di Natale che animeranno diverse città italiane ed europee nei prossimi giorni. Per coloro che vorranno godersi la magia dell’evento, badando però al portafogli, l’Osservatorio trivago ha analizzato i prezzi degli hotel durante i prossimi weekend. In Italia tra le città regine del low cost c’è Napoli, con i pittoreschi vicoli del quartiere di San Gregorio Armeno.  Soggiornare nella città partenopea costerà in media 79€ a notte, toccando poi i 91€ nei fine settimana a ridosso del Natale. Stesso prezzo anche per Bologna che punta sui mercatini del centro tra cui spicca quello ormai consueto di Via Altabella. Tuttavia, per il lungo ponte dell’Immacolata la città più conveniente è stata Torino (90€ in media per notte), con le strade intorno a Piazza Castello addobbate con bancarelle e luminarie.

 Chi invece preferisce gustare la magia del Natale in un’atmosfera più intima, oltre che economica, la scelta migliore è Rovereto. Dormire nel borgo trentino costa in media 75€, fino ad arrivare a un massimo di 82€ vicino alla tanto attesa notte di Natale. Simile situazione a Trento che rimane al di sotto dei 100€ di media a notte.  Coloro che amano particolarmente l’aria natalizia, tanto da non badare a spese, potranno invece optare per Bolzano e Merano, con quest’ultima che ospita il mercatino di Natale più caro d’Italia superando mediamente i 150€ a notte (benchè risulti essere anche il più amato dagli italiani)

Invece, spostandosi fuori confine  la soluzione più economica è Praga: la capitale ceca è infatti la meta più vantaggiosa del vecchio continente con circa 80€ per notte. Pochi euro in più per Berlino e soprattutto per Francoforte, Malmo e Maastricht, soluzioni “alternative” che possono rappresentare delle inaspettate sorprese. Per maggiori informazioni cliccare su osservatorio.trivago.it    

Casa Gramsci diventa hotel, a Torino 160 stanze lusso Nuovo Nh Collection. Protesta Rifondazione Comunista

Casa Gramsci, l'edificio in cui soggiornò il padre del comunismo italiano, diventa un hotel di lusso. E' stato inaugurato ieri, dopo tre anni di lavori e una lunga scia di proteste culminata in un sit in di Rifondazione Comunista, il primo Nh Collection della Città. Centosessanta stanze che offrono ogni genere di confort in quello che per la sinistra italiana è stato fino ad oggi quasi un luogo sacro.

Alla memoria del padre del Pci resta dedicata un'ala dell'edificio Secentesco, ha ricordato il sindaco di Torino Piero Fassino, è stata concessa all'Istituto Gramsci. Accanto piscina, sala fitness e persino un affascinante orto sui tetti, dove crescono le verdure cucinate dai cuochi 'a cinque stelle'.

Noblesse oblige per una costruzione che nei secoli ha avuto una storia davvero affascinante: da Regio Albergo di Virtù a casa di Antonio Gramsci, che qui fondò il primo nucleo di quel che sarà l'Unità e gettò le basi per la nascita del partito. E, per finire, casa di residenza popolare. L'albergo restituisce questa casa del centro al suo antico splendore.

"In questo modo - sottolinea Fassino - saranno molte di più le persone che potranno venire in contatto con la figura e il pensiero di Gramsci", che viene ricordato da una targa sulla facciata. "Questo bellissimo e raffinato albergo, situato nel cuore di Torino - aggiunge il primo cittadino - è l'ennesima dimostrazione della nuova vocazione della città, sempre più internazionale e ormai capitale culturale riconosciuta, pronta a ospitare, milioni di turisti in vista dell'Expo". Sarà così, ma la spiegazione non convince comunque Rifondazione Comunista, che ha definito l'iniziativa una vera e propria "rimozione culturale".
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Street marketing per lanciare la nuova tratta TGV che collega Milano e Torino con Lione

Il 20 novembre i viaggiatori in transito per la stazione milanese di Porta Garibaldi sono stati coinvolti in Chef Factory, attività di street marketing per promuovere la nuova fermata del treno TGV che, da metà dicembre, collegherà Milano e Torino con Lione.

L’attività, ideata e organizzata da Only Lyon Tourisme et Congrés, ufficio del turismo di Lione, ha visto hostess distribuire flyer con le informazioni sulla tratta e mestoli di legno. Ogni mestolo riportava un codice che, inserito sul sito della scuola di cucina lionese Chef Factory, permette di vincere un soggiorno a Lione, destinazione apprezzata dai gourmet grazie anche ai suoi 2.000 ristoranti.

Il treno ad alta velocità partirà ogni giorno da Milano Porta Garibaldi alle ore 16.07 e daTorino Porta Susa alle 17.35 per arrivare a Lione Part Dieu rispettivamente in 5 ore e 20 minuti e 3 ore e 54 minuti. Il ritorno da Lione è previsto quotidianamente alle 8.31, con arrivo a Torino alle 12.24 e a Milano alle 13.52. Le tariffe partono da 29 euro per tratta e le prenotazioni possono essere effettuate anche online sul sito di SNCF, l’azienda dei trasporti francese.
eventreport.it

Torino rende omaggio a Tina Modotti, musa di Weston

Fu musa di artisti come Edward Weston e Diego Rivera, recitò nel cinema muto di Rodolfo Valentino, amò perdutamente il rivoluzionario cubano Julio Antonio Mella che finì ucciso nel 1929. Tina Modotti, umili origini udinesi e una vita fra Usa, Messico, Spagna, Francia, Germania e Unione Sovietica, fu però soprattutto una attivista comunista e un'artista. Ai suoi scatti, anticipatori della fotografia di reportage sociale di epoca posteriore, è dedicata una retrospettiva della Fondazione Torino Musei curata da Cinemazero.

Dopo Eve Arnold, il torinese Palazzo Madama prosegue con Modotti la nuova serie sulla fotografia declinata al femminile. Molte immagini sono dedicate al Messico, terra di elezione dell'artista, che vi morì nel 1942. Lì si trova la sua tomba, che sulla lapide reca inciso l'elogio funebre scritto per lei da Pablo Neruda. Il sepolcro è stato a lungo abbandonato, racconta il curatore Pino Cacucci nel catalogo di Silvana Editoriale, come per molti anni è stata quasi cancellata la sua memoria. L'attivismo politico rese l'artista agli occhi di molti benpensanti dell'epoca nient'altro che "una prostituta comunista".

E gli splendidi scatti di Edward Weston che la ritraevano nuda, inclusi nella mostra di Torino, completarono con la complicità dei giornali del tempo l'opera di svilimento messa in campo contro di lei da molti regimi politici. Fu espulsa dal Messico nel 1930 con la falsa accusa di avere partecipato a un attentato contro il presidente della Repubblica. Non venne accolta negli Usa, di cui pure era diventata cittadina. Riparò in una Berlino che non le piacque, poi in una Mosca incupita dalle purghe staliniane. Le circa cento foto di Tina Modotti esposte a Torino, presentate oggi alla stampa, rivelano una grande attenzione formale e profonda sensibilità nei confronti degli ultimi. Sono immagini di campesinos, pescatori, donne che lavano i panni e che allattano, bambini. Scatti magnifici, dei quali l'autrice non era mai soddisfatta. "Caro Edward - scrive l'artista nel 1929 a Weston, inviandogli un pacco di foto per il Berkeley Art Museum - certe volte sento che sarebbe più onesto da parte mia rinunciare a tutte le pretese e non fare più fotografia, al di fuori del lavoro puramente commerciale dei ritratti. Tuttavia è un sacrificio e mi addolora soltanto pensarlo, così continuo ma i risultati non mi soddisfano mai". La mostra 'Tina Modotti, retrospettiva' è visitabile dal 1 maggio al 5 ottobre nella Corte Medievale di Palazzo Madama, il biglietto costa 8 euro e include un'audioguida.
ansa

Il Salone del gusto di Torino (25-29 ottobre al Lingotto Oval, abbinato a Terra Madre)

- L'obiettivo e' di ridurre del 70% l'impatto ambientale rispetto all'edizione del 2006, arrivando a non superare la soglia delle 130 tonnellate di rifiuti (58 in meno) e di limitare le emissioni inquinanti a 570 tonnellate di C02 (contro le 1.600 del 2006). Il Salone del gusto di Torino (25-29 ottobre al Lingotto Oval, abbinato a Terra Madre) vuole ridurre ancora di piu' l'impronta ecologica di una manifestazione che, in cinque giorni di apertura, richiama, tra visitatori ed addetti ai lavori, 200 mila persone.

Il traguardo e' quello di arrivare ad una quota del 70% di rifiuti differenziati, destinati al riuso. Due anni fa, nell'ultima edizione, la raccolta differenziata aveva preso una porzione del 58,5%, nel 2006, anno di riferimento per il progetto di un Salone 'eco-sostenibile' messo in campo dagli organizzatori di Slow Food, la quota dei rifiuti divisi per categoria era stata appena del 16,2%.


''Ma non ci accontentiamo di separare i rifiuti - spiega Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia - ne seguiremo e garantiremo il processo di riciclaggio''. Per tutti gli scarti sono gia' definiti destinazione e riuso: l'organico finira' ad un impianto di Santhia' (Vercelli) e sara' riciclato in compost di qualita' per uso agricolo; la plastica andra' a Piobesi (Torino) dove verranno realizzati oggetti in Pet riciclato.


Vetro e lattine saranno portate a Lonigo (Vicenza), carta e cartone diventeranno carta per le pubblicazioni di Slow Food Editore. Il legno verra' usato per farne altri oggetti ed, infine, lo stesso indifferenziato verra' utilizzato, almeno in parte, per produrre energia da combustione.
(ANSA).

Fra un mese al via il Salone del Gusto

Daniela Traverso, 24 settembre 2010, 15:37

Aprirà nella seconda metà del mese prossimo il Salone del Gusto a Torino. Dal 21 al 25 ottobre al Lingotto Fiere lo storico evento organizzato da Slow Food, che sempre più racconta del rapporto fra alimentazione e contemporaneità, unita al tema della sostenibilità.

Paneacqua


Se dovessi spiegare che cosa è il Salone del Gusto a qualcuno che non lo sa, direi che è uno dei migliori prodotti culturali di questi ultimi e tristi 20 anni d'Italia. Un progetto nato dalle ceneri di una cultura sopita, latente, ma che non poteva nascere e crescere in nessun altro luogo che non fosse l'Italia.

Il salone del Gusto non è un semplice mercato, ma un manifesto di intenti che ogni 2 anni viene celebrato al Lingotto Fiere di Torino.

Produttori da ogni parte del mondo portano in degustazione e presentano i loro prodotti, tutti di eccellenza e di altissimo livello enogastronomico, fattori che non sempre combaciano e convivono serenamente con le stra-citate norme CEE, anzi, spesso vi cozzano in maniera eclatante. Ma al Salone del Gusto si assaggia di tutto e si mangia veramente bene, e proprio grazie al piacere di gustare buon cibo si impara. Si impara a conoscere l'origine di un prodotto, che a sua volta racconta le abitudini di un popolo e la storia di un territorio.

Questa Biennale del Gusto è una vittoria del movimento Slow Food, un'associazione nata nel 1986 da Arcigola e da un'idea di Carlo Petrini, con la finalità di un modello di consumo che voleva opporsi in maniera decisa e importante al consumismo estremo e sregolato, che in quegli anni ha iniziato la sua ascesa.

Proprio contro l'idea di Fast Food è nato Slow Food, che in questi oltre 20 anni di attività ha sempre più assunto un'importanza fondamentale nel mondo dell'enogastronomia, e non solo, indirizzando a un nuovo tipo di consumo, che coniuga l'idea un ritorno al passato, ai suoi ritmi e alle sue modalità , con una nuova consapevolezza; in parole povere: mangio "lentamente" cose prodotte a basso impatto ambientale, perchè innanzitutto me le godo di più e so anche che è giusto per il bene comune e la collettività (parola ormai in disuso) ne sarà tutta avvantaggiata.

Il motto del movimento "Buono, pulito e giusto" è un concetto difficile da non condividere. Buono perchè il cibo deve essere innanzitutto un piacere, Pulito perchè deve essere prodotto violentando e sporcando il meno possible il nostro pianeta e Giusto perchè Mangiare diventa appunto un "atto agricolo", e selezionando cibi di buona qualità, prodotti con criteri di rispetto per l'ambiente e le tradizioni locali, possiamo favorire la biodiversità e un'agricoltura equa e sostenibile. Il risultato finale non è forse una qualità della vita migliore per tutti?

Quest'anno il Salone del Gusto svolgerà la sua ottava edizione, dedicata a "Cibo e Territori", alle loro relazioni e implicazioni. Dalla prima edizione del 1996 l'affluenza e di conseguenza l'ampiezza e la complessità dell'evento sono aumentate esponenzialmente, coinvolgendo sempre più paesi e sempre più realtà, anche dal Terzo Mondo, Slow Food infatti si impegna anche nel sostegno di piccole comunità produttive, un esempio tra i tantissimi è la comunità delle Donne Imraguen, produttrici di Bottarga di Muggine di una zona della Mauritania.

Una novità delle ultime edizioni del salone, che sancisce in maniera chiara e definitiva appunto l'impegno etico del movimento a livello mondiale, è il congresso di Terra Madre, evento collaterale al salone, quest'anno alla sua quarta edizione. Terra madre è una rete delle comunità del cibo, che in occasione del Salone del Gusto portano i loro esponenti a incontrarsi e confrontarsi sulle modalità agricole di produzione e di consumo.

Anche in questa edizione 2010 quindi si prospetta interessante l'idea di avventurarsi tra i mercati del salone, le degustazioni guidate da massimi esperti nel settore ai laboratori del gusto, gli stand dei presidi, il congresso di Terra Madre e le tantissime altre attività e iniziative proposte in nome sì del buon cibo ma anche di un nuovo concetto di cultura globale e una nuova consapevolezza etica, che vede in questo approccio alternativo al cibo e al consumo un vero e proprio metodo educativo, che mi auguro sarà esempio concreto per la crescita delle nuove generazioni. E se fosse la via giusta?