TRA CIELO E TERRA, PIAZZE ITALIANE SOSPESE: COSI’ ENIT PORTA L’ITALIA ALLA FIERA INTERNAZIONALE DELL’AVIAZIONE



Enit-Agenzia Nazionale del Turismo per potenziare un mercato in espansione è stata al fianco di Sea Aeroporti di Milano al World Routes di Adelaide, il maggiore meeting del settore aeronautico che riunisce compagnie aeree, aeroporti, aviation stakeholders, industria del turismo e tourism bureau di tutto il mondo. Per l’occasione saranno proiettate le immagini delle piazze italiane che faranno da tappeto calpestabile nello stand: sarà come essere in Italia. A completare la full immersion nell’italianità anche l’allestimento dedicato a Leonardo 500 per l’anniversario del genio.

Enit / UN MILIONE DI VIAGGIATORI IN VISITA IN ITALIA DALLA TERRA DEL QUOKKA

Gli australiani si aprono nuove rotte sull’Italia attratti come sono dal Bel Paese: oltre un milione di viaggiatori dalla terra del quokka al punto che il Continente si classifica al decimo posto tra i Paesi che spendono maggiormente in Italia soprattutto in Lazio, Toscana, Lombardia, Campania e Veneto, dove si concentra il 77,6% del totale e in 15esima posizione tra quelli che si fermano almeno una notte. L’Australia guarda sempre di più all’Italia e sono ben 11 le compagnie che effettuano collegamenti: Emirates, Etihad, Thai Airways, Singapore Airlines, Cathay Pacific, Korean Airlines, China Sourthern, Air China, Qatar. Emirates in particolare che effettua voli sugli scali di Roma, Milano, Venezia e Bologna. Qatar effettua voli su Roma, Milano, Venezia e Pisa e Alitalia opera un’importante partnership codeshare con Etihad. D’altronde è In aumento anche la spesa dei turisti australiani in Italia (+1,4% nel 2018 sul 2017) che affollano alberghi e villaggi turistici per una full immersion nel buon vivere italiano, mostrando un apprezzamento particolare per i servizi e le attenzioni dell’accoglienza che offre l’Italia tanto da spendere oltre un miliardo di euro.




Lazio, a Bolsena una dimora da scoprire Palazzo del Drago si trova nel cuore del borgo vecchio e fu dimora di Papa Paolo III



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Bolsena non è famosa solo come destinazione balneare, ma è anche uno dei più suggestivi e pittoreschi borghi del Lazio grazie al centro storico che oscilla tra il medievale e il rinascimentale, ricco di attrazioni artistiche conservatesi nei secoli. Oltre alla Rocca Monaldeschi che domina la cittadina e la Collegiata di Santa Cristina nella parte più bassa, di notevole interesse è anche Palazzo del Drago, nel cuore del borgo vecchio. Oggi residenza del Principe Ferdinando Fieschi Ravaschieri del Drago, colpisce per la sua possente facciata che a nord domina l’entrata del paese, mentre verso sud si confonde con le altre strutture architettoniche.

La sua storia inizia verso la metà del XVI secolo, fra il 1533 e il 1561. A volere la sua costruzione fu il Cardinale Diacono di Sant’Agata e governatore di Bolsena, Tiberio Crispo, figlio di Giovanni Battista Crispo e Silvia Ruffini, colei che divenne famosa per essere l’amante del cardinale Alessandro Farnese, ovvero Papa Paolo III. Fu proprio in onore del Papa che venne fatta costruire un’intera loggia, la loggia paolina, che presenta lo stemma papale e il giglio Farnese sul soffitto in legno. Tra le altre grandi personalità che vissero o soggiornarono nel palazzo si annoverano Margherita d’Austria, Orazio Spada, Balthus e Cy Twombly.

Il palazzo presenta 4 grandi saloni affrescati, logge con vedute sul lago, una cappella, giardini e terrazze. Il suo piano nobile si snoda in una successione di saloni affrescati e si apre sulla grande terrazza da cui si ammira il meraviglioso panorama sul lago e da cui scende lo scenografico scalone che conduce all’ingresso monumentale di Via delle Piagge. Ad arricchire l’edificio vennero chiamati i migliori artisti ed architetti dell’epoca: tra le stanze più famose spiccano la Sala dei Giudizi e la Sala del Baccanale, dove si possono anche ammirare scene dedicate alla storia di Alessandro Magno, ad Amore e Psiche e alla creazione di Roma. In seguito alla morte di Tiberio Crispo il palazzo divenne proprietà delle famiglie Cozza e Caposalvi per poi passare, verso la metà del XVII secolo, dalla famiglia Spada ne rimase proprietaria per più dei due secoli successivi. Danneggiato durante la Seconda Guerra Mondiale, venne sottoposto ad attente opere di restauro per volontà del Principe Giovanni del Drago ed oggi è visitabile su prenotazione. 

Palazzo del Drago fa parte dell’Associazione Nazionale Dimore Storiche
L’Associazione Dimore Storiche italiane, Ente morale riconosciuto senza fini di lucro, è l’associazione che riunisce i titolari di dimore storiche presenti in tutta Italia.

Torino, storia e curiosità del Parco del Valentino





Il Parco del Valentino, situato lungo le rive del Po, è uno dei simboli indiscussi di Torino. Con i suoi 550.000 mq si estende dal ponte monumentale Umberto I al ponte Isabella, quindi da Corso Vittorio Emanuele II a Corso Dante. Si tratta della più famosa ed antica aerea verde della città e si distingue per il suo patrimonio naturalistico. L’origine del nome è incerta, in molti sostengono che, anticamente, sul luogo sorgesse una cappella intitolata a San Valentino. Se in epoca medievale esisteva una zona chiamata Valenino, durante il Seicento vi si indicava il Castello dei Savoia. ;a fu nella seconda metà dell’Ottocento che il capoluogo piemontese venne travolto da un’intensa ondata di urbanizzazione ed iniziarono i lavori che diedero l’impronta romantica al parco secondo il progetto del paesaggista francese Barillet- Dechamps che fece realizzare una migliore sistemazione di viali, boschetti, vallette artificiali.

L’inaugurazione vera e propria avvenne nel 1858 in occasione dell’Esposizione Nazionale di Prodotti per l’Industria, con ulteriori lavori di ingrandimento e riqualificazione delle zone verdi all’interno delle quali vennero costruiti il Borgo Medievale e il Palazzo di Torino Esposizioni. A questi si aggiunsero nel corso degli anni altre strutture come il tiro a segno, la sede della Società ginnastica d’Italia, quella del circolo di canottaggio e di ciclisti. Il Castello del Valentino, Patrimonio Unesco, è oggi proprietà del Politecnico di Torino ed ospita i corsi di Architettura e può essere visitato tramite tour guidati.

Altrettanto interessante è il Borgo Medievale, a cui si accede tramite un ponte levatoio per entrare in una realtà fatta di portici, fontane, botteghe artigiane e giardini all’interno delle mura merlate in un percorso che porta indietro nel tempo. Annesso al Castello del Valentino vale la pena la visita all’Orto Botanico, cosi come non bisogna lasciarsi sfuggire la Fontana dei 12 mesi e il Giardino Roccioso con ruscelli, fontane e stradine lastricate. La parte naturalistica si fa forte della presenza di pioppi, faggi, larici, platani e querce che offrono la possibilità di ammirare il foliage, mentre in primavera ed estate non mancano fiori colorati di vario genere. Tra gli animali si possono avvistare aironi cinerini, germani reali, anatre e scoiattoli. 

AL PARCO DEL VALENTINO CON UBER EATS
Nata nel 2014 a Los Angeles come progetto sperimentale, con 350 città raggiunte in 36 paesi nel mondo, la piattaforma di food delivery di Uber consente di prenotare da app o all’indirizzo: www.ubereats.com e dà accesso ad un’ampia selezione di ristoranti in grado di soddisfare ogni genere di palato: dai puristi della cucina tradizionale italiana o di quella salutare e vegana agli amanti dello street food.

UBER EATS IN ITALIA
In Italia Uber Eats è presente in 9 città (Milano, Roma, Torino, Napoli, Firenze, Bologna, Trieste, Rimini e Reggio Emilia) ed offre il servizio a 2.500 ristoranti, per un totale di 165.000 piatti disponibili sulla piattaforma

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Bognanco scommette sul turismo

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Bognanco vuole rilanciare la sua immagine turistica su vasta scala. E’ quanto hanno concordato il Comune e gli albergatori della Valle, in un recente incontro promosso dal sindaco Valentini. Una riunione calendarizzata per fare il punto rispetto alla stagione oramai agli sgoccioli e per programmare il futuro. Cominciamo col dire che il progetto della promozione turistica muove i suoi passi anche alla luce dei dati che il settore sta facendo segnare il questi anni a Bognanco. Il barometro turistico della Valle delle cento Cascate per la stagione in corso, ha fatto segnare sempre bel tempo. I numeri parlano di trend positivo, soprattutto per quanto riguarda gli appassionati di mountain bike e il trekking . Ad essere prediletta è l’alta Valle. Panorami incantevoli che attirano turisti anche fuori i confini nazionali. Per questo motivo l’amministrazione Valentini ha annunciato che si farà carico della realizzazione di un sito internet, ben strutturato dove far confluire tutta l’offerta turistica comune e affinché sia meglio il territorio bognanchese. “ Abbiamo in mente di creare un grande contenitore. Qualcosa che sia in grado di promuovere la nostra Valle con le bellezze di cui è ricca “ ha detto Mauro Valentini. Gli albergatori hanno risposto con entusiasmo al progetto. Unica nota stonata di un estate da incorniciare è il comparto delle acque termali. “ Una situazione che è frutto della crisi che da tempo attanaglia questo settore. Una situazione che inevitabilmente si ripercuote anche sulle terme di Bognanco e questo nonostante l’offerta valida della nostra struttura “.
vco.azzurratv.it
segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone
Turismo Culturale


Overtourism, italiani lo soffrono ma solo 42% vuole limiti



(di Cinzia Conti) (ANSA) – ROMA, 22 SET – Secondo i calcoli dell’Unwto i turisti internazionali potrebbero toccare gli 1,8 miliardi di persone nel mondo nel 2030. E moltissimi di loro, come è giusto e anche comprensibile visti i tesori del patrimonio italiano, avranno il sogno di visitare il Colosseo, Venezia, Pompei, gli Uffizi o una delle meravigliose spiagge sarde o siciliane. Ma per luoghi così unici e speciali la malattia dell’overtourism – ovvero i danni provocati dal turismo di massa che si concentra in determinati luoghi e ne ignora altri, in Italia aggravato anche dalla piaga dell’abusivismo – è sempre in agguato. E i sintomi dell’overtourism – traffico congestionato, file per accessi ai servizi, innalzamento del costo degli affitti, spiagge invivibili, sentieri sporchi, scarsità di risorse idriche, confusione, rumore – sono davvero insopportabili sia per i turisti che per i residenti. Varie le cure messe in atto – dalla tassa di soggiorno riscossa in più di mille Comuni per un tesoretto di oltre 600 milioni a quella di sbarco che dall’anno prossimo sarà applicata anche in un luogo simbolo come la Laguna, dai ticket d’ingresso agli ingressi limitati – ma la soluzione è ancora lontana. 

Ma per gli italiani quanto è importante trovare una località senza traffico, confusione, rumore? E poi sono d’accordo oppure no sulla possibile scelta delle località di adottare misure di limitazione dei turisti per evitare sovraffollamento? “Quasi 8 italiani su 10 – sostiene Massimo Feruzzi, amministratore unico di Jfc e responsabile di una serie di ricerche sia sul valore della tassa di soggiorno sia sull’overtourism – ritengono essenziale trovare una località vivibile, e sono in particolare le donne di età superiore ai 50 anni a dare valore a questa condizione, che per fruire di tale opportunità sono disponibili a spendere in media 85,20 euro al giorno per il solo soggiorno. Invece, per quanto riguarda l’introduzione di misure di limitazione dei flussi nelle località turistiche, emerge che gli italiani sono decisamente divisi su due contrapposte visioni: vi è, infatti, un 36% di nostri connazionali che non è per nulla d’accordo sull’introduzione di tali misure, mentre il 42,6% è decisamente favorevole. Italiani che – continua Massimo Feruzzi 


– se trovano una località sovraffollata provano in prevalenza un
sentimento di ‘fastidio e disturbo’ (28,9%) ma anche un ‘sentimento negativo verso la località” (27,8%), ed il 43,9% di loro sono portati a ‘ridurre visite, tempo si sosta e spesa’”. 



Per gli italiani è quindi decisamente importante trovare una località “vivibile”, senza traffico né troppa confusione e rumore. Emerge che la maggiore quota dei nostri connazionali, praticamente 3 su 10 (29,2%) assegna il valore massimo a questa condizione. Se si sommano gli italiani che considerano essenziale trovare località senza traffico, rumore, confusione, file, etc. – che quindi assegnano un valore variabile a tale condizione tra l’8 ed il 10 – si raggiunge quota 76,5%. In sostanza, per quasi 8 su 10 è importante trovare una località vivibile.

Lettonia, cosa mangiare e bere a Riga


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Il Mercato Centrale
Attivo già dall’epoca medievale, oggi è uno dei più grandi mercati alimentari coperti d’Europa ed è stato dichiarato Patrimonio Unesco. Tra i tanti padiglioni si trova di tutto, dal classico pane di segale arricchito con cumino e coriandolo alla succulenta ricotta, panna acida e formaggi a pasta dura e molle passando per tutti i tipi di pesce affumicato, sanguinaccio e sardine sott’olio.

Riga Black Balsam
Il Baslamo nero di Riga è un liquore profumato prodotto per la prima volta nel 1752 da un farmacista chiamato Kunze. Si tratta della bevanda nazionale della Lettonia. Leggenda narra che Caterina la Grande, Imperatrice di Russia, si ammalò a Riga ma si riprese rapidamente dopo averlo bevuto. Il sapore particolare del balsamo nero lo fa somigliare allo sciroppo per la tosse, ma si aggiungono profili aromatici quando viene miscelato e temperato con altri sapori.

Leggi anche: Lettonia, scoprire Riga a Natale

Mercato di Kalnciema
E’ un luogo intimo e rilassato il mercato del pittoresco quartiere Kalnciema. Prova una scodella del piatto nazionale lettone di piselli grigi con pancetta, salsicce, sottaceti e crauti piccanti. Dal 2005, un attento restauro delle eclettiche case di legno, alcune risalenti al XVIII secolo, ha reso questo distretto della riva sinistra uno dei luoghi più visitati di Riga. Mentre ci si trova li bisogna assaggiare anche il miele artigianale, il pane di segale fatto in casa, le marmellate.

V. Zeuze Cafè 
Nessuna visita a Riga è completa senza una visita all'elegante art deco V. zeuze Cafe, uno dei più antichi negozi di caffè di Riga. Particolarmente accogliente con le grandi poltrone, il legno laccato e gli arredi in bachelite, uniti al sibilo della macchina da caffè, offre un’atmosfera rilassata appena si varca la soglia. L'interno risale agli Anni Trenta, quando il cioccolatiere di Riga Vilhams ?uze si stava facendo un nome nell'industria del cioccolato iper-competitiva di Riga. La sua passione per i dolci vive nell'ampio menu di bevande, che comprende tutti i tipi di caffè a spillo, tisane, liquori caldi e alcune delle cioccolate calde firmate ?uze.

La birra lettone
La passione dei lettoni per la birra è leggendaria, tanto che è veramente genuina e viene prodotta il più vicino possibile alla sua fonte. Sono almeno 40 le varietà della popolare birra lettone Labietis Craft presso il primo birrificio dell'azienda, o nel negozio Gastro Market appena aperto nel mercato centrale di Riga.


Scopri la cucina "Nouvelle Latvian" al FOREST
La classica "cucina lettone" è difficile da individuare, ma una delle sue caratteristiche è l'impegno a utilizzare ciò che è locale, stagionale e disponibile nell'era sovietica quando il cibo era scarso o in periodi più prosperi della storia della Lettonia. Mentre Riga prende il suo posto legittimo tra le capitali gastronomiche d'Europa, gli chef reinterpretano i classici lettoni in modi creativi e innovativi, il Forest Restaurant, nel cuore del quartiere Art Nouveau, è un eccellente esempio di questa nuova tendenza nella cucina lettone. Qui, le tradizionali zuppe sostanziose sono arricchite con ingredienti insoliti come l’alga wakame o condite con schiuma di cetriolo. Mentre l'amato dessert al pane di segale, normalmente abbinato a panna montata e bacche, ottiene un restyling esotico con mascarpone e mango.

Mr. Fox per veg
Anche Mr. Fox è situato nel cuore del quartiere Art Nouveau: è il luogo di maggior successo per vegani e vegetariani. Aperto a colazione per pranzo e nel tardo pomeriggio, offre una gamma di deliziose e salutari opzioni, come frittelle di avena, frittate, scodelle di cereali o tagliatelle con condimenti opzionali, zuppe fatte in casa, toast con avocado e alcuni dei migliori caffè di Riga.

Il pesce fresco
Il Muusu Terase è un must per chi ama il pesce. Il menu segue le stagioni e quindi tornare più volte durante l’arco dell’anno significa assaggiare piatti diversi.

La carne allo spiedo
Affronta il famoso stinco di maiale di Riga su uno spiedino nel kitsch Key to Riga, che offre piatti lettoni classici e senza alterazioni: piselli e pancetta grigi, carni grigliate, salsiccia affumicata, pesce affumicato, prodotti lattiero-caseari deliziosi e il famoso stinco di maiale su uno spiedino.

Cocktail artigianali con vista
Completa il tuo viaggio a Riga con cocktail artigianali in alto da gustare con sguardo al cielo presso lo Skyline Bar dello Skyline Hotel e goditi una vista impareggiabile sulle torri illuminate, sulle cupole e sui campanili di Riga. E’ il luogo perfetto per godersi il tramonto.

Da Pompei a Trieste al via le Giornate del Patrimonio

 A Pompei riaprono dopo i restauri le Terme del Foro, a Roma il Parco del Colosseo spalanca le porte in via straordinaria della Schola Praeconum, edificio romano di età severiana. Solo due occasioni delle tantissime offerte anche quest'anno dalle Giornate Europee del Patrimonio al via oggi, sabato 21 settembre, e domani nei musei statali italiani e non solo.
Galleria Borghese, la Sala degli Imperatori © ANSA
Galleria Borghese, la Sala degli Imperatori  ansa
"Una festa popolare", sottolinea il ministro della cultura Franceschini ricordando che in tutti i siti italiani, la sera di sabato, si potrà entrare pagando un contributo simbolico di 1 euro. "E' un importante appuntamento per avvicinare e far conoscere a tutti la ricchezza e la diversità del patrimonio culturale - ribadisce il ministro - Un modo per incoraggiare la partecipazione e trasmettere alle nuove generazioni i valori della tutela e dell'identità europea".
    Nella capitale c'è n'è per tutti gusti, l'occasione è ghiotta anche per entrare di sera nelle opulente sale di Palazzo Farnese, sede dell'Ambasciata di Francia, e una visita la merita anche Villa Giulia con le sue meraviglie etrusche. Ma oltre Roma naturalmente c'è di più.

A Firenze per esempio, dove Uffizi e Accademia aprono di sera (19-22) per un solo euro, nel primo caso con una una visita guidata alla scoperta delle Grottesche che adornano i soffitti dei corridoi (partenza ore 19,30), nel secondo con una lezione sulle opere del Tardogotico tenuta da coordinatore del museo Angelo Tartuferi.
A Trieste il castello di Miramare apre le porte sabato sera per un concerto nella sala del Trono. Dal Friuli alla Calabria dove nel Parco Archeologico di Capo Colonna  sabato alle 10.30 verrà presentato un nuovo reperto, una testa di cavallo in marmo appartenente alla decorazione del tempio di età classica nel santuario greco sul promontorio.
Aperture serali e visite guidate di ogni specie anche in Abruzzo per esempio a Sulmona, dove si potrà entrare di sera nella domus di Arianna all'interno del Palazzo dell'Annunziata, mentre a Teramo si può optare per una passeggiata archeologica, sempre guidati da un esperto, tra gli edifici di spettacolo dell'antica Interamnia: teatro e anfiteatro romano, aree archeologiche di piazza Sant'Anna e di Madonna delle Grazie.
Nel Parco di Ercolano la visita notturna alle rovine della città romana che fu compagna di sventura della vicina Pompei, si arricchisce di uno spettacolo di luci e performance.
Una magia che sicuramente si ritrova nella Valle dei templi di Agrigento che aderisce alle Giornate Europee con un percorso al calar del sole dedicato alla mitologia, alla storia di Agrigento e della Valle. Senza dimenticare i più giovani: a loro è dedicata la speciale caccia al tesoro tra le vetrine organizzata domenica mattina nello splendido museo archeologico Pietro Griffo che affianca il sito e ne custodisce la memoria.
    Tutte le informazioni sul sito del ministero dei beni culturali (www.beniculturali.it).
   

Wopart, carta all'origine della bellezza A Lugano trionfo di maestri e nuovi talenti in 7mila mq

(ANSA) - LUGANO, 19 SET - Chiunque pensi che la carta sia ormai fuori moda o destinata a un inesorabile declino dovrebbe visitare la quarta edizione di WopArt - Work on Paper Fair, la fiera internazionale dedicata alle opere realizzate su supporti cartacei fondata da Paolo Manazza, in programma a Lugano dal 19 al 22 settembre. In questa fiera maestosa - 7mila mq di superficie espositiva, un vero paradiso per gli appassionati - si può comprendere e toccare con mano quanto la carta e il disegno siano all'origine della bellezza e dell'espressione artistica. Mentre si cammina i richiami per gli occhi si moltiplicano, con il susseguirsi di migliaia di opere diversissime per stili, tecniche ed epoche, in un tripudio di colori e forme che fa davvero girare la testa. Nel percorso è impossibile annoiarsi, perché spregiudicati artisti esordienti e nomi della tradizione noti ma magari non notissimi si affiancano a un elenco lunghissimo di giganti dell'arte, come Picasso, Warhol, Hiroshige, de Chirico, Balla, Dürer e Bruegel.
   
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Le mostre del week end, da Leonardo a Chagall

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A Napoli la storia partenopea tra musica, costumi teatrali e ceramiche, i sogni di Chagall a Bologna, i fregi di Kentridge a Roma e poi Leonardo a Milano e Palermo, a Venezia Emilio Isgrò e a Vicenza il capolavoro di Jean-Michel Basquiat 'Moses and the Egyptians': ecco alcune delle principali mostre del weekend.
NAPOLI - Il Museo e Real Bosco di Capodimonte ospita dal 21 settembre al 21 giugno "Napoli Napoli. Di lava, porcellana e musica". L'allestimento racconterà la storia di Napoli capitale del Regno nel corso del Settecento e oltre, con un focus speciale sui costumi del Teatro di San Carlo (più di 100) e sulle porcellane di Capodimonte (circa 600), con la musica come vero filo conduttore della mostra.
    ROMA - "Beyond Triumphs and Laments" è il titolo del progetto artistico allestito al Teatro Valle dal 19 settembre al 20 ottobre. La mostra, divisa in due sezioni, fa rivivere negli spazi del teatro la monumentale opera realizzata da William Kentridge sui muraglioni del Tevere, composta un fregio lungo 500 metri. 
MILANO - E' dedicata ai disegni realizzati da Leonardo e dagli artisti della sua cerchia la mostra "Leonardo e il suo lascito: gli artisti e le tecniche", alla Veneranda Biblioteca Ambrosiana fino al 12 gennaio. L'esposizione, che si focalizza sulle tecniche esecutive, chiude l'anno leonardiano alla Biblioteca. Stessa location anche per Corrado Veneziano con la mostra "Leonardo Atlantico", in programma dal 20 settembre al 6 ottobre. Nel percorso trovano spazio trenta opere, tutte a olio e prevalentemente in blu, che mettono insieme e sovrappongono alcune frasi, spesso da destra a sinistra, come nell'abitudine leonardesca, e una serie di immagini disegnate da Leonardo nel suo "Codice Atlantico".
  VENEZIA - Fino al 24 novembre arriva alla Fondazione Cini con il contributo di Intesa Sanpaolo che ha anche prestato opere dalle proprie collezioni, la grande antologica "Emilio Isgrò" che accoglie opere dagli anni '60 a oggi per documentare il viaggio sperimentale e linguistico dell'artista. Gli spazi espositivi fungeranno da supporti cartacei che veicoleranno un'enorme e nuova operazione di cancellatura, condotta da Isgrò ancora una volta su materiale letterario, il Moby Dick di Melville.
  VICENZA - Nell’ambito delle iniziative per i 20 anni dell’apertura della prima sede museale di Intesa Sanpaolo, le Gallerie d’Italia – Palazzo Leoni Montanari a Vicenza hanno accolto il capolavoro di Jean-Michel Basquiat 'Moses and the Egyptians', proveniente dal Museo Guggenheim di Bilbao. Stella dell’arte contemporanea americana, Basquiat ha contributo a trasferire la street art dalle strade di Manhattan e Brooklyn alle grandi gallerie e ai principali musei internazionali. Il prestito straordinario dal Guggenheim di Bilbao consente di portare a Vicenza un’opera di grande importanza nella storia dell’artista, realizzata nel 1982, l’anno in cui sono nate alcune tra le sue creazioni più belle. L’Ospite illustre è la rassegna avviata quattro anni fa che presenta, nelle sedi espositive di Intesa Sanpaolo – le Gallerie d’Italia e il 36/o piano del Grattacielo di Torino – capolavori dell’arte provenienti dai principali musei nazionali e internazionali. 
    PALERMO - Alla Galleria d'Arte Moderna arriva "Leonardo. La macchina dell'immaginazione", un'esposizione multimediale a cura di Treccani, progettata e messa in scena da Studio Azzurro. In programma fino al 26 gennaio, la mostra si compone di sette videoinstallazioni, di cui cinque interattive, che coinvolgono lo spettatore in un racconto di immagini e suoni capace di rievocare il complesso mondo dell'immaginazione di Leonardo.
    CASERTA - Apre il 16 settembre alla Reggia di Caserta la mostra "Da Artemisia a Hackert. Storia di un antiquario collezionista alla Reggia", in programma fino al 16 gennaio. Nel percorso opere appartenenti al gallerista Cesare Lampronti, riconducibili a cinque aree tematiche differenti: pitture caravaggesche; pittura del '600; vedute; paesaggi e nature morte.
    PERUGIA - La vita privata di nobili famiglie raccontata da una serie di cassoni nuziali del Quattrocento, arredi in uso nelle dimore rinascimentali italiane, di cui si conservano pochi esemplari, alcuni ascrivibili a Giovanni di Tommasino Crivelli e alla sua bottega perugina: è la mostra "L'Autunno del Medioevo in Umbria. Cofani nuziali in gesso dorato e una bottega perugina dimenticata" alla Galleria Nazionale dell'Umbria dal 21 settembre al 6 gennaio. Esposti anche alcuni dipinti ascrivibili alla stessa bottega che ha realizzato i cassoni nuziali.
    BOLOGNA - Il linguaggio poetico di Marc Chagall è protagonista a Palazzo Albergati nella mostra "Chagall. Sogno e magia". Allestita dal 20 settembre al 1 marzo, l'esposizione propone al pubblico 160 opere tra dipinti, disegni, acquerelli e incisioni (provenienti da collezioni private e quindi di difficile accesso) nelle quali l'artista esplora alcune tematiche a lui care, dalla cultura ebraica a quella cultura russa e quella occidentale, dall'amore per la letteratura al suo profondo credo religioso, dal concetto di amore a quello di tradizione.
TRENTO - "Gianni Pellegrini. Sembianze agli occhi miei" è la mostra allestita alla Galleria Civica di Trento, dal 21 settembre al 26 gennaio, dedicata agli ultimi sviluppi della ricerca pittorica sulla luce e sul colore condotta dall'artista trentino. Il percorso accoglie tele recenti, alcune inedite o realizzate per l'occasione.

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Sogno e magia, Chagall a Bologna

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PALAZZO ALBERGATI - Sono 160 le opere di Marc Chagall (1887-1985), tra dipinti, disegni, acquerelli e incisioni provenienti da collezioni private, di difficile accesso per il grande pubblico, in mostra dal 20 settembre all'1 marzo a Palazzo Albergati di Bologna in 'Sogno e magia'.
L'esposizione, patrocinata dal Comune di Bologna e organizzata dal Gruppo Arthemisia, racconta l'originale lingua poetica del pittore russo di origine ebraica, naturalizzato francese: la cultura ebraica, russa e occidentale, il suo amore per la letteratura, il suo profondo credo religioso, il puro concetto di Amore e quello di tradizione, il sentimento per la sua amata moglie Bella.
La mostra si divide in 5 sezioni su temi cari a Chagall: Infanzia e tradizione russa; Sogni e fiabe; Il mondo sacro, la Bibbia; Un pittore con le ali da poeta; L'amore sfida la forza di gravità. Nelle opere coesistono ricordi d'infanzia, fiabe, poesia, religione ed esodo, un immaginario onirico in cui è difficile discernere il confine tra realtà e sogno.

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Paolo Icaro alla Gam, 50 opere a Torino

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TORINO - Una mostra antologica racconta, alla Gam di Torino, 55 anni del lavoro di Paolo Icaro, una delle più importanti figure dell'arte italiana degli ultimi decenni, dal 1964 al 2019, compendiati in una cinquantina di opere, alcune realizzate appositamente per la rassegna.

"L'esposizione propone una rilettura dell'opera di Icaro che intende mostrare la continuità e l'evoluzione del pensiero poetico dell'artista attraverso i decenni", spiega la curatrice Elena Volpato. Il rapporto tra Icaro e la Gam è di vecchia data: l'artista entrò per la prima volta a far parte delle collezioni del museo più di cinquant'anni fa, nel 1967, con l'opera Bicilindrica, un cemento del 1965, acquisita con il nucleo di opere del Museo Sperimentale di Eugenio Battisti. In seguito, negli anni duemila, altre sei opere di rilevante valore storico sono giunte a rappresentare la stagione dei primi anni ottanta, grazie ai fondi della Città di Torino e della Fondazione per l'Arte Moderna e Contemporanea Crt. 


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Marisa Merz, poesia e rigore A Lugano indagine intima sul volto

Mostra di Marisa Merz a Lugano © ANSA


LUGANO - L'indagine intima su volti trasfigurati e figure oniriche, quasi sconosciute, tra colori sfumati e occhi magnetici. La geometria celebrata, inseguita ma sempre reinterpretata, in un continuo operare che mescola suggestioni, energie e materiali diversi. Oscilla tra poesia e rigore la mostra di Marisa Merz in programma a Lugano dal 22 settembre al 12 gennaio negli spazi della Collezione Giancarlo e Danna Olgiati, parte del circuito museale del Museo d'Arte della Svizzera Italiana (MASI Lugano).

Già dal titolo - "Geometrie sconnesse palpiti geometrici" (una frase autografa dell'artista, appuntata sulla parete della sua casa-studio) - si inizia a percepire la complessità di un progetto, curato da Beatrice Merz e sviluppato con la collaborazione della Fondazione Merz, a cui la stessa Marisa ha lavorato poco prima della morte, avvenuta a Torino il 19 luglio scorso. Nel percorso vengono documentati più di 50 anni di ricerca artistica e sperimentazione che Marisa Merz ha condotto esplorando varie tecniche, sempre con l'obiettivo di tradurre in opera il suo pensiero: ampia la selezione di lavori, alcuni inediti, tra cui disegni su diversi supporti, sculture in argilla cruda, tessiture di filo di rame e di nylon e oggetti trasformati in cera. Dalla grande installazione in fili di rame lavorati a maglia (realizzata nel '79 e mai più esposta) ai volti dipinti o scolpiti, resi dal gesto di Marisa Merz paesaggi dell'anima da scoprire, le opere, tutte senza titolo, sono state disposte nella mostra sulla base del dialogo che intrattengono tra loro, a prescindere dalla data e dalla tecnica di realizzazione, esattamente come voleva l'artista. Come se la storicizzazione o l'aggiunta di nomi e riferimenti fossero un accessorio inutile a corredo di opere già capaci di esprimersi da sole.

"Questa mostra è stata realizzata con Marisa Merz ancora viva e consapevole della scelta delle opere e dell'allestimento", ha detto oggi a Lugano Mariano Boggia, collection manager della Fondazione Merz, che per anni ha lavorato al fianco dell'artista. "Marisa non è mai stata ferma, neppure quando seguiva suo marito Mario in giro per il mondo: lei aveva un equilibrio e una disciplina quotidiana di gesti e cose da fare con cui era riuscita a sconfiggere il tempo. Anche se è ormai scomparsa, il suo lavoro ci permette di pensarla presente, il suo pensiero si è sciolto nelle opere", ha proseguito, "a prescindere dalla tecnica usata, che fosse pittura, disegno o scultura, Marisa non ha mai lasciato nulla al caso, era come se conoscesse sempre in anticipo l'esito del suo lavoro. Non ha mai voluto ridurre la sua attività a periodi o a tecniche: per lei le sue opere non avevano né titoli né date. Anche in questa mostra è solo l'occhio che deve guidare, cercando le relazioni tra le opere, in una disposizione asimmetrica". "Dalle tre opere che abbiamo nella nostra collezione è nata l'idea di fare questa mostra, che è come se fosse una sorta di testamento dell'artista", ha affermato poi Giancarlo Olgiati, che nella sua collezione prestigiosa annovera artisti internazionali tra i più importanti del XX e XXI secolo (una delle sale è dedicata interamente all'Arte Povera), "in questo progetto così fortemente voluto abbiamo seguito il linguaggio intimista espresso da Marisa Merz indipendentemente dal supporto scelto e dalla tecnica".

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Monet e gli impressionisti ad Asti

Claude Monet 

Un eccezionale corpus di 75 opere racconta a Palazzo Mazzetti il movimento impressionista e i suoi stretti legami con la Normandia. È la mostra “Monet e gli impressionisti in Normandia. Capolavori dalla Collezione Peindre en Normandie” che si concentra sul patrimonio della Collezione Peindre en Normandie, una delle collezioni più rappresentative del periodo impressionista, accanto a opere provenienti dal Musée Alphonse-Georges-Poulain di Vernon, dal Musée Marmottan Monet di Parigi e dalla Fondazione Bemberg di Tolosa. Curata da Alain Tapié, la mostra ripercorre le tappe salienti della corrente artistica dell'impressionismo.
 
PERCHE' ANDARE
 
Il percorso espositivo, articolato in 5 sezioni, racconta l’“irresistibile attrazione” degli artisti per la Normandia, regione francese divenuta nell’Ottocento un vero e proprio laboratorio di idee. Grazie ai progressi della ferrovia nel corso dell’Ottocento, diventa luogo d’incontro degli artisti parigini e partecipa alla nascita dell’Impressionismo e alla sua evoluzione, che continua fino alla metà del Novecento. Accanto ai numerosi pittori illustri come Monet, Corot, Courbet, Boudin, Marquet, Géricault, Jongkind, altri artisti meno noti celebrano il matrimonio tra la luce e il cielo normanno nutriti del lirismo naturale dei loro paesi. Ricordiamo che furono gli acquarellisti inglesi come Turner e Parkes che, attraversata la Manica per abbandonarsi allo studio di paesaggi, trasmisero la loro capacità di tradurre la verità e la vitalità naturale ai pittori francesi. Così luoghi come Dieppe, l’estuario della Senna, Le Havre, la spiaggia di Trouville, il litorale da Honfleur a Deauville, diventano fonte di espressioni artistiche di grande potenza, dove i microcosmi generati dal vento, dal mare e dalla bruma possiedono una personalità fisica, intensa ed espressiva, che i pittori francesi giungono ad afferrare dipingendo en plein air dando il via  al movimento impressionista.
 
DA NON PERDERE
 
Nella rassegna opere come “Falesie a Dieppe” (1834) di Delacroix, “La spiaggia a Trouville” (1865) di Courbet, “Camille sulla spiaggia” (1870) e “Barche sulla spiaggia di Étretat” (1883) di Monet, “Tramonto, veduta di Guernesey” (1893) di Renoir raccontano gli scambi, i confronti e le collaborazioni tra i più grandi artisti dell’epoca che immersi in una natura folgorante dai colori intensi e dai panorami scintillanti hanno conferito alla Normandia l’immagine emblematica della felicità del dipingere. 
 
Monet e gli impressionisti in Normandia. Capolavori dalla Collezione Peindre en Normandie
Fino al 16 febbraio 2020
Luogo: Asti, Palazzo Mazzetti
Info: 0141 530403
www.astimonet.it

Francia, scoperti rari menhir risalenti all'Età del bronzo

<span style="font-family: verdana, arial, sans-serif; font-size: 12px; font-style: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: 400;">Lione, Francia</span>

PERCHE' SE NE PARLA
Gli archeologi hanno trovato nella Francia centrale trenta pietre monolitiche preistoriche, erette come menhir, e uno scheletro umano. Questo materiale, scoperto durante alcuni scavi di routine in vista dell'ampliamento dell'autostrada A75, vicino a Veyre-Monton, potrebbe risalire al 6.000 a.C. La conferma arriva anche dall'ente di ricerca archeologica dell'Institut National de Recherches Archéologiques Préventives (INRAP). Secondo le prime stime questi reperti potrebbero risalire al Neolitico o all'età del bronzo, in questo periodo compreso tra il 6.000 e il 1.000 a.C. Le pietre misurano un metro per 1,60.

PERCHE’ ANDARCI 
Veyre-Monton è un comune francese di 3.456 abitanti situato nel dipartimento del Puy-de-Dôme nella regione dell'Alvernia-Rodano-Alpi. Quest'ultima è suddivisa in dodici dipartimenti più la metropoli del suo capoluogo Lione. Le città principali della regione sono Saint-Étienne, Grenoble, Villeurbanne e Clermont-Ferrand. La prima è inclusa dall'UNESCO nella rete delle "Città creative del design". E la Torre del Chimico, la Borsa del Lavoro, il Municipio, la Prefettura, la Manifattura delle Armi, il ponte ferroviario più antico in Europa continentale sono alcuni esempi di questo suo patrimonio architetturale.

DA NON PERDERE 
Capitolo a parte per Lione, una meta da ammirare senza alcun dubbio. Il centro storico, dichiarato Patrimonio Unesco, si sviluppa nelle penisola conosciuta come Presqu’Ile e nella Vieux Lyon. Tra i monumenti della zona vecchia spiccano la Cattedrale di San Giovanni Battista e Santo Stefano. Un'altra chiesa celebre è Notre Dame de Fourviere, a cui si arriva anche tramite funicolare. Sulla collina si trova anche la Torre metallica, il punto più alto della città. La Place de Terraux, dove ha sede il Municipio, è invece una delle piazze più belle. Da non perdere la parte sotterranea della città: 70 chilometri di gallerie di grandi dimensioni con riserve d’acqua ed ampie sale.

PERCHE' NON ANDARCI
Parlando soprattutto di Lione, un consiglio su tutti: evitate il mese di agosto, specialmente durante le prime due o tre settimane. La maggior parte delle attrazioni turistiche, eccetto le chiese, chiudono per ferie.

COSA NON COMPRARE 
Tra i souvenir di particolarmente riconducibile alla città di Lione c'è molto poco. Ma il leone, suo animale simbolo, lo troverete un po' in tutte le forme e colori. Alternative? Potreste tornare a casa con l'ennesima maglietta bianca che in Italia non userete mai...
turismo.it

Sull'Appennino Tosco-Emiliano a caccia di funghi

fungo porcino porcini bosco



L'autunno è la stagione ideale per passeggiare nei boschi, e non soltanto per la bellezza degli scenari colorati dalle foglie che muoiono, ma anche per la varietà di frutti preziosi in cui ci si può imbattere. Frutti come i funghi, protagonisti incontrastati della flora e della cucina autunnale. Ce ne sono per tutti i gusti ma i più graditi e succulenti sono i porcini che deliziano il palato di tanti buongustai. Gli amanti di questo fungo prelibato troveranno la loro dimensione sull'Appennino Tosco-Emiliano i cui boschi rigogliosi custodiscono uno dei più pregiati porcini italiani, quello di Borgotaro, insignito del marchio IGP. Con la fine di settembre comincia la stagione per eccellenza per andare a caccia di funghi ed il Parco propone per l'occasione un vero e proprio contest suddiviso in tre weekend durante i quali concedersi il piacere di esplorare gli splendidi boschi dell'area protetta sperimentando i benefici per il corpo e per la mente.

Questa zona dell'Appennino offre lo scenario ideale per una passeggiata nel folto dei boschi con tutta la famiglia. Le montagne, infatti, qui sono incredibilmente accessibili e i boschi facilmente camminabili. Non occorre, dunque, un particolare livello di esperienza o di allenamento per provare il piacere di intraprendere un itinerario dalle suggestioni autunnali. Con i weekend dedicati al gustoso porcino locale, poi, ogni passeggiata si rivela un'esperienza divertente ed interessante che consente di conoscere ed entrare in contatto con una delle eccellenze italiane. Ogni weekend, infatti, consentirà di approcciarsi ai funghi in maniera differente, godendo del piacere di affrontare una rigenerante camminata a contatto con la natura.

Il primo appuntamento con il contest dedicato ai funghi è il Palio del Fungo-Fungo Flash, previsto per il weekend del 28 e 29 settembre. Si tratta di un interessante contest fotografico nella Vallata di Albareto durante il quale si cercheranno e si immortaleranno i preziosi funghi che si celano nei boschi. Il weekend successivo, invece, l'appuntamento è con il Fungo Trek a Pratospilla, un piacevole trekking nei boschi durante il quale rilassarsi e cercare funghi in compagnia. Il 12 e 13 ottobre, infine, la competizione giunge al culmine con la Finale Mondiale del Fungo di Cerreto Laghi, durante la quale scovare porcini nelle vallate di Albareto Monchio delle Corti e di Cerreto. E' possibile prendere parte ai tre eventi singolarmente oppure, chi lo desidera, con l'acquisto di un biglietto unico potrà partecipare a tutte e tre le competizioni per tentare di conquistare l'Ultraticket del Fungo, un permesso annuale valido per tutti i territori toccati dalla competizione riservato al vincitore assoluto del contest.

turismo.it

Sabato 21 e domenica 22 settembre la nona edizione delle “Giornate del Patrimonio” «Uno due tre… Arte! Cultura e Intrattenimento»


«Uno due tre… Arte! Cultura e Intrattenimento».
È lo slogan della 9ª edizione  delle Giornate Europee del Patrimonio (Gep), indette dal Ministero Beni Culturali e che si svolgeranno sabato 21 e domenica 22 settembre 2019.
E anche nel nostro territorio sono parecchie le adesioni e le iniziative. 
Alcuni musei aderenti alla rete «Momu-Monferrato Musei» propongono infatti attività specifiche con l’obiettivo di avvicinare i cittadini al patrimonio culturale. 

Ingresso ridotto al Museo di Casale
Partiamo dal Museo Civico di Casale Monferrato che in occasione delle “Gep” offre ai visitatori l’ingresso a prezzo agevolato per tutto il fine settimana (biglietto ridotto € 2,50) per la visita alle collezioni esposte nell’ex convento di Santa Croce: Pinacoteca, Gipsoteca Bistolfi e Sala Vidua con i consueti orari (sabato e domenica 10,30-13 /15-18,30). 
Inoltre, domenica 22 settembre (ore 17), il personale del Museo (coordinato dalla Cooperativa Solidarietà e Lavoro di Genova) proporrà una visita guidata alla mostra Angelo Morbelli pittore del Monferrato (www.comune.casale-monferrato.al.it/museo-morberlli), dedicata al grande pittore divisionista che dal suo buen retiro alla Colma di Rosignano realizzò meravigliose tele con scorci di paesaggi monferrini e suggestivi interni, a cui si aggiunge la collezione di opere dell’artista già esposte in Museo, di proprietà privata. La partecipazione alla visita guidata prevede un biglietto di 2 euro  da aggiungersi al biglietto d’ingresso. Non è richiesta la prenotazione.

Museo dei Lumi in Sinagoga
Anche alla Sinagoga di Casale Monferrato, in  occasione delle Gep  si svolgeranno visite guidate al Museo dei Lumi con approfondimenti sulle Chanukkioth esposte e sui loro artisti. La Sinagoga e il Complesso Ebraico di Casale saranno visitabili con il seguente orario: 10-12 e 15-18. Per informazioni: 0142.71807.

Visita notturna al Sacro Monte di Crea
L’Ente di Gestione dei Sacri Monti Riserva Speciale del Sacro Monte di Crea, in collaborazione con l’Ente Santuario Madonna di Crea, organizza invece per l’occasione una visita notturna sabato 21 settembre e un mini trekking culturale nel pomeriggio di domenica 22 settembre. Entrambe le iniziative saranno gratuite.
Sabato 21 settembre, dalle 20 alle 23.00, saranno accese le Cappelle del viale del Sacro Monte e, in particolare, saranno visitabili al proprio interno le cappelle IV Concezione di Maria e V Natività di Maria. Sarà inoltre possibile accedere anche al Santuario che per l’occasione sarà aperto con gli stessi orari grazie alla disponibilità del rettore monsignor Francesco Mancinelli.
Domenica 22 settembre si terrà il mini trekking culturale Le Cappelle di Sant’Eusebio: per chi vuole partecipare l’appuntamento è alle 15  davanti alla Cappella V Natività di Maria, sul sagrato del Santuario.
Introduzione e visita guidata all’interno della Cappella e prosieguo sull’itinerario delle Cappelle fino ad arrivare alla Cappella VIII Annunciazione. A seguire, svolta a destra sul sentiero che porta all’abitato di Forneglio; arrivati sulla provinciale si raggiunge la prima Cappella del Sacro Monte Martirio di Sant’Eusebio, recentemente restaurata, per ammirarne l’interno con opere dei Tabacchetti e di Guglielmo Caccia. 
Al termine si ritorna sulla provinciale e per poi imboccare il sentiero originario che porta direttamente sulla piazza del Santuario. Dopo la scalinata in acciottolato, si potrà ammirare alla sinistra la Cappella II Riposo di Sant’Eusebio e infine raggiungere, in salita, il sagrato del Santuario dove si concluderà questo percorso culturale sulle orme di Sant’Eusebio, fondatore del Santuario mariano. Le prenotazioni sono obbligatorie, per un massimo di 20 persone. Info: Ente di Gestione dei Sacri Monti Riserva Speciale del Sacro Monte di Crea tel. 0141/927120 e-mail: info.crea@sacri-monti.com

Inaugurazione della sala Onetti a Lu
Infine il Museo San Giacomo - Lu che aderisce all’iniziativa del Ministero proponendo nel pomeriggio di sabato 21 settembre alle 16 l’inaugurazione ufficiale del nuovo allestimento della Sala dedicata al pittore Luigi Onetti (1876-1968), che prevede il restyling dell’ambiente e l’esposizione di alcune opere inedite dell’artista luese, acquisite di recente, che vanno a integrare la collezione. 
Negli orari di apertura del fine settimana (sabato 14.30-18; domenica 10-12.30) è previsto inoltre l’ingresso gratuito al museo con possibilità di visita guidata.
n bici tra arte e natura lungo il fiume
E per le Giornate Europee del Patrimonio sabato 21 e domenica 22 settembre il Parco del Po propone una pedalata dal titolo “In bici tra arte e natura – da San Michele in Insula a Trino alla Grangia di Pobietto”.
Il ritrovo è alle 14 alla chiesa di San Michele in Insula a Trino, edificata in epoca romanica fuori dall’abitato e, un tempo, circondata da due rami del Po. Si ipotizza che la struttura sia stata costruita su un precedente edificio sacro (il luogo era abitato fin dall’età romana e protetto da una cinta muraria). 
Dopo la visita della chiesa e del bosco attiguo si attraverserà il centro abitato di Trino per raggiungere la chiesa della Madonna del Buon Consiglio, costruita nel 1763.
La ciclo-passeggiata proseguirà  fra le risaie, con vista sulle colline al di là del Po, le chiese, le torri e il castello di Camino, fino ad arrivare alla Grangia di Pobietto. Qui è prevista la visita del grande complesso rurale che comprende, fra l’altro, la sede dell’Ente-Parco, la chiesa di San Nicola – nella quale si segnalano interventi dell’architetto Giovan Battista Scapitta – e il Museo della Civiltà contadina.
Poi il ritorno in bicicletta a Trino. La partecipazione è gratuita.
Il Monferrato

Roma, l’Abbazia delle Tre Fontane visitabile grazie alla realtà virtuale



Le aree di clausura dell’Abbazia delle Tre Fontane di Roma, con il cuore della Chiesa abbaziale e il chiostro dei monaci trappisti, saranno visitabili grazie alla realtà virtuale mediante un’installazione allestita nell’area museale della stessa Abbazia. “È probabilmente il primo luogo sacro al mondo ad offrire ai suoi visitatori un’installazione in realtà virtuale”, si legge in una nota, spiegando che “l’idea nasce dalla volontà di mostrare aree di incredibile interesse religioso e di estremo valore storico-culturale, che sono da sempre inaccessibili al pubblico in quanto riservate alla vita di clausura dei monaci trappisti che ne sono i custodi”. L’installazione verrà presentata domani, martedì 30 maggio, in un incontro con la stampa che si terrà alle 11 presso la sala museale del complesso abbaziale. Interverranno l’abate dom Jacques Marie Brière, frate Danilo, responsabile delle relazioni con l’esterno dell’Abbazia, e il team di “Sfera Productions”, la startup innovativa che ha realizzato il progetto. “Più si vive in questo luogo – spiega il monaco francese, superiore dell’Abbazia da circa 20 anni – più si comprende l’importanza e la bellezza del patrimonio che abbiamo ricevuto in dono e che oggi, grazie a mezzi tecnologici di avanguardia, possiamo finalmente condividere”. “Mostrando i luoghi che abitiamo nel quotidiano – aggiunge – riusciamo a dare alle persone almeno un’idea di quella che è la vita monastica, una vita fatta di solitudine e di ricerca costante della presenza del Signore”. “Tutti gli ambienti – prosegue la nota – sono stati fedelmente riprodotti in computer grafica e successivamente implementati in un motore grafico per la fruizione in tempo reale”, grazie a due tour accompagnati dalle voci dei monaci e dai loro canti, insieme ai rintocchi delle campane e ai rumori del giardino del chiostro.
agensir
segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone

Mostre. I pellegrini di Alinka Echeverría all'interno del festival internazionale di fotografia e arte sul Mediterraneo PhEST - See Beyond the Sea

«The Road to Tepeyac» (2010) di Alinka Echeverría

«Illumina il mio cammino» è solo una delle frasi devozionali che accompagnano il pellegrinaggio a Tepeyac in Messico. Un viaggio di fede e speranza che ogni anno vede protagonisti venti milioni di persone – donne, uomini, bambini e anche fedelissimi amici a quattro zampe, come si vede nella suggestiva installazione The Road to Tepeyac (2010) di Alinka Echeverría (Città del Messico 1981) dove c’è anche un pastore tedesco ammantato di azzurro.

NEL SALONE di Palazzo Palmieri a Monopoli, cuore della IV edizione del festival internazionale di fotografia e arte sul Mediterraneo PhEST – See Beyond the Sea che sotto la direzione artistica di Giovanni Troilo e la curatela di Arianna Rinaldo (con il sostegno della Regione Puglia – assessorato industria turistica e culturale, Teatro pubblico pugliese e comune di Monopoli) propone un percorso all’insegna di Religioni e Miti (fino al 3 novembre), il fondo bianco scelto dall’autrice è l’emblematico scenario che suggella l’intensità della devozione.
Artista visiva messicano-britannica, Echeverría ha studiato antropologia sociale all’Università di Edimburgo e fotografia all’Icp di New York vincendo numerosi premi, tra cui Foam Talent 2017, Prix Elysée 2018 e la recente borsa di studio della Fondazione Mast di Bologna. Interessata alla «relazione filosofica, psicologica e socio-culturale tra immagine e credo», impiega due anni per realizzare The Road to Tepeyac (2010), utilizzando linguaggio fotografico e video (To See Her and Let Her See Me) per dare un volto alla «cecità reale e metaforica».
Cresciuta in una famiglia atea, quando Alinka Echeverría si reca il 9 dicembre 2008 al santuario della Madonna di Guadalupe a Città del Messico, lì dove tra il 9 e il 12 dicembre 1531 la Virgen morenita (Vergine meticcia) apparve all’indio messicano Juan Diego Cuauhtlatoatzin (canonizzato da Giovanni Paolo II nel 2002), viene travolta dall’intensità del flusso continuo di pellegrini in movimento che ritrae in cammino, mentre trasportano sulla schiena riproduzioni dell’icona della Vergine.

«L’ESPERIENZA fenomenale del pellegrinaggio dove il devoto porta quelle che sembrano infinite rappresentazioni della Vergine sulla schiena mi ha portato a mettere in discussione il rapporto tra immagine e fede – afferma l’artista – Mi è sembrato già così ricco di domande il semplice fatto di trasportare una riproduzione dell’immagine sacra, che ho deciso di focalizzarmi esclusivamente su quello fotografando le spalle dei pellegrini che trasportavano la loro personale rappresentazione della Vergine.
Questi oggetti spaziano da riproduzioni minuziosamente realizzate a mano a produzioni industriali, e si manifestano in maniere infinite. Il valore non sta nella materialità, ma nel valore che il pellegrino gli dà. I devoti portano le immagini da casa, ovunque essa sia, fino alla ’vera’ immagine della Vergine appesa in basilica».

ANCHE NELLA MOSTRA Seeing Mary, allestita nelle sale del Castello Carlo V e realizzata dal National Geographic, nella mappatura mondiale delle apparizioni della Vergine Maria c’è la foto scattata da Diana Markosian nel 2014 di un devoto diretto alla basilica di Nostra Signora di Guadalupe con l’altarino sulle spalle. Ma se in questo caso si è di fronte a un prodotto di reportage, nello sguardo di Echeverría emerge una caleidoscopica rappresentazione in cui sacro e profano convivono sincreticamente.
Il viaggio e il peso della religione e della storia trovano l’apice nell’ultimo tratto del percorso che l’artista affida al video di 11 minuti in cui i pellegrini possono finalmente godere per quaranta secondi della suggestione del luogo, nella silenziosa contemplazione dell’immagine sacra, trasportati dal tapis roulant. «La vedono, e, con la stessa importanza, Lei vede loro».
La storia ci ricorda che la memoria dell’apparizione è affidata alle pagine delNican Mopohua (Qui è Detto), un testo manoscritto in nahautl classico, il linguaggio dell’impero azteca parlato prima dell’arrivo dei conquistadores e che il mantello (tilmàtli) di Juan Diego, sul quale è raffigurata l’immagine di Maria con i capelli sciolti, il manto con le 46 stelle, la cintura e l’angelo con le ali di quetzal, è conservato proprio nel santuario di Tepeyac che sorge nel luogo in cui gli aztechi veneravano Tonantzin o Coatlicue.
Il Manifesto