Ritorna la guida ai ristoranti di Sicilia... Ecco dove si mangia bene. Nuovo talento a Termini Imerese
In edicola col Giornale di Sicilia. Dal 29 luglio al prezzo di 5 euro (più il prezzo del quotidiano) il volume che recensisce anche trattorie, osterie, enoteche
Nella sezione Nuovi Talenti è stato premiato Salvo Campagna del Secondo Tempo di Termini Imerese
http://www.ristorantesecondotempo.it
Per soggiornare a Termini Imerese
>>> - Grand Hotel delle Terme
Per soggiornare in zona Termini Imerese
>>> - Hotel Villaggio Vacanze Torre Normanna
>>> - Hotel Club Solunto Mare
>>> - Domina Coral Bay Sicilia Zagarella
>>> - Hotel Franco il Conte
>>> - Hotel Antica Residenza don Ciccio
fonte: gds
PALERMO. Guida ai ristoranti di Sicilia,
atto secondo. Dal 29 luglio in edicola col Giornale di Sicilia al prezzo
di cinque euro (più il prezzo del quotidiano) sarà possibile acquistare
la nuova edizione del volume che recensisce ristoranti e trattorie,
enoteche con cucina ed osterie. Sono 169 i locali recensiti e sparsi per
68 cittadine e piccoli centri. E sei tra chef e ristoratori verranno
anche premiati dalla nostra guida nell'ambito di una cerimonia che si
terrà al Circolo del Tennis di Palermo il prossimo 28 luglio.
Anche questa volta abbiamo zigzagato lungo la Sicilia per assaggiare, osservare e valutare. Tra gustose scoperte, piacevoli conferme e, talvolta, qualche delusione. Il quadro che emerge è confortante e carico di prospettiva, malgrado tutto. Tra i ristoratori c'è chi ha rivisto le proprie strategie, chi alzato l'asticella della qualità, presupposto che raramente tradisce le aspettative di lungo periodo. E chi invece, se ha deciso di scommettere creando un nuovo locale, lo ha fatto senza voglia di strafare, con oculatezza, badando ai numeri, tralasciando per esempio carte dei vini improponibili o attuando politiche di approccio al cibo e al vino con nuove formule. È la nuova ristorazione made in Sicily, che vede ancora una volta il primato della parte orientale dell'Isola sul resto della regione. E non è una sorpresa. Semmai registriamo con piacere invece da tutte le parti l'emergere di una generazione di giovani chef. Talentuosi e aperti al nuovo. Che viaggiano, fanno rete, studiano. È il fiore all'occhiello dell'edizione di questa guida: tre degli chef o ristoratori che portiamo sul podio quest'anno sono giovani intorno ai trent'anni. E così nella sezione Nuovi Talenti premiamo Salvo Campagna del Secondo Tempo di Termini Imerese; Andrea Macca de La Cucina di Donna Carmela di Riposto e Ninni Radicini de La Fattoria delle Torri di Modica. Ci sono premi anche nelle altre tre categorie. Tra i Super Top a fare compagnia agli chef dello scorso anno si aggiunge L'Antica Filanda di Capri Leone della famiglia Campisi. Nella sezione Grande Convenienza sale sul podio Davide Minerva de La Locanda del Colonnello di Modica, chef da alcuni mesi di questo locale che conferma il grande rapporto qualità-prezzo. E infine la Migliore Offerta del Vino: ai locali già premiati un anno fa si aggiunge l'Osteria Filomena di Catania e il suo esperto ed appassionato Giovanni Brischetto. L'esplorazione del buono in Sicilia adesso puó partire.
Anche questa volta abbiamo zigzagato lungo la Sicilia per assaggiare, osservare e valutare. Tra gustose scoperte, piacevoli conferme e, talvolta, qualche delusione. Il quadro che emerge è confortante e carico di prospettiva, malgrado tutto. Tra i ristoratori c'è chi ha rivisto le proprie strategie, chi alzato l'asticella della qualità, presupposto che raramente tradisce le aspettative di lungo periodo. E chi invece, se ha deciso di scommettere creando un nuovo locale, lo ha fatto senza voglia di strafare, con oculatezza, badando ai numeri, tralasciando per esempio carte dei vini improponibili o attuando politiche di approccio al cibo e al vino con nuove formule. È la nuova ristorazione made in Sicily, che vede ancora una volta il primato della parte orientale dell'Isola sul resto della regione. E non è una sorpresa. Semmai registriamo con piacere invece da tutte le parti l'emergere di una generazione di giovani chef. Talentuosi e aperti al nuovo. Che viaggiano, fanno rete, studiano. È il fiore all'occhiello dell'edizione di questa guida: tre degli chef o ristoratori che portiamo sul podio quest'anno sono giovani intorno ai trent'anni. E così nella sezione Nuovi Talenti premiamo Salvo Campagna del Secondo Tempo di Termini Imerese; Andrea Macca de La Cucina di Donna Carmela di Riposto e Ninni Radicini de La Fattoria delle Torri di Modica. Ci sono premi anche nelle altre tre categorie. Tra i Super Top a fare compagnia agli chef dello scorso anno si aggiunge L'Antica Filanda di Capri Leone della famiglia Campisi. Nella sezione Grande Convenienza sale sul podio Davide Minerva de La Locanda del Colonnello di Modica, chef da alcuni mesi di questo locale che conferma il grande rapporto qualità-prezzo. E infine la Migliore Offerta del Vino: ai locali già premiati un anno fa si aggiunge l'Osteria Filomena di Catania e il suo esperto ed appassionato Giovanni Brischetto. L'esplorazione del buono in Sicilia adesso puó partire.
segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone
turismoculturale@yahoo.it
Pinacoteca Nazionale di Bologna: Storie di Sant'Antonio Abate e le fonti della vita
Vitale da Bologna (Bologna, documentato dal 1330 - morto ante 1361)
Storie di Sant'Antonio Abate
Datazione: 1340, circa
tempera su tavolacm 79x37
Secolo: XIV
Provenienza: chiesa di santo Stefano, già nella chiesa di Sant'Antonio Abate
In alto, Sant'Antonio Abate lascia il monastero di Patras.
In basso, Sant'Antonio Abate sconfigge un drago che gli appare in una fonte.
Vitale da Bologna (Bologna, documentato dal 1330 - morto ante 1361)
Storie di Sant'Antonio Abate
Datazione: 1340, circa
tempera su tavolacm 78,5x38,5
Secolo: XIV
Provenienza: chiesa di Santo Stefano, già nella chiesa di Sant'Antonio Abate
In alto, il Santo sorregge il corpo di Effron.
In basso, Sant'Antonio resuscita tre uomini uccisi dalle fiere.
Conosciamo la vita di Sant'Antonio soprattutto attraverso la Vita Antonii pubblicata nel 357, opera agiografica attribuita a Sant'Atanasio, vescovo di Alessandria che conobbe Antonio e fu da lui coadiuvato nella lotta contro la eresia ariana.
L'opera tradotta in varie lingue divenne popolare tanto in
Oriente che in Occidente e diede un contributo importante alla
affermazione degli ideali della vita monastica.
Un significativo riferimento alla vita di Sant'Antonio si trova nella Vita Sanctii Pauli primi eremitae scritta da San Girolamo verso il 375. Vi si narra l'incontro, nel deserto della Tebaide, di Antonio con il più anziano San Paolo di Tebe.
Il resoconto dei rapporti tra i due santi (con l'episodio del corvo che
porta loro un pane affinché si sfamino, sino alla sepoltura del
vecchissimo Paolo ad opera di Antonio) vennero poi ripresi anche nei
resoconti medievali della vita dei santi, in primo luogo nella celebre Legenda Aurea di Jacopo da Varazze.
segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone
Concorso fotografico sui gatti a Termini Imerese
Un gruppo di ragazzi amanti degli
animali ha deciso di organizzare questo concorso fotografico sui gatti
per aiutare tutte le gattare che si occupano delle colonie feline , che
curano gatti e sterilizzano per conto proprio , inoltre vogliono aiutare
i volontari che si occupano del canile di Termini facendo nello stesso
tempo una raccolta alimentare per i cani del canile, Avremo pure le
Guardie Ecozoofile dell’Oipa , e i rappresentanti del gattile Ediga di
Palermo.
Il concorso si chiude giorno 18 luglio con una mostra fotografica al Sunset verranno premiate le foto piu’ belle e verranno fatti vedere spezzoni di film con protagonista il gatto tipo la dolce vita con Anita Ekberg , Colazione da Tiffany con Audrey Hepburn , 007 al servizio di sua maesta con terry Savallas per ricordarci il gatto bianco seduto sulle braccia del cattivo contro 007 , Gli Aristogatti e cosi via .Il tutto sara ‘in beneficenza per i gatti.
INOLTRE Avremo un premio speciale Dott Francesco Runza , infatti lo Vogliamo dedicare questo Concorso al Dott. Francesco Runza, bravo professionista e squisita persona, scomparso lo scorso anno. Amante degli animali e della fotografia, lo ricordiamo con queste meravigliose foto da lui scattate.
Grazie se vorrete pubblicare l’ articolo
Giuseppe Purpi , Tiziana Papotto , Letizia Algeri , Noemi Notaro, Rita Tripi , Francesca
Il concorso si chiude giorno 18 luglio con una mostra fotografica al Sunset verranno premiate le foto piu’ belle e verranno fatti vedere spezzoni di film con protagonista il gatto tipo la dolce vita con Anita Ekberg , Colazione da Tiffany con Audrey Hepburn , 007 al servizio di sua maesta con terry Savallas per ricordarci il gatto bianco seduto sulle braccia del cattivo contro 007 , Gli Aristogatti e cosi via .Il tutto sara ‘in beneficenza per i gatti.
INOLTRE Avremo un premio speciale Dott Francesco Runza , infatti lo Vogliamo dedicare questo Concorso al Dott. Francesco Runza, bravo professionista e squisita persona, scomparso lo scorso anno. Amante degli animali e della fotografia, lo ricordiamo con queste meravigliose foto da lui scattate.
Grazie se vorrete pubblicare l’ articolo
Giuseppe Purpi , Tiziana Papotto , Letizia Algeri , Noemi Notaro, Rita Tripi , Francesca
cefaluweb.com
Termini Imerese Romana vuole essere un'occasione per dare risposta a molte domande. Dall’ 8 al 31 Agosto
Come vivevano gli antichi romani? Come si vestivano? Come cenavano? Cosa
facevano alle Terme? Chi erano i gladiatori? Come coniavano le
monete..Termini Romana vuole essere un'occasione per dare risposta anche
a queste domande.
Nel panorama culturale estivo si può partecipare ad un evento spettacolare ed unico nel suo genere che è diventato “rievocazione storica” per recuperare il glorioso passato della città; per una settimana infatti la città di Termini Imerese compirà un viaggio nel tempo in cui lo spettatore potrà immergersi nel passato rivivendo e approfondendo le origini romane della Sicilia.
Dall’ 8 al 31 Agosto saranno diversi gli appuntamenti curati da diverse Associazioni locali, con il patrocinio del Comune di Termini Imerese, che coinvolgeranno non solo i più piccoli (attraverso i laboratori didattici di ceramica e di monete antiche e la proiezione del film d’animazione “I Gladiatori di Roma”) ma anche le famiglie e i cultori della romanità (attraverso la cena romana, le conversazioni culturali sul “Cuore e passioni nell’antica Roma”, la mostre sulle armi romane, le briciole di lirica romana in lingua siciliana). Quest’anno sarà inoltre possibile riscoprire le origini greche della città con la rappresentazione Teatrale Himera al teatro Kalos il 17 Agosto.
Culmine della manifestazione il 12 e il 13 Agosto dalle 21.00 alle 24.00, all'interno della Villa Palmeri, sarà la RIEVOCAZIONE STORICA che si snoderà in uno spettacolo itinerante organizzato dall'Associazione Termini d'Amuri con il coinvolgimento di più di 100 figuranti in abiti d'epoca.
Tante le scene che permetteranno di compiere un vero e proprio tuffo nel passato: l'accampamento romano, le Terme romane con i suoi riti, la cena romana, l'arena e i gladiatori, il senato romano. Filo conduttore sarà .la storia della Sicilia, provincia romana del I° sec.a.C e di Stenio, illustre cittadino termitano, che accusato ingiustamente da Gaio Licinio Verre, dispotico governatore della Sicilia (73-71 a.C.), fu difeso da Cicerone davanti al senato Romano.
Dal 30 Luglio 2014 sarà possibile prenotare l'ingresso gratuito sul sito: www.terminidamuri.it dove sarà pubblicato il programma completo della manifestazione.
Su richiesta sarà possibile essere guidati lungo il percorso archeologico urbano per visitare sia i rilevanti siti dell’epoca romana (la Curia, l’anfiteatro, le Terme, l’acquedotto Cornelio) che i reperti contenuti all’interno del Museo Civico “B.Romano”.
Nel panorama culturale estivo si può partecipare ad un evento spettacolare ed unico nel suo genere che è diventato “rievocazione storica” per recuperare il glorioso passato della città; per una settimana infatti la città di Termini Imerese compirà un viaggio nel tempo in cui lo spettatore potrà immergersi nel passato rivivendo e approfondendo le origini romane della Sicilia.
Dall’ 8 al 31 Agosto saranno diversi gli appuntamenti curati da diverse Associazioni locali, con il patrocinio del Comune di Termini Imerese, che coinvolgeranno non solo i più piccoli (attraverso i laboratori didattici di ceramica e di monete antiche e la proiezione del film d’animazione “I Gladiatori di Roma”) ma anche le famiglie e i cultori della romanità (attraverso la cena romana, le conversazioni culturali sul “Cuore e passioni nell’antica Roma”, la mostre sulle armi romane, le briciole di lirica romana in lingua siciliana). Quest’anno sarà inoltre possibile riscoprire le origini greche della città con la rappresentazione Teatrale Himera al teatro Kalos il 17 Agosto.
Culmine della manifestazione il 12 e il 13 Agosto dalle 21.00 alle 24.00, all'interno della Villa Palmeri, sarà la RIEVOCAZIONE STORICA che si snoderà in uno spettacolo itinerante organizzato dall'Associazione Termini d'Amuri con il coinvolgimento di più di 100 figuranti in abiti d'epoca.
Tante le scene che permetteranno di compiere un vero e proprio tuffo nel passato: l'accampamento romano, le Terme romane con i suoi riti, la cena romana, l'arena e i gladiatori, il senato romano. Filo conduttore sarà .la storia della Sicilia, provincia romana del I° sec.a.C e di Stenio, illustre cittadino termitano, che accusato ingiustamente da Gaio Licinio Verre, dispotico governatore della Sicilia (73-71 a.C.), fu difeso da Cicerone davanti al senato Romano.
Dal 30 Luglio 2014 sarà possibile prenotare l'ingresso gratuito sul sito: www.terminidamuri.it dove sarà pubblicato il programma completo della manifestazione.
Su richiesta sarà possibile essere guidati lungo il percorso archeologico urbano per visitare sia i rilevanti siti dell’epoca romana (la Curia, l’anfiteatro, le Terme, l’acquedotto Cornelio) che i reperti contenuti all’interno del Museo Civico “B.Romano”.
madonielive
segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone
turismoculturale@yahoo.it
Estate con SiciliAntica nel palermitano 50 iniziative in 50 giorni
Visite guidate, musica, conversazioni, mostre, libri: 50 iniziative in circa 50 giorni
nel territorio della provincia di Palermo: è l’estate di SiciliAntica.
Da lunedì 21 Luglio fino sabato 6 settembre si terranno manifestazioni a
Bagheria, Caccamo, Campofelice di Roccella, Carini, Cefalù, Ciminna,
Lercara Friddi, Palermo, Roccapalumba, S. Flavia, Sciara, Termini
Imerese.
La prima manifestazione a Roccapalumba “Lo spettacolo del cielo. Visita guidata all’Osservatorio astronomico” a
cui farà seguito, il giorno dopo, a Campofelice di Roccella, nel
castello, recentemente affidato dal Comune con una convenzione
all’Associazione, “La Notte della Poesia” a cura di A. Laurà. Il giorno successivo a Bagheria, in collaborazione con l’Associazione G. Bagnera si terrà la visita guidata al Museo Arte e Mestieri della Bagaria.
Da segnalare inoltre venerdì 1 agosto a Caccamo la conversazione su “Il quotidiano nel Medioevo”
a cura di Ferdinando Maurici, mentre la notte è prevista (in
collaborazione con l’Associazione Sicilia e Dintorni), la visita guidata
al Castello medievale. Ma non è l’unica visita guidata prevista di
notte. Escursioni notturne si terranno a Cefalù alle
cave, fornaci e chiesa di San Calogero alla Rocca, a Carini alla Grotta
dei Puntali (in collaborazione con la Riserva Grotta dei Puntali), a
Campofelice di Roccella al Castello, a Palermo alla Grotta Molara (in
collaborazione con i Gruppi Ricerca Ecologica), a Sciara alle Mura
pregne con la visita guidata al Dolmen e alle mura megalitiche.
Escursione di giorno sono invece previste invece a Bagheria alla Villa
Butera-Branciforti, alla Villa Palagonia, alle Ville di Cruillas a
Palermo, al Museo archeologico industriale delle ferrovie, a Termini
Imerese alle grotte preistoriche e al Faro di Cefalù.
Iniziative riguardanti sempre il mare
sono previste a Cefalù “Dalla Torre Kalura alla Grotta S. Lucia:
passeggiata in barca lungo la costa cefaludese”, a S. Flavia con
l’escursione subacquea al percorso archeologico, mentre a Termini
Imerese è prevista la veleggiata da Termini a Solanto: le torri e i
castelli della costa (in collaborazione con il Vela Club). Verranno
inoltre presentati il libri: “Il Caravaggio di Palermo e
l’Oratorio di San Lorenzo” di G. Mendola, “Un’altra donna è possibile”
di P. Castiglia, “Aspra un tempo” di U. Balistreri, “Cruillas, storia e
memorie di una antica borgata” di F. Giuffrè. Mostre sono previste
invece a Campofelice di Roccella “La scultura di Santo Di Bianca”,
Roccapalumba “Istantanee su un mondo vicino e sconosciuto”, Termini
Imerese “La storia che corre sui binari” inoltre conversazione a
Termini Imerese su: “Cuore e passioni nell’antica Roma” e a Cefalù su “I
fari in Sicilia”. Da ricordare inoltre a Roccapalumba la visita guidata
al Mulino Fiaccati: dalla farina macinata a freddo alla degustazione di
pani cunzatu, inoltre a Campofelice di Roccella Neviere e nevaioli
nelle Madonie con degustazione di gelato artigianale, a Lercara Friddi
nei luoghi dello zolfo, a Caccamo all’Eremo di S. Felice, insieme
all’Associazione Amici di S. Felice “Sotto lo stesso cielo: Musica,
cultura e osservazione degli astri celesti”. Manifestazioni particolari a
Termini Imerese con “La Notte della fotografia, scatti in una città che
dorme” e a Ciminna il 23 e il 24 agosto con la manifestazione: La
Donnafugata de “Il Gattopardo” cinquant’anni dopo, un libro, una mostra
con 300 foto, la visita ai luoghi del set e il pranzo raccontato nel
romanzo di Tomasi di Lampedusa, il paese ricorderà il capolavoro di
Luchino Visconti.
Iniziative di solidarietà sono previste a Palermo “In difesa della sovranità.
Serata di solidarietà con il popolo No Muos” e sempre a Palermo il 3
settembre un ricordo di Carlo Alberto Dalla Chiesa: “Cento giorni a
Palermo” trent’anni dopo. La lunga serie di eventi si concluderà, sabato
6 settembre, nel suggestivo castello della Roccella di Campofelice con
la “Notte di SiciliAntica”.
Per informazioni e prenotazioni Tel. 091.8112571 – 346.8241076.
Riapre ingresso via Fracigena a Roma
(di Daniela Giammusso)
Niente più sbarre o impedimenti. La via Francigena si riappropria del suo sentiero e della sua storia anche nell'ultimo tratto, forse più importante, a Roma.
Dopo una querelle lunga 20 anni, domani sarà finalmente aperto il suo accesso ''verde'' a nord della città, con la restituzione al pubblico della Riserva naturale dell'Insugherata e del suo ingresso, oggi banalmente corrispondente a un indirizzo (via Cassia 1081), ma per secoli passaggio di milioni di pellegrini e crociati diretti nella città eterna. Ad annunciarlo, alla presenza anche della Soprintendente per il polo museale di Roma, Daniela Porro, sono Francesco Rutelli, presidente dell'Associazione Priorità Cultura, Maurizio Gubbiotti, Commissario Straordinario dell'Ente regionale RomaNatura e Giuseppe Signoriello, presidente della Fondazione Giovan Battista Baroni onlus, che ha deciso di finanziare con 100 mila euro il progetto che già in autunno renderà il cammino romano alla portata di tutti.
Lunga 1.600 chilometri e ancora oggi meta per milioni di turisti, la via Francigena fu quel cammino che nel Medioevo univa Canterbury a Roma, portando fiumi di fedeli in pellegrinaggio sulle tombe di Pietro e Paolo e con loro i crociati e Templari diretti in Puglia per imbarcarsi verso Gerusalemme. ''Il tratto della Francigena all'interno di Roma - racconta Gubbiotti - corrisponde all'attuale Cassia e Trionfale, nel pieno del traffico. Per questo si fa coincidere con il sentiero che corre all'interno della Riserva dell'Insugherata e poi in quella di Monte Mario''. Già negli anni Novanta il Comune aveva cercato di mettere a sistema i parchi, racconta Rutelli, ma contenziosi e abusivismi continuavano a impedirne la piena fruibilità e l'accesso da via Cassia. Da domani si potranno invece finalmente percorre tutti 13,7 chilometri del tratto dell'Insugherata sin dalla Cassia, proseguendo con gli altri 4,9 di Monte Mario. ''Un percorso fortemente voluto anche da Papa Francesco - dice Rutelli - che rientra in un progetto più ampio con il Pontificio per la Cultura, Regione e Comune di una via delle fede e della storia attraverso le aree verdi: Parco di Veio, Insugherata e Monte Mario''. La nuova apertura della Francigena romana è dedicata ai fedeli, ma sarà meta anche del sempre più crescente turismo ''green'' e degli appassionati di camminate. Il sentiero è ben battuto e a settembre partiranno anche i lavori di messa in sicurezza, cartellonistica e sedute, tutto senza barriere architettoniche, in modo da poter essere percorso anche da persone con difficoltà. ''L'Insugherata - racconta ancora Rutelli - non sembra quasi Roma. E' il Gran Sasso, le Dolomiti e il Chianti insieme''.
L'area delle due riserve, in tutto un migliaio di ettari, è infatti un polmone verde nel mezzo della città che custodisce corsi d'acqua, boschi di sugheri e lecceti, castagni e farnie, più tutta una fauna di ricci, talpe, istrici, moscardini, gheppi, cuculi e anche la salamandrina dagli occhiali, specie esclusiva italiana. Senza contare che lungo la Francigena si ''incontrano'' tesori come la Tomba di Nerone, la via Clodia, il capolavoro di Raffaello di Villa Madama o l'ottocentesca Villa Marranti. ''All'interno dell'Insugherata poi - conclude Gubbiotti - ci sono anche aziende, che potranno arricchire il percorso con fattorie didattiche e vendita di loro prodotti''.
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA
Niente più sbarre o impedimenti. La via Francigena si riappropria del suo sentiero e della sua storia anche nell'ultimo tratto, forse più importante, a Roma.
Dopo una querelle lunga 20 anni, domani sarà finalmente aperto il suo accesso ''verde'' a nord della città, con la restituzione al pubblico della Riserva naturale dell'Insugherata e del suo ingresso, oggi banalmente corrispondente a un indirizzo (via Cassia 1081), ma per secoli passaggio di milioni di pellegrini e crociati diretti nella città eterna. Ad annunciarlo, alla presenza anche della Soprintendente per il polo museale di Roma, Daniela Porro, sono Francesco Rutelli, presidente dell'Associazione Priorità Cultura, Maurizio Gubbiotti, Commissario Straordinario dell'Ente regionale RomaNatura e Giuseppe Signoriello, presidente della Fondazione Giovan Battista Baroni onlus, che ha deciso di finanziare con 100 mila euro il progetto che già in autunno renderà il cammino romano alla portata di tutti.
Lunga 1.600 chilometri e ancora oggi meta per milioni di turisti, la via Francigena fu quel cammino che nel Medioevo univa Canterbury a Roma, portando fiumi di fedeli in pellegrinaggio sulle tombe di Pietro e Paolo e con loro i crociati e Templari diretti in Puglia per imbarcarsi verso Gerusalemme. ''Il tratto della Francigena all'interno di Roma - racconta Gubbiotti - corrisponde all'attuale Cassia e Trionfale, nel pieno del traffico. Per questo si fa coincidere con il sentiero che corre all'interno della Riserva dell'Insugherata e poi in quella di Monte Mario''. Già negli anni Novanta il Comune aveva cercato di mettere a sistema i parchi, racconta Rutelli, ma contenziosi e abusivismi continuavano a impedirne la piena fruibilità e l'accesso da via Cassia. Da domani si potranno invece finalmente percorre tutti 13,7 chilometri del tratto dell'Insugherata sin dalla Cassia, proseguendo con gli altri 4,9 di Monte Mario. ''Un percorso fortemente voluto anche da Papa Francesco - dice Rutelli - che rientra in un progetto più ampio con il Pontificio per la Cultura, Regione e Comune di una via delle fede e della storia attraverso le aree verdi: Parco di Veio, Insugherata e Monte Mario''. La nuova apertura della Francigena romana è dedicata ai fedeli, ma sarà meta anche del sempre più crescente turismo ''green'' e degli appassionati di camminate. Il sentiero è ben battuto e a settembre partiranno anche i lavori di messa in sicurezza, cartellonistica e sedute, tutto senza barriere architettoniche, in modo da poter essere percorso anche da persone con difficoltà. ''L'Insugherata - racconta ancora Rutelli - non sembra quasi Roma. E' il Gran Sasso, le Dolomiti e il Chianti insieme''.
L'area delle due riserve, in tutto un migliaio di ettari, è infatti un polmone verde nel mezzo della città che custodisce corsi d'acqua, boschi di sugheri e lecceti, castagni e farnie, più tutta una fauna di ricci, talpe, istrici, moscardini, gheppi, cuculi e anche la salamandrina dagli occhiali, specie esclusiva italiana. Senza contare che lungo la Francigena si ''incontrano'' tesori come la Tomba di Nerone, la via Clodia, il capolavoro di Raffaello di Villa Madama o l'ottocentesca Villa Marranti. ''All'interno dell'Insugherata poi - conclude Gubbiotti - ci sono anche aziende, che potranno arricchire il percorso con fattorie didattiche e vendita di loro prodotti''.
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Filadelfia, alla scoperta dei suoi tesori
(di Gina Di Meo)
E' famosa per la Dichiarazione d'Indipendenza, la Philly Cheesesteak e perché no anche Rocky Balboa ma Filadelfia in realta' è anche molto altro. La città dell'amore fraterno infatti possiede un patrimonio artistico con pochi eguali negli Stati Uniti. Filadelfia è un'opera d'arte in se' con i suoi spaziosi stradoni e i suoi parchi pubblici e su tutto domina City Hall, che con i suoi 167 metri è il palazzo di città più alto degli Stati Uniti. Sulla cima poggia imponente la statua di William Penn, il papa' di Filadelfia, alta oltre 11 metri (più del doppio del 'Davide' di Michelangelo) e dal peso di 27 tonnellate. City Hall offre un panorama mozzafiato per chi non lasciandosi intimorire dall'altezza decide di salire sull'osservatorio situato proprio al di sotto della statua di Penn.
Il viaggio 'artistico' alla scoperta dei tesori della città può iniziare dalla 'Rosenbach of the Free Library of Philadelphia', una suggestiva dimora del 1860 che al suo interno custodisce la più grande collezione al mondo di manoscritti, opere letterarie e libri rari. Qui hanno trovato casa una rarissima prima edizione del Robinson Crusoe di Daniel Defoe, un'altrettanto rarissima prima edizione di Alice nel Paese delle Meraviglia, nonché copia personale dello scrittore Lewis Carroll, ancora il manoscritto dell'Ulisse di James Joyce e bozze e note scritte da Bram Stoker per il suo romanzo Dracula. Anche se deve parte della sua fama alla famosa scalinata di Rocky Balboa con annessa statua del pugile ai piedi, il Museo d'Arte di Filadelfia è invece uno dei più grandi ed importanti musei degli Stati Uniti e conserva nei suoi ambienti oltre 225/mila opere d'arte dislocate in circa 200 gallerie che coprono oltre duemila anni di storia. Visto il massiccio afflusso di visitatori, oltre 800/mila all'anno, nel 2006 la direzione del Museo ha annunciato un progetto di espansione che lasciando intatta la parte esterna prevede la costruzione di una nuova galleria sotterranea proprio dietro la scalinata di Rocky. Per far questo di e' affidata ad un architetto di fama mondiale come Frank Gehry, tra le altre cose autore del Museo Guggenheim di Bilbao in Spagna. Ciò che diventerà il museo una volta completato l'ampliamento e' il tema della mostra 'Making a Classic Modern: Frank Gehry's Master Plan for the Philadelphia Museum of Art, e che resterà aperta al pubblico fino al prossimo settembre. Per gli appassionati di anatomia il posto ideale è il Mütter Museum che tra scheletri, embrioni custoditi in vasi, esemplari anatomici porta alla comprensione dei misteri e la bellezza del corpo umano. Offre inoltre uno spaccato sulla storia delle diagnosi e del trattamento delle malattie.
Ma il gioiello per antonomasia di Filadelfia è la Barnes Foundation con una collezione di oltre 2500 capolavori stimata circa 25 miliardi di dollari. Inizialmente le opere erano esposte a Merion, alla periferia di Filadelfia, in una una dimora dal carattere molto intimo, dal 2012 invece e' stata trasferita nel centro della citta', nella zona dei musei. Qui ci si puo' rifare gli occhi ammirando opere di Pierre-Auguste Renoir, Paul Cézanne, Henri Matisse, Pablo Picasso, Amedeo Modigliani, Edgar Degas, Vincent van Gogh, Giorgio de Chirico, Tiziano, Paul Gauguin, solo per citarne alcuni. Non è propriamente un museo ma a giusta ragione può essere considerato un capolavoro architettonico a Filadelfia, ossia l'Eastern State Penitentiary, una volta la prigione più famosa al mondo e che alla fine del 19/mo secolo esporto' il concetto della detenzione separata come forma di riabilitazione. All'esterno come una fortezza inespugnabile, all'interno il penitenziario è disposto su un sistema a raggiera. Qui nel 1929 è arrivato Al Capone arrestato a Filadelfia con la sua guardia del corpo per possesso di armi illegali. Nonostante il regime 'austero' degli altri detenuti, il famoso criminale riuscì ad avere un trattamento d'eccezione e la sua cella balza subito agli occhi perché sembra una lussuosa stanza d'albergo, anche con musica classica in sottofondo, di cui Capone era un appassionato. Dopo il 'bagno' di cultura tra musei e luoghi di interesse storico, il meritato relax e divertimento sono concentrati a 'Spruce Street Harbor Park' lungo la Penn's Landing Marina sul fiume Delaware. Aperto solo nei mesi estivi il parco, con il suo boardwalk (una passeggiata lungofiume) offre stand con cibo e bevande, un ristorante, il Moshulu, all'interno di un antico veliero, spiagge artificiali, giardini e attrazioni varie, tra cui concerti. Info: http://www.visitphilly.com/(ANSA)
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E' famosa per la Dichiarazione d'Indipendenza, la Philly Cheesesteak e perché no anche Rocky Balboa ma Filadelfia in realta' è anche molto altro. La città dell'amore fraterno infatti possiede un patrimonio artistico con pochi eguali negli Stati Uniti. Filadelfia è un'opera d'arte in se' con i suoi spaziosi stradoni e i suoi parchi pubblici e su tutto domina City Hall, che con i suoi 167 metri è il palazzo di città più alto degli Stati Uniti. Sulla cima poggia imponente la statua di William Penn, il papa' di Filadelfia, alta oltre 11 metri (più del doppio del 'Davide' di Michelangelo) e dal peso di 27 tonnellate. City Hall offre un panorama mozzafiato per chi non lasciandosi intimorire dall'altezza decide di salire sull'osservatorio situato proprio al di sotto della statua di Penn.
Il viaggio 'artistico' alla scoperta dei tesori della città può iniziare dalla 'Rosenbach of the Free Library of Philadelphia', una suggestiva dimora del 1860 che al suo interno custodisce la più grande collezione al mondo di manoscritti, opere letterarie e libri rari. Qui hanno trovato casa una rarissima prima edizione del Robinson Crusoe di Daniel Defoe, un'altrettanto rarissima prima edizione di Alice nel Paese delle Meraviglia, nonché copia personale dello scrittore Lewis Carroll, ancora il manoscritto dell'Ulisse di James Joyce e bozze e note scritte da Bram Stoker per il suo romanzo Dracula. Anche se deve parte della sua fama alla famosa scalinata di Rocky Balboa con annessa statua del pugile ai piedi, il Museo d'Arte di Filadelfia è invece uno dei più grandi ed importanti musei degli Stati Uniti e conserva nei suoi ambienti oltre 225/mila opere d'arte dislocate in circa 200 gallerie che coprono oltre duemila anni di storia. Visto il massiccio afflusso di visitatori, oltre 800/mila all'anno, nel 2006 la direzione del Museo ha annunciato un progetto di espansione che lasciando intatta la parte esterna prevede la costruzione di una nuova galleria sotterranea proprio dietro la scalinata di Rocky. Per far questo di e' affidata ad un architetto di fama mondiale come Frank Gehry, tra le altre cose autore del Museo Guggenheim di Bilbao in Spagna. Ciò che diventerà il museo una volta completato l'ampliamento e' il tema della mostra 'Making a Classic Modern: Frank Gehry's Master Plan for the Philadelphia Museum of Art, e che resterà aperta al pubblico fino al prossimo settembre. Per gli appassionati di anatomia il posto ideale è il Mütter Museum che tra scheletri, embrioni custoditi in vasi, esemplari anatomici porta alla comprensione dei misteri e la bellezza del corpo umano. Offre inoltre uno spaccato sulla storia delle diagnosi e del trattamento delle malattie.
Ma il gioiello per antonomasia di Filadelfia è la Barnes Foundation con una collezione di oltre 2500 capolavori stimata circa 25 miliardi di dollari. Inizialmente le opere erano esposte a Merion, alla periferia di Filadelfia, in una una dimora dal carattere molto intimo, dal 2012 invece e' stata trasferita nel centro della citta', nella zona dei musei. Qui ci si puo' rifare gli occhi ammirando opere di Pierre-Auguste Renoir, Paul Cézanne, Henri Matisse, Pablo Picasso, Amedeo Modigliani, Edgar Degas, Vincent van Gogh, Giorgio de Chirico, Tiziano, Paul Gauguin, solo per citarne alcuni. Non è propriamente un museo ma a giusta ragione può essere considerato un capolavoro architettonico a Filadelfia, ossia l'Eastern State Penitentiary, una volta la prigione più famosa al mondo e che alla fine del 19/mo secolo esporto' il concetto della detenzione separata come forma di riabilitazione. All'esterno come una fortezza inespugnabile, all'interno il penitenziario è disposto su un sistema a raggiera. Qui nel 1929 è arrivato Al Capone arrestato a Filadelfia con la sua guardia del corpo per possesso di armi illegali. Nonostante il regime 'austero' degli altri detenuti, il famoso criminale riuscì ad avere un trattamento d'eccezione e la sua cella balza subito agli occhi perché sembra una lussuosa stanza d'albergo, anche con musica classica in sottofondo, di cui Capone era un appassionato. Dopo il 'bagno' di cultura tra musei e luoghi di interesse storico, il meritato relax e divertimento sono concentrati a 'Spruce Street Harbor Park' lungo la Penn's Landing Marina sul fiume Delaware. Aperto solo nei mesi estivi il parco, con il suo boardwalk (una passeggiata lungofiume) offre stand con cibo e bevande, un ristorante, il Moshulu, all'interno di un antico veliero, spiagge artificiali, giardini e attrazioni varie, tra cui concerti. Info: http://www.visitphilly.com/(ANSA)
Cinecittà World, si parte il 24 luglio con parco cinematografico
(di Paola Lo Mele)
Dal 24 luglio aprirà al pubblico Cinecittà World il primo parco a tema cinematografico d'Italia. Lo spazio, inaugurato con la stampa il 10 luglio, aprirà i battenti per tutti, con venti attrazioni, otto set cinematografici, quattro teatri, quattro ristoranti a tema e altro ancora. Ad attendere adulti e bambini ci saranno ambienti tutti diversi: dal set numero uno, omaggio a Cabiria, il primo grande kolossal girato in Italia giusto 100 anni fa, al villaggio western sulle musiche di Ennio Morricone.
Il biglietto intero di ingresso che darà accesso a tutte le attrazioni e a tutti gli spettacoli del parco, avrà validità giornaliera e un costo di 29 euro, 23 ridotto per bambini fino a 10 anni e per over 65. Ma si prevede anche un pacchetto famiglie, valido per 2 adulti e 2 bambini, per un costo di 95 euro. L'obiettivo è ambizioso: raggiungere 1.500.000 visitatori nel 2015 con un fatturato stimabile intorno ai 55 milioni. Ma i grandi numeri riguardano anche gli investimenti fatti dalla realtà che ha puntato su questo progetto, la IEG (Italian Entertainment Group): 250 milioni, che in prospettiva dovrebbero addirittura raddoppiare.
Tra i set all'aperto che accoglieranno il pubblico: il numero 2, chiamato 'Cinecittà Street', in cui il visitatore si troverà immerso in un'atmosfera retrò ispirata alla New York degli anni '20; 'Sognolab', un'area pensata appositamente per i più piccoli e ispirata al genere Fantasy con l'allestimento di una fabbrica dei sogni; 'Aquila IV', set interattivo di guerra; 'Erawan', attrazione adrenalinica che celebra i film di avventura del 1950. Ad attendere i più impavidi ci sarà 'Altair', un roller coaster con un tracciato costituito da dieci inversioni a 360 gradi e con la rampa del treno che tocca una velocità massima di circa 100 Km/h; infine 'Atkium', ancora un'altra attrazione adrenalinica dedicata all'antica Roma. Al centro del Parco, ci si imbatterà nella piazza Dino De Laurentiis, caratterizzata da una Fontana spettacolare e omaggio al fondatore degli Studios. Qui potranno essere ospitati spettacoli a tema e concerti. E ancora: i laboratori dove il visitatore verrà accompagnato in altre avventure grazie alle nuove tecnologie; e i teatri, tra cui studio che riporta al thriller-horror in bianco e nero. Un ruolo centrale avrà anche l'area food, con un totale di 1.540 posti a sedere, che mira ad essere in grande sintonia con le attrazioni. "La cena - spiegano da Cinecittà World - diventa scena ed è parte attiva del grande spettacolo del cinema".
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSADal 24 luglio aprirà al pubblico Cinecittà World il primo parco a tema cinematografico d'Italia. Lo spazio, inaugurato con la stampa il 10 luglio, aprirà i battenti per tutti, con venti attrazioni, otto set cinematografici, quattro teatri, quattro ristoranti a tema e altro ancora. Ad attendere adulti e bambini ci saranno ambienti tutti diversi: dal set numero uno, omaggio a Cabiria, il primo grande kolossal girato in Italia giusto 100 anni fa, al villaggio western sulle musiche di Ennio Morricone.
Il biglietto intero di ingresso che darà accesso a tutte le attrazioni e a tutti gli spettacoli del parco, avrà validità giornaliera e un costo di 29 euro, 23 ridotto per bambini fino a 10 anni e per over 65. Ma si prevede anche un pacchetto famiglie, valido per 2 adulti e 2 bambini, per un costo di 95 euro. L'obiettivo è ambizioso: raggiungere 1.500.000 visitatori nel 2015 con un fatturato stimabile intorno ai 55 milioni. Ma i grandi numeri riguardano anche gli investimenti fatti dalla realtà che ha puntato su questo progetto, la IEG (Italian Entertainment Group): 250 milioni, che in prospettiva dovrebbero addirittura raddoppiare.
Tra i set all'aperto che accoglieranno il pubblico: il numero 2, chiamato 'Cinecittà Street', in cui il visitatore si troverà immerso in un'atmosfera retrò ispirata alla New York degli anni '20; 'Sognolab', un'area pensata appositamente per i più piccoli e ispirata al genere Fantasy con l'allestimento di una fabbrica dei sogni; 'Aquila IV', set interattivo di guerra; 'Erawan', attrazione adrenalinica che celebra i film di avventura del 1950. Ad attendere i più impavidi ci sarà 'Altair', un roller coaster con un tracciato costituito da dieci inversioni a 360 gradi e con la rampa del treno che tocca una velocità massima di circa 100 Km/h; infine 'Atkium', ancora un'altra attrazione adrenalinica dedicata all'antica Roma. Al centro del Parco, ci si imbatterà nella piazza Dino De Laurentiis, caratterizzata da una Fontana spettacolare e omaggio al fondatore degli Studios. Qui potranno essere ospitati spettacoli a tema e concerti. E ancora: i laboratori dove il visitatore verrà accompagnato in altre avventure grazie alle nuove tecnologie; e i teatri, tra cui studio che riporta al thriller-horror in bianco e nero. Un ruolo centrale avrà anche l'area food, con un totale di 1.540 posti a sedere, che mira ad essere in grande sintonia con le attrazioni. "La cena - spiegano da Cinecittà World - diventa scena ed è parte attiva del grande spettacolo del cinema".
Stiamo già scrivendo (nella Rete) la nostra autobiografia
Si
calcola che nel mondo intero, negli ultimi 12 mesi, gli account
"abbandonati" a causa della morte del titolare siano diversi milioni. Un
gigantesco giardino digitale dove le lapidi funerarie sono costruite
con tutti i "post", "like", "tweet". Il rischio di essere ricordati per
tutte le nostre banalità. Il "qui e ora" e il "taglia e incolla"
prenderanno il sopravvento sul ricordo ricostruito e mediato
Rino Farda - agensir
Stiamo già scrivendo la nostra autobiografia, ma non lo
sappiamo. Basta collegare il proprio account Facebook alla pagina
“Museum of me” di Intel per scoprire come saremo ricordati nel futuro
dai nostri nipoti e pronipoti. La platea degli utenti Facebook (o di
qualsiasi altro social media) sta già cambiando la propria natura. I
diagrammi fra i viventi e i deceduti infatti sono destinati ad
incrociarsi e ad invertirsi nel giro di pochi anni. Al momento non ci
sono molti utenti social “morti” perché questi mezzi sono ancora
relativamente “giovani”. Presto però, la situazione sarà diversa. Il
risultato è paradossale.
La nostra vita sulle pareti digitali del “Museo di Me Stesso”. Mentre
Google ha riconosciuto agli utenti di Internet il diritto a cancellare
la “memoria sgradita”, i social stanno continuando ad accumulare milioni
di informazioni sui nostri gusti, le nostre amicizie, le nostre
vacanze, i nostri lavori e, perfino, le nostre simpatie politiche. Siamo
noi a fornirle spontaneamente. Non ci rendiamo conto che quello che
oggi ci piace domani potrebbe risultare meno piacevole o non più così
interessante. Per i “big data” dei social però non farà differenza.
Tutto sarà mischiato insieme, senza gerarchia, per andare a scrivere in
futuro un ritratto che, a dirla con Totò, sarà “la somma del totale”.
Intel ha realizzato un software impressionante. Basta collegare il
proprio account Facebook alla pagina “Museumofme” (Museo di me stesso)
per ritrovare una vita intera di ricordi e avventure esposta e
raccontata sulle mura avveniristiche e digitali di un museo della
memoria. In un video di un paio di minuti finiscono ammucchiate alla
rinfusa foto, musiche e parole fino all’apocalittico effetto speciale
finale. Da brividi. Un minestrone post moderno dove le differenze e le
sfumature che ci avevano così affascinato scompaiono in un attimo.
La confusione dei memorabilia nel “cimitero” dei social.
Il fenomeno rischia veramente di sfuggire al nostro controllo. Nel
2013, solo negli Usa, sono morti circa 300mila utenti Facebook. I loro
account sono stati abbandonati sul web ma non sono stati chiusi. Restano
così a disposizione dei curiosi e dei perditempo che potranno, più o
meno liberamente, rovistare nelle memorie che questi defunti non hanno
avuto modo di portare via con sé. Le dimensione globali sono
impressionanti. Gli esperti calcolano che nel mondo intero, solo negli
ultimi dodici mesi, gli account “abbandonati” a causa della morte del
titolare siano ormai diversi milioni. Un numero e una proporzione che
cresceranno in modo esponenziale. Una specie di gigantesco giardino
digitale dove le lapidi funerarie sono costruite con tutti i nostri
“post”, “like”, “tweet”, eccetera.
L’inedita memoria del “qui e ora”. Si
tratta di una novità assoluta dal punto di vista della storiografia.
Dopo la rivoluzione degli “Annales”, gli storici potranno oggi
cominciare a studiare un fenomeno completamente inedito dal punto di
vista della scienza della memoria collettiva. Le vicende personali degli
individui, infatti, saranno tramandate secondo il sentimento del “qui e
ora” che caratterizza la nostra frenetica attività sui social. Non era
mai successo prima, almeno, non con queste dimensioni. Le nostre
“autobiografie involontarie e non autorizzate”, infatti, sono scritte
sull’onda dell’istinto del momento: per il traffico, per un gol della
squadra del cuore, per un innamoramento passeggero. Prima dei social,
invece, la memoria doveva essere “riscritta” da qualcuno per essere
tramandata. Nel passaggio avveniva un cambiamento anche semantico di
alcuni ricordi. Una differenza che i social hanno cancellato.
Le biografie digitali saranno incomplete.
La pigrizia da tastiera che ha cambiato le abitudini di giornalisti e
storici renderà più scivoloso il crinale delle biografie del futuro. Già
adesso è possibile vedere sui giornali gli account social dei
personaggi che, per un qualche motivo, sono finiti sotto i riflettori
della cronaca. Terroristi o eroi di strada. Si tratta però di dati
incompleti. Una volta le biografie si costruivano scavando nei
documenti. Adesso invece si lavora solo con lo sbrigativo strumento
elettronico del “taglia e incolla”. “Il futuro delle biografie può
sembrare rozzo, goffo e in qualche modo incompleto”, sentenzia Dominic
Basulto del Washington Post.
India: Ladakh, magia sul tetto del cielo. Monasteri arroccati sulla roccia, Il luogo sacro
(Foto di Francesca Brunati e Antonio Crepax)
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Un paesaggio lunare punteggiato da oasi di verde e da monasteri
arroccati su speroni di roccia, quasi sospesi ai bordi di valli strette e
profonde o in cima ad alture affacciate su aridi altopiani. E poi
giganti che oltrepassano i settemila metri fino a sfiorare il cielo, i
laghi di alta quota con le acque che mettono in mostra mille gradazioni
di blu, azzurro e verde e le dune di sabbia incorniciate da picchi
nevosi. Parte da un luogo sacro dove lo Zanskar si incontra con l’Indo,
il viaggio attraverso il Ladakh, terra in cui si mescolano la
spiritualità buddhista e la dura vita di montagna. Dopo una prima tappa a
Leh (3.500 m.), il capoluogo della regione circondata dalle catene
montuose del Karakorum e dell'Himalaya, quel punto di incontro tra i due
fiumi è perfetto per cominciare ad esplorare quest’angolo di Tibet
rimasto per ragioni politiche in territorio indiano. Da lì molti i
percorsi per raggiungere, a piedi, in bici, in moto o più comodamente in
macchina, i Gompa Thiksey (Thiske , Stakna e Hemis ( qui durante il
festival locale viene esposto il thangka su seta più grande del mondo),
oppure Alchi, fondato nell’ XI secolo e ricco di pitture murali di
inestimabile valore, e Lamayuru, tra i più spettacolari . E poi
l’ascetico Rizong, arrampicato sulle roccia, al termine di un’impervia
vallata: fondato nel 1831 da Lama Tsultim Nima sotto l'ordine Gelukpa, i
‘berretti gialli’, è soprannominato anche il ‘paradiso per la
meditazione’ ed è noto per le sue regole molto severe.
Ma il Ladakh offre anche un’esperienza irripetibile: percorrere la strada carrozzabile più alta del mondo per ‘scavallare’ il Kardung La a quota 5.602 metri . E da lì scendere ai 3.300 metri delle valli dei fiumi Shyok e Nubra – alimentato dai ghiacciai del Karakorum - attraverso praterie verdeggianti, ruscelli, yak e marmotte himalayane giganti e pacifiche fino alle dune sabbiose dove vivono i cammelli bachtriani, ricordo delle grandi carovane che passavano di lì nel loro viaggio tra Tibet e Turkestan.
Per restare sempre in alta quota, una delle mete più suggestive è il lago Tso Moriri, il più vasto della regione del Rupshu, l'altopiano dell'Himalaia tibetano dell'India abitato dai nomadi chang-pa. Situato a 4600 metri di altitudine, è lungo 23 chilometri e ampio quasi cinque, ed è attraversato dal confine con la Cina. Nelle sue acque cristalline dai toni blu e azzurro intenso si riflettono monti altissimi, perennemente innevati che sfiorano anche i 7000 metri . Sulle sue sponde c’è il piccolo villaggio di Korzok, l’unico insediamento antico, con monastero e dove è possibile incontrare le donne nei loro abiti tradizionali e i copricapo di pietre turchesi.
Lungo la strada per raggiungere Tso Moriri, dopo aver costeggiato per molti chilometri l’alto Indo, e attraversato valli, altopiani e pascoli incontaminati, non è escluso avvistare anche la gazzella e la capra tibetana, asini selvatici, aquile e uccelli rari. Una deviazione porta invece al lago bianco, lo Tso Kar, dove i depositi di sale fanno risaltare le sfumature turchesi e dove nidificano anche il gabbiano testa bruna e l’oca indiana
Ma il Ladakh offre anche un’esperienza irripetibile: percorrere la strada carrozzabile più alta del mondo per ‘scavallare’ il Kardung La a quota 5.602 metri . E da lì scendere ai 3.300 metri delle valli dei fiumi Shyok e Nubra – alimentato dai ghiacciai del Karakorum - attraverso praterie verdeggianti, ruscelli, yak e marmotte himalayane giganti e pacifiche fino alle dune sabbiose dove vivono i cammelli bachtriani, ricordo delle grandi carovane che passavano di lì nel loro viaggio tra Tibet e Turkestan.
Per restare sempre in alta quota, una delle mete più suggestive è il lago Tso Moriri, il più vasto della regione del Rupshu, l'altopiano dell'Himalaia tibetano dell'India abitato dai nomadi chang-pa. Situato a 4600 metri di altitudine, è lungo 23 chilometri e ampio quasi cinque, ed è attraversato dal confine con la Cina. Nelle sue acque cristalline dai toni blu e azzurro intenso si riflettono monti altissimi, perennemente innevati che sfiorano anche i 7000 metri . Sulle sue sponde c’è il piccolo villaggio di Korzok, l’unico insediamento antico, con monastero e dove è possibile incontrare le donne nei loro abiti tradizionali e i copricapo di pietre turchesi.
Lungo la strada per raggiungere Tso Moriri, dopo aver costeggiato per molti chilometri l’alto Indo, e attraversato valli, altopiani e pascoli incontaminati, non è escluso avvistare anche la gazzella e la capra tibetana, asini selvatici, aquile e uccelli rari. Una deviazione porta invece al lago bianco, lo Tso Kar, dove i depositi di sale fanno risaltare le sfumature turchesi e dove nidificano anche il gabbiano testa bruna e l’oca indiana
La Dioecesis Himerensis (Termini Imerese) era un’antica sede vescovile eretta nel IV secolo
Papa
Francesco ha nominato in data 30 maggio 2014 mons. Paolo Giulietti
vescovo titolare di Termini Imerese con incarico di vescovo ausiliare
dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve. La Dioecesis Himerensis
era un’antica sede vescovile eretta nel IV secolo, suffraganea
dell’Arcidiocesi di Palermo, soppressa intorno al X secolo. Dal 1968 è
sede vescovile titolare, non residenziale.
La notizia della nomina di mons.
Giulietti a vescovo titolare di Termini Imerese è stata data questa
mattina (30 maggio), a mezzogiorno, dal cardinale Bassetti ai
presbiteri, ai responsabili degli Uffici pastorali e ai collaboratori di
Curia.
Con la nomina di mons. Giulietti, fino
ad oggi vicario generale, sono tre i sacerdoti perugini divenuti vescovi
nell’ultimo decennio. Gli altri due, lo ricordiamo, sono mons. Mario
Ceccobelli, vescovo di Gubbio dal 2005, e mons. Gualtiero Sigismondi,
vescovo di Foligno dal 2008.
L’annuncio è stato salutato dal suono a
distesa delle campane della cattedrale di San Lorenzo. L’intera Chiesa
umbra accoglie la nomina a vescovo di mons. Giulietti con immensa gioia e
gratitudine al Signore e al Santo Padre. Papa Francesco ha voluto
ancora una volta essere vicino alla Chiesa della terra dei santi
Benedetto e Francesco, donandole un Pastore buono e determinato,
chiamato a coadiuvare il cardinale Bassetti nella guida del popolo di
Dio che è in Perugia-Città della Pieve. Non è la prima volta che un
arcivescovo di Perugia si avvale di un ausiliare. L’ultimo fu mons.
Giovanni Benedetti nominato ausiliare sul finire del 1974 per poi
diventare vescovo residenziale di Foligno nel 1976. Prima di lui ci fu
mons. Agostino Ferrari Toniolo, ausiliare dal 1967 al 1969.
Mons. Paolo Giulietti è nato a Perugia
il 1 gennaio 1964, ordinato presbitero in 29 settembre 1991 dopo aver
frequentato il Pontificio Seminario Regionale Umbro “Pio XI”
dall’ottobre 1985 al giugno 1991. Il 25 luglio 2005 viene nominato da
Papa Benedetto XVI Cappellano di Sua Santità con il titolo di monsignore
come riconoscimento alla sua opera svolta da responsabile del Servizio
nazionale per la Pastorale giovanile della Cei dal 2001 al 2007,
distinguendosi nell’organizzazione della partecipazione di migliaia di
giovani italiani alle Giornate Mondiali della Gioventù di Toronto (2002)
e di Colonia (2005). Ai giovani ha sempre rivolto la sua attenzione
pastorale promuovendo da direttore diocesano e regionale della Pastorale
giovanile un’opera di evangelizzazione che ha visto protagonisti gli
stessi giovani. Non è un caso che i suoi studi teologici superiori
l’abbiano portato a conseguire la Licenza in Teologica pastorale con
specializzazione in pastorale giovanile presso il Dipartimento di
Pastorale Giovanile e Catechetica della Pontificia Università Salesiana.
Per diversi anni è stato assistente
diocesano del Settore Giovani dell’Azione Cattolica e dell’ACR e del
Gruppo FUCI di Perugia. E’ stato anche responsabile e formatore degli
Obiettori di Coscienza della Caritas diocesana e assistente spirituale
della Comunità di Accoglienza Caritas per detenuti “San Giuseppe
Cafasso”. È stato parroco ed amministratore parrocchiale dal 2007 al
2012 e da vicario generale (nomina ricevuta nel 2010) svolge tutt’ora le
funzioni di amministratore parrocchiale, oltre ad essere canonico della
cattedrale di San Lorenzo. Attualmente è assistente spirituale della
Confraternita di San Jacopo di Compostela in Perugia, presidente
dell’Associazione “Hope”, direttore dei programmi di «Umbria Radio»
(emittente diocesana a diffusione regionale aderente al Circuito
nazionale «InBlu») e membro del Consiglio di amministrazione della
Fondazione Giovanni Paolo II per la gioventù in Roma.
Promotore del pellegrinaggio a piedi e
grande conoscitore degli itinerari percorsi da milioni di pellegrini
ogni anno nel raggiungere le principali mete di spiritualità del
continente europeo, come Santiago de Compostela, i santuari mariani di
Lourdes, Fatima, Czestochowa, Loreto… e i luoghi sacri di Terra Santa, è
autore di alcune guide per pellegrini, tra le quali La Via di
Francesco, rivelatasi una sorta di “bestseller” in questo settore
dell’editoria. Si tratta della guida ufficiale per i pellegrini sulla
strada di san Francesco d'Assisi, «per entrare in contatto con la sua
straordinaria esperienza di vita, che non smette di affascinare e di
interrogare gli uomini di ogni tempo», realizzata in collaborazione con
il “Consorzio Umbria and Francesco's Ways” sostenuto ed incoraggiato da
mons. Giulietti.
(notizia segnalata da Riccardo Liguori – Ufficio Stampa dell’Archidiocesi Metropolitana di Perugia-Città della Pieve)
(Foto: mons. Paolo Giulietti)
Termini Imerese, incisa la pesca del tonno su lapide funeraria
E’ stata scoperta a Termini Imerese e all’interno della Chiesa di Santa Maria della Misericordia (divenuta parte del Museo Civico), una rappresentazione della pesca del tonno, incisa su di una lapide funeraria.
Fanno sapere dalla Soprintendenza: “E’ una interessantissima ricostruzione con la pesca del tonno, attività marinara che da sempre ha costituito una fonte primaria di approvvigionamento alimentare e di ricchezza commerciale per la Sicilia”.
La pesca del tonno è una nota attività tradizionale e millenaria della marineria della Sicilia. Ne è un esempio il cratere siceliota a figure rosse, vanto del Museo Mandralisca di Cefalù, oppure il fatto che, fino a qualche anno addietro, la mattanza dei tonni era uno spettacolo bello e violento, che attirava il turista interessato alle suggestioni etnografiche dell’isola.
Sulla lapide funeraria, rinvenuta all’interno dell’edificio nei pressi dell’abside, era incisa una scena nella quale sono rappresentate le fasi della pesca e della lavorazione del tonno, compreso il momento della tradizionale “mattanza“.
Sono incisioni vivide che mostrano un sistema di reti da pesca collegate tra loro, sostenute da galleggianti semilunati, dove si muovono barche e tonni dalle varie dimensioni. La parte inferiore della lapide invece, riporta le varie fasi della lavorazione del pescato, quale la scolatura e la pulizia del pescato accuratamente appeso a testa in giù.
Un personaggio sembra sovraintendere le operazioni di pesca, in quanto posto in una posizione di rilievo ed all’interno di un piccolo edificio fortificato e rappresentato con i particolari architettonici quali cupole, guglie, finestre e portali. Tutti quanti ben caratterizzati. Potrebbe effettivamente trattarsi del Rais citato nell’iscrizione in latino tardo, dove sono riportati il nome del defunto, quello dei figli e la data della morte.
Il reperto era stato utilizzato come copertura di una delle numerose cripte rinvenute all’interno della chiesa e sembra risalire – dall’analisi preliminare dei dati – alla seconda metà del XVI secolo.
L’intervento di scavo è stato diretto da Marina Volpes e realizzato dagli archeologi della Soprintendenza Stefano Vassalo e Monica Chiovaro, con la collaborazione in cantiere Cooperativa archeologica R-Evolution e in particolare di Giusi Scopelliti e le Amministrazioni comunali di Termini Imerese.
palermo.blogsicilia.it
Fanno sapere dalla Soprintendenza: “E’ una interessantissima ricostruzione con la pesca del tonno, attività marinara che da sempre ha costituito una fonte primaria di approvvigionamento alimentare e di ricchezza commerciale per la Sicilia”.
La pesca del tonno è una nota attività tradizionale e millenaria della marineria della Sicilia. Ne è un esempio il cratere siceliota a figure rosse, vanto del Museo Mandralisca di Cefalù, oppure il fatto che, fino a qualche anno addietro, la mattanza dei tonni era uno spettacolo bello e violento, che attirava il turista interessato alle suggestioni etnografiche dell’isola.
Sulla lapide funeraria, rinvenuta all’interno dell’edificio nei pressi dell’abside, era incisa una scena nella quale sono rappresentate le fasi della pesca e della lavorazione del tonno, compreso il momento della tradizionale “mattanza“.
Sono incisioni vivide che mostrano un sistema di reti da pesca collegate tra loro, sostenute da galleggianti semilunati, dove si muovono barche e tonni dalle varie dimensioni. La parte inferiore della lapide invece, riporta le varie fasi della lavorazione del pescato, quale la scolatura e la pulizia del pescato accuratamente appeso a testa in giù.
Un personaggio sembra sovraintendere le operazioni di pesca, in quanto posto in una posizione di rilievo ed all’interno di un piccolo edificio fortificato e rappresentato con i particolari architettonici quali cupole, guglie, finestre e portali. Tutti quanti ben caratterizzati. Potrebbe effettivamente trattarsi del Rais citato nell’iscrizione in latino tardo, dove sono riportati il nome del defunto, quello dei figli e la data della morte.
Il reperto era stato utilizzato come copertura di una delle numerose cripte rinvenute all’interno della chiesa e sembra risalire – dall’analisi preliminare dei dati – alla seconda metà del XVI secolo.
L’intervento di scavo è stato diretto da Marina Volpes e realizzato dagli archeologi della Soprintendenza Stefano Vassalo e Monica Chiovaro, con la collaborazione in cantiere Cooperativa archeologica R-Evolution e in particolare di Giusi Scopelliti e le Amministrazioni comunali di Termini Imerese.
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Monte San Pietro, la prima malga vegan del Trentino Alto Adige
Monte San Pietro è la prima malga vegetariana
del Trentino Alto Adige. Una scelta che si basa sul rispetto degli
animali e dell'ambiente, sulla promozione della salute grazie
all'alimentazione. Di certo una scelta controcorrente, che in ogni caso non dimentica di valorizzare i prodotti locali, pur rinunciando alla carne. A Pietralba, in provincia di Bolzano, è nata una malga molto diversa dalle altre, che offre ai propri ospiti un menù vegetariano e veganoAlexander Basin , che si occupa
della Malga Monte San Pietro da sette anni. E' vegetariano da più di
dieci anni. Non mangia carne e pesce e limita molto il consumo di uova e
latticini. Fin dai primi anni la malga ha proposto un'offerta
prevalentemente vegetariana, con pochi piatti a base di carne, ma da un anno e mezzo alla Malga Monte San Pietro trovate esclusivamente piatti vegetariani e vegani.
Si tratta di una vera e propria sfida nella patria dello speck, che ci
aiuta a comprendere che rinunciare alla carne è possibile continuando a
sostenere i produttori locali con una visione ecologica.
Le motivazioni della scelta vegetariana
La scelta vegetariana per il menù della Malga Monte San Pietro, con piatti vegetariani e vegani, si basa soprattutto su motivazioni legate alla salute, all'ecologia, al rispetto dell'ambiente, del Pianeta e delle sue risorse. Alexander ci ha spiegato che: "Dal puntto di vista dell'ecosostenibilità consumare molta carne non può funzionare,
poiché si tratta di prodotti fabbricati in serie, senza il minimo
rispetto del Pianeta. Non voglio più incentivare la logica degli
allevamnti intensivi, ma privilegiare i piccoli produttori locali che
rispettano davvero gli animali".
Si tratta di quegli agricoltori che
portano davvero gli animali al pascolo, che magari hanno poche mucche
per mancanza di spazio e che poi venderanno il latte ad un prezzo un po'
più caro, perché si tratterà di un prodotto differente da quello industriale: "Meno sfruttamento per gli animali, meno sfruttamento per il contadino (che riceverà una giusta paga)".
"Nella nostra società carne, latte e formaggi sono gli alimenti di base, mentre nella mia visione si tratta di alimenti di lusso"
- ha sottolineato Alexander. I nostri nonni e bisnonni consumavano
prodotti di derivazione animale molto meno di quanto avviene ora. La
loro produzione su larga scala fa parte di un vero e proprio circolo vizioso dell'economia, che si basa su uno sfruttamento sempre più forte dei lavoratori e degli animali, con riferimento sia agli allevamenti intensivi che ai piccoli produttori non virtuosi.
La sfida più grande
Quali sono le sfide maggiori per chi, come Alexander, compie una scelta vegetariana e di sostenibilità alimentare in un mondo che va in tutt'altra direzione? "Uscire
dal circolo vizioso dell'economia e cambiare paradigma, a partire da un
approccio completamente diverso nei confronti degli animali e
dell'alimentazione. Non serve mangiare tutti i giorni latte, formaggio,
carne e speck, che sono solo beni di lusso e che tra l'altro non sono
salutari. La sfida più grande è cambiare".
Prodotti bio e a chilometri zero
Come ci ha spiegato Alexander, la Malga
Monte San Pietro per la propria cucina sceglie soltanto ingredienti di
cui conosce bene la provenienza. Alcuni prodotti sono a chilometri zero, altri sono biologici, altri ancora sono prodotti tradizionali locali, e poi non mancano gli ingredienti del commercio equo e solidale,
ad esempio il cioccolato e il cacao, che non potranno mai essere a
chilometri zero. Il vino è a chilometri zero, così come il latte e i
latticini. La pasta è biologica, prodotta da una ditta regionale. "Si preparano sciroppi fatti in casa con il sambuco, la menta e altre erbe raccolte dall'orto. Da bere troverete anche le tisane e il succo di mela locale, ma niente Coca Cola".
I piatti vegetariani e vegani
Il menù può variare durante la settimana e nel weekend, a seconda delle stagioni e dei prodotti disponibili. Si fa attenzione alle esigenze di tutti.
Non soltanto troviamo piatti vegetariani e vegani, ma anche adatti agli
intolleranti al glutine e al lattosio. Alexander ha pensato di rivisitare alcuni piatti tipici in versione vegan. Ad esempio troverete i canederli preparati con il pane raffermo, le verdure e il latte vegetale, e il goulsah vegan.
Ci sono piatti ricchi a base di patate e verdure, da servire
accompagnati con le uova o con le salsicce di tofu, a seconda della
propria scelta alimentare. Non mancano poi le polpette vegan preparate con grano saraceno, miglio e patate e le lasagne farcite con le verdure anziché con la carne.
Altri ingredienti di provenienza locale sono i funghi, con cui accompagnare ad esempio la polenta. Con le ortiche si preparano i canederli e i gnocchetti spätzle. Per quanto riguarda i dolci, troverete delle torte tradizionali rivisitate adatte ai vegani e preparate senza uova e con il latte vegetale, accanto alle torte classiche. Non manca l'attenzione verso i diabetici. Su richiesta la malga prepara dolci senza zucchero raffinato che viene sostituito dall'eritritolo, un dolcificante naturale a zero calorie, privo di retrogusto, ad indice glicemico ed indice insulinico pressoché nulli.
Alexander ha particolarmente a cuore
il desiderio di offrire agli ospiti della malga degli alimenti salutari
e per questo è disposto a spendere di più per l'acquisto degli
ingredienti. A suo parere il problema dell'alimentazione, e dell'offerta alimentare odierna nella ristorazione, si risolve in poche parole: "Come
fare ad offrire cibi sani e ad investire sugli ingredienti che costano
di più se si fa parte di un ciclo basato sulla massimizzazione dei
guadagni che richiede di ridurre le spese?". L'eritritolo, ad esempio, costa quattro volte di più rispetto allo zucchero.
Come arrivare e cosa fare alla malga
La Malga Monte San Pietro si trova nelle vicinanze dell'affascinante Gran Canyon dell'Alto Adige, il Bletterbach.
La si raggiunge da Pietralba in 35-40 minuti di strada forestale,
percorribile anche con il passeggino. Pietralba è raggiungibile da
Bolzano anche con i mezzi pubblici. Oltre alla ristorazione, la malga
offe un programma alternativo per le scuole, i gruppi e le famiglie. In
questo periodo ogni domenica pomeriggio ci son laboratori per bambini dedicati al riciclo creativo, ai lavoretti con il feltro e con la carta.
L'associazione turistica locale, in collaborazione con la malga, propone per le famiglie delle escursioni sul lago di Carezza, sul passo Costa Lunga e sul lago delle Streghe,
con la riscoperta delle tradizioni locali e il racconto di antiche
leggende. Per chi alloggia nella zona ci sono anche escursioni gratuite,
ad esempio incentrate sul riconoscimento dei fiori e delle erbe
selvatiche. Alexander inoltre guida un'escursione dedicata a Sebastian Kneipp,
con percorso nei torrenti. Il 16 agosto ci sarà una manifestazione
locale, con tavola rotonda di discussione e musica, dedicata ai temi
dell'ecosostenibilità e della giustizia sociale, cucina con menù
antispreco con piatti nati dal riciclo degli avanzi ad offerta libera.
Per maggiori informazioni sulle iniziative e sulla malga vegetariana: www.naturheilt.it.
Marta Albè
greenme.it
greenme.it
Campeggio: i 10 errori da evitare per godersi la vacanza in tenda
Quest'anno avete deciso di trascorrere una vacanza in campeggio?
Di sicuro si tratta di un'alternativa economica, divertente e
avventurosa, adatta a chi vuole riscoprire un contatto più diretto con
la natua e a chi sogna di dormire sotto le stelle.
Ma le vacanze in campeggio vanno pianificate per tempo e con la massima organizzazione per non dimenticare nulla di essenziale e per non essere in dififcoltà al momento dell'arrivo. Ecco gli errori più comuni da evitare.
Ma le vacanze in campeggio vanno pianificate per tempo e con la massima organizzazione per non dimenticare nulla di essenziale e per non essere in dififcoltà al momento dell'arrivo. Ecco gli errori più comuni da evitare.
1) Equipaggiamento inadeguato
E' tutto pronto per partire? Alcuni
campeggiatori attraversano una vera e propria fase di rompicapo per
riuscire a caricare tutti i bagagli per le vacanze sull'auto in stile
"Tetris", ma dimenticano un accorgimento fondamentale: testare ogni strumento prima della partenza.
Controllate, ad esempio, che il fornelletto a gas funzioni, che le
cerniere dei sacchi a pelo non siano rotte e che la tenda sia davvero a
prova di pioggia e senza parti rovinate che potrebbero provocarne la
rottura.
2) Tenda troppo piccola
Chi è alle prime armi con il campeggio potrebbe non riuscire a valutare le dimensioni più adatte per la tenda
da scegliere. Si tratta di un'evenienza legata soprattutto agli
acquisti online. Meglio acquistare la propria tenda in un negozio
fisico, in modo da toccare con mano i materiali di cui è composta.
Inoltre esistono tende più o meno leggere o impermeabili. I modelli non
variano soltanto in base alle dimensioni, ma anche a seconda delle
stagioni e delle temperature previste per il luogo in cui si
soggiornerà. Meglio tenere conto di tutti questi aspetti per scegliere
al meglio.
3) Affidarsi solo a barbecue
Affidarsi solo al barbecue e alla
realizzazione di un fuoco da campo per cucinare potrebbe non essere una
buona idea. Innanzitutto nella zona in cui deciderete di campeggiare
potrebbe essere proibito accendere dei fuochi. Inoltre non in tutte le
aree da campeggio sono presenti delle zone predisposte per il barbecue.
Senza contare che mangiare per una settimana o più solo cibi cotti alla
griglia potrebbe diventare noioso e poco salutare. Pensate a delle
alternative e portate con voi un fornello a gas da campeggio. Potrebbe
esservi utile seguire i consigli del ricettario "Il Re del fornelletto".
4) Dimenticare le torce
Nella visione più romantica del
campeggio si riposa al chiaro di luna e ci si fa luce grazie ad un bel
falò. Ma la realtà è ben diversa. Non dimenticate che vi serviranno delle torce
la sera e durante la notte, sia all'interno della tenda che per
muovervi nel campeggio. Ad esempio, come potreste raggiungere la toilet
al buio in un campeggio scarsamente illuminato durante le ore notturne?
Munitevi di tutto ciò che serve per tempo e controllate che le torce
funzionino prima di partire.
5) Arrivare tardi
Cercate di non arrivare mai in campeggio in tarda serata. Avrete bisogno della massima luce disponibile, di tempo e tranquillità per montare la tenda
e per attrezzarvi per la notte e per i prossimi pasti. Cercate di
arrivare in anticipo soprattutto se non avete prenotato la vostra
piazzola, in modo da assicurarvi un buon posto. Inoltre, se viaggiate
con bambini, fermatevi per il pranzo prima di arrivare in campeggio,
soprattutto se prevedete che allestire la vostra cucina da campo e
cucinare vi porterà via molto tempo.
6) Materasso inadatto
Se il vostro soggiorno in campeggio
durerà alcuni giorni, non potete trascurare di portare con voi tutto ciò
che vi servirà per riposare al meglio. Altrimenti non riuscirete a dormire bene
e soffrirete di mal di schiena. Magari siete abituati ad un bagaglio
minimal per le passeggiate in montagna, ma se partite in auto portate
con voi materassi e materassini del giusto spessore e sacchi a pelo
caldi o leggeri a seconda della stagione e del luogo di soggiorno.
7) Dimenticare libri e passatempi
Libri e passatempi sono fondamentali in campeggio. Dovete tenere conto della possibilità di andare incontro ad una giornata di pioggia
e considerare che i bambini rischiano di annoiarsi in fretta. Quindi
sarà fondamentale portare con voi dei libri da leggere, delle carte da
gioco, dei giocattoli e dei giochi da tavolo, ma anche fogli, pastelli e
pennarelli per impegnare il tempo dei più piccoli.
8) Disorganizzazione
La vacanza in campeggio richiede una grande organizzazione,
soprattutto se si tratta del primo viaggio in tenda. Con il tempo
farete esperienza e capirete ciò che è indispensabile e ciò che potrete
tralasciare. Ma non dimenticate di preparare per tempo una lista
di tutto ciò che vi occorrerà portare con voi e controllatela molto
bene prima di partire. Inoltre organizzate i pasti prima della partenza,
con varie ipotesi a seconda degli ingredienti e degli strumenti per
cucinare che avrete a disposizione.
9) Abbigliamento molto leggero
In estate e con un clima favorevole,
soprattutto se campeggerete in una zona di mare, sfrutterete molto gli
abiti leggeri, ma non dimenticate che il clima può variare
e che le serate e le notti possono essere molto più fresche rispetto al
giorno. Dunque non dimenticate di portare con voi anche abiti pesanti
per ripararvi dal freddo, giacche impermeabili per la pioggia e scarpe
robuste per il trekking.
10) Mete troppo lontane
Se decidete di andare in campeggio per la prima volta, non scegliete mete troppo lontane da casa
o periodi superiori ad una settimana, soprattutto se non siete dotati
di un grande spirito d'avventura. La vostra prima esperienza in
campeggio dovrà rappresentare una sorta di test che vi preparerà a
vacanze in tenda più lunghe. Il consiglio e di iniziare con un weekend
fuori porta, in modo da poter rincasare in caso di urgenze o problemi.
Marta Albè
greenme.it
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