La salvaguardia dei cetacei parte dalle Cinque Terre


Genova - Dalle Cinque Terre a Portofino, dall’Isola di Bergeggi all‘Arcipelago Toscano. E poi ancora l‘Isola dell’Asinara, le Bocche di Bonifacio e l‘Arcipelgo della Maddalena, passando per l’Acquario di Genova e quello di Milano. A tracciare una linea immaginaria che unirà le suggestive località costiere sotto la bandiera della tutela dei mammiferi marini sarà la scia della Goletta Verde di Legambiente che ha levato le ancore fino al 17 aprile 2014, alla scoperta del Santuario dei Cetacei con un messaggio forte e chiaro: io sto con le balene, e non solo, con delfni, tursiopi e tutti gli altri straordinari abitanti che lo popolano.
Questo grazie al progetto ideato dal Parco Nazionale delle Cinque Terre, con il contributo e il patrocinio del Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare e in collaborazione con la Legambiente, Goletta Verde e Federparchi, allo scopo di scaturire un efetto moltiplicatore sul tema della conoscenza e della tutela della straordinaria ricchezza di cetacei presenti in questo tratto di mare tra Liguria, Toscana, Sardegna e Corsica.

Il progetto è stato presentato ieri nella sala consigliare del Comune di Monterosso alla presenza dell'assessore al Turismo del Comune di Monterosso, Elisabetta Del Bene, del presidente del Parco Cinque Terre, Vittorio Alessandro, del responsabile Legambiente Liguria, Santo Grammatico, Simone Bava e Giorgio Fanciulli, direttori delle Aree Marine Protette Isola di Bergeggi e Portofino.
Un'idea che coinvolge i Parchi Nazionali di Asinara, Arcipelago Toscano, Cinque Terre e Maddalena; le Aree Marine Protette di Bergeggi e Portofno, gli Acquari di Genova e quello Civico di Milano, (Istituto per gli Studi sul Mare e Verdeacqua ONLUS), con l’obiettivo di realizzare una campagna integrata di sensibilizzazione sui temi della conservazione, promozione e valorizzazione del patrimonio naturale custodito nel Santuario dei Cetacei.
La prima parte dell’iniziativa vedrà come protagonisti gli istituti scolastici partner del progetto, che saranno coinvolti in moduli didattici a cura dei Centri di Educazione Ambientale dei Parchi e delle Aree Marine Protette, coordinati dal CEA del Parco Cinque Terre.
A rendere ancora più incisivo il messaggio “io sto con le balene” saranno gli incontri, le attività e le visite a bordo, che animeranno la permanenza della Goletta Verde di Legambiente nei porti dove attraccheà: l’invito è rivolto a tutti i cittadini desidori di scoprire le opportunità di sviluppo oferte dal Santuario dei Cetacei. 

cittadigenova.com

Nuovo percorso scopre i tesori dell'Aventino

(di Nicoletta Castagni)

A Santa Sabina la meraviglia della porta lignea, rarissimo e splendido manufatto del V secolo, la cella di San Domenico trasformata dal Bernini in una sontuosa cappella barocca e il Museo Domenicano, nella vicina basilica di Sant'Alessio invece la cripta romanica con gli affreschi medievali e le colonne pagane, il giardino che affaccia su Roma, disseminato di reperti di epoca paleocristiana: questi e molti altri i tesori d'arte e devozione che si possono scoprire da oggi grazie a un nuovo itinerario di visite (su prenotazione) che copre l'intero complesso edificato sull'Aventino.

    ''Qua vengono molti turisti, ma non trovano né una bottiglia d'acqua né indicazioni per i percorsi d'arte, vanno tutti a vedere il buco della serratura del cancello del Priorato dei Cavalieri di Malta che offre la più famosa vista di San Pietro. Ora poi ancor di più dopo il film di Sorrentino''. A parlare è Manuela Annibale, storica dell'arte che con altre colleghe ha dato vita a Spazio Arte Roma, l'Associazione culturale che, oltre a organizzare corsi e incontri, ha ora messo a punto il nuovo itinerario tra le bellezze ancora sconosciute del colle più meridionale di Roma, che dall'antichità ospita il maggior numero di congregazioni religiose.

   Il percorso inizia dalla Basilica di Santa Sabina, costruita nel V secolo per volere di papa Celestino I sulla tomba della martire e divenuta sede dal 1222 dell'ordine domenicano, dove ancora oggi risiede la curia generalizia. Antichissima, è una delle chiese paleocristiane meglio conservate della città eterna, tanto che proprio all'ingresso principale si può ammirare la porta lignea (V secolo), che costituisce il più antico esempio di scultura su legno altomedioevale. ''E' fatta in cipresso, un legno resistente, scelto probabilmente anche per il forte profumo resinoso'', spiega Manuela Annibale indicando sul lato del portale il bellissimo affresco con Madonna col Bambino e Santa Sabina, rinvenuto solo nel 2010 per alcuni interventi di restauro. 'E'una delle rarissime testimonianze di pittura di quell'epoca, sopravvissuta alla furia iconoclasta''.
    E' però il percorso interno la vera novità per i visitatori. Mentre la basilica è aperta a tutti, previa prenotazione si può varcare la porta del convento per accedere al chiostro (restaurato circa 15 anni fa), il più grande di Roma con le sue 304 colonne realizzate con i marmi antichi. Si sale quindi nella cella di San Domenico, trasformata nel 1669, su commessa di Clemente IX, in una sontuosa cappella barocca dal genio di Gian Lorenzo Bernini, che scelse marmi policromi purpurei, fece affrescare la piccola volta e aprì una finestra per inondare di luce quello spazio di devozione. Si accede poi al Museo Domenicano, allestito in quello che era il dormitorio del convento, diventato con il tempo un deposito.

''Nel 2009 cercavo un dipinto e sono entrata qui per la prima volta - racconta la storica dell'arte - ho proposto quindi ai frati di catalogare tutte le opere accatastate e dimenticate e alla fine siamo riusciti ad allestite un percorso museale''. Dove non mancano i tesori, come la scultura attribuita ad Arnolfo di Cambio, la tavola con San Vincenzo Ferrer di Antoniazzo Romano, la Madonna del Rosario del Sassoferrato e alcuni inediti seicenteschi. Uscendo, dopo il famoso Giardino degli aranci, ecco la Basilica di Sant'Alessio, dove i Chierici Regolari Somaschi aprono tutti i giorni la loro mensa ai poveri (i proventi delle visita andranno a sovvenzionare proprio questa attività). Dietro la facciata seicentesca (è sede ambita di matrimoni), ecco i meravigliosi pavimenti comateschi e la discesa nella Cripta romanica del 1200, in cui la tradizione vuole siano conservate le reliquie di Tommaso Becket, mentre uscendo ci si arriva nel Giardino del Belvedere, disseminato di reperti, affaccio inedito sulla grande bellezza di Roma.
   
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Cultural Bridge, il Festival delle radici

(Di Eugenia Romanelli)
Ancora sei date. Da non perdere. Si tratta della prima edizione di Cultural Bridge – La musica delle radici, il festival del Centro Policulturale Baobab di Roma patrocinato dall’Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica di Roma Capitale e ideato dall'Associazione Culturale Milagro Acustico “Volevamo realizzare un ponte tra le diverse espressioni culturali – spiega il direttore artistico Bob Salmieri - e favorire l'interazione fra le realtà artistiche del territorio in coerenza con la Convenzione UNESCO sulla Protezione e la Promozione della Diversità delle Espressioni Culturali, consapevoli che la diversità culturale rappresenta un patrimonio comune dell’umanità e che dovrebbe essere valorizzata e salvaguardata a beneficio di tutti”.
Quale la novità? Soprattutto la location. Ad ospitare musicisti del calibro di Nicola Alesini, Gabriele Coen Quartet, Fleurs do mar, Neilos, solo per citarne alcuni, è infatti un centro di accoglienza del Comune di Roma: “L’ex vetreria industriale fra Piazza delle Province e la Tiburtina – racconta Daniel Zagghay coordinatore del centro - è spazio poliedrico di 1000 mq con ambienti accoglienti ristrutturati dagli ospiti stessi dove vengono proposte una pluralità di iniziative musicali, cinematografiche, artistiche e culinarie, all’insegna dell’incontro tra le culture delle diverse parti del mondo”.
Si può infatti fare corsi di danza, di percussioni, di montaggio, oppure usare la sala di registrazione professionale e la sala prove (dove suonano giovani artisti immigrati, che, grazie a questo spazio, danno vita alle proprie produzioni musicali), o cenare al ristorante con soli dieci euro: i residenti, in gran parte provenienti da diversi paesi dell’Africa, cucinano ottimi piatti tipici. A valere una visita insomma è anche il centro stesso: dai muri colorati (che poi si scopre che il blu è quello del mare ma il rosso è quello del sangue versato per arrivare in Italia) ai salotti, dalla palestra alla sala conferenze, fino alla biblioteca (con testi di letteratura e saggistica africana divisi per aree, e libri di multiculturalità, immigrazione e integrazione sociale) e ai dormitori, tutto è pensato per creare un ambiente familiare, accogliente e per la socializzazione, anche con i cittadini romani.
“Questo per noi è il punto più importante – spiega Silvio di Francia, responsabile dell'ufficio diritti fondamentali e di cittadinanza di Roma Capitale. Baobab è soprattutto un centro di accoglienza del Comune, a cui formalmente appartiene: una casa di accoglienza dove vivono oltre 200 persone, rifugiati e richiedenti asilo. Senza un interscambio creativo con la cittadinanza rischia di diventare un luogo asfittico”. Anche per questo la nascita del Festival, per creare un punto d’incontro e di riferimento stabile per la cosiddetta “world music” nella capitale e per rendere questo spazio un luogo di scambio culturale attivo e permanente. “Il Cultural Bridge intende promuovere il panorama delle espressioni culturali – conclude Zagghay - frutto del genio e della creatività delle comunità locali, per salvaguardare il patrimonio culturale immateriale dal preoccupante rischio di estinzione a cui è costantemente sottoposto”.
Sul palco alcuni tra gli artisti maggiormente attivi in Italia nella world music: 11 aprile Fleur do mar, 18 aprile Tiberi-Alesini-Vantini-Muela-Cod, 9 maggio Neilos, 16 maggio Gabriele Coen Quartet, 23 maggio Mediterranti, 30 maggio Entropia&Bob Calmieri.
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Viaggiare sicuri con consulenza medica gratuita. Dal 7 aprile grazie al Centro Diagnostico italiano

Ogni anno nel mondo vengono stimati 500 milioni di casi di malaria, con oltre 1 milione di morti. Sono circa 50 milioni invece le persone che contraggono la dengue: "si tratta solo di due esempi delle gravi patologie che piccoli insetti possono trasmettere all'uomo e in particolare a chi in viaggia e non è abituato a seguire le giuste precauzioni " si legge in una nota de Centro Diagnostico Italiano. Per aiutare chi è in partenza per i paesi a rischio, il Centro Diagnostico Italiano attiva dal 7 aprile un servizio telefonico di consulenza medica gratuita in Medicina dei viaggi, rivolto a tutti i viaggiatori e messo a disposizione del pubblico per l'ottavo anno consecutivo.
 La consulenza è attivata in occasione della Giornata mondiale della salute promossa dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), dedicata quest'anno alle malattie provocate da puntura d'insetto, come zanzare, pidocchi, acari e zecche. "Al solo costo della telefonata, sette giorni su sette, - si legge in una nota- dalle 17 alle 21, sino al 1 ottobre, chiamando lo 02 48317304 sarà possibile confrontarsi con uno specialista del CDI per avere tutte le informazioni necessarie per viaggiare sicuri: dall'indicazione dei documenti sanitari da portare con sé alla lista di quali alimenti consumare e quali evitare, dalla piccola farmacia da tenere in valigia alle vaccinazioni necessarie per le mete più esotiche".
"I cardini fondamentali della prevenzione personale sono: corretta profilassi comportamentale, vaccinale e farmacologica. Una corretta profilassi comportamentale riduce il rischio di esseri punti. Essa può rappresentare, come nel caso della dengue, l'unica protezione possibile. In altri casi affianca efficacemente e completa la prevenzione vaccinale come nel caso della febbre gialla o quella farmacologica come nel caso della malaria", spiega Claudio Droghetti, esperto che risponde alla linea diretta e responsabile dell'Ambulatorio di medicina dei viaggi del Centro Diagnostico Italiano.
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WEDDING DAY BEST WESTERN PREMIER BHR Treviso Hotel domenica 13 aprile 10.00 - 18.30 INGRESSO LIBERO

DiVino Osteria Trevigiana, in collaborazione con Cà Marcello, organizza il 1° Wedding Day al BEST WESTERN PREMIER BHR Treviso Hotel domenica 13 aprile 2014 dalle 10.00 alle 18.30 con molte novità, idee e professionisti per rendere unico il vostro ricevimento nuziale.

http://www.bhrtrevisohotel.com/it/divino-osteria-trevigiana/home


A soli 5 minuti in auto dall'aeroporto Canova di Treviso, il Best Western Premier BHR Hotel di Treviso si trova a 5 km dal centro città. Vanta un centro benessere dotato di sauna, vasca idromassaggio e bagno turco.
Le camere climatizzate del Best Western Hotel di Treviso includono un letto extra-large e una TV LCD con canali satellitari e pay-per-view. Alcune sistemazioni offrono un servizio navetta gratuito per l'aeroporto di Treviso.
L'hotel vanta esterni suggestivi e interni eleganti dal design ispirato all'arte veneziana. Come ospiti della struttura, potrete sorseggiare i raffinati vini proposti dal lounge-bar Goija e gustare i piatti della cucina locale e internazionale presso il ristorante. Al mattino vi attende una colazione americana completa a buffet.



La sala del BEST WESTERN PREMIER BHR Treviso Hotel ricreerà l'ambientazione per il vostro ricevimento: dall'aperitivo di benvenuto al rito civile, dalla location al banchetto e intrattenimento grazie a un team di partner altamente qualificati.

Durante la giornata, verranno estratti premi a sorpresa, fra i quali il soggiorno di una notte in Presidential Suite.


Per maggiori informazioni:
Tel. 0422 3730 | Email info@bassohotels.it

E il turismo ora guarda a Oriente

La grande bellezza dello shopping. Con scenografie da Oscar e le più belle vetrine del lusso. Via della Spiga si prepara alla settimana del Design con una serie di iniziative «esperienziali» e punta tutto sui turisti extraeuropei: cresciuta del 2 per cento rispetto allo scorso anno, la strada attira soprattutto russi (39% della spesa tax free nel 2013) e cinesi (13%) con uno scontrino medio di 1.100 e 1.200 euro. Ma gli equilibri stanno cambiando velocemente, e gli analisti lo hanno capito subito: bisogna puntare sull’Estremo Oriente.
Russi in diminuzione, asiatici in crescita. È questo il trend svelato ieri da Global Blue durante la presentazione dell’iniziativa «La Grande bellezza illumina il salotto del Quadrilatero», trenta alberi di luce - gli stessi usati per il film di Paolo Sorrentino - che decoreranno tutta la via della Spiga durante la prossima settimana grazie all’iniziativa dell’associazione «Amici di via della Spiga». Secondo la società, nel mese di febbraio 2014 le presenze di turisti russi nell’area del Quadrilatero sono calate del 6 per cento, mentre quelle in via della Spiga sono scese del 17 per cento. In crescita invece le presenze di clienti asiatici, in particolare cinesi. «Quello di febbraio è il primo dato negativo, probabilmente da ricollegare alla situazione politica russa», commenta Antonella Bertossi, marketing manager di Global Blue. Nessun problema, basta cambiare (non senza qualche difficoltà). Con una consapevolezza: «Il trend della via continua a essere in crescita». Russi ancora in testa, seguiti dai cinesi. Altra buona notizia: nel primo bimestre del 2014, lo scontrino è cresciuto del 10 per cento rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno, toccando quota 1.160 euro.
Ricapitolando: il Quadrilatero si conferma meta preferita degli stranieri appassionati del lusso, rappresentando il 35 per cento del mercato tax free nazionale; nel 2013 è cresciuto del 4 per cento; in via della Spiga, negli ultimi dodici mesi, lo scontrino più alto è dei turisti dell’Azerbaijan (1.550 euro), seguiti da quelli del Qatar (1.540) e dai sauditi (1.400). Infine il Salone del Mobile. Durante la rassegna del Design, nel 2012 le vendite esenti da Iva sono cresciute a Milano del 69 per cento, rimanendo invariate rispetto all’anno scorso. «Le proiezioni sono buone: siamo certi che anche l’edizione 2014 andrà bene», illustrano gli analisti.
Milano capitale dello shopping. Con un giardino di luce, in via della Spiga, dal 7 al 13 aprile, «che vuole scandire il tempo che ci separa da Expo», dicono gli organizzatori. E con il patrocinio del Comune: «Abbiamo incoraggiato questa iniziativa - spiega l’assessore al Commercio, Franco D’Alfonso - poiché, più che una scultura, è una visione da vivere e condividere. E i designer sono milanesi». Lezione: «Restiamo uniti per valorizzare il meglio della città. Milano sta crescendo come meta turistica con un più 7 per cento di presenze (7 milioni di persone) e più 10 di permanenze (11 milioni) nel 2013. È la direzione giusta». Altra collaborazione virtuosa: dal 9 al 13 aprile torna il «Milano Design Week Festival»: cinque giorni (e notti) di musica, arte, cultura.  corriere.it

Turismo: 20 figure professionali per la promozione del territorio

Lo sviluppo del territorio maremmano e delle sue risorse, passa attraverso il turismo e per incentivare questo settore è opportuna una adeguata promozione. Apprendere le giuste tecniche per mettere in risalto una serie di prodotti legati ai servizi turistici, può fare la differenza in un momento in cui l’economia accusa un momento di flessione che si protrae da tempo. Sempre più aziende, a tal proposito, stanno andando alla ricerca di figure professionali che possano richiamare l’attenzione sulle risorse che il territorio maremmano riesce a mettere a disposizione, siano esse naturali che legate alle opportunità di eventi. Per questo il Cat Ascom Maremma, agenzia formativa di Ascom Confcommercio Grosseto accreditata dalla Regione Toscana, in partnership con Toscana Formazione, Centro Assistenza Imprese Coldiretti Toscana, Heimat Servizi Ambientali, Università di Siena, Ascom Confcommercio, Impresa Verde Grosseto e gli istituti di istruzione superiore “B.Lotti”, “R.Del Rosso-G.Da Verrazzano”, “L.Bianciardi”, organizza il corso gratuito di istruzione e formazione tecnica superiore. Il progetto è volto a formare 20 tecnici specializzati nel settore turistico attraverso un percorso basato sull’integrazione tra la figura regionale di Tecnico della progettazione, definizione e promozione di piani di sviluppo turistico e promozione del territorio e l’area IFTS nazionale di Tecnico per la promozione di prodotti e servizi turistici con attenzione alle risorse, opportunità ed eventi del territorio.
Il corso è rivolto a giovani e adulti in qualsiasi posizione occupazionale in possesso di: diploma di istruzione secondaria superiore, oppure idoneità al 5° anno di un percorso liceale, oppure diploma di istruzione secondaria inferiore più riconoscimento crediti e accreditamento delle competenze acquisite in precedenti percorsi di istruzione formazione e lavoro successivi all’assolvimento dell’obbligo di istruzione. Tra gli altri requisiti figurano: competenze informatiche, buona conoscenza della lingua inglese (livello B1). Per i candidati stranieri, invece, è necessario il possesso di un titolo equivalente e equipollente al diploma di istruzione secondaria superiore, o possesso di documentazione attestante il livello di conoscenze e competenze di livello pari o superiore a quello previsto ai requisiti di ammissione, oltre alla buona conoscenza della lingua italiana (livello B1). Tra i 20 partecipanti, 6 posti saranno riservati alle donne, 4 a soggetti di età superiore ai 45 anni. Saranno considerati titoli preferenziali diplomi di scuola media superiore e di laurea attinenti al settore turistico.
Il corso è articolato in 12 unità formative di 800 ore totali, di cui 560 saranno rappresentate da esercitazioni e lezioni in aula e 240 di stage, con frequenza gratuita e obbligatoria. Gli argomenti saranno così suddivisi: strumenti informatici di supporto (60h). Il sistema azienda: elementi strutturali ed organizzativi (50h). Strumenti e tecniche di analisi della domanda (40h). Tecniche di negoziazione e gestione delle relazioni esterne (50h). Tecniche di marketing operativo per il turismo (60h). Creazione e programmazione itinerari turistici (35h). Conoscenza dell’offerta turistica in una logica sistemica (70h). Tecniche di creatività (20h). Reazione di reti di sistema offerta (55h). Sviluppo mercati turistici internazionali (120h). Orientamento al lavoro e ai processi di autoimprenditorialità (20h). Stage (240h).
I partecipanti che avranno frequentato almeno il 70% del monte ore complessivo e almeno il 50% delle ore di stage e che abbiano raggiunto un punteggio minimo di 60/100 alla valutazione intermedia, saranno ammessi a sostenere l’esame finale. A seguito del superamento delle prove finali saranno rilasciati il Certificato di Specializzazione Tecnica Superiore e l’Attestato di Qualifica Professionale della Regione Toscana relativo alla figura di Tecnico della progettazione, definizione e promozione di piani di sviluppo turistico e promozione del territorio (IV livello europeo). Coloro che non avranno i requisiti di accesso all’esame finale o che non lo supereranno, potranno ottenere una “dichiarazione degli apprendimenti” e/o una “certificazione delle competenze”. Il conseguimento del certificato di specializzazione dà diritto al riconoscimento di 17 crediti formativi all’interno del corso di laurea in Lingue Comunicazioni Culture dell’Università di Siena. Non sono previsti indennità di frequenza o rimborsi per vitto, alloggio e viaggi.
La scadenza per presentare domanda di partecipazione al corso è quella del 14 aprile 2014. In caso le domande idonee fossero superiori ai posti disponibili, il 16 aprile, dalle ore 9 alle ore 18, presso il Polo Bianciardi, in Piazza De Maria, verrà effettuata una selezione, che consisterà in: Test scritto di inglese tecnico, cultura generale e informatica (max 30 punti); Valutazione del curriculum (max 20 punti); Colloquio per la rilevazione delle motivazioni e dell’interesse alla figura professionale (max 50 punti). I corso si svolgerà da aprile a dicembre presso il Polo Commerciale Artistico Grafico “L. Bianciardi”. Informazioni potranno essere richieste presso CAT Ascom Maremma in via Tevere 17 a Grosseto, tel. 0564-417941 fax 0564-417643, e-mail: info@ascomformazionegrosseto.it. Il giorno 10 aprile, alle 11,30 presso il CAT Ascom Maremma di via Tevere si terrà un seminario di presentazione del corso.
ilgiunco.net

Un Polo mediterraneo per la formazione tecnico-professionale nel settore del turismo dei beni e delle attività culturali

È quello presentato nei giorni scorsi, a Salerno, alla Camera di commercio. Il Polo formerà profili professionali in grado di rispondere alle esigenze del comparto turistico campano. "Un contributo strategico per uno sviluppo realmente competitivo - si legge in una nota - del settore e per la valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale della Regione".


"La Campania è la prima realtà in Italia -si legge ancora- a istituire poli formativi tecnico-professionali in grado di offrire un percorso didattico qualificato, teorico e pratico, a giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni, nelle diverse filiere produttive. Un'attività di istruzione e formazione professionale, integrata, per rispondere alle esigenze del sistema produttivo della Campania".

"Il Polo mediterraneo che opererà nella filiera produttiva del turismo e dei beni culturali (beni ambientali, paesaggistici, monumentali e museali, della cultura musicale e letteraria) - continua la not a- vuole mettere in valore l'immenso patrimonio turistico della Campania attraverso un progetto che coinvolge importanti aziende del settore regionale. Gli allievi del polo avranno la possibilità di effettuare una formazione in aula, in azienda e con stage all'estero".

Il Polo si pone quindi l'obiettivo primario di creare figure professionali altamente competitive da inserire nel sistema produttivo campano, promuovendo e valorizzando contestualmente il turismo e i beni culturali della Regione, a livello nazionale e transnazionale, con ricadute economiche e occupazionali importanti.

Il Polo mediterraneo è stato condiviso e progettato attraverso il contributo di tutti i partner coinvolti, tra gli altri, istituti tecnici e professionali di Napoli e Salerno, l'università di Salerno e l'università Suor Orsola Benincasa di Napoli, il Centro universitario dei Beni Culturali di Ravello, l'ente di formazione e le aziende.
avvenire.it

Dalle app ai Glass, viaggiare è più "tech"

(di Stefania Passarella)

Altro che “digital detox”: per molti gli strumenti digitali e tecnologici sono diventati il mezzo principale attraverso il quale organizzare, prenotare e vivere la vacanza. Se all’inizio era “solo” internet a dare del filo da torcere ad agenti di viaggio e guide cartacee, poi sono arrivate le applicazioni per dispositivi mobili a creare scorciatoie a portata di mano per ogni viaggiatore. E ora l’orizzonte da esplorare è quello della tecnologia indossabile, dagli orologi ‘smart’ da tenere al polso agli occhiali-pc a realtà aumentata attraverso i quali guardare il mondo.
Dopo aver 'espugnato' sale operatorie ed essere finiti in dotazione della Polizia di New York, i Google Glass sono approdati anche in aeroporto: hanno cominciato a indossarli allo scalo londinese di Heathrow hostess e steward di Virgin Atlantic per avviare e velocizzare le pratiche di check-in dei passeggeri della business class, oltre che per fornire informazioni utili. Il personale della compagnia li sperimenta insieme ad altri gadget indossabili, fra cui lo SmartWatch 2 di Sony. Lo scopo è quello di migliorare l'esperienza dei viaggiatori e aumentare l'efficienza del servizio offerto. Attraverso questi gadget il personale è in grado di fornire informazioni in tempo reale sul volo da prendere, su meteo o eventi locali della destinazione, oppure può tradurre informazioni in lingua straniera. In futuro la tecnologia potrebbe suggerire le preferenze dei clienti in fatto di dieta, per esempio, in modo da fornire un servizio quanto più personalizzato.
Virgin Atlantic tra l'altro sta testando anche la tecnologia iBeacon di Apple, basata sulla geolocalizzazione: permette ai negozianti di dialogare con i potenziali clienti che passano nei dintorni. Lo SmartWatch 2 di Sony è da pochi giorni il mezzo scelto dalla compagnia low cost spagnola Vueling per sperimentare la carta di imbarco su smartwatch. Grazie a un’applicazione appositamente creata, si avrà al polso non solo il codice della propria carta di imbarco - senza necessità di stamparla - ma anche tutte le informazioni sul volo. Ormai comunque quasi tutte le compagnie si sono attrezzate per i check-in online, con risparmio di tempo in aeroporto, e invio di carta d’imbarco per posta elettronica (va stampata) o via sms.
L’utilizzo dei gadget tecnologici sta per essere completamente sdoganato in ogni fase del volo, anche durante decollo e atterraggio (purché comunque in modalità offline): a dicembre British Airways è stata la prima in Europa ad autorizzare l'utilizzo di smartphone, tablet e lettori di libri elettronici durante le fasi di atterraggio e decollo dei velivoli senza rischi per la sicurezza. Novità arrivata dopo pochi giorni dalla decisione in tal senso dell'Agenzia europea per la sicurezza aerea (Aesa) sulla scia delle indicazioni dell’americana Federal Aviation Administration (Faa). E cresce il numero di compagnie che offrono connessione WiFi a bordo per tutta la durata della fase di crociera in volo. Tra queste anche una low cost come la scandinava Norwegian Airlines che tra l'altro offre il servizio gratuitamente.
Alcune novità arrivano anche dal mondo dei social network, sempre più centrali nella strategia di comunicazione, ma non solo, delle compagnie aeree: da strumento di comunicazione ora diventano anche nuove piattaforme online da cui acquistare i biglietti. Ci ha pensato la compagnia olandese Klm - del Gruppo Air France Klm - che ha sviluppato e lanciato un metodo di pagamento tramite Facebook e Twitter. Attraverso la pagina ufficiale di Klm su Facebook e l'account verificato su Twitter della compagnia (@KLM) i viaggiatori potevano già prenotare voli o servizi extra a bordo e completare poi le transazioni per via telefonica. Ora invece gli acquisti possono essere conclusi direttamente via social media.
E poi c'è un'infinita schiera di siti web, applicazioni e accessori tech per rendere il viaggio non solo "geek" ma anche intelligente e divertente. Prima di partire, ecco qualche dritta:
1) La scelta del posto a sedere spesso si fa autonomamente col check-in online. Un sito molto utile è SeatGuru.com: una volta inserito il codice del proprio volo mostra una mappa dell'aeromobile e per ogni posto elenca pregi e difetti, ad esempio se c'è più o meno spazio per le gambe, se sono presenti prese per la corrente, se si è davanti al monitor di bordo, etc.
2) Se siete patiti di "selfie" non dimenticate di scaricare CamMe: l'app permette di fare gli autoscatti con lo smartphone senza bisogno di toccare lo schermo del telefono che così può essere tenuto a distanza per inquadrature migliori. Lo scatto si fa mostrando alla fotocamera frontale il palmo della propria mano e poi un pugno. Con questo segnale si attiva un breve conto alla rovescia e non resta che sorridere davanti all'obiettivo.
3) Di siti e app per pianificare viaggi e spostamenti ce ne sono a bizzeffe. Servizi come SkyScanner, Kayak, Google Flight, hanno anche l'interessante funzione di mostrare su mappa le varie destinazioni visualizzando per ognuna la cifra di partenza dei voli in quel dato momento. In aiuto agli indecisi che non sanno dove andare e potrebbero optare per la meta più conveniente. Tra i vari motori di ricerca merita menzione anche uno italiano. Si chiama Wanderio e ha una particolarità: si occupa di ogni singola tappa del viaggio, dalla porta di casa fino alla destinazione finale. Confronta i prezzi di oltre mille compagnie aeree, 3mila fornitori di trasporto ferroviario e pubblico e 20mila transfer privati e condivisi (taxi, shuttle e Ncc). A dicembre la start up ha raccolto 200mila euro di finanziamenti e a breve lancerà la nuova versione del portale web.
4) Gli irriducibili della televisione potranno avere i contenuti che desiderano, con poco, anche sulla tv dell'albergo. Chromecast, la chiavetta appena lanciata anche in Italia da Google che consente con pochi click di collegare l'apparecchio televisivo a internet, può trasformarsi nel compagno di viaggio ideale, compatibilmente alla disponibilità di WiFi in hotel. E' piccola e il prezzo è contenuto: 35 euro.
5) Oltre a buone applicazioni di mappe, meteo e traduttori online, può essere utile - soprattutto quando ci si trova all'estero e causa roaming non ci si connette ovunque col telefonino - scaricare un programma come MetrO, che consente di impostare la destinazione prima della partenza e di 'calcolare' in loco, offline, come arrivare da una fermata metro all'altra senza perdersi. Utile in città dai labirinti sotterranei come New York, Londra, Parigi e non solo.
6) CityMaps2Go è un'app che permette di scaricare la mappa della destinazione per orientarsi in loco anche senza connessione a internet. Una sorta di Google Maps, però offline. Utile all'estero.
7) Un altro programma 'must' da avere sullo smartphone è UniCon, che si può utilizzare anche offline e fa da convertitore universale di valuta, temperatura, orario, pesi e misure.
8) Prima di partire può essere utile controllare sui siti web dell'ente del turismo relativo alla propria meta se e quali applicazioni per smartphone sono disponibili sulla destinazione. Ormai non c'è città o museo che non ne abbia una dedicata e nella maggior parte dei casi è gratis.
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Torre Eiffel compie 125 anni

E' il monumento simbolo di Parigi e della Francia, tra i più visitati al mondo, e compie 125 anni. La celebre Torre Eiffel fu inaugurata il 31 marzo 1889 in occasione dell'Esposizione Universale che celebrava i cent'anni dalla Rivoluzione Francese. All'epoca, con i suoi oltre 300 metri d'altezza, era l'edificio più alto del mondo. Tuttavia, non è prevista nessuna cerimonia ufficiale: "Abbiamo festeggiato i 120 anni", spiega Jean-Bernard Bros, assessore al Turismo di Parigi e presidente della Sete, la Società che gestisce la Tour Eiffel.
La "dama di ferro" intanto si sta rifacendo il look (è già il terzo lifting dalla sua costruzione ad opera di Gustave Eiffel) per rendere più moderno e attraente il primo piano e puntare sull'ecologia. La realizzazione del progetto è stata affidata all'architetto Alain Moatti, capo dello studio Moatti-Riviere: un pavimento di vetro traslucido ricoprirà il primo piano, a circa 60 metri d'altezza, con installazioni trasparenti che mettono in luce la struttura di ferro dell'edificio. Oltre a negozi, una sala per gli spettacoli, un caffè e persino un piccolo museo. Ma soprattutto ci saranno le toilette più invidiate al mondo con un panorama mozzafiato sulla capitale.
La Torre Eiffel continua anche la sua rivoluzione ecologica: dopo la pittura a acqua, 50 tonnellate di vernice per i suoi 18.038 pezzi di ferro forgiato, lo scintillio di mezzanotte passato da 10 a 5 minuti, e la raccolta differenziata, con il restauro del primo piano arrivano quattro pannelli solari e pale eoliche che copriranno la metà del fabbisogno energetico e di acqua calda della torre. L'acqua piovana sarà recuperata e l'illuminazione si farà con lampade a basso consumo (Led).12
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Matera, Verona e Siena le città arte più sicure

Le città d'arte più sicure d'Italia, secondo i turisti stranieri, sono Matera, Verona e Siena, mentre vengono bocciate le grandi città, Napoli, Roma, Milano e Torino. Tra i principali problemi evidenziati, paura di essere borseggiati, il traffico indisciplinato, il degrado dei monumenti, ambulanti e abusivi. Un turista su 10, inoltre, dichiara che potrebbe non tornare in Italia a causa di questi elementi. Sono i risultati di una ricerca del centro studi di Hrs, global solutions provider leader in Europa per i viaggi d'affari, che ha stilato la classifica delle città d'arte più accoglienti e sicure per i turisti stranieri. Dall'analisi, condotta nei primi tre mesi del 2014 su un campione di turisti che ha visitato l'Italia nell'ultimo anno, emerge che arte e bellezza non sono sufficienti per attrarre visitatori da tutto il mondo. Apre la classifica delle città d'arte più sicure per i turisti Matera, seguita da Verona e Siena.
A Venezia il quarto posto. Subito dopo Firenze, Lecce, Palermo, Parma, Perugia e Pisa. Sonora bocciatura per le grandi città che chiudono la classifica: Napoli, Bologna, Roma, Milano e Torino. Tra i problemi evidenziati, al primo posto con il 30% la paura di essere rapinati e la percezione di poca sicurezza e presenza di forza dell'ordine nei pressi delle principali attrazioni turistiche. Al secondo l'indisciplina degli automobilisti e la scarsa attenzione al pedone e ai ciclisti (25%). E al terzo, con il 15% il degrado dei monumenti e la percezione di disordine intorno a essi.
Il campione intervistato dal centro studi trova infatti grave e poco sicura per i turisti la presenza massiccia di ambulanti e venditori abusivi. Segue con il 10% la difficoltà di comunicazione con chi è delegato alla sicurezza cittadina. I turisti lamentano la scarsa conoscenza delle lingue straniere (inglese su tutte) da parte di vigili e forze dell'ordine. Questo fa emergere un senso di insicurezza e di abbandono nei momenti di eventuale difficoltà. Il 7% lamenta, soprattutto nei grandi centri urbani, uno scarso decoro urbano e un elevato livello di sporcizia. Il 6% avverte inoltre un'enorme differenza tra la gestione del Centro città rispetto alle periferie. Seguono, rispettivamente con il 5% e il 3% , i disagi sui trasporti urbani e il caro tariffe di ristoranti e bar nei centri storici.
Alla domanda "pensate di ritornare in Italia in base alla vostra esperienza di viaggio?", il 10% degli intervistati ha dichiarato di non considerare plausibile un suo ritorno nel nostro Paese proprio a causa dei fattori che hanno influenzato la percezione di insicurezza. Fra i 47 milioni di turisti che hanno visitato l'Italia nel 2013, particolarmente sensibili alla sicurezza si sono rivelati gli statunitensi e i francesi con una percentuale di risposta negativa alla domanda sul loro possibile ritorno in Italia pari rispettivamente al 17 e al 15%. (ANSA).

Albergatori in piazza contro aumento tassa soggiorno

Gli albergatori romani in piazza per la prima volta nella storia. Ad unirli l'idea del Campidoglio di aumentare la tassa di soggiorno in particolare ai clienti degli alberghi extralusso. Così martedì 8 aprile gli operatori del turismo romano con in testa gli albergatori manifesteranno a Piazza S.S. Apostoli.
Per il Presidente di Federalberghi Roma Giuseppe Roscioli si tratta di un ricorso all'extrema ratio. "Il fortissimo rischio di perdita occupazionale e addirittura di chiusure stagionali degli hotel romani in conseguenza del possibile aumento dell'imposizione costringono gli albergatori, e il turismo romano tutto, a compiere un passo che non ha precedenti nella storia della nostra società civile per questa categoria imprenditoriale: la manifestazione pubblica -spiega- Il colpo mortale che si sta infliggendo a quello che rimane il solo settore realmente produttivo dell'economia cittadina, anche e soprattutto in termini di indotto e occupazione, ci costringe a una reazione decisa e disperata.
Chi ci amministra deve capire che l'aumento del contributo di soggiorno, specie nelle entità proposte, rappresenta un autentico assurdo e un incalcolabile danno in termini di competitività turistica internazionale per Roma: l'unica Capitale d'Europa dove il visitatore è già soggetto alla tassazione sui bus turistici". (ANSA).

Cilento, nella valle delle orchidee. Tra tour naturalistici, itinerari sull’acqua, trekking e Olimpiadi naturali

(di Marzia Giglioli)
Passeggiate di primavera nel Parco Nazionale del Cilento tra le prime fioriture e nella Valle delle Orchidee , più di 47 chilometri di grande bellezza verde. Lungo il percorso, si possono ammirare 180 specie diverse di orchidee selvatiche e spontanee. E’ una vera enclave botanica, se si tiene conto che in tutto il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano sono presenti 254 specie di orchidee selvatiche e in tutta Europa e nel Bacino del Mediterraneo se ne registrano 319. Si giunge a quota 1.175 metri, dopo aver attraversato 5 stazioni di osservazioni di orchidee, attraversando piccole frazioni e ponti medievali.
Ci si immerge in uno straordinario scenario naturalistico ancora incontaminato, dove spiccano queste piccole orchidee dai colori bellissimi e tutto intorno faggi e le betulle bianche dell’Appennino Meridionale, risalenti all’ultima glaciazione. E alzando gli occhi non è raro ammirare il volo dell'aquila reale. Seguendo il tracciato delle orchidee, si raggiunge il borgo fantasma di Roscigno dove tutto si è fermato a due secoli fa, come una Pompei del ‘900 dove la vita si è cristallizzata nei palazzi, nella piazza, nell’antica chiesa, dove tutto è rimasto intatto, ma senza nessuno, per l’abbandono a causa delle frane.
Ora il paese torna a vivere con un piano di salvataggio che arriva dagli Usa. Roscigno per secoli è stato un paese in cammino, perché a causa delle frane, veniva spostato dagli abitanti e ricostruito sempre un po’ più a valle,con le stesse pietre delle demolizioni. E così il paese rinasceva conservando la sua storia. E così è stato fino al 1902, fino al suo totale abbandono. Ora c’è un solo abitante che racconta di questo luogo e della tenacia dei suoi abitanti. Ma Roscigno non è un semplice borgo fantasma, perché la vita continua nelle storie di quest’unico abitante che sa aspettare. E ora un programma della Regione Campania, insieme ad una serie di aiuti che arrivano dall’America, sta facendo rinascere il vecchio borgo.
"Siamo riusciti a recuperare buona parte del paese – ha affermato Armando Mazzei, sindaco di Roscigno - grazie alla Regione ed all’intervento Usa dell’Associazione degli Italo-Americani ”. Roscigno Vecchia è un paese intero da visitare: la piazza con il lavatoio, la fucina del fabbro, i casolari dei contadini, le case, i palazzi gentilizi, la fontana della Piazza e la Chiesa di San Nicola con un tavolato ligneo perfettamente conservato. Lungo i vicoli, i bellissimi portali di pietra e poi le vecchie case con le stalle e le cantine. Spaccati di vita quotidiana che hanno fatto ribattezzare Roscigno, la Pompei del ‘900, perché tutto è rimasto com’era. E tutto intorno il Parco del Cilento a circondare questo borgo segreto dove le pietre raccontano un’antica storia mai finita. 
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Turismo, “Italia solo quinta al mondo tra le mete. Troppa burocrazia”

Il Bel paese è scavalcato da Spagna, Francia, Stati Uniti e Cina. Secondo il Rapporto 2014 di Italiadecide i mali che affliggono uno dei settori trainanti della nostra economia sono: "le troppe leggi e i troppi poteri decisionali"

Nonostante le bellezze paesaggistiche e quelle artistiche, l’Italia è solo al quinto posto nella classifica delle mete turistiche più gettonate al mondo. Il Bel Paese è scavalcato da Francia, Spagna, Stati Uniti e Cina. Il motivo è da ricercare in un altro dato: l’Italia si piazza al 79esimo posto per la misura con cui il governo ritiene prioritaria l’industria turistica, che vale 161 miliardi di euro (10,2% del Pil). Ma nel decennio 2002-2012 il Paese ha perso il 30 per cento degli introiti turistici, scendendo nella quota di mercato mondiale dal 5,5 per cento al 3,7 per cento.
Ad affliggere uno dei principali settori della nostra economia sono le troppe leggi, la burocrazia e i troppi poteri decisionali. Questi i mali principali del turismo secondo il Rapporto 2014 di Italiadecide, associazione per la qualità delle politiche pubbliche, presentato lunedì 31 marzo a Montecitorio. “Si deve cominciare dalla effettiva cooperazione tra i Ministeri, tra i livelli territoriali e tra tutti gli attori, come si è realizzata in Italia solo nei momenti di emergenza e di fronte a grandi scadenze. In questo senso, la scadenza rappresentata da Expo 2015 è una sorta di laboratorio”, si legge nel Rapporto.
Per Italiadecide, poi, l’attribuzione della competenza, in materia di turismo, al ministero dei Beni Culturali costituisce un fatto positivo “perché supera la logica del turismo come attività produttiva a sé stante, prefigurando un’idea di turismo come strumento di governo del territorio”. Tre le azioni proposte per rilanciare il settore sul territorio: interventi di pianificazione, con l’avvio di programmi di recupero edilizio e di rigenerazione urbana o il ripristino di un rapporto equilibrato tra città e campagna; ripensamento delle attività industriali verso più alti standard ambientali e tecnologici e rilancio di una agricoltura qualificata; infine interventi di promozione dell’identità dei luoghi. Il Rapporto indica poi nell’innovazione tecnologica e in particolare nella digitalizzazione del patrimonio culturale e ambientale una svolta decisiva per far conoscere e rendere fruibile l’Italia.
Infine Italiadecide suggerisce tre concorsi da lanciare durante il periodo dell’Expo: il primo sul turismo formativo ed esperienziale, “Grand Tour del XXI secolo: da Goethe al business man”, il secondo su “Cultura qualità e web. Vince l’offerta territoriale integrata”, il terzo dal titolo “Dal palazzo al paesaggio all’albergo: chi qualifica è primo”. I progetti vincenti dovrebbero essere presentati nel Padiglione Italia di Expo 2015.
Il Fatto Quotidiano

 

Turismo, segnali di ripresa per Pasqua Viaggi e gite favorite dal lungo ponte

Prenotazioni in aumento rispetto alle festività del 2013: bene le mete culturali e gli Stati Uniti, Mar Rosso sostituito dalle Canarie

  Lievi segnali di ripresa economica e un calendario favorevole, con un lungo ponte da Pasqua al 4 maggio, fanno ben sperare gli operatori del settore turistico. Secondo CartOrange, agenzia italiana di consulenti di viaggio, il periodo pasquale sarà favorevole al turismo, con un incremento del 25% per quanto riguarda le prenotazioni rispetto alle festività del 2013. Molto gettonate le mete culturali, le Canarie sostituiscono il Mar Rosso tra quelle balneari.
I dati - Secondo i dati, sarà quindi una primavera positiva per il turismo, grazie alla lieve ripresa economica e ad un calendario che comprende ponti e lunghe festività nel periodo pasquale. CarteOrange stima un aumento del 25% dei passeggeri rispetto a Pasqua 2013. "Il lungo periodo di feste e ponti che si estende da Pasqua fino al 4 maggio ha indubbiamente invogliato gli italiani a concedersi quei viaggi sui quali prima tentennavano, questo ha fatto salire le prenotazioni, con una decisa crescita per le mete a lungo raggio, scelte dal 20% dei nostri viaggiatori, e la possibilità di unire relax al mare e itinerari culturali", spiega Gianpaolo Romano, amministratore delegato dell'agenzia.

Le mete - La spesa media per persona sarà di mille euro, ma chi viaggerà in Italia spenderà in media 350 euro. In questo senso, New York e gli Stati Uniti sono le mete più richieste; per quanto riguarda le vacanze balneari, la situazione instabile in Egitto penalizza il Mar Rosso. Ora i luoghi preferiti per il mare in primavera sono le Canarie. Bene le mete culturali, in Italia e all'estero: Roma e Firenze per chi non uscirà dal nostro Paese, Parigi e Londra per l'Europa. L'ultima tendenza esotica è l'Oman, destinazione in ascesa nell'area del Medio Oriente.
tgcom

Cilento, da patria dieta mediterranea a luogo sacro. Tracce passaggio di S.Francesco e apostoli

(ANSA) - MILANO, 31 MAR - Da patria della dieta mediterranea a luogo di testimonianze sacre. Il Cilento, quell'area tra colline e mare che si snoda dalla Campania, nel salernitano, fino alla Basilicata, punta ad affermarsi come meta da turismo religioso. Per il Cilento pare sia passato l'Apostolo Paolo diretto a Roma dove venne martirizzato. E ad Agropoli, una delle perle della zona, nel 1222 avrebbe parlato ai pesci San Francesco su uno scoglio, che porta ancora il suo nome.

Si intitola appunto 'San Francesco ad Agropoli..ed ivi predicando accorse una gran moltitudine di pesci' , una ricerca di Giuseppe Palma e di Gianfranco De Feo, due cilentani che hanno già all'attivo altri studi alla scoperta di tutti gli aspetti, non ancora abbastanza svelati, della zona. "Possiamo certo dire, senza ombra di dubbio, che il Cilento antico, per la sua felice posizione geografica, di preziosa e fondamentale importanza strategica - affermano gli autori - si è rivelato quale crocevia e culla della crescita e della propagazione del Cristianesimo in tutto il mondo".

Nel Cilento arrivarono, dalla Bretagna a Velia (già sede di interessanti complessi archeologici), le spoglie dell'Evangelista S. Matteo, per essere traslate prima nella piana di Casalicchio a Casalvelino, altra località turistica marina, e poi a Salerno, di cui è patrono. Ma è in particolare sulla figura di San Francesco che si concentra la ricerca.


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Da Firenze arriva la "Daddy Band" Musicisti professionisti in un rock live per bambini

Di Eugenia Romanelli
L’iniziativa è davvero originale: un concerto rock di (babbi) musicisti professionisti per bambini. Dopo l’Hard Rock Firenze, il Notte d'Oro di Ravenna, il “Baby Woodstock” a Legnaia, il Teatro Viper di Firenze (patrocinato da Comune), il progetto Daddy Band sta avendo sempre più successo. L’operazione culturale per raccontare il rock ai più piccoli, con storie, aneddoti, cori e giochi dal palco, è un vero e proprio spettacolo. “I genitori sono entusiasti di far conoscere ai figli le canzoni della propria generazione e i bambini rispondono al rock con anima e corpo”, spiega Laura Vaioli, Presidente dell’Associazione Culturale MinaRock che ha ideato la Daddy Band.
Ed ecco che le gag si alternano alle canzoni, con brevi lezioni sull'uso dei principali strumenti musicali, gesti da fare e ritmi da imparare, fino alla lettura dei testi per sapere cosa dicono le canzoni più famose della storia del rock. La band è guidata da Riccardo Dellocchio ed è composta da Marco Morandi, Luca Bassani e Francesco Bassi (batteria, chitarra, basso e voce), con Ilaria Boero special guest in ogni show per cantare le canzoni di Minia, brani originali composti da Marco Morandi.
I bambini, che vanno dai tre ai dieci anni, paiono entusiasti per la gioia dei genitori che possono riascoltare i mitici Deep Purple, i Kiss, i Queen, gli AC-DC e molti altri in un concerto di un’ora e un quarto. “Ogni cover del rock viene raccontata come se fosse una storia, con dei personaggi e delle avventure che insegnano i valori del rispetto, la solidarietà, la difesa delle minoranze e delle differenze – continua Vaioli. Abbiamo attualmente un repertorio di 15 brani, tutte cover leggendarie della storia del rock alle quali abbiamo abbinato in chiave divertente i seguenti valori: SMOKE ON THE WATER – cooperazione: tutti insieme per spegnere un grande incendio; I WAS MADE FOR LOVING YOU - simbolo del rock come messaggio di pace e amore; PEOPLE HAVE THE POWER – solidarietà e rispetto del prossimo; JUMP – non aver paura della propria unicità e saper portare innovazione;
SUMMER OF 69 – poesia dei ricordi; IT'S A LONG WAY TO THE TOP – impegno per raggiungere la meta personale; SURFIN' BIRDS – libertà di espressione; START ME UP – gioco tra genitori e bambini; HIGHWAY TO HELL – giocare è divertente ma bisogna stare attenti; CAN'T STOP THIS THING WE STARTED - ogni giornata è ricca di cose divertenti da scoprire; WE ARE THE CHAMPIONS – si vince tutti insieme; WE WILL ROCK YOU – trasformare la rabbia in qualcosa di creativo come la musica; MY SHARONA - esprimere i propri sentimenti senza paura”. Le prossime date sono il 6 aprile a Sesto Fiorentino per la “Festa di primavera” e il 13 aprile al Teatro Viper di Firenze, tutto sempre rigorosamente gratuito. Per i curiosi, il video di presentazione è su www.daddyband.net e le canzoni dei 2 CD sono ascoltabili su SPOTIFY (In uscita 4 audiolibri “Fiabe Rock” editi da Lisciani Giochi, interamente realizzati da DaddyBand).


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Voglia di sonnellino in vacanza, arriva Google Naps

Voglia di un sonnellino mentre si è a spasso? Arriva un sito web anche per questo: si chiama Google Naps ed è la parodia del celebre servizio mappe di Google, Maps appunto. Una particolare versione web lanciata da due creativi olandesi: attivando la geolocalizzazione, Google Naps segnala su mappa i posti migliori per una 'pennica', per lo più parchi e panchine, in tutto il mondo. A inventarla due ragazzi dell'agenzia creativa olandese Kakhiel, che si firmano Venour e Biko.
L'intento di parodia nei confronti di Google Maps è palese e apertamente dichiarato, tanto che - onde evitare eventuali ritorsioni legali da parte del colosso di Mountain View - i creativi hanno lasciato sul sito un messaggio indirizzato ai fondatori di Google e agli altri dipendenti specificando che si tratta di uno scherzo.
''Non vogliamo danneggiare il vostro brand o altro, ma solo far sorridere tutti i fan di Google - scrivono -. Quindi per favore non citateci in giudizio, abbiamo solo pochi euro in banca. E non vogliamo nemmeno andare in galera perché siamo troppo impegnati con altro al momento''. I luoghi ''da pennica'' indicati da Google Naps vengono di volta in volta aggiunti dagli utenti. Per lo più al momento si tratta di panchine o spazi pubblici come parchi.
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Finalmente sposi il vino abruzzese e il turismo verde

Per la prima volta i due segmenti emergenti dell’export tentano una strada comune. Stamane, infatti, in anteprima nazionale le cifre del Rapporto sul Turismo Natura. I due segmenti emergenti del made in Italy, ovvero il vino ed il turismo di qualità, stringeranno per la prima volta un’alleanza e lo faranno in Abruzzo. Per l’edizione numero 24 di Ecotur, la ormai storica borsa internazionale del turismo natura che oggi partirà a Lanciano nell'auditorium Diocleziano, accanto ai 60 tour operator provenienti dai principali mercati europei ci sarà infatti un «b2b» dedicato ad uno dei principali ambasciatori del turismo «nuovo», il vino appunto, con la presenza di buyer appositamente arrivati in Abruzzo da Stati Uniti, Giappone e Germania. «Da alcuni anni ormai stiamo sperimentando con successo l’allargamento degli orizzonti del turismo natura, stringendo sinergie ed alleanza con i prodotti ed i servizi delle destinazioni: dai borghi alla qualità ambientale – sottolinea Enzo Giammarino, presidente di Ecotur e direttore regionale di Confesercenti – e in questa sperimentazione abbiamo trovato un mercato estremamente attento al settore food, con particolare interesse per il vino.
Da qui è nata l’idea di un grande workshop specializzato in queste due macrovoci della nostra economia destinate sempre di più ad integrarsi». Nello scenario dell’auditorium Diocleaziono di Lanciano oggi arriveranno gli operatori della domanda internazionale provenienti da Austria, Germania, Gran Bretagna, Italia, Norvegia, Olanda, Polonia, Russia, Spagna e Ungheria, concentrati sui prodotti principali del turismo natura, e che contratteranno le opportunità dei nuovi cataloghi con le strutture ricettive del centro e del sud Italia.
Domani, invece, le etichette di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania e Marche incontreranno un contingente di importatori di qualità provenienti da Stati Uniti, Giappone e Germania. «I numeri dell’undicesimo Rapporto Ecotur sul turismo natura, scritto assieme a Istat, Enit e Università dell’Aquila e che presenteremo lunedì mattina, ci dimostreranno quanto tra i punti di forza del turismo in Italia ci sia sempre di più la qualità del vino e dei prodotti del territorio – prosegue Giammarino – e siamo orgogliosi che sia proprio il nostro Abruzzo, grazie ad Ecotur, a sperimentare questa strada innovativa incontrando da subito il consenso di operatori internazionali e di seller provenienti dalle principali regioni del centro e del sud Italia». Anche la scelta della location, che quest’anno si sposta nel centro storico di Lanciano, testimonia l’evoluzione del turismo natura: «I centri storici sono destinati ad essere sempre di più porte dei parchi e hub di servizi per il turismo natura – conclude il presidente di Ecotur – e questo turismo nuovo sarà sempre di più destinato a far rivivere le nostre città, a differenza di alcune tendenze del turismo tradizionale che puntano invece a creare delle separazioni nette fra villaggi vacanze e territorio. Noi invece crediamo in questa sfida».
Redazione online - iltempo.it

TURISMO/La primavera a Merano tra natura, equilibrio e benessere psicofisico


La stagione della rinascita è alle porte e Merano si prepara a un’accoglienza incentrata sul benessere psicofisico, offrendo un’esperienza tra le più desiderate dagli italiani. Guardando dall’alto l’area di Merano e dei suoi dintorni, si ha l’impressione di osservare una stella, nel cui centro risiede la città e i cui raggi sono rappresentati dalla Val Venosta, dalla Val Passiria e dalla Val d’Adige. Lungo queste valli si sviluppano meravigliosi borghi e comuni che negli anni hanno fatto del turismo la propria risorsa naturale, approfittando delle particolarità della zona: qui, infatti, la vita di città incontra quella rurale di paese, la flora mediterranea si riunisce con quella alpina e gli stili architettonici si mescolano. L’importanza dell’alimentazione per mantenersi sani, dell’attività fisica, degli equilibri emozionali sono i fili conduttori della proposta della località del Südtirol, dove aria pura, prodotti naturali, aree verdi e sport rappresentano non solo elementi dell’offerta turistica ma sono un vero e proprio stile di vita per chi vi risiede. Non a caso, è intitolato “Merano Vitae” il festival della salute con il quale si dà inizio alla nuova stagione: il risveglio della natura dal lungo inverno coincide con la necessità, in ognuno, di trovare nuove energie per il proprio benessere.
Durante il periodo primaverile, Merano propone esperienze dedicate alla salute psicofisica con cadenza settimanale: tra queste, l’escursione notturna alle cascate di Parcines, per godere dello spettacolo e dell’energia dell’acqua in caduta libera muniti di torce e lampade frontali. Nei dintorni di Lana, è possibile fare delle visite guidate ai meleti per sapere tutto, dalla fioritura al raccolto, sulla produzione del frutto simbolo della salute e per degustarne le diverse varietà. A Lagundo gli appassionati di giardinaggio possono sbizzarrirsi con il Mercato delle piante e dei fiori, scegliendo tra un vasto assortimento di ortaggi ed erbe aromatiche. Per gli amanti dell’asparago, il momento in cui dare sfogo alla propria passione è proprio la primavera: Nalles propone piatti gustosi e fantasie culinarie a base del salutare ingrediente. Non mancano gli appuntamenti con lo yoga, quest’anno dedicato alle “vie del suono”: sono in programma seminari, incontri, conferenze e lezioni gratuite con maestri internazionali ed esperti di diverse discipline, accompagnati da musiche e canti. E poi c’è lo sport nella natura: passeggiate, gite in bicicletta, l’escursione notturna al “Knottnkino”, uno spettacolare sperone di roccia rossa, e la scoperta della vie d’acqua protagoniste del sistema di irrigazione agricolo locale. Da non perdere il Mercatino delle erb(acc)e a Scena, in cui vengono esposte le erbe officinali e le malerbe, con vendita di sementi anche di piante molto rare. La primavera culturale di Tirolo offre, infine, una serie di concerti con gruppi che, rivisitando la musica tradizionale e popolare, propongono interessanti miscele di strumenti e note. Si esibiscono anche bande locali di strumenti a fiato, nella cornice dei vecchi castelli e delle tradizionali osterie, dove si possono assaporare i vini e le specialità del posto. Salute, benessere, natura si traducono in un’unica esperienza che fa centro tra le nuove abitudini.
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Turismo choc Vuoi uccidere una zebra o un leone? Hotel e fucili compresi nel prezzo: ecco il listino


Basta scegliere l'animale da uccidere. Pagare. E il macabro gioco è servito. E' l'ultimo crudele passatempo per gente senza scrupoli, senza cervello e senza cuore. Si chiama «Caccia in scatola». Persone, a volte intere famiglie con figli al seguito, pagano per partecipare a safari che si concludono con l'uccisione di uno o più animali, in base alle disponibilità economiche. Dietro l'organizzazione di queste battute di caccia ci sono privati che mettono a disposizione terreni e allevamenti. Un'attività che si sta rivelando molto redditizia. La pratica infatti è diffusa in molte zone dell'Africa. Chi organizza gli spietati tour nella savana, si occupa dell'intero soggiorno del cliente. Mette a disposizione camere, cambio della biancheria, armi, guide, permessi, assistenza medica e mezzi di trasporto, come in un normale resort. Con tanto di tariffario. E' possibile sparare praticamente a ogni specie animale del posto: leoni, scimmie, giraffe, coccodrilli, ippopotami. Ognuno di questi esemplari ha un prezzo. Si va dai 65 dollari per uccidere un babbuino o uno sciacallo, ai 900 per una zebra. Più cresce la taglia, più aumenta la richiesta economica: 2mila dollari per una giraffa, 6mila dollari per un coccodrillo, 8mila un ippopotamo, fino ai 15mila per un bufalo. Il particolare davvero allucinante è che le prede vengono allevate proprio per finire nel mirino. Nati e cresciuti in gabbie o recinti, sembra che gli animali siano persino narcotizzati per facilitare il lavoro dei cacciatori che poi possono scattare una foto-ricordo con il loro trofeo. In questa vicenda quindi non si nasconde nessuno, né gli allevatori né la clientela. L'associazione animalista "Animal Shame" raccoglie le immagini e le pubblica sulla sua pagina Facebook. Così gli attivisti intendono rendere pubblico e denunciare il dilagare della pericolosa tendenza. Il fenomeno sta prendendo piede anche in altre zone del mondo. Le vittime sono sempre e ancora loro: gli animali che non hanno nessuna via di fuga. Anzi, crescono con l’inganno di potersi fidare degli esseri umani che li nutrono sin da piccoli per trasformarli in facili bersagli per clienti annoiati che arrivano da tutto il mondo. Nel 1997 erano 300 i leoni prigionieri della «canned hunting» - la caccia in scatola - ora rivela Animal Amnesty sono circa 6000. Altro che evoluzione della specie. Quella umana sembra condannata ad un repentino ritorno al Paleolitico. 
di Alessandro Chello - ilmattino.it

La Merkel telefona e conferma: a Pasqua in vacanza a Ischia


Ischia. Non sembra conoscere fine la lunga storia d'amore che lega l’isola e Angela Merkel. Per il terzo anno consecutivo, infatti, la cancelliera tedesca ha scelto Ischia come meta per le tradizionali vacanze primaverili. La signora Merkel è attesa nei giorni che precedono la Pasqua: come da consuetudine, la data esatta del suo arrivo risulta ancora top secret, ma dovrebbe oscillare tra lunedì 14 e giovedì 17 aprile. Sembra invece certa la presenza sull'isola del marito Joachium Sauer, chimico e professore all'Università Humboldt di Berlino, che da anni accompagna la presidente dell'Unione cristiano-democratica nelle sue vacanze italiane. 


I coniugi, come da tradizione, alloggeranno all'hotel Miramare di Sant'Angelo, albergo a picco sul mare che dal 1933 ha ospitato personaggi del calibro di Dwight Eisenhower, Gabriele D'Annunzio e tanti altri. Qui la coppia avrà la possibilità di ritemprarsi con le cure termali del giardino l'Aphrodite, con massaggi rilassanti e lunghe passeggiate ed escursioni. Il tutto con uno sguardo alla suggestiva baia dei Maronti, che fa da cornice all'incredibile tranquillità che caratterizza ancora oggi Sant'Angelo, borgo ischitano da anni riconosciuto a livello internazionale come meta preferita della Merkel. In qualche bar dell’isola sono già comparsi i manifestini di benvenuto.

Il rapporto tra la cancelliera tedesca e l'isola più grande del golfo di Napoli non nasce certo ieri. Per decenni, ancor prima che si imponesse tra gli esponenti di punta della politica mondiale, la scelta è sovente ricaduta su Ischia, a testimonianza dell'amore di una generazione di tedeschi per la tranquillità, la gente e il mare che caratterizzano la località nota per il Castello Aragonese e il Fungo. A guastare un amore che sembrava indissolubile ci hanno pensato i successi in politica a partire dal 2005 e le conseguenti attenzioni sempre più pressanti della stampa internazionale. Il legame con l'isola verde sembrava essersi incrinato nel 2007, conseguenza delle non poche polemiche scatenate dal servizio di un tabloid inglese, che pubblicò un'immagine della premier tedesca intenta – proprio a largo di Sant'Angelo - a cambiarsi il costume.

Ma i grandi amori non finiscono mai e, dopo l'assenza dell'anno seguente, la Merkel tornò nel 2009, poi nel 2012 e l'anno scorso, testimonianza di quanto apprezzi il calore e la riservatezza con cui da sempre è stata accolta dagli Ischitani. A dimostrarlo il singolare episodio dell'aprile scorso, con la cancelliera tedesca che fece visita al maitre ischitano Cristoforo Iacono, con cui nei tanti soggiorni ischitani aveva stretto un rapporto cordiale. Il dipendente dell'albergo era stato licenziato alcuni mesi prima, la Merkel non lo trovò nella struttura e decise così di andarlo a trovare a casa per fargli sapere la sua vicinanza. Episodi del genere dimostrano la profondità del rapporto che intercorre tra la leader tedesca e Ischia: un legame lungo decenni che anche quest'anno consentirà all'isola di fare il giro del mondo e magari di conquistare, gratis, nuovi vacanzieri.
di Cristiana Messina

Trecento viaggiatori sul trenino verde Veio-Tuscia

Legambiente Castelnuovo di Porto insieme a Legambiente Lazio e in collaborazione con Atac ha realizzato oggi la prima edizione del Trenino Verde Veio-Tuscia, un viaggio da Roma Flaminio a Viterbo con il patrocinio della Regione Lazio e dell’Ente Regionale Parco di Veio.
Un’esperienza straordinaria pensata allo scopo di incentivare l’uso del treno per conoscere e valorizzare le realtà paesaggistiche e rurali in una giornata di turismo sostenibile ma anche di richiesta di miglioramento della tratta durante il servizio per i pendolari.
“C’è bisogno di promuovere e incentivare iniziative di riscoperta della bellezza del territorio anche attraverso la ferrovia e con modalità di turismo sostenibile, iniziando in tal modo la riqualificazione della tratta che da Roma Flaminio porta a Viterbo – dichiara Roberto Scacchi, direttore di Legambiente Lazio -, una linea con un servizio per i pendolari non certo di alto livello, ma con potenzialità straordinarie dovute anche allo splendido paesaggio che attraversa. Oggi abbiamo voluto realizzare questo viaggio insieme alla Regione Lazio e all’Atac proprio perché crediamo che anche dalla bellezza del territorio e in momenti come questo i cittadini, le istituzioni, i gestori possano e debbano insieme attivare la spinta necessaria per un netto miglioramento delle condizioni di viaggio.”
Durante il percorso gli oltre cento presenti hanno seguito le spiegazioni delle guide storiche sull’importanza dei luoghi attraversati, inoltre si sono alternati interventi di pro-loco, associazioni e cittadini dei comuni limitrofi al tragitto che, partendo da Piazzale Flaminio o salendo man mano, hanno portato avanti una promozione turistica e culturale con brevi letture e intermezzi musicali. I partecipanti all’arrivo a Viterbo hanno poi potuto seguire la visita guidata del centro storico a cura del circolo Legambiente Viterbo.
“Abbiamo voluto mostrare che il treno Roma-Civita Castellana-Viterbo non è solo ritardo, disservizio, incuria e incidenti, ma anche bellezza del territorio – commenta Mita Pippa, presidente del circolo Legambiente Castelnuovo di Porto – pensiamo infatti che il rilancio della linea passi dalla riscoperta della bellezza che attraversa e dal considerare il treno un bene comune da rispettare. Le amministrazioni lungo la tratta facciano poi tutto quanto è possibile per mettere in sicurezza una ferrovia intorno la quale si è cementificato troppo e male, con pessime condizioni nelle aree parcheggio intorno alle fermate e drammatiche situazioni nei passaggi a livello che vanno assolutamente risolte perché abbiamo visto troppi drammi consumarsi a causa di standard di sicurezza inesistenti.”
Allo splendido viaggio del Trenino Verde, oltre ai 300 viaggiatori di Legambiente, hanno partecipato la consigliera regionale Cristiana Avenali, gli esponenti dell’amministrazione di Fabrica di Roma, dell’Ente Regionale Parco di Veio e di Atac.
Legambiente Lazio

Lungo la strada delle chiese... Itinerario alla scoperta dei luoghi religiosi storici più affascinanti

(di Ida Bini)
L’abbazia di santa Giustina a Padova, la corte benedettina di Correzzola e l’abbazia di Praglia, a Teolo, sono le tre principali tappe della Via delle Chiese, itinerario alla scoperta del territorio padovano attraverso i luoghi di culto più belli e antichi. E’ un percorso turistico-religioso promosso dalla provincia di Padova grazie al finanziamento europeo del progetto Thetris che tutela i monumenti sacri, valorizzando il turismo religioso che nel nostro Paese lo scorso anno ha raggiunto 5,6 milioni di presenze.
Questo dato, secondo un’indagine dell’Istituto nazionale di ricerche turistiche, è in continua crescita. Lo ribadisce anche Barbara Degani, presidente della provincia di Padova, convinta che il progetto attragga turisti e pellegrini di tutta Europa alla scoperta del patrimonio architettonico della provincia di Padova, ricco di chiese, monasteri, eremi, abbazie, conventi e santuari: “Buona parte della crescita futura del nostro territorio – dice Degani - si giocherà sul turismo e quello religioso rappresenta senza dubbio un segmento strategico.
Parliamo infatti di una città conosciuta nel mondo per il Santo dove sorge anche un’altra bellissima chiesa, santa Giustina, che pochi sanno che custodisce le spoglie di san Luca evangelista. E parliamo di un’area che da nord a sud racchiude alcune delle abbazie e corti più belle d’Italia”. L’itinerario religioso - che completa la già ricca offerta culturale, artistica e paesaggistica del padovano - parte dall’abbazia di santa Maria Assunta di Praglia, immersa nel verde dei colli euganei di Teolo, a una decina di chilometri da Abano Terme. E’ un complesso benedettino fondato nel XI secolo e ricostruito nel XV in stile rinascimentale, famoso per la biblioteca e il laboratorio di restauro dei libri antichi e dei codici miniati. La sua struttura, celebrata anche da Fogazzaro nel suo Piccolo Mondo Antico, si articola in quattro chiostri quadrangolari ai quali si affiancano il refettorio monumentale, quello ordinario, la basilica e la prestigiosa biblioteca antica, dichiarata monumento nazionale italiano, costruita in seguito alla riedificazione del monastero.
La biblioteca ha un patrimonio librario di circa centomila volumi con moltissime opere rare, restaurate nel laboratorio dell’abbazia dagli stessi monaci che qui vivono secondo l’antica regola dei Benedettini, ora et labora. Da qui una breve deviazione conduce alla vicina località di Torreglia, dove sorge l’eremo del Monte Rua, oasi camaldolese e luogo di meditazione e preghiera risalente al XIV secolo, soggetto a una rigida clausura: i visitatori, infatti, possono accedere solo alla piccola chiesa. Dal parco regionale dei Colli Euganei, tra vigneti, casolari e stazioni termali, ci si sposta verso est in direzione Padova, la città della basilica di Sant’Antonio, luogo di pellegrinaggio di milioni di fedeli e pellegrini da tutto il mondo, e di santa Giustina, complesso benedettino che si affaccia come la più celebre basilica sulla grandiosa piazza settecentesca di Prato della Valle. L’imponente chiesa di santa Giustina, riconoscibile per le tante cupole, è costituita da tre chiostri e una basilica al cui interno sono ospitate opere d’arte di grande pregio tra cui la pala di Paolo Veronese raffigurante il martirio di santa Giustina.
La città veneta regala numerose altre testimonianze religiose, come il santuario di san Leopoldo Mandic, custode delle spoglie e della cella del santo cappuccino di origine dalmata, e il santuario dell’Arcella, dove morì sant’Antonio. Prima di lasciare la città per tornare sul percorso religioso, merita senz’altro una visita la centrale e ampia piazza del Duomo che ospita la cattedrale, capolavoro del Trecento, e l’adiacente battistero con i preziosi affreschi di Giusto de’ Menabuoi. Lasciata Padova, e percorrendo la strada che porta a sud, verso Mantova, si giunge alla città fortificata di Monselice, abbarbicata su un colle e circondata da mura volute dagli Estensi. Il suo centro storico è ricco di palazzi gentilizi, piccole case medievali e cappelle ed è dominata da un antico castello; da qui parte la Via delle sette Chiese, un suggestivo itinerario votivo che permette di visitare sei cappelle che la famiglia Duodo fece costruire tra il 1605 e il 1615 per accedere alla propria villa. Ognuna è intitolata a una basilica romana e, grazie alla concessione di papa Paolo V, i pellegrini che percorrono questo tratto di strada ottengono l’indulgenza plenaria. Viaggiando lungo la strada che da Padova arriva a Chioggia, si raggiunge Correzzola dove si trova la Corte benedettina, simbolo della cultura monastica e del sistema agrario benedettino, immerso nei boschi e vicino all’ansa di un grande fiume navigabile. Il fondo dove sorge la Corte venne acquistato dai monaci di santa Giustina di Padova nel 1129, che cedettero piccoli appezzamenti a famiglie di coloni per incrementare le attività agricole. La Corte divenne il centro direzionale benedettino: l’ala più a ovest era adibita a foresteria e residenza dei monaci, mentre il lato sud ospitava granai e fienili; all’interno c’erano pozzi, depositi e un locale per la tessitura mentre tra orti e giardini sorgeva una grande e attiva scuderia.
Nei secoli il complesso monastico subì trasformazioni e ampliamenti, ma anche lunghi periodi di incuria e di degrado; fu soltanto verso la metà del XVIII secolo che si riprese a bonificare il territorio e a migliorare gli edifici, la cui proprietà passava di famiglia in famiglia. Dopo la prima guerra mondiale i possedimenti finirono nelle mani dei cittadini del comune di Correzzola, che oggi ha recuperato le attività agricole del monastero e che organizza visite guidate all’interno della bellissima Corte benedettina. Per maggiori informazioni: www.provincia.pd.it
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Turismo, Federalberghi: “La settimana bianca? E’ sempre più un lusso”

Gli appassionati della neve aumentano, ma diminuiscono quelli che si fermano per più giorni, a causa dell'aumento della spesa media pro-capite. Leggero aumento per il giro d'affari complessivo

di Redazione Il Fatto Quotidiano



Turismo, Federalberghi: “La settimana bianca? E’ sempre più un lusso”
La settimana bianca è sempre più un lusso. I vacanzieri nelle località di montagna, secondo i dati di Federalberghi relativi al periodo gennaio-marzo, sono diminuiti del 4,3%, mentre gli sciatori sono aumentati del 6,4 per cento. Gli appassionati della neve prediligono quindi per il 68% i week end e solo il 32% sceglie ancora la formula della settimana bianca.
A favorire la tendenza sono stati i costi, aumentati per le vacanze di più giorni e invariati per i weekend. Per quanto riguarda le settimane bianche è infatti in leggera crescita la spesa media pro-capite ottenuta considerando tutte le voci di spesa (viaggio, vitto, alloggio, impianti e corsi di sci, divertimenti): 636 euro, rispetto ai 628 euro registrati nel 2013 (+1,3% in lieve crescita rispetto all’inflazione). Invariata, rispetto alla rilevazione dello scorso anno, la spesa media pro-capite per chi ha fatto weekend sulla neve (anche di chi ha fatto la settimana bianca) ottenuta considerando tutte le voci (viaggio, vitto, alloggio, impianti e corsi di sci, divertimenti): pari a 375 euro.
Il giro d’affari complessivo del “turismo bianco” nel 2014, considerando tutte le voci di spesa, è stato pari a 4,96 miliardi di euro (rispetto ai 4,66 miliardi di del 2013). Il giro d’affari delle settimane bianche è stato di 2,31 miliardi di euro, rispetto ai 2,37 miliardi di euro del 2013, mentre quello generato dai week end sulla neve è stato di 2,64 miliardi di euro (rispetto ai 2,29 miliardi di euro del 2014).

Turismo, prezzi alti e poca cultura dell’ospitalità: l’Italia non è più prima

Nel 1950 i viaggiatori stranieri che avevano scelto il nostro Paese erano il 19%, oggi sono appena il 4,4. E l’Italia è scivolata al quinto posto tra le mete mondiali

di Gian Antonio Stella

Il Colosseo (Omniroma) Il Colosseo (Omniroma)
Uno su cinque veniva da noi, dei turisti internazionali, nel 1950: adesso uno su ventitrè. È cambiato il pianeta, d’accordo, ma una frana così non l’ha subita nessuno. Andiamo giù nonostante il boom mondiale. Andiamo giù nonostante il turismo sia «l’industria del futuro». Nonostante l’Italia, coi suoi tesori e la sua cucina e i suoi paesaggi, resti in cima ai sogni di tutti. E non serve a nulla, se si usano male, avere il record di siti Unesco: lo dicono i tracolli di visitatori alla Reggia di Caserta o a Villa Adriana. Sarebbe ora che il turismo diventasse sul serio, per la politica, uno dei temi per uscire da questi anni bui. Serve un’occasione per parlarne? Eccola: l’uscita dei dati per il 2013 del ministero dei Beni Culturali e di un rapporto scomodo dell’associazione «italiadecide» presieduta da Luciano Violante che sarà presentato lunedì a Montecitorio, davanti a Giorgio Napolitano. Titolo ambizioso: «Turismo: dopo trent’anni, tornare primi».

Pompei (Ansa)
Pompei (Ansa)

Ed eravamo davvero i primi, una volta. La tabella che pubblichiamo, costruita dal Touring club italiano su dati dell’Unwto, l’organizzazione mondiale per il turismo, dice che la nostra quota planetaria in quella che Jeremy Rifkin ha definito «l’espressione più potente e visibile della nuova economia dell’esperienza» destinata a diventare «rapidamente una delle più importanti industrie del mondo», era nel Dopoguerra davanti a tutti. Su poco più di 25 milioni di viaggiatori internazionali, poco meno di cinque venivano allora in vacanza da noi.
Da allora, la nostra quota si è ridotta di decennio in decennio dal 19% del 1950 al 15,9% del 1960 e poi al 7,7% del 1970 (quando eravamo comunque i primi davanti al Canada, alla Francia, alla Spagna e agli Stati Uniti) e giù giù, dopo una breve risalita nel 1980, fino al 6,1% del 1990 (rimasto tale fino al 2000) per poi calare ancora al 4,6% del 2010 e infine al 4,4% di oggi. Certo, si sono aperti nuovi mercati, si sono spalancati nuovi Paesi, si sono arricchiti e messi in movimento nuovi popoli di viaggiatori. E c’è poco da piangere sul destino cinico e baro. Era un destino ineluttabile. Del quale hanno fatto le spese anche la Francia, la Spagna o gli Stati Uniti. Quello che fa rabbia, però, è che nessuno è andato giù quanto siamo andati giù noi. E soprattutto che nessuno ha approfittato poco quanto noi del boom del turismo mondiale. Un boom mai visto.


Napoli (Ansa)
Napoli (Ansa)

Due numeri: dal 1950 ad oggi i turisti stranieri che vengono in Italia si sono moltiplicati per 10 volte: da 4,8 a 47,8 milioni. Ma l’immenso popolo di turisti del mondo, grazie all’impetuoso arricchimento soprattutto della Cina, della Corea e altri Paesi asiatici si è moltiplicato per quasi 43 volte. Il che significa che noi siamo riusciti a fare nostra soltanto una fetta molto piccola della torta.
Dicono le classifiche del «Country Brand Index 2012-2013» che misura la popolarità dei «marchi» di 118 Paesi, che l’Italia è primissima o ai primissimi posti nell’immaginario di tremila importanti opinion leader di tutto il mondo (e dunque dei potenziali visitatori stranieri) per la ricchezza culturale, la gastronomia, la moda. E, come ricorda in «Destination Italy» Silvia Angeloni, «l’Italia è la prima destinazione dove i turisti vorrebbero andare». Eppure, se negli ultimi tre anni si sono affacciati alle frontiere 137 milioni di turisti mondiali in più rispetto al 2010, uno scoppio di salute impensabile solo trent’anni fa, noi siamo rimasti al palo. O siamo andati addirittura indietro. Come spiega in una delle relazioni del dossier di «italiadecide» il direttore del centro studi del Touring club Massimiliano Vavassori, «i dati sui flussi turistici diffusi dall’Istat, e relativi al 2012, hanno registrato 98,1 milioni di arrivi (- 5,4% rispetto al 2011) e 362 milioni di presenze totali (- 4,8% rispetto al 2011)». E le cose non sembrano essere migliorate nel 2013: «Secondo le stime del Wttc (World Travel & Tourism Council), il valore aggiunto dell’industria turistica in Italia - le attività che possono considerarsi core business - è stato di 63,9 miliardi di euro, ovvero pari al 4% del Pil nazionale». Una quota bassissima. Che calcolando il valore aggiunto dell’intera economia turistica (dalle pasticcerie che forniscono i croissant agli alberghi alle sartorie che fanno le camicie per i camerieri) sale fino a «161 miliardi che corrispondono al 10,2% del Pil». Una percentuale assai lontana dai proclami guasconi di vari premier del passato, un po’ tutti concordi nel promettere «un turismo al 20% del prodotto interno lordo».

L’autostrada A4 (Ansa)
L’autostrada A4 (Ansa)

Come mai? Perché, accusa lo studio del Touring, «il comparto si avvale da anni di rendite di posizione ancorate al grande “turisdotto” delle città d’arte o delle aree costiere» ma c’è da sempre una «cronica assenza» di strategie: «Il turismo non è mai stato, e non è tuttora, un’opzione di sviluppo economico presa seriamente in considerazione dalla politica». Tutta colpa del Palazzo? No: il dossier infila infatti il dito nella piaga della mancanza anche di una «cultura dell’ospitalità». Troppi bidoni ai turisti, troppi disservizi, troppa scortesia verso chi viene a trovarci. Come se tutto ci fosse dovuto in quanto «Paese più bello del mondo». Peccato, perché quella che è la nostra carta migliore, e cioè il nostro patrimonio culturale, potrebbe godere dei frutti di una stagione eccezionale. Spiega infatti Emilio Becheri, coordinatore del rapporto di Turistica.it , che «nel 2011 (ultimo anno con dati definitivi) la maggiore quota di arrivi di turisti in Italia è determinata dal turismo delle città di interesse artistico e storico (d’arte) con il 35,6%, davanti al turismo delle località marine (balneare) con il 21,5%». Di più: «L’analisi dei differenziali rivela che l’aumento complessivo degli arrivi verificatosi nel periodo 2000-2010, pari a 23,692 milioni è imputabile in gran parte, per il 42,5%, all’aumento del turismo culturale, per il 20,2% alle località non classificate come turistiche, per l’11,3 alle località balneari, per il 10,9% alle località montane e per il 7,3% a quelle lacuali».

Gli Uffizi (Ansa)
Gli Uffizi (Ansa)

Le potenzialità sono enormi. Ma come vengono trattati, gli ospiti? Siamo onesti: così così. Se non proprio malamente. Al punto di spingere moltissimi visitatori, spaventati dai prezzi, ad andare a dormire fuori mano. Un esempio? «Calenzano è un Comune industriale e di servizi di circa 17.000 abitanti vicino a Firenze che nel 2012 ha raccolto 183.207 arrivi di turisti, tre quarti dei quali stranieri, che visitano Firenze e la Toscana». Pistoia e Arezzo sono più belle? Sarà, ma «rilevano solo 129.308 e 49.475 arrivi, cioè, rispettivamente, il 70,6% e il 27%». Colpa dei turisti brutti e cattivi? Ma va là...
Non basta avere belle piazze e bei monumenti e bei musei. Non basta neppure avere il «bollino» di sito Unesco. Siamo i primi in assoluto, con 49 «bollini»? «Valgono poco», sospira Vavassori, «se le notizie e le immagini sul degrado e la quotidiana rovina di Pompei, ad esempio, fanno il giro del mondo».
E siamo ai dati del ministero dei Beni Culturali. I quali dicono che negli ultimi dieci anni, mentre i turisti nel mondo crescevano di circa 50%, i visitatori di tutti i nostri musei, siti archeologici, gallerie d’arte statali messi insieme (tolti la Valle d’Aosta, il Trentino Alto Adige e la Sicilia, anch’essa al palo) sono cresciuti da 30 milioni e mezzo a poco più di 38. Con un aumento del 25%: la metà. Se poi contiamo solo i paganti, l’incremento è ancora più basso: da 14 milioni e mezzo a 17 e mezzo: +22%.
Vanno benissimo il Colosseo e i Fori imperiali (+79%), molto bene Venaria Reale che dieci anni fa era ancora in fase di restauro, bene la galleria degli Uffizi e il Corridoio Vasariano (+25% ma troppa gente non può ospitarne) e benino nonostante tutti i nostri dolori Pompei, che cresce del 17%.
Mettono i brividi, al contrario, i numeri ad esempio di Villa Adriana. Nel 2003 era al 14º posto tra i luoghi più visitati ed ebbe tra paganti e non paganti 322 mila ospiti: nel 2013 solo 207 mila. Peggio ancora la Reggia di Caserta: era sesta con 687 mila visitatori, è precipitata al 10º posto con 439 mila. Un crollo del 36% nel decennio del boom. C’era da aspettarselo. I tesori vanno curati con amore. Non possono essere abbandonati a se stessi. Sono la nostra ricchezza. Potrebbero essere il nostro futuro. Tenere insieme la tutela e il turismo è possibile. Deve essere possibile. E forse, come dice il rapporto del Touring, «se l’Italia credesse di più nel turismo, sarebbe un Paese migliore».
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