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Msc-Gip, via libera Ue al controllo congiunto di Italo

 

Arriva l’ok della Commissione europea all’acquisizione del controllo congiunto di Italo da parte di Msc Mediterranean Shipping Company e del fondo americano Gip.

L’operazione riguarda principalmente il mercato del trasporto passeggeri ferroviario ad alta velocità in Italia, nonché le agenzie di viaggi e il trasporto marittimo di passeggeri tramite traghetti o crociere.

Ai sensi del regolamento sulle concentrazioni, l’Antitrust Ue ha stabilito che la concentrazione progettata non solleverebbe problemi sotto il profilo della concorrenza, dato il suo impatto limitato sulla concorrenza nei mercati in cui operano le società. L’operazione notificata è stata esaminata secondo la normale procedura di controllo delle concentrazioni.

Il 2 ottobre 2023, il Gruppo Msc dell’armatore Gianluigi Aponte aveva firmato un accordo vincolante per acquisire una quota di circa il 50% in Italo da Global Infrastructure Partners (Gip).

L’altra quota di circa il 50% in Italo resta di proprietà di Gip, in governance congiunta con Msc, Gruppo Allianz e fondi gestiti da Allianz Capital Partners, oltre ad altri investitori, tra i quali Luca Cordero di Montezemolo (che resta presidente), Isabella Seragnoli e Alberto Bombassei.

lagenziadiviaggimag.it

Sbloccati i viaggi d’istruzione: è l’alba di una nuova era

 

Via libera ai viaggi d’istruzione anche senza “stazioni appaltanti“, cioè gli enti che hanno il potere di indire una gara d’appalto. Arriva il parere favorevole dell’Anac (Autorità nazionale anticorruzione) sulla possibilità da parte delle scuole di proseguire nella procedura di acquisto per l’organizzazione di viaggi, stage linguistici e scambi culturali, senza necessità che ci siano qualificate stazioni appaltanti. Si riapre, dunque, un bacino d’utenza che per alcuni t.o. specializzati e agenzie di viaggi rappresenta un importante canale di vendita.

Con un’apposita circolare diramata nei giorni scorsi l’Anac ha riconosciuto che le scuole, dall’8 marzo al 30 settembre prossimi, a prescindere dal valore degli affidamenti, potranno continuare a operare autonomamente per garantire la continuità dei relativi servizi, erogati dal sistema scolastico a supporto del diritto allo studio. Inoltre, si è resa disponibile a supportare le scuole con osservazioni preventive su schemi degli atti di gara.

Positivo il commento del ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara: «Si tratta di un risultato molto importante, in quanto le difficoltà incontrate dalle istituzioni scolastiche nell’ottenere questa qualificazione rischiavano di compromettere soprattutto l’organizzazione dei viaggi di istruzione, che rappresentano un momento significativo del processo formativo ed educativo degli studenti».

Soddisfazione da parte del presidente di Fiavet Nazionale, Giuseppe Ciminnisi: «E’ una buona notizia, abbiamo lavorato molto in questa direzione per aiutare la categoria. Le scuole, con il nuovo Codice degli Appalti, devono diventare stazioni appaltanti qualificate per stipulare contratti superiori ai 140.000 euro. Questo ha frenato moltissimo il mercato dei viaggi d’istruzione che rappresentano un momento formativo e sociale essenziale per il futuro del Paese».

«La burocrazia – prosegue Ciminnisi – non dovrebbe mai fermare la crescita né imprenditoriale, né umana; ci auguriamo che questo sia un nuovo dialogo aperto per le diverse riforme richieste ai tavoli di confronto con il governo in merito al turismo scolastico, un settore dove la semplificazione ha un ruolo essenziale. Anche di recente, al tavolo con il ministero del Turismo e quello dell’Istruzione e del merito, abbiamo ribadito la richiesta di un intervento politico che possa prevedere, con una norma ad hoc, l’esclusione del turismo scolastico dal Codice dei contratti pubblici, come già previsto per altri tipologie di affidamenti di beni e servizi. C’è poi urgente bisogno di varare delle linee guida o un “Quaderno amministrativo” per dare indicazioni di massima uniformi alle scuole sugli affidamenti del turismo scolastico, per mettere ordine in un settore strategico e rilevante per l’economia del settore e per il mondo della scuola».

“Un sospiro di sollievo” – come si legge in una nota ufficiale – da parte dell’Associazione Parchi Permanenti Italiani, aderente a Federturismo-Confindustria, che ringrazia Anac “per la revoca temporanea della norma che, da dicembre 2023, obbligava le istituzioni scolastiche e i Comuni ad avvalersi del Mepa – la piattaforma digitale del ministero delle Finanze per l’acquisto di beni e servizi da parte delle amministrazioni pubbliche – per l’acquisto delle attività ludico/ricreative, inclusi i biglietti di ingresso a parchi tematici, avventura, acquatici, faunistici, oltre che a cinema, teatri e musei.

«Finalmente prevale il buon senso – aggiunge il presidente dell’Associazione Parchi Permanenti Italiani, Luciano Pareschi – i dati a oggi dimostravano già una preoccupante flessione del 40% delle prenotazioni da parte delle scuole, destinata ad aumentare con l’entrata nel vivo della stagione. Era necessario un intervento di semplificazione della procedura per non penalizzare tanto il diritto delle nostre imprese di salvaguardare gli introiti, quanto il diritto dei giovani di divertirsi e di accedere ai contenuti didattici disponibili nelle strutture del comparto».

laganziadiviaggimag.it

La mostra a Forlì. Preraffaelliti: l’arte del passato per parlare dell'uomo moderno

 

Ford Madox Brown, “Deposizione”, 1868 (particolare) - Forlì, Musei San Domenico


Con oltre 300 opere ai Musei San Domenico di Forlì un’esposizione scruta la lezione dei pittori inglesi, di Morris e Ruskin

L’obiettivo, confessato o sottinteso, dei Musei San Domenico di Forlì, è sempre stato quello di dire l’ultima parola, quella definitiva, sugli artisti e i movimenti presentati, sui temi affrontati. A volte l’obiettivo è stato raggiunto e riconosciuto da attestati prestigiosi a livello internazionale quale il Global Fine Art Awards che ha premiato le mostre L’Eterno e il Tempo tra Michelangelo e Caravaggio (2019) e Ulisse. L’arte e il mito (2021). Altre volte i riconoscimenti internazionali sono mancati, ma non quelli di gran parte della critica nostrana e anche il riscontro del pubblico è stato sempre lusinghiero.

Così che anche in questa occasione, come del resto nelle precedenti, non ci si è risparmiati nello sforzo organizzativo e nell’impiego di risorse finanziarie per mettere in piedi una rassegna che lasciasse un’impronta. E la mostra Preraffaelliti. Rinascimento moderno (fino al 30 giugno; maxi catalogo Dario Cimorelli Editore), recentemente inaugurata dopo una preparazione che ha richiesto più di tre anni, con un monumentale allestimento che presenta trecentocinquanta opere (si va dalle tele, alle sculture, dai gioielli, agli oggetti d’arredo), parecchie delle quali escono eccezionalmente da prestigiosi musei e da esclusive collezioni private, un segno di sicuro lo lascerà. Almeno per un quinquennio.

Sì, perché da un po’ di tempo a questa parte le mostre sui Preraffaelliti si confezionano a scadenza quinquennale. Questa di oggi, infatti, segue la mostra Preraffaelliti. Amore e desiderio tenuta a Milano nel 2019 che a sua volta veniva dopo Preraffaelliti. L’utopia della bellezza realizzata nel 2014 a Torino. Dunque il tema è stato ampiamente indagato e allora quali sono i punti di interesse di questa avvincente quanto impegnativa esposizione? Li sottolinea Gianfranco Brunelli, direttore generale delle grandi mostre dei Musei San Domenico, che ha coordinato la rassegna curata da un nutrito gruppo di studiosi italiani e stranieri.

«Quella che viene raccontata, ampiamente come non mai, è la storia di un movimento che non rappresenta un ritorno reazionario agli stili del passato, ma un progetto visionario capace sia di rendere le opere che ne nacquero qualcosa di decisamente moderno, sia di restituire forza e presenza alla tradizione italiana. Per questo, per la prima volta viene affiancata una consistente rappresentanza di artisti italiani, tra cui opere di antichi maestri, alle opere britanniche, ma anche opere di artisti italiani di fine Ottocento ispirate ai precursori d’oltre manica, così da creare una sintesi tra le diverse esperienze della Gran Bretagna e dell’Italia».

Dunque siamo a metà del XIX secolo quando si sta schiudendo il mondo del futuro con la caotica e sorprendente rivoluzione industriale alle porte. Perfettamente consapevoli di vivere un momento storico irripetibile che ribalta e accelera ogni aspetto della società, uniti da un comune sentire ostile alla società formalistica e arida che sembra dominare l’Inghilterra e in sintonia con la filosofia purista di John Ruskin, un terzetto di artisti decide che l’arte deve farsi foriera di un cambiamento di stile e di contenuti in opposizione alle alienanti contraddizioni della nascente produzione industriale.

Dove trovare ispirazione, strumenti e valori per affrontare tale compito? Nell’antichità, nel passato. Un passato più fantastico che storico, più sognato che reale. L’arte deve forgiare un nuovo alfabeto e la bellezza è la grande sorgente a cui abbeverarsi, una pozione magica che avrebbe nutrito spirito e mente con la sua purezza e sincerità. Una bellezza da rintracciare in momenti storici precisi, a partire dall’arte italiana pre-rinascimentale per arrivare fino alla linea di confine rappresentata da Raffaello che è l’emblema del cortigiano, di colui che pone la sua indubbia eccellenza al servizio del potere.

Un’autentica rivoluzione agli occhi della tradizione accademica dell’Inghilterra vittoriana. I tre, sui vent’anni, John Everett Millais, Dante Gabriel Rossetti e William Hunt (ai quali la mostra dedica ampi focus con opere iconiche) fondano nel 1848 la confraternita dei Preraffaelliti che elegge come riferimenti Old Masters del Medioevo e del primo Rinascimento quali Cimabue, Beato Angelico, Sandro Botticelli, Filippo Lippi, Luca Signorelli, che aprono il percorso espositivo. Un percorso che si allarga alla seconda generazione preraffaellita che comprende William Morris, Edward Burne-Jones, Frederic Leighton, George Frederic Watts (presenti con vere e proprie personali: di Burne-Jones ci sono oltre venticinque opere) che con una rilettura formale dell’intero Cinquecento gettano lo sguardo fino all’area veneta di Veronese e Tiziano e realizzano lavori di sorprendente originalità visiva e di perfezione estetica, contraddistinte da una messa a fuoco nitida e dall’attenzione al dettaglio in ogni punto della superficie.

Blu oltremare, rosso carminio, verde pavone (è il colore utilizzato nell’allestimento) sono i pigmenti principali della tavolozza preraffaellita, stesi in macchie nette a mosaico e mai velati, sulla tela preparata con il bianco per mantenere i colori abbaglianti, dalle tonalità stridenti e dissonanti. A condurre il movimento all’interno del Novecento è la terza generazione dei Preraffaelliti influenzati dai giganteschi arazzi (sono in mostra) di Burne-Jones dedicati al Santo Graal presentati alla Esposizione Universale di Parigi del 1900.

L’esposizione ha il merito di soffermarsi su questo periodo, quasi mai o raramente approfondito, e di offrire l’occasione di apprezzare l’opera di artisti quali John William Waterhouse, Robert Anning Bell, Charles Haslewood Shannon, poco conosciuti, ma che reggono benissimo il confronto con i loro più affermati colleghi delle generazioni precedenti. Così come è altrettanto apprezzabile l’attenzione che viene riservata, al termine del percorso espositivo, alla fascinazione che gli artisti italiani di fine Ottocento (tra questi Giulio Aristide Sartorio e Adolfo De Carolis) subiscono per il “Rinascimento moderno” d’oltre Manica.

avvenire.it

Turismo archeologico e culturale: premiato il progetto Trexenta Experience

 

L’Unione dei Comuni della Trexenta si è aggiudicata il secondo premio Luigi Crespellani con il progetto Trexenta Experience promosso da diversi anni per promuovere in chiave turistica i siti archeologici, gli antichi mestieri e le tradizioni del territorio. Il Premio Crespellani, nato su iniziativa della Regione Sardegna, è destinato agli Enti locali che si distinguono nella promozione di progetti di innovazione organizzativa nell’ambito del paesaggio, dello sviluppo sostenibile, della valorizzazione dei beni culturali e sociali.

«È un riconoscimento che ci riempie di soddisfazione per un progetto sul quale abbiamo scommesso con grande piacere e che ha raggiunto risultati ragguardevoli», dice la presidente dell’Unione dei Comuni della Trexenta e sindaca di Guasila, Paola Casula.

La manifestazione Trexenta Experience è un programma triennale di attività di turismo esperienziale che ha come obiettivo la promozione dei siti archeologici dei territori che divengono luoghi di narrazione e di conoscenza di antichi mestieri e tradizioni. Il progetto si inserisce nel cartellone del turismo esperienziale finanziato dall’assessorato al Turismo della Regione Sardegna con i fondi della Legge 7/55. I Comuni che fanno parte dell’Unione Trexenta sono Guasila, Suelli, Ortacesus, Gesico, Selegas, Guamaggiore, Siurgus Donigala, Pimentel e Senorbì. 

unionesarda.it


Nel 2023 +10% turismo culturale in Toscana, a fare da traino i flussi intercontinentali

Il 2023 è stato un anno positivo per il turismo culturale in Toscana, con una crescita di quasi il 10% rispetto all’anno precedente. È quanto emerso dalle prime stime fatte del Centro studi turistici di Firenze presentante durante la X edizione di Tourisma. In occasione del panel ‘Toscana Terra Etrusca’, Alessandro Tortelli, direttore scientifico del Centro studi turistici ha detto che “è stato un anno molto positivo per il turismo culturale, grazie a un recupero molto importante dei flussi intercontinentali, Stati Uniti in primis. Non abbiamo ancora dati percentuali precisi, ma si arriva quasi a una crescita del 10% del 2023 sul 2022, per il solo turismo culturale in Toscana”.

Tortelli ha ricordato che “nel 2022 parlammo di ‘Toscana diffusa’ perché i piccoli comuni avevano già recuperato in maniera importante dopo il Covid, lì c’è un mantenimento nel 2023, ma c’è anche un recupero importante delle grandi città. Per il turismo delle grandi città è stato il primo anno di vera ripresa del turismo culturale”.

Guardando al futuro, ha poi continuato Tortelli, è evidente che sia “finita la bolla del Covid, i turismo internazionale aumenta, e il mercato italiano aumenta all’estero. Ma oggi abbiamo delle previsioni che preoccupano: l’inflazione che pesa sulle famiglie, una situazione politica internazionale che preoccupa, e poi i cambiamenti climatici che stanno cambiando le nostre vacanze”.

travelnostop.com

Turismo culturale in Italia: Roma regina, ma Piazza Duomo a Firenze è attrazione più amata

 

Durante la decima edizione di tourismA - Salone Archeologia e Turismo Culturale è stato presentato il Report sul Turismo Culturale 2024 di The Data Appeal Company – Gruppo Almawave. L’analisi offre una fotografia del turismo culturale in Italia nel 2023: le attività più popolari, la demografia dei visitatori, i punteggi di soddisfazione, l’impatto delle tracce digitali. Non manca qualche sorpresa

Nei giorni scorsi qui è stato presentato il Report sul Turismo Culturale 2024 di The Data Appeal Company – Gruppo Almawave. Lo studio fa il quadro sul turismo culturale italiano - uno dei settori di punta del nostro turismo - nel 2023: le attività più popolari, la demografia dei visitatori, i punteggi di soddisfazione, le tracce digitali. E c’è qualche sorpresa: se Roma è la regina, Piazza Duomo a Firenze è l’attrazione più amata

tg24.sky.it

Il turismo culturale oltre la nicchia. tourismA celebra il suo decennale

 

Sta per alzarsi il sipario su tourismA – Salone Archeologia e Turismo Culturale in programma a Firenze da venerdì 23 a domenica 25 febbraio. La manifestazione, giunta alla decima edizione, è organizzata da Archeologia Viva (Giunti Editore).

“E’ l’appuntamento più importante nel panorama del turismo culturale e archeologico, non solo italiano. In occasione del decennale – racconta a Guida Viaggi Nadia Pasqual di Mark PR che collabora all’organizzazione degli eventi per il travel trade di tourismA – il programma di convegni, conferenze e presentazioni delle tre giornate sarà fittissimo e comprende interventi dei massimi esperti di arte, storia, archeologia e beni culturali, oltre a scrittori, giornalisti e divulgatori, come Alberto Angela, Mario Tozzi, Aldo Cazzullo, Luciano Canfora, Franco Cardini, Vittorio Sgarbi e molti altri”.

Tra i trend legati al turismo culturale e archeologico in Italia si nota un abbassamento dell’età media del viaggiatore, che si conferma preparato e consapevole, ma soprattutto Pasqual sottolinea che “il turismo culturale non è più confinato a una nicchia”.

Gv: Quale sarà il filo conduttore dell’edizione 2024 di tourismA e quali novità sono previste? 

“Il decennale sarà un evento straordinario con interventi di ospiti eccezionali ed eventi di livello per celebrare la cultura, l’arte e i beni culturali. Ci siamo impegnati a rispondere alle esigenze dei viaggiatori interessati a scoprire destinazioni e itinerari che offrono esperienze variegate, che vanno oltre l’archeologia e il patrimonio culturale, includendo anche l’ambiente, l’arte, le mostre e altre attività. In tal modo, ampliamo le nostre proposte e i nostri temi, tutti legati dal filo conduttore del turismo culturale. Venerdì 23 febbraio verrà assegnato il secondo premio ACTA – Archaeological Cultural Tourism Award del Gist nel corso di una cerimonia organizzata dalla presidente del premio Clara Svanera e dalla presidente del Gist Sabrina Talarico in collaborazione con Toscana Promozione. Domenica pomeriggio gran finale con Alberto Angela che finalmente torna a incontrare il pubblico di tourismA in presenza nel grande Auditorium da 1.200 posti del Palacongressi. E sicuramente non basteranno”.

Gv: Come sono organizzati gli spazi riservati al travel?

“All’interno di questo grande contenitore, gli spazi riservati agli operatori e agli enti del turismo sono soprattutto tre: Buy Cultural Tourism, il workshop b2b del turismo culturale giunto alla settima edizione e il convegno ‘Fare turismo culturale oggi’ che si avvale della direzione scientifica di The Data Appeal Company del Gruppo Almawave, che si svolgono entrambi venerdì 23 febbraio. A questi si aggiunge la rassegna di viaggi culturali e archeologici, una mattinata non-stop di presentazioni di viaggi e destinazioni culturali a cura di tour operator, enti del turismo e attrattori turistici, di sabato 24 febbraio. E poi ci sono gli spazi espositivi dove incontrare i visitatori, oltre 11.000 nel 2023, durante i tre giorni di apertura”.

Gv: Il turismo culturale e le adv. È pensiero comune che questa forma di vacanza transiti poco attraverso questo canale? Si nota una evoluzione in tal senso? 

“In realtà, bisogna distinguere che cosa si intende per turismo culturale, un fenomeno che comprende molte tipologie di viaggi, tra i quali quelli legati a eventi culturali e spettacoli artistici e quelli con focus sui beni culturali e il patrimonio culturale nel senso più ampio (heritage tourism). Solo per restare su queste due modalità, ci sono grandi differenze di comportamento nei turisti. Nel primo caso, prevale il fai da te, mentre nel secondo, soprattutto per le destinazioni a medio e lungo raggio, è più consueto affidarsi a tour operator e agenzie di viaggi in grado di fornire consulenza e servizi sicuri, spesso a tariffe competitive rispetto al fai da te. Se pensiamo ai tour guidati domestici e outgoing della maggior parte dei tour operator italiani, stiamo parlando di turismo culturale nella sua accezione più ampia”.

Gv: È un prodotto difficile da vendere in adv? Quali requisiti si devono avere? 

“In realtà, la vendita di viaggi organizzati e tour guidati a tema culturale passa in gran parte attraverso le agenzie viaggi, perché viaggiare in gruppo garantisce servizi che il fai da te non sempre offre, tariffe migliori, la possibilità di viaggiare in compagnia e in sicurezza con l’assistenza di professionisti. Rientrano in questa categoria la maggior parte dei viaggi di gruppo e non presentano particolari difficoltà nella vendita. I viaggi che richiedono una competenza specifica sono invece quelli specialistici, a tema, come quelli archeologici, perché i clienti sono molto informati e pretendono itinerari ragionati e veri esperti per accompagnare il gruppo, come storici, archeologi, antropologi. Per gli operatori turistici generalisti entrare in questo settore, se non dispongono delle competenze e delle risorse necessarie per gestire con successo questo tipo di viaggi, è molto difficile. Queste proposte richiedono una pianificazione e un accompagnamento molto impegnativi, che possono risultare sfidanti per chi non è specializzato in questo settore”.

Gv: In che cosa è cambiato il turista culturale negli ultimi anni e quali sono le sue esigenze oggi? 

“Per quanto riguarda il turista culturale e archeologico in Italia, si osserva un profilo di viaggiatore informato e preparato, il quale ricerca informazioni tramite fonti specializzate come riviste, documentari, siti web e webinar. Solitamente predilige viaggi organizzati e la compagnia di esperti. L’età media si sta abbassando; oltre ai senior si nota una crescente inclinazione verso itinerari che includono beni culturali e siti archeologici anche a partire dai 40-50 anni. Questo tipo di viaggiatori tende ad avere un alto livello socio-culturale, spesso liberi professionisti o membri di associazioni culturali. Si tratta di un pubblico eterogeneo, composto da individui colti e curiosi, che non necessariamente possiedono una laurea, ma mostrano interesse in ogni fascia d’età. Il turismo culturale non è più confinato a una nicchia, sempre più persone stanno scoprendo il piacere di esplorare il passato attraverso le testimonianze delle civiltà antiche. Tanto che anche le guide e gli archeologi che accompagnano i gruppi hanno adottato un approccio divulgativo senza però tralasciare la profondità dei contenuti”.

Gv: Guardando la mappa delle mete del turismo culturale quali sono quelle più ricercate dal turista italiano e da quello internazionale? 

Ne sapremo sicuramente di più dopo che Mirko Lalli, ceo di The Data Appeal Company (Gruppo Almawave), nostro partner scientifico, presenterà il suo report sul turismo culturale in esclusiva al convegno ‘Fare turismo culturale oggi. Analisi attraverso i dati e l’intelligenza artificiale’, in programma venerdì 23 febbraio. In passato, analizzando l’interesse dei viaggiatori nazionali e internazionali per l’Italia, mete iconiche come il Colosseo, la Torre di Pisa e San Marco hanno dimostrato di essere le più popolari. In genere, questi attrattori sono anche quelli che soddisfano maggiormente le aspettative dei visitatori. Anche musei e parchi archeologici giocano un ruolo significativo, con numeri impressionanti di visitatori che si concentrano nei poli più famosi, come Gli Uffizi e Pompei. Vedremo la classifica dei siti più visitati e più apprezzati nei dati che presenterà Lalli. Per quanto riguarda le destinazioni estere, oltre all’Europa, i Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente sono in genere molto richiesti, anche se in questo periodo c’è stata una battuta d’arresto a causa del conflitto israelo-palestinese per questi ultimi. Poi ci sono mete classiche come Uzbekistan, Georgia, Armenia, e ancora Perù, Messico, Cina, India, sul lungo raggio. Per l’Italia, si registrano ottimi risultati con gli itinerari e parchi archeologici del Sud Italia, soprattutto in Calabria, Campania, Sicilia e Sardegna”.

guidaviaggi.it

BIT 2024: nuove mete lontane e nuovi viaggi. Appuntamento il 4 febbraio a Milano


 Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO), resi noti lo scorso novembre, il 2023 ha segnato il ritorno dei viaggiatori stranieri in Italia, meta prediletta in Europa dopo la Spagna. Ma gli italiani dove vanno? In questo 2024 appena iniziato c’è tanta voglia di viaggiare lontano, dalle preoccupazioni e dai pensieri, in cerca di rifugi in cui ricaricarsi. Lo conferma lo studio della piattaforma digitale Booking.com che mostra come il 78% degli italiani si senta “più vitale che mai” durante le vacanze. E addirittura, nel 58% degli intervistati, emerge la voglia “di assomigliare di più alla versione di sé mostrata in vacanza”.

Oriente e Centro America, i nuovi viaggi 2024 sono lontani

Per capire di più sul futuro delle vacanze e delle tendenze del viaggio c’è BIT 2024, la Borsa Internazionale del Turismo, una delle piazze d’incontro più autorevoli del mondo dei viaggi, che torna dal 4 al 6 febbraio tra i padiglioni dell’Allianz MiCo di Milano (facilmente raggiungibile con la linea M5 fermata Portello). Qui, dove dialogano culture e territori diversi, si scopre che è tornato il momento di parlare delle destinazioni a lungo raggio. Dopo le chiusure forzate dovute alla pandemia, per esempio, si viaggia di nuovo a Oriente, con il fascino millenario di IndiaCina e Giappone, tra templi e città imperiali, grattacieli e profumi speziati.

Tokyo, in particolare, torna a incantare col suo mix di tecnologia e tradizione che si esprime in quartieri pop, parchi e antiche pagode. Presenti per la prima volta in BIT saranno, poi, i paesi rappresentati dall’Agenzia per il Turismo del Centro America, che affascinano con foreste pluviali, barriere coralline e siti precolombiani di Belize, El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Panama e Repubblica Dominicana. Senza dimenticare i grandi classici da cartolina tra spiagge bianche, palme e acque trasparenti di oasi tropicali ricche di cultura e natura come Cuba, Bahamas e Madagascar. Ma anche paradisi più vicini come Formentera, Croazia e Tunisia. Per citarne solo alcuni.

Il mondo delle Terme a BIT 2024

Viaggio come sogno, ma anche come fuga dallo stress. Non c’è bisogno di andare lontano per rifugiarsi in una bolla di relax: basta scrollarsi di dosso problemi e preoccupazioni con una giornata di benessere.

Lo sanno bene i 320 centri termali attivi in Italia, il 90% dei quali accreditati al Servizio Sanitario Nazionale. E lo ha riconosciuto anche l’Unesco, che nel 2021 ha inserito nella lista dei Patrimoni dell’Umanità le città del termalismo europeo. Tra queste spicca la storica Montecatini Terme, con le sue architetture liberty e neogotiche, che ha attirato viaggiatori illustri fin dal Settecento. A riprova del crescente interesse verso il wellness tourism è la presenza per la prima volta in BIT 2024 di Federterme-Confindustria. Dal 2 al 4 febbraio, infatti, la manifestazione ospiterà Thermalia by Federterme, una vetrina per oltre trenta espositori del settore benessere, che condivideranno proposte curative e rilassanti, forti delle proprietà benefiche di acque ricche di minerali.

Il turismo responsabile domina BIT 2024

Innovazione, Nuovi Trend e Sostenibilità. Fra i grandi temi declinati in destinazioni e proposte turistiche, a BIT 2024 domina il viaggio consapevole attento all’impatto generato dai propri spostamenti. Definita dall’Unwto, l’Organizzazione mondiale del turismo come “forma di turismo che soddisfa i bisogni dei viaggiatori e delle regioni ospitanti e allo stesso tempo protegge e migliora le opportunità del futuro”, la vacanza responsabile è in armonia con l’ambiente, la comunità e le culture locali. A riconoscersi in questi valori sono sempre più viaggiatori, che si dichiarano influenzati dalla sostenibilità nella scelta delle proprie mete nel 64% dei casi (71 per cento negli under 35) secondo la ricerca condotta da Deloitte in collaborazione con Aiceo, Associazione Italiana Ceo.

Del resto, il turismo slow e attivo è uno dei focus della BIT, che offre tante occasioni di crescita ed esperienza in regioni, borghi e territori vocati al viaggio a passo lento. Qualche esempio? Dai parchi, le tradizioni e le oasi naturalistiche dalla Basilicata alle meraviglie carsiche del Friuli Venezia Giulia. O ancora, gli approfondimenti di talk e convegni da seguire domenica 4 febbraio, la giornata aperta al pubblico, con incontri dal tema “Overtourism, il ritorno: le strategie per evitare gli affollamenti”, “Natura e turismo, la cultura dell’ambiente per una vacanza di benessere” fino a “La nuova mission delle crociere passa dalla tutela ambientale”. Pronti a partire?

viaggi.corriere.it

La nona edizione di “Cultura a porte aperte” partirà sabato 23 e domenica 24 Settembre 2023, in occasione delle Giornate europee del patrimonio culturale

Il programma prevede l’apertura straordinaria di monasteri, chiese, pievi, santuari e musei che fanno parte del circuito di “Città e Cattedrali”, un piano di valorizzazione di circa 600 luoghi d’arte sacra organizzati in itinerari geografici e tematici, fruibili in Piemonte e Valle d’Aosta, ideato da Fondazione CRT e dalla Consulta per i Beni Culturali Ecclesiastici del Piemonte e della Valle d’Aosta.

La Diocesi di Novara con l’Ufficio Beni Culturali aderisce al progetto offrendo l’apertura, grazie alla collaborazione con le parrocchie e con le associazioni di volontariato, di quattordici beni diocesani. Quest’anno si è scelto oltre alla città di Novara, di concentrare l’attenzione su alcune chiese e oratori nei comuni di Bellinzago, Cameri, Carpignano Sesia, Galliate, Momo e Oleggio. Oltre alle chiese, eccezionalmente, saranno aperti con visite libere e guidate, anche il Museo d’Arte Religiosa P.A. Mozzetti di Oleggio con i suoi volontari e la chiesa di San Pietro in Carpignano Sesia grazie all’Associazione Amici del San Pietro.

Il patrimonio della diocesi gaudenziana conta più di 1700 tra chiese, cappelle e oratori diffusi su tutto l’ampio territorio tra la provincia di Novara, Verbano Cusio Ossola e Vercelli. Luoghi di arte e di fede che hanno bisogno di continue cure e attenzioni per preservarne l’integrità e la funzione. Grazie anche agli eventi di valorizzazione, come le due giornate del 23 e 24 settembre, sarà possibile puntare l’attenzione su alcuni luoghi che necessitano di interventi di restauro urgenti, sensibilizzando i visitatori anche nei confronti di azioni di mecenatismo culturale, oggi più che mai urgenti.

Novara partecipa con chiese del centro città: vedremo così riaperte le chiese di San Pietro al Rosario e la chiesa di Sant’Eufemia che conservano opere di Giulio Cesare Procaccini, dei Della Rovere, del Vermiglio, del Pianca ecc. ecc. insieme al Duomo e alla Basilica di San Gaudenzio. Tra i beni segnalati si ricordano, oltre ai luoghi più noti, come l’Oratorio della SS. Trinità di Momo e il San Pietro di Carpignano Sesia, anche siti meno visitati come gli oratori di Cameri con la settecentesca chiesa di San Giuseppe affrescata da Lorenzo Peracino, oppure l’Oratorio del Gesù ricco di affreschi del XVIII secolo; per proseguire con Bellinzago Novarese dove si conserva il piccolo gioiello della chiesa di Sant’Anna con la splendida pala d’altare di Bartolomeo Vandoni e l’antico organo, recentemente restaurato con i fondi CEI 8X1000, di Giovan Battista Gavinelli del XVII secolo. Il percorso continua poi in luoghi ricchi di stratificazioni storiche come nel caso della chiesa di San Giulio a Dulzago eretta nel XII secolo e poi rinnovata nei secoli successivi sino al XVIII secolo ed inserita nel complesso della Badia di Dulzago fondato dai canonici regolari agostiniani nel Trecento.

Un itinerario ricco e variegato che permetterà, grazie anche ai volontari e alle parrocchie che hanno offerto la massima collaborazione, di scoprire o riscoprire luoghi noti e meno della diocesi; un segno, in queste giornate Europee del Patrimonio Culturale, che la condivisione di beni così ricchi di storia e di fede sia il segno di una nuova consapevolezza nei confronti del bene comune in una visione sempre più inclusiva e aperta.

Info
Diocesi di Novara – Ufficio Beni Culturali
Tel. 0321661654
Mail: beniculturalitutela@diocesinovara.it

Il calendario completo su www.cittaecattedrali.it

diocesinovara.it

Aspettando Letteraltura, gli eventi d'anteprima del Festival 2023

È in programma da mercoledì 20 a domenica 24 settembre la nuova, attesa edizione del Festival Lago Maggiore Letteraltura, che prevede una giornata di anteprima domenica 17 settembre per una meditazione camminata con don Paolo Scquizzato e una postilla venerdì 29 settembre con una gita letteraria in Val Vigezzo in compagnia di Albano Marcarini.

Una rassegna come sempre ricca, con oltre 30 appuntamenti nel corpo centrale, cui si aggiungono altri imperdibili eventi tra il Festivallescuole, per studenti e docenti delle scuole del territorio, e quelli contenuti nell’anteprima di Aspettando Letteraltura, senza dimenticare il programma – ancora in via di definizione – dell’appendice autunnale di Festivalpost.

Tema della XXVII edizione del Festival LetterAltura sarà “Ggli alberi guardano i treni che passano”, legame che unirà il calendario di incontri, spettacoli, concerti, film e presentazioni che il sodalizio verbanese, presieduta da Amadio Taddei, ha messo a punto anche grazie al sostegno di Regione Piemonte, Città di Verbania, Fondazione CRT, Fondazione Comunitaria del Vco, Parco Nazionale della Valgrande ed Ente Giardini Botanici di Villa Taranto.

Sede del Festival sarà Villa Giulia, insieme al Teatro Il Maggiore per gli eventi clou: da qui LetterAltura si sposterà, specie durante gli eventi d’anteprima e per quelli autunnali, in altre sedi più o meno periferiche per portare i propri tasselli di cultura anche nelle frazioni e in altri luoghi della città. Da Casa Ceretti al Lungolago di Pallanza, fino alle frazioni di Trobaso e Fondotoce, per un Festival, come da tradizione, itinerante.

In questa edizione viene confermato il Festivallescuole, la ricca sezione dedicata a docenti e discenti delle scuole superiori del territorio, con appuntamenti in programma tra settembre e ottobre in quasi tutti gli istituti scolastici del VCO: incontri con gli autori, tavole rotonde, attività di laboratorio saranno affiancati da eventi specifici previsti per gli alunni delle scuole primarie e gli studenti delle medie inferiori verbanesi.

Saranno moltissimi gli spunti che, fin dagli eventi di Aspettando LetterAltura, a cavallo tra agosto e settembre, guideranno il pubblico ad approfondire il tema scelto per questa edizione: incontri con autori, presentazioni di libri, ospiti prestigiosi e testimonianze dirette, film, escursioni e spettacoli. Associazione Culturale LetterAltura ets – via F.lli Cervi, 14 – 28921 Verbania tel e fax +39 0323 581233 – email: segreteria@letteraltura.it – letteraltura@pec.it www.associazioneletteraltura.com - Fb @letteraltura - CF e p. IVA: 02052260037

Il programma di Aspettando Letteraltura 2023

Gli eventi che anticipano il cuore del Festival partiranno il 21 agosto e si terranno in varie sedi a Verbania e nelle sue frazioni, per unire simbolicamente la città grazie a una dozzina di incontri e spettacoli, arricchiti da golosi aperitivi con l’autore realizzati da: ACPicchia Bar (per gli incontri sul Lungolago di Pallanza e a Villa Giulia), Casa Ceretti Caffetteria di Quartiere + (per gli incontri a Casa Ceretti a Verbania-Intra), Gruppo Sportivo di Fondotoce (per gli incontri a Verbania-Fondotoce), Associazione La Gèra e dalla Società Operaia di Mutuo Soccorso (SOMS) di Trobaso (per gli incontri a Verbania-Trobaso), sempre con un contributo di 10 euro e con prenotazione entro il giorno precedente all’incontro telefonando allo 0323-581233 o 333-6519885 dalle ore 15 alle ore 18 nei giorni feriali.

Tutti gli eventi di Aspettando LetterAltura sono gratuiti e daranno al pubblico la possibilità di incontrare ospiti importanti e lasciarsi coinvolgere da argomenti stimolanti legati al tema principale “Gli alberi guardano i treni che passano”.

Aspettando LetterAltura partirà alle ore 21 di lunedì 21 agosto, a Cannero Riviera in Piazzetta degli Affreschi, nell’ambito della rassegna “Teatro in Piazzetta”, con il concerto per voce recitante e pianoforte “Walter Bonatti: parole in concerto” a cura di Natalia Ratti.

Mercoledì 23 agosto alle ore 18, Casa Ceretti ospiterà la presentazione del libro “Professione pendolare” con ospite la scrittrice Viviana Albanese. Si rimane a Casa Ceretti per l’aperitivo con l’autrice (su prenotazione) per poi assistere, alle ore 21, al film “La Signora Scompare” di Alfred Hitchcock.

“Dal treno alle vette sulle Alpi Occidentali” è il libro protagonista dell’incontro in programma sabato 26 agosto alle ore 18 sul lungolago di Pallanza (in caso di pioggia a Villa Giulia): il pubblico di LetterAltura potrà incontrare il geologo Diego Vaschetto, che si fermerà con i partecipanti per il consueto aperitivo conviviale aperto a tutti (su prenotazione). A seguire, alle ore 21 a Villa Giulia, la proiezione del film “Come vinsi la Guerra” di Buster Keaton e Clyde Bruckman.

Aspettando LetterAltura tornerà mercoledì 30 agosto alle ore 18 a Casa Ceretti per la presentazione del libro “La vita segreta delle api” di Marco Valsesia. Dopo il dialogo, l’autore condividerà con il pubblico un aperitivo (su prenotazione), mentre alle ore 21 la serata proseguirà sempre a Casa Ceretti con il film “L’Albero” di Julie Bertuccelli.

Sabato 2 settembre la rassegna si trasferirà alle ore 18 al Parco Giochi adiacente al campo sportivo di Verbania- Fondotoce (in caso di pioggia alla Casa della Resistenza), per la presentazione del libro “Sul treno con Levi” di Giuseppe Improta. Dopo l’aperitivo (su prenotazione) presso il Gruppo Sportivo di Fondotoce, alle ore 21 il pubblico potrà assistere allo spettacolo musicale “NO alla guerra!” del Coro ArSunà.

Mercoledì 6 settembre nel salone di Villa Giulia alle ore 18 è prevista la presentazione del libro “Perché gli alberi non rispondono” di Carlo Sini e Gabriele Pasqui. Dopo l’aperitivo (su prenotazione), la serata avrà seguito con il film “Il Giardino dei Limoni” di Eran Riklis. Associazione Culturale LetterAltura ets – via F.lli Cervi, 14 – 28921 Verbania tel e fax +39 0323 581233 – email: segreteria@letteraltura.it – letteraltura@pec.it www.associazioneletteraltura.com - Fb @letteraltura - CF e p. IVA: 02052260037

L’ultimo fine settimana di Aspettando LetterAltura prevede quattro eventi diffusi, tra le frazioni verbanesi di Pallanza e Trobaso.

Si inizia sabato 9 settembre alle ore 18 sul lungolago di Pallanza (in caso di pioggia a Villa Giulia), con la presentazione del libro “Il Torto. Diciassette gradini verso l’inferno” di Carlo Piano. L’autore si unirà al pubblico per l’aperitivo (su prenotazione) presso l’ACPicchia Bar di Villa Giulia. La serata proseguirà sempre sul lungolago (in caso di pioggia a Villa Giulia) alle ore 21 con il concerto per voce recitante e pianoforte “Alpiniste: parole in concerto” a cura di Natalia Ratti.

Domenica 10 settembre la rassegna si sposta a Trobaso nel cortile presso la chiesa parrocchiale (in caso di pioggia nel salone parrocchiale) per la presentazione del libro “Testimoni silenziosi” di Cristina Converso. Dopo l’aperitivo (su prenotazione) si potrà assistere al concerto organizzato in collaborazione con l’Associazione Circolo Culturale "Carlo Ravasenga" con Roberto Bassa al pianoforte e Davide Besana al violino.

vconews.it

In vacanza in Albania, è la nuova meta trend dell'estate 2023

TIRANA - È un po' la scoperta degli ultimi due anni, complici la voglia tornare a viaggiare dopo la pandemia, il portafogli meno pieno, l'euro un po' indebolito verso gli altri mercati e oltre trenta aeroporti italiani collegati con Tirana: l'Albania è diventata una meta trend per gli italiani in cerca di nuove destinazioni per le vacanze.

Sono oltre 600mila i visitatori dal nostro paese che l'hanno scelta nel 2022 (+72% rispetto al 2021 e +30% sul 2019 pre-Covid) e già 310mila, il 57% in più rispetto allo stesso periodo di un anno fa, nei primi sei mesi dell'anno.

Ma come ha fatto questo piccolo paese a cavallo tra i Balcani e il Mediterraneo, fino a qualche anno fa noto soprattutto come luogo di emigrazione, a diventare una meta di viaggio ambita? "Ad attirare è la promessa di un bel mare, accessibile a prezzi equi. E poi il ricco patrimonio storico e culturale, in cui spiccano i siti patrimonio Unesco, le città-museo di Berati e Gjirokastra, la vivacità dei centri urbani, l'entroterra poco esplorato, prediletto dagli amanti dell'attività outdoor", spiega Benko Gjata, nato a Tirana, giornalista, accompagnatore turistico nazionale certificato ed esperto di turismo culturale, che ha fondato e dirige la non-profit Centro di Cultura Albanese e ha firmato con l'antropologo Francesco Vietti la recente guida turistica di Morellini e Feltrinelli dedicata all'Albania.
    "La prima guida l'ho scritta dodici anni fa, e ho faticato a trovare un editore. Sembra un'altra era ormai", sorride Gjata.
    "Certamente l'Albania costa meno rispetto all'Italia: io sono qui su una spiaggia della riviera ionica del mio paese, con i piedi a mollo: un ombrellone in prima fila con due lettini non supera i 10 euro al giorno. E il prezzo medio di un'orata alla griglia in questo tratto di costa, che comprende località come Saranda e Valona, va dai 10 ai 12 euro, un piatto di merluzzetti costa altrettanto, l'insalata 3 euro e la birra 2,50 euro serviti al tavolo nei ristorantini vista mare. Per un parcheggio in riva al mare si sborsano 3-4 euro al giorno, ma spesso i bagni te li mettono a disposizione gratis", racconta.
    Gjata, che vive e lavora a Torino ("sono 630mila gli albanesi che vivono a lavorano in Italia", spiega), non nasconde alcune criticità: "L'Albania non ha ancora le capacità materiali per far fronte a un turismo di massa. Teniamo presente che già due terzi delle nostre spiagge erano piene ad agosto anche prima, perché i popoli dei Balcani che non hanno sbocchi sul mare spesso le scelgono. E poi mancano le infrastrutture, prime fra tutte le autostrade, anche se sul litorale le strade statali sono in buono stato. E manca una scuola alberghiera in grado di formare personale qualificato. Spesso si va avanti con la buona volontà delle massaie". Senza dimenticare che in passato l'European Environmental Agency ha ritenuto di qualità "scarsa" la qualità dell'acqua nei siti di balneazione del Paese.
    I flussi turistici in entrata, comunque, sono in aumento "non solo dall'Italia, ma anche dalla Spagna e dall'Olanda - dice ancora Gjata - complice un programma, simile all'Isola dei Famosi, diffuso nei Paesi Bassi, con alcune puntate girate in Albania".
   

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Turismo Culturale Puglia sole, mare, buon cibo

puglia giorgia meloni sceglie tappe g7 
 AGI - Sole, mare, buon cibo. Ma anche storia, tradizioni e un sapere artigiano che si tramanda da secoli. Senza dimenticare le capacità d'innovare, tra aziende e startup che, dalla provincia di Foggia al Salento, hanno sempre trovato una casa fertile in cui trovare e coltivare talenti. La Puglia, tacco e sperone dello Stivale, è tornata da poche ore al centro delle attenzioni della politica internazionale. Giorgia Meloni l'ha scelta lo scorso maggio, durante un altro vertice a Hiroshima, come sede del prossimo G7, ma l'ha raggiunta, in queste ore, per alcuni sopralluoghi. La data dell'incontro tra i leader del mondo ancora non c'è ma è probabile che venga collocata nella seconda metà del mese di giugno del 2024. Le prime indiscrezioni sembrano favorire non una città in particolare ma un luogo, di particolare bellezza (e sicurezza) che possa raccontare al meglio le ricchezze di una Regione che da anni è una perla del turismo italiano. Le aspettative, del resto, sono altissime. Con la pandemia lasciata alle spalle e con l'estate che sta entrando nel vivo, il 2023 potrebbe registrare numeri record per gli arrivi dall'estero, i pernottamenti e le visite turistiche. Le previsioni dell’istituto Demoskopika, rilanciate dal portale della Regione, parla di 16,3 milioni di presenze (+10% rispetto al 2022), con oltre 4 milioni di arrivi (+10,6%). Gli aeroporti di bari e Brindisi hanno già fatto registrare, nei primi mesi dell'anno, numeri incoraggianti, destinati a crescere ancora in questi mesi. La spesa turistica stimata e prevista ammonta a 2.326 milioni di euro (+23,1%). L'offerta del resto è ricca, variegata ed eterogenea. Dai villaggi collinari da fiaba ai chilometri di costa mediterranea ricchi di bandiere blu, riconoscimenti ambientali e strutture di tutti i tipi e per tutte le tasche. A Bari, capoluogo portuale e centro di una sempre più vivace vita universitaria, risponde Lecce, con la sua architettura barocca e i collegamenti con i lidi salentini. E poi la Taranta, i dialetti, le feste e le sagre. Le mitiche bombette di carne o le orecchiette, uno dei piatti di pasta più amati anche all'estero. Un fil rouge che unisce musica e prodotti accompagnando il turista in un percorso unico e inimitabile. Claudio Santamaria e Francesca Barra, Marco Tardelli e Myrta Merlino. La Puglia è un punto di riferimento anche per le coppie, tra romanticismo, tramonti e cene a lume di candela con il mare sullo sfondo. Blanco, invece, è stato uno degli ultimi cantanti che si sono recati in Puglia per rendere omaggio alla statua di Domenico Modugno, uno dei padri della musica italiana, facendo una sorta di pellegrinaggio in quella che è considerata un'altra delle perle della regione, Polignano a Mare. Come Vasco rossi che ha trovato in Castellaneta Marina (Taranto), uno dei luoghi più adatti per ricaricare le batterie. Claudio Santamaria e Francesca Barra, Marco Tardelli e Myrta Merlino. La Puglia è un punto di riferimento anche per le coppie, tra romanticismo, tramonti e cene a lume di candela con il mare sullo sfondo. Blanco, invece, è stato uno degli ultimi cantanti che si sono recati in Puglia per rendere omaggio alla statua di Domenico Modugno, uno dei padri della musica italiana, facendo una sorta di pellegrinaggio in quella che è considerata un'altra delle perle della regione, Polignano a Mare. Come Vasco rossi che ha trovato in Castellaneta Marina (Taranto), uno dei luoghi più adatti per ricaricare le batterie. Tanti gli attori e i registi di primissimo piano che hanno speso parole d'amore in Puglia. Gerard Depardieu, Francis Ford Coppola, Hugh Jackman, George Clooney. Solo per fare qualche nome. Tutti fotografati in vacanza tra le vie delle città o su un comodo lettino, in spiaggia o a bordo piscina. Poi c'è chi sceglie addirittura di rimanere. Helen Mirren, ad esempio, ha scelto la campagna di Tiggiano, dove ha restaurato una masseria del Cinquecento in cui vive, per lunghi periodi, con il marito. Meryl Streep, invece, ha optato per Tricase, altro gioiello del Sud. Ronn Moss, infine, si è dedicato alle vigne diventando un vero imprenditore. Insomma, da anni la Puglia è meta di primissimo piano, ambita e desiderata, dell'estate italiana. E ora che i leader dei Paesi più potenti del mondo convergeranno, tra meno di un anno, verso i suoi lidi è lecito aspettarsi una ulteriore consacrazione per un terra che, da sempre, è orgogliosamente un simbolo delle meraviglie d'Italia.

Nell'antica dimora di Galileo Galilei una mostra da Guttuso a De Chirico

Scienza, natura e arte si incontrano in occasione di Spatium Galilaeus, iniziativa promossa dalla Tenuta Galileo, tra Perugia e Spoleto, antica dimora che ospitò un gruppo di scienziati olandesi seguaci dell'eliocentrismo, fra cui il celebre Galileo Galilei.

Fino al 31 luglio sono previste visite guidate per ammirare gli affreschi del '500 rinvenuti durante il restauro della tenuta e l’esposizione di opere d’arte di grandi maestri come Renato Guttuso, Giorgio De Chirico, Fausto Pirandello, Cipriano Mannucci e Giacomo Balla. Previsto uno spazio bar per un aperitivo al tramonto, circondato dal panorama.

Per i più piccoli sono previsti laboratori creativi appositamente in cui poter esplorare il mondo della scienza, dell'arte e della natura attraverso attività coinvolgenti e divertenti, stimolando la loro curiosità e fantasia.

Dall’11 al 31 luglio, la Tenuta ospita anche la Festa dei Girasoli che consentirà di passeggiare lungo distese di fiori e cogliere direttamente dal terreno i girasoli.
ansa.it




Turismo culturale, oltre 142 milioni di presenze nel 2022

Le favole, i supereroi, il villaggio western, i monumenti d'Italia: sono le quattro aree tematiche principali di Brick Art-L'arte dei mattoncini, mostra promossa da Next Exibition e in programma a Bologna, a palazzo Belloni, dal 6 luglio al 24 settembre. Mostra nella mostra sarà un'esposizione di stampe fine-art di personaggi famosi dell'arte, della musica e dello spettacolo che diventano omini Lego, dalla Gioconda ai Beatles, da Frida Kahlo a Maradona. Si sogna con milioni di mattoncini nell'area dedicata alle principesse delle favole, dalle fiabe classiche ai racconti più moderni: da Alice nel Paese delle Meraviglie alla Carica dei 101, da Biancaneve e la Sirenetta, fino alla Torre di Rapunzel e al Castello di Frozen, costruzioni alte oltre un metro. E si fantastica in compagnia dei supereroi più famosi con la SuperHeroes City e le armature Hulkbuster degli Avengers. Per i nostalgici il diorama western grande oltre tre metri, dove il pubblico potrà vedere la DeLorean, Doc e Marty di "Ritorno al Futuro" parte terza. Quarta sezione della mostra è la ricostruzione fedele di alcuni dei principali monumenti italiani: dalla Mole Antonelliana di Torino alla Torre di Pisa, dalla Lanterna di Genova al Faro di Capri, fino all'icona locale, la Torre degli Asinelli di Bologna, realizzata con oltre 3800 mattoncini. "Fuori programma" della mostra, una cattedrale anni '30 realizzata con oltre 25.000 mattoncini, la ricostruzione della giungla e della fattoria, i kit di collezionabili minifigures esposti con soggetti curiosi e mai visti dal grande pubblico, il palazzetto dello sport PalaBaskin nato per sensibilizzare il pubblico sulla disabilità e l'inclusione. (ansa.it).

Reportage. Isole Aran: poesia dai confini del mondo

Nell’isola ai confini del mondo è facile smarrire del tutto la concezione del tempo. Da quando il traghetto molla gli ormeggi dal porticciolo di Rossaveel, immerso nelle nebbie eterne del Connemara, l’orologio segna tre quarti d’ora di traversata per raggiungere Inishmore, la più grande delle isole Aran. Ma forse è un’illusione, perché in questa striscia di roccia calcarea sferzata dal vento e sperduta nell’Atlantico il tempo sembra essersi fermato. Gli abitanti più anziani la chiamano ancora Inis Mór, e ricordano l’epoca in cui era considerata l’ultima roccaforte della cultura gaelica contro l’anglicizzazione dell’Irlanda. Una terra che dette i natali al più grande poeta in lingua irlandese, Máirtín Ó Direáin, e poi allo scrittore Liam O’Flaherty, l’illustre esponente del Rinascimento irlandese che sull’isola ambientò molti suoi romanzi. Al volgere del XIX secolo vi mise piede per la prima volta anche un drammaturgo dai baffi cadenti e dall’aria malinconica che sarebbe diventato uno dei grandi del teatro irlandese, John Millington Synge. A Parigi aveva incontrato William Butler Yeats, di qualche anno più vecchio ma già famoso, che gli dette uno di quei consigli che rivoluzionano la vita di un uomo: vai alle isole Aran, ci troverai una vita non ancora espressa in letteratura.

Racconti di fate e testimonianze di vita semplice e tragica

Synge seguì il suggerimento del grande poeta e vi trascorse varie estati e autunni, intrecciando rapporti con gli abitanti, approfondendo la conoscenza del gaelico, raccogliendo racconti di fate e testimonianze di una vita semplice e tragica. Legò per sempre il suo nome a quest’ultimo lembo primitivo d’Irlanda e alle persone che ci vivevano divenendo il cantore dell’Irlanda rurale e primordiale, il drammaturgo paragonato ai greci per la profonda adesione al dolore umano. «Sono a Inishmore, seduto accanto a un fuoco di torba, e ascolto un mormorio in gaelico che sale da un piccolo pub verso la mia stanza», scrisse nell’incipit della sua raccolta di racconti Le isole Aran, pubblicata per la prima volta nel 1907. Tutte le sue opere teatrali sono ambientate o fortemente influenzate dal periodo che trascorse a Inishmore e in un’altra delle isole Aran, Inishman. Li descrisse come luoghi magici ma assai poco adatti per viverci, come avrebbe confermato anche un grande classico del documentario della prima metà del ’900, L’uomo di Aran del regista statunitense Robert Flaherty. Ancora oggi, è proprio ciò che manca a rendere Inishmore un’isola dal fascino senza tempo. Le macchine sono una rarità, ci si muove a piedi, in bicicletta o a bordo di piccoli pulmini guidati dagli abitanti. L’elettricità è arrivata soltanto negli anni ’70. Intorno al villaggio si scorgono poche casette colorate, due pub e poi i viottoli che serpeggiano fra ali basse di muretti di pietra a secco che disegnano strade e confini. Piccoli appezzamenti di pascolo, ampi spazi incontaminati e rovine di antichi monasteri che si ergono lontane dal frastuono degli uomini. « L’interesse supremo dell’isola – annotò ancora Synge - risiede nella strana concordia che esiste tra le persone e gli impersonali impulsi limitati ma potenti della natura che è intorno a loro». In questa terra ricca di leggende, di silenzio e di echi letterari e cinematografici vivono oggi poco più di settecento abitanti fieri della loro storia e delle loro tradizioni. Due secoli fa erano circa tre volte tanti ma poi le carestie dell’Ottocento e le durissime condizioni di vita avrebbero costretto molti di loro a partire per non fare più ritorno. Gli odierni abitanti sono dediti a un turismo lento, sostenibile e rispettoso dell’ecosistema naturale. Quelle che incrociamo sono persone ospitali che salutano ancora alzando tre dita della mano, quasi per benedire, come facevano gli antichi monaci che si rifugiarono qui a meditare in cerca di silenzio e di spiritualità.

Hollywood è tornata agli "Spiriti dell'isola"

Un anno fa Hollywood si è affacciata di nuovo: il regista britannico Martin McDonagh vi ha portato il set del suo film candidato a nove Oscar, Gli spiriti dell’isola. Poi i riflettori si sono spenti di nuovo e la vita è tornata a scorrere come prima. Visitare quest’isola, oggi, è come risalire alle radici di un’esistenza che coinvolge solo i principi fondamentali: il confronto con un territorio ancora selvaggio in un fazzoletto di terra immutato da secoli, il rude contatto con una natura violenta che supera ogni immaginazione e può mettere i brividi, il ricordo di una lotta impari con il mare che in passato vedeva quasi sempre l’uomo soccombere. «Molti sono stati inghiottiti dalle acque dell’oceano in tempesta, che in alcuni casi non hanno neanche restituito i loro corpi », racconta un artista locale, Cyril Flaherty, indicandoci una serie di monumenti allineati di fronte al mare e sormontati da piccole croci. Tristi cenotafi senza nome, eretti in memoria di questi Malavoglia del nord. È lui ad accompagnarci in un paesaggio lunare che evoca quadri, poesie e un passato leggendario. Un paesaggio solcato da torbiere, minuscoli rivoli d’acqua e un terreno che è una lastra di pietra naturale. «Coltivarlo potrebbe sembrare un’impresa impossibile ma la gente del posto ha imparato da secoli a rendere fertile anche la pietra, collocandoci sopra uno strato di sabbia e alghe marine», ci spiega. Nella parte settentrionale dell’isola, però, non si incontra anima viva. I sentieri di roccia si fanno sempre più impervi e cominciano a salire finché non si scorgono, quasi all’improvviso, i contorni del Dún Aengus, il più celebre dei forti preistorici delle isole Aran. Costruito durante l’Età del bronzo e risalente al I millennio a.C., è formato da una combinazione di quattro cinte murarie concentriche, con uno spessore che in alcuni punti raggiunge i quattro metri. In lontananza si avvertono rumori inquietanti che sembrano esplosioni. Solo all’interno delle mura ci si rende conto che il forte è affacciato su una scogliera di calcare a picco sull’Atlantico alta oltre un centinaio di metri. Quelle che sembravano esplosioni sono in realtà le onde che si infrangono violentemente sulla roccia. Dal promontorio l’oceano risuona cupo, non si può non provare un brivido di vertigine di fronte all’immensità della natura. A separarci dall’abisso non c’è neanche una spalliera di protezione.

Sulla scogliera le grotte dei druidi

Un tratto di scogliera sotto al Dún Aengus è stato denominato “Wormhole” (“buco del verme”) perché è formato da ampie grotte scavate nei secoli dall’incessante forza delle acque. La posizione del forte suggerisce che la sua funzione principale non fosse di natura militare bensì religiosa e cerimoniale. Si pensa che sia stato usato dai druidi, gli antichi sacerdoti dei Celti, per riti stagionali. Lo scrittore Liam O’Flaherty – che nacque qui nel 1896 – scrisse: «quest’isola ha il carattere e la personalità di un Dio muto. Si è intimoriti dalla sua presenza, si respira la sua aria. Su di essa aleggia un senso travolgente di grande, nobile tragedia. L’instabilità della vita nell’isola trasforma gli amici in nemici e i nemici in amici con sorprendente rapidità». Quasi una metafora della guerra civile, che anticipa la trama del film Gli spiriti dell’isola.

avvenire.it

- Segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone e Albana Ruci turismoculturale@yahoo.it

Le mostre del weekend da Carla Accardi a Joan Mirò

Dagli omaggi a Joan Mirò e Carla Accardi al focus sul kimono giapponese e sul ruolo degli astri nelle testimonianze preistoriche: sono alcune delle mostre che chiudono il mese di aprile.

TRIESTE - "Omaggio a Mirò", a cura di Achille Bonito Oliva, Maïthé Vallès-Bled e Vincenzo Sanfo, è in programma dal 29 aprile al 24 settembre al Museo Revoltella. Circa 80 opere tra dipinti, tempere, acquerelli, disegni, sculture e ceramiche provenienti da musei francesi e collezionisti privati, accanto a una serie di opere grafiche, libri e documenti e a una sezione multimediale compongono un percorso suddiviso per aree tematiche, nel quale sono raccontati sei decenni della vita e della carriera del grande artista surrealista.

VENEZIA - Al Museo Correr, dal 28 aprile al 29 ottobre, la mostra "Carla Accardi.

Gli anni Settanta: i Lenzuoli". A cura di Chiara Squarcina e Pier Paolo Pancotto, l'esposizione si pone come omaggio e non come mostra antologica, presentando, sotto forma di installazione, una selezione di lavori posti in dialogo con gli ambienti storici del museo. Si tratta di un numero ristretto di opere, raramente visibili ma, pur nella loro particolarità, del tutto indicative della ricerca dell'artista e, a loro modo, riassuntive del suo percorso creativo.

CASTELBUONO (PA) - "Dreaming Alcestis", ultima opera dell'artista e regista franco-inglese Beatrice Gibson, da anni residente a Palermo, arriva al Museo Civico di Castelbuono con una mostra-installazione a cura di Laura Barreca dal 23 aprile al 10 settembre. Co-diretto con il compagno regista Nick Gordon e scritto a quattro mani con la saggista e teorica culturale Maria Nadotti, "Dreaming Alcestis" (che entrerà nella collezione permanente del museo) evoca la protagonista dell'antico mito di Euripide come guida ancestrale, documentando in chiave onirica il trasferimento di Gibson e Gordon dalla Gran Bretagna post-Brexit in Sicilia.

CAPO DI PONTE (BS) - "Sotto lo stesso cielo. Europa 2500 - 1800 a.C." è la mostra in programma al MUPRE - Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica dal 29 aprile al 30 settembre. A cura di Marco Baioni, Claudia Mangani, Maria Giuseppina Ruggiero, il progetto indaga l'importanza che sole, luna e stelle ebbero nei culti e nell'iconografia dell'Età del Bronzo, il lungo momento preistorico (2500 - 1800 avanti Cristo). Tra le opere più pregevoli esposte c'è la "lunula" (piccola luna) d'oro, straordinario reperto rinvenuto a Blessington (Irlanda), datato 2400-2000 a.C. (tardo neolitico/inizio dell'età del bronzo), in prestito dal British Museum di Londra.

PRATO - AL Museo del Tessuto è allestita la mostra "Kimono - Riflessi d'arte tra Giappone e Occidente", dal 29 aprile al 19 novembre. Nel percorso cinquanta Kimono, tra maschili e femminili, della prima metà del '900 dell'esclusiva collezione privata Manavello che, insieme a xilografie, stampe, quadri e tessuti provenienti da importanti collezioni e da inedite raccolte del Museo del Tessuto, documentano l'evoluzione delle relazioni economiche e culturali tra Europa e Giappone che iniziano alla metà del Cinquecento ed arrivano nel tempo a contaminare i settori dell'arte e della moda di entrambi.

NOVENTA PADOVANA (PD) - A Villa Grimani Valmarana, dal 30 aprile al 21 maggio, la collettiva "Noli me tangere. Dell'inviolabilità del corpo", a cura di Barbara Codogno. Nel percorso le opere di Enrica Berselli, Greta Bisandola, Marta Czok, Ruggero D'Autilia, Tommaso Giusti, Maurizio L'Altrella, Nunzio Paci, Federica Poletti, Stefano Reolon, Silvia Patrono, Marco Strano, Roberta Ubaldi, Marco Vecchiato, Elisabetta Vignato si focalizzano sul tema della distanza come elemento fondante per "avvicinare" il corpo dell'altro. Uno spazio sacro che sancisce il rispetto, abolisce la presa e conferma l'inviolabilità dello spazio occupato dall'altro da sé. 

ansa.it

- Segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone e Albana Ruci 

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