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Lunedì dell'Angelo alla Tenuta della Landriana

A pochi chilometri da Roma, gli storici giardini della Landriana aprono le porte al pubblico per il lunedì di Pasquetta: patrimonio di architettura paesaggistica di raro pregio, il parco è stato recentemente rinnovato e riaperto in occasione della primavera. Durante il periodo di chiusura, infatti, sono stati realizzati importanti lavori di ringiovanimento delle piante, che si presentano ai visitatori in una veste completamente nuova e vivace.
L'oasi mediterranea nei pressi di Ardea, sulla costa laziale, viene consegnata al pubblico da una storia del tutto singolare, che intreccia il caso alla nascita di una profonda passione. Tutto ebbe inizio nel 1956, quando il marchese Gallarati Scotti e sua moglie, Lavinia Taverna, decisero di acquistare, ad un'asta giudiziaria, una proprietà rurale che chiamarono la "Landriana", in omaggio ad uno dei nomi della famiglia Taverna. Dopo aver piantato degli alberi per frenare i venti che soffiavano dal mare, un'amica di famiglia donò a Lavinia Taverna una bustina di semi e la marchesa, quasi per gioco, provò a seminarli. Il risultato dell'esperimento fu sensazionale: nacquero delle piantine e con esse un profondo amore di Lavinia verso il giardinaggio. La marchesa iniziò ad avvicinarsi al giardino con grande ardore, dedicandosi con estrema cura alla semina e allevando con amore le centinaia di piante nate grazie al suo attento lavoro nell'area che circondava la casa, senza seguire uno schema preciso. A dare una struttura al giardino fu in seguito l'architetto paesaggista Russell Page, che lo suddivise in spazi circoscritti dal disegno fortemente geometrico, attraverso la creazione di siepi e vialetti.
Alla sua morte, nel 1997, Lavinia Taverna ha lasciato al pubblico l'inestimabile patrimonio di un giardino moderno e unico in Italia, fatto di attente giustapposizioni, accurate potature, viali e camminamenti lastricati o in erba, schemi di colori armoniosi. Oggi la Landriana costituisce uno stimolo ed una fonte d'ispirazione preziosa per chiunque intenda avvicinarsi al giardinaggio, sia con un approccio poetico e riflessivo, sia con un'attitudine più concreta e scientifica.
Durante il lunedì di Pasquetta, visite guidate accompagneranno il pubblico alla scoperta degli angoli più suggestivi della tenuta di dieci ettari: la Valle delle Rose, il Viale Bianco, il Giardino degli Ulivi e il quieto Lago circondato dalle rose antiche che proprio in questa fase dell'anno regalano un magico scenario. Un punto ristoro nel cuore del parco permetterà di fermarsi per il pranzo. Le festività della nuova stagione ai giardini sul litorale laziale proseguono dal 24 al 26 aprile con il ventennale del flower show "Primavera alla Landriana": all'evento sono attesi circa 150 espositori internazionali che presenteranno non solo piante insolite e rare, come da sempre recita il claim della Landriana, ma anche soluzioni tra le più nuove e sostenibili per gestire giardini o balconi. Era l'aprile del 1995 quando la marchesa Lavinia Taverna decise di allestire nei suoi meravigliosi giardini mediterranei una delle prime mostre di fiori e piante in Italia: a distanza di vent'anni, i giardini della Landriana, oggi guidati da sua figlia Stefanina Aldobrandini, sono divenuti un punto di riferimento del florovivaismo di qualità e simbolo di un valore culturale fiorito nel tempo proprio come le sue piante.
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Da Nord a Sud nei luoghi dello street food italiano

 
Dai bretzel agli scartossi di pesse, dal lampredotto al pane ca meusa: la bella stagione è iniziata e la primavera mette voglia di trascorrere le prime giornate di sole all'aperto, magari gustando le prelibatezze dal nord al sud d'Italia.

Con l'occasione Casevacanza.it ha analizzato i prezzi disponibili sul portale per il periodo che va dal 21 marzo al 30 aprile 2015 e ha calcolato quanto spenderebbe a notte, in media, un gruppo di quattro persone.

Partendo dalle Dolomiti, il tour del cibo di strada comincia dai bretzel, i simpatici panini che si trovano nella provincia di Bolzano dalla curiosa forma attorcigliata: per una notte in casa vacanza qui si spendono mediamente 95 euro. Gli amanti della montagna a primavera, delle passeggiate e dell'aria pulita possono recarsi in Valtellina, dove una notte in casa vacanza costa un po' meno, 90 euro; dopo una lunga camminata fra i sentieri, niente di meglio che ristorarsi con gli sciatt, frittelle ripiene di formaggio tipiche di questa zona.
Rimanendo al Nord, ma spostandoci verso il mare, per le calli di Venezia sono molti i turisti che passeggiano tra le bellezze della città con in mano degli invitanti scartossi di pesse, i coni di carta ripieni di pesce fritto della laguna. Per questo succulento spuntino, e per le meraviglie dei canali, si deve essere disposti a spendere un po' di più: i prezzi medi, in questa stagione, ammontano a 150 euro a notte. Sempre sul mare, ma sull'altro versante dell'Italia, troviamo Recco, in provincia di Genova, e la sua celeberrima focaccia: qui i prezzi sono notevolmente più contenuti e per affittare una casa vacanze bastano 85 euro a notte.

A Firenze, spendendo 110 euro a notte, è possibile fare tappa presso uno dei botteghini che prepara il lampredotto: non proprio cibo da turisti, certo, ma un panino che racconta la storia e la vita dei fiorentini molto meglio di un libro. A Livorno si spende molto meno, 60 euro, per assaggiare il cinque e cinque, un tipico panino farcito con una sottile torta a base di ceci. Tra le proposte dei luoghi dello street food italiano non poteva mancare la piadina, uno dei nostri simboli gastronomici più conosciuti: una notte in una casa vacanze a Rimini, terra d'elezione per questo prodotto, costa mediamente 65 euro.
Per chi vuole visitare Roma in primavera e godersi i suoi capolavori prima che arrivi il grande caldo estivo, una notte costa mediamente 100 euro: immancabile la tappa in una delle gastronomie che preparano i famosi supplì o la pizza romana. Basta molto meno, 65 euro a notte, nella zona dei Castelli Romani: qui i panorami sono mozzafiato, tra boschi e laghetti che in primavera offrono il loro aspetto migliore, e per goderseli a pieno niente di meglio che un buon panino con la porchetta all'aria aperta.

Per gli amanti della carne, di quella appena arrostita e fumante, il Sud Italia offre molte possibilità in questi giorni di primavera: in Abruzzo, per esempio, a Pescara, si potrebbero andare ad assaggiare i famosi arrosticini senza spendere troppo per il soggiorno (70 euro a notte). La Puglia, invece, va citata con le bombette della valle d'Itria: a Cisternino, paesino in provincia di Brindisi, per assaggiare questi deliziosi involtini serviti nei coni di carta una notte in casa vacanze costa in media 85 euro. La Sicilia offre ben due località per chi ama i sapori forti della carne e vuole osare: Catania è molto famosa per le grigliate all'aria aperta in giro per la città e che offrono involtini e polpette di cavallo ("Arrusta e Mangia"). Nella città dell'elefante, una notte costa mediamente 60 euro; leggermente più alti i prezzi di Palermo, 70 euro a notte, dove la vera chicca è u pani ca meusa, un panino ripieno di milza cotta nello strutto, condita con limone e ricotta salata. Ma chi visita Palermo non può rinunciare al panino con le panelle e alle arancine (disponibili anche in versione "bomba").

Per chi alla carne preferisce i carboidrati, allora i posti giusti da visitare a Sud in primavera per assaggiare delle vere e proprie delizie a base di farina sono Bari e Napoli. Nel capoluogo pugliese una notte in case vacanza costa mediamente 65 euro e, oltre al giro della città e dei dintorni, si può godere della focaccia barese, una delizia croccante ai bordi e soffice al centro e ricoperta di pomodorini e olive. A Napoli, bellissima da visitare in primavera quando ancora non fa molto caldo, troviamo lo street food più famoso del mondo, un vero e proprio marchio del nostro Paese all'estero, la pizza. Per assaggiare quella vera e, perché no, anticiparla con uno spuntino "light" a base di zeppoline e montanare, servono 90 euro a notte.
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Enit, con Pasqua e Expo crescono gli arrivi da oltreoceano

L'onda lunga delle vacanze pasquali farà da traino ad una serie di appuntamenti in Italia per i quali si prevede una crescita sostenuta degli arrivi internazionali dai mercati d'oltreoceano, come India, Corea, Emirati Arabi, Cina, Usa e Canada, grazie anche al potenziamento dei voli intercontinentali e dei collegamenti ferroviari ad alta velocità. E' quanto emerge da un'indagine dell'Enit, realizzata in vista delle festività pasquali, su 154 tour operator stranieri presenti in 25 mercati internazionali.
In Europa rispondono bene il mercato inglese, francese e spagnolo, olandese, polacco, ungherese. Trend in salita anche per gli arrivi da Paesi lontani come Giappone, Australia e Argentina. Crescita più contenuta - secondo l'Enit - per l'incoming dai Paesi di area tedesca come Germania, Austria, Svizzera e Belgio, dai mercati nordici e dal Portogallo. I flussi turistici dalla Russia hanno subìto una consistente frenata e le previsioni per l'anno in corso sembrano essere le peggiori dell'ultimo ventennio. Anche la situazione economica del Brasile penalizza il turismo in entrata. Il 'sentiment' degli operatori intervistati dall'Enit è in linea di massima positivo anche in vista di Expo 2015 anche se ulteriori azioni di comunicazione, in particolare verso i potenziali turisti, potranno influire sull'aumento di visite per l'evento.
Le città d'arte rimangono il prodotto più venduto dai tour operator esteri, sia europei sia oltreoceano, nei pacchetti che hanno come destinazione l'Italia. Molto gettonati i laghi del Nord, le località del Sud e delle Isole (buone prospettive per Sicilia, Campania e Puglia). Trend in salita per il turismo religioso che coinvolge anche località di provincia, fuori dai consueti percorsi turistici, che conquistano sempre più punti nella graduatoria dei luoghi più visitati dagli stranieri. "Siamo di fronte ad un anno di svolta - commenta il commissario straordinario dell'Enit, Cristiano Radaelli - per Expo, per la grande serie di importanti eventi programmati e per la favorevole situazione dei cambi rispetto all'euro. È una grande opportunità e sono certo che il turismo potrà contribuire ancora più che in passato alla crescita economica del Paese".
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Carnevale Venezia, la festa dei sapori strizza occhio a Expo

ANSA) - VENEZIA, 24 GEN - Cibo, sapori ma anche storie e rituali culinari. Il Carnevale di Venezia prende per la gola i suoi partecipanti, con un 'menu' di appuntamenti che strizza l'occhio all'Expo di Milano e al tema dell'alimentazione. Il programma della manifestazione si dispiegherà in laguna, puntando sull'Arsenale per alleggerire Piazza San Marco, dal 31 gennaio al 17 febbraio.
   
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Firenze Mostra delle Icone Russe agli Uffizi 20 dicembre 2014 - 1 febbraio 2015

Mostra delle Icone Russe agli Uffizi 20 dicembre 2014 - 1 febbraio 2015

L’esposizione è il nuovo appuntamento del ciclo I mai visti, e presenta 81 icone di proprietà delle Gallerie Fiorentine, che costituiscono il più antico nucleo collezionistico di icone russe esistente fuori dal mondo ortodosso. Dal 20 dicembre 2014 al 1° febbraio 2015, la Sala delle Reali Poste del Museo fiorentino accoglie la mostra “Collezione delle icone russe agli Uffizi”.
La rassegna, ideata dalla Galleria degli Uffizi, promossa dall’Associazione Amici degli Uffizi e curata da Valentina Conticelli, Vincenzo Gobbo e Daniela Parenti, è parte integrante del ciclo ‘i mai visti’, che ogni anno offre al pubblico l’opportunità di approfondire temi legati ad opere poco note delle sue collezioni.
La mostra presenta 81 icone di proprietà delle Gallerie fiorentine, costituenti il più antico nucleo collezionistico di icone russe esistente al di fuori del mondo ortodosso.
I due esemplari più antichi, un’icona mariana e quella raffigurante la Decollazione del Battista, sono databili fra la fine del XVI secolo e l’inizio del XVII e conservano ancora la coperta d’argento, detta oklad, che li rendeva adatti al gusto principesco di casa Medici, trovando posto fin dal Seicento fra le suppellettili della cappella di Palazzo Pitti.
Ad eccezione, di pochi esemplari, tuttavia la collezione delle icone degli Uffizi giunse a Firenze in epoca lorenese e la maggior parte di esse appartengono alla prima metà del XVIII secolo; i caratteri stilistici che le accomunano sono tali da far supporre che possano essere state acquistate a gruppi in qualche bottega provinciale della Russia centrale. S’ignorano gli eventi che hanno portato questa raccolta a Firenze. Una scritta presente sul retro dell’icona con le Storie di Cristo porta a ipotizzare un legame con la chiesa ortodossa della Santissima Trinità di Livorno, la prima chiesa acattolica della Toscana, eretta alla fine del sesto decennio del XVIII secolo con il favore del granduca Francesco Stefano di Lorena.
“Sono grata agli Amici degli Uffizi e al personale della Direzione della Galleria – commenta il Soprintendente ad interim per il Polo Museale Fiorentino, Alessandra Marino – per la volontà di mantenere viva la tradizione dell’appuntamento espositivo di fine anno con ‘i mai visti’. Quest’anno i visitatori troveranno ad attenderli una serie di icone russe appartenenti alla Galleria e che, attraverso questa iniziativa, trova luogo e motivo per essere ammirata e apprezzata, a conferma del gusto collezionistico delle dinastie medicea e lorenese che ha attraversato i secoli ed è giunto sino a noi”.
“Da qualche mese - ricorda Antonio Natali, Direttore della Galleria degli Uffizi - è tornata agli Uffizi, dalla Galleria dell’Accademia, la collezione d’icone che intorno al 1782 era stata esposta da Luigi Lanzi e Giuseppe Pelli Bencivenni nel “Gabinetto di pitture antiche”, in una coabitazione con le tavole dei maestri operosi ai primordi dell’arte italiana che è emblematica d’una riscoperta critica per la quale è invalsa la formula di ‘fortuna dei primitivi’. L’esposizione riguarda un settore del patrimonio degli Uffizi ‘mai visto’ dai visitatori, ai quali sarà dato agio di conoscere una cultura antica e nuova”.
“È davvero un piacere - afferma Maria Vittoria Rimbotti, Presidente degli Amici degli Uffizi - presentare alla città la nostra strenna natalizia. Da oltre un decennio l’Associazione che ho l’onore di presiedere, partecipa attivamente all’organizzazione della mostra del ciclo de ‘i mai visti’, che propone aspetti della collezione del Museo poco noti e raramente esposti. Quest’anno - prosegue Maria Vittoria Rimbotti - l’attenzione si è focalizzata sulla più antica collezione di icone russe esistenti fuori dal mondo ortodosso di proprietà della Galleria degli Uffizi, che testimoniano il raffinato gusto collezionistico fiorentino, iniziato già in ambito mediceo e proseguito con la casata lorenese, attento a forme di espressione artistica di grande ricercatezza, nate e sviluppate in paesi e culture solo apparentemente lontane da quelle italiane”.
“Le icone russe - sottolinea Daniela Parenti - giunsero agli Uffizi da Palazzo Pitti nel corso della risistemazione della Galleria promossa da Pietro Leopoldo, che comportò lo spostamento di intere branche del collezionismo mediceo e il trasferimento di molti capolavori agli Uffizi dalle regge granducali. Le icone “greco-mosche” furono sistemate nel “Gabinetto di pitture antiche” come significative testimonianze della riscoperta delle antichità cristiane e della pittura delle origini, ed introducevano ai dipinti toscani a fondo oro come pure ai capisaldi del primo di Rinascimento di Angelico, Paolo Uccello, fino a Botticelli accanto a coppe paleocristiane, smalti e mosaici. Questo insolito, ma innovativo accostamento di opere “primitive” fu smantellato alla fine del XVIII per far posto a un diverso ordinamento e le icone russe furono relegate nella villa medicea di Castello, dove rimasero fino al XX secolo. Depositate quindi a Palazzo Pitti e poi alla Galleria dell’Accademia, tornano nuovamente agli Uffizi, in virtù degli spazi in accrescimento del progetto Nuovi Uffizi”.
“L’esposizione - dichiara Vincenzo Gobbo - dell’interessante gruppo d'icone russe si suddivide in tre sezioni che raggruppano le tavole dipinte aventi per tema il Cristo, la Madre di Dio e le diverse figure di santi che animano il credo ortodosso. Dal punto di vista artistico le icone della collezione fiorentina costituiscono un insieme eterogeneo all'interno del quale si trovano immagini sacre caratterizzate da una discreta qualità nella resa iconografica, a cui s'alternano quelle in cui lo stile 'popolare' è evidenziato da tratti più semplici e ingenui”.
Firenze, dicembre 2014
LA COLLEZIONE DELLE ICONE RUSSE AGLI UFFIZI
Firenze, Galleria degli Uffizi - Sala delle Reali Poste
20 dicembre 2014 - 1 febbraio 2015
Orari: da martedì a domenica, ore 10.00 - 17.00
Ingresso libero


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Israele, una nuova app fa viaggiare tra i tesori archeologici

I manoscritti del Mar Morto, una delle più importanti scoperte archeologiche del XX secolo, ma anche la Genesi, il racconto della creazione, i Dieci Comandamenti, i Salmi e altri 2000 antichissimi documenti. L'Israel Antiquities Authority ha lanciato la sua prima applicazione gratuita, Dig Quest, con giochi di archeologia e puzzle per bambini.

La nuova app, che introduce i bambini dai 7 agli 11 anni all'archeologia con una suite di giochi su trenta livelli, con bellissimi manufatti del tesori nazionali della Israel Antiquities Authority, trasforma l’iPhone o l'iPad in uno piccolo "strumento archeologico" e permette di giocare per affinare le proprie competenze, scoprire significati segreti, risolvere enigmi.

I giochi sono stati sviluppati in collaborazione con il team della Israel Antiquities Authority per dare un'idea di quello che gli archeologi fanno e come sperimentano l'emozione della scoperta e la creatività e le competenze coinvolte per risolvere i misteri del passato lontano.

I giocatori potranno scegliere tra due siti di uno scavo e ognuno di essi ha un gioco unico che mette il giocatore al posto di guida e richiede l'utilizzo di differenti competenze diverse archeologiche. La parte sporca deve essere eliminata al fine di scoprire un antico mosaico di epoca romana facendo seguito ad un gioco a quiz per individuare e classificare gli animali e gli oggetti del mosaico. Ogni sito dispone di scoperte che raccontano all'utente la storia dello scavo e dei manufatti scoperti.

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In Viaggio... Nella Patagonia dei ghiacciai e dei pinguini

di Michele Galvan

Azzurro e grigio in ogni sfumatura, distese smisurate spazzate dal vento, ghiacci e montagne di granito. La Patagonia argentina fa pensare al mondo com'era prima della comparsa dell'uomo.


Una natura assoluta, a cui bisogna avvicinarsi con spirito d'adattamento. Iniziando dalle distanze, che tra una 'estancia' e l'altra (le fattorie degli allevatori) possono essere di centinaia di chilometri. Sulla Ruta 40 - la mitica strada che la attraversa da Nord a Sud - si può guidare per mezzora e più senza incontrare anima viva, eccetto i gruppi di guanachi al pascolo, o gli altri animali (volpi, nandù, armadilli) che in queste brulle pianure vivono in libertà. Non è raro osservare i condor in volo.


La Patagonia è un continente nel continente, quello Sud Americano, lontano 14mila km da Roma e vasto 900mila km quadrati. Negli ultimi anni ha scalato la classifica tra le mete extraeuropee preferite dai turisti italiani. Soprattutto i più 'avventurosi'. Perchè questa enorme regione attraversata dalle Ande, che si specchia su due Oceani (l'Atlantico e il Pacifico), e conta migliaia di laghi e lagune glaciali, va vissuta soprattutto a piedi, nei trekking, per assorbirne l'essenza.


Esistono pacchetti di viaggio confezionati per ogni esigenza. Un tour patagonico 'mordi e fuggi' può essere affrontato in 15 giorni; un viaggio di tre settimane consente di godere di quasi tutte le maggiori attrattive delle terre magellaniche: dalla 'pinguinera' di Punta Tombo - mezzo milione di pinguini di Magellano, la più vasta al mondo - alle balene franche e i leoni marini di Puerto Piramide, nella penisola di Valdes, provincia di Chubut; dalle valli e i ghiacciai della provincia di Santa Cruz, con il bellissimo Parco Nazionale de Los Glaciares, che ha nel Perito Moreno la star indiscussa, alla Terra del Fuoco, Ushuaia, la cittadina posta alla 'fine del mondo'.

L'emozione di chi arriva per la prima volta nel piccolo villaggio alpinistico di El Chalten, nel cuore della regione dei trekking, ancora oggi non è diversa da quella che deve aver provato arrivando in questi luoghi Bruce Chatwin: il cielo azzurro viene squarciato d'improvviso dal Fitz-Roy, dal Poincenot, dal Cerro Torre e dalle altre guglie innevate più spettacolari della Patagonia. Bellezza da togliere il fiato.
   
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Capodanno: 4,2 mln in vacanza, +5% rispetto al 2013... ma la metà alloggia in casa propria o di amici

Sono oltre 4 milioni gli italiani che trascorreranno il Capodanno in vacanza con un aumento stimato pari al 5% sul 2013 ma piu' della metà alloggerà in case di proprietà, di parenti o amici. Emerge da un'indagine Coldiretti/Ixe' secondo cui il 78% dei vacanzieri resterà in Italia.
    Oltre la metà (59%) spenderà meno di 500 euro a persona e il 23% tra i 500 euro e 750 a persona. La tendenza è per una vacanza breve con il 37% dei vacanzieri che trascorrerà fuori casa meno di tre giorni. Il 46%, invece, resterà da tre giorni a una settimana lontano dalle mura domestiche durante le festività di fine anno. C'è pero' anche un 15% di vacanzieri che si puo' permettere di restare fuori da una settimana a quindici giorni.
   
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Suggerimenti (con un occhio attento al portafoglio) per partire a San Silvestro. Vicino o lontano, in montagna o nel deserto, in città o al mare...

La prima a festeggiare sarà l'isola di Kiritimati, nell'Oceano Pacifico. Le ultime a salutare il 2014 saranno le Isole Samoa, a Sud del Pacifico. Si fa presto a dire Capodanno, ma quanti sanno che in Russia solo alla mezza si aprono le finestre per far entrare l'anno nuovo? Che in Giappone si beve sakè nei templi, mentre il gong annuncia il 2015? Che in Estonia si fanno sette cenoni per conquistare la forza di sette uomini? E che a Madrid (e dintorni) a mezzanotte è di buon auspicio mangiare dodici acini d'uva? Mentre nelle Filippine si assaggiano dodici frutti diversi, uno per ogni mese? 

Posto che vai, tradizione che trovi. Saranno molti gli italiani ad assaggiare altre culture partendo per Capodanno. Tanti hanno scelto la loro vacanza online: secondo i dati forniti dallo European Digital Behaviour-Study 2014 - sono ben 2 milioni e mezzo i digital traveller, hanno un'età media di 39 anni, e hanno speso circa 580 euro a testa per partire quest'anno. Per volare all'altro capo del mondo o dietro l'angolo. Per una vacanza a tutto relax immersi nella campagna, in un paradiso tropicale o in una capitale alla moda. Con la famiglia, in coppia, con gli amici di sempre, persino da soli. 

Con un occhio al portafogli e l'altro al tempo a disposizione, sono tante le proposte, vicine o lontane, per trasformare questo Capodanno in un'esperienza speciale. Ecco una selezione, per ogni esigenza e tasca. Partiamo dall'Italia. A Roma saranno in migliaia a correre via, letteralmente, dal 2014: partirà alle tre del pomeriggio, infatti, la WeRun Rome, la maratona (promossa da Nike) lunga dieci chilometri e aperta a tutti (ci si iscrive fino al 30 dicembre su Nike. com/WeRunRome), che porterà a scoprire i posti più suggestivi della città. E la sera, per chi ne avesse ancora le forze, l'appuntamento è con la movida al party Amore 015, il grande evento di musica elettronica che animerà la Capitale per ben tre giorni, dal 30 dicembre al primo gennaio, con una staffetta di cinquanta dj da tutto il mondo, da Richie Hawtin a Villalobos (per tre giorni, ingresso ai party più soggiorno al 
Marriott Park Hotel, 399 euro). 

Per chi preferisce il fascino di una grande e sfavillante metropoli, la meta è senz'altro New York. "Voglio svegliarmi in una città che non dorme mai", diceva Frank Sinatra. Specie a Capodanno. Tanti gli eventi: tra gli appuntamenti più ambiti c'è il live di Elton John al Barclays Center, Brooklyn, e a Times Square Taylor Swift canterà per il New Year'sRockin'Eve aspettando il Ball Drop, la tradizionale discesa della sfera a mezzanotte, che segna l'arrivo dell'anno nuovo. E per i più modaioli, il party è al Le Bain club, che organizza una serata con musica dal vivo e vista mozzafiato sulla città (The Lowell offre il pacchetto Happy New Year: bottiglia di Veuve Clicquot con fragole al cioccolato, tre notti in suite e brunch per il primo dell'anno, da 816 euro). 

Troppo caos? Un'ottima cucina e lo spettacolo dei fuochi d'artificio, immersi nella campagna umbra sono un'alternativa. Nell'incanto delle valli di Torgiano
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Turismo Viaggi Mercatini, cucina e concerti: Natale a Vienna resta da favola

di Alessandra Rotili

 Il bacio di Klimt con vista sulle luminarie del Belvedere, il grande albero della Rathaus e quello del castello di Schonbrunn, l’odore della cannella che evapora dall’apfel punch e quello dello zenzero del panpepato. E ancora la musica che risuona nelle tante chiese sparse in ogni angolo e che si prepara al gran concerto di Capodanno. A Vienna il Natale è ancora da fiaba: la capitale austriaca, perla di quel regno asburgico sfarzoso quanto malinconico, per la magia dell’Avvento trasforma piazze, vicoli e luoghi di interesse culturali, in un trionfo di luci, colori e profumi. Il clima rigido e piovoso non toglie fascino alla città che aspettando il 25 dicembre accoglie i turisti al top della forma: in versione natalizia il fascino infatti aumenta, e non a caso le visite in questo periodo registrano il boom.

Complici quei mercatini di Natale diventati quasi un luogo di culto: il più imponente è quello che domina la piazza davanti al Municipio, con le grandi decorazioni rosse che danno il benvenuto sulla Ringstrasse. Entrati ci si può perdere tra i duecento chioschi di legno accuratamente addobbati dove dolci e bevande calde si mescolano a wurstel e pane nero, campanelle di vetro, angeli di porcellana, stelle di cannella e mandarini essiccati. Più piccolo, ma incastonato tra alcuni dei musei di pregio della città, c’è quello di Maria-Theresien Platz, che offre una pausa gradevolissima ai visitatori delle belle arti e di storia naturale. In un luogo privilegiato, sulla collina del Belvedere, il villaggio allestito fuori al castello che ospita la pinacoteca custode di alcuni dei gioielli di Klimt, prolunga la magia vissuta davanti alle oniriche tele del pittore viennese. Qui soprattutto di sera l’atmosfera barocca è inimitabile.

Come quella che offre il mercatino di Schonbrunn, la residenza estiva degli imperatori di un tempo: la reggia che fu teatro dell’amore tormentato tra l’imperatore Francesco Giuseppe e sua moglie Elisabetta, troneggia dietro l’albero illuminato e ‘abbraccia’ il mercatino dove tra artigianato e cibo si può assistere a concerti in perfetto Christmas style e anche allo showcooking dei maestri pasticcieri alle prese con lo strudel. E c’è tantissimo Natale anche nel cuore della città: tra le vie lastricate, con le ore scandite dalle campane della Stephansdom e le fette di Sacher gustate come un rito sotto le luci soffuse dell’Hotel-caffè che a questa torta ha dato vita, le luminarie e i mercatini impazzano: pochi stand, con le carrozze sullo sfondo, nell’allestimento che costeggia la piazza che prende il nome dalla gotica cattedrale.

Tutto bianco invece quello che si stende davanti alla Hofburg, il palazzo di città degli imperatori: fuori bancarelle candide, dentro la collezione monstre di argenteria degli Asburgo e il museo dedicato alla principessa Sissi. Anche i giardini di Karlsplatz davanti all’imponente chiesa dalla grande cupola ospitano il mercato con ampi spazi dedicati ai bambini, o le vie di Spiettelberg dove trionfano l’arte e l’artigianato. Ma anche in questo Natale Vienna non declina certo al suo ruolo di regina della musica: non ci sono solo i concerti per turisti propinati in strada da giovani in costume d’epoca, camminando per le vie dell’Inner Stadt, il cuore della città, ci si può infilare nella Augustinerkirche, già teatro delle nozze imperiali tra Francesco Giuseppe e Sissi e ascoltare rapiti dall’atmosfera, la Messa a quattro voci da cappella di Claudio Monteverdi. A Vienna il Natale è così.
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Estland e Turismo Serbia insieme per presentare la destinazione


La Serbia ha un potenziale turistico vario ed interessante, ancora poco conosciuto dal pubblico italiano. Per questo il tour operator Estland, l’ente del turismo, Air Serbia e ad un operatore serbo hanno deciso di organizzare domani un evento a Roma per presentare la destinazione agli agenti di viaggio ed alla stampa di settore. «La destinazione è l’ideale per il turismo storico culturale – ha spiegato Ezio Biagioli, titolare di Estland -. La Serbia è molto per la ricca storia e dal punto di vista paesaggistico, con i monasteri ortodossi, i fiumi che la attraversano, il divertimento all’avagnguardia di Belgrado. Abbiamo un catalogo monotematico sulla Serbia, che proponiamo sia sola che anche abbinata ai paesi limitrofi: Montenegro,  Macedonia, Albania. Il programma classico è quello che passa per Belgrado e Novi Sad».
in travelquotidiano.com

Musei: da Pompei a Brera, domenica torna apertura gratuita 7/12 in tutti i luoghi di cultura dello Stato

(ANSA)- ROMA, 5 DIC - I templi di Paestum, gli scavi di Pompei, la villa dei Papiri a Ercolano. Ma anche il mausoleo di Teodorico a Ravenna, Palazzo Barberini a Roma, la Pinacoteca di Brera a Milano, solo per citarne alcuni. Domenica 7/12 torna l'apertura gratuita in tutti i musei e luoghi di cultura dello Stato. E l'occasione è doppia per la concomitanza della giornata nazionale dedicata all'archeologia, patrimonio e restauro, con appuntamenti in tutta Italia.
   
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Amsterdam. Un inverno da gourmet. Un itinerario inusuale attraverso la città olandese, un piccolo eden per gli amanti del buon gusto e della lentezza

C'è chi ci va per gli intramontabili coffeshop, chi invece per la zona a luci rosse, Amsterdam è da sempre la capitale della trasgressione e il suo centro, per intenderci il dedalo di strette stradine e canali a sud della stazione centrale, seppur indelebilmente rovinato dal turismo di massa, rimane la meta ideale di gruppi di giovani, e meno giovani, in cerca di divertimento.  

Ma Amsterdam non è solo questo. Appena fuori dal centro turistico, appena superato il Singel, Amsterdam diventa meno frenetica, le luci si abbassano, le vampate di cannabis si disperdono nella tranquillità dei canali, gli stessi coffeshop diventano luoghi più rilassati, frequentati per lo più da olandesi, e ai negozi di paccottiglia varia si sostituiscono gallerie d'arte, negozi di vinili e cd,  gastronomie ed enoteche. 

Ed è proprio l'aspetto enogastronomico a rendere Amsterdam, al momento, una delle mete più interessanti per i gourmet di tutto il mondo. Nonostante l'Olanda non sia di certo un Paese con una forte tradizione culinaria, negli ultimi anni, soprattutto ad Amsterdam, si è potuto assistere ad un fiorire di ristoranti di assoluto livello e di botteghe del gusto che, dal cioccolato al formaggio, dal vino al sale, hanno contribuito a instillare nell'animo degli olandesi un forte interesse nei confronti dell'enogastronomia. Se i negozi di formaggi olandesi proliferano (uno dei migliori è senz'altro Tromp), non sono da meno le decine di cioccolaterie che propongono dolci e tavolette con fave di cacao provenienti dai quattro angoli del mondo (Urban Cacao e Chocolatl). Improvvisamente gli olandesi sembrano aver scoperto un interesse quasi viscerali nei confronti del buon cibo, ancor meglio se "organic". Un po' salutisti, un po' radical chic, si ritrovano tra i banchi del Noordermarkt, il sabato mattina nel bel quartiere Jordaan, a scegliere tra funghi "bio", pesce non di allevamento, pane fatto con farine integrali, mieli di apicoltori della regione e verdure dei contadini a km 0. Ecco così che anche i ristoranti si adeguano e sempre di più propongono una cucina di qualità, aperta all'innovazione e alla sperimentazione, con materie prime selezionate e sempre più spesso provenienti da produzioni biologiche. I due esempi più interessanti sono certamente il ristorante 
Bak , realizzato in un edifico industriale a ovest della stazione centrale, e il De Kas, fuori dal centro e impreziosito da una serra che permette di coltivare e utilizzare prodotti di produzione propria. Di assoluto livello anche ilLastage. Altro luogo da visitare per i gourmet è l'Albert Cuypmarkt, nel vivace quartiere De Pijp, dietro la fabbrica dell'Heineken e vicino al bel Sarphati Park. Qui caffetterie con chicchi solamente brasiliani si alternano a taverne spagnole dove mangiare jamon tagliato al coltello, e i pescivendoli sfamano studenti universitari, e turisti, a suon di merluzzo fritto e panini con lo sgombro.

Detto del cibo, l'anima di Amsterdam vibra anche a suon di musica e arte. Il jazz scorre nelle vene della città e sono numerosi i festival che vengono organizzati nel corso dell'anno. Alcune delle migliori jam session si possono ascoltare al North Sea Jazz Club, nel cuore del Westerpark, mentre per gli amanti del cantautorato un appuntamento fisso è quello della domenica pomeriggio, solitamente a partire dalle 16, al Concerto Koffie, il bar del più grande e noto negozio di vinili e cd della città, che vede ogni settimana musica live tra cappuccini e cioccolate calde. Fare l'elenco dei club e dei locali sarebbe un lavoro infinito, basti dire che il Paradiso è sempre vivo e vegeto e gode di ottima salute. 

L'arte, poi. Le gallerie spuntano come funghi, a Jordaan, de Pijp, Oude West e Zuid, eventi, presentazioni e appuntamenti si susseguono sparsi per tutta la città, in alcune delle più suggestive location di Amsterdam. Del Rijksmuseum e del Van Gogh Museum è inutile stare a parlare, valgono il viaggio da soli. Lo Stedelijk, dedicato all'arte contemporanea e al design, ospita mostre che richiamano un pubblico internazionale, l'ultima, fino al 4 gennaio 2015, dedicata a Marlene Dumas, mentre poco noto, al di fuori degli addetti ai lavori, è il Foam, il museo della fotografia di Amsterdam, che rappresenta un'eccellenza mondiale, con esposizioni importanti come quella dedicata a Vivian Maier e a JH Engstrom, workshop, e produzioni editoriali che sono tra le più interessanti nel panorama della fotografia contemporanea. 

Quindi, coffeshop e vetrine rosse a parte, una volta ad Amsterdam provate a superare il Singel, immergetevi nel Jordaan e nel De Pijp, perdetevi a Vondelpark e a Westerpark, scoprirete una città vibrante ma non eccessiva, elegante ma interessante e vivace. Tra cene gourmet e jam session sarà possibile iniziare ad apprezzarla da un altro punto di vista.
di Tommaso Clavarino  - repubblica.viaggi.it

Natale: italiani non più solo a casa, chi può va lontano Nonostante crisi e Ebola, boom mercatini e villaggi vacanze

di Cinzia Conti
Moltissimi saranno fermati dalla crisi che continua a martoriare gli stipendi, parecchi saranno spaventati da Ebola, qualcun altro rinuncerà ad andare a sciare visto il caldo un po' innaturale ma basta con lo stereotipo degli italiani tutti in casa, raccolti attorno alla tavola, come in una scena di Ogni maledetto Natale. Certo in molti dovranno rinunciare come conferma il continuo calo dell'indice di fiducia del viaggiatore italiano di Confturismo-Confcommercio (ora a 55 su 100), che nell'ultima rilevazione è sceso per la prima volta addirittura nell'area di "insufficienza". Ma confrontando i primi dati delle prenotazioni, le ricerche fatte on line e i sondaggi ci fa può fare un'idea, seppur parziale: chi può partirà e in qualche caso andrà lontano e, forse a causa dell'orrida estate appena trascorsa, è gettonatissimo "il sole d'inverno".

DISPOSTI ANCHE A 9 ORE DI VIAGGI PER META DEI SOGNI - Una vacanza rilassante - secondo un sondaggio di Turkish Airlines prima compagnia aerea al mondo per numero di nazioni e di destinazioni internazionali raggiunte - è una priorità per gli italiani (nel 46% dei casi) e il 43% dei connazionali sono disposti a volare anche fino a 9 ore verso la meta delle vacanze anche sempre strettamente legati agli affetti familiari, viaggiando con genitori o figli nel 42% dei casi o con il partner nel 35% dei casi.

PASSIONE SOLE D'INVERNO, +32% NEI VILLAGGI VACANZE - Durante le prossime feste si cerca volentieri il sole d'inverno, data anche la presenza di molte mete low cost da Fuerteventura a Goa. Secondo Veratour le partenze di Natale, Capodanno ed Epifania per i villaggi vacanze registrano un +32%, Canarie e Mar Rosso in testa. La conferma sembra arrivare anche da un'analisi effettuata da Skyscanner: in testa alla classifica delle mete che stanno avendo i maggiori incrementi di ricerche online rispetto al 2013 per Natale troviamo Sharm El Sheikh con un +92%, poi Cancun con un +87%, seguita da Havana con un +84%: tre località calde quindi e con spiagge al massimo a 6 ore di aereo dall'Italia. Molto ricercate anche le crociere: Costa e Msc, che presentano una la nuova ammiraglia Costa Diadema, l'altra la Msc Armonia allungata e ristrutturata, si scatenano nelle proposte natalizie dai menù stellati (di Massimo Bottura e Carlo Cracco) alla possibilità di assistere alla messa a San Pietro o di visitare San Gregorio Armeno.

BOOM DEI MERCATINI DI NATALE SPERANDO NELLA NEVE - La montagna resta una delle mete preferite per almeno la metà degli italiani in partenza e, anche se la neve si sta facendo attendere mandando in tilt operatori e gestori, l'Osservatorio turistico della montagna italiana prevede un incremento del 3,8% di presenze rispetto allo scorso anno, soprattutto nelle destinazioni top. Continua invece la cavalcata trionfale dei mercatini di Natale che da appuntamenti tipici sono diventati un must: quest'anno nel Belpaese toccheranno quota 574 e verranno visitati, secondo una ricerca di Jfc Tourism & Management, da quasi 12 milioni di italiani.
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Qualità-prezzo hotel ecco chi ha vinto

Trivago ha pubblicato proprio in questi giorni il Best Value City Index 2015, un indice nel quale viene valutato ilrapporto qualità-prezzo degli hotel in ben cento località turistiche in tutto il mondo. Mostar è la località più soddisfacente, ovvero quella con il miglior rapporto qualità prezzo. Dall'indice emergono come mete adatte a una vacanza città generalmente poco toccate dal turismo di massa, ma anche località abbastanza famose nei quali gli hotel possono risultare, al di là del prezzo finale, sicuramente soddisfacenti per gli ospiti.
L'albergo, d'altra parte, è quasi sempre un elemento decisivo per valutare la bontà della vacanza. Strutture bellissime e economiche, o strutture care e dai pessimi servizi, sono tanti gli estremi che condizionano il pernottamento e, di conseguenza, anche le valutazioni delle città visitate.
Mostar, la città che guida l'Indice, ha conosciuto i flussi benefici del turismo solo da qualche anno, complice la situazione geopolitica. Il bellissimo comune della Bosnia-Erzegovina, il cui ponte simbolo venne abbattuto nel corso della guerra civile del 1992-1995 (che fece quasi centomila morti tra soldati e civili) e prontamente ricostruito, è risultata "soddisfacente" per oltre il 97% dei turisti, che con un costo medio inferiore ai 50 euro a notte e una qualità piuttosto alta, risulta essere in cima alla classifica.
Al secondo e terzo posto due località conosciute, ma non troppo: Novi Sad, in Serbia, e Lijang (Cina), che raccolgono un consenso tra il 96% e il 97% con costi per notte che non superano i 65 euro. In top 10 anche Plovdiv, che sarà Capitale europea della cultura nel 2019 insieme a Matera, e Szeged, in Ungheria (soddisfazione al 96% e costi inferiori a 60 euro).
Dalla quarta alla decima posizione si viaggia per tutto il mondo, passando dall'India alla Russia (o meglio, l'exclave di Kaliningrad) e fino al Marocco, mentre per trovare dei comuni italiani bisogna scendere abbastanza. Il Bel Paese è rappresentato, e questa è una notizia rilevante, da tre città del Sud: Lecce ed Alberobello, in Puglia, e Pompei in Campania. Le bellissime mete turistiche italiche si difendono degnamente, conquistando una soddisfazione media del 95%, con costi che variano dai 65 euro di Pompei ai 93 di Alberobello, prezzi questi giustificati dall'alta valenza turistica dei luoghi. Si tratta di un "upgrade" rispetto al 2014, quando a comparire nella classifica era solo San Giovanni Rotondo, città molto frequentata come meta di pellegrinaggio per la presenza del santuario di San Pio da Pietrelcina.
Giulia Eremita, marketing manager di Trivago, spiega che la classifica tiene in considerazione le sole destinazioni con un rating uguale o superiore a 89/100, e che l'Italia in tal senso si posiziona a pari numero con Grecia, Canada, Germania e Stati Uniti, mentre ad esempio la Francia ne registra solo due. La classifica non fa riferimento specifico agli stati, ma alla singola città e alla sua offerta turistico-alberghiera, toccando luoghi tradizionalmente poco visitati, ma che in questo modo possono ricevere un impulso turistico maggiore.

Stoccolma, aspettando il Capodanno tra i mercatini

di Eugenia Romanelli

Chi non ha mai visitato Stoccolma può recuperare quest’anno. Il dicembre 2014 infatti si preannuncia come vera eccellenza europea, con il suo culmine a Natale e Capodanno. Il periodo delle festività natalizie in Svezia è un momento notoriamente suggestivo già di suo: candele illuminate in ogni finestra, decorazioni e luminare per le strade del centro, vin brûlé a ogni angolo. Per non parlare della festa di Santa Lucia, il 13 dicembre, per gli svedesi ben più importante del 25.

Ma il 2014 preannuncia una maratona no-stop lungo tutto il mese tra i mercatini più belli d’Europa, con molte novità. E’ Skansen il quartiere più animato, una specie di museo all’aperto, di sicuro il più grande del mondo. Fondato nel 1891, si trova sull’isola di Djurgården, una delle 14 che formano Stoccolma. E’ una perfetta ricostruzione di cinque secoli di storia e cultura svedesi, e, tra antiche case e fattorie, personaggi in abiti d’epoca danno dimostrazioni degli antichi mestieri. In 4 case d’epoca si metteno addirittura in scena gli antichi pranzi di Natale di famiglie di classi sociali diverse. Proprio in questo scenario è allestito, dal 1903, il più grande mercato natalizio della Svezia: tra decorazioni, ricami, spezie, essenze, pelletterie, artigianato di ogni genere, giocattoli, vetri soffiati, e altri manufatti lepponi, svettano le prelibatezze locali come gelatine, confetture, marmellate, tacchino affumicato, fette biscottate e pane di ogni tipo, marzapane, senape fatta a mano e altre golosità.

Deliziose le 150 casette che ospitano le bancarelle, vero divertimento di ogni bambino. Il Kungstradgarden (il giardino dei re) è il mercatino del parco più centrale della città, nella cosiddetta city, punto di incontro dei cittadini di Stoccolma. Si può scegliere se pattinare nella suggestiva pista di ghiaccio aperta fino a notte fonda, se fare incetta di candele di tutti i tipi, o abboffarsi di muffin. Sui palchi allestiti dentro il parco, inoltre, ad ogni ora suonano gruppi live. Di notevole livello in particolare i concerti di musiche natalizie in St. Jakobs al Kungstradgarden e nella cattedrale Storkyrkan. Un altro mercato, sicuramente il più pittoresco, è quello nella Gamla Stan, la città vecchia di Stoccolma.

Fondato nel 1915, si trova sull’isola di Stadsholmen, nella storica Stortorget, una piazza in ciottolato circondata da palazzi settecenteschi tutti colorati. Un vero spettacolo di arte, storia e cultura. Le bancarelle vendono soprattutto ceramiche, ma anche maglieria, spazzole, candele e ferri battuti. Anche qui non mancano le specialità gastronomiche, e soprattutto le salsicce affumicate, le mandorle arrostite, il pepparkakor (panpepato) e le lussebullar (paste allo zafferano con uva sultanina). Anche il vino fa da protagonista: tipicissimo è lo glogg (vino speziato caldo più forte del vin brulè). Come ogni mercatino di Stoccolma, anche questo non è turistico ma frequentato dai cittadini che vi si recano per trovare gli ingredienti dello Julbord, il buffet di Natale alla svedese: si trovano in fatti sia il Rokt Renstek (arrosto di renna affumicato), sia il prosciutto speziato al forno, sia il farfiol (coscia di agnello), sia il lax, salmone affumicato, l’al (anguilla), tutte le spezie, la senape e la marmellata di more selvatiche e miele. I radical chic preferiscono tuttavia Hovstallet, il mercatino nelle suderie dei giardini reali di Rosendal, sull’isola di Djurgarden: molto esclusivo, si trovano oggetti da collezione di grande stile e cibarie biologiche.

Chi volesse pranzare o cenare, può anche sedersi nella superba serra e ordinare qualche specialità bio e ecologica locale e un eccellente glogg. Infine, unico nel suo genere, il mercatino artistico: espongono gli studenti delle famosissime scuole di design svedesi: niente di tradizionale, siamo nel girone della pura contemporaneità. Il 13 dicembre è la vera data da non perdere a Stoccolma: fin dal Settecento, si festeggia Santa Lucia, simbolo della luce (nella giornata più buia dell’anno), la più celebrata. Frotte di bambine vestono di bianco e indossano una coroncina di candele sul capo: lo spettacolo, nel buio pece di Stoccolma, è davvero straordinario. Una giovane, ogni anno, viene eletta per impersonare la Santa, e deve farlo H24, in ogni momento della sue giornata, in casa e pubblicamente. In corteo è accompagnata da folletti, damigelle e paggetti per donare i tradizionali biscotti allo zafferano e allo zenzero a chi segue la processione. Il rito si ripete ogni giorno fino al 16 dicembre, anche nelle chiese, scuole, ospedali e nei luoghi di lavoro.

Infine il Capodanno: la festa a Skansen viene trasmessa in diretta Tv e gli svedesi restano incollati allo schermo fino alla fine. Cori, orchestre, concerti, fuochi d’artificio, trasformano il quartiere in una specie di discoteca a cielo aperto. Anche Stureplan è molto animato, vero concentrato di giovani che pendolano in discoteche, bar, pub e locali, tra cui i celeberrimi Laroy, Spy Bar, Sturecompagniet, Hell's Kitchen, Ambassadeur, White Room, Berns e Le Bon Palais: i Dj set del prossimo Capodanno saranno con feste e DJ set.
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Neve italiana. La guida low cost

di Lucia Galli

L'apertura della stagione dello sci è alle porte. Dal Piemonte al Friuli, da Courmayeur a Cortina, idee e suggerimenti per una vacanza a basso costo senza rinunce

Ancora 48 ore. Poi tutti sugli sci. Il vernissage di stagione è fra sabato 29 novembre e l'Immacolata. Da Ovest ad Est sulle Alpi la neve è arrivata ovunque e il minimo comun denominatore delle emozioni è un 30 per cento di sconto sullo ski pass con la "prestagione" natalizia. Bimbi gratis fino a 8 o 10 anni, se sciano con mamma e papà e per sognare da campioni ben quattro gare di coppa del Mondo fra Alto Adige, Trentino e la new entry Santa Caterina in Lombardia. Ecco le prime novità coi fiocchi. 

TRENTINO 
Costa 36 euro sciare in Val di Fassa fra Carezza, Fedaia, Canazei, Moena e Ciampac (www.fassa.com), poco di più, 39 euro, per le Tre Valli, Passo San Pellegrino e Alpe Lusia. Re Laurino non si era sbagliato, scegliendo come dimora i 230 chilometri di piste collegate dal circuito Sellaronda. Questo è anche il regno leggendario dello sci Nordico con la scalata all'alpe Cermis (10 e 11 gennaio) e la Marcialonga (25 gennaio) che unisce le "terre" di Fiemme (www.visitfiemme.it) e Fassa. A Madonna di Campiglio, l'altra regina del Trentino, scalda i motori la pista 3-Tre (www.3trecampiglio.it) che ospiterà lo slalom di Coppa del Mondo il 22 dicembre con pacchetti per tifosi "non campioni" a partire da 299 euro per tre notti, tre giorni di skipass e un posto tribuna per godersi la gara (www.visittrentino.it). 

ALTO ADIGE E VENETOPer festeggiare i suoi primi 40 anni, il Dolomiti superski, indiscusso passepartout delle crode patrimonio Unesco, propone "SuperBirthday": 40 euro di sconto dal 21 al 26 dicembre e poi a fine stagione 2015 per chi acquisti uno skipass di quattro giorni. In pratica si scia gratis un giorno su quattro nelle dodici valli della ski area. Cortina d'Ampezzo compresa: anche nella capitale del jet set fioccano novità declinate sul gusto e sulla storia. Come il Tour Gourmand per scoprire - accompagnati da un sommelier - le migliori baite, ed annessa cantina oppure l'itinerario, sci o ciaspole ai piedi (due ore con merenda, 300 metri di dislivello), dedicato alla Grande Guerra, organizzato dal Rifugio Col Gallina e dalle Guide alpine (
www.lagazuoi5torri.dolomiti.org). 

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FRIULI VENEZIA GIULIAPassando ad Est, il Friuli Venezia Giulia non alza i prezzi, bloccati a 22.50 euro per Forni di Sopra - Sella Nevea e 24.50 a Tarvisio - Zoncolan (32 e 35 eula ro da Natale in poi), e vanta un record: i baby sciatori sciano sempre gratis (sotto i 10 anni). Entro il 19 dicembre, e nel 2015 dal 7 gennaio al 1° febbraio e dal 16 marzo a fine stagione, il pacchetto "Happy family" fa rima con 165 euro per tre giorni in mezza pensione: i bimbi in camera con mamma è papà, non solo sciano ma dormono anche gratis, i genitori hanno lo skipass free (www.promotur.org). 

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LOMBARDIA 
Dal 10 gennaio all'8 febbraio 2015 sci gratis fino a 10 anni, accompagnati da mamma o papà (skipass prenala talizio 39 euro) anche al passo del Tonale, vista Adamello dove invece fino al 19 dicembre i genitori pagano 33 euro e i bimbi solo 9.90 euro. Sempre in Lombardia, il "piccolo Tibet" di Livigno con 115 chilometri di poste per la discesa e 30 per il fondo rinnova la sua vocazione al freeride: fuoripista, ciaspole o scialpinismo,si rafforza la collaborazione con le guide alpine per il servizio quotidiano di news aggiornate e itinerari bonificati su dove scorrazzare in sicurezza. Alle famiglie sono dedicate le settimane "Kids go free": dal 24 al 31 gennaio e dal 21 al 27 marzo i bimbi fino a 12 anni sciano e soggiornano gratis con due genitori paganti. 


VALLE D'AOSTALa "vallée" è il nostro Himalaya e per contemplare (quasi) tutti i 4.000 "italiani" l'indirizzo giusto è Pila dove si arriva comodi in ovovia da Aosta, 70 chilometri di piste, prezzo bloccato a 38 euro, bimbi gratis fino a 8 anni e sconto 30 per cento fino a 13 anni. Courmayeur, invece, si regala un nuovo 5 stelle e inaugura la stagione col Noir festival della letteratura dal 9 al 14 dicembre: fra gli ospiti Jeffery Deaver e Dario Argento. Skipass a 46 euro e pacchetti per mini break romantici di tre o sei giorni da 223 euro a persona. (www.courmayeurmontblanc.it). 

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PIEMONTENella Via Lattea delle Olimpiadi 2006, prezzo bloccato dallo scorso anno a 36 euro (35 on line, 47 per sconfinare in Francia). Qui il giornaliero è molto più di uno skipass, ma apre ad un mondo di golose convenzioni: ingressi gratuiti ai musei civici di Torino, sconti alla Coop, Longoni, Cisalfa e alle terme del gruppo QC ( fra cui Torino, Roma, Milano). Per lo sci e il dopo sci.
viaggi.repubblica.it

#Turismo #Viaggi #Norvegia Come in una favola... Sicilian style a Oslo

Al primo giro ti butti sul prestigioso salmone: le papille gustative ringraziano Dio per averti mandato al Polo Nord. Poi fai fuori mezzo chilo di gamberetti crudi della baia, pregando ad ogni deliziosa sgusciata di non beccarti la salmonella. Infine raccogli un lungo respiro, metti in un angolo le velleità animaliste e ti fai un panino con balena. Basta fingere che sia carpaccio di bresaola, effettivamente ne ha tutto l’aspetto e il gusto.
Il primo dei miei 365 giorni in Norvegia l’ho trascorso al Fishmarket di Bergen, dove nessun banditore abbanniae si respira aria internazionale. Incontro un bel po’ di italiani al soldo come venditori di pesce. Parlano le lingue e servono manicaretti ai turisti, incantandoli con la loro ars oratoria. Molti hanno la laurea, uno mi mostra il suo libro. Facendo questo lavoretto tre mesi l’anno raccolgono un bel gruzzolo, l’equivalente di 4000 euro al mese. Sgrano gli occhi. “Tutto proporzionato al costo della vita qui, che è altissimo – spiega uno di loro leggendo il mio stupore – ma siccome lavoro dodici ore al giorno non ho il tempo di spendere. Se vivessi come un norvegese medio, non riuscirei a mettere da parte un centesimo”.

Superata la fase turistico-esplorativa del territorio, traccio i punti cardinali della mia nuova esistenza. Paese ricco, scoperta del petrolio, grande civiltà e grandi amministratori. Stipendi alti, fisco salato e servizi che funzionano a dovere. Al supermercato c’è un pertugio nel muro che ingurgita le mie lattine vuote. Un discreto ruminare meccanico, poi la macchina espelle una linguetta di carta, un buono per far la spesa. All’inizio non posso credere che qualcuno voglia comprare un po’ della mia spazzatura.

L’estate è piacevole e la luce dura. In inverno credi per fede all’esistenza del sole, che fa capolino poco più di un paio d’ore al giorno. In compenso se sei fortunato – ed io lo sono stata - vedrai l’aurora boreale. Difficilmente dimenticherai la sensazione che qualcuno lassù stia tingendo la volta celeste color verde evidenziatore. E poi assisti all'alternarsi dolce delle stagioni, cosa alla quale, da buona siciliana che vive di estremi meteorologici, non sei proprio abituata. Il progressivo passaggio dal caldo al freddo. A ottobre noti davvero come stanno d’autunno sugli alberi le foglie.

Lentamente arriva il dicembre che coccola la mia anima bambina. Mentre lavoro al pc alzo gli occhi verso la finestra e resto ipnotizzata dalla neve che precipita morbida e abbondante. Il bianco che si appiccica ai rami degli alberi denudati dall'inverno. Mi sento dentro una favola di Andersen. Di quelle ambientate nel grande Nord che mi rallegravano l’infanzia, con tanto di castelli Disney e creature magiche. E adesso so che significa aspettare la primavera.

Il quotidiano nordico è scandito da efficienza, scioltezza e rispetto per le regole. Ma anche qui ci sono eccezioni e/o distorsioni. Fai una coda chilometrica in un ufficio informazioni, arrivato al tuo turno l’operatore sfodera trentadue denti e fuga ogni tuo dubbio. Credi di aver terminato con le domande, ringrazi e fai per andartene. Hai appena roteato il tuo busto di 45 gradi, sei ancora ferma coi piedi saldi nello stesso punto e ti viene in mente un veloce quesito che stava per passarti di mente. Formuli la domanda, ma l’operatore di dice che no, ormai non hai più facoltà di parola, perché te ne sei già andata e quindi devi rifare la fila. Ribadisco che non me ne sono ancora andata, che ho a malapena girato il collo, e che comunque il numero successivo in coda non è stato chiamato. Ma il tizio ha smesso di sorridere ed è irremovibile. Torno in fila e cerco di auto-convincermi che questo sia il prezzo dell’efficienza.

Diretta all’università mi accorgo di non avere monetine per acquistare il biglietto della metro dal dispenser automatico. Prima di salire chiedo al controllore-donna se posso comprare il ticket a bordo e lei, sfoderando altri trentadue denti, mi dice di sì. Appena si chiude la porta scorrevole dietro di me la tizia inizia a scrivere la multa dicendo che mi ha beccato senza biglietto. A quel punto mi esibisco in una colossale abbanniata in inglese (mercato del pesce – però di Palermo - docet), in cui minaccio di adire le vie legali. Ed è qui che accade l’inusitato: i passeggeri presenti in carrozza, che hanno visto la scena, si uniscono alle mie rimostranze e mi difendono in norvegese. Non ho la più pallida idea di cosa stiano dicendo, ma funziona, e per un attimo mi sento la Masaniello della Bybanen. D’un tratto la mia vichinga interlocutrice diventa piccola piccola, smette di sorridere (anche lei) e inizia a tremare. Alla fine strappa la multa e mi fa scendere. "Come hai fatto a fartela annullare? Da queste parti è praticamente una specie di miracolo ” mi dice più tardi un collega autoctono. “Che ti devo dire – gongolo – that’s the Sicilian style”.

Disavventure a parte, ciò che più mi colpisce (e che invidio tanto) dell’humus norvegese è la generalizzata serenità degli sguardi. La serenità delle famiglie che sfornano bambini senza timore per cosa mettere a tavola domani, la serenità di una ragazza-madre che va all’università grazie al sussidio. O di una tipa di mezza età incontrata sulla metro che mi racconta di aver perso il lavoro e che non per questo si sente una donna finita. Che anzi consegue una laurea, presa per mano dal sistema. “Lo Stato mi sostiene durante gli studi perché sa che senza un’istruzione per me sarà difficile trovare un lavoro e sarò un peso per la società”. E con tanto entusiasmo snocciola i dati di placement dello stage che andrà a fare di lì a poco. Uno stage, a cinquant’anni. E quando inizi a sentirti un po’ meno Flinstones, nel preciso istante in cui comprendi di esserti abituato a questo modus vivendi da persona civile, sciolta ed inconsapevole delle rigidità della vita, esattamente quel giorno fai una passeggiata sul monte Floyen, che domina una città che senti ormai tua. E mentre guardi lo splendore della baia e la luce che si specchia nelle onde, chiedi a te stessa se hai mai visto nulla di più bello.

“Questa vista è bella quasi quanto quella che si gode da Monte Pellegrino, a Palermo”. “Mai stata”. “Dovresti”. E in un attimo questo dialogo rubato fra turiste torinesi mi scalda il cuore. E’il momento di tornare a casa.
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