SS24
Visualizzazione post con etichetta viaggio. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta viaggio. Mostra tutti i post

A Fumane festival del Libro di Viaggio

VERONA - Arriva, dall'8 al 10/6, il primo Festival interamente dedicato al libro di viaggio e di avventura, anzi al viaggio "in quanto" avventura, scoperta, scambio, conoscenza. Si intitola "Sullestrade" e nasce grazie all'iniziativa è di un ex libraio, Giorgio Chiavegato che ha realizzato il suo sogno grazie al sindaco di un piccolo Comune della Valpolicella, Fumane (a 18 km da Verona) che gli ha aperto le porte e offerto ospitalità. In tutto tre giorni di incontri di tanti scrittori ospiti. E poi conferenze su Conrad e Simenon (il mistero dell'africa nera), un concerto di musica portoghese, Laboratori per piccoli viaggiatori, mostre fotografiche, mostre mercato di libri di viaggio. Non manca uno spazio interamente autogestito dai giovani del selfpublishing, ovvero di chi ormai al di fuori dei circuiti tradizionali investe nell'autopubblicazione. Programma e dettagli sulla pagina FB sullestrade o sul sito www.sullestrade.it.

1 maggio: in viaggio 4 italiani su 10, tra arte e mare

Prenotato 80% camere online, oltre 1 milione in agriturismi

(di Cinzia Conti) (ANSA) - ROMA, 28 APR - Traffico intenso, lunghe code ai trafori, città d'arte prese d'assalto (con casi simbolo come Venezia, costretta a installare addirittura i tornelli), controllo quasi "isterico" delle previsioni del tempo. E' iniziato l'ultimo grande ponte di primavera, quello del 1 maggio, occasione ghiotta per staccare un po' la spina per tanti, ma anche banco di prova importante per operatori e specialisti del turismo. 

A diffondere le ultime previsioni è l'analisi Coldiretti/Ixè: quattro italiani su dieci (40%) hanno deciso di mettersi in viaggio nel lungo ponte della festa dei lavoratori per andare in vacanza, raggiungere parenti e amici, partecipare a concerti, manifestazioni o semplicemente per fare una gita fuori porta in giornata. Tra gli italiani in viaggio le destinazioni preferite sono il mare (33%) ma anche il verde, tra campagne e parchi (32%), che batte le città (20%), la montagna (10%) e i laghi (5%). L'Italia, infatti, infatti può contare su ben 871 parchi e aree naturali protette che coprono il 10% del territorio nazionale. Per la scelta dell'ospitalità molto gettonati sono gli agriturismi dove 1,2 milioni di italiani e stranieri hanno scelto di fermarsi a mangiare. 

Buone notizie anche dall'aggiornamento al 27 aprile del monitoraggio dell'offerta ricettiva nazionale disponibile online condotto da Centro studi turistici di Firenze per Assoturismo: risulta prenotato l'80% delle camere disponibili online (al 20 aprile ne era stato riservato solo il 72%). La domanda turistica è cresciuta in modo molto importante in molte aree del Paese, con valori percentuali più alti in alcune aree del Nord Est; positivi anche i valori del Centro Italia che vedono crescere la percentuale di occupazione di Toscana e Lazio, ma anche Umbria e Marche. 

A farla da padrone sono le città d'arte, soprattutto - ma non solo - le più grandi: a Firenze, Roma, Trieste, Napoli, Venezia, Assisi e Matera si rileva un tasso di occupazione delle camere superiore al 90%. Interessante anche la crescita delle percentuali di occupazione in alcune località balneari (Sorrento, Ischia, Capri, Jesolo). Liguria e Toscana sono anche le regioni che registrano le percentuali più elevate di camere già riservate, con un tasso di occupazione rispettivamente del 94% e del 91%, oltre 10 punti percentuali in più rispetto alla media nazionale. Seguono, nella classifica delle regioni più prenotate, Veneto, Umbria e Lazio (tutte e 3 sul 90%). 

A "invitare" cittadini e turisti a trascorrere il 1 maggio al museo il Mibact che su www.beniculturali.it/1maggioalmuseo pubblica lista e orari sui numerosi musei, aree archeologiche e monumenti statali che saranno aperti, dalla Galleria Nazionale dell'Umbria a Perugia al Museo di Palazzo Ducale di Mantova, dai Musei Reali di Torino al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, dal Museo del Castello di Miramare a Trieste agli Scavi di Pompei.

Arte all'aperto a Ny, creatività fuori dai musei


NEW YORK - I famosi 'Gates' a Park Avenue o il murales di Roy Lichtenstein nella stazione della metropolitana di Times Square. E' la creativita' al di fuori dei musei, quella che si nutre di parchi, piazze, stazioni della metropolitana, edifici abbandonati o persino dell'aria. 'Art in the Open: Fifty Years of Public Art in New York', dal prossimo 10 novembre al 13 maggio del 2018 al Museum of the City of New York, esplora mezzo secolo di arte e innovazione che hanno fatto della Grande Mela l'ambiente piu' vivace al mondo in fatto di creatività pubblica. Il punto di partenza sono gli anni '60, quando sotto la spinta dell'amministrazione Kennedy che promuoveva l'arte e la cultura come simboli della supremazia americana nel mondo, i leader locali aprirono a politiche che diedero il via ad espressioni artistiche in pubblico. Luoghi iconici come Bryant Park o Astor Place cominciarono cosi a trasformarsi in musei a cielo aperto. Il concetto di base era semplice, portare l'arte contemporanea fuori dai musei o dalle gallerie e ricollocarla negli spazi pubblici: anche se New York non era nuova all'arte urbana sotto forma di murales o persino la Statua della Liberta'. Non solo i luoghi aperti ma anche le stazioni della metropolitana appunto diventano musei. Emblematico il famoso 'Times Square Mural' di Roy Lichtenstein, commissionato dall'autorità dei trasporti della citta' e installato nell'omonima stazione sulla 42ma strada nel 2002. L'opera altra un metro e 80 e lunga 16 metri e' stata realizzata in smalto da porcellana su acciaio. Fece storia, inoltre, nel 2005 'The Gates', installazione di Christo Yavacheff amata e odiata allo stesso tempo, che tinse di arancione il park piu' famoso della citta', Central Park.
    All'alba di una fredda mattina di febbraio, New York si sveglio' con 532 pannelli di tela color zafferano che invasero il parco.
    Ognuno pendeva da una struttura di metallo arancione, the gate, appunto. Ogni pezzo di stoffa era altro quasi 5 metri e largo da un minimo di un metro e 67 centimetri a un massimo di 5 metri e 48.
    Ancora un parco, Bryant Park a Midtown, nel 2010 divenne lo spazio espositivo per l'artista Kate Gilmore che con la sua 'Wall the Walk' mise al centro dello spazi pubblico un cubo giallo con sopra delle donne, vestite sempre in giallo, in atteggiamento di battere i piedi. L'intenzione era di attirare l'attenzione sulle donne che ogni giorno lavorano in citta'. Nel 2013, dopo Jeff Koons e Louise Bourgeois, ci pensa l'artista di origini svizzere Ugo Rondinone e cambiare il volto del Rockfeller Center, luogo di solito associato al famoso albero di Natale, con la sua opera 'Human Nature'. Come una sorta di Stone Henge, Rondinone piazzo' delle sculture gigantesche somiglianti a stature greche in modo da porre o imporre un netto contrasto con la modernità dei grattacieli circostanti. (ANSA)

'Benvenuta Estate' al Museo di Pietrarsa Una offerta valida dal 21 al 25 giugno

PORTICI (NAPOLI) - Cinque giornate tra cultura e relax nei giardini all'aperto, le locomotive e i treni che hanno unito l'Italia dal 1839 ad oggi. E' l'iniziativa 'Benvenuta Estate' in programma dal 21 al 25 giugno al Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa che prevede l'ingresso gratuito per i ragazzi fino ai 18 anni di età. La promozione, valida fino a un massimo di due minori per coppia di adulti, è una ulteriore proposta messa in campo per valorizzare il complesso dell'antico opificio borbonico che apre i suoi spazi esterni, di recente restaurati, a gruppi di famiglie e adolescenti. ''L'offerta parte il 21 giugno in concomitanza con il primo giorno della stagione estiva e dà la possibilità a chi lo vorrà, di trascorrere una giornata nei nostri spazi verdi che affacciano sul mare'' dice il direttore del Museo, Oreste Orvitti. L'area verde ha un ampio anfiteatro per l'allestimento di spettacoli e manifestazioni oltre a un Giardino del Mediterraneo caratterizzato da essenze, siepi e arbusti tipici dell'ambiente marino costiero. Da qui è possibile ammirare la veduta che dà sul Golfo di Napoli. Gli ospiti, nelle stesse giornate, potranno visitare anche i padiglioni con le locomotive d'epoca (tra queste la riproduzione della Bayard che il 3 ottobre 1839 trainò il convoglio inaugurale della Napoli - Portici ) e fare un viaggio nella storia grazie all'allestimento multimediale in realtà aumentata: una vera e propria immersione tridimensionale all'epoca della prima ferrovia Napoli
ansa

Scoprendo Roma guidati da Bernini o dal conte Tacchia


ROMA - ''Sua Santità mettendoli l'uno contro l'altro avete scatenato una guerra. Questi due uomini sono due geni ma così facendo rischiate di perderli. Entrambi''.
    Francesco Borromini e Gianlorenzo Bernini, i due astri rivali, i due massimi architetti che segneranno in maniera indelebile il profilo e la bellezza di Roma, si fronteggiano nella notte della città eterna. Proprio come 400 anni fa, quando a colpi di cupole e sculture si contendevano fama e gloria agli occhi dei Papi, oggi si sfidano davanti agli occhi di turisti e appassionati.
    Dopo i sold out della scorsa edizione, torna così dal 2 giugno la stagione estiva dei Viaggi di Adriano, le visite guidate teatralizzate per la città di Roma, alla scoperta dei suoi gioielli, ma anche dei luoghi e soprattutto delle sue storie più intime e segrete, ''accompagnati'' dagli stessi personaggi che le vissero. ''Un nuovo modo di conoscere la storia di Roma, insieme ad una guida abilitata e un cast di attori professionisti - racconta Piero Giovinazzo, direttore del tour operator I Viaggi di Adriano - che permettono al pubblico di ritrovarsi a tu per tu con Caravaggio, Michelangelo, i Borgia''.
    In tutto 51 appuntamenti, realizzati con Kyo Art Productions, in cui il teatro dimentica barriere e palcoscenico per scendere tra gli spettatori, sulla scenografia di strade e monumenti. Fino al 26 agosto, il venerdì e sabato, ecco allora ''La vera Roma del Marchese del Grillo'', a spasso col Sor Marchese che al cinema fu di Alberto Sordi, da Piazza del Quirinale al Rione Monti, alla scoperta dell'identità del vero Onofrio del Grillo e della sua epoca, tra personaggi come lo zio e l'usuraio, il ciabattino e il carbonaro, Papa Clemente XIV. Per gli amanti dell'arte, si parte sulle tracce di Caravaggio e dei suoi 14 anni vissuti a Roma, tra i vicoli di Campo Marzio. E poi ''Michelangelo: il cuore e la pietra'', tra Papa Giulio II, Vittoria Colonna, Raffaello o Paolo III Farnese; e il duello tra ''Bernini e Borromini e i capolavori del barocco'', da Sant'Andrea delle Fratte a Piazza Navona, dove la Fontana dei Quattro fiumi del primo fronteggia la chiesa di Sant'Agnese in Agone dell'altro.
    Anzi, dove tradizione vuole che il personaggio del Rio de La Plata scolpito da Bernini si schernisca di disprezzo davanti alla ricchezza barocca del progetto del Borromini.
    E ancora, luoghi, malefatte, amori, torbidi intrecci e inganni, per l'ascesa al potere di una delle famiglie più potenti e temute di Roma, i Borgia, raccontate direttamente da Alessandro VI, Lucrezia, Cesare, Giovanni. Tra le rime di Trilussa, cicerone con il suo fido servitore per i vicoli del Tridente, la tragedia di Claretta Petacci tra i monumenti dell'Eur o la Roma Umbertina del Conte Tacchia, si va indietro nel tempo anche fino all'epoca paleocristiana, scendendo nelle viscere della città, tra affreschi e 13 chilometri gallerie di tufo. E' l'apertura, nel cuore della notte, della catacombe di Priscilla, sulla via Salaria, le più estese della città, in un viaggio tra i primi cristiani della storia. Ad attendere, la nicchia con la più antica immagine della Vergine, la cappella greca con le pitture dal Vecchio Testamento e gli stucchi in stile pompeiano, ma anche, ''in carne ed ossa'', gli operai che nel II secolo d.C scavarono le gallerie e poi due legionari romani, la donna Velata ritratta nel Cubicolo che porta il suo nome fino alla celebre fondatrice, donna Priscilla.(ANSA).

Manzù e Fontana, un dialogo spirituale Ad Ardea e Castel Sant'Angelo opere dei due maestri del '900

ROMA - La ricerca della dimensione spirituale che ha idealmente accomunato due maestri del '900, Giacomo Manzù e Lucio Fontana, è al centro di una grande mostra allestita dall'8 dicembre al 5 marzo nelle sedi di Castel Sant'Angelo e del Museo Manzù di Ardea (Roma). Esposte quasi 70 opere, provenienti da importanti raccolte pubbliche e private, in grado di restituire il dialogo profondo e vissuto tutto a distanza tra questi protagonisti della scena internazionale, che, ognuno a suo modo, si sono interrogati sulle implicazioni e potenzialità dell'arte sacra con esiti potenti.
Con il titolo 'Manzù. Dialoghi sulla spiritualità, con Lucio Fontana', la rassegna è stata organizzata dal Polo Museale del Lazio con il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura e in collaborazione con il comune di Ardea e la Fondazione Giacomo Manzù, nonché con l'università la Sapienza, il dipartimento di Architettura e Progetto e lo Csac-Centro Studi e Archivio della Comunicazione di Parma. Se la cura scientifica della mostra è di Barbara Cinelli (università di Roma Tre) insieme a Davide Colombo (università di Parma), l'allestimento di indubbia suggestione è di Pisana Posocco e Filippo Lambertucci, con il coordinamento di Sonia Martone (Polo Museale del Lazio). Non era infatti semplice presentare al pubblico sculture, disegni, acquarelli concepiti in solitudine sia da Manzù sia da Fontana, turbati dalla tragedia della guerra e dagli orrori dell'Olocausto, tanto da ricercare, proprio attraverso la spiritualità, la rinascita dell'uomo.
La scelta espositiva è stata quindi quella di mantenere la separazione fisica dei due maestri, ospitando l'opera di Manzù negli spazi di Castel Sant'Angelo, mentre i capolavori di Fontana si possono ammirare nel museo di Ardea, fortemente voluto dallo scultore bergamasco. "Lo scopo - ha spiegato la curatrice intervenendo alla vernice per la stampa - era di dare al pubblico un'immagine della produzione di Manzù fuori dagli stereotipi". Dell'artista, che è soprattutto ricordato per la serie dei celeberrimi 'cardinali' e per la realizzazione (partecipa al concorso nel '49 e la porta a termine nel '64) della Porta della Morte della Basilica di San Pietro, "viene data spesso - ha detto la Cinelli - una lettura in chiave religiosa e autoreferenziale, intesa in modo astorico". Invece Manzù, prosegue la studiosa, approfondisce la sua riflessione fin dal '39, alla vigilia del conflitto mondiale che lo scuote al punto di interrogarsi su quell'assenza di umanità. Perciò approda a un nuovo sentire legato alla passione di Cristo e realizza una serie di formelle che, esposte per la prima volta a Milano nel 1941, destano scandalo per la rappresentazione anti-canonica delle vicende sacre. In questo tentativo di stabilire un dialogo vivo e fruttuoso con l'arte contemporanea (come dimostra la partecipazione al concorso per la porta di San Pietro), la strada di Manzù non è dissimile dalla scelta di Lucio Fontana, che, nello stesso periodo, tenta di rispondere a interrogativi molto simili proponendosi nel 1950 per le porte del Duomo di Milano.
Il Museo di Ardea, rinnovato per l'occasione, riunisce 30 fra sculture e disegni di Lucio Fontana. Significativi, fra gli altri, due bozzetti e una formella per la Porta del Duomo di Milano, dai Musei Vaticani, come pure una serie di altri importanti lavori concessi in prestito dalla Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano. Grazie al numero e soprattutto alla qualità, le opere di Fontana stabiliscono dialoghi inediti e fruttuosi con i capolavori della collezione permanente di Manzù.
ansa

Autostrade Gourmet, 3 mila consigli per chi viaggia in auto

In allegato gratuito con il quotidiano il 19 dicembre in tutte le edicole d'Italia il primo volume nazionale realizzato da Le Guide di Repubblica in collaborazione con Aiscat. Quasi tremila consigli su mete turistiche e culturali, ristoranti, strutture per pernottare e botteghe per l'acquisto di tipicità nel territorio che si apre intorno alle uscite autostradali. A impreziosire la Guida sono i racconti di dieci illustri scrittori italiani
“La lentezza del vivere contrapposta alla celerità che ci impone spesso la vita, una stupenda contraddizione che abbiamo provato a raccontare con una guida che ci porta direttamente negli angoli più veri, più affascinanti, più intriganti d'Italia”. È così che Giuseppe Cerasa, Direttore de Le Guide di Repubblica, introduce Autostrade Gourmet: Guida ai sapori e ai piaceri d'Italia, volume che farà la sua comparsa in tutte le edicole del Paese lunedì 19 dicembre in allegato gratuito con il quotidiano la Repubblica.
Realizzata in collaborazione con Aiscat, è una guida che disegna un percorso inedito tra le autostrade che attraversano lo stivale. Ogni tratto è infatti riassunto non solo in uno schema grafico che permette di visualizzare con facilità la conformazione del tracciato, ma anche dettagliato nelle singole uscite permettendo la scoperta del bello, e del buono, che si trovano sul territorio che circonda ognuna di esse. Il lettore potrà quindi trovare per ogni località attraversata dal tracciato consigli sulle località, i monumenti, i tesori naturali e gli itinerari imperdibili che si possono raggiungere con brevi, e affascinanti, deviazioni. Indicazioni che affiancano quelle sulle destinazioni per mangiare, con oltre 1500 ristoranti segnalati, dormire e acquistare tipicità territoriali ed eccellenze dell'enogastronomia o dell'artigianato locali. Il raggio chilometrico delle segnalazioni va dalle poche centinaia di metri ai 30 chilometri da ogni singola uscita.
Sono così oltre 2900 i consigli contenuti in una Guida che, senza dimenticare tutte le informazioni di servizio utili per viaggiare informati e in piena sicurezza, viene impreziosita dai dieci “Racconti d'autore” firmati da illustri scrittori italiani che forniscono una visione letteraria, suggestiva, anche romantica della rete autostradale. Nello specifico, sfogliando il volume ci si imbatte nei racconti di Fulvio Abbate, Ascanio Celestini, Luigi Guarnieri, Nicola Lagioia, Marco Lodoli, Melania Mazzucco, Antonio Pascale, Aurelio Picca, Francesco Piccolo e Lidia Ravera.
“Abbiamo pensato – prosegue il Direttore Cerasa – che ci può ancora essere un modo intelligente, colto, controcorrente per conoscere l'Italia, quella piccola Italia di provincia che si nasconde dietro una curva, una collina, quasi gelosa della sua identità e del suo passato. Con Autostrade Gourmet mettiamo nelle mani di migliaia di Italiani un vademecum alle bellezze del nostro Paese".

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

Capodanno di luci a Tokyo

Durante tutto l’anno il centro Caretta Shiodome, nell’area di Shiodome nel quartiere di Minato, Tokyo, ospita una vasta gamma di intrattenimenti e, in inverno, una delle più belle illuminazioni invernali della città, periodo durante il quale tutta l’area si tinge di atmosfera natalizia e i ristoranti offrono menù dedicati alla stagione. Da adesso e fino al 14 febbraio, sarà possibile ammirare la fantastica foresta azzurra creata da migliaia di luci LED grazie allo spettacolo di illuminazione Canyon d’Azur – The blue forest of spirits, giunto alla sua undicesima edizione dopo il successo di 50 mila visitatori lo scorso anno. Al rintocco della "campana dell'anima", otto pareti luminose si animano illuminando di magia il paesaggio del cuore.
Nell’area di Omotesando, sarà possibile ammirare in questo magico periodo invernale, fino al 9 gennaio, SWEETS by NAKEDuna installazione e spettacolo di computer grafica 3D e proiezione in 4K che vi porterà in un magico mondo incantato pieno di dolciumi ispirato alle ambientazioni parigine e newyorchesi. Nell’area speciale dell’installazione saranno presenti anche un sarto cioccolataio, by HUGO & VICTOR, che potrà produrre per voi degli anelli di cioccolato e un … fiorista gelataio dove sarà possibile gustare gelati a forma di fiori.
Per coloro che invece si trovassero a visitare il parco divertimenti Yomiuri Land, nel periodo invernale e fino al 19 febbraio 2017 sarà possibile ammirare lo spettacolo Jewel Color Illumination prodotto dal light designer Motoko Ishii. Nel parco saranno presenti 6 aree di illuminazioni con 500 mila luci, ognuna con un tema diverso come gioielli nella jewelry area, o un tema acquativo nella aqua area.
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

46% italiani vuole viaggio, avrà libro


MILANO - Il 46% degli italiani vorrebbe ricevere quest'anno come regalo di Natale un viaggio. Più probabilmente riceverà un libro o un profumo. A fare il pronostico è la Deloitte Xmas Survey, che ha raccolto l'opinione di oltre 6.500 consumatori in 9 paesi tra cui l'Italia per sondarne le intenzioni di spesa per regali, cibo e divertimenti.
    I libri sono il regalo più desiderato (lo vorrebbe il 55%), seguiti dal contante (ambito dal 48%) e, appunto, dai viaggi. Ma se si escludono i libri, scelti come dono da fare dal 51%, le aspettative degli italiani rischiano in buona parte di essere deluse: si acquisteranno infatti perlopiù dolciumi e cioccolato (35%), scarpe e abbigliamento (33%) e il 'temuto' profumo (32%).
    Passando ai conti, per i regali quest'anno in Europa si spenderà in media 517 euro, l'1,3% in meno del 2015. L'Italia è uno dei tre paesi (con Danimarca e Spagna) dove si spenderà di più: 614 euro contro i 620 euro del 2015 (-1%). E se in Europa il 40% del budget natalizio va in regali, seguito da spese alimentari (29%), viaggi (21%) e attività ricreative (10%), in Italia ai viaggi si destina molto di più, il 27%, anche se si tratta di una voce di spesa in contrazione rispetto al passato.
    Il budget natalizio destinato al comparto 'viaggi' risulta in netto ridimensionamento in tutta Europa (-6,8%). Ovviamente nessuno si dimentica dei bambini: il 52% degli italiani comprerà un dono per un bambino, il 28% anche per un adolescente. Infine in Italia la quota di consumatori che farà online gli acquisti eguaglia oramai quella degli altri Paesi Europei (38% Italia; 40% Europa). La ricerca rileva addirittura una maggior presenza di consumatori che prevede di comprarli tramite smartphone i regali da mettere sotto l'Albero: lo farà 17% degli italiani, con il 10% in Europa. (ANSA).

Mete Lonely Planet 2017 tra Canada, Perù, Pistoia e Venezia

 Tra i Paesi il Canada, la seconda nazione più grande del mondo che festeggia il suo 150/o anniversario, la vivace e sorprendente Colombia, che ha gettato alle spalle decenni di guerra civile e criminalità, e la Finlandia a 100 anni dall'indipendenza dopo la lunga contesa tra Russia e Svezia. Tra le regioni il sito inca Choquequirau in Perù, il Taranaki in Nuova Zelanda, le Azzorre in Portogallo. Tra le città Bordeaux, Cape Town e Los Angeles. Sono state appena rivelate le mete per il prossimo anno della bibbia dei viaggiatori internazionali, la Best in Travel 2017 di Lonely Planet (edita in Italia dalla torinese Edt), e già viene voglia di fare la valigia.
Nella guida, che è frutto di un enorme e faticosissimo Brainstorming di autori e redattori di guide e libri della collana ma ormai anche della nutrita comunità di blogger e follower, spunta - anche se a fatica - un po' d'Italia. Pistoia, capitale della cultura 2017, si piazza al 6/o posto della classifica delle 10 città imperdibili. "Pistoia si muove a un ritmo tutto suo. Dall'arte alla cultura e all'attivismo, la città è pervasa da un'intensità intellettuale che attira e coinvolge tutte le generazioni" si spiega nella guida. "Certamente, alcune delle eccellenze pistoiesi erano già note in tutto il mondo ma Pistoia non aveva però mai avuto, almeno fino ad oggi, una visibilità altrettanto significativa come città nel suo complesso" commenta soddisfatto il sindaco Samuele Bertinelli.
Ma non finisce qui: tra le mete convenienti spunta infatti in maniera abbastanza sorprendente Venezia. "Prezzi abbordabili e Venezia sembrano due concetti incompatibili - ammette la Lonely Planet - ma oggi che i veneziani affittano camere e appartamenti su airbnb e siti analoghi i turisti possono pernottare in città e risparmiare". E nelle ultime nomination arriva anche Roma, citata tra i migliori posti dove lavorare, grazie a reti di coworking, con il caso di Cowo 360, il primo luogo di questo genere a nascere nella Capitale (2008) situato vicino alla Stazione Tiburtina. Secondo Lonely Planet si tratta di "un ambiente vivace moderno e luminoso".
Dalla Best in Travel anche una buona notizia: è giunto il momento di tornare sulle imponenti montagne del Nepal che neanche i disastri naturali sono riusciti ad abbattere. ""Tutto il mondo - dice Lonely Planet - conosce le meraviglie naturali e la bellezza del Nepal, ma spesso dimentica che questo paese è davvero speciale grazie alla sua gente e alle sue doti di genuinità, affabilità, umanità e, soprattutto, incrollabile ottimismo".
Da segnalare gli Usa, che seppur non citato tra le nazioni da visitare, vanta 4 piazzamenti nelle altre 3 top ten: Los Angeles e Portland tra le città, la Costa della Georgia tra le regioni e l'Upper Peninsula nel Michigan come conveniente. Buona perfomance anche per il Portogallo che festeggia con Lisbona tra le città, Azzorre tra le regioni, Porto tra le mete convenienti.
Ecco le quattro top ten della guida:
BEST IN TRAVEL 2017: TOP 10 PAESI
1. Canada
2. Colombia
3. Finlandia
4. Dominica
5. Nepal
6. Bermuda
7. Mongolia
8. Oman
9. Myanmar
10. Etiopia
BEST IN TRAVEL 2017: TOP 10 CITTA'
1. Bordeaux, Francia
2. Cape Town, Sudafrica
3. Los Angeles, Stati Uniti
4. Mérida, Messico
5. Ohrid, Macedonia
6. Pistoia, Italia
7. Seul, Corea del Sud
8. Lisbona, Portogallo
9. Mosca, Russia
10. Portland, Oregon
BEST IN TRAVEL 2017: TOP 10 REGIONI
1. Choquequirau, Perù
2. Taranaki, Nuova Zelanda
3. Azzorre, Portogallo
4. Galles del Nord, Regno Unito
5. South Australia
6. Aysén, Cile
7. Isole Tuamotu, Polinesia Francese
8. Costa della Georgia, Stai Uniti
9. Perak, Malaysia
10. Skelling Ring, Irlanda
BEST IN TRAVEL 2017: LE METE PIÙ CONVENIENTI DELL'ANNO
1. Nepal
2. Namibia
3. Porto, Portogallo
4. Venezia, Italia
5. Debrecen, Ungheria
6. Belize
7. Marocco
8. Russia
9. Bellarine Peninsula, Australia
10. Upper Peninsula, Michigan, Stati Uniti
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

Da Comacchio a New York, 8 proposte per festeggiare Halloween

Ha antiche origini pagane la festa di Halloween che la notte del 31 ottobre celebra la ricorrenza di Samhain, “novembre” in lingua celtica quando, secondo la tradizione dei popoli del Nord, si festeggiavano l’inverno e la fine del raccolto con falò, maschere e rape o zucche intagliate. A partire dal secolo VIII la tradizione si unì a quella cristiana che omaggiava i morti: gli spiriti maligni entravano nei villaggi per spaventare gli abitanti, che si travestivano per rendersi irriconoscibili. 
Oggi la festa si è trasformata in parate scenografiche e travestimenti che sbeffeggiano ed esorcizzano la paura e, soprattutto negli Stati Uniti, nel rito del trick-or-treat, dolcetto o scherzetto. Ecco qualche iniziativa originale e per tutte le età.
All’ex Scalo Farini di Milano, in via Valtellina 7, tutto è pronto per accogliere l’ottava edizione del Monsterland Festival (monsterland.it) che quest’anno vede contrapporsi uno schieramento di pirati a un esercito di zombi, lupi mannari e streghe. Il 31 ottobre, dalle 18 alle 4 del mattino, più di 50 artisti e dj daranno il via a un grande show di musica e spettacoli pirotecnici sui palchi delle sale interne e nei tendoni da circo previsti all’esterno, dove sono stati allestiti anche una discoteca, un luna park con attrazioni “paurose”, un villaggio con zone dove truccarsi e giocare e uno spazio food. L’ingresso è vietato ai minori di 16 anni.
E’ interamente dedicata ai bambini, invece, la festa di Halloween che si svolge tra i canali di Comacchio, sul delta del Po: dalle 10 del 31 ottobre i fantasmi si aggirano per il centro storico della città, lungo i canali e suoi ponti, accompagnati da streghe e fattucchiere. Per tutta la città sono disseminati giochi, in particolare la caccia al “tesoro maledetto” con domande, prove e cartine, e postazioni dove imparare a intagliare una zucca e farsi truccare o fotografare con un essere mostruoso. In città sono previsti spettacoli di giocolieri e trampolieri, laboratori, le sfilate delle maschere più paurose e lo show finale dei palloncini lanciati in cielo.
Nel bosco di san Francesco di Assisi grandi e bambini possono partecipare all’originale festa di Halloween organizzata dal Fai - in collaborazione con lo studio naturalistico Hyla - che accompagna i visitatori lungo il sentiero del Terzo Paradiso - dalla Basilica Superiore di Assisi al complesso di santa Croce - per scoprire tutti i segreti dei pipistrelli, i mammiferi della notte e simboli di questa festa. Attraverso attività di laboratorio, passeggiate, giochi e racconti, esperte guide naturaliste munite di bat detector avvicinano i visitatori al mondo dei pipistrelli e ne sfatano le leggende che da sempre li accompagnano. Si parte alle 17,30 dal complesso benedettino di santa Croce e si raggiunge la radura del Terzo Paradiso, da dove sotto la volta stellata si studiano i movimenti e il volo dei pipistrelli. Info: www.fondoambiente.it
La Not dalis muars è la festa di Halloween che si celebra il 31 ottobre nel centro storico di Ampezzo, in provincia di Udine: dalle 19 per le strade della cittadina si rievoca il capodanno celtico con spettacoli itineranti di giocolieri e mangiafuoco, cortei di fate, elfi e folletti e giochi di luce, creati dalle fiaccole e dalle zucche intagliate e illuminate lungo il percorso della parata. L’atmosfera è molto suggestiva ed è arricchita da una musica coinvolgente e da un’allettante proposta gastronomica, offerta nei cortili delle case storiche e nei chioschi delle contrade del centro. Sono previsti anche giochi per bambini.
Se amate i misteri e il brivido c’è un luogo che non vi farà dormire sonni tranquilli: il museo di antropologia criminale Cesare Lombroso di Torino, che promette una visita guidata ad alto tasso di brivido. Dal 29 ottobre, dalle 16,15 e per un’ora e mezza, si visitano le sale del museo che ospita gli studi di Cesare Lombroso, medico ossessionato dal rapporto tra la fisionomia e il comportamento deviante; sulle teche si osservano cere di briganti, scheletri, teschi e facce deformate, preparati anatomici e corpi del reato. E’ un viaggio nelle scene del crimine della Torino ottocentesca e negli studi sui comportamenti criminali; per Halloween il museo prevede aperture straordinarie.
Se vi trovate a Napoli e volete trascorre una giornata di Halloween diversa, potete scendere per due ore sottoterra alla scoperta delle viscere della città tra racconti e misteri e, prima di sera, recarvi nel complesso del chiostro di santa Maria La Nova. Qui, in questo scrigno di storia, arte e religiosità, è stata recentemente scoperta una tomba quattrocentesca gentilizia, che pare sia appartenuta al conte Vlad III, meglio conosciuto come conte Dracula. La tomba si trova nel chiostro minore di san Giacomo della Marca e riporta alcuni simboli misteriosi ed esoterici, tra cui iscrizioni con codici cifrati non ancora interpretati, che riconducono al celebre personaggio letterario.
Il luogo migliore dove riscoprire le origini della festa di Halloween all’estero è l’Irlanda(www.ireland.com) dove è lungo l’elenco degli appuntamenti: ovunque si svolgono parate e festival dedicati ai demonio e ai vampiri. Due luoghi, tuttavia, meritano una visita in questi giorni: la capitale Dublino e Derry, nell’Irlanda del Nord. A Dublino, dal 28 al 31 ottobre, si svolge il Bram Stoker Festival, evento dedicato all’autore di Dracula con spettacoli all’aperto, letture e visite guidate ai luoghi del terrore. A Derry, invece, Halloween si festeggia dal 27 al 31 ottobre con il Banks of the Foyle’ Halloween Carnival che attira migliaia di visitatori e offre un grande corteo in maschera, musica dal vivo, teatro di strada, eventi per bambini e i ghostbus tours, itinerari del terrore.
Per assistere al rito del trick-or-treat, dolcetto o scherzetto, è necessario volare negli Stati Uniti; a New York locali, negozi, grandi magazzini e gli ingressi delle case sono decorati con zucche intagliate, pipistrelli, ragnatele e oscure presenze. L’evento più atteso è la Village Halloween Parade, l’imponente sfilata del 31 ottobre che si snoda dalle 19 tra le strade di Greenwich Village, a Manhattan. Vi partecipano più di 50mila tra zombie, vampiri e streghe, tutti rigorosamente truccati e mascherati. Al termine della parata ogni locale del quartiere organizza feste danzanti e concerti dal vivo dove terminare la “paurosa” notte di Halloween. Se viaggiate con tutta la famiglia, numerose sono le iniziative per i bambini: laboratori dove intagliare zucche, aree dove truccarsi da piccoli mostriciattoli o entrare nelle case infestate da fantasmi e da grandi specchi deformanti.
ansa

Halloween, viaggio letterario tra incubi e visioni gotiche Fantasmi, zombi e vampiri le figure simbolo del male da riscoprire attraverso 10 opere narrative

Parate in maschera, scherzi e spettacoli terrificanti sono gli ingredienti principali di Halloween, la festa più paurosa dell’anno che gli americani hanno esportato in tutto il mondo e che si rifà al capodanno celtico secondo il quale, alla vigilia di Ognissanti, i morti tornano sulla terra tra i vivi. Per esorcizzare la paura e festeggiare l’arrivo della stagione più buia si ricorre, quindi, all’uso irriverente e beffardo dei simboli del male. Un modo originale per celebrare la giornata dei morti è di riscoprire quegli archetipi nella letteratura, nei romanzi horror che hanno influenzato generazioni di scrittori, registi e sceneggiatori.
Il castello di Otranto di Horace Walpole 
E’ considerato il primo romanzo gotico della letteratura mondiale, edito nel 1764 dallo scrittore inglese Horace Walpole. Fonte d’ispirazione per l’autore furono i conflitti drammatici di Shakespeare e l’angosciosa visione onirica delle incisioni di Giovanni Battista Piranesi, a cui si rifà nella descrizione dei sotterranei e dei passaggi segreti del castello. Ambientato nel XII secolo attorno a un grande maniero, il romanzo narra di una profezia, di un nobile tiranno e dei suoi intrighi, di complicate rivelazioni di paternità e di una serie di prodigi e di apparizioni assurde. Nella trama del romanzo gli elementi cavallereschi e favolistici si intrecciano con gli aspetti più violenti e angosciosi della vita.
Dottor Frankenstein di Mary Shelley
E’ il romanzo che ha ricevuto più trasposizioni cinematografiche, un classico del genere horror. Scritto nel 1818 da Mary Wollstonecraft Godwin, moglie del poeta Shelley, il romanzo ha molti spunti etici, quali la speculazione sull’origine della vita, il ruolo della scienza che può generare mostri e l’incognita della bontà naturale dell’uomo corrotto dalla società. La storia racconta del giovane medico Frankenstein, che sottrae a vari cadaveri parti anatomiche per creare una creatura mostruosa, a cui infonde la scintilla della vita. Il mostro è buono e mite ma quando si accorge di generare disgusto negli altri, si trasforma in un assassino.
I racconti dell’incubo e del terrore di Edgar Allan Poe 
E’ affidata a questa raccolta di 34 racconti, scritti tra il 1832 e il 1849, la grande fama e fortuna dell’autore statunitense Edgar Allan Poe. Il crollo della casa degli Usher, William Wilson, Il pozzo e il pendolo, La maschera della morte rossa, Il cuore rivelatore e Il gatto nero sono i racconti del terrore più interessanti: bizzarri, originali, potenti, moderni e, in un crescendo di tensione, ricchi di ossessioni e simbologie. Gli scritti di Poe hanno fatto la storia dei generi gotico, fantasy e del terrore; i temi ricorrenti sono, ovviamente, la morte, la rianimazione dei cadaveri e il lutto.
Lo strano caso del Dottor Jekyll e signor Hyde di Robert Louis Stevenson
L’accesa fantasia, lo stile chiaro e l’attenzione per la morale umana dello scrittore inglese sono alla base della fortuna del romanzo Lo strano caso del Dottor Jekyll e signor Hyde, pubblicato nel 1886. Narra dello sdoppiamento di personalità che assume un potente valore allegorico della natura umana, divisa tra il bene e il male. L’incapacità di dominare la dissociazione fisica e attitudinale da parte del protagonista del romanzo porta all’insuccesso attraverso il suicidio.
Dracula di Bram Stoker (1897)
Lo scrittore dublinese Abraham Stoker, detto Bram, è l’autore di Dracula, uno tra i più conosciuti romanzi gotici del terrore, pubblicato nel 1897 e ispirato alla figura storica di Vlad III, principe di Valacchia. Il romanzo, scritto in forma di diario, riprende il mito del vampiro, creato nel 1819 da John William Polidori, ma con atmosfere molto più cupe e tetre, in cui l’orrore e la minaccia assillano i protagonisti del romanzo in un crescendo di paura, suspense ed emozioni. Tra i tanti temi toccati ci sono la paura dell’ignoto e dello straniero e la superstizione. Negli anni il personaggio di Dracula ha accresciuto la sua fama popolare con numerosi adattamenti cinematografici e televisivi.
Le montagne della follia di Howard Phillips Lovecraft
Influenzato da Edgard Allan Poe e dalla letteratura gotica, lo scrittore statunitense Lovecraft pubblicò numerose storie di orrore e di fantascienza, molte delle quali pubblicate dopo la sua scomparsa. L’ultima, scritta nel 1936, e tra le più famose è Le montagne della follia, che si apre su paurosi paesaggi onirici. La storia narra della scoperta da parte di alcuni esploratori di una caverna al Polo Sud che contiene esseri mostruosi, congelati da milioni di anni. In un crescendo di misteriose vicende e di inquietanti peripezie e macabre rivelazioni, si scopre, esplorando un tunnel abissale, che quei corpi ibernati erano tornati in vita per uccidere. Tra episodi di fantasia e drammatiche visioni oniriche i protagonisti sopravvissuti si salvano ma restano tormentati per sempre dal terrore e dall’angoscia delle esperienze fatte.
I vampiri di Richard Matheson 
Scritto nel 1954 dal narratore statunitense Richard Matheson, il romanzo di fantascienza e horror Io sono leggenda o I vampiri ribalta la classica situazione di un vampiro tra gli umani, inserendo Robert Neville, il solo uomo sopravvissuto a un’epidemia che ha trasformato l’umanità in mostruosi esseri infetti e vampireschi. Il protagonista può uscire di casa solo di giorno; la notte, invece, appartiene agli esseri mostruosi, ai vampiri. Dall’inquietante storia sono state create numerose trasposizioni cinematografiche, l’ultima delle quali nel 2007 con Will Smith nel film di Francis Lawrence.
L’incubo di Hill House di Shirley Jackson
In Italia il romanzo, il più famoso dell’autrice statunitense del genere horror, uscì nel 1959 con il titolo di La casa degli invasati. La narrazione è un crescendo di paura e terrore e la trama gira attorno ai fenomeni paranormali di poltergeist; l’ambientazione, ovviamente, è una casa abitata da fantasmi dove succede di tutto. L’inquietudine che sprigiona è, tuttavia, sottile e priva di effetti splatter; la paura che nasce dalla lettura è più vicina a un esasperarsi delle tensioni e delle follie mentali che da un accumularsi di fenomeni.
Rosemary’s Baby di Ira Levin
Scritto nel 1967 dall’autrice statunitense Ira Levin, Rosemary’s Baby dà il via a una serie di romanzi sull’angoscia generata dall’essere posseduti dal diavolo. La trama è semplice: una giovane coppia si trasferisce in un appartamento di New York, dove si avvicendano strani episodi e personaggi inquietanti, che si riveleranno in seguito frutto di stregonerie. La sera del concepimento del figlio comincia per la coppia un vero incubo: il diavolo si è impossessato del corpo del marito e ha ingravidato la moglie mentre nella casa e tra le loro amicizie accadono episodi terrificanti, misteriosi e angoscianti.
It di Stephen King 
Pubblicato nel 1986, It è tra i romanzi più famosi e inquietanti di Stephen King, l’autore dell’horror per eccellenza. E’ una lunga e sinistra saga corale che, tra inquietanti orrori e drammi senza speranza, tratta i temi della profonda influenza della memoria e dei traumi infantili sulla vita di un gruppo di amici. In un crescendo di angoscia Stephen King riesce a toccare la grettezza e la miseria umane di una piccola comunità di ragazzi che, in momenti diversi, dà la caccia al protagonista It, misterioso demonio che si risveglia da un letargo lungo 30 anni, assumendo le sembianze di un clown assassino di bambini.
ansa

Visita virtuale a una casa dell'antica Pompei

POMPEI - Ricostruita in 3D una casa dell'antica Pompei: è quella appartenuta a Lucio Cecilio Giocondo che era stata sepolta, come tutta la città romana, dalle ceneri dell'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. A realizzare la ricostruzione digitale della casa romana è stato il gruppo coordinato da Anne-Marie Leander Touati, dell'università svedese di Lund. Vi hanno contribuito anche gli italiani Nicolò Dell'Unto, che lavora all'università di Lund e Daniele Ferdani, dell'Istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni Culturali del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). ''Combinando le nuove tecnologie con i metodi più tradizionali, possiamo descrivere in maggior dettaglio Pompei e in modo più accurato di quanto possibile in precedenza'' ha detto Dell'Unto.
Una visita virtuale alla casa di un potente banchiere dell'epoca - La ricostruzione 3D permette di fare una visita virtuale alla casa costruita tra la fine del III e l'inizio del II secolo a.C e appartenuta al ricco banchiere Lucio Cecilio Giocondo. La ricchezza del proprietario è riflessa nello sfarzo della casa, decorata con marmi colorati e bellissimi mosaici, come è possibile vedere anche nella sua ricostruzione 3D.
Come era la vita nella città romana prima dell'eruzione del Vesuvio - La ricerca fa parte da uno studio più ampio che riguarda tutta l'antica città di Pompei e che mostra come era la vita nella città romana prima della catastrofica eruzione del Vesuvio. Per esempio studiando i sistemi idrici, i ricercatori hanno visto che inizialmente abitanti, rivenditori e ristoranti erano dipendenti dalle grandi famiglie benestanti per il rifornimento dell'acqua, e che le condizioni sono migliorate solo poco prima dell'eruzione. Per esempio un acquedotto costruito poco prima dell'eruzione ha garantito acqua a tutti i residenti di Pompei, che così non hanno dovuto più raccoglierla dai pozzi o dai serbatoi di acqua piovana presenti nelle case dei ricchi.
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

Reportage Caucaso, poesia e vino Viaggio in Georgia

Ci sono popoli che devono essere raccontati. Hanno vicende importantissime. A volte salgono alla ribalta per motivi geopolitici di forte attualità, poi rientrano, per noi, nel loro buio millenario. Li conosciamo poco o niente. 
Ad esempio i Georgiani. Verrebbe da dire, per iniziare questo racconto che qualcun altro proseguirà: be’, sono come gli italiani, una grande storia alle spalle e una gran voglia di stare bene. E hanno il senso dell’amicizia. Quando Boris Pasternak fu espulso dalla unione degli scrittori sovietici nessuno lo andava piu a trovare. Si recavano da lui solo gli amici poeti e scrittori georgiani. A loro scrisse delle lettere bellissime, uscite in un libro. 

Uno di questi era Titsian Tabidze. Morì in una prigione sovietica nel ’37. Il suo viso di ragazzo serio e lucente mi ha accompagnato nel breve viaggio che ho compiuto per un festival di poesia in una tenuta a due ore da Tbilisi. E nel parco museo di Tsinandali, con il padrone di casa Georg e il suo socio, con le foto della stirpe dei Chavchavadze, stirpe di generali, principesse e letterati, con il bravo poeta georgiano Dato Meghnaze e sua moglie, la elegante Lali, circondati da parenti, amici e invitati, ecco, ho avuto la riprova: somigliano agli italiani questi pazzi georgiani. Lo si capisce da come amano il vino, ad esempio, o da come cantano. E dall’orgoglio con cui fanno risalire un sacco di cose alla loro terra. 

Qui era l’antica Colchide, gli argonauti vennero a cercare il vello d’oro, la maga Circe era di queste parti. Poi si allargano un po’: dicono che gli etruschi erano protogeorgiani, che son state trovate qui le prime ossa di uomo europeo, che c’è oro a bizzeffe. Difficile credere a tutto, mentre non la finiscono di fare brindisi e viene il sospetto che li facciano giusto per versarsene un altro po’. Ci somigliano, però ci sono apparizioni straordinarie che ti fanno pensare: «Ma dove sono finito?». E non mi riferisco alla bizzarra Rolls Royce rosa che spunta su una piazza a Tblisi. Ci sono apparizioni e storie che si imprimono per la loro verità. Ad esempio, i gioielli d’oro antichi tolgono il fiato, e le spade e i pugnali. È un paese terra di re, principesse e nobiltà. Il re Davide IV l’edificatore, strappò queste terre all’islam dopo che già nel IV secolo si erano convertite al cristianesimo. Ancora è onorato. Così come re Eracle II, nella regione di Kakheti, il cui centro Telavi è un paesone di dolce collina in faccia ai monti del Caucaso. Sì, qui si sentono di sangue regale. È un Paese ponte, a questo deve la sua fortuna e la sua sofferenza. Sempre preso di forza, dai mongoli ai comunisti. Ora ci sono altri modi di dominare. 

Ma la Georgia può essere protagonista del proprio destino. Ha condizioni geopolitiche (tra cui il privilegio di un trattato di libero scambio europeo) e caratteristiche di distribuzione della proprietà che offrono buone prospettive in campo agricolo e turistico. Perciò l’amicizia con gli italiani può far fiorire varie cose. Lo pensano in tanti qui, tra questi anche l’ambasciatore italiano, Antonio Bartoli, da sette mesi mandato quaggiù dopo importanti esperienze negli Usa. Somigliano e non somigliano agli italiani, dunque. 

Il principe Andronikos conversa e canta con la malinconia nobile e invincibile che conosciamo bene. Ma con una dolcezza lievemente orientale che da noi è rara. Le donne sono eleganti e sanno essere pazze. Alcune conservano dolori dentro come un diadema, uno sparo. Altre, come Nunu Geladze, splendida traduttrice, cantano tirando fuori una voce che viene dai grandi boschi e dalle distese del Caucaso. Qui molti hanno visto amici sparire, intere famiglie. 
Georgia_20_51337362.jpg
L'antico monastero di St. Ninos a Samtavro

E nel Museo dell’occupazione sovietica, all’entrata immerso in una luce rosso sangue sta il vagone maledetto traforato dai colpi della mitragliatrice su cui erano molti intellettuali. Sembra un oggetto di mille anni fa, ma sono solo ottanta. Con il grande cugino russo che pulsa subito di là dal confine la partita è ancora aperta. I media di tutto il mondo hanno documentato la durezza di certe repressioni, prima che si arrivasse alla indipendenza, nel ’92 e poi – con la rivoluzione delle rose nel 2003 – all’attuale struttura politica. 

Il passaggio dall’abbraccio con l’ingombrante vicino alla libertà non è stato indolore. In una foto del museo si vede una bella ragazza che da un auto sventola una bandiera, piena di determinazione e di speranza nei giorni della indipendenza. Ora quella donna, mi dicono, fa la badante o qualcosa del genere in Italia. Tblisi è una città bizzarra, una storia di continue sovrapposizioni. È nata in modo bizzarro, del resto. La sua storia, infatti, inizia da un fagiano caduto nel fiume. Il suo cacciatore, l’antico re Vakhtang Gorgassali, scoprì così le proprietà delle acque calde di qui, sulfuree e curative. La Georgia è situata in un punto strategico, un ponte, un corridoio un tempo per la seta oggi per il gas. È senza popolazione numerosa, con una industria poco sviluppata. Ci sono più georgiani in Turchia che in Georgia, dicono i numeri. 

E ovunque ne trovi, anche a Palermo, dove c’è una giovane scrittrice che vi arrivò profuga, Ruska Jorjoliani, o a Bari, Milano. Ma forse non somigliano a nessuno i georgiani. A settembre viene il Papa. Viene apposta per loro. Perché sono unici, come l’alfabeto incomprensibile che usano. Ce l’hanno solo loro al mondo, qualcosa vuole dire...
Avvenire

Boramata, follie di vento nella città della bora. A Trieste una festa disordinata, come piace al vento dal 2 al 5 giugno

L’unicità di Trieste è merito anche del suo celebre vento, la bora. Il disegno della città, i palazzi, gli spazi urbani: la bora ha plasmato questa città, rendendola unica, una caratteristica che ogni inverno la porta alla ribalta dell’attenzione mediatica nazionale. Nasce dalla passione per questo vento, le suggestioni e le storie che porta con sé, l’idea di BoraMata, manifestazione pensata per festeggiare e raccontare la cosa più triestina che c’è. Invisibile, ma memorabile. Un po’ mata, molto amata. BoraMata è una festa disordinata, come piace al vento.
Con l’organizzazione e la realizzazione della Prandi.com e su ideazione di Rino Lombardi - curatore del Magazzino dei Venti e del progetto Museo della Bora – la manifestazione ritorna dopo il successo dello scorso anno tra il 2 e il 5 giugno prossimi. Per quattro giorni il cuore della manifestazione sarà la rinnovata piazza Ponterosso, uno dei luoghi della bora triestina che negli anni ospitava le corde e oggi ospita perfino una fontana “antibora”, recentemente restaurata. Nella piazza sarà allestita una grande struttura ottogonale con uno spazio dedicato al Museo della Bora, un omaggio alla Torre dei Venti di Atene e con video e curiosità dal mondo del vento. Allestito anche quest’anno anche l’angolo animato da un grande ventilatore per fotografarsi immersi nella bora e ritrovare poi il proprio scatto nella Gallery di BoraMata.
Presenti due grandi artisti del vento: il ritorno di Edoardo Borghetti, detto Edofly, aquilonista noto a livello internazionale, che ancora una volta proporrà - sia in piazza Ponterosso nel pomeriggio di giovedì 2 giugno che in piazza Unità venerdì e sabato - il suo spettacolo di aquiloni giganti con le enormi “Bol” che avevano affascinato triestini e turisti. Arriva, invece, per la prima volta dalla Bretagna l’artista francese Alain Micquiaux che porterà tra Piazza Ponterosso e Piazza unità, sempre a partire dal pomeriggio di giovedì, arredi eolici di grande impatto visivo e altre installazioni verticali a sorpresa. Non mancherà anche quest’anno il Giardino di Girandole, che sarà allestito giovedì in piazza Ponterosso per poi trovare spazio in Piazza Unità nei giorni successivi: un centinaio di girandole rosse per un colpo d’occhio unico che domenica 5 giugno alle 18.00 verranno “battute” ad offerta libera: il ricavato andrà quest’anno alla Associazione De Banfield.

Novità di questa edizione sarà affiancare a BoraMata un’altra, grande tipicità triestina: troverà così spazio nella manifestazione un momento di degustazione del “Cotto per la bora”, un’iniziativa a cura della FIPE dedicata a una specialità originale e irripetibile del territorio, il prosciutto cotto triestino, che è unico come la bora.

Ogni giorno nello spazio del Museo in Piazza di piazza Ponterosso una serie di iniziative con le “chiacchiere al vento”, letture e proiezioni. Si inizia alle 12.00 di giovedì 2 giugno con l’incontro tra il curatore Rino Lombardi e l’artista ospite Alain Micquiaux che racconterà i suoi allestimenti prima della loro installazione. Wendy d’Ercole interverrà, invece, per raccontare gli anni dello “shopping jugoslavo” negli anni della Ponterosso in jeans.

Attesi nel tardo pomeriggio di venerdì due ospiti d’eccezione per un incontro tra aneddoti, suggestioni, racconti. Trieste la “città dei matti”, di Basaglia, della bora. Spesso a Trieste si sente dire che il vento faccia “diventare matti”, che il soffio incessante dei refoli, il muoversi scomposto e potente dell’aria scombussoli i pensieri, così come scompiglia i capelli o solleva i vestiti.. “Imborezzai. Matti di vento” è il titolo della conversazione tra lo psichiatra Peppe Dell’Acqua e Massimo Cirri, conduttore del programma di Radio2 Rai Caterpillar, scrittore e psicologo. L’incontro sarà anche occasione per la prima presentazione a Trieste del nuovo libro di Massimo Cirri “Un’altra parte del mondo” (Feltrinelli) sulla vicenda di Aldo Togliatti, figlio del leader comunista Palmiro, rimasto richiuso per trent’anni in un manicomio.

Da segnalare anche i momenti di lettura con il Juke box letterario a cura dell’attrice Sara Alzetta che leggerà testi di autori triestini (Joyce, Svevo, Saba, Stuparich, Slataper, Giotti, Pahor, Roveredo, ..) e l’incursione del Pupkin Kabaret che nella serata di sabato regalerà i suoi “Refoli di Pupkin - Previsioni del vento”. Nell’ultima giornata, domenica 5 giugno, torna anche il raduno con gli Ambasciatori Eolici, eroici e fantasiosi raccoglitori di vento in giro per il mondo. 
ansa

2 giugno: 7 milioni italiani in viaggio

 Saranno circa 7,15 milioni (rispetto ai 6,14 milioni del 2015) gli italiani che approfitteranno del 'ponte' del 2 giugno per concedersi un primo assaggio di vacanze estive, dormendo almeno 1 notte fuori casa e segnando un +16,5% rispetto al 2015. Di essi la stragrande maggioranza, pari quasi al 92% (come nel 2015) rimarrà in Italia, mentre l'8% andrà all'estero (come nel 2015). Lo rileva Federalberghi.
    Le località marine saranno quelle prese letteralmente d'assalto. Il 54,4% sceglierà il mare (rispetto al 58,4% del 2015), il 18,1% (rispetto al 16,9% del 2015) preferirà le città d'arte maggiori e minori, l'11,1% (rispetto al 12,5% del 2015) andrà in località di montagna.
    Per chi andrà all'estero le grandi capitali europee faranno da polo attrattore con oltre il 65%.
    La spesa media pro-capite si attesterà sui 290 euro per un giro d'affari turistico di circa 2,1 miliardi (+26,5% sul 2015).
   ansa

Anno santo della misericordia Opera romana pellegrinaggi, i cammini giubilari in un video

«Con i giovani di don Rosini abbiamo percorso, domenica 1° maggio, l’itinerario mariano al mattino alle 5: c’erano circa 200 giovani; e l’8 maggio, con 400 giovani, abbiamo percorso il cammino della Misericordia da San Giovanni in Laterano a San Pietro. In queste occasioni abbiamo realizzato un video – un video straordinario! – con una musica di sottofondo e un canto dell’”Ave Maria” meraviglioso!». 

Guarda il video:

 


È entusiasta monsignor Liberio Andreatta, amministratore delegato dell’Opera Romana Pellegrinaggi, nel raccontare la nuova esperienza di condivisione e di fede promossa dell'Orp e raccontata in un video. Oltre duecento ragazzi all’alba del primo maggio, nel mese dedicato alla Madonna, hanno percorso il «Cammino mariano», vale a dire un percorso che unisce idealmente la Basilica di Santa Maria Maggiore, dedicata alla Santa Madre di Dio a tanti luoghi sacri dedicati a Maria, al centro da secoli della devozione del popolo romano, come Santa Maria dei Monti e Santa Maria in Campitelli. Quasi alla fine, i ragazzi sono passati dalla chiesa giubilare di Santa Maria in Vallicella, dedicata alla Natività di Maria e dove si venera un’immagine miracolosa della Vergine, per poi proseguire fino alla Basilica di San Pietro. E lì attraversare la Porta Santa, punto di arrivo del percorso spirituale e materiale di ogni pellegrino che giunge a Roma: “Io sono la porta delle pecore… se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo” (Gv 10,7,9). 

In questo «Cammino mariano» il gruppo di pellegrini è stato filmato da una troupe di dodici videomaker con la regia di Alberto Molinari che ha coordinato le riprese, alcune delle quali effettuate dall’alto, come ad esempio da Castel Sant’Angelo, luogo di confluenza anche degli altri cammini giubilari, promossi sempre dall'Opera romana pellegrinaggi che passano tutti per le tre chiese giubilari, scelte dal Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, San Salvatore in Lauro, Santa Maria in Vallicella (Chiesa Nuova) e San Giovanni Battista dei Fiorentini. 

I 4 cammini attraversano Roma partendo dalla Basilica di San Giovanni in Laterano e dalla Basilica di Santa Maria Maggiore per arrivare alla Porta Santa della Basilica di San Pietro. La musica che accompagna il video è “Ave Maria”, interpretata da Carly Paoli, composta da Romano Musumarra e con le parole di Grant Black. Mentre la produzione del video è stata fatta da Abiah Records per Opera Romana Pellegrinaggi

Per quanto riguarda tutti e 4 i cammini giubilari, il cammino mariano, ilcammino papale, il cammino del pellegrino, il cammino della misericordia, «abbiamo creato una App - ha spiegato ancora monsignor Liberio Andreatta in un'intervista alla Radio Vaticana - che si può scaricare gratuitamente, chiamata Iubitinera. Per cui si può percorrere il cammino con i telefonini, grazie a questa Apche dà tutte le spiegazioni, con le tappe, gli orari e le informazioni utili. Ad esempio, chi è stanco può salire sull’open bus “Roma Christiana” o può trovare lungo il percorso dei punti di assistenza e di informazione».

Per altri dettagli, è possibile visitare il sito dell'Opera romana pellegrinaggi.
avvenire