#Toscana Uffizi, in autunno trittico di mostre superstar

 

FIRENZE - Trittico di mostre top per l'autunno delle Gallerie degli Uffizi di Firenze che propone una rassegna sul ruolo della donna nell'antichità romana, un'opera di Joseph Wright of Derby appena arrivata la notte scorsa da Londra e la mostra dedicata al Ritratto di Papa Leone X con i due nipoti, opera di Raffaello appena tornata dalle Scuderie del Quirinale dove è stato una delle star della mostra per il cinquecentenario della morte dell'Urbinate.

"Queste tre iniziative si collocano bene nella filosofia espositiva degli Uffizi - spiega il direttore Eike Schmidt - La mostra sulle donne romane è infatti la decima negli ultimi anni che noi dedichiamo a temi femminili; le altre due si collegano invece all'argomento della ricerca e delle scienze naturali, con un approccio multidisciplinare che va a tutto vantaggio delle competenze umanistiche". La stagione autunnale della Gallerie degli Uffizi si apre il prossimo 6 ottobre a Palazzo Pitti con la mostra dal titolo 'Wright of Derby. Scienza ed arte' a cura di Alessandra Griffo (fino al 24 gennaio 2021): l'opera è 'Esperimento su di un uccello inserito in una pompa pneumatica' del 1768 e viene per la prima volta presentato in Italia, grazie a un accordo di scambio con la National Gallery di Londra. Questo dipinto a lume di candela è diventato un'icona della storia della scienza e in quest'epoca segnata dalla pandemia si impone all'attenzione del pubblico con imprevisti accenti di attualità.

Sempre Palazzo Pitti accoglierà la rassegna dedicata a 'Raffaello e il ritorno del Papa Medici: restauri e scoperte' a cura di di Marco Ciatti e Eike Schmidt (dal 27 ottobre 2020 al 31 gennaio 2021). Dopo il restauro dell'Opificio delle Pietre dure e l'esposizione nella grande mostra organizzata alle Scuderie del Quirinale a Roma, il 'Ritratto di Papa Leone X con i cardinali Giulio de' Medici e Luigi de' Rossi' torna a casa a Firenze. La mostra ne documenta il restauro e interpreta le analisi scientifiche del dipinto. Infine il trittico di mostre si chiude con l'iniziativa dedicata alla donne. 'Imperatrici, matrone, liberte - Volti e segreti delle donne romane' è il titolo della mostra a cura di Novella Lapini in programma agli Uffizi dal 3 novembre al 14 febbraio. La mostra pone a confronto gli opposti modelli che caratterizzano la rappresentazione femminile nel mondo romano articolandosi in tre sezioni: gli exempla femminili negativi, i modelli positivi ed infine il ruolo pubblico concesso alle matrone. Le opere esposte sono sculture, epigrafi, gemme e disegni.

Ansa

Vacanze: mete a portata di mano, si riscopre l'Italia

 


Un'estate senza precedenti quella che ci siamo lasciati alle spalle, dato che la pandemia ha sconvolto i nostri programmi e ci ha impedito forse di fare il viaggio che avevamo in mente ma in qualche modo, impedendoci di puntare sul lungo raggio, ci ha fatto riscoprire mete a portata di mano ma altrettanto belle. Emerge da un'indagine di Booking.com secondo cui la distanza media percorsa dagli italiani tra giugno e agosto, infatti, è diminuita del 60% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, in linea con la media globale del 63%.
    Nel 2019 i viaggiatori italiani hanno percorso in media 1.071 chilometri per prenotazione, mentre quest'estate la distanza è scesa a soli 427 chilometri per prenotazione, un numero leggermente superiore alla distanza che separa le città di Roma e Reggio Emilia.
    Il 71% della distanza totale percorsa dagli italiani tra il 1 giugno e il 31 agosto 2020 è stata in Italia, rispetto a solo il 24% nello stesso periodo del 2019. Le città di mare e le destinazioni balneari sono in cima alla lista delle destinazioni di tendenza prenotate dai viaggiatori italiani, in quanto molti hanno colto l'opportunità di viaggiare per ricollegare familiari e amici che erano separati a causa di restrizioni di viaggio e misure di distanziamento sociale. Mentre l'Italia è stata in cima alla lista dei paesi più popolari prenotati dagli italiani quest'estate, il secondo paese più popolare prenotato dagli italiani è stata la Francia, seguita da Grecia, Spagna e Germania, a dimostrazione che anche se alcuni italiani avventurosi hanno viaggiato all'estero per trovare la loro felicità di viaggio, in generale hanno accolto bene l'idea di restare all'interno della loro sfera continentale.
    Tante le destinazioni riscoperte e diventate star dell'estate del Covid: Positano, Amalfi, Sorrento, Caorle, Tropea, Lido di Jesolo, Bibione, Lignano Sabbiadoro, Capri e Peschici. Oltre ad alcune altre gemme balneari di tendenza, le classiche mete urbane sono ancora in cima alla lista delle destinazioni più popolari nella riscoperta del paese d'origine. Le destinazioni più prenotate quest'estate rivelano che gli italiani amano ancora un "city break" a Roma, Rimini, Firenze e Napoli. (ANSA).

Dai pascoli ai boschi variopinti, è momento foliage a Cortina

 

 E' una montagna piena di colori, dai pascoli d'alta quota ai boschi variopinti, quella delll'autunno a Cortina, dove il foliage dipinge il paesaggio di mille tinte e sfumature. Le giornate in quota acquisiscono il ritmo dell'andatura delle greggi e delle mandrie di ritorno dagli alpeggi estivi, in attesa della tradizionale Festa del Desmonteà, che celebra proprio il rientro del bestiame dai pascoli.
    L'autunno è la stagione ideale per passeggiate ed escursioni all'interno del Parco Naturale delle Dolomiti. Lo scenario è caldo, una tavolozza di rossi, arancioni, gialli e colori più bruni, ed è forse il periodo migliore per visitare luoghi come il Lago di Federa, Croda da Lago, il bosco di larici di Larieto.
    O, per i più allenati, l'escursione dei Tre Laghi, un giro ad anello di circa 5 ore per ammirare il Lago Pianozes, il Lago d'Ajal e il Lago Federa. La partenza è presso il meraviglioso Lago Pianozes, dall'acceso colore verde, circondato da un fitto bosco e sul quale si affaccia lo chalet di un un rinomato ristorante. Il clima è ancora mite, e in attesa del primo freddo si può camminare suoi pascoli e verso le malghe godendo dello spettacolo del foliage, fino a sera, quando il tramonto tinge di rosa le Dolomiti ampezzane. (ANSA).

Verbania punta a diventare capitale della cultura Un dossier di 60 pagine per convincere la giuria, il Piemonte spera

 

Sono racchiuse in sessanta pagine le "qualità" con cui Verbania si candida a diventare Capitale italiana della cultura. Il dossier, che è stato presentato oggi pomeriggio a Villa Taranto, sarà presto sul tavolo della giuria che entro il 21 ottobre selezionerà le dieci città finaliste, tra cui sarà scelta la Capitale della cultura 2022.
    ''E' un lavoro fatto da tutto il territorio del Verbano Cusio Ossola, in collaborazione con tutti: associazioni, mondo economico, scuole, istituzioni'', spiega il sindaco di Verbania, Silvia Marchionini. ''Il filo rosso del progetto - aggiunge l'assessore comunale alla Cultura, Riccardo Brezza - è l'acqua del lago Maggiore, che ha influenzato lo sviluppo economico e identitario del Vco, favorendo l'insediamento industriale nell'Ottocento, accompagnato dallo sviluppo dei giardini e delle ville storiche. Ma è anche il paesaggio, la natura che diede origine allo sviluppo turistico dello scorso secolo e oggi è attrattore di una nuova fruizione che unisce ambiente e cultura, storia e nuove tecnologie. In questo dossier è racchiusa una sfida che ha una sola parola d'ordine: trasformazione, un messaggio per l'intero Paese. Se Matera aveva i suoi Sassi, Verbania ha tutto il suo territorio da mostrare''.
    A sostenere la candidatura di Verbania anche la Regione Piemonte. ''Noi ci siamo, dando il nostro sostengo a una candidatura che risveglierà l'intero territorio'' dice l'assessore regionale Valeria Poggio.
    ''Qui siamo seduti su un giacimento d'oro'', conclude il vescovo Franco Giulio Brambilla parlando della cultura, delle tradizioni, delle bellezze e della forza economica del Verbano Cusio Ossola. 

ansa

LetterAltura, al via rassegna a Verbania. Tra gli ospiti Tozzi, Gambarotta, Patrucco, Cardini e Casella

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 Il saggista e autore televisivo Mario Tozzi inaugura l'edizione 2020 di LetterAltura. Attesi sul Lago Maggiore anche Alessandra Casella, Alberto Patrucco, Franco Cardini e Bruno Gambarotta. La rassegna letteraria, che si tiene da giovedì 24 a domenica 27 settembre, ha come tema "Fuoco e calore, nei viaggi e nel cuore".
    "Abbiamo lavorato, come tutti gli anni, intensamente e con passione - afferma il presidente dell'Associazione LetterAltura, Michele Airoldi - ma quest'anno è stata una sfida più impegnativa del solito: abbiamo mantenuto la testa e il cuore su quanto l'Italia e il mondo intero stanno vivendo, ma abbiamo anche creduto fortemente nel valore del nostro Festival''.
    Tra l'inaugurazione di giovedì 24 settembre - le note infuocate del tango che echeggeranno alle ore 18 nell'arena esterna del Centro Eventi Il Maggiore grazie alla fisarmonica digitale di Sergio Scappini - e lo speciale appuntamento di chiusura, alle ore 23 di domenica 27 settembre - Alessandra Casella, Bruno Gambarotta e Alberto Patrucco regaleranno al pubblico la magia di alcune "Letture intorno al fuoco" - un ricco calendario di appuntamenti coinvolgerà il pubblico di LetterAltura. (ANSA).

Capitale della Cultura, Verbania ambisce a diventare un modello per l’Italia

 

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La candidatura a Capitale italiana della cultura, per Verbania, “è l’unico progetto per il futuro” perseguibile nei prossimi 5 anni, al di là dell’esito del concorso, ha esordito il sindaco Silvia Marchionini alla presentazione di oggi pomeriggio nel parco di villa Taranto. “Un modello per l’Italia”, ha alzato l’asticella l’assessore alla Cultura Riccardo Brezza.

La “squadra” è già in campo da mesi. “Ci sono tutte le eccellenze del territorio che hanno aderito nei mesi scorsi: da villa Taranto alle forze economico produttive”, ha sottolineato il sindaco. La diocesi di Novara, è intervenuto il vescovo monsignor Franco Giulio Brambilla offre come “biglietto da visita”, la basilica di San Vittore, “il cui restauro sarà completato proprio nel 2022 e che, nelle nostre intenzioni, dovrebbe essere inserita in un itinerario di altre 10 chiese sul territorio in grado di attirare i turisti ospiti del territorio e di farli girare per tutto il Vco”.

In partita c’è anche l’Università del Piemonte orientale. “A fine anno – ha ricordato il rettore Giancarlo Avanzi – firmeremo il protocollo d’intesa con la Regione che ci consentirà di investire 2,5 milioni di euro nella ristrutturazione della parte superiore di villa San Remigio. Intendiamo farne un polo d’attrazione non solo per studenti e ricercatori stranieri ma anche per attirare finanziamenti. Perché senza risorse non si fa nulla”.

I deputati del territorio, Mirella Cristina (Forza Italia) e Enrico Borghi (Pd), il consigliere regionale Alberto Preioni (Lega) e l’assessore regionale alla Cultura Vittoria Poggio hanno assicurato il loro appoggio. Del resto Verbania è l’unica candidata piemontese.

Verbano News

LetterAltura presenta l'edizione 2020, dal 24 al 27 settembre a Verbania in Piemonte sul Lago Maggiore

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Tra gli ospiti più attesi sul Lago Maggiore per l'edizione dedicata al fuoco e alla passione Mario Tozzi, Alessandra Casella, Alberto Patrucco, Franco Cardini e Bruno Gambarotta. Fino al 16 settembre Aspettando il Festival con incontri, proiezioni ed escursioni

IL  divulgatore scientifico Mario Tozzi, lo storico Franco Cardini, lo scrittore Bruno Gambarotta, il fisarmonicista Sergio Scappini, il volto tv Alessandra Casella, l’attore Alberto Parrucco, la scrittrice Laura Pariani: sono alcuni dei nomi attesi a Verbania per il festival LetterAltura. La 14ª edizione prossima al taglio del nastro è stata una «prova di forza»: allestita in buona parte in piena emergenza Covid, propone una trentina di eventi.

La Stampa

Asti città degli arazzi, al via la mostra dell'artigianato artistico

 

PALAZZO MAZZETTI (ASTI)  L'artigianato artistico di bottega di due grandi maestri arazzieri astigiani è il filo conduttore di una mostra inedita che inaugura il 19 settembre  ad Asti, a palazzo Mazzetti, ed è visitabile fino al 17 gennaio 2021. Si intitola 'Asti città degli arazzi' ed è "un omaggio della città a due delle eccellenze locali, che hanno portato nel mondo la tecnica 'd'alto liccio' che ha ornato i più grandi transatlantici italiani, edifici pubblici nazionali e musei nel mondo", spiega il presidente della Fondazione Asti Musei, Mario Sacco.
    In esposizione 21 arazzi realizzati dai maestri Ugo Scassa e Vittoria Montalbano, "due delle più prestigiose manifatture astigiane, protagoniste di un capitolo importante e unico nell'ambito del rapporto tra la città e l'ambiente artistico e culturale a partire dagli anni Sessanta del Novecento", aggiunge Sacco.
    Tra le grandi opere che si possono ammirare, molte delle quali realizzate su disegni di grandi artisti del Novecento, 'Apollo e Dafne' da Corrado Cagli, 'Teatro delle Marionette' da Paul Klee, 'Tiro al bersaglio' da Felice Casorati e 'Composizione astratta' del cantautore astigiano Paolo Conte.
    Di Valerio Miroglio ci sono 'Omaggio a Rubens' e 'Doppio sole' (1989), Flora (1991) e altri da opere di Francesco Preverino, Sandro De Alexandris ed Eve Donovan. Nel percorso museale sono inserite installazioni multimediali e in movimento, che risaltano uso del colore e geometrie delle opere, e un telaio, "che consente di realizzare laboratori per la didattica" aggiunge Sacco.
    La mostra si inserisce nel ricco palinsesto di iniziative della Douja d'Or, la rassegna enogastronomica che si svolge nei fine settimana in città e nel Monferrato, fino al 4 ottobre.
    (ANSA).

A Perugia Raffaello tra reale e virtuale

 

PALAZZO BALDESCHI (PERUGIA) - Un Raffaello, tra reale e virtuale, animerà le sale di Palazzo Baldeschi a Perugia fino al 6 gennaio 2021. Le opere del sommo artista italiano sono da oggi esposte nella mostra 'Raffaello in Umbria e la sua eredità in Accademia', in una versione multimediale per la sezione curata dalla Fondazione CariPerugia Arte e in una espositiva più classica grazie all'Accademia di Belle Arti 'Pietro Vannucci' di Perugia.
    Gli organizzatori vogliono così, come è stato ricordato nel corso dell'inaugurazione, rendere omaggio a Raffaello Sanzio a 500 anni dalla sua scomparsa. Fra le manifestazioni riconosciute dal Comitato nazionale creato per le celebrazioni, la mostra è anche parte del percorso 'Perugia celebra Raffaello' e si inserisce nel più ricco programma 'Raffaello in Umbria', coordinato dal Comitato organizzatore regionale.
    Come ha spiegato Cristina Colaiacovo, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, la mostra è divisa in due sezioni: la prima, quella multimediale, a cura di Francesco Federico Mancini, con la regia di CariPerugia Arte e il contributo della Soprintendenza Archivistica dell'Umbria e delle Marche e dell'Archivio di Stato di Perugia; la seconda dal sottotitolo 'L'Accademia di Perugia e Raffaello: da Minardi e Wicar al Novecento' realizzata dall'Accademia di Belle Arti e curata da Alessandra Migliorati, Stefania Petrillo e Saverio Ricci, con il coordinamento di Giovanni Manuali, conservatore dei Beni dell'accademia.
    La versione digitale di Raffaello si mostra subito coinvolgente, con i visitatori che possono persino vederlo mentre disserta con suo padre e con il suo maestro Pietro Vannucci, detto il Perugino, grazie ad alcuni attori in costume rinascimentale. La cosa particolare è poi che con questa esperienza immersiva tra suggestioni visive e sonore si potranno così ammirare, accompagnati da informazioni lette da una voce narrante, tutte le opere legate all'Umbria, se ne contano 12, oggi conservate nei più importanti musei del mondo.
    Raffaello nel capoluogo umbro ha trascorso più o meno sei anni della sua vita, dal 1500 al 1505 circa. Perugia e Città di Castello, rappresentano i luoghi dell'Umbria dove ha mosso i primi passi e svolto una parte significativa della sua formazione artistica. Le uniche due opere ancora conservate in Umbria sono comunque il Gonfalone della Trinità, nella Pinacoteca comunale di Città di Castello e l'affresco di San Severo presso l'omonima cappella annessa alla chiesa camaldolese, oggi di proprietà del Comune di Perugia.
    Fiore all'occhiello della mostra sono poi tre prestigiose opere del Rinascimento umbro appartenenti alla collezione della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e realizzate da tre maestri a cui Raffaello si ispira e con i quali si relaziona quando arriva in Umbria: la 'Madonna col Bambino e due cherubini' di Perugino, la 'Madonna con il Bambino e San Giovannino' di Pintoricchio e il 'Santo Stefano lapidato' di Luca Signorelli.
    Mario Rampini, presidente dell'Accademia di Belle Arti, ha presentato infine la sezione che mette in mostra l'eredità di Raffaello alla 'Pietro Vannucci'. Con quattro parti tematiche e cronologiche si vuole mostrare e dimostrare come, per tutto l'Ottocento, Perugia e l'Accademia, furono un vivaio di talentuosi pittori che rielaborano la lezione degli antichi maestri, Perugino e Raffaello prima di tutti, attualizzandone modelli e stile.
    La mostra è corredata da uno speciale catalogo definito "covid free", realizzato da Fabrizio Fabbri Editore con un innovativo sistema di stampa certificato "capace di abbattere la carica batterica e alcuni tra i principali agenti microbici e fungini, sviluppato con lo stampatore Graphic Masters in collaborazione con tre laboratori di analisi specializzati".
    (ANSA).

Toscana, set cinematografico d'autore. I registi stranieri sedotti dai paesaggi tra Montalcino e Pienza

 

di Ida Bini (ANSA) - SIENA, 20 SET - Sono sempre più numerosi i registi internazionali che per girarvi i propri film scelgono la Toscana, sedotti dalla struggente bellezza dei suoi paesaggi e dalla ricchezza artistica delle sue città. L'ultimo cineasta è stato il britannico James D'Arcy che ha girato numerose scene a Montalcino per realizzare il film Made in Italy, uscito nelle sale ad agosto. La pellicola, con protagonista l'attore Liam Neeson, è la storia di un artista londinese che cerca di ricucire un rapporto con il figlio, lavorando alla riparazione di un vecchio casolare in Italia. Il casolare in questione è un rustico nel Podere Fontanelle dell'azienda Argiano, storica cantina che sorge nello scenografico territorio di Montalcino, circondata dai filari di cipressi che disegnano le colline ricoperte di vigneti e dai minuscoli borghi medievali che ne nascondono storie tra le pietre. Siamo nel cuore della Val d'Orcia, in provincia di Siena, terra amata da americani e britannici che da decenni ormai ne conoscono ogni angolo e che ha ispirato generazioni di registi e scrittori internazionali, affascinati dai suoi paesaggi straordinari. Il film di James D'Arcy è stato girato tra le vigne della tenuta di Argiano, che fu anche il set per il finale del film Letter to Juliet del newyorkese Gary Winick nel 2010. L'edificio della tenuta, costruito su un antico castello, risale al Cinquecento e si trova sul crinale di una collina ricoperta di vigneti. Nei secoli la tenuta ebbe nobili proprietari che la avvicinarono alla produzione vinicola fino al 1967, quando partecipò alla nascita del consorzio del Brunello di Montalcino.
    Prima dei due registi fu il britannico Anthony Minghella a girarvi scene per il suo capolavoro Il paziente inglese, vincitore di 9 premi Oscar: scelse proprio la Val d'Orcia, tra Pienza e il castello di Cosona, per ambientarvi la storia d'amore durante la seconda guerra mondiale tra un'infermiera canadese e un misterioso conte ungherese che alloggiava nel monastero di sant'Anna in Camprena, oggi agriturismo, a pochi chilometri da Pienza. Era il1996 e 13 anni prima fu il regista russo Andrej Tarkovskij a scegliere Bagno Vignoni, delizioso borgo termale della valle senese, come set per l'onirico film Nostalghia. Due anni dopo, nel 1985 il regista hollywoodiano James Ivory scelse Firenze per girarvi il fortunato film Camera con vista, basato sull'omonimo libro di Foster. In effetti l'elenco di film girati in Toscana è davvero lunghissimo ma d'altronde la regione italiana con i suoi poetici scenari si presta perfettamente a storie da raccontare. Sempre a Firenze il regista Ridley Scott scelse di ambientarvi il film Hannibal, girato con Anthony Hopkins nel 2001, e l'anno prima alcune tra le scene più suggestive del celebre film Il Gladiatore, ambientate nella bellissima campagna di Pienza. Infine, come non citare Under the Tuscan sun, film del 2004 della regista statunitense Audrey Wells, che racconta la storia di Frances, che in seguito alla separazione dal marito parte per l'Italia e in Toscana acquista una villa abbandonata e fatiscente che nella realtà è a Cortona e nei suoi bellissimi dintorni. 

Tra fede e storia, il Festival Europeo delle Vie Francigene

 É dedicato ai cammini del sud il 10.mo “Festival Europeo delle Vie Francigene, Cammini, Ways, Chemins”. In calendario una serie di iniziative che avranno luogo dal 29 settembre al 29 novembre, in presenza o a distanza, nel rispetto delle norme anti-Covid-19

Vatican News


Il Festival Europeo delle Vie Francigene (viefrancigene.org), per il decimo anno, è un’occasione di riflessione e accompagnamento per chi intraprende il cammino attraverso borghi, campagne e luoghi ricchi di fascino e spiritualità. L’edizione 2020, articolata in tre focus, intende puntare lo sguardo sulle radici storiche, e quindi cristiane, dei cammini dall’Alto Medioevo ad oggi; sul “turismo buono” e sostenibile rappresentato dalle vie francigene; e, in omaggio ai 100 anni dalla nascita di Gianni Rodari, su “La grammatica della fantasia. Introduzione all’arte di inventare storie”.

È ripartito il programma «I viaggi del cuore»

 

Con la dolcezza di sempre, don Davide Banzato è tornato ad accompagnarci dentro lo splendore di santuari e luoghi cristiani, a rimetterci in contatto con le storie straordinarie di santi e beati, a farci incontrare vite comuni in cammino, con le loro storie di speranza e pace prodotte dalla fede. Da  domenica  13 settembre, alle 9 del mattino, come sempre su Rete4, per un appuntamento che si rinnova ormai dal 2016, è ripartito I viaggi del cuore, il programma trasmesso anche all’estero sul canale internazionale Mediaset Italia. Si è rimesso in moto quell’osservare scorrevole ma denso di sostanza, quel  passeggiare distensivo  in equilibrio tra cultura, arte e storia legate tra loro per comunicare la bellezza profonda del cristianesimo.

La prima tappa di questa nuova edizione è stata Loreto: «Una puntata ricca — ci ha detto don Davide Banzato, parlandoci del programma e delle sue novità — da quel santuario che ha tanto da dire, da raccontare». È uno tra i pochi casi di Basilica fortezza, è tra i santuari mariani più famosi al mondo. Le telecamere di I viaggi del cuore lo attraversano, lo ammirano da vicino e da lontano, lo accarezzano con inquadrature suggestive che abbracciano il verde e l’azzurro del paesaggio intorno e i suoi scorci, le sue forme fino a giungere con delicatezza tra le mura della Santa Casa di Maria di Nazareth, dove  padre Giuseppe Santarelli, storico del Santuario, offre informazioni preziose che sono l’ennesimo frammento di quella  comunicazione calma, dettagliata ma accessibile che caratterizza I viaggi del cuore.

«Cerchiamo di parlare a tutti — ha spiegato don Davide — anche se abbiamo un pubblico affezionato, credente». La scelta di essere un programma popolare, però, non significa affatto scarsa  qualità visiva, anzi: «Se  c’è una cifra che ci caratterizza è proprio quella della bellezza. Dal 2016 abbiamo scelto di girare sempre all’aperto, senza studio e con ben cinque telecamere. Abbiamo un direttore della fotografia molto attento e cerchiamo di parlare valorizzando l’immagine. Non ci risparmiamo dal punto di vista della sua qualità».

All’attenzione per la forma si accompagna quella per i contenuti: esperti, scrittori, studiosi e giornalisti si aggiungono al viaggio mettendo a disposizione le loro competenze e la loro professionalità, ma I viaggi del cuore dà voce anche alla gente comune: «Con Maria ho un rapporto di figliolanza — racconta una donna in cammino con altri pellegrini sulla via Lauretana — da lei vorrei imparare tutto, come si è comportata nella vita, il suo sacrificio, l’amore verso il figlio e verso tutta l’umanità».

Sono occhi che brillano di sincerità, di quella «realtà» cercata dal programma e viva anche sul volto di David, 28 anni, che grazie al percorso con Nuovi Orizzonti da un anno e mezzo vive presso la casa di formazione al volontariato di Como, dove ha ritrovato quel «desiderio di vivere, di sognare e di fare cose belle» che a un certo punto aveva «perso, dimenticato».

È una storia di speranza, la sua, di rinascita come ce ne sono in ogni puntata «perché chiunque guardi, chiunque abbia una problematica simile, possa dire: “se ce l’ha fatta lui posso farcela anch’io”». David chiude l’inizio di questa nuova stagione caratterizzata da una bella novità: la presenza di Missioni Don Bosco per raccontare la situazione di diversi Paesi  nei vari continenti in cui i salesiani operano in prima linea.

«La pandemia — ha spiegato don Davide — come anche il Papa ha sottolineato, ci ha reso consapevoli di quanto siamo interconnessi e legati come un’unica famiglia, ma ha anche evidenziato le grandi differenze sociali che ci sono e che purtroppo rischiano di acutizzarsi. Così abbiamo pensato di inserire nel programma, proprio grazie a Missioni Don Bosco — che è una delle realtà più diffuse nel mondo — il racconto di diversi Paesi e ciò che i missionari fanno globalizzando il bene. Abbiamo pensato di farlo conoscere a chi segue il programma insieme alle criticità di Paesi lontani da noi, ma in realtà anche molto vicini».

Erano state progettate puntate all’estero: India, Kenia, foresta amazzonica, ma la pandemia ha cambiato i piani e quel progetto è stato momentaneamente accantonato. «A quel punto abbiamo cercato di recuperare l’idea inserendo in ogni puntata un missionario che ha vissuto (o vive) in un Paese in missione  svelandoci i progetti che la Chiesa porta avanti localmente».

Le parole di Giampietro Pettenon — presidente delle Missioni Don Bosco — sottolineano, nella prima puntata, la presenza massiccia dei missionari da più di quarant’anni un po’ in tutti i Paesi dell’Africa, soprattutto nelle periferie delle grandi città. All’inizio provenivano dall’Europa, «ora invece i salesiani sono circa 1.300 e la maggior parte di questi sono africani. È questa la cosa bella — aggiunge Pettenon — don Bosco si è radicato in Africa con il popolo africano». A San Giovanni Bosco e Valdocco sarà dedicato ampio spazio nella puntata su Torino: «Principalmente una puntata monografica», ha anticipato don Davide, parlando anche di quella in Irpinia, «diversa dalle altre, un po’ avventurosa» e di quelle sulle catacombe romane. E poi Genova, «dove creeremo qualche legame con la comunità, visto quello che è successo due anni fa», e Laverna, «interamente dedicata al luogo delle stimmate e al rapporto con san Francesco».

Infine la puntata in Umbria: «Terra ricca di santi e santuari, che vogliamo girare più avanti per cogliere appieno l’esplosione di colori nella regione». Senza dimenticare il presente, il tempo difficile che viviamo. I viaggi del cuore lo fa in più modi: «rilanciando, sostenendo luoghi di culto che comunque, per quanto possano essere attrattivi, hanno subito un contraccolpo dalla pandemia» e dando la possibilità a persone «malate, o che non possono viaggiare, tanto più con la pandemia, di conoscere e fare un pellegrinaggio virtuale». C’è stata poi l’idea di riempire lo spazio Spirithterapy di Chiara Amirante raccogliendo le tante richieste di aiuto ricevute (anche attraverso i centri di ascolto di Nuovi Orizzonti) in questo tempo di pandemia e lockdown:  «Abbiamo raccolto le domande più ricorrenti sulle paure del presente e del futuro, sullo smarrimento a causa della solitudine, della perdita del lavoro e di identità. Nel percorso creato da Chiara Amirante c’è un tema fondamentale: il bisogno di ogni essere umano di amare ed essere amato. Noi rispondiamo a quel bisogno: la Spirithterapy indica le vie — principalmente quelle del Vangelo — che offrono risposte alle problematiche  quotidiane che la pandemia ha accelerato». 

C’è tanta bellezza, insomma, dentro I viaggi del cuore, tra cui una invisibile, celata per ora dietro le quinte, anche se nelle ultime puntate verrà fuori: è il progetto Ciak si gira, finanziato da L’impresa sociale per i bambini. «Mi sta molto a cuore — ha detto don Davide spiegandolo — abbiamo preso ragazzi dai 13 ai 17 anni a rischio di abbandono scolastico e disagio giovanile e abbiamo dato loro la possibilità di appassionarsi a un progetto attraverso la relazione con professionalità del settore. Sono stati seguiti per un anno, a livello didattico e sui  set  televisivi tra cui quello di I viaggi del cuore. Il progetto prevede che si specializzino in un settore specifico, trovino la loro professionalità e realizzino un format in onda a livello nazionale. Li responsabilizziamo, vogliamo dare un’alternativa a problematiche che potrebbero ingrandirsi. La chiave è renderli protagonisti, mostrargli che se hanno un sogno lo possono realizzare, ma occorre tempo, energia, studio e sacrificio. Ragioniamo a lungo termine: il progetto, attivo da un anno, ne durerà quattro e dopo due anni i ragazzi che lo hanno realizzato diventeranno tutor degli altri».

Quando ne parla, a don Davide viene in mente quella frase di don Bosco sull’esistenza di un punto accessibile al bene presente in ogni ragazzo.

di Edoardo Zaccagnini /  Osservatore

Italia green: il futuro è già qui. In un libro di Marco Frittella la mappa delle eccellenze italiane nell’economia verde

 

Ora come non mai è chiaro che il futuro dell’Europa debba essere verde. «Dobbiamo cambiare il modo in cui trattiamo la natura; un cambiamento non solo necessario quello del Green New Deal, ma anche possibile». Sono le parole pronunciate il 16 settembre scorso a Bruxelles dal presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel discorso sullo stato dell’Unione davanti al Parlamento dell’Ue riunito in seduta plenaria.

Il Green New Deal è la strategia dell’Unione europea che ambisce a raggiungere la neutralità climatica o impatto climatico zero entro il 2050 mediante la riduzione del 55 per cento delle emissioni nocive nel prossimo decennio. Ebbene l’Italia, che è già all’avanguardia nella green economy, potrà esserne capofila in Europa. Lo sostiene del resto anche il Manifesto di Assisi, presentato a gennaio scorso col titolo «Un’economia a misura d’uomo contro la crisi climatica» nel Sacro Convento di San Francesco.

Gli obiettivi che la comunità internazionale si è data con l’accordo di Parigi del 2015 non sono più adeguati: solo la decarbonizzazione, ossia il passaggio dalle combustibili fossili alle fonti rinnovabili, potrà diminuire le emissioni di anidride carbonica. Una transizione economicamente e socialmente né immediata né indolore, eppure sempre più conveniente.

«Lo sapete che in Europa noi italiani siamo i migliori a riciclare quell’enorme risorsa che sono i rifiuti? Più dei tedeschi, pensate. E che siamo tra i primi nel mondo quanto a efficienza energetica e uso delle rinnovabili? C’è chi ritiene che si possa fare un elegante tessuto dell’Italian Fashion con le bucce delle arance siciliane oppure una vernice atossica con le fave di cacao». Con una tempistica perfetta tutto questo e molto altro ce lo svela in maniera avvincente e sorprendente il volume del noto giornalista Marco Frittella: Italia green. La mappa delle eccellenze italiane nell’economia verde, Rai Libri, Roma 2020. Attenzione però, non è un libro sullo «Strano ma vero». Ad affermarlo è lo stesso autore che si ripromette di raccontare, e lo fa in maniera convincente, quello che orgogliosamente e inaspettatamente in Italia si realizza, per entrare nell’era dello sviluppo sostenibile, dell’economia circolare e della rivoluzione energetica. Frittella traccia con ricchezza di dati la mappa delle eccellenze italiane nell’economia verde, ancora poco note ai più.

In sostanza c’è già un’Italia in prima fila. Oggi in molti settori, dall’industria all’agricoltura, dall’artigianato ai servizi, dal design alla ricerca, siamo protagonisti nel campo dell’economia circolare e sostenibile. Ad esempio, pur avendo noi italiani inventato la plastica, ora guidiamo la lista dei Paesi virtuosi, nel limitarne l’uso, avendo già anticipando le scadenze indicate dalle direttive europee.

L’autore ci parla del progetto Solar Print, cioè, di una rivoluzione tecnologica tutta italiana, che prevede di produrre su larga scala celle fotovoltaiche, stampabili come fossero un giornale, e ricaricabili con la luce solare o artificiale. Saranno ecologiche ed economiche, perché invece del silicio adopereranno composti del carbonio, come il Pet — polietilene tereftalato — lo stesso materiale con cui si fanno le bottiglie per l’acqua. Frittella infatti spiega che «il sogno è quello di poter un giorno stampare una cella anche con una comune stampante di casa, oppure di avere impressa sul giornale di carta una cella solare che alimenti le componenti interattive del quotidiano, come videoclip o animazioni». Potrebbe essere un modo per aiutare la carta stampata a non scomparire, legandola all’evoluzione dell’Internet delle Cose con il 5g.

L’agricoltura, che era stata considerata per decenni del tutto residuale, invece può e deve tornare protagonista. L’agroalimentare — afferma — non potrà che tornare ad essere uno dei principali motori di crescita nazionale, perché vantando la maggiore biodiversità vegetale e animale, l’agricoltura italiana è la più verde d’Europa: è ecosostenibile, sicura, controllata, biologica, biodinamica, in linea per la transizione energetica. L’agroalimentare Made in Italy realizza il cibo più vario al mondo, la cui contraffazione ogni anno sottrae un valore di oltre 100 miliardi di euro, più del doppio dell’export del vero agroalimentare italiano.

Ma c’è anche l’olio fritto delle nostre cucine, che ora finisce nei lavandini e che invece può essere riutilizzato come combustibile. L’Eni ad esempio, oltre a essere la prima compagnia al mondo ad aver convertito una raffineria tradizionale in bioraffineria (prima a Venezia e poi a Gela), ora è impegnata nel recupero degli olii vegetali e da frittura che servono a produrre diesel verde: la multinazionale ha stipulato 30 accordi con municipalizzate di varie città per la raccolta dell’olio da cucina, compreso quello del Vaticano, ci rivela Frittella.

Oltre al record del fotovoltaico per la produzione di energia elettrica, l’Italia è tuttora il secondo maggiore produttore di energie rinnovabili in Europa, meglio di Germania, Francia e Gran Bretagna. Il quinto per capacità solare-fotovoltaica nel mondo, il primo nell’energia geotermica.

Per un coinvolgimento per la difesa dell’ambiente che provenga dal basso e che non sia imposto dall’alto, l’autore è convinto che la vera svolta “green” in Italia verrà piuttosto dai comportamenti dei singoli cittadini e dalle imprese, le quali avvertono il vantaggio derivante dal posizionarsi e dal riconvertirsi verso produzioni orientate alla green economy. Lo hanno capito i giovani e le donne, spesso a capo di start-up che inventano piani industriali verdi, proprio perché l’Italia grazie al suo modello produttivo è la superpotenza europea dell’economia circolare, della gestione dei rifiuti e in generale dell’innovazione nel settore. L’eccellenza italiana “green” si articola su più fronti, dalla bioplastica ottenuta con scarti vegetali, all’agrifood e alla moda sostenibili, dalle costruzioni verdi all’e-mobility.

Tuttavia, nella transizione verso un’economia sostenibile a livello globale è imperativo non dimenticare quei milioni di esseri umani, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, che non hanno accesso alcuno all’energia. Come afferma Papa Francesco nell’Enciclica Laudato si’, bisogna combattere la cultura dello scarto, «senza lasciare indietro nessuno, senza lasciare solo nessuno», ossia coinvolgendo e non escludendo. In questo senso è emblematica la storia del Movimento dei Focolari, che rappresenta un piccolo miracolo della solidarietà sostenibile. Hanno presentato infatti all’Expo 2015 di Milano una cucina a energia solare sostenibile biodegradabile destinata in un primo momento ai terremotati di Haiti, ma che è perfettamente replicabile altrove, contribuendo così ad arginare il fenomeno della deforestazione, che tanto minaccia il Sud del mondo.

Pur avendo il nostro Paese un ruolo preciso nella transizione energetica, Frittella biasima la lentezza dell’implementazione di politiche che siano veramente al passo coi tempi: ad esempio l’autore menziona il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima 2030, presentato nel 2019 dal governo italiano, però giudicato troppo timido tanto dagli ambientalisti quanto dal mondo imprenditoriale. Un’altra critica ad esempio riguarda la commercializzazione del derivato del riciclo, per il quale si rende necessario un provvedimento “end of waste”, «ma mentre negli altri Paesi si contano decine di decreti del genere ogni anno, noi ne abbiamo visto approvare uno solo dopo cinque anni».

«I libri sul problema ambientale sono giustamente tantissimi — chiosa Frittella — mentre i libri sulle soluzioni ai problemi sono meno numerosi, e meno ancora sono quelli, a parte le meritorie pubblicazioni tecnico-scientifiche destinate ad un pubblico specialistico, che si concentrano sulle soluzioni che si sperimentano e si concretizzano in Italia».

Non a caso l’autore con Italia Green accompagna il lettore lungo un viaggio virtuale e concreto allo stesso tempo, capace di suscitare non solo curiosità e orgoglio, ma anche un senso di fiducia verso un futuro sempre più a portata di mano e forse sempre meno velleitario. Frittella ci ricorda, infatti, che le persone si devono sentire parte della costruzione del futuro.

di Alicia Lopes Araújo / Osservatore

Mibact-Enit: ecco i dati ufficiali sul turismo dei prossimi mesi

 

Estate senza fine. Il desiderio di vacanza si prolunga fino all'autunno e le previsioni lasciano sperare: il  58% di italiani ha in programma almeno un soggiorno in quel periodo stando ai dati Enit- Agenzia Nazionale del Turismo. Saranno ancora vacanze al mare (57%) o in montagna (48%), ma si prevede anche un ritorno alle città d'arte (42%). Tra gli altri tipi di soggiorni ci sono quelli enogastronomici (29%), al lago (29%) e alle terme (28%). Il 33% poi già pensa alle vacanze di Natale, per il 92% in Italia, in particolare in Lombardia, Sicilia, Piemonte e Campania. All’estero, on the top il Nord Europa. Enit ha intervistato oltre 4mila persone nell'ultima settima di agosto (dal 24 al 30) per fare il punto sull'estate. E dal bilancio emerge che il 41% degli italiani non ha potuto fare vacanza, mentre il 59% della popolazione ha effettuato almeno 1 periodo fuori casa: il 42% ha trascorso un periodo di vacanza mentre il 17% ha passato due o più periodi fuori dalla propria residenza. In media le ferie sono durate 7 notti (il 34% soggiorni tra le 3 e le 6 notti, il 24% 1 o 2 notti, il 22% tra le 7 e le 10 notti ed il 20% oltre 10 notti).

La maggior parte degli italiani è rimasto in patria nel 97% dei casi, preferendo destinazioni quali l'Emilia Romagna, la Puglia e la Sicilia, tutte sul podio del periodo scelte dal 9% dei vacanzieri italiani. Buone performance anche quelle della montagna con il Trentino Alto Adige (8%), ma anche la Toscana (8%), il Piemonte (7%) e la Lombardia (7%). All’estero (3%), gli italiani sono rimasti in Europa mediterranea (35%), in Nord Europa (24%) o nell’Est europeo (14%). In media una famiglia ha speso 850 euro per una vacanza e tre su dieci arrivano a spendere mille euro. La maggior parte degli italiani è andato infatti in vacanza in coppia (46%) o in famiglia con i figli (40%), mentre solo il 17% si è spostato con amici. Il 7% ha scelto la vacanza da solo.

“I dati resi noti dall’Enit sono confortanti, sia per quanto riguarda il numero delle presenze dei vacanzieri nei mesi di luglio e agosto, sia per la scelta fatta dalla maggioranza degli italiani di rimanere nel nostro Paese per trascorrere il periodo di ferie” dichiara Lorenza Bonaccorsi, Sottosegretaria al Turismo del Mibact.“Fin dall’inizio - aggiunge Bonaccorsi - avevamo invitato gli italiani a fare le vacanze nel nostro Paese, riscoprendo le meraviglie diffuse lungo tutta la Penisola: dal mare alle montagne, dai borghi alla natura incontaminata. Sono confortanti anche i dati che prevedono il prolungamento della stagione anche a settembre e nei mesi autunnali. Periodo, quest’ultimo, in cui gli italiani potranno continuare a utilizzare il bonus vacanze, valido fino al 31 dicembre”.

"L’hotel 3 stelle e più (25%) resta la modalità del soggiorno preferita dagli italiani, sebbene il 16% sia stato ospite da amici e parenti, il 13% sia stato in appartamento in affitto, il 12% in un B&B. Segue la casa di proprietà (7%) ed il villaggio turistico (7%)" dichiara il Presidente Enit Giorgio Palmucci. "Le strutture ricettive hanno dimostrato un rapido adeguamento alle nuove disposizioni e la versatilità e la scrupolosità con cui si è proceduto hanno contribuito a garantire, insieme al senso di responsabilità di ciascun viaggiatore, la sicurezza del viaggio e della conoscenza dei luoghi senza inficiare la vacanza" conclude Palmucci.

Ancora dall'indagine Enit, a contribuire alle spese il Bonus Vacanze richiesto dal 23% dei vacanzieri, che servirà a sostenere anche le vacanze autunnali e di Natale poiché il 14% l’ha richiesto ma non lo ha ancora speso, mentre in estate l’ha utilizzato il 9% dei soggiornanti. La vacanza ricercata dagli italiani post lockdown ha visto prevalere la voglia di mare (60%) che alla fine ha addirittura doppiato la vacanza in montagna (30%) e quella naturalistica (25%). Ma i vacanzieri nostrani cercano dalla vacanza l’esperienza culturale (24%) e il relax (23%). Il giudizio degli italiani sulla vacanza è stato molto positivo: voto medio 8 su 10 per una vacanza che ha avuto il gusto del relax e del benessere (75%), tanto desiderato dopo una stagione così difficile. Apprezzata la bellezza del luogo di vacanza (32%), il mare (31%), il fatto di aver goduto di una esperienza positiva (23%) ma anche del cibo e della buona cucina italiana (23%). L’85% dei vacanzieri tornerebbe il prossimo anno o fra due nello stesso posto. Il tema sicurezza ha dato garanzia all’85% degli italiani per le misure adottate nelle strutture in cui erano ospiti, all'80% per le misure sul territorio. Nel complesso dell'estate tra italiani e stranieri sono stati circa 24 milioni i viaggiatori sulle tratte di Trenitalia e che hanno apprezzato la costa adriatica in particolare la Puglia ma anche sul Tirreno la Liguria, la Toscana, Il Lazio, la Campania e la Calabria. Anche i passeggeri Italo, sul target prevalente entro i 40 anni, hanno apprezzato tutto il network comprese le nuove tratte che attraversano l'Italia da Torino a Reggio Calabria e da Milano ad Ancona. Stando ad Anas e Autostrade i volumi di traffico sono aumentati del 4 per cento ad agosto rispetto a quanto registrato nelle settimane precedenti, portando la settimana di Ferragosto quasi in pari rispetto all'anno scorso (-3,8%).Ultimo aggiornamento: 16:55© RIPRODUZIONE RISERVATA Il Messaggero

"Ti amo Italia": il Belpaese in mostra sui vasetti della Nutella per aiutare il turismo

 

Il Lago Maggiore in Piemonte e Stromboli in sikcilia, una delle 30 "perle" sui vasetti di Nutella



Il Lago Maggiore in Piemonte e Stromboli in sikcilia, una delle 30 "perle" sui vasetti di Nutella 

Edizione limitata di Ferrero con Enit, l'agenzia per il turismo: dal 12 ottobre edizione limitata con trenta celebri scorci della Penisola

La Ferrero mette in mostra l'Italia sui vasetti della Nutella. Una collaborazione con Enit, l'Agenzia nazionale per il turismo, che ha deciso di "griffare" le etichette dei dolci contenitori che fanno parte di un'edizione speciale. E' stata ribattezzata "Ti Amo Italia" la nuova confezione in edizione limitata e da collezione che uscira' il 12 ottobre. La "special edition" e' composta da 30 vasetti che celebrano il Paese, toccando tutte le regioni, dal Gran Sasso alle Cinque Terre, Dalla Scala dei Turchi al Gran Paradiso, dal Monte Rosa a Venezia, dal Lago di Como ai trulli di Alberobello.

Dai borghi alle montagne, dalle isole alle citta': ogni vasetto è uno scorcio d’Italia. Un modo scelto da Enit per promuovere l'Italia insieme a Ferrero. I vasetti saranno soltanto l’inizio di un viaggio per portare le persona a visitare virtualmente 30 località d’Italia. Inquadrando il Qr code su ogni vasetto sarà possibile vivere un’esperienza immersiva di virtual reality tramite una piattaforma digitale.


"Un viaggio multisensoriale per coinvolgere ogni persona in uno storytelling suggestivo e inesauribile di esperienze visive e gastronomiche. Questo progetto contribuirà ad affermare l'Italianità e le eccellenze del Made in Italy con un brand immediatamente riconoscibile", sottolinea il presidente di Enit Giorgio Palmucci.

"In questo difficile momento - ggiunge Alessandro d’Este, ad di Ferrero Commerciale Italia - per un settore strategico della nostra economia come il turismo, Nutella si stringe, di proposito, accanto all’Enit per valorizzare presso gli italiani la loro ricchezza nazionale più grande: la bellezza dell’Italia stessa, quella vera e reale, fatta di natura ed arte, città e borghi, mari e montagne, quella che il mondo intero ci invidia”

repubblica.it

Vacanze: Coldiretti, salgono a 9 mln i turisti di settembre

  Il caldo fa aumentare i vacanzieri di settembre che salgono in quest'anno assai sfortunato anche per il turismo a quasi 9 milioni. Emerge dal bilancio tracciato da Coldiretti/Ixe' che registra tuttavia l'assenza quasi totale dei circa 7 milioni di viaggiatori stranieri che lo scorso anno avevano pernottato in Italia a settembre, con un pesante impatto economico e occupazionale sul settore turistico nazionale. Le vacanze di settembre sono favorite da una estate 2020 che dal punto di vista climatologico si classifica come la più bollente mai registrata in Europa da 112 anni con un'anomalia di addirittura 2,08 gradi rispetto alla media secondo le elaborazioni Coldiretti sulla base degli ultimi dati del National Climatic Data Centre (Noaa) e in Italia le temperature sono state di oltre mezzo grado (+0,57 gradi) più alte della media storica secondo Isac Cnr. Per molti italiani si tratta in realtà di un bis della vacanza con il mese di settembre - sottolinea la Coldiretti - che è particolarmente apprezzato da quanti cercano il relax e la tranquillità ma vogliono anche approfittare dei risparmi possibili con la cosiddetta bassa stagione. Il mare resta il protagonista ma si registra infatti un aumento in percentuale - precisa la Coldiretti - del turismo legato alla natura in montagna, nei parchi e nelle campagne con la possibilità di assistere alle tradizionali attività autunnali come il rito della vendemmia o avventurarsi nei boschi alla ricerca di fughi (la cui nascita per essere rigogliosa richiede come condizioni ottimali terreni umidi senza piogge torrenziali e una buona dose di sole). A settembre quest'anno si stimano secondo Coldiretti circa 900 mila presenze in agriturismo con un calo del 10% dovuto soprattutto secondo Campagna Amica all'assenza di ospiti stranieri. (ANSA).



Covid affossa prezzi hotel città arte, -22,2% Venezia

 Dal sorprendente -22,2% di Venezia al -7,5% di Firenze, dal robusto -7,3% di Bologna al -4,5% di Roma.

Le principali località turistiche, schiacciate dalle crisi del Covid-19, sono in deflazione per quanto riguarda i prezzi degli alberghi e registrano cali sostenuti nei prezzi degli alloggi. L'Unione Nazionale Consumatori ha elaborato i dati Istat dell'inflazione di agosto, stilando la classifica delle città e delle regioni che hanno registrato i minori rincari annui per quanto riguarda i servizi ricettivi e di ristorazione, distinguendo quelli di alloggio da quelli di ristorazione. Venezia, città turistica per eccellenza, si colloca al secondo posto della graduatoria nazionale che vede al primo posto Trapani, con un calo annuo del 29,8%, ossia quasi un terzo. Al terzo posto Grosseto, -14,8%, poi Lucca, -13,9% e al quinto posto Rimini, -10,3%. In media nazionale i prezzi scendono su base tendenziale del 2,1%.E' evidente che questa deflazione record è il segno della crisi e del minor afflusso turistico di italiani e di stranieri registrato questa estate per via dell'emergenza Covid. Al crollo della domanda gli albergatori hanno reagito come potevano e dovevano, ossia abbassando i prezzi, così da cercare di contenere le perdite" afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori. E continua: "Un calo dei prezzi di cui si sono avvantaggiati i consumatori, risparmiando sul costo della vacanza. Purtroppo temiamo che non sia bastato per risollevare il settore né il calo dei prezzi né il bonus vacanze, decisamente sottoutilizzato. Vista la drammatica situazione serviva una scossa maggiore. Per questo avevamo proposto al Governo di eliminare l'Iva per 3 mesi per tutto il settore turistico, così che allo sconto fatto dagli albergatori si sarebbe potuto aggiungere quello a carico dello Stato, rendendo più appetibili le vacanze". Dall'altra parte della classifica, i rialzi annui più alti per Parma (+11,4%), Cosenza (11,1%) e Cuneo (+8,4%). "Tra la città più in deflazione e quella con i maggiori rincari, ossia tra Trapani e Parma - spiega Dona - ci sono oltre 40 punti percentuali di differenza (41,2), segno di come la reazione degli albergatori sia stata molto differente a seconda della città e, soprattutto, dei flussi turistici, evidentemente molto diversificati. Alcune località hanno maggiormente risentito della riduzione dei turisti stranieri. Non per niente, le regioni più in deflazione sono la Toscana, al primo posto con una flessione dei prezzi degli alberghi del 6,7%, poi il Veneto (-6,5%) e al terzo posto la Liguria (-6,3%). Alzano i prezzi, invece, nel Trentino Alto Adige, con il rialzo record del 5,3% ed in Campania, +4,1%". Secondo l'analisi dell'associazione, invece, i ristoranti hanno lievemente aumentato i prezzi. In media nazionale, infatti, in agosto salgono del 2,1% su base annua e non si registrano disparità così evidenti sul territorio nazionale. Solo 3 città hanno impercettibilmente ridotto i loro prezzi: Livorno (-0,2%), La Spezia (-0,1%) e Bergamo (-0,1%). I rialzi maggiori per Trapani (+4,6%), Grosseto (+4,2%) e Pordenone (+3,9%). per quanto riguarda le regioni stabili i prezzi solo in Valle d'Aosta. I maggiori rincari in Friuli-Venezia Giulia (+2,7%) e Trentino (+2,1%). (ANSA).


Il cioccolato ha una fontana alta 9 metri nella sua nuova “casa” a Zurigo

Federer all'inaugurazione di fronte alla gigantesca fontana di cioccolato

Federer all'inaugurazione di fronte alla gigantesca fontana di cioccolato

Come trasformare un luogo comune in un luogo e basta. Potrebbe essere lo slogan per la “Lindt Home of Chocolate”, inaugurata qualche giorno fa nei pressi di Zurigo. E sì, perché se il luogo comune vuole la Svizzera patria del cioccolato, adesso è aperto al pubblico un vero e proprio “santuario” dedicato al cibo degli dei.

Intendiamoci, la “Home” non è il primo “museo” dedicato al cioccolato. Chi scrive, ad esempio, ha visitato lo Hershey Chocolate World in Pennsylvania e la Swiss Chocolate Adventure, l’allestimento realizzato dalla stessa Lindt nel contesto del Museo dei Trasporti a Lucerna, sempre in Svizzera. La “Home” vuole però essere il punto di riferimento per eccellenza sia per la grande massa dei consumatori, indirizzati a vedere nella Lindt “il” marchio del cioccolato, sia per il pubblico non piccolo dei “musei aziendali”, quelli che quando viaggiano visitano la Fondazione Prada e il Museo Ferrari, la Guinness Storehouse e il nostro Spazio La Stampa.

Ma vediamo ora un po’ più da vicino questa Home of Chocolate, affacciata sul lago di Zurigo a pochi km. dal centro della città e ben collegata — siamo in Svizzera — ad essa. Siamo infatti a Kilchberg, sede storica sin dal 1899 della “Lindt & Sprüngli” e quando Roger Federer — testimonial del marchio — ha inaugurato il nuovo edificio augurandosi di essere il primo dei 350mila visitatori attesi, Covid permettendo, ogni anno, i fortunati presenti non hanno potuto fare a meno di essere calamitati dalla prima attrazione del sito: una fontana di cioccolato alta 9 metri.

Ma, al di là della pantagruelica e forse un filo esagerata installazione, c’è molto altro, a partire dai 1500 metri quadri della sezione multimediale che racconta la storia del cioccolato, dalla scoperta della pianta del cacao sino ai pionieri del cioccolato svizzero e all’evoluzione attuale dell’industria.

Al termine del percorso, è quasi scontato imbattersi nella grande sala della degustazione dove ai visitatori, sin lì stuzzicati a dovere, è concesso di assaggiare i diversi tipi di cioccolato senza limite di quantità; un “all you can eat” micidiale per il metabolismo di chi non saprà contenersi anche se la sezione si chiama “Chocolate Heaven”, Paradiso.

Non è finita, perché nella “Chocolateria” i visitatori, se non prostrati dall’assaggio, potranno mettersi alla prova sotto la guida dei “maîtres chocolatiers” creando barrette personalizzate nella composizione e nella forma e, poi, sbirciare nell’impianto pilota in cui si fa sul serio. Lì, infatti, gli stessi maîtres sviluppano nuove ricette e perfezionano le tecniche mentre gli ospiti possono assistere alle principali fasi del processo di produzione.

Il negozio interno  credit Zürich Tourism

Il negozio interno  credit Zürich Tourism

Comprensibilmente difficile ripartire senza mettere in borsa almeno due praline acquistate nel più grande Lindt Chocolate Shop del mondo e senza bere qualcosa nel relativo Café.

Dimenticavamo: per recarsi dall’Italia a Zurigo e ritorno è consigliato vivamente un altro luogo comune elvetico: il treno.

Info:

www.lindt-home-of-chocolate.com

www.zuerich.com/it/visitare/cultura/lindt-home-of-chocolate

Info generali sulla Svizzera:

www.myswitzerland.com/it-it/

Arrivare. Otto treni Eurocity diretti al giorno raggiungono Zurigo da Milano Centrale in 3 ore e 40. Dal 13 dicembre, con l’ingresso in esercizio del nuovo tunnel del Ceneri, il tempo di percorrenza scenderà a 3 ore e 17 minuti.

La Stampa Viaggi

Dati #Enit Staycation al lago: 7 idee per un itinerario alternativo

 

Quest’anno la ‘staycation’ (termine anglosassone nato da stay, “restare” + vacation, “vacanza”), è stata protagonista indiscussa dell’estate. Oltre al classico soggiorno al mare o in montagna, sono stati in molti a scegliere il lago per staccare la spina e alternative slow come tendabungalow camper hanno permesso di vivere qualche giorno di relax mantenendo sicurezza e distanziamento sociale.

Sia in estate o con l’avvicinarsi dell’autunno, il lago è sempre una buona idea: stando ai dati Enit – Agenzia Nazionale del Turismo, il 58% degli italiani ha in programma almeno un viaggio nei prossimi mesi e, di questi, il 29% sta programmando un soggiorno proprio al lago.

Oltre ai più popolari Como, Garda o Trasimeno, l’Italia custodisce un tesoro inestimabile di laghi meno conosciuti e altrettanto affascinanti. Indie Campers, tra le principali realtà nel noleggio camper in Italia e Europa, ha selezionato sette laghi insoliti. Da nord a sud, una serie di specchi d’acqua con caratteristiche uniche o legati a storie magiche, da tenere a mente per un itinerario di viaggio diverso.

Laghi di Fusine (Friuli-Venezia-Giulia): adagiati ai piedi del monte Mangart, i laghi di Fusine sono un must per gli amanti della montagna. Il Lago Superiore e Inferiore sono collegati tra loro da facili sentieri immersi in un bosco di abete rosso che, trasformandosi a seconda delle stagioni, saprà lasciarvi senza fiato.

Lago Baccio (Emilia-Romagna): in Provincia di Modena, il Baccio è tra i più grandi laghi appenninici e sorge accanto al più popolare Lago Santo. Situato in una conca ad alto valore ambientale, è la meta perfetta per gli appassionati di storia e dei numerosi reperti archeologici rinvenuti nei dintorni.

Lago di Scanno (Abruzzo): il Lago di Scanno è il più grande bacino naturale d’Abruzzo, situato nell’alta valle del fiume Sagittario. Conosciuto per la sua inconfondibile forma a cuore, è un ambiente rilassante e romantico che non delude nemmeno i più sportivi, con la possibilità di praticare escursioni in canoa, pedalò o trekking.

Lago d’Averno (Campania): tappa immancabile per gli amanti della mitologia. Quello di Averno è un lago di origine antichissima, formatosi nella conca di un vulcano spento nei pressi di Pozzuoli. In passato le sue acque esalavano fumi cupi e misteriosi, tanto da essere creduto l’ingresso dell’Ade, il regno dei morti. Da non perdere i vicini Tempio di Apollo e Antro della Sibilla, testimonianze di storia greca nella natura.

Laghi Alimini (Puglia): un paradiso lacustre in Salento a pochi passi dal mare. Alimini Grande è infatti alimentato direttamente dall’acqua del mare e quindi salato, mentre Alimini Piccolo è un lago d’acqua dolce. Oltre alla spettacolare Baia dei Turchi, i dintorni degli Alimini ospitano il relitto della Dimitros, nave che si incagliò vicino alla costa nel 1978 e ancora visibile a pochi metri dalla spiaggia.

Laghi di Marinello (Sicilia): all’ombra del promontorio di Tindari, in Provincia di Messina, i laghetti di Marinello sono uno suggestivo spettacolo della natura che cambia forma sotto la spinta del vento e delle maree. All’interno dell’omonima riserva troverete la Grotta di Donna Villa: secondo un’antica leggenda, la grotta ospitava una maga capace di incantare i marinai e di attirarli a sé per divorarli.

Lago Omodeo (Sardegna): il Lago di Omodeo si trova nel cuore della Sardegna, in provincia di Oristano. Immerso nella natura selvaggia, è un bacino artificiale dove fare lunghe passeggiate o gite in canoa. Creato negli anni ‘20, oggi ospita diverse specie di uccelli ed è vicino a numerosi siti archeologici, tra cui i celebri nuraghi.

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