IN ARRIVO L’UNDICESIMA EDIZIONE DEL FESTIVAL DEL CINEMA RURALE Torna sul lago d’Orta Corto e Fieno 2-3-4 ottobre 2020



 Corto e Fieno è un festival del cinema. Un festival che nasce nel 2010 da un’idea dell’Associazione Culturale Asilo Bianco: portare sullo schermo campagna, ruralità, prati, boschi, acque, animali, donne e uomini. Corto e Fieno è, con orgoglio, un festival del cinema rurale. Crea da anni uno spazio per vedere e discutere film di qualità che raccontano del rapporto tra l’uomo e la campagna. Si interroga sulla ruralità oggi, in Italia e in giro per il mondo. Riflette sull’importanza della terra: sulla necessità di starle vicino.

L’undicesima edizione di Corto e Fieno è in programma venerdì 2, sabato 3, domenica 4 e domenica 11 ottobre sul lago d’Orta a Omegna, Ameno e Miasino, tra le province di Novara e Verbania. Si è lavorato tanto in questi mesi, così incerti causa Covid e così pieni di voglia di ripartire. Il festival riporta il pubblico al cinema, nel buio della sala, e lo fa in completa sicurezza. Il Cinema Teatro Sociale di Omegna sarà la casa di Corto e Fieno, insieme ad altre proiezioni in Ludoteca a Omegna, al Museo Tornielli di Ameno e a Villa Nigra a Miasino.


Cortometraggi arrivati da tutto il mondo sono stati selezionati per la sezione Frutteto e per Germogli, categoria dedicata all’animazione e quest’anno legata al progetto Interreg Italia-Svizzera “Di-Se – DiSegnare il territorio”, tre anni all’insegna del disegno e dell’arte a cura di Associazione Musei d’Ossola, Museumzentrum La Caverna di Naters e Asilo Bianco.

39 film tra concorso e fuori concorso, 14 prime nazionali e 22 prime piemontesi. Torna anche la lezione di Bruno Fornara, selezionatore dalla Mostra del Cinema di Venezia, che, per la sezione Sempreverde, ci porta a esplorare un nuovo film della storia del cinema con sguardo attento sul mondo rurale.

Un’edizione importante che vuole essere davvero un invito a tornare al cinema dopo la chiusura forzata delle sale.

Le proiezioni di Corto e Fieno continuano a essere a ingresso gratuito. Quest’anno però, per garantire il rispetto delle norme di sicurezza, i posti in sala saranno limitati ed è obbligatoria la prenotazione per tutte le proiezioni. È possibile prenotare via email a cortoefienofestival@gmail.com e telefonicamente. Tutte le info sul sito www.cortoefieno.it

Corto e Fieno è anche l’occasione per visitare gratuitamente due mostre: Ciak & Quack. Tavole originali tra cinema e fumetto a cura di Giovanni Nahmias (al Forum di Omegna da sabato 26 settembre fino a domenica 4 ottobre) e Herbarium vagans, la grande mostra itinerante di disegni tra botanica e arte nei centri storici di Orta San Giulio, Ameno e Miasino (fino all’11 ottobre).

fonte: comunicato stampa 

Bandiere Rosse per Frieze, tinte con terra dei 50 stati. Artista rivisita vessilli Usa a Rockefeller Center

 

NEW YORK - Il 3 novembre gli elettori del Mississippi andranno alle urne per decidere se adottare una nuova bandiera con al centro un fiore di magnolia al posto di quella attuale decorata con i simboli della Confederazione Sudista. Ma a New York un artista concettuale ha gia' trasformato il vessillo dello stato al pari degli altri che identificano i 50 stati dell'Unione.
    Andy Goldsworthy, un esponente scozzese del movimento della Land art ha raccolto terriccio da ogni stato e colorato ciascuna bandiera con un pigmento rossastro imbevendo la tela con l'idea piu' materiale del suo territorio di origine. Le "Bandiere Rosse" (in realta' una gamma di sfumature, dall'arancio al rosa pallido, il giallo mostarda e il marrone) sventolano in questi giorni dai pali che circondano il "Rink", la pista di pattinaggio di Rockefeller Center da cui usualmente sono appesi vessilli nazionali.
    L'installazione fa parte di Frieze Sculpture, una iniziativa di arte pubblica all'aperto organizzata dalla fiera dell'arte che porta lo stesso nome. Identificare una bandiera con il suo stato di origine richiederebbe un'analisi geochimica, eppure l'insieme e' tutt'altro che monocromatico. L'opera di Goldsworthy, creata nel 2019 - e dunque prima dell'era Covid e delle proteste Black Lives Matter - sottolinea somiglianze e diversità tra le bandiere e i popoli che esse rappresentano, trasformando simboli di orgoglio nazionale e statale in una metafora di tolleranza e biodiversità di un paese vasto come gli Stati Uniti.
    Avendo ancorato questi valori in termini di rispetto dell'ambiente, l'artista scozzese ha voluto sottolineare, rafforzandola, la relazione tra giustizia sociale e ambientale.
    (ANSA).

A Verbania ha preso il via il Festival LetterAltura


 

La cultura a Verbania non si è spenta. Tutt’altro. Come una fiammella che continua ad ardere sotto la cenere, così la cultura in questi mesi segnati dalla pandemia è rimasta accesa nel cuore di chi da anni con passione e coraggio propone eventi in città.

È il caso degli amici de “Lago Maggiore LetterAltura”, il festival di letteratura di montagna, viaggio e avventura. Quello che poteva sembrare solo qualche mese fa un obiettivo irrealizzabile, ora è realtà.

Lo si è compreso bene oggi pomeriggio, giovedì 24 settembre, con gli eventi di apertura del festival, che fin da subito si annuncia infuocato e scoppiettante.

Filo rosso di questa edizione è proprio il fuoco. Un tema che sarà sviscerato, come sempre, a trecentosessanta gradi. È il fuoco che crea, ma è anche quello che distrugge. È il fuoco che scalda, che imprime forza. È il fuoco attorno al quale un tempo i bambini restavano a bocca aperta ascoltando le storie raccontate dai grandi. È il fuoco della passione e dell’amore che da sempre bruciano nel cuore di uomini e donne.

Un primo assaggio lo si è avuto con le immagini e il racconto di Luca Fontana, fotografo che ha esplorato luoghi selvaggi, dal deserto di Atacama alle distese di ghiaccio dello Yukon.Così come lo si è avuto grazie alle atmosfere uniche regalate dal maestro Sergio Scappini con la sua fisarmonica.

«Siamo soddisfatti – ha detto il presidente Michele Airoldi, aprendo ufficialmente la quattordicesima edizione. –  Questo festival è nato grazie alla passione e alla perseveranza di tanti nostri volontari che, seppur in un momento così difficile per tutti, hanno creduto in questo progetto. Il programma da qua a domenica 27 settembre è ricco. Buon festival a tutti».

sdnovarese.it

'Ferrara rinasce' con Antonio Ligabue e Riccardo Muti

 

Dopo la chiusura, il 27 settembre, della mostra dedicata a 'Un artista chiamato Bansky', Palazzo Diamanti a Ferrara ospiterà dal 30 ottobre al 5 aprile un'esposizione dedicata a Ligabue, che è uno degli architrave del palinsesto culturale della città, che include il 'debutto' al teatro Comunale Claudio Abbado di Riccardo Muti.
    Un palinsesto a 360 gradi per cui si sono alleati Ferrara Arte, di cui è presidente Vittorio Sgarbi, il finanziere Francesco Micheli, presidente di Ferrara Musica e Mario Resca, presidente della fondazione Teatro Comunale Abbado, oltre allo stesso Comune che ha scelto come slogan delle sue iniziative alla fine del lockdown 'Ferrara rinasce'.
    "L'obiettivo è non avere mai momenti di vuoto nella proposta culturale" ha spiegato Sgarbi alla presentazione milanese degli eventi che includono per la danza fra l'altro le prime assolute di il Don Juan dell'Aterballetto (il 9 ottobre) e Hands Do Not Touch Your Precious Me di Wim Vandekeybus (30 ottobre). Il 10 ottobre, invece, per la prima volta Riccardo Muti dirigerà al Comunale. Guiderà l'orchestra giovanile Cherubini, che lui stesso ha fondato.
    Per quanto riguarda il teatro, il cartellone presenta anche, in occasione del giorno della memoria, la prima nazionale dello spettacolo di Corrado Augias 'A cosa serve la memoria', e 'Il mistero buffo di Dario e Franca' dedicato a Franca Rame e Dario Fo riproponendole due parti del Mistero Buffo, femminile e maschile, in un unico spettacolo con Mario Pirovano, e Lucia Vasini. (ANSA).

Museo Stabiae intitolato a D'Orsi, Indiana Jones anni '50

 

CASTELLAMMARE DI STABIA - I visitatori che il lunedì non potranno recarsi al sito archeologico di Pompei, chiuso in quella giornata, "potranno vivere un'esperienza altrettanto imperdibile nelle Ville di Stabiae, alla Reggia di Quisisana e ad Oplontis, luoghi belli ma spesso dimenticati". E' l' invito del direttore generale dei Musei del Mibact, Massimo Osanna, che ha inaugurato a Castellammare di Stabia (Napoli) il Museo Archeologico intitolato a Libero D'Orsi, l'Indiana Jones degli anni '50 che con tenacia - lottando contro le istituzioni e i contadini dell'epoca - scavò con le sue mani per far riemergere le ville di otium degli antichi romani, sepolte dall'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. La figura di questo straordinario archeologo è raccontata in un video che il Mav (Museo Arcehologico Virtuale) di Ercolano ha realizzato.

Stabiae era la ''Beverly Hills'' dei romani, che nelle loro sontuose ville godevano di spa private, vista sul golfo con il Vesuvio e Capri di fronte, acque termali, fontane e piscine olimpioniche. ''Gli scavi nelle ville di Stabia sono ripresi - ha detto Osanna - perciò si lavora ad ampliare questo museo con un'altra ala. I reperti aumenteranno e arriveranno anche da Pompei il cui Antiquarium non può contenere tutto''. Il Museo archeologico Libero D'Orsi ha in vetrina affreschi, pavimenti in opus sectile, stucchi, sculture, terrecotte, vasellame di mensa ed oggetti in bronzo e in ferro mai esposti prima. ''Oggi è un giorno di festa - ha scritto in un messaggio il ministro per i Beni e le Attività Culturali, Dario Franceschini -. Il percorso espositivo offre la visita di una collezione che non si vedeva da anni e costituisce una nuova offerta turistica importante per la Campania''. Soddisfatto il sindaco di Castellammare di Stabia, Gaetano Cimmino, che ha lavorato con energia, insieme ad Osanna ed ai funzionari della soprintendenza, per realizzare il progetto del Museo nella Reggia di Quisisana, un Palazzo reale borbonico, prima ancora palazzo di caccia dei Farnese, in cui Boccaccio ambientò una novella del Decamerone. ''In seguito vi fu realizzato un Grand Hotel e vi morì la Duchessa d'Aosta - ha ricordato Osanna - poi è stato depredato, ma ora, ristrutturato, ne abbiamo fatto sede del Deposito e degli Archivi del Parco Archeologico di Pompei. All'interno ci saranno attività didattiche e universitarie e, a parte, il Museo Civico della città''.

Osanna punta ad un accordo tra il Miur ed il MIbact per la fruizione del nuovo museo. Lo richiede anche il Covid-19, con le lezioni all'esterno delle scuole. ''Al momento si parla di accordi locali, ma siamo al lavoro con il Miur e le Università per una formazione che preveda la fruizione dei luoghi d'arte e di cultura. Con il ministro Manfredi l'obiettivo è che questo museo, come altri luoghi d'arte locali, diventi base per l'insegnamento della Storia nelle scuole''. Il sindaco di Castellammare di Stabia, Gaetano Cimmino, ha conferito ad Osanna la cittadinanza onoraria.

ansa

#Roma #TevereDay, è festa grande per il "biondo" di Roma

 

ROMA - Oltre 8 chilometri di sponde, per un giorno trasformate in teatro a cielo aperto. Una festa lunga 75 eventi e con 65 enti e associazioni riuniti. Forse un momento tanto glorioso il Tevere, il fiume di Roma, non lo viveva da millenni. Non solo perché torna la seconda edizione del partecipatissimo Tevere Day, in programma quest'anno il 4 ottobre con un calendario fitto di appuntamenti. Ma perché il "biondo" di Roma, come lo chiamano nella capitale, "rischia" anche di ritrovarsi candidato a Patrimonio dell'Umanità Unesco.
    Una battaglia "lunga e complicata", racconta Alberto Acciari, presidente dell'Associazione Tevere Day che promuove la campagna pro-candidatura, illustrando l'iniziativa al Salone Mondiale Città e Siti Unesco World Tourism Event alla presenza del sottosegretario all'Ambiente, Roberto Morassut, del responsabile della Segreteria politica della presidenza della Regione Lazio, Maurizio Veloccia, e del delegato della sindaca di Roma per la riqualificazione del fiume, Silvano Simoni. "Ma la candidatura - dice Acciari - è un progetto che il Tevere merita", in modo che a Roma "non sia solo il centro storico a essere patrimonio Unesco. E sappiamo di avere una grande forza: il Tevere sano lo vogliono i cittadini. E' un giacimento culturale e naturalistico immenso. Io poi - aggiunge - sogno di rendere visitabile la Cloaca Massima. Penso anche a quanto ne godrebbero i porti imperiali o un'oasi come Farfa".
    Intanto, appuntamento il 4 ottobre, per celebrare (o riscoprire) questo lungo fiume, che dalla campagna si insinua nel centro della città, scorrendo tra cupole barocche e fortezze papali e puntando al mare, via fondamentale per i commerci della Roma imperiale oggi tanto fotografato dai turisti, qualche volta un po' dimenticato dai suoi concittadini.
    Il Tevere Day, che lo scorso anno ha coinvolto oltre 30 mila cittadini e turisti, spiega Acciari, "è nato proprio per esaltare tutte le componenti sociali, sportive, culturali del fiume". Da Castel Giubileo al Foro Italico, dal Ponte della musica allo Scalo del Pinedo, dall'isola Tiberina e Testaccio a Ostia, ecco allora che in un calendario a metà tra impegno e festa, si pensa all'archeologia con l'apertura degli scavi di Emporium a Testaccio condotti dalla Sovrintendenza alle Cripte sotto l'ospedale Fatebenefratelli, i locali del vecchio Ospedale Israelita e della vecchia sinagoga. All'ambiente, con l'iniziativa Clean Up per la pulizia delle acque e delle sponde in accordo con Ama; e all'arte con la mostra fotografica Oltre il fiume realizzata da Photo Tales e le passeggiate cine-letterarie di Roma Slow Tour per raccontare come il Tevere sia stato immortalato dal cinema e dalla letteratura, fino ai concerti delle bande popolari e la performance letteraria delle Donne di carta. A rivelare Storia, storie e leggende pensano invece il Touring Club, Stefano Caviglia e i circoli storici sul fiume. Tra gite sui barconi e incursioni sulle sponde, ecco anche la scoperta delle vecchie usanze alimentari romane nelle apette dello street food. E c'è anche tanto sport, dalle esibizioni dei campioni di skate e pattini a rotelle ai corsi di calcio, canottaggio, paddle e mini tennis, tiro alla fune, yoga, pilates, bici e boccette. Ma, tranquilli, confidando nel tempo, si potrà anche solo prendere un po' di sole lasciandosi cullare dal canto dell'acqua che scorre. (ANSA).

#Toscana Uffizi, in autunno trittico di mostre superstar

 

FIRENZE - Trittico di mostre top per l'autunno delle Gallerie degli Uffizi di Firenze che propone una rassegna sul ruolo della donna nell'antichità romana, un'opera di Joseph Wright of Derby appena arrivata la notte scorsa da Londra e la mostra dedicata al Ritratto di Papa Leone X con i due nipoti, opera di Raffaello appena tornata dalle Scuderie del Quirinale dove è stato una delle star della mostra per il cinquecentenario della morte dell'Urbinate.

"Queste tre iniziative si collocano bene nella filosofia espositiva degli Uffizi - spiega il direttore Eike Schmidt - La mostra sulle donne romane è infatti la decima negli ultimi anni che noi dedichiamo a temi femminili; le altre due si collegano invece all'argomento della ricerca e delle scienze naturali, con un approccio multidisciplinare che va a tutto vantaggio delle competenze umanistiche". La stagione autunnale della Gallerie degli Uffizi si apre il prossimo 6 ottobre a Palazzo Pitti con la mostra dal titolo 'Wright of Derby. Scienza ed arte' a cura di Alessandra Griffo (fino al 24 gennaio 2021): l'opera è 'Esperimento su di un uccello inserito in una pompa pneumatica' del 1768 e viene per la prima volta presentato in Italia, grazie a un accordo di scambio con la National Gallery di Londra. Questo dipinto a lume di candela è diventato un'icona della storia della scienza e in quest'epoca segnata dalla pandemia si impone all'attenzione del pubblico con imprevisti accenti di attualità.

Sempre Palazzo Pitti accoglierà la rassegna dedicata a 'Raffaello e il ritorno del Papa Medici: restauri e scoperte' a cura di di Marco Ciatti e Eike Schmidt (dal 27 ottobre 2020 al 31 gennaio 2021). Dopo il restauro dell'Opificio delle Pietre dure e l'esposizione nella grande mostra organizzata alle Scuderie del Quirinale a Roma, il 'Ritratto di Papa Leone X con i cardinali Giulio de' Medici e Luigi de' Rossi' torna a casa a Firenze. La mostra ne documenta il restauro e interpreta le analisi scientifiche del dipinto. Infine il trittico di mostre si chiude con l'iniziativa dedicata alla donne. 'Imperatrici, matrone, liberte - Volti e segreti delle donne romane' è il titolo della mostra a cura di Novella Lapini in programma agli Uffizi dal 3 novembre al 14 febbraio. La mostra pone a confronto gli opposti modelli che caratterizzano la rappresentazione femminile nel mondo romano articolandosi in tre sezioni: gli exempla femminili negativi, i modelli positivi ed infine il ruolo pubblico concesso alle matrone. Le opere esposte sono sculture, epigrafi, gemme e disegni.

Ansa

Vacanze: mete a portata di mano, si riscopre l'Italia

 


Un'estate senza precedenti quella che ci siamo lasciati alle spalle, dato che la pandemia ha sconvolto i nostri programmi e ci ha impedito forse di fare il viaggio che avevamo in mente ma in qualche modo, impedendoci di puntare sul lungo raggio, ci ha fatto riscoprire mete a portata di mano ma altrettanto belle. Emerge da un'indagine di Booking.com secondo cui la distanza media percorsa dagli italiani tra giugno e agosto, infatti, è diminuita del 60% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, in linea con la media globale del 63%.
    Nel 2019 i viaggiatori italiani hanno percorso in media 1.071 chilometri per prenotazione, mentre quest'estate la distanza è scesa a soli 427 chilometri per prenotazione, un numero leggermente superiore alla distanza che separa le città di Roma e Reggio Emilia.
    Il 71% della distanza totale percorsa dagli italiani tra il 1 giugno e il 31 agosto 2020 è stata in Italia, rispetto a solo il 24% nello stesso periodo del 2019. Le città di mare e le destinazioni balneari sono in cima alla lista delle destinazioni di tendenza prenotate dai viaggiatori italiani, in quanto molti hanno colto l'opportunità di viaggiare per ricollegare familiari e amici che erano separati a causa di restrizioni di viaggio e misure di distanziamento sociale. Mentre l'Italia è stata in cima alla lista dei paesi più popolari prenotati dagli italiani quest'estate, il secondo paese più popolare prenotato dagli italiani è stata la Francia, seguita da Grecia, Spagna e Germania, a dimostrazione che anche se alcuni italiani avventurosi hanno viaggiato all'estero per trovare la loro felicità di viaggio, in generale hanno accolto bene l'idea di restare all'interno della loro sfera continentale.
    Tante le destinazioni riscoperte e diventate star dell'estate del Covid: Positano, Amalfi, Sorrento, Caorle, Tropea, Lido di Jesolo, Bibione, Lignano Sabbiadoro, Capri e Peschici. Oltre ad alcune altre gemme balneari di tendenza, le classiche mete urbane sono ancora in cima alla lista delle destinazioni più popolari nella riscoperta del paese d'origine. Le destinazioni più prenotate quest'estate rivelano che gli italiani amano ancora un "city break" a Roma, Rimini, Firenze e Napoli. (ANSA).

Dai pascoli ai boschi variopinti, è momento foliage a Cortina

 

 E' una montagna piena di colori, dai pascoli d'alta quota ai boschi variopinti, quella delll'autunno a Cortina, dove il foliage dipinge il paesaggio di mille tinte e sfumature. Le giornate in quota acquisiscono il ritmo dell'andatura delle greggi e delle mandrie di ritorno dagli alpeggi estivi, in attesa della tradizionale Festa del Desmonteà, che celebra proprio il rientro del bestiame dai pascoli.
    L'autunno è la stagione ideale per passeggiate ed escursioni all'interno del Parco Naturale delle Dolomiti. Lo scenario è caldo, una tavolozza di rossi, arancioni, gialli e colori più bruni, ed è forse il periodo migliore per visitare luoghi come il Lago di Federa, Croda da Lago, il bosco di larici di Larieto.
    O, per i più allenati, l'escursione dei Tre Laghi, un giro ad anello di circa 5 ore per ammirare il Lago Pianozes, il Lago d'Ajal e il Lago Federa. La partenza è presso il meraviglioso Lago Pianozes, dall'acceso colore verde, circondato da un fitto bosco e sul quale si affaccia lo chalet di un un rinomato ristorante. Il clima è ancora mite, e in attesa del primo freddo si può camminare suoi pascoli e verso le malghe godendo dello spettacolo del foliage, fino a sera, quando il tramonto tinge di rosa le Dolomiti ampezzane. (ANSA).

Verbania punta a diventare capitale della cultura Un dossier di 60 pagine per convincere la giuria, il Piemonte spera

 

Sono racchiuse in sessanta pagine le "qualità" con cui Verbania si candida a diventare Capitale italiana della cultura. Il dossier, che è stato presentato oggi pomeriggio a Villa Taranto, sarà presto sul tavolo della giuria che entro il 21 ottobre selezionerà le dieci città finaliste, tra cui sarà scelta la Capitale della cultura 2022.
    ''E' un lavoro fatto da tutto il territorio del Verbano Cusio Ossola, in collaborazione con tutti: associazioni, mondo economico, scuole, istituzioni'', spiega il sindaco di Verbania, Silvia Marchionini. ''Il filo rosso del progetto - aggiunge l'assessore comunale alla Cultura, Riccardo Brezza - è l'acqua del lago Maggiore, che ha influenzato lo sviluppo economico e identitario del Vco, favorendo l'insediamento industriale nell'Ottocento, accompagnato dallo sviluppo dei giardini e delle ville storiche. Ma è anche il paesaggio, la natura che diede origine allo sviluppo turistico dello scorso secolo e oggi è attrattore di una nuova fruizione che unisce ambiente e cultura, storia e nuove tecnologie. In questo dossier è racchiusa una sfida che ha una sola parola d'ordine: trasformazione, un messaggio per l'intero Paese. Se Matera aveva i suoi Sassi, Verbania ha tutto il suo territorio da mostrare''.
    A sostenere la candidatura di Verbania anche la Regione Piemonte. ''Noi ci siamo, dando il nostro sostengo a una candidatura che risveglierà l'intero territorio'' dice l'assessore regionale Valeria Poggio.
    ''Qui siamo seduti su un giacimento d'oro'', conclude il vescovo Franco Giulio Brambilla parlando della cultura, delle tradizioni, delle bellezze e della forza economica del Verbano Cusio Ossola. 

ansa

LetterAltura, al via rassegna a Verbania. Tra gli ospiti Tozzi, Gambarotta, Patrucco, Cardini e Casella

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 Il saggista e autore televisivo Mario Tozzi inaugura l'edizione 2020 di LetterAltura. Attesi sul Lago Maggiore anche Alessandra Casella, Alberto Patrucco, Franco Cardini e Bruno Gambarotta. La rassegna letteraria, che si tiene da giovedì 24 a domenica 27 settembre, ha come tema "Fuoco e calore, nei viaggi e nel cuore".
    "Abbiamo lavorato, come tutti gli anni, intensamente e con passione - afferma il presidente dell'Associazione LetterAltura, Michele Airoldi - ma quest'anno è stata una sfida più impegnativa del solito: abbiamo mantenuto la testa e il cuore su quanto l'Italia e il mondo intero stanno vivendo, ma abbiamo anche creduto fortemente nel valore del nostro Festival''.
    Tra l'inaugurazione di giovedì 24 settembre - le note infuocate del tango che echeggeranno alle ore 18 nell'arena esterna del Centro Eventi Il Maggiore grazie alla fisarmonica digitale di Sergio Scappini - e lo speciale appuntamento di chiusura, alle ore 23 di domenica 27 settembre - Alessandra Casella, Bruno Gambarotta e Alberto Patrucco regaleranno al pubblico la magia di alcune "Letture intorno al fuoco" - un ricco calendario di appuntamenti coinvolgerà il pubblico di LetterAltura. (ANSA).

Capitale della Cultura, Verbania ambisce a diventare un modello per l’Italia

 

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La candidatura a Capitale italiana della cultura, per Verbania, “è l’unico progetto per il futuro” perseguibile nei prossimi 5 anni, al di là dell’esito del concorso, ha esordito il sindaco Silvia Marchionini alla presentazione di oggi pomeriggio nel parco di villa Taranto. “Un modello per l’Italia”, ha alzato l’asticella l’assessore alla Cultura Riccardo Brezza.

La “squadra” è già in campo da mesi. “Ci sono tutte le eccellenze del territorio che hanno aderito nei mesi scorsi: da villa Taranto alle forze economico produttive”, ha sottolineato il sindaco. La diocesi di Novara, è intervenuto il vescovo monsignor Franco Giulio Brambilla offre come “biglietto da visita”, la basilica di San Vittore, “il cui restauro sarà completato proprio nel 2022 e che, nelle nostre intenzioni, dovrebbe essere inserita in un itinerario di altre 10 chiese sul territorio in grado di attirare i turisti ospiti del territorio e di farli girare per tutto il Vco”.

In partita c’è anche l’Università del Piemonte orientale. “A fine anno – ha ricordato il rettore Giancarlo Avanzi – firmeremo il protocollo d’intesa con la Regione che ci consentirà di investire 2,5 milioni di euro nella ristrutturazione della parte superiore di villa San Remigio. Intendiamo farne un polo d’attrazione non solo per studenti e ricercatori stranieri ma anche per attirare finanziamenti. Perché senza risorse non si fa nulla”.

I deputati del territorio, Mirella Cristina (Forza Italia) e Enrico Borghi (Pd), il consigliere regionale Alberto Preioni (Lega) e l’assessore regionale alla Cultura Vittoria Poggio hanno assicurato il loro appoggio. Del resto Verbania è l’unica candidata piemontese.

Verbano News

LetterAltura presenta l'edizione 2020, dal 24 al 27 settembre a Verbania in Piemonte sul Lago Maggiore

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Tra gli ospiti più attesi sul Lago Maggiore per l'edizione dedicata al fuoco e alla passione Mario Tozzi, Alessandra Casella, Alberto Patrucco, Franco Cardini e Bruno Gambarotta. Fino al 16 settembre Aspettando il Festival con incontri, proiezioni ed escursioni

IL  divulgatore scientifico Mario Tozzi, lo storico Franco Cardini, lo scrittore Bruno Gambarotta, il fisarmonicista Sergio Scappini, il volto tv Alessandra Casella, l’attore Alberto Parrucco, la scrittrice Laura Pariani: sono alcuni dei nomi attesi a Verbania per il festival LetterAltura. La 14ª edizione prossima al taglio del nastro è stata una «prova di forza»: allestita in buona parte in piena emergenza Covid, propone una trentina di eventi.

La Stampa

Asti città degli arazzi, al via la mostra dell'artigianato artistico

 

PALAZZO MAZZETTI (ASTI)  L'artigianato artistico di bottega di due grandi maestri arazzieri astigiani è il filo conduttore di una mostra inedita che inaugura il 19 settembre  ad Asti, a palazzo Mazzetti, ed è visitabile fino al 17 gennaio 2021. Si intitola 'Asti città degli arazzi' ed è "un omaggio della città a due delle eccellenze locali, che hanno portato nel mondo la tecnica 'd'alto liccio' che ha ornato i più grandi transatlantici italiani, edifici pubblici nazionali e musei nel mondo", spiega il presidente della Fondazione Asti Musei, Mario Sacco.
    In esposizione 21 arazzi realizzati dai maestri Ugo Scassa e Vittoria Montalbano, "due delle più prestigiose manifatture astigiane, protagoniste di un capitolo importante e unico nell'ambito del rapporto tra la città e l'ambiente artistico e culturale a partire dagli anni Sessanta del Novecento", aggiunge Sacco.
    Tra le grandi opere che si possono ammirare, molte delle quali realizzate su disegni di grandi artisti del Novecento, 'Apollo e Dafne' da Corrado Cagli, 'Teatro delle Marionette' da Paul Klee, 'Tiro al bersaglio' da Felice Casorati e 'Composizione astratta' del cantautore astigiano Paolo Conte.
    Di Valerio Miroglio ci sono 'Omaggio a Rubens' e 'Doppio sole' (1989), Flora (1991) e altri da opere di Francesco Preverino, Sandro De Alexandris ed Eve Donovan. Nel percorso museale sono inserite installazioni multimediali e in movimento, che risaltano uso del colore e geometrie delle opere, e un telaio, "che consente di realizzare laboratori per la didattica" aggiunge Sacco.
    La mostra si inserisce nel ricco palinsesto di iniziative della Douja d'Or, la rassegna enogastronomica che si svolge nei fine settimana in città e nel Monferrato, fino al 4 ottobre.
    (ANSA).

A Perugia Raffaello tra reale e virtuale

 

PALAZZO BALDESCHI (PERUGIA) - Un Raffaello, tra reale e virtuale, animerà le sale di Palazzo Baldeschi a Perugia fino al 6 gennaio 2021. Le opere del sommo artista italiano sono da oggi esposte nella mostra 'Raffaello in Umbria e la sua eredità in Accademia', in una versione multimediale per la sezione curata dalla Fondazione CariPerugia Arte e in una espositiva più classica grazie all'Accademia di Belle Arti 'Pietro Vannucci' di Perugia.
    Gli organizzatori vogliono così, come è stato ricordato nel corso dell'inaugurazione, rendere omaggio a Raffaello Sanzio a 500 anni dalla sua scomparsa. Fra le manifestazioni riconosciute dal Comitato nazionale creato per le celebrazioni, la mostra è anche parte del percorso 'Perugia celebra Raffaello' e si inserisce nel più ricco programma 'Raffaello in Umbria', coordinato dal Comitato organizzatore regionale.
    Come ha spiegato Cristina Colaiacovo, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, la mostra è divisa in due sezioni: la prima, quella multimediale, a cura di Francesco Federico Mancini, con la regia di CariPerugia Arte e il contributo della Soprintendenza Archivistica dell'Umbria e delle Marche e dell'Archivio di Stato di Perugia; la seconda dal sottotitolo 'L'Accademia di Perugia e Raffaello: da Minardi e Wicar al Novecento' realizzata dall'Accademia di Belle Arti e curata da Alessandra Migliorati, Stefania Petrillo e Saverio Ricci, con il coordinamento di Giovanni Manuali, conservatore dei Beni dell'accademia.
    La versione digitale di Raffaello si mostra subito coinvolgente, con i visitatori che possono persino vederlo mentre disserta con suo padre e con il suo maestro Pietro Vannucci, detto il Perugino, grazie ad alcuni attori in costume rinascimentale. La cosa particolare è poi che con questa esperienza immersiva tra suggestioni visive e sonore si potranno così ammirare, accompagnati da informazioni lette da una voce narrante, tutte le opere legate all'Umbria, se ne contano 12, oggi conservate nei più importanti musei del mondo.
    Raffaello nel capoluogo umbro ha trascorso più o meno sei anni della sua vita, dal 1500 al 1505 circa. Perugia e Città di Castello, rappresentano i luoghi dell'Umbria dove ha mosso i primi passi e svolto una parte significativa della sua formazione artistica. Le uniche due opere ancora conservate in Umbria sono comunque il Gonfalone della Trinità, nella Pinacoteca comunale di Città di Castello e l'affresco di San Severo presso l'omonima cappella annessa alla chiesa camaldolese, oggi di proprietà del Comune di Perugia.
    Fiore all'occhiello della mostra sono poi tre prestigiose opere del Rinascimento umbro appartenenti alla collezione della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e realizzate da tre maestri a cui Raffaello si ispira e con i quali si relaziona quando arriva in Umbria: la 'Madonna col Bambino e due cherubini' di Perugino, la 'Madonna con il Bambino e San Giovannino' di Pintoricchio e il 'Santo Stefano lapidato' di Luca Signorelli.
    Mario Rampini, presidente dell'Accademia di Belle Arti, ha presentato infine la sezione che mette in mostra l'eredità di Raffaello alla 'Pietro Vannucci'. Con quattro parti tematiche e cronologiche si vuole mostrare e dimostrare come, per tutto l'Ottocento, Perugia e l'Accademia, furono un vivaio di talentuosi pittori che rielaborano la lezione degli antichi maestri, Perugino e Raffaello prima di tutti, attualizzandone modelli e stile.
    La mostra è corredata da uno speciale catalogo definito "covid free", realizzato da Fabrizio Fabbri Editore con un innovativo sistema di stampa certificato "capace di abbattere la carica batterica e alcuni tra i principali agenti microbici e fungini, sviluppato con lo stampatore Graphic Masters in collaborazione con tre laboratori di analisi specializzati".
    (ANSA).

Toscana, set cinematografico d'autore. I registi stranieri sedotti dai paesaggi tra Montalcino e Pienza

 

di Ida Bini (ANSA) - SIENA, 20 SET - Sono sempre più numerosi i registi internazionali che per girarvi i propri film scelgono la Toscana, sedotti dalla struggente bellezza dei suoi paesaggi e dalla ricchezza artistica delle sue città. L'ultimo cineasta è stato il britannico James D'Arcy che ha girato numerose scene a Montalcino per realizzare il film Made in Italy, uscito nelle sale ad agosto. La pellicola, con protagonista l'attore Liam Neeson, è la storia di un artista londinese che cerca di ricucire un rapporto con il figlio, lavorando alla riparazione di un vecchio casolare in Italia. Il casolare in questione è un rustico nel Podere Fontanelle dell'azienda Argiano, storica cantina che sorge nello scenografico territorio di Montalcino, circondata dai filari di cipressi che disegnano le colline ricoperte di vigneti e dai minuscoli borghi medievali che ne nascondono storie tra le pietre. Siamo nel cuore della Val d'Orcia, in provincia di Siena, terra amata da americani e britannici che da decenni ormai ne conoscono ogni angolo e che ha ispirato generazioni di registi e scrittori internazionali, affascinati dai suoi paesaggi straordinari. Il film di James D'Arcy è stato girato tra le vigne della tenuta di Argiano, che fu anche il set per il finale del film Letter to Juliet del newyorkese Gary Winick nel 2010. L'edificio della tenuta, costruito su un antico castello, risale al Cinquecento e si trova sul crinale di una collina ricoperta di vigneti. Nei secoli la tenuta ebbe nobili proprietari che la avvicinarono alla produzione vinicola fino al 1967, quando partecipò alla nascita del consorzio del Brunello di Montalcino.
    Prima dei due registi fu il britannico Anthony Minghella a girarvi scene per il suo capolavoro Il paziente inglese, vincitore di 9 premi Oscar: scelse proprio la Val d'Orcia, tra Pienza e il castello di Cosona, per ambientarvi la storia d'amore durante la seconda guerra mondiale tra un'infermiera canadese e un misterioso conte ungherese che alloggiava nel monastero di sant'Anna in Camprena, oggi agriturismo, a pochi chilometri da Pienza. Era il1996 e 13 anni prima fu il regista russo Andrej Tarkovskij a scegliere Bagno Vignoni, delizioso borgo termale della valle senese, come set per l'onirico film Nostalghia. Due anni dopo, nel 1985 il regista hollywoodiano James Ivory scelse Firenze per girarvi il fortunato film Camera con vista, basato sull'omonimo libro di Foster. In effetti l'elenco di film girati in Toscana è davvero lunghissimo ma d'altronde la regione italiana con i suoi poetici scenari si presta perfettamente a storie da raccontare. Sempre a Firenze il regista Ridley Scott scelse di ambientarvi il film Hannibal, girato con Anthony Hopkins nel 2001, e l'anno prima alcune tra le scene più suggestive del celebre film Il Gladiatore, ambientate nella bellissima campagna di Pienza. Infine, come non citare Under the Tuscan sun, film del 2004 della regista statunitense Audrey Wells, che racconta la storia di Frances, che in seguito alla separazione dal marito parte per l'Italia e in Toscana acquista una villa abbandonata e fatiscente che nella realtà è a Cortona e nei suoi bellissimi dintorni. 

Tra fede e storia, il Festival Europeo delle Vie Francigene

 É dedicato ai cammini del sud il 10.mo “Festival Europeo delle Vie Francigene, Cammini, Ways, Chemins”. In calendario una serie di iniziative che avranno luogo dal 29 settembre al 29 novembre, in presenza o a distanza, nel rispetto delle norme anti-Covid-19

Vatican News


Il Festival Europeo delle Vie Francigene (viefrancigene.org), per il decimo anno, è un’occasione di riflessione e accompagnamento per chi intraprende il cammino attraverso borghi, campagne e luoghi ricchi di fascino e spiritualità. L’edizione 2020, articolata in tre focus, intende puntare lo sguardo sulle radici storiche, e quindi cristiane, dei cammini dall’Alto Medioevo ad oggi; sul “turismo buono” e sostenibile rappresentato dalle vie francigene; e, in omaggio ai 100 anni dalla nascita di Gianni Rodari, su “La grammatica della fantasia. Introduzione all’arte di inventare storie”.

È ripartito il programma «I viaggi del cuore»

 

Con la dolcezza di sempre, don Davide Banzato è tornato ad accompagnarci dentro lo splendore di santuari e luoghi cristiani, a rimetterci in contatto con le storie straordinarie di santi e beati, a farci incontrare vite comuni in cammino, con le loro storie di speranza e pace prodotte dalla fede. Da  domenica  13 settembre, alle 9 del mattino, come sempre su Rete4, per un appuntamento che si rinnova ormai dal 2016, è ripartito I viaggi del cuore, il programma trasmesso anche all’estero sul canale internazionale Mediaset Italia. Si è rimesso in moto quell’osservare scorrevole ma denso di sostanza, quel  passeggiare distensivo  in equilibrio tra cultura, arte e storia legate tra loro per comunicare la bellezza profonda del cristianesimo.

La prima tappa di questa nuova edizione è stata Loreto: «Una puntata ricca — ci ha detto don Davide Banzato, parlandoci del programma e delle sue novità — da quel santuario che ha tanto da dire, da raccontare». È uno tra i pochi casi di Basilica fortezza, è tra i santuari mariani più famosi al mondo. Le telecamere di I viaggi del cuore lo attraversano, lo ammirano da vicino e da lontano, lo accarezzano con inquadrature suggestive che abbracciano il verde e l’azzurro del paesaggio intorno e i suoi scorci, le sue forme fino a giungere con delicatezza tra le mura della Santa Casa di Maria di Nazareth, dove  padre Giuseppe Santarelli, storico del Santuario, offre informazioni preziose che sono l’ennesimo frammento di quella  comunicazione calma, dettagliata ma accessibile che caratterizza I viaggi del cuore.

«Cerchiamo di parlare a tutti — ha spiegato don Davide — anche se abbiamo un pubblico affezionato, credente». La scelta di essere un programma popolare, però, non significa affatto scarsa  qualità visiva, anzi: «Se  c’è una cifra che ci caratterizza è proprio quella della bellezza. Dal 2016 abbiamo scelto di girare sempre all’aperto, senza studio e con ben cinque telecamere. Abbiamo un direttore della fotografia molto attento e cerchiamo di parlare valorizzando l’immagine. Non ci risparmiamo dal punto di vista della sua qualità».

All’attenzione per la forma si accompagna quella per i contenuti: esperti, scrittori, studiosi e giornalisti si aggiungono al viaggio mettendo a disposizione le loro competenze e la loro professionalità, ma I viaggi del cuore dà voce anche alla gente comune: «Con Maria ho un rapporto di figliolanza — racconta una donna in cammino con altri pellegrini sulla via Lauretana — da lei vorrei imparare tutto, come si è comportata nella vita, il suo sacrificio, l’amore verso il figlio e verso tutta l’umanità».

Sono occhi che brillano di sincerità, di quella «realtà» cercata dal programma e viva anche sul volto di David, 28 anni, che grazie al percorso con Nuovi Orizzonti da un anno e mezzo vive presso la casa di formazione al volontariato di Como, dove ha ritrovato quel «desiderio di vivere, di sognare e di fare cose belle» che a un certo punto aveva «perso, dimenticato».

È una storia di speranza, la sua, di rinascita come ce ne sono in ogni puntata «perché chiunque guardi, chiunque abbia una problematica simile, possa dire: “se ce l’ha fatta lui posso farcela anch’io”». David chiude l’inizio di questa nuova stagione caratterizzata da una bella novità: la presenza di Missioni Don Bosco per raccontare la situazione di diversi Paesi  nei vari continenti in cui i salesiani operano in prima linea.

«La pandemia — ha spiegato don Davide — come anche il Papa ha sottolineato, ci ha reso consapevoli di quanto siamo interconnessi e legati come un’unica famiglia, ma ha anche evidenziato le grandi differenze sociali che ci sono e che purtroppo rischiano di acutizzarsi. Così abbiamo pensato di inserire nel programma, proprio grazie a Missioni Don Bosco — che è una delle realtà più diffuse nel mondo — il racconto di diversi Paesi e ciò che i missionari fanno globalizzando il bene. Abbiamo pensato di farlo conoscere a chi segue il programma insieme alle criticità di Paesi lontani da noi, ma in realtà anche molto vicini».

Erano state progettate puntate all’estero: India, Kenia, foresta amazzonica, ma la pandemia ha cambiato i piani e quel progetto è stato momentaneamente accantonato. «A quel punto abbiamo cercato di recuperare l’idea inserendo in ogni puntata un missionario che ha vissuto (o vive) in un Paese in missione  svelandoci i progetti che la Chiesa porta avanti localmente».

Le parole di Giampietro Pettenon — presidente delle Missioni Don Bosco — sottolineano, nella prima puntata, la presenza massiccia dei missionari da più di quarant’anni un po’ in tutti i Paesi dell’Africa, soprattutto nelle periferie delle grandi città. All’inizio provenivano dall’Europa, «ora invece i salesiani sono circa 1.300 e la maggior parte di questi sono africani. È questa la cosa bella — aggiunge Pettenon — don Bosco si è radicato in Africa con il popolo africano». A San Giovanni Bosco e Valdocco sarà dedicato ampio spazio nella puntata su Torino: «Principalmente una puntata monografica», ha anticipato don Davide, parlando anche di quella in Irpinia, «diversa dalle altre, un po’ avventurosa» e di quelle sulle catacombe romane. E poi Genova, «dove creeremo qualche legame con la comunità, visto quello che è successo due anni fa», e Laverna, «interamente dedicata al luogo delle stimmate e al rapporto con san Francesco».

Infine la puntata in Umbria: «Terra ricca di santi e santuari, che vogliamo girare più avanti per cogliere appieno l’esplosione di colori nella regione». Senza dimenticare il presente, il tempo difficile che viviamo. I viaggi del cuore lo fa in più modi: «rilanciando, sostenendo luoghi di culto che comunque, per quanto possano essere attrattivi, hanno subito un contraccolpo dalla pandemia» e dando la possibilità a persone «malate, o che non possono viaggiare, tanto più con la pandemia, di conoscere e fare un pellegrinaggio virtuale». C’è stata poi l’idea di riempire lo spazio Spirithterapy di Chiara Amirante raccogliendo le tante richieste di aiuto ricevute (anche attraverso i centri di ascolto di Nuovi Orizzonti) in questo tempo di pandemia e lockdown:  «Abbiamo raccolto le domande più ricorrenti sulle paure del presente e del futuro, sullo smarrimento a causa della solitudine, della perdita del lavoro e di identità. Nel percorso creato da Chiara Amirante c’è un tema fondamentale: il bisogno di ogni essere umano di amare ed essere amato. Noi rispondiamo a quel bisogno: la Spirithterapy indica le vie — principalmente quelle del Vangelo — che offrono risposte alle problematiche  quotidiane che la pandemia ha accelerato». 

C’è tanta bellezza, insomma, dentro I viaggi del cuore, tra cui una invisibile, celata per ora dietro le quinte, anche se nelle ultime puntate verrà fuori: è il progetto Ciak si gira, finanziato da L’impresa sociale per i bambini. «Mi sta molto a cuore — ha detto don Davide spiegandolo — abbiamo preso ragazzi dai 13 ai 17 anni a rischio di abbandono scolastico e disagio giovanile e abbiamo dato loro la possibilità di appassionarsi a un progetto attraverso la relazione con professionalità del settore. Sono stati seguiti per un anno, a livello didattico e sui  set  televisivi tra cui quello di I viaggi del cuore. Il progetto prevede che si specializzino in un settore specifico, trovino la loro professionalità e realizzino un format in onda a livello nazionale. Li responsabilizziamo, vogliamo dare un’alternativa a problematiche che potrebbero ingrandirsi. La chiave è renderli protagonisti, mostrargli che se hanno un sogno lo possono realizzare, ma occorre tempo, energia, studio e sacrificio. Ragioniamo a lungo termine: il progetto, attivo da un anno, ne durerà quattro e dopo due anni i ragazzi che lo hanno realizzato diventeranno tutor degli altri».

Quando ne parla, a don Davide viene in mente quella frase di don Bosco sull’esistenza di un punto accessibile al bene presente in ogni ragazzo.

di Edoardo Zaccagnini /  Osservatore

Italia green: il futuro è già qui. In un libro di Marco Frittella la mappa delle eccellenze italiane nell’economia verde

 

Ora come non mai è chiaro che il futuro dell’Europa debba essere verde. «Dobbiamo cambiare il modo in cui trattiamo la natura; un cambiamento non solo necessario quello del Green New Deal, ma anche possibile». Sono le parole pronunciate il 16 settembre scorso a Bruxelles dal presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel discorso sullo stato dell’Unione davanti al Parlamento dell’Ue riunito in seduta plenaria.

Il Green New Deal è la strategia dell’Unione europea che ambisce a raggiungere la neutralità climatica o impatto climatico zero entro il 2050 mediante la riduzione del 55 per cento delle emissioni nocive nel prossimo decennio. Ebbene l’Italia, che è già all’avanguardia nella green economy, potrà esserne capofila in Europa. Lo sostiene del resto anche il Manifesto di Assisi, presentato a gennaio scorso col titolo «Un’economia a misura d’uomo contro la crisi climatica» nel Sacro Convento di San Francesco.

Gli obiettivi che la comunità internazionale si è data con l’accordo di Parigi del 2015 non sono più adeguati: solo la decarbonizzazione, ossia il passaggio dalle combustibili fossili alle fonti rinnovabili, potrà diminuire le emissioni di anidride carbonica. Una transizione economicamente e socialmente né immediata né indolore, eppure sempre più conveniente.

«Lo sapete che in Europa noi italiani siamo i migliori a riciclare quell’enorme risorsa che sono i rifiuti? Più dei tedeschi, pensate. E che siamo tra i primi nel mondo quanto a efficienza energetica e uso delle rinnovabili? C’è chi ritiene che si possa fare un elegante tessuto dell’Italian Fashion con le bucce delle arance siciliane oppure una vernice atossica con le fave di cacao». Con una tempistica perfetta tutto questo e molto altro ce lo svela in maniera avvincente e sorprendente il volume del noto giornalista Marco Frittella: Italia green. La mappa delle eccellenze italiane nell’economia verde, Rai Libri, Roma 2020. Attenzione però, non è un libro sullo «Strano ma vero». Ad affermarlo è lo stesso autore che si ripromette di raccontare, e lo fa in maniera convincente, quello che orgogliosamente e inaspettatamente in Italia si realizza, per entrare nell’era dello sviluppo sostenibile, dell’economia circolare e della rivoluzione energetica. Frittella traccia con ricchezza di dati la mappa delle eccellenze italiane nell’economia verde, ancora poco note ai più.

In sostanza c’è già un’Italia in prima fila. Oggi in molti settori, dall’industria all’agricoltura, dall’artigianato ai servizi, dal design alla ricerca, siamo protagonisti nel campo dell’economia circolare e sostenibile. Ad esempio, pur avendo noi italiani inventato la plastica, ora guidiamo la lista dei Paesi virtuosi, nel limitarne l’uso, avendo già anticipando le scadenze indicate dalle direttive europee.

L’autore ci parla del progetto Solar Print, cioè, di una rivoluzione tecnologica tutta italiana, che prevede di produrre su larga scala celle fotovoltaiche, stampabili come fossero un giornale, e ricaricabili con la luce solare o artificiale. Saranno ecologiche ed economiche, perché invece del silicio adopereranno composti del carbonio, come il Pet — polietilene tereftalato — lo stesso materiale con cui si fanno le bottiglie per l’acqua. Frittella infatti spiega che «il sogno è quello di poter un giorno stampare una cella anche con una comune stampante di casa, oppure di avere impressa sul giornale di carta una cella solare che alimenti le componenti interattive del quotidiano, come videoclip o animazioni». Potrebbe essere un modo per aiutare la carta stampata a non scomparire, legandola all’evoluzione dell’Internet delle Cose con il 5g.

L’agricoltura, che era stata considerata per decenni del tutto residuale, invece può e deve tornare protagonista. L’agroalimentare — afferma — non potrà che tornare ad essere uno dei principali motori di crescita nazionale, perché vantando la maggiore biodiversità vegetale e animale, l’agricoltura italiana è la più verde d’Europa: è ecosostenibile, sicura, controllata, biologica, biodinamica, in linea per la transizione energetica. L’agroalimentare Made in Italy realizza il cibo più vario al mondo, la cui contraffazione ogni anno sottrae un valore di oltre 100 miliardi di euro, più del doppio dell’export del vero agroalimentare italiano.

Ma c’è anche l’olio fritto delle nostre cucine, che ora finisce nei lavandini e che invece può essere riutilizzato come combustibile. L’Eni ad esempio, oltre a essere la prima compagnia al mondo ad aver convertito una raffineria tradizionale in bioraffineria (prima a Venezia e poi a Gela), ora è impegnata nel recupero degli olii vegetali e da frittura che servono a produrre diesel verde: la multinazionale ha stipulato 30 accordi con municipalizzate di varie città per la raccolta dell’olio da cucina, compreso quello del Vaticano, ci rivela Frittella.

Oltre al record del fotovoltaico per la produzione di energia elettrica, l’Italia è tuttora il secondo maggiore produttore di energie rinnovabili in Europa, meglio di Germania, Francia e Gran Bretagna. Il quinto per capacità solare-fotovoltaica nel mondo, il primo nell’energia geotermica.

Per un coinvolgimento per la difesa dell’ambiente che provenga dal basso e che non sia imposto dall’alto, l’autore è convinto che la vera svolta “green” in Italia verrà piuttosto dai comportamenti dei singoli cittadini e dalle imprese, le quali avvertono il vantaggio derivante dal posizionarsi e dal riconvertirsi verso produzioni orientate alla green economy. Lo hanno capito i giovani e le donne, spesso a capo di start-up che inventano piani industriali verdi, proprio perché l’Italia grazie al suo modello produttivo è la superpotenza europea dell’economia circolare, della gestione dei rifiuti e in generale dell’innovazione nel settore. L’eccellenza italiana “green” si articola su più fronti, dalla bioplastica ottenuta con scarti vegetali, all’agrifood e alla moda sostenibili, dalle costruzioni verdi all’e-mobility.

Tuttavia, nella transizione verso un’economia sostenibile a livello globale è imperativo non dimenticare quei milioni di esseri umani, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, che non hanno accesso alcuno all’energia. Come afferma Papa Francesco nell’Enciclica Laudato si’, bisogna combattere la cultura dello scarto, «senza lasciare indietro nessuno, senza lasciare solo nessuno», ossia coinvolgendo e non escludendo. In questo senso è emblematica la storia del Movimento dei Focolari, che rappresenta un piccolo miracolo della solidarietà sostenibile. Hanno presentato infatti all’Expo 2015 di Milano una cucina a energia solare sostenibile biodegradabile destinata in un primo momento ai terremotati di Haiti, ma che è perfettamente replicabile altrove, contribuendo così ad arginare il fenomeno della deforestazione, che tanto minaccia il Sud del mondo.

Pur avendo il nostro Paese un ruolo preciso nella transizione energetica, Frittella biasima la lentezza dell’implementazione di politiche che siano veramente al passo coi tempi: ad esempio l’autore menziona il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima 2030, presentato nel 2019 dal governo italiano, però giudicato troppo timido tanto dagli ambientalisti quanto dal mondo imprenditoriale. Un’altra critica ad esempio riguarda la commercializzazione del derivato del riciclo, per il quale si rende necessario un provvedimento “end of waste”, «ma mentre negli altri Paesi si contano decine di decreti del genere ogni anno, noi ne abbiamo visto approvare uno solo dopo cinque anni».

«I libri sul problema ambientale sono giustamente tantissimi — chiosa Frittella — mentre i libri sulle soluzioni ai problemi sono meno numerosi, e meno ancora sono quelli, a parte le meritorie pubblicazioni tecnico-scientifiche destinate ad un pubblico specialistico, che si concentrano sulle soluzioni che si sperimentano e si concretizzano in Italia».

Non a caso l’autore con Italia Green accompagna il lettore lungo un viaggio virtuale e concreto allo stesso tempo, capace di suscitare non solo curiosità e orgoglio, ma anche un senso di fiducia verso un futuro sempre più a portata di mano e forse sempre meno velleitario. Frittella ci ricorda, infatti, che le persone si devono sentire parte della costruzione del futuro.

di Alicia Lopes Araújo / Osservatore

Mibact-Enit: ecco i dati ufficiali sul turismo dei prossimi mesi

 

Estate senza fine. Il desiderio di vacanza si prolunga fino all'autunno e le previsioni lasciano sperare: il  58% di italiani ha in programma almeno un soggiorno in quel periodo stando ai dati Enit- Agenzia Nazionale del Turismo. Saranno ancora vacanze al mare (57%) o in montagna (48%), ma si prevede anche un ritorno alle città d'arte (42%). Tra gli altri tipi di soggiorni ci sono quelli enogastronomici (29%), al lago (29%) e alle terme (28%). Il 33% poi già pensa alle vacanze di Natale, per il 92% in Italia, in particolare in Lombardia, Sicilia, Piemonte e Campania. All’estero, on the top il Nord Europa. Enit ha intervistato oltre 4mila persone nell'ultima settima di agosto (dal 24 al 30) per fare il punto sull'estate. E dal bilancio emerge che il 41% degli italiani non ha potuto fare vacanza, mentre il 59% della popolazione ha effettuato almeno 1 periodo fuori casa: il 42% ha trascorso un periodo di vacanza mentre il 17% ha passato due o più periodi fuori dalla propria residenza. In media le ferie sono durate 7 notti (il 34% soggiorni tra le 3 e le 6 notti, il 24% 1 o 2 notti, il 22% tra le 7 e le 10 notti ed il 20% oltre 10 notti).

La maggior parte degli italiani è rimasto in patria nel 97% dei casi, preferendo destinazioni quali l'Emilia Romagna, la Puglia e la Sicilia, tutte sul podio del periodo scelte dal 9% dei vacanzieri italiani. Buone performance anche quelle della montagna con il Trentino Alto Adige (8%), ma anche la Toscana (8%), il Piemonte (7%) e la Lombardia (7%). All’estero (3%), gli italiani sono rimasti in Europa mediterranea (35%), in Nord Europa (24%) o nell’Est europeo (14%). In media una famiglia ha speso 850 euro per una vacanza e tre su dieci arrivano a spendere mille euro. La maggior parte degli italiani è andato infatti in vacanza in coppia (46%) o in famiglia con i figli (40%), mentre solo il 17% si è spostato con amici. Il 7% ha scelto la vacanza da solo.

“I dati resi noti dall’Enit sono confortanti, sia per quanto riguarda il numero delle presenze dei vacanzieri nei mesi di luglio e agosto, sia per la scelta fatta dalla maggioranza degli italiani di rimanere nel nostro Paese per trascorrere il periodo di ferie” dichiara Lorenza Bonaccorsi, Sottosegretaria al Turismo del Mibact.“Fin dall’inizio - aggiunge Bonaccorsi - avevamo invitato gli italiani a fare le vacanze nel nostro Paese, riscoprendo le meraviglie diffuse lungo tutta la Penisola: dal mare alle montagne, dai borghi alla natura incontaminata. Sono confortanti anche i dati che prevedono il prolungamento della stagione anche a settembre e nei mesi autunnali. Periodo, quest’ultimo, in cui gli italiani potranno continuare a utilizzare il bonus vacanze, valido fino al 31 dicembre”.

"L’hotel 3 stelle e più (25%) resta la modalità del soggiorno preferita dagli italiani, sebbene il 16% sia stato ospite da amici e parenti, il 13% sia stato in appartamento in affitto, il 12% in un B&B. Segue la casa di proprietà (7%) ed il villaggio turistico (7%)" dichiara il Presidente Enit Giorgio Palmucci. "Le strutture ricettive hanno dimostrato un rapido adeguamento alle nuove disposizioni e la versatilità e la scrupolosità con cui si è proceduto hanno contribuito a garantire, insieme al senso di responsabilità di ciascun viaggiatore, la sicurezza del viaggio e della conoscenza dei luoghi senza inficiare la vacanza" conclude Palmucci.

Ancora dall'indagine Enit, a contribuire alle spese il Bonus Vacanze richiesto dal 23% dei vacanzieri, che servirà a sostenere anche le vacanze autunnali e di Natale poiché il 14% l’ha richiesto ma non lo ha ancora speso, mentre in estate l’ha utilizzato il 9% dei soggiornanti. La vacanza ricercata dagli italiani post lockdown ha visto prevalere la voglia di mare (60%) che alla fine ha addirittura doppiato la vacanza in montagna (30%) e quella naturalistica (25%). Ma i vacanzieri nostrani cercano dalla vacanza l’esperienza culturale (24%) e il relax (23%). Il giudizio degli italiani sulla vacanza è stato molto positivo: voto medio 8 su 10 per una vacanza che ha avuto il gusto del relax e del benessere (75%), tanto desiderato dopo una stagione così difficile. Apprezzata la bellezza del luogo di vacanza (32%), il mare (31%), il fatto di aver goduto di una esperienza positiva (23%) ma anche del cibo e della buona cucina italiana (23%). L’85% dei vacanzieri tornerebbe il prossimo anno o fra due nello stesso posto. Il tema sicurezza ha dato garanzia all’85% degli italiani per le misure adottate nelle strutture in cui erano ospiti, all'80% per le misure sul territorio. Nel complesso dell'estate tra italiani e stranieri sono stati circa 24 milioni i viaggiatori sulle tratte di Trenitalia e che hanno apprezzato la costa adriatica in particolare la Puglia ma anche sul Tirreno la Liguria, la Toscana, Il Lazio, la Campania e la Calabria. Anche i passeggeri Italo, sul target prevalente entro i 40 anni, hanno apprezzato tutto il network comprese le nuove tratte che attraversano l'Italia da Torino a Reggio Calabria e da Milano ad Ancona. Stando ad Anas e Autostrade i volumi di traffico sono aumentati del 4 per cento ad agosto rispetto a quanto registrato nelle settimane precedenti, portando la settimana di Ferragosto quasi in pari rispetto all'anno scorso (-3,8%).Ultimo aggiornamento: 16:55© RIPRODUZIONE RISERVATA Il Messaggero