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Turismo Viaggi. Sole d'inverno, Canarie-India low cost per famiglie

E' Fuerteventura a offrire quest'inverno la vacanza al sole più conveniente per le famiglie italiane secondo uno studio annuale di comparazione costi di TripAdvisor, condotto dalla società di ricerca indipendente Ipsos.

I risultati sono stati presi da TripIndex Winter Sun 2014 di TripAdvisor, il report annuale che mette a confronto il costo di una vacanza durante l'inverno in 29 destinazioni calde in tutto il mondo. Fuerteventura, una delle isole Canarie vincitrice dei TripAdvisor Travellers' Choice Awards 2014 in Spagna, offre ai viaggiatori una scelta di quasi 180 hotel, più di 1.000 case vacanza, quasi 700 ristoranti e oltre 300 attrazioni.

Una settimana di vacanza per una famiglia di quattro persone a Fuerteventura costa solo 666 euro, oltre 7 volte meno rispetto al prezzo di Turks e Caicos, la destinazione più costosa per una pausa invernale al sole (5.017 euro) e patria di Providenciales, prima nella classifica Caraibi dei premi Travellers' Choice Islands Awards 2014. Le Canarie sono decisamente la destinazione più conveniente per le famiglie quest'anno; sono infatti ben tre le isole dell'arcipelago a comparire nella top 10 delle destinazioni meno care: Fuerteventura, Lanzarote e Tenerife. I Caraibi sono invece la destinazione più costosa del mondo, con cinque mete presenti nella top 10 delle destinazioni più care. Quando si tratta di prezzi per l'alloggio Turks e Caicos ha in media i prezzi più alti per un soggiorno di una settimana in una casa vacanza con due camere da letto, attestandosi a 4.600 euro. Per il prezzo di una settimana in una casa vacanza a Turks e Caicos, una famiglia di quattro persone potrebbe soggiornare più di 10 settimane a Goa, India, dove una casa vacanza costa appena 447 euro a settimana.

Tenerife è la destinazione più economica in cui spostarsi: il costo del noleggio di un'auto per una famiglia di quattro persone per una settimana è di 113 euro, circa quattro volte meno rispetto a St. Lucia dove noleggiare un'auto per una settimana costa a una famiglia 446 euro. Goa si rivela il luogo più economico in cui mangiare e bere, con soli 26 euro per una cena fuori per quattro, 1 euro per due bevande analcoliche e 4 euro per due boccali di birra. La cena nelle Isole Cayman è la più costosa (109 euro), mentre Dubai è la più cara per quanto riguarda le bevande, con due birre che costano 28 euro e due bevande analcoliche 8 euro.

Per le famiglie che intendono acquistare generi alimentari per la propria casa vacanza, la destinazione più conveniente è Mauritius, dove una famiglia può comprare dieci pagnotte per 3,70 euro, quasi la stessa cifra (4 euro) che pagherebbe per una sola pagnotta nella destinazione più costosa, Turks e Caicos.

Per un litro di latte, Goa e Gran Canaria offrono il miglior prezzo a 0,39 euro mentre Barbados è la più cara con un costo di ben 2 euro.
   
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Turismo: TripAdvisor, italiana l'utente più attiva del mondo

(ANSA) - ROMA, 24 NOV - Con ben 7.928 contributi tra post sul forum, recensioni e opinioni e fotografie, Rita Gavagnin di Trieste è stata l'utente più attiva su TripAdvisor nel 2014 a livello mondiale. Ma non è la sola ad amare il sito di viaggi e la sua community visto che, per il secondo anno consecutivo, gli italiani si posizionano al terzo posto per il numero di contributi e al primo posto tra i paesi non anglofoni. Primi a livello mondiale si confermano statunitensi e inglesi.
    Alle spalle degli utenti del Belpaese nell'ordine si posizionano brasiliani, francesi, canadesi, australiani spagnoli, russi e tedeschi.
    TripAdvisor conta quasi 315 milioni di visitatori unici al mese e la sua community di viaggiatori ha contribuito con più di 190 milioni di recensioni e opinioni.
    Inoltre con ben 3 città (Roma, Milano e Firenze) nella top 10 delle destinazioni più recensite nel corso del 2014, l'Italia è la nazione con il maggior numero di città presenti in classifica. Ma non solo: Roma si riconferma la seconda città più recensita al mondo, preceduta solo da Londra. Al terzo posto c'è Parigi, seguono New York, Barcellona, Las Vegas, Orlando, poi Milano e Firenze, e infine al 10/o posto Rio de Janeiro.

#Turismo: 114 milioni turisti cinesi, n.1 al mondo per flussi. Forum ad #Assoturismo #Confesercenti

Con 114 milioni di turisti (in crescita del 13% nel 2014) la Cina è ormai il numero 1 al mondo per flussi turistici e questa prepotente ascesa prosegue determinando una spesa di 130 miliardi di dollari. Anche le prospettive degli arrivi in Italia sono in forte aumento e per l'Expo si prevede di toccare la soglia del milione di turisti.

    Sono alcuni dei dati emersi nel Forum di Assoturismo-Confesercenti, con la collaborazione della Fondazione Italia-Cina, di Italy China Tourism e Ifcot. I lavori sono stati aperti da Claudio Albonetti, presidente di Assoturismo e da Wu Cong dell'ambasciata della Repubblica Popolare di Cina in Italia.

    Si sta discuterà, inoltre, anche delle attese ed esigenze dei turisti cinesi che arrivano nel nostro Paese e sul ruolo sempre più rilevante in Cina di internet - che vanta ormai 618 milioni di utenti - nella scelta delle mete turistiche. E sono i turisti più giovani, quelli compresi nella fascia di età tra i 24 ed i 40 anni, a ricorrere alla rete per prenotare i viaggi.
    I tour operator cinesi che si occupano di turismo internazionale sono 1838, di cui 40 solo per l'Italia.
   
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“Premio DOC Wine Travel Food”: debutta al Torino Film Festival 2014 il cinema dedicato al tema del cibo

A cura di ANDREA DI BELLA

Il Premio DOC Wine Travel Food 2014 nasce dalla collaborazione tra Gambero Rosso e Film Commission Torino Piemonte – con il patrocinio della Regione Piemonte – per valorizzare le produzioni audiovisive (corti, lungometraggi, documentari) che portano in scena l’universo del cibo.


L’obiettivo, sin dalla prima edizione della rassegna, è quello di proporsi come punto di riferimento internazionale per la cinematografia sviluppata sul tema del cibo.

Il premio anticipa il Festival Doc Wine Travel Food 2015 previsto l'anno prossimo in concomitanza conl'Expo.


L’idea di questo Premio nasce dalla convinzione che il cibo rappresenti uno degli aspetti culturali più permeanti e caratteristici al mondo e che le produzioni audiovisive siano una forma d’arte che deve essere sempre più valorizzata anche in ambiti considerati “industriali” e quindi, ad oggi, non sempre pienamente valorizzati.

La cerimonia di premiazione si è svolta presso la Sala Movie della Film Commission Torino Piemonte di via Cagliari 42 a Torino. Pellicole vincitrici, selezionate da una giuria di personalità del mondo del cinema e del settore enogastronomico, sono state: “In grazia di Dio” di Edoardo Winspeare, il corto “Via tempio Antico” di Michele Alberto Chironi e il documentario “Barolo Boys” di Paolo Casalis e Tiziano Gaia.

“In grazia di Dio” è la storia di una famiglia in un piccolo paese del Salento, ai tempi della crisi economica. La crisi distrugge storie e legami. L’unico modo per uscirne è trasferirsi in campagna, lavorare la terra e vivere con il baratto dei propri prodotti. Ricomincia un senso della vita e rinascono relazioni affettive.


“Via Tempio Antico” del regista salentino Michele Alberto Chironi, dove convivono contrapposti, nel buio, i suoni ed i rumori del rito della lavorazione del pane e il silenzio nelle strade del paese.


“Barolo Boys”, storia intensa dei figli ribelli di Langa. I produttori del Barolo, che conquistano i mercati del mondo, contrapposti alla vecchia generazione dei patriarchi, inventano una nuova comunicazione che ha cambiato in modo indelebile il mondo del vino.


Antonella Parigi, Assessore alla Cultura e al Turismo della Regione Piemonte, Paolo Cuccia, Presidente di Gambero Rosso, Paolo Damilano, Presidente Film Commission e Ricky Tognazzi con Simona Izzo hanno premiato i vincitori.
mondodelgusto.it
 

Innovazione: da gennaio gli incentivi fiscali per le startup del #turismo

Secondo quanto stabilito dal decreto Art Bonus diventato legge lo scorso luglio, infatti, a partire dal primo gennaio 2015 potranno considerarsi startup innovative (e quindi godere dei relativi incentivi fiscali per gli investitori e delle norme in materia societaria e lavoristica) anche "le società che abbiano come oggetto sociale la promozione dell'offerta turistica nazionale attraverso l'uso di tecnologie e lo sviluppo di software originali, in particolare, agendo attraverso la predisposizione di servizi rivolti alle imprese turistiche". 

In base a quanto previsto dall'articolo 11-bis del decreto, scrive TTGItalia.comi servizi delle startup dovranno riguardare "la formazione del titolare e del personale dipendente, la costituzione e l'associazione di imprese turistiche e culturali, strutture museali, agenzie di viaggi al dettaglio, uffici turistici di informazione e accoglienza per il turista e tour operator di autotrasporto". 

Obiettivo: "Aumentare qualitativamente e quantitativamente le occasioni di permanenza nel territorio". Per essere considerate alla stregua delle startup innovative, quelle turistiche potranno occuparsi anche "dell'offerta di servizi centralizzati di prenotazione in qualsiasi forma, compresi sistemi telematici e banche di dati in convenzione con agenzie di viaggi o tour operator, la raccolta, l'organizzazione, la razionalizzazione nonché l'elaborazione statistica dei dati relativi al movimento turistico". 

E, ancora, si legge nel testo della legge, "dell'elaborazione e lo sviluppo di applicazioni web che consentano di mettere in relazione aspetti turistici culturali e di intrattenimento nel territorio nonché lo svolgimento di attività conoscitive, promozionali e di commercializzazione dell'offerta turistica nazionale, in forma di servizi di incoming studiando e attivando anche nuovi canali di distribuzione". 

Per godere delle agevolazioni, le start up del turismo potranno essere costituite anche nella forma della srl agevolata. Nel caso in cui i soci siano persone fisiche under 40, inoltre, godranno di ulteriori vantaggi come l'esenzione dall'imposta di registro, dai diritti erariali e dalle tasse di concessione governativa.

Silvia De Bernardin eventreport.it

Street marketing per lanciare la nuova tratta TGV che collega Milano e Torino con Lione

Il 20 novembre i viaggiatori in transito per la stazione milanese di Porta Garibaldi sono stati coinvolti in Chef Factory, attività di street marketing per promuovere la nuova fermata del treno TGV che, da metà dicembre, collegherà Milano e Torino con Lione.

L’attività, ideata e organizzata da Only Lyon Tourisme et Congrés, ufficio del turismo di Lione, ha visto hostess distribuire flyer con le informazioni sulla tratta e mestoli di legno. Ogni mestolo riportava un codice che, inserito sul sito della scuola di cucina lionese Chef Factory, permette di vincere un soggiorno a Lione, destinazione apprezzata dai gourmet grazie anche ai suoi 2.000 ristoranti.

Il treno ad alta velocità partirà ogni giorno da Milano Porta Garibaldi alle ore 16.07 e daTorino Porta Susa alle 17.35 per arrivare a Lione Part Dieu rispettivamente in 5 ore e 20 minuti e 3 ore e 54 minuti. Il ritorno da Lione è previsto quotidianamente alle 8.31, con arrivo a Torino alle 12.24 e a Milano alle 13.52. Le tariffe partono da 29 euro per tratta e le prenotazioni possono essere effettuate anche online sul sito di SNCF, l’azienda dei trasporti francese.
eventreport.it

Mustang, sempre più in alto, fino alla cima del Burj Khalifa di Dubai

E' il grattacielo più alto del mondo e Ford lo ha scalato. Sì, avete capito bene: la straordinaria vettura ha raggiunto la terrazza dell'imponente edificio a conclusione di uno spettacolare stunt-show trasmesso in diretta streaming su YouTubedi SARA FICOCELLI - repubblica.it

Gli appassionati del settore ricorderanno sicuramente lo storico momento in cui la Mustang ha raggiunto la vetta dell'Empire State Building, nel 1965, quando il grattacielo americano era l'edificio più alto del mondo, tetto sul quale è tornata nell'aprile di quest'anno per celebrare il lancio della 6° generazione. Ma le sfide, soprattutto se si tratta di scalare vette e superare i propri limiti, a quanto pare a Ford non bastano mai. Tanto che la Casa americana ha portato la nuova Mustang sulla cime del Burj Khalifa di Dubai, il grattacielo più alto del mondo, raggiungendo la terrazza dell'imponente edificio a conclusione di uno spettacolare stunt-show trasmesso in diretta streaming su YouTube.

L'arrivo della macchina sul tetto del Burj Khalifa ha celebrato l'inaugurazione della nuova business unit di Ford Motor Company in Medio Oriente e Africa, area che rappresenta la nuova frontiera per l'industria automobilistica. Il mercato dell'auto in Medio Oriente e Africa, secondo le stime, crescerà infatti del 40% entro il 2020, raggiungendo i 5,5 milioni di veicoli/anno e, per incontrare questa domanda, Ford lancerà nella regione 25 nuovi modelli entro il 2016
Oltre 10.000 persone si sono radunate attorno alla Dubai Fountain per assistere allo spettacolo, godendosi un vero action-movie che si è svolto in parte su megaschermi e in parte dal vivo. La storia racconta di un uomo misterioso che riceve una telefonata urgente mentre si trova sulla cima di una montagna dell'Arizona. Il protagonista, tra viaggi a cavallo, in aereo, elicottero e jet-ski, raggiunge Dubai per trasportare un oggetto molto prezioso: il leggendario badge della Mustang: "Oggi abbiamo piantato la bandiera dell'Ovale Blu in Medio Oriente e Africa, un'area dinamica ed emozionante che rappresenta la nuova frontiera per la crescita dell'industria automobilistica," ha detto Bill Ford, Executive Chairman di Ford Motor Company. "Abbiamo anche ribadito il messaggio che la Mustang, la più grande icona americana a 4 ruote, dopo 50 anni è pronta a diventare un'auto globale".

Per trasportare la Mustang sul tetto del Burj Khalifa, un team di 6 ingegneri l'ha divisa in 6 diverse parti, ognuna delle quali è stata trasportata con gli ascensori del grattacielo. Il riassemblaggio ha richiesto circa 12 ore. "Abbiamo portato la Mustang a nuove altezze, non solo dal punto di vista della tecnologia e della qualità, ma anche in senso letterale. Vederla sulla cima del Burj Khalifa è un risultato straordinario per il nostro team", ha aggiunto Benintende. Nessuna gru potrebbe raggiungere quell'altezza, e il trasporto in elicottero non era realizzabile. Questo spettacolo dimostra come la versatilità e le competenze degli ingegneri Ford siano davvero fuori dall'ordinario", hanno raccontato.

Per realizzare l'evento, Ford ha collaborato con il Dipartimento del Turismo e del Marketing Commerciale, la Camera di Commercio e la Emaar Properties, di Dubai. "Dubai è un luogo che offre scenari ed esperienze spettacolari, e ha rappresentato una location perfetta per l'evento Ford", ha concluso Sua Eccellenza Helal Saeed Almarri, Direttore Generale di Dubai Tourism. "E' stato un privilegio poter lavorare con Ford e i nostri partner per realizzare questo emozionante spettacolo, che dimostra ancora una volta quanto Dubai sia una città che spinge sempre oltre i limiti di ciò che è possibile".

Il turismo accessibile vale 800 miliardi

Ha senso parlare di Turismo accessibile oggi, mentre le carrozzine scendono in piazza a chiedere il rispetto dei diritti (tra cui quello all’autonomia e alla sopravvivenza stessa)? Mentre i tagli al settore sociale colpiscono nel profondo le persone con disabilità? È una delle tante domande che mi sono posto mentre preparavo la relazione di apertura per la prima Unwto conference on Accessible tourism in Europe organizzata dall’Omt, l’Organizzazione mondiale del turismo nella Repubblica di San Marino il 19 novembre (sul palco: Teleb Rifai, segretario generale dell’Omt, e Pascal Lamy, attuale presidente della commissione etica dell’Omt) a cui Invisibili è stato invitato.
Sì, ha senso, ma a patto che vengano rispettate alcune “regole”. La prima delle quali è che il turismo accessibile e l’intera filiera, dopo la fase di lancio, siano capaci di autosostenersi e non tolgano risorse al settore sociale. Le istituzioni italiane ed europee devono indicare il percorso politico, etico e sociale di questo settore e poi lasciare che il mercato faccia il resto, intervenendo solo e per breve tempo, per raddrizzare eventuali storture. Il turismo accessibile (settore che ha visto la luce nei primi anni ‘90 ed è entrato a far parte delle strategie di sviluppo economico che la Commissione europea adotterà nel prossimo quinquennio) è impresa e non assistenza sociale. Perché la persona con disabilità è un turista, un ospite e un cliente esattamente come gli altri.
La locandina della prima Unwto conference a San Marino
La locandina della prima Unwto conference a San Marino
E i dati economici presentati alla conferenza di San Marino (i riassunti degli interventi – in inglese) e riportati anche durante il convegno organizzato dalla Regione Veneto ad Asiago il 21 novembre dal titolo Turismo accessibile: un nuovo modello di business per le imprese in Europa, mi fanno dire che il mercato c’è, ma mancano gli imprenditori (e i pochi italiani, coraggiosi, che ci sono faticano a “farsi capire dai possibili partner”). Nel 2012, il mercato del turismo accessibile valeva 800 miliardi di euro (considerando anche l’indotto) e occupava oltre nove milioni di persone – tra cui migliaia di persone con disabilità. “A Bruxelles abbiamo condotto numerose ricerche sul tema e abbiamo immaginato tre scenari futuri di abbattimento di barriere architettoniche e culturali a favore del turismo accessibile – spiega Antonella Correra, responsabile del turismo alla Direzione generale impresa e industria della Commissione europea -. Anche nel caso in cui l’impegno sia minore – solo con interventi di messa a norma o con una leggera formazione del personale – si otterrebbe un incremento del fatturato europeo del 18% equivalente a 140 miliardi. Un mercato che non conosce saturazione: più si migliora più cresce. E offre un ritorno dell’investimento (Roi) in circa un anno”. Il “non fare”, ovvero non attuare nessuna politica di miglioramento dell’accessibilità, secondo i dati europei costa 420 miliardi di mancati guadagni, la metà dell’operazione di salvataggio della Grecia. “Nella ricerca che presento in anteprima abbiamo chiesto – prosegue Correra alla presentazione di Asiago – agli imprenditori cosa li frena e la risposta è stata ‘Non sappiamo come fare, abbiamo paura di sbagliare’”. E nel dubbio non si fa! Mentre chi ha scelto la via dell’inclusione lo ha fatto “per rispondere a precise richieste del mercato – conclude Correra – che vale in Europa tra gli 80 e i 120 milioni di persone (le misurazioni statistiche sono differenti da paese a paese e non permettono un dato preciso n.d.r.).
Non ci vuole un economista per capire come questo dato sia in forte crescita, non fosse altro per l’invecchiamento continuo della popolazione, come sottolinea il Sottosegretario del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo della Repubblica italiana, Francesca Barracciu: “Il turismo accessibile riguarda mamme con bambini, over 65, persone con disabilità. Una fascia di turisti che nel 2011 ha rappresentato il 20,3% del totale, nel 2013 il 26,5%, e nel 2050 si prospetta che arrivi al 31,8%”. Una fetta di mercato da catturare e per questo “va ripensata tutta la filiera turistica – prosegue il Sottosegretario – dai trasporti alla sanità, dagli svaghi all’ospitalità. Si deve riaffermare l’equivalenza: ricchezza per l’economia uguale benessere per chi viaggia”.
La seconda regola è quella di fare sistema e creare informazione reale. Ci sta provando Necstour la rete che lega tra loro una ventina di regioni europee e si occupa di sostenibilità e competitività nel turismo. Mentre le migliaia d’iniziative che portano accessibilità in Europa faticano a trovare un unico interlocutore. Si moltiplicano tuttavia singoli esempi positivi: San Marino ha studiato percorsi dedicati per rendere più facile la visita della città abbarbicata sul monte Titano. Anche l’Unesco si sforza di rendere fruibile il suo patrimonio artistico (tra i percorsi accessibili più recenti quelli di Lucca, Avila in Spagna e Sozosol in Bulgaria). Il Sud Italia non resta a guardare: il comune di Castellana grotte (Ba) ha reso accessibili le grotte sul suo territorio, mentre Bernadette Lo Bianco, esperta e docente di turismo ha aperto al mondo della disabilità sensoriali le bellezze di Noto e di Siracusa. A Nord l’iniziativa del Castello di Rivoli (To) che dopo aver attivato percorsi di visita in Lingua italiana dei segni (Lis), sarà anche il primo museo di arte contemporanea ad affidare a storici dell’arte sordi la conduzione di attività in Lis (primo appuntamento il 29 novembre).
Tutte “buone pratiche che si perdono nel mare del chiacchiericcio da social e arrivano frammentate ai destinatari. Quindi “l’informazione deve arrivare chiara, comprensibile e oggettiva – spiega Roberto Vitali, patron di V4A – Non siamo noi a dare consigli all’utente con necessità speciali, è lui che deve scegliere se quel luogo è adatto o meno alle sue esigenze”. E in questo gli enti pubblici devono facilitare e non ostacolare (ricordo che il 31 dicembre scade il termine per “adottare per legge” i Peba, i Piani per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche e che gli amministratori locali dei comuni saranno perseguibili per omissione di atti d’ufficio se non lo faranno).
Il segretario generale Unwto Taleb Rifai sul palco della convention
Il segretario generale Unwto Taleb Rifai sul palco della convention
E ancora – e siamo alla regola – parliamo di turismo realmente per tutti e non per pochi. Io sono paraplegico e ho girato un terzo di mondo, ma raramente sono riuscito a individuare situazioni che includessero le tante tipologie di disabilità. La disabilità è un poligono dalle migliaia di sfaccettature, non esiste un disabile uguale a un altro: ma ancora troppo spesso, anche da parte degli “esperti”, si tende ad assimilare il concetto di disabilità con la persona in sedia a rotelle. Troppo spesso si parla di luoghi accessibili solo perché è presente una rampa o un ascensore. E le persone con disabilità sensoriale? Quanti musei sono attrezzati per loro? E chi porta con sé un disagio intellettivo? Ogni estate leggiamo di persone con disabilità intellettiva cacciate dagli alberghi o relegate in un angolo “per non disturbare gli altri clienti”, fatte mangiare in camera per non creare scompiglio nella sala ristorante… Nel 2014, con un Expo alle porte è ora dire basta a queste barbarie, a questo ledere la dignità umana (consiglierei di rileggere l’articolo 3 della Costituzione). Troppo semplicistica l’equazione turismo accessibile uguale abbattimento delle barriere architettoniche. Sono ben altre le barriere da abbattere, le paure, irrazionali e ingiustificate, da sconfiggere, le conoscenze da acquisire.
La persona con disabilità però deve imparare a diventare un viaggiatore o meglio un Consum-Attore. Sì perché sarebbe troppo facile scaricare la colpa e l’onere del turismo accessibile solo sul settore del turismo. Le persone con disabilità non sanno viaggiare, spesso non sono informate o non hanno l’accortezza di fornire a chi li ospiterà tutte le informazioni che possono fare la differenza tra un incubo e un sogno. Il viaggio è scambio anche umano, di conoscenze reciproche.
Infine, gli operatori devono tornare a regalare emozioni. Con il rispetto pedissequo delle norme e delle leggi si costruiscono meravigliose scatole vuote. Si devono riempiere le strutture con “cose da fare”, esperienze da vivere, sport da praticare. Non si potrà mai prendersi una vacanza dalla propria disabilità, ma si possono vivere momenti in cui la disabilità può apparire qualcosa di esterno a noi, di lontano. Difficile sì, impossibile no.
corriere.it

Turismo per tutti. Si crea “l’Europa senza barriere”

Puntare a un’Europa senza barriere, a un turismo in grado di concedere a tutti l’opportunità di viaggiare e conoscere le bellezze culturali, artistiche ed enogastronomiche dei paesi che ci circondano. È questo l’obiettivo di “Europe Without Barriers”, un importante progetto legato al bando della Commissione europea ‘Design, Implementation and Marketing of Accessible Tourism Itineraries’, promosso dalla Dg Impresa e Industria, e partito proprio in questi giorni per far crollare quelle barriere internazionali che ancora oggi impediscono troppe volte a persone diversamente abili di poter partire e godere a pieno di ogni singolo aspetto della vacanza prescelta.

La parola chiave del turismo è ‘accessibilità’

La finalità del progetto, coordinato dalla società Sm Italia, istituita su iniziativa di Aism, sta proprio nella creazione di itinerari turistici accessibili a tutti. La parola chiave è proprio accessibilità. È necessario estendere infatti tale concetto alle istituzioni, agli enti, operatori e a tutti coloro che lavorano nel settore viaggi e creare sinergie comuni per offrire un servizio turistico a 360 gradi. A tal fine nasce “Europe Without Barriers”, un percorso che fino al 2016, anno in cui terminerà, si prefigge di realizzare pacchetti turistici accessibili e itinerari internazionali aperti anche e soprattutto alle persone con esigenze speciali, non vedenti, con disabilità psicologica o intellettiva, audiolese, ma anche anziani, donne in gravidanza e tutti coloro che per svariati motivi possano avere delle difficoltà nell’organizzare e godere a pieno una vacanza.
futuroquotidiano.com

#Turismo, ambiente e pesca possono andare di pari passo come volano di sviluppo

di Enrico De Col
BELLUNO. Turismo, ambiente e pesca possono andare di pari passo come volano di sviluppo per la provincia.
È questo il messaggio che vuole trasmettere il convegno “Pesca turismo nelle Dolomiti: innovazione e sostenibilità”, organizzato dalla Federazione provinciale dei pescatori per questa mattina alle 10 nella sala Muccin del Centro Giovanni XXIII a Belluno. Il sodalizio, che raggruppa la quasi totalità dei bacini di pesca della provincia, vuole proporre un primo momento di discussione sul tema, presentando anche varie attività svolte nei quasi due anni dalla fondazione, tra cui si segnale la mappatura interattiva delle zone idriche bellunesi e tanti altri progetti finanziati.
«Molto spesso – spiegano i referenti della Federazione il segretario Claudio Canova e il presidente Luigi Pizzico – si organizzano convegni per chiedere qualcosa. Noi invece vogliamo presentare una serie di opportunità che derivano dal connubio tra pesca e turismo, che vanno nella direzione del rispetto ambientale dei nostri laghi e fiumi. Non trascuriamo la possibilità di creare occupazione per il nostro territorio, apprezzato in tutta Italia per le sue qualità uniche e gli ambienti incontaminati, che richiama tantissimi appassionati di pesca anche da fuori provincia. Noi siamo a disposizione del territorio, grazie anche all'azione di volontariato (la federazione infatti non ha scopo di lucro) di tanti nostri soci e simpatizzanti dei vari bacini: sta alle amministrazioni locali e agli enti privati cogliere queste occasioni».
Tra i relatori presenti all'assise ci sarà il sociologo Diego Cason che parlerà della situazione socio-economica del fenomeno, Matteo De Falco direttore del seguito programma Sky “Canale pesca” che di recente ha fatto alcuni servizi speciali sul bellunese e Loris Paoletti dell'Assi Onlus che parlerà della disabilità e pesca sportiva, alla luce di recenti installazioni per superare le barriere architettoniche come delle piattaforme per le carrozzine. Presente anche il mondo degli enti turistici con il Consorzio Belle Dolomiti, le scuole con una classe dell'istituto Catullo ad indirizzo turistico e il mondo della politica locale, tra cui è previsto un intervento a tema del senatore Giovanni Piccoli.
corrierealpi

Ecco le 10 piste da sci più belle del Nord. Tour sulle migliori cime dell’arco alpino in avvio di stagione

di Ida Bini

Più 3 percento: è questo l’incremento rispetto allo scorso anno degli arrivi secondo i dati dell’Osservatorio turistico della montagna italiana per la stagione invernale che sta per cominciare. E’ positivo il bilancio del comparto del turismo invernale in montagna, che nel nostro Paese rappresenta l’11,3 percento del sistema turistico complessivo. Le mete per gli appassionati di sci e di passeggiate tra i boschi sono tantissime e ognuna risponde alle diverse esigenze: su tutto l’arco alpino, da est a ovest, le stazioni sciistiche, in apertura da fine novembre ai primi di dicembre, sono sempre più innovate, accoglienti, sicure e comode, condizioni fortemente richieste da tutti gli appassionati di montagna. Nei migliori comprensori italiani ai bellissimi paesaggi si affiancano impianti di risalita, strutture ricettive e servizi all’avanguardia e di alta qualità, oltre all’offerta di appuntamenti allettanti e di tradizioni da riscoprire. A pochi giorni dall’inaugurazione della stagione, ecco una personale classifica delle dieci piste più belle e invitanti d’Italia.

1) Olimpia delle Tofane è la spettacolare pista di Cortina d’Ampezzo, mondana ed elegante cittadina delle Dolomiti bellunesi. Il tracciato, sede dal 1993 delle gare di Coppa del mondo di sci femminile, si trova sul versante nordovest della conca d’Ampezzo, ai piedi del monte Tofane: parte a 2.300 metri dal rifugio Pomedes, compie un tratto abbastanza tranquillo per poi piombare in mezzo ai due roccioni con una pendenza mozzafiato. La pista alterna rettilinei a grandi curve, canaloni a muri impegnativi e finisce nel bosco con muretti sempre più ripidi che si affrontano a velocità piuttosto elevate. Le montagne che circondano Cortina - le cime del monte Cristallo e delle Tofane - offrono 140 chilometri di piste per lo sci alpino e avveniristici trampolini per il freeride e lo snowbord, piste da bob, snow rafting e slittino ad alta velocità, oltre a splendidi anelli dove praticare lo sci di fondo tra boschi e laghetti alpini. La stagione sciistica inizia il 29 novembre. Info:www.dolomitisuperski.com

2) Saslong è la mitica pista nera di 3 chilometri e mezzo che corre lungo i pendii del Ciampinoi a Santa Cristina, cuore della Val Gardena. Da decenni, su questo adrenalinico tracciato del comprensorio Sella Ronda, si sfidano i campioni del mondo della discesa libera e del superG: si parte da 2.254 metri d’altezza e si scende velocemente attraverso muri di neve fino agli impianti di risalita di Santa Cristina. E’ un tracciato pensato per gli sciatori più esperti perché presenta molti muri e zona ghiacciate che aumentano le difficoltà e la velocità. Saslong, che prende il nome dall’imperante vetta Sassolungo, è stata premiata da riviste specializzate del settore come la pista più bella d’Italia per le caratteristiche tecniche e per la presenza di paesaggi mozzafiato sulle vette dolomitiche del Sassolungo, del Puez e del gruppo del Sella. Nei dintorni si aprono chilometri e chilometri di piste di diverse difficoltà e per ogni sport invernale: dallo sci alpino alle scalate su cascate di ghiaccio e alle ciaspolate, anche notturne. La stagione sciistica inizia il 5 dicembre. Info:www.valgardena.it

3) Ventina, 11 chilometri di divertimento e adrenalina, è la pista più famosa e sfavillante del comprensorio Breuil-Cervinia Valtournenche, in Valle d’Aosta. Il percorso, dominato dal Cervino (Matterhorn) con i suoi 4.478 metri di altezza, parte dai 3.500 metri del Plateau Rosa, all’uscita della grande funivia, con vista sul monte Bianco, sul Gran Paradiso e sulle cime della Svizzera e scende fino ai 2.000 metri di Cervinia. La pista ha caratteristiche da rossa con gobbe e serpentine ma è accessibile anche per gli sciatori meno esperti perché è larga e panoramica. Il comprensorio Breuil-Cervinia, tra Italia e Svizzera, offre più di 200 chilometri di piste per lo sci alpino, adatte a ogni livello di difficoltà; 13 chilometri per lo sci di fondo; 2 snowpark (uno è il più alto d’Italia) e 3 aree dedicate ai bambini. La stagione sciistica è già partita. Info: www.cervinia.it

4) Kandahar Banchetta Giovanni Nasi è il tracciato da discesa libera più famoso della Via Lattea, uno dei caroselli sciistici più grandi al mondo che offre più di 400 chilometri di piste e riunisce i comprensori di Sestriere, San Sicario, Sauze d’Oulx in Piemonte e Montgenègre in Francia. Il tracciato, che scende dai 2.807 metri del monte Motta fino a Sestriere, è sinuoso ed è pensato per gli sciatori esperti che vogliono cimentarsi in curve mozzafiato e in veri muri adrenalinici, come quello che corre parallelo allo skilift. Lungo il percorso la pista diventa più tranquilla e larga, quindi più affollata di sciatori, fino all’arrivo nel bosco, dove ricominciano i muri impegnativi e i curvoni veloci. Il tracciato è dedicato all’imprenditore Nasi, imparentato con la famiglia Agnelli, che contribuì a fondare la località di Sestriere da semplice colle innevato a grande stazione sciistica. Le piste del comprensorio ospitano da sempre grandi campioni dello sci, dal mitico Zeno Colò ad Alberto Tomba, e importanti appuntamenti sportivi: qui si è svolta per la prima volta nel 1967 la Coppa del Mondo, nel 1997 i Mondiali di sci e le Olimpiadi nel 2006. La stagione sciistica inizia il 6 dicembre. Info:www.consestriere.it
5) Swatch Mottolino Snowpark è la mecca del freestyle di Livigno, località valtellinese disposta su un altopiano a 1.800 metri di quota, quasi al confine con la Svizzera. Il divertente e adrenalinico parco del Mottolino è il luogo ideale per chi ama praticare lo snowbord e fare salti acrobatici sulla neve: suddiviso in 5 linee – dalla XS pensata per i livelli più bassi alla XL – è tra i migliori palcoscenici d’Italia per esibizioni internazionali e terreno d’allenamento per i più forti freeskier e snowboarder d’Europa. Sorge a 2.400 metri d’altezza nei pressi del rifugio M’eating Point, lo snowpark è servito da una seggiovia 4 posti ad agganciamento automatico ed è lungo 700 metri. Il comprensorio di Livigno, da Carosello 3.000 al Mottolino, offre anche 12 piste nere, 37 rosse e 29 blu per principianti o per chi scia con i bambini; 30 chilometri di piste per lo sci di fondo e l’attrezzatissimo snowpark Amerikan con 12 rail e 2 jump, ideale per chi ama fare acrobazie. La stagione sciistica inizia il 19 dicembre ma il parco e molte piste aprono il 29 novembre. Info: www.livigno.eu/it

6) Si chiama Paradiso la mitica pista del passo del Tonale, anfiteatro naturale che delimita la Val di Sole dalla Vallecamonica, tra Lombardia e Trentino, adagiata all’ombra del ghiacciaio del Presena. Il tracciato, aperto dal 1963, ha fatto la storia dello sci alpino: è una pista nera, lunga 3 chilometri, che parte da passo Paradiso a 2.585 metri d’altezza con un dislivello di 734 metri, caratterizzata da continue serpentine e da muri che arrivano fino al Tonale, dove si giunge in piena velocità. È una pista molto tecnica, esposta a nord, quindi con molti tratti ghiacciati. Dal ghiacciaio a fondo valle c’è anche la sorprendente pista Tonalina, che scende fino a Ponte di Legno per undici chilometri. Gli impianti di risalita per le piste del ghiacciaio sono già in funzione. Info: www.passotonale.it

7) La pista Gran Risa, nel cuore del comprensorio altoatesino dell’Alta Badia e sede delle gare della Coppa del mondo maschile di slalom gigante, è la storica pista dove il grande campione di sci alpino Alberto Tomba ha gareggiato più volte. Si parte dai 2.077 metri di Piz La Ila, all’uscita della funivia, e si arriva dopo 650 metri di dislivello al paese di La Villa. Dal muro iniziale del tracciato, un cartello indica due percorsi: a destra c’è la variante più facile mentre a sinistra parte quella più difficile e famosa, consigliata solo agli sciatori più esperti, cioè la pista nera numero 17 dedicata a “Tomba la bomba”. Il percorso, lungo oltre un chilometro con un dislivello di ben 448 metri, attraversa un bellissimo bosco di conifere. La stagione sciistica inizia il 5 dicembre. Info: www.altabadia.org

8) Trametsch è la pista più lunga dell’Alto Adige a Bressanone e una delle più impegnative con pendenza del 65 percento. Il leggendario tracciato misura 9 chilometri ed è classificato come pista nera più per la durata che per le caratteristiche tecniche, comunque assai impegnative. Il tracciato parte dal rifugio Plose a 2.446 metri d’altezza e scende seguendo le curve morbide e i larghi pendii della cima, da cui si gode un paesaggio mozzafiato sul gruppo delle Odle. Poi, a Valcroce, la pista si infila nel bosco con curve improvvise e bruschi cambi di pendenza con una magnifica veduta sulla Valle Isarco; dopo la stazione intermedia la pista si restringe e aumentano curve e dossi. Nel comprensorio si possono effettuare ogni genere di sport invernale su più di 40 chilometri di piste e, in particolare, lo slittino su RudiRun, la pista naturale più lunga dell’Alto Adige. La stagione sciistica inizia il 6 dicembre. Info: www.plose.org

9) La pista della Marcialonga della Val di Fiemme e Fassa è tra i tracciati “top” per chi pratica il fondo. Qui da 40 anni, a fine gennaio, si svolge la storica competizione di sci di fondo, che attraversa boschi di abeti rossi, distese di neve bianca e stretti passi in un tracciato spettacolare, lungo 70 chilometri. La pista, che si percorre con gli sci ma anche con le ciaspole e le racchette da neve, si snoda tra le vallate e i borghi delle Val di Fassa e di Fiemme, da Moena a Predazzo. Tra le curiosità del tracciato c’è il più esteso bosco dell’arco alpino, dove tra più di sessanta milioni di alberi sorge l’evocativa “foresta dei violini”, i rarissimi abeti rossi il cui legno veniva utilizzato da Antonio Stradivari e da altri grandi maestri liutai del Seicento e del Settecento. Va anche ricordato che lo sci di fondo nacque proprio nelle valli di Fiemme e Fassa come mezzo di spostamento; oggi si pratica nel SuperNordicSkipass, il primo e più grande circuito italiano per lo sci di fondo che comprende 150 chilometri di piste di Passo Lavazé e di lago di Tesero e degli anelli di Bellamonte e dei paesi del fondovalle uniti alla pista della Marcialonga. La stagione sciistica inizia il 29 novembre. Info:www.valdifiemme.it

10) La pista Franco Berthod, a La Thuile in Valle d’Aosta, è considerata una delle più difficili e spettacolari dell’arco alpino per la presenza di neve ghiacciata e di muri con fortissimi dislivelli. Omologata per le gare di Coppa del mondo di sci alpino, è introdotta dall’inquietante cartello “pista per sciatori esperti”. E c’è da crederci perché dossi e muri richiedono una buona preparazione tecnica. Il comprensorio offre oltre 160 chilometri di piste, anelli e tracciati per ogni tipo di sport invernale. La stagione sciistica inizia il 20 novembre. Info: www.lathuile.it

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Centro e Sud d’Italia sugli sci: le 7 piste più belle

di Ida Bini

Per gli appassionati di montagna e di sport invernali anche le regioni centrali e meridionali d’Italia offrono accoglienti comprensori sciistici con piste avvincenti, alcune delle quali particolarmente amate e spettacolari. Tra queste la più bella, secondo una classifica stilata da autorevoli riviste specializzate, è la direttissima Monte Pratello di Rivisondoli, in Abruzzo, seguita dalle piste toscane dell’Abetone, disegnate dal grande campione Zeno Colò. Oltre a queste due rinomate località, esistono anche piste suggestive con vista mare e tracciati morbidi tra gli Appennini, tutti da scoprire.

1) La pista Direttissima di Rivisondoli è un vero gioiello, lungo poco più di due chilometri, che fa parte del comprensorio più esteso del centro-sud Italia, lo Skipass Alto Sangro in Abruzzo, con 150 chilometri di piste da discesa e 60 di anelli per fondisti. Il tracciato parte da 2.000 metri sul monte Pratello di Roccaraso-Rivisondoli, vicino alla stazione d’arrivo della cabinovia a 6 posti, con una magnifica vista sulla grande area sciistica, Pizzalto, Aremogna e le montagne circostanti, dominate dalle Toppe del Tesoro. Superato il muro iniziale, la pista nera prosegue con numerosi cambi di pendenza e curve emozionanti per diventare più accessibile nella seconda parte, che tuttavia risulta molto veloce e tecnica. Verso la fine del percorso incontra l’altro tracciato nero del comprensorio, la pista Del Bosco, che proviene da destra e che arriva fino a valle unendosi, alle facili M1 Azzurra e P1 Fontanile. Per poter ospitare alcune gare internazionali il tracciato è stato modificato con dossi e con la riduzione dei tre cambi di pendenza iniziali. La stagione sciistica inizia ufficialmente il 13 dicembre. Info: www.skipassaltosangro.net

2) All’Abetone, in Toscana, si scia sul monte Gomito lungo la spettacolare Colò 3, una delle tre piste disegnate nel 1974 da Zeno Colò, grande campione olimpionico degli anni Cinquanta. Il tracciato è molto bello per i paesaggi mozzafiato che offre e per le sue qualità tecniche - continui cambi di pendenza e curve strette - che tuttavia possono essere affrontati anche dagli sciatori meno esperti. L’Abetone è senz’altro la stazione sciistica più famosa e tra le più frequentate dell’Appennino per la presenza di 50 chilometri di piste, di ogni livello di difficoltà, che ospitano gare di Campionati internazionali di sci. Oltre ai 30 tracciati, l’area offre anche 18 chilometri di piste da fondo e numerosissimi sentieri tra i boschi dove camminare e ciaspolare. La stagione sciistica inizia il 29 novembre. Info: www.abetone.it

3) Emozioni e adrenalina alle stelle sulle piste rosse di Etna Nord in Sicilia, dove si scia sul grande vulcano con vista sul mare. E’ un’esperienza unica scendere immersi in un paesaggio che regala contemporaneamente il candore della neve, il nero della roccia lavica e il blu dello Ionio che bagna la costa catanese. Le piste, dominate dall’imponente cratere di 3.350 metri, si trovano tra i 1.800 e i 2.400 metri d’altezza nell’area sciistica di Piano Provenzana-Linguaglossa, che offre complessivamente 6 piste di cui 4 rosse – Coccinella, monte Conca alto e due Anfiteatro – e 2 blu - monte Conca basso e la baby Tanaurpi - servite da una seggiovia e 3 skilift. L’altro comprensorio sciistico è Etna Sud e si estende da Nicolosi a Montagnola per circa 20 chilometri con 6 skilift e un’ovovia. L’area sciistica del grande vulcano offre anche numerose piste per chi pratica lo sci di fondo: Piano Vetore, vicino a Nicolosi, Piano Provenzana e l’anello di Maletto. La stagione sciistica inizia il 3 gennaio 2015 mentre quella del comprensorio Etna Sud è anticipata al 13 dicembre. Info:www.etnasci.it

4) La pista Rossa di Camigliatello Silano è un suggestivo tracciato di due chilometri, ampio e sinuoso, sulla Sila centrale, il più esteso altopiano d’Europa nel cuore della Calabria, dove si scia e ci si sposta con le slitte trainate dai cani. E’ una vera sorpresa e un’insolita destinazione nel più grande bosco d’Italia, 150 mila ettari di immense foreste primordiali, intervallate da pianori e altopiani, boschi di conifere, distese innevate a perdita d’occhio e vette che variano tra 1.368 e i 1.765 metri, in provincia di Cosenza. A circa 1 chilometro dal centro di Camigliatello, presso il rifugio del Tasso, partono gli impianti di risalita che arrivano in quota sul monte Curcio, da dove si scende sull’impegnativa pista Rossa o sulla Blu, più facile e lunga. Nella parte bassa, dove confluiscono i due tracciati, si trova un campetto pianeggiante con scuole di sci per principianti. Il comprensorio sciistico di Camigliatello Silano offre nel complesso 60 chilometri di piste, numerosi anelli per fondisti, aree specializzate per lo snowboard e sentieri per fare escursioni con le ciaspole, le racchette da neve, con le motoslitte o a cavallo. La stagione sciistica inizia il primo gennaio 2015. Info: www.calabriaski.it

5) La pista Del Caprio è la più famosa e tra le più frequentate della stazione di Campitello Matese-San Massimo, in Molise. Il tracciato rosso parte dall’omonima seggiovia di Monte Miletto, a 1.890 metri d’altezza, e scende al Pianoro per poco più di 2 chilometri. La pista Del Caprio, assieme al tracciato Cristallo, ha ricevuto l’omologazione della Federazione internazionale di sci per poter disputare gare di Coppa del Mondo. Campitello Matese, frazione di San Massimo, è la più rinomata località sciistica del Molise con 40 chilometri di piste e 7 impianti di risalita che accolgono diverse discipline sportive, dallo sci alla mountain bike, dall’arrampicata su roccia allo sci di fondo con tre anelli di varia difficoltà. L’apertura della stagione sciistica è prevista per il 6 dicembre. Info:www.campitello.com

6) La pista nera Direttissima Paletta del comprensorio sciistico del Cimone, il più grande dell’Emilia Romagna, è tra le più ambite dell’Appennino centrale. Il tracciato scende da Pian Cavallaio fino al Passo Lupo con continui cambi di pendenza e tratti bellissimi ma molto impegnativi. Oltre alla discesa nera Catinaccio, le piste dell’area sciistica del Cimone sono quasi tutte rosse, cioè di media difficoltà, e si snodano per 50 chilometri tra le vette del monte Cimone e del Cimoncino, alti rispettivamente 2.165 e 2.000 metri. Il comprensorio è una delle mete preferite dagli snowborder per l’alto numero di percorsi fuori pista. Infine, va segnalato il baby- park Cimonelandia, in località Lago della Ninfa, attrezzato parco dei divertimenti sulla neve per gli sciatori più piccoli. L’apertura della stagione è prevista per il 6 dicembre. Info: www.cimonesci.it

7) Sempre sull’Appennino bolognese si scia sulla pista Tomba 1, a Corno alle Scale, l’unica stazione in provincia di Bologna, tra i monti Cornaccio e Cupolino. Il tracciato, intitolato al grande campione Alberto Tomba che si allenava in questo comprensorio, è una pista rossa di 2 chilometri e mezzo con più di 500 metri di dislivello. L’area offre 15 chilometri di piste per lo sci alpino, due anelli di 8 chilometri per il fondo, uno snowpark attrezzato per gli snowbordisti e un babypark, collegati da 5 seggiovie, uno skilift e due tapis roulant. Belli sono gli itinerari nei pressi dei rifugi Le Malghe e Duca degli Abruzzi. L’apertura della stagione sciistica è prevista per il 6 dicembre. Info: www.cornosci.it

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Boom di libri di cucina, il vero gusto è dei volontari


Mentre siamo in attesa di leggere lo stato di salute dell'Italia, secondo l'annuale rapporto del Censis, succede di registrare contraddizioni e paradossi. Come il numero 1.048, ovvero i titoli di libri di cucina usciti in un anno: il doppio rispetto a 10 anni fa. A spingere questa mole di carta sono le trasmissioni televisive, gli chef diventati star e quant'altro. Il paradosso, tuttavia, è che in Italia si registra un altissimo numero di persone che hanno accesso insufficiente al cibo: ben sei milioni di persone, di cui un milione e mezzo di minori.
Ora, tutto questo – potrebbe ribattere l'alzaspalle di turno – fa parte delle contraddizioni di qualsiasi Paese, anzi, altrove è anche peggio. Ma di certo non vogliamo pensare che sia la politica del tanto peggio (altrove) tanto meglio (da noi) che abbia ispirato il ministero dell'Agricoltura a dire, almeno in un primo momento, che adesso ci sono altre priorità, per cui i rappresentanti del Banco Alimentare nemmeno sono stati ricevuti. 
L'ho letto su queste pagine e qualcosa non mi è tornato: come può essere accantonato il bisogno di sei milioni di persone che devono nutrirsi come tutti, tutti i giorni? (ma ieri, per fortuna, è stato annunciato un cambio di rotta). A questo punto si intuisce che alcune misure tanto sbandierate non scalfiscono una situazione di fondo, che invece richiede un progetto. Ma chi ci sta pensando? 
L'altra sera ero a cena con quattro imprenditori e, chiacchierando, ho scoperto che la domenica mattina si erano ritrovati alla mensa dei frati francescani per far da mangiare ai poveri. E parlavano di cosa avevano cucinato e del perché era importante che tutto fosse buono, presentato bene, su una tavola apparecchiata. Hanno acquistato tutto loro, lo hanno cucinato, dopo aver lavato per terra e creato un ambiente accogliente. Ho chiesto loro, stupito: che cosa vi ha portato lì? «I nostri figli – mi hanno risposto –, perché abbiamo scoperto che facevano quel gesto; quando s'è posto il problema di coprire dei turni, abbiamo chiamato a raccolta altri». 
Ed eccoli, questi imprenditori, anche di successo, che vivono quello che si chiama laicamente "principio di restituzione" e cristianamente risposta ai segni che si colgono nel vivere. Ascoltandoli mi sono commosso, perché ho visto il legame fra gli appassionati di cucina e il bisogno. Se i primi non hanno nell'orizzonte di una passione, anche il bisogno, il gusto (che è per tutti, perché tutti lo percepiscono) diventa un'ipocrisia. 
Fare invece da mangiare per l'altro, e bene, significa annunciare qualcosa che esiste e che parla. Piccoli gesti, come quello che tutti potremo fare il 29 novembre durante la Colletta alimentare. E dobbiamo farlo oggi più che mai, nel caso qualcuno che ne ha responsabilità non facesse il suo piccolo gesto, che gli compete, di ascoltare i volontari per costruire un progetto. È un'urgenza.
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Meno burocrazia per salvare l'agroalimentare

L'agroalimentare italiano tiene testa alla crisi, ma corre sull'orlo del baratro. È il messaggio lanciato qualche giorno fa da Agrinsieme - che riunisce organizzazione agricole e cooperative -, e Nomisma con un rapporto che ha messo in fila numeri positivi e prospettive incerte.
Stando a produttori e coop, tra 2007 e 2013 il comparto ha registrato una crescita del valore aggiunto del 6% (a prezzi correnti) contro la flessione, rispettivamente del 18% e dell'11%, segnata nello stesso periodo dal manifatturiero e dalle costruzioni. A preoccupare, tuttavia, è il calo dei consumi interni (-14% dal 2007 al 2013), al quale si contrappone un export positivo che non corre però ai ritmi di quello della concorrenza di altri Paesi. Basta pensare, dice la ricerca, che la Germania, solo sui prodotti trasformati, esporta il doppio dell'Italia (54 miliardi contro 27), mentre la Francia arriva a 43 miliardi. In questo modo, nonostante le esportazioni agroalimentari italiane abbiano registrato una crescita negli ultimi 10 anni, la quota di mercato detenuta dall'Italia a livello mondiale è diminuita dal 3,3% al 2,6%. Condizione che deve far pensare, visto che il futuro del settore pare si giochi proprio oltre confine, con un forte aumento della domanda di alimenti.
La morale è semplice. C'è, è stato spiegato, un enorme potenziale di crescita sui mercati internazionali, ma la forza del brand del made in Italy non è oggi supportata da una produzione e distribuzione altrettanto solide. I punti deboli sono conosciuti da tutti: un tessuto di imprese in gran parte di piccole dimensioni che stentano a organizzarsi nella competizione sui mercati esteri, costi produttivi troppo elevati (a cominciare dalle spese per l'energia), una logistica complicata e una burocrazia che frena l'espansione delle imprese. Tutto senza contare il peso delle cosiddette "strutture intermedie".
Che fare di fronte a tutto questo? Risolvere i problemi prima che aggravino la situazione; puntare quindi ad aziende economicamente più grandi, a costi energetici più bassi, a cooperare di più e litigare di meno. Sperando anche in qualche effetto positivo del piano Agricoltura 2.0 che il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina ha presentato proprio in coincidenza con il rapporto Agrinsieme-Nomisma. Un insieme di misure che, ad esempio, prevede un taglio della burocrazia per oltre 1,5 milioni di aziende agricole attraverso sei nuovi strumenti come la la domanda per i fondi europei della precompilata e l'anticipo a giugno per tutte le aziende del pagamento del 100% degli aiuti. Prevista anche l'anagrafe unica delle aziende agricole, una Banca dati unica dei certificati, un solo fascicolo aziendale e un'unica domanda di aiuto.
avvenire.it

Turismo conclusa la XIII conferenza delle Alpi

Preparate le “Linee Guida per l’adattamento ai cambiamenti climatici a livello locale nelle Alpi”
Venerdì 21 novembre la Sottosegretaria del Ministero italiano dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Barbara Degani ha presieduto la XIII. Conferenza delle Alpi, nella quale ministri e alti rappresentanti dei paesi europei (Austria, Francia, Germania, Italia, Liechtenstein, Monaco, Slovenia e Svizzera), nonché diversi rappresentanti delle organizzazioni facenti parte del gruppo degli osservatori, hanno discusso importanti questioni per lo sviluppo delle Alpi e per la protezione dell’ambiente alpino. I più importanti temi trattati sono stati: 

Sotto la guida della presidenza italiana sono state preparate le “Linee Guida per l’adattamento ai cambiamenti climatici a livello locale nelle Alpi”. Inoltre, la Convenzione delle Alpi e la Convenzione dei Carpazi hanno adottato una Posizione comune riguardo ai cambiamenti climatici, che sarà presentata alla Conferenza Mondiale sul Clima (UNFCCC COP20) nel dicembre 2014 a Lima (Perù). La Conferenza delle Alpi ha inoltre riaffermato con forza l’idea di “Alpi rinnovabili”, sottolineando al contempo la necessità di azioni concrete in tal senso. 

Il nuovo Rapporto sullo Stato delle Alpi mostra che la crescita della popolazione alpina si sta concentrando nelle aree maggiormente accessibili, mentre, nelle aree remote, si possono osservare tuttora fenomeni di diminuzione della popolazione. Nelle aree in cui si osserva una crescita della popolazione, ciò non è dovuto solo a cause naturali; le migrazioni rivestono infatti un ruolo sempre più importante. I “nuovi abitanti” si concentrano in aree facilmente accessibili e a distanza tale da permettere il pendolarismo dai maggiori centri urbani alpini. Allo stesso tempo, la presenza di nuovi residenti può aiutare a rivitalizzare l’economia locale, le tradizioni e la cultura e promuovere la produzione locale. Il Report completo sarà adottato dalla Conferenza, mentre il prossimo report, che sarà pubblicato nell’autunno 2016, tratterà il tema della green economy nelle Alpi.  

La strategia è al momento in fase di elaborazione e diverrà realtà nell’estate del 2015. Attualmente, la Convenzione delle Alpi detiene lo status di osservatore nel processo e sta contribuendo attivamente alla discussione. La Conferenza delle Alpi ha adottato un parere nel quale ha ribadito la propria convinzione sul fatto che la Convenzione delle Alpi debba continuare con il proprio significativo contributo all’elaborazione e alla messa in atto di tutti i pilastri della Strategia Macroregionale. Inoltre, la Conferenza delle Alpi ha espresso la propria disponibilità a svolgere un ruolo chiave nell’ambito del terzo pilastro, che si occupa dell’uso sostenibile dell’energia e delle risorse naturali. La Conferenza ha anche sottolineato la necessità di bilanciare la tutela e lo sviluppo economico e, infine, ha ribadito come è necessario che sia le aree montane sia quelle circostanti possano ottenere benefici reciproci dalle attività organizzate nell’ambito della strategia.  

La Conferenza delle Alpi sarà presente a EXPO 2015 con una “Settimana della montagna”, che si svolgerà dal 4 all’11 giugno con l’obiettivo di promuovere le montagne e i loro prodotti nell’ambito dei padiglioni nazionali dei paesi alpini.  

Il Gruppo di verifica è un organo incaricato di controllare l’adempimento degli impegni e degli obblighi risultanti dalla Convenzione delle Alpi. Uno dei temi di cui il Gruppo di Verifica si è occupato negli scorsi anni è se l’autorizzazione rilasciata per l’impianto di risalita del Piz Val Gronda (Tirolo, Austria) sia compatibile con quanto previsto dall’articolo 6/3 del Protocollo Turismo.  

La Convenzione delle Alpi fa parte della più ampia comunità internazionale e lavora in stretta collaborazione con la Convenzione dei Carpazi su diversi temi, quale i cambiamenti climatici: su questo tema le due Convenzioni hanno preparato una dichiarazione comune. Alla Conferenza erano inolrte presenti alcuni rappresentanti di paesi delle Ande (Argentina, Cile, Bolivia): ciò riflette i profondi legami che la Convenzione delle Alpi ha con altre aree montane in tutto il mondo. 
Dopo l’Italia, sarà la Germania a detenere la Presidenza della Convenzione delle Alpi per il periodo 2015 – 2016. Il programma della presidenza tedesca si concentrerà principalmente sui temi della green economy, della biodiversità, del turismo sostenibile, del trasporto e mobilità e sull’EUSALP. 

Il Segretario Generale della Convenzione delle Alpi, Markus Reiterer, si è dichiarato soddisfatto rispetto agli esiti della Conferenza e ha ringraziato per la collaborazione la Presidenza Italiana, che è stata particolarmente attiva durante il proprio mandato. Secondo le parole del Segretario Generale:«La Conferenza delle Alpi ha messo in luce la necessità di cooperare a tutti i livelli al fine di affrontare diverse sfide nella regione alpina, quali quelle rappresentate dai cambiamenti climatici, dai mutamenti demografici e dalla necessità di utilizzare al meglio il potenziale delle Alpi, ad esempio in tema di economia “green” e di turismo sostenibile». Infine, il Segretario Generale ha aggiunto: “Sono convinto che questa fruttuosa cooperazione proseguirà anche sotto la presidenza tedesca”. 

Cos’è la Convenzione delle Alpi? 
La Convenzione delle Alpi è un trattato internazionale sottoscritto dai Paesi alpini (Austria, Francia, Germania, Italia, Liechtenstein, Monaco, Slovenia e Svizzera) e dall’Unione Europea con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo sostenibile nell’area alpina. La Convenzione delle Alpi mira ad armonizzare la protezione e lo sviluppo economico con l’obiettivo di sostenere le Alpi sia come spazio di vita per la popolazione e la natura, sia come zona di attività economica.  Le Alpi, con il loro capitale di biodiversità e le riserve di acqua e legno, sono un ambiente naturale, culturale, di vita e di lavoro per quasi 14 milioni di persone nonché un’importante destinazione turistica che attira circa 120 milioni di visitatori ogni anno.  
valtellinanews.it