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Mosaici e terme vista mare, il lusso di Publius Annius. Agrigento, dopo anni riapre al pubblico favolosa villa del IIsec

 

(di Silvia Lambertucci) (ANSA) - AGRIGENTO, 24 LUG - Per chi si avvicinava dal mare, gli archi monumentali e le colonne svettanti della sua facciata dovevano incutere una certa soggezione. Una casa imponente, colorata e lussuosa come le piscine delle sue terme vista mare e le terrazze che arrivavano fino alla spiaggia, in una delle insenature più belle della Sicilia meridionale, a pochi chilometri da Agrigento, un passo dalla Scala dei Turchi.
    Oggetto di un attento restauro dopo i lunghi anni di degrado seguiti agli scavi, riapre al pubblico con la guida degli archeologi di coop culture la spettacolare villa marina di Publius Annius, ricco esponente di una famiglia di imprenditori dello zolfo nei primi secoli dell'età imperiale. Una villa che fu enorme e opulenta, come si conveniva a un uomo del suo rango, agiato al punto da farsi produrre i coppi per il tetto stampati con il monogramma delle sue iniziali.

Con una zona residenziale articolata attorno ad una grande corte quadrata, circondata da un peristilio colorato, il rosso delle colonne in contrasto con il nero del muretto che gli correva sotto.

E poi saloni per il ricevimento e stanze per il riposo dove i pavimenti fatti di intarsi di marmi colorati si alternano ad altri in mosaico bianco e nero, secondo lo stile della tradizione italica, quello più alla moda in quella fase dell'impero, forse non a caso proprio lo stesso stile e gli stessi temi usati da Antonino Pio a Ostia per le Terme di Nettuno.
    Frutto di una scoperta casuale avvenuta nel 1907 durante gli scavi per la ferrovia che doveva collegare Porto Empedocle a Siculiana, la villa, che è vicina all'abitato di Realmonte, è stata riportata alla luce a partire dal 1908 dal soprintendente Antonio Solinas. Una scoperta che fece scalpore, tanto che il tracciato ferroviario fu subito spostato. Gli scavi però si fermarono presto, ripresi solo tra il 1979 e il 1983, con gli archeologi dell'università giapponese di Tsukuba guidati da Masanori Aoyagi. Dopo quell'epoca anni di degrado, fino agli interventi dei primi del duemila e ai restauri di oggi che hanno messo in sicurezza e stanno facendo risplendere quello che ne resta: soprattutto i favolosi pavimenti, sui quali ancora si sta lavorando tanto che i visitatori saranno accompagnati alla scoperta del cantiere in attività. E poi gli ambienti e le vasche dei due impianti termali (uomini e donne separati secondo i dettami dell'epoca antoniniana) con i loro incredibili spogliatoi (apodyteria) dove i mosaici sembrano raggiungere il culmine della raffinatezza, da una parte un Nettuno coloratissimo in piedi sopra un ippocampo il braccio teso che impugna il tridente mentre sotto di lui si rincorrono eleganti delfini, dall'altra Scilla tutta in rosa che brandisce un timone con le braccia alzate circondata da neri mostri marini. Quasi nulla rimane invece delle decorazioni parietali che pure dovevano essere di gran pregio.

Pochissime pure le pubblicazioni. Antonella Polito e Gaetano Tripodi firmano oggi uno studio, pubblicato da Regione Sicilia, assessorato alla cultura e soprintendenza ai beni culturali di Agrigento, che mette insieme tutte le conoscenze sul sito e ricostruisce la storia della casa, oggi di pertinenza del Parco della Valle dei Templi e del suo direttore Roberto Sciarratta: una parabola tanto affascinante quanto breve, visto che la ricca dimora, costruita nella prima metà del II secolo dopo Cristo, era probabilmente in disuso già nel secolo successivo. Ne viene fuori che il padrone di casa era forse l'esponente della seconda generazione di una famiglia di concessionari di miniere di zolfo, il minerale che aveva reso ricca l'antica cittadina mercantile di Agrigento. Un incarico di prestigio, il suo, che veniva direttamente dall'imperatore, proprietario delle miniere.

 Il legame con Roma era sottolineato del resto anche dall'appartenenza della famiglia alla tribù dei Voturi, che si estendeva sulla riva sinistra del Tevere e nel territorio di Ostia. Gli Annii erano insomma agiati imprenditori italici, grati ad Augusto che aveva offerto loro la concessione (e di questo c'è la prova in una iscrizione trovata vicino agli edifici pubblici dell'antica Agrigento romana). La bella casa sul mare di Publius doveva stupire e raccontare tutto questo.
    Una meraviglia che ora si può tornare a scoprire. (ANSA).

Cinque sentieri di montagna dalla Liguria alla Sicilia Trekking guidato con il Club Alpino Italiano e Tramundi

 

 Per incentivare il turismo lento e sostenibile e permettere di scoprire a piedi le aree meno conosciute del nostro Paese, la start up travel Tramundi organizza passeggiate guidate ad alta quota in collaborazione con il CAI, il Club alpino italiano, lungo 5 sentieri di montagna insoliti. E' un'occasione per conoscere il territorio in modo tranquillo e piacevole per tutti con guide turistiche locali, sempre nel massimo rispetto delle norme di sicurezza.

I 5 sentieri, che vanno dai pendii della Liguria fino a quelli della Sicilia passando per i laghi del Lazio e i panorami mozzafiato della penisola sorrentina e delle Murge, si percorrono accompagnati dal tour operator digitale, che organizza il viaggio in ogni suo aspetto.

Dal 4 dicembre, o comunque non appena sarà possibile fare escursioni fuori dal proprio comune, si può partecipare al trekking nelle Murge pugliesi: da Bari a Cisternino, passando per Alberobello, il cammino è una continua scoperta tra natura, antiche tradizioni e storia, come quella custodita nel Castel del Monte o nel museo archeologico nazionale di Ruvo di Puglia.

Dal 5 dicembre si cammina lungo il sentiero di montagna della penisola sorrentina, a due passi dal mare in una natura caratterizzata dalla macchia mediterranea e da un territorio ricco di siti patrimonio dell'Umanità. La passeggiata alla scoperta dei monti che dominano la Costiera Amalfitana, che in alcuni punti superano i 1.200 metri d'altezza, regala scorci mozzafiato sul Tirreno, assaggi di prodotti tipici e visite a luoghi unici come l'affascinante Positano.

Dal 6 dicembre si scoprono i monti della Liguria: si parte da Colla Craiolo e si arriva a Barbagelata attraverso i bellissimi paesaggi del parco naturale regionale d'Aveto. Il percorso, recuperato grazie al Cai, conduce fino a 1.684 metri di quota, sfiorando il confine con l'Emilia-Romagna e camminando in una delle aree verdi più importanti dell'Appennino Ligure.

Sempre dal 6 dicembre è possibile passeggiare nella Sicilia occidentale: Trapani, Scopello, Erice e Segesta sono solo alcune delle tappe previste dal sentiero Italia Cai che attraversa riserve naturali e aree montane incontaminate tra l'entroterra e la costa della Sicilia.

Infine dal 16 dicembre partono le camminate tra i laghi del Lazio: da Cervara a Staffoli, seguendo il confine immaginario che separa la regione laziale dall'Abruzzo, il sentiero Cai è un saliscendi di emozioni alla scoperta, tra gli altri, del lago del Salto, il più ampio bacino idroelettrico regionale, e di borghi come Cervara e Collalto Sabino.

Per maggiori informazioni: tramundi.it.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

''Una luce nel buio'', streaming dall'antichità Dal Teatro di Taormina sul sito ANSA concerto gratuito

 

TAORMINA -  ''Questo concerto rappresenta una luce nel buio. Siamo tutti molto spaventati. E' un momento difficile che nessuno si sarebbe mai aspettato. La musica, l' arte, l'archeologia, la bellezza dei nostri paesaggi possono dare un po' di conforto a tutti noi, costretti a stare in casa o a muoverci con tutte le precauzioni''. Gabriella Tigano, direttrice del Parco Naxos Taormina, definisce così l' appuntamento gratuito che sarà possibile seguire in diretta streaming sul sito dell'ANSA domenica 15 novembre alle 12, con la storica Orchestra a plettro Città di Taormina impegnata nel Teatro Antico nell' esecuzione di una serie di famose colonne sonore cinematografiche. Lo spettacolo nello scenario archeologico fantastico della citta siciliana si aggiunge all' elenco di iniziative live promosse da istituzioni pubbliche e private live che l' ANSA ha proposto di rilanciare sul web all'indomani della chiusura di cinema, teatri e sale da concerto in tutta Italia. Il concerto di domenica è organizzato il Parco Archeologico Naxos Taormina insieme con la Fondazione TaoArte Sicilia, il Taormina Film Fest e Videobank partner tecnologico e produttore di spettacolari riprese aeree con i droni.
    ''Siamo molto contenti di essere riusciti a organizzare questo evento - dice Tigano - . La nuova chiusura per l' emergenza Covid è stata un colpo durissimo. I visitatori per noi sono la linfa. Vedere il Teatro deserto è davvero un dolore, specialmente con il bellissimo tempo primaverile di questi giorni''. Nel panorama di difficoltà e divieti, tuttavia, una vera e propria boccata di aria pura è arrivata con il milione e 800 mila euro assegnato dal Mibact per compensare le perdite registrate tra marzo e maggio nel primo lockdown. ''E' molto importante per noi perché il Parco vive di sbigliettamento - spiega la direttrice -. Quando siamo chiusi abbiamo un danno enorme. Il Teatro di Taormina è visitato tutto l' anno. Nel 2019 abbiamo avuto nei vari siti del Parco una stagione eccezionale con un milione di visitatori. In questo periodo l' anno scorso avevamo un mare di gente perché gli orientali e gli americani viaggiano proprio tra novembre, dicembre e gennaio''. Il 2020 funestato dal virus ha invece determinato il crollo del 70 per cento delle presenze, particolarmente grave perché l' anno precedente proprio i visitatori da Cina, Giappone, Usa e Australia avevano fatto toccare livelli di crescita straordinari.
    Il Parco Naxos Taormina - che oltre al Teatro, comprende il Museo e l'area archeologica di Naxos e Isolabella - attualmente è un cantiere. ''Non ci fermiamo mai - sottolinea Gabriella Tigano - e stiamo approfittando di questa chiusura per mettere in campo una serie di iniziative che speriamo di poter svolgere appena sarà possibile riaprire. Intanto, una mostra a Palazzo Ciampoli di arte contemporanea dedicata a pittori siciliani che non credo riusciremo ad inaugurare per Natale, viste che nessuno sa se si potrà riaprire. Poi lavoriamo a progetti di scavo che come Parco possiamo programmare in autonomia, e stiamo sistemando tutti i percorsi interni del teatro Antico in particolare le scalinate fatte negli anni Cinquanta ormai usurate e pericolose. Altri interventi riguardano il restauro di reperti archeologici subacquei che erano custoditi da molto tempo nei depositi e Isolabella con la perizia per la sistemazione della meravigliosa villa a padiglioni''.

L' 'Orchestra a Plettro Città di Taormina, protagonista del concerto, è nata agli inizi del 1900 ed formata da musicisti che usano solo strumenti a plettro come mandolino, mandola, mandoloncello, chitarra e contrabbasso. Dopo l' Intermezzo dalla "Cavalleria Rusticana" di Mascagni, il programma prevede una selezione di capolavori musicali della storia del cinema fra cui spiccano C' era una volta il West di Ennio Morricone, Il Gattopardo e Il Padrino di Nino Rota, La vita è bella di Nicola Piovani, Il postino di Luis Bacalov, e Libertango, di Astor Piazzolla. (ANSA).
   

Sale di Sicilia IGP, presidio Slow Food




E’ un ingrediente naturale che da millenni viene utilizzato per diversi usi: come conservante, per insaporire i cibi, per la cura della pelle. E’ il sale, uno dei minerali più antichi formatosi sulla Terra nonché elemento importante anche per il nostro benessere. In natura esistono diverse tipologie di sale, che si caratterizzano con diverse peculiarità a seconda del luogo in cui si formano e vengono raccolti, ognuno quindi con particolari benefici. Il Sale Rosa dell’Himalaya, ad esempio, viene estratto direttamente dalle cime della catena montuosa e vanta oltre 250 milioni di anni: si tratta di un sale fossile, integrale, ricco di minerali ed è ideale per uso alimentare e in tutti gli impieghi con soluzione salina; il Sale Marino di Cervia è un sale marino integrale ricco di oligoelementi che mantiene il possesso della sua naturale umidità, mentre il Sale Nero, prodotto alle Hawaii e nell’isola di Cipro, ha tra i suoi componenti il carbone vegetale e viene utilizzato in cucina come colorante naturale e grazie alle sue proprietà assorbenti aiuta per la funzionalità intestinale, possiede anche proprietà disintossicanti e facilita l’eliminazione di scorie tossiche. C’è poi il Sale di Sicilia, ovvero cristalli di salgemma purissimi, dono di un mare antico, incontaminato, depositati strato su strato e racchiusi nel cuore dell’isola da oltre sei milioni di anni. Turismo.it ha individuato per voi alcuni alcune confezioni acquistabili on line, come il Fior di Sale Marino Artigianale di Sicilia. Li trovate nel paragrafo qui sotto dedicato all'argomento. Inoltre, potrete individuare altri prodotti tipici nella sezione di Amazon dedicata al Made in Italy

Uno dei più celebri è il Sale di Mothia, un esempio di sale che rientra nella categoria del sale marino integrale, che viene estratta e conservata senza l’utilizzo di prodotti sbiancanti o chimici. Viene raccolto a circa 20 chilometri da Trapani, nel mare attorno alla Sicilia, dove sorge San Pantaleo, un’isola che anticamente veniva chiamata Mothia, da cui il sale prende il nome. Le saline si trovano all’interno di una Riserva Naturale, nella laguna dello Stagnone, e da secoli questo sale marino conserva inalterate tutte le sue antiche proprietà che lo rendono piuttosto saporito. È particolarmente ricco di magnesio ed è un ottimo rimineralizzante per le ossa. Il processo di estrazione e lavorazione è molto semplice ed è grazie a questo che mantiene inalterate le sue proprietà: viene estratto e poi lasciato essiccare al sole, in modo che evapori l’acqua presente. Il sale raffinato contiene al suo interno residui dei prodotti chimici utilizzati per eliminare la parte grezza. Quando si sceglie un sale, è importante che sia allo stato grezzo, così come in natura viene estratto. A differenza del sale raffinato, quello di Mothia non contiene additivi chimici o sbiancanti e non viene trattato, conservando così le sue proprietà inalterate.

Il Sale Marino di Trapani, delle omonime saline, viene prodotto con il tradizionale procedimento artigianale ed ha ottenuto il riconoscimento IGP da parte dell’Unione Europea oltre ad essere presidio Slow Food. Non subisce processi di raffinazione o lavaggi che ne alterino le proprietà: si compone di cristalli consistenti di colore bianco e si contraddistingue per essere molto solubile e dal sapore intenso. Il Sale Marino Integrale di Trapani contiene meno cloruro di sodio ma più potassio e magnesio e, grazie al suo metodo di lavorazione, conserva gli oligoalimenti contenuti nell’acqua del mare. Quello di Trapani è un sale marino ottenuto lasciando evaporare l’acqua del mare all’interno delle grandi vasche presenti nelle saline che da sempre sono parte integrante del panorama della costa trapanese, lungo la Via del Sale che da Trapani arriva a Marsala passando per Paceco. Grazie all’azione naturale del sole e del vento si ottiene il sale marino apprezzato in tutto il mondo.

Tutto ha avuto inizio circa sei milioni di anni fa, quando il Mediterraneo era isolato dall’Atlantico e della Sicilia erano emersi solo i Peloritani, i Nebrodi, i Sicani, le Madonie, i monti di Palermo e Trapani e l'altopiano Ibleo. L'area circondata da queste catene montuose si presentava come una vasta laguna salmastra nella quale gli apporti di acqua, marina e piovana, erano inferiori rispetto a quanto veniva allontanato per evaporazione dall'azione combinata del sole e del vento. Ecco perché c’è stato un continuo aumento della concentrazione dei sali fino a provocarne la precipitazione, quando cominciarono a sedimentare, strato su strato, i sali disciolti nell'acqua del mare.

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Cannoli siciliani, tra leggende e differenze

cannoli siciliani
Delizia per il palato, meraviglia per gli occhi: siamo davanti a uno dei dolci più buoni e famosi in assoluto, che caratterizza non soltanto la sua regione di appartenenza, ma anche tutta l'Italia. Osannati dagli autoctoni, amati dagli italiani, apprezzati anche da tutti i turisti che li trovano in qualunque città italiana. Parliamo dei cannoli siciliani, un'esplosione di gusto non solo per il loro sapore, ma anche per la loro morbidezza all'interno e per la loro croccantezza all'esterno. Tale specialità, non è un caso, è stata ufficialmente riconosciuta e inserita nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T) del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf).
 
La storia del dolce - Le origini non sono certe, ma dovrebbero essere romane o saracene. Pare che inizialmente sia stato inventato per festeggiare il Carnevale: il suo nome, infatti, fa riferimento alle canne di fiume cui veniva arrotolata fino a pochi decenni fa la cialda durante la sua preparazione. Lo scherzo sarebbe quello di far uscire  crema invece dell’acqua. La conferma verrebbe anche dall'etimologia del nome: cannolo, infatti, è un termine dialettale che indica una sorta di rubinetto. Passando alle fonti storiche, la descrizione più antica della delizia siciliana risale al duca Alberto Denti di Pirajno che nel suo libro Siciliani a tavola scrive: "Tubus farinarius dulcissimo edulio ex lacte fartus". Ossia tubo farinaceo ripieno di un dolcissimo cibo a base di latte. Secondo Pirajno la definizione è attribuibile a Cicerone (questore di Lilybeo, l'odierna Marsala, fra il 76 e il 75 a.C.). Quello descritto, quindi, potrebbe essere l'antenato dell'attuale cannolo. Ma come questo si è evoluto sino ai  giorni nostri?

 
La tradizione - Secondo Pino Correnti, nel suo Libro d'oro della cucina e dei vini della Sicilia, il cannolo sarebbe stato inventato (o "aggiornato") dalle suore di clausura di un convento nei pressi di Caltanissetta (in arabo “Kalt El nissa”, ovvero “Castello delle donne”), partendo dall'antica ricetta romana (quella sopra citata), poi elaborata dagli arabi.  C'è chi racconta un'altra versione con un'altra "piccola" variante: le inventrici di questo dolce non furono suore, bensì le donne degli harem degli emiri saraceni. Quindi il cannolo sarebbe stato creato per loro, come un omaggio ai propri uomini, realizzato e preparato durante le loro lunghe assenze. 
 
Insomma, la tradizione sembra avere due varianti, forse accomunate da questa spiegazione: l’arrivo dei Normanni avrebbe fatto svuotare gli harem e la popolazione si sarebbe poi convertita al Cristianesimo. Quindi tale tradizione culinaria venne perseguita nei conventi della città. Ipotesi che spiegherebbe perché prima abbiamo parlato di "suore cuoche". Nulla di certo, però. Una cosa è, invece, sicura: sebbene la ricetta "moderna" sia nata a Caltanissetta, la sua notorietà nazionale si deve ai pasticceri di Palermo e di Messina. I primi hanno contribuito a stabilizzarne la ricetta, i secondi hanno inventato la variante con crema scura di ricotta e cioccolato. 
 
Le differenze - La ricetta tradizionale del cannolo siciliano è a base di crema di ricotta di pecora, morbida e vellutata. C'è però qualche piccola differenza nella decorazione che distingue la versione palermitana da quella catanese: nella prima vi sono filetti di scorza d’arancia candita, nella seconda pistacchi tritati di Bronte. Qualcuno parla anche di una differente composizione della ricotta stessa: più burrosa e morbida nel palermitano per via della differente alimentazione dei pascoli. 
turismo.it

Profumi e sapori di Sicilia nei Capperi delle Isole Eolie

capperi  
Presente nel bacino del Mediterraneo sin da epoca antichissima, si ritiene che il cappero provenga da zone tropicali. I primi riferimenti letterari al saporito arbusto perenne risalgono niente meno che alla Bibbia e agli scritti di Ippocrate, Aristotele e Plinio il Vecchio che ne descrivono l'impiego sia in campo alimentare che medico. L'Italia vanta una ricca tradizione legata alla coltivazione ed alla lavorazione dei capperi e tra i maggiori produttori si annovera il bellissimo arcipelago delle Eolie, con particolare riferimento all'isola di Salina, dove l'arbusto e i suoi deliziosi boccioli sono diventati parte integrante del paesaggio, tanto da rappresentare, a lungo, il fulcro dell'economia locale, che oggi si fonda, invece, prevalentemente sul turismo balneare.

Di origine vulcanica, queste isole sono, infatti, un susseguirsi di bellezze paesaggistiche dominate dai vulcani, di cui quello di Stromboli e quello di Vulcano sono ancora attivi. Lungo la costa i colori delle spiagge, che spaziano da quelli chiarissimi della pomice a Lipari sino a quelli scuri che caratterizzano le coste di Stromboli, incantano e seducono. Alle calette, alle insenature e alle spiagge da cartolina che spuntano da ogni dove, si alterna una vegetazione tipicamente mediterranea che si caratterizza per la presenza di olivi, castagni, carrubi, mandorli, fichi, salici, ginestre giganti, eriche e, naturalmente, capperi che, sin dall'antichità, hanno rappresentato un vero e proprio patrimonio economico, gastronomico e culturale.
 

Sebbene, oggi, dal punto di vista quantitativo, la produzione di capperi non risponda a pieno alle aspettative ed alle potenzialità del territorio a causa delle difficoltà legate alla coltivazione della pianta, il raccolto e la lavorazione vengono ancora effettuati secondo le tecniche di una volta, nel rispetto di una tradizione antica tramandata di generazione in generazione e del profondo legame del prodotto con il suo territorio. Ed è proprio in nome di questa tradizione e di questo legame con le isole siciliane che le Eolie si sono impegnate, con successo, per ottenere dall'Unione Europea il riconoscimento della DOP per i propri capperi e per i cosiddetti “cucunci” (i frutti della pianta), in modo da promuoverne la produzione e tutelarne la tradizione e la qualità. Alla fine dello scorso mese di novembre, dunque, la UE ha pubblicato il decreto con cui riconosce ai Capperi delle Eolie la Denominazione di Origine Protetta che, a breve, in assenza di opposizioni entro i tre mesi dalla pubblicazione, verrà definitivamente registrata.

Affinchè possano fregiarsi del prestigioso marchio DOP, però, ogni fase della loro produzione dovrà avvenire entro il territorio individuato dal Disciplinare che comprende l’intero territorio amministrativo del Comune di Lipari comprendente le Isole di Lipari, Vulcano, Filicudi, Alicudi, Panarea, Stromboli, ed i comuni di Santa Marina Salina, Malfa e Leni nell’Isola di Salina, in provincia di Messina. Solo in questa zona, infatti, le caratteristiche del terreno, di origine vulcanica, e le condizioni climatiche consentono al prodotto di sviluppare le peculiarità che lo contraddistinguono rispetto a quelli del resto del Paese.
Ogni anno, a partire dal mese di aprile e fino a tutto il mese di agosto, alle prime ore del mattino si procede al raccolto in modo scalare. Per poter essere raccolti, però, i capperi devono aver raggiunto il diametro di almeno 4 millimetri. Il diametro minimo dei cucunci, invece, dovrà essere di 20 millimetri. Dopo essere stati riposti in un sacchetto chiamato, in dialetto eoliano, “a vurza”, i capperi vengono stesi al fresco su teli per l'asciugatura ed entro le 24 ore devono essere sottoposti a maturazione mediante salatura, alternando strati di capperi a strati di sale in appositi contenitori. Per i primi otto giorni dovranno essere rimescolati quotidianamente e, per le tre settimane successive, una sola volta a settimana. Dopo un mese si procede alla selezione ed al confezionamento sotto sale o in salamoia.

Il prodotto che si ottiene si caratterizza per la sua qualità sopraffina, un'eccezionale compattezza, profumo ed uniformità ed il bel colore verde tendente al senape con striature violacee. Il sapore è intenso e pungente e l'odore aromatico, forte e caratteristico. Le sue peculiarità lo rendono un ingrediente estremamente versatile che dona un tocco inconfondibile ad ogni piatto. Non è un caso, dunque, che molte ricette della tradizione eoliana prevedano proprio l'aggiunta di capperi per conferire particolari note gustative ed olfattive. Da provare, ad esempio, nei sughi di pomodoro con cui condire primi e secondi piatti gustosi o nella tipica caponata.
turismo.it

NYT sceglie 52 mete per storia e sostenibilità: ci sono Sicilia, Molise e Urbino



Travelnonstop
Se la Sicilia, il Molise e Urbino riscontreranno nel 2020 un’impennata delle presenze turistiche, il merito sarà anche del New York Times. Il quotidiano ha inserito infatti le due regioni italiane e la città delle Marche nella sua lista delle 52 destinazioni da visitare nell’anno che si è appena aperto.
Tra le mete preferite dal quotidiano nel 2020 alcune sono scontate: come Tokyo, dove quest’anno si svolgeranno le Olimpiadi, o le Bahamas, sempre un paradiso per il turista ma a cui quest’anno serve sostegno per le conseguenze del passaggio dell’uragano Dorian. O ancora la Groenlandia, i cui maestosi ghiacciai sono minacciati dal cambiamento climatico. Scelte queste che suggeriscono i leit motiv della lista: la sostenibilità da un lato e la spinta della storia dall’altro, in un momento in cui l’industria turistica comincia a interrogarsi sulle conseguenze dei viaggi per la sopravvivenza del pianeta.
La Sicilia è entrata nell’elenco proprio grazie alla rinascita nell’isola del turismo sostenibile oltre alle sue tradizioni culinarie e alla presenza dell’Etna. Citate dagli esperti in viaggi del New York Times sono iniziative come EtnAmbiente lanciata nel 2019 – un’app che aiuta locali e turisti a fotografare e denunciare l’inquinamento – o la Food Heritage Association che celebra gli ingredienti tipici della cucina siciliana.
Quanto al Molise (“non ne avete mai sentito parlare? Non sentitevi in imbarazzo”, scrive il Times) è la scelta ideale per chi è in cerca di un’Italia “al tempo stesso tradizionale e incontaminata”: aree archeologiche come Saepinum, le coste pulitissime e le montagne che hanno fatto da sfondo al cammino della transumanza iscritto l’anno scorso nelle liste dell’UNESCO, sono alcuni degli elementi che hanno ispirato la scelta.
Infine Urbino: in questo caso è la storia a parlare, in occasione del 500esimo anniversario della morte di Raffaello, celebrata già dal 19 gennaio con la mostra alla Galleria Nazionale delle Marche. Capitale del libro e mecca del jazz, “Urbino ha tutto quello che ha la Toscana – scrive il Times – ma alla metà del prezzo e con la metà dei turisti”.

Sulla salina a Marsala per il tramonto

 © ANSA

PALERMO - Una pedana con 100 sedie montata su una vasca di decantazione dell'acqua di mare per ammirare il tramonto. Ecco una delle novità della salina Genna di Marsala, in provincia di Trapani, restituita a nuova vita dopo un intervento di riqualificazione. Il progetto, insieme ai proprietari della Salina, è stato voluto da Ignazio Passalacqua e Lillo Gesone, creatori del format Assud. "Quest'area, dunque, diventa una delle principali mete turistiche del comprensorio.- affermano i promotori - Perché sarà possibile visitare, in maniera gratuita, tutto il percorso della filiera del sale, dall'ingresso dell'acqua di mare nelle vasche di decantazione fino alla raccolta. Ed è stato realizzato anche un piccolo museo del sale che custodisce gli strumenti e le testimonianze di questo antico mestiere". La Salina risale al 1500. Il turista potrà arrivare allo Stagnone, lo specchio di mare che si trova di fronte a Marsala. Al termine del tragitto ecco un piccolo punto ristoro creato da Assud: "I turisti quando arrivano qui rimangono affascinati - racconta Passalacqua - Credo che sia giusto e doveroso, per noi marsalesi, tentare di valorizzare le nostre risorse. Con la riduzione dei voli dall'aeroporto di Trapani, il flusso di turisti è notevolmente diminuito. Ma non dobbiamo farci prendere dallo sconforto. Marsala ci offre tante occasioni, sta a noi cercare di farle esprimere al meglio. Sono certo che le Saline, specie se dovessero diventare patrimonio Unesco, possono essere il punto di ripartenza. Per l'intero indotto". (ANSA).

Cresce il turismo culturale in Sicilia. Il futuro punta su Cina e terme



Foto: Catania, le antiche Terme romane della Rotonda
In Sicilia, cresce il turismo delle città d’arte e dei siti culturali; i visitatori nel 2018 sono stati oltre 5 mln ed un introito di 28 mln di euro dagli ingressi nei siti culturali. Messina è la provincia in testa alla classifica del numero di visitatori con 1,1 mln, poi Agrigento con poco meno di 1mln ed a seguire Siracusa, Trapani, Palermo, Enna, Catania, Ragusa e Caltanissetta (solo 13mila presenze).
Sono i dati del Documento di economia e finanzia regionale che indica anche le azioni da mettere in campo per sostenere ed incrementare la crescita del settore del turismo: creare una governance unitaria tra cultura e turismo, valorizzazione il patrimonio culturale coordinando le azioni con la promozione del turismo, rafforzare il brand Sicilia. Per il futuro si punta sul mercato cinese e sul turismo termale.
Secondo il Documento di economia e finanzia (Def) i Beni culturali in Sicilia hanno beneficiato della ridotta incidenza dei processi d'industrializzazione e sfruttamento territoriale conservando così, più di tante regioni, un territorio ricco di testimonianze della memoria ed un’offerta per il turista,  grande, diffusa e variegata atta a soddisfare i diversi interessi e curiosità dei visitatori. 
Cosa fare per migliorare? il Def indica le azioni “strutturali”: modernizzare e digitalizzare i servizi, riqualificare e valorizzare il patrimonio culturale e migliorare la governance delle strutture. Ma non basta, si deve intervenire anche sulla formazione e la ricerca nel settore dei Beni Culturali. A Gela nascerà il laboratorio per la conservazione del legno umido e bagnato, il  laboratorio di restauro e conservazione di Palazzo Abatellis, e di quello della Biblioteca centrale della Regione Siciliana, saranno potenziati  e verrà creato l’Istituto superiore dei Beni Culturali che si occuperà dell’innovazione tecnologica e della valorizzazione.
Per il futuro, il Def punta a 2 obiettivi prioritari: turismo dalla Cina e settore termale. Per il primo va incrementata l’azione di promozione presso il mercato cinese, mentre per il secondo target va rilanciata questo tipo di offerta mettendo assieme l’offerta turistica balneare,  con  l’esperienza di cura del benessere. In particolare,  per le Terme di Acireale e di Sciacca, nel  Def è previsto l’affidamento per la gestione in concessione dei complessi termali proponendo all’utenza, oltre che le cure termali per malattie o patologie specifiche, anche pacchetti benessere. 
qaeditoria.it

Sicilia prima regione per numero d'imprese nel turismo



Foto: Il Teatro antico nel sito archeologico di Segesta (TP)
La Sicilia è la prima regione italiana per incidenza di aziende che si occupano di turismo sul totale di quelle artigiane (22,4 per cento), valore superiore di 6,4 punti rispetto alla quota nazionale del 16 per cento. Il dato è stato rilevato  dall’indagine dell'Osservatorio economico di Confartigianato Sicilia. 
La crescita di tante imprese artigiane nel settore turismo, è spiegata con il sostenuto incremento dal 2014 al 2018 delle presenze turistiche sull’Isola.  
Nel 2018 in Sicilia si contano 15.135.259 presenze turistiche, cresciute, rispetto al 2017 del 2,9%. Le presenze degli  stranieri, nel 2018, superano quelle degli italiani (50,9 contro 49,1) con un incremento di crescita del 6,3%.  Questi provengono principalmente da Francia, Germania e Regno Unito. 
Su scala nazionale, troviamo Palermo al 3° (+0,9%) posto tra le 30  province italiane dove l'artigianato della filiera d'offerta del turismo rappresenta una fetta rilevante del tessuto produttivo  e poi Ragusa all’8° posto (+0,3%).   Sono 16.176 le imprese artigiane attive nella filiera di offerta del Turismo, oltre a ristoranti e alberghi.  Operano principalmente nel settore dell'agroalimentare (33,4%), delle altre attivita' manifatturiere e dei servizi (22,0%) e di ristoranti e pizzerie (18,4%). 
Per far fronte all'aumento di turisti, negli ultimi 5 anni, sono aumentati sul territorio (+20,6 per cento) il numero di esercizi ricettivi raggiungendo le 7.155 unità. In particolare dal 2014 al 2018 si osserva una crescita accentuata di presenze di turisti in bed and breakfast (+38,2 per cento), alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale (+31,7 per cento) e agriturismi (+12,9 per cento). Beni culturali, food di qualità, artigianato artistico locale e patrimonio naturale sono i fattori chiave di attrattività in Sicilia.
"I prodotti dell'artigianato locale, che creano identita' ed esprimono la cultura del popolo rappresentando i simboli della tradizione e della creativita' del territorio, sono molto richiesti dai turisti che esplorano la nostra Isola - evidenzia l'Osservatorio -. Nella nostra regione si contano 17.037 imprese artigiane dell'artigianato artistico (23,6% del totale artigianato) che occupano 34.535 addetti (24% totale occupati nell'artigianato). Gli ambiti di riferimento dell'artigianato artistico siculo sono principalmente: alimentari, metalli e legno”.
A fronte del fatto che la spesa della P.A. per cultura e servizi ricreativi dal 2008 al 2017 scende del 38,5 per cento, secondo calo più accentuato registrato in Italia dopo quello del Molise (-44,2 per cento), va considerato che una minor spesa si traduce spesso in una maggiore vulnerabilità degli oltre 250 musei e istituti culturali dislocati sull'Isola. I siti culturali, musei e aree archeologiche,  nel 2018 sono stati visitati da oltre 5 milioni di persone, in crescita del 4,2 per cento rispetto all'anno precedente. Un ruolo chiave potrebbero, quindi, giocarlo le oltre 21mila imprese, di cui 56,5 per cento artigiane, che si occupano di cura e tutela del patrimonio culturale.
"Dobbiamo lavorare affinché si intervenga, con la massima urgenza, per effettuare investimenti di manutenzione, valorizzazione e protezione rivolti al patrimonio naturale e culturale, visitato annualmente da più di 5 milioni di persone e che fa della Sicilia un vero e proprio museo a cielo aperto - dicono Giuseppe Pezzati e Andrea Di Vincenzo, rispettivamente presidente e segretario di Confartigianato Sicilia -.
qaeditoria.it
segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone - Turismo Culturale

Reportage. I turisti ritornano a Stromboli. «Ma niente sarà come prima»

Turisti tra le case di Ginostra. Sullo sfondo lo Stromboli

avvenire
«Quello che doveva fare, lo ha fatto», capita di sentirsi ripetere, una volta che si mette piede sull’isola di Stromboli, versante di Ginostra, il villaggio più colpito dalla violenta e improvvisa esplosione parossistica del 3 luglio scorso. Trentacinque abitanti circa, solo 20 d’inverno, 120 case in totale che ospitano nei mesi estivi fino a 350 turisti, più i visitatori giornalieri che giungono in gita sul vulcano: in questo borgo, da sempre senza auto né illuminazione pubblica, due settimane dopo il grande scoppio gli arrivi di turisti sono ripresi.
Li si vede sbarcare dagli aliscafi, dopo giorni in cui i portelloni si aprivano solo per scaricare qualche pacco. «La gente dimentica in fretta, ma ci sono danni che non si vedono ad occhio nudo», dice il ragazzo che imbusta pane e verdure in una delle due botteghe del villaggio, accanto alla chiesa a sbalzo sulla scogliera. Dietro, si staglia 'Iddu', il vulcano nero incenerito, che fa da sfondo a ogni costruzione bianca del paese e a ogni fico d’India scampato alle fiamme.
A “lui” si finisce per puntare di continuo lo sguardo, voltando spesso le spalle allo spettacolo maestoso del mare e delle altre Eolie. Sullo Stromboli è ancora in corso un’alta attività esplosiva: lo riferisce l’ultimo comunicato del Laboratorio di Geofisica Sperimentale dell’Università di Firenze. Lo si percepisce anche senza bollettini: il vulcano tuona, fuma e di notte dà un rosso intenso, ipnotico al cielo.
Si assesta, dicono in paese, «fa il suo lavoro normale, o quasi» commenta il signor Pasquale Giuffrè che in 71 anni, tutti trascorsi qui, non aveva mai visto niente del genere. Suo figlio Gianluca è molto attivo nel borgo, è stato lui a scrivere – «di getto» ci dice – una lettera al presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci, invitandolo sull’isola per rendersi conto dei danni. «Abbiamo ottenuto lo stato di calamità e ora attendiamo che da Roma dichiarino lo stato d’emergenza. Hanno già quantificato in 20 milioni di euro l’ammontare dei costi per mettere in sicurezza, prima delle piogge, il versante bruciato e il costone che dalla chiesa scende al porto». Sull’isola Musumeci è arrivato in visita subito. Se sarà lo stesso anche per i fondi, si vedrà.
Dal pomeriggio dello scoppio e per quattro giorni, abitanti e volontari hanno ripulito il paese dal materiale lavico che lo aveva ricoperto. «Ora cerchiamo di tornare alla normalità, consapevoli che potrebbe ricapitare, tra un anno o tra 20» prosegue Giuffrè. «Quello che è successo ci ha segnato profondamente, però il morale sta risalendo. Certo non si dimentica, il mio rapporto con il vulcano è cambiato». I residenti riprendono vita e attività, incalzati dagli aliscafi e dai passeggeri in vacanza. «Nella settimana dell’esplosione in tanti hanno cancellato le prenotazioni. Ora cerco di tranquillizzare i miei ospiti, ma nel profondo non sono ancora tranquilla io» dice Antonietta Favorito nella grande casa dove ha diverse stanze in affitto.
Chi da anni interpreta i segni e i suoni del vulcano è la guida Mario Pruiti, fondatore della cooperativa di guide vulcanologiche Magmatrek. Vive nell’abitazione più alta del villaggio, verso Punta del Corvo. «Ero in casa quando c’è stata l’esplosione, in 30 secondi è iniziato a cadere materiale caldo. Ho visto una massa che si alzava e ci si buttava addosso, toglieva il respiro. La mia bambina di due anni era sul terrazzo» racconta. «Io sono stato fortunato, avevo 4mila litri d’acqua dietro casa, ho fatto quello che potevo: capire dove tirava il vento, spegnere il fuoco attorno».
Dice, come molti a Ginostra, di aver visto per la prima volta il vulcano fare quello che i più anziani in tante occasioni avevano descritto, ricordando l’esplosione del 1930. «È un piromane lo Stromboli. Ma è più quello che il vulcano dà, rispetto a quello che si prende. Nella parte alta il responsabile è lui, nella parte bassa, invece, è l’uomo». L’area che si è salvata dal fuoco era quella più pulita dalle sterpaglie. «Questo è il punto, la pulizia: ora che non siamo più una società agricola e gli interessi sono altrove, non c’è alcun re-investimento sul territorio dei soldi che arrivano dal turismo. Se si deve proteggere Ginostra si cominci dall’alto verso il basso, non viceversa: in quota ci sono terrazzamenti lavorati dall’uomo più di 5mila anni fa».
I muretti a secco si vedono bene, ora che la vegetazione è carbonizzata, lungo il sentiero percorso anche dal giovane escursionista di Milazzo morto nell’esplosione: «È stato trovato a 20 metri sopra la panchina di Punta del Corvo, in una zona di vegetazione fitta che è bruciata. Non troppo lontano da casa mia» prosegue la guida. «Questo povero ragazzo è stato sfortunato. E, invece, in tanti noialtri siamo stati fortunati. Ho deciso che se mia figlia vorrà restare qui, quando dovrò farle un regalo, sarà una cisterna d’acqua. Invece di pensare ad aumentare posti letto, in quest’isola comprare cisterne e avere cura del territorio come si faceva nel passato sono i migliori investimenti per il futuro».

Destination Italia Awards 2018: Catania e Taormina vincono come destinazione must see


travelnonstop

Sono stati consegnati a Rimini nell’ambito di TTG Travel Experience i primi Destination Italia Awards. Il premio, alla sua prima edizione, è stato istituito da Destination Italia, azienda che opera nel turismo incoming in Italia, che ha voluto premiare le destinazioni italiane che si sono distinte nel sentiment delle recensioni online dei viaggiatori stranieri nel nostro Paese secondo le analisi redatte da Travel Appeal, realtà specializzata in Intelligenza Artificiale al servizio dell’industria turistica e partner di Destination Italia.
In particolare, tra le recensioni dei turisti stranieri provenienti dai mercati top di Francia, Germania, UK, Paesi Bassi, USA e Spagna (nell’ordine) è emersa quale destinazione “must see” Catania e Taormina con una percentuale di soddisfazione degli ospiti pari al 90,4%, molto alta, dunque, rispetto alla media nazionale e anche alla media generale del Sud Italia. Catania e Taormina sono state, appunto, percepite come territorio “omogeneo”, al di là dei confini provinciali, accomunate da un’eccellente proposta turistica di strutture e servizi.
Tra le destinazioni “secret”, analizzando i mercati di riferimento quali Germania, Paesi Bassi, UK, Francia, Belgio e Russia, è emersa invece la destinazione Ascoli e Valle del Tronto con una percentuale di sentiment positivo dell’89,4%, anche in questo caso ben superiore alla media nazionale e del Centro Italia.
Per Catania, in rappresentanza del sindaco Salvo Pogliese e dell’assessore alla Cultura Barbara Mirabella, ha ritirato il Premio Mavi Fesco, consigliere di Federalberghi Catania e vice-presidente Comitato Nazionale Giovani Albergatori Federalberghi, mentre per Taormina è stato Nicola Salerno di Egmont Viaggi a rappresentare il sindaco Mario Bolognari.
Per Ascoli e Valle del Tronto ha ritirato il premio Valentino Torbidoni, coordinatore delle attività di promozione della Regione Marche.
Le categorie “must see” e “secret” si riferiscono alla segmentazione delle destinazioni presente su www.destinationitalia.com, la piattaforma lanciata un anno fa da Destination Italia – che conta azionisti quali Gruppo Lastminute.com, Intesa San Paolo, il co-founder e CEO Marco Ficarra – con l’intento di servire sia i turisti stranieri che desiderano organizzare direttamente i propri viaggi nel Belpaese, sia i grandi tour operator internazionali alla ricerca di prodotto di qualità da offrire ai loro clienti più esigenti.
In generale, l’Italia presenta una percentuale di soddisfazione degli ospiti pari al 86,4% (+2,5 vs lo scorso anno) con un dettaglio che vede il Nord Italia a 85,9%, il Centro a 86,2% e il Sud a 87,5%.

Turismo: Aeroviaggi apre nuovo resort in Sicilia

Il resort Himera beach club © Ansa

ansa
 Il gruppo Aeroviaggi, il maggiore tour operator per posti letto in Sicilia e Sardegna, aggiunge un altro resort alla sua catena ricettiva. L'11 aprile aprirà l'Himera Beach Club di Campofelice di Roccella, a pochi chilometri da Cefalù. Tra acquisizione e ristrutturazione il gruppo di Antonio Mangia, che a pochi chilometri di distanza gestisce anche il Pollina resort, ha investito 12 milioni di euro. Sono previste circa 60 assunzioni. "Stiamo così contribuendo - ha detto Mangia - a un processo virtuoso di valorizzazione del territorio e della sua vocazione turistica".
    L'Himera Beach Club è un complesso costruito in stile mediterraneo. Disposto su tre piani, è composto da 149 camere rinnovate con design moderno. Il club dispone di una spiaggia privata e di una piscina attrezzata. Il ristorante propone un'offerta gastronomica diversificata a tema. Il gruppo gestisce in Sicilia e Sardegna 14 strutture con oltre 9.000 posti letto e nel 2018 ha registrato un fatturato di oltre 88 milioni di euro. (ANSA).

Grandi Navi Veloci, aperte le prenotazioni fino a settembre 2019

Grandi Navi Veloci, aperte le prenotazioni fino a settembre 2019

Genova - GNV annuncia l’apertura, a partire da lunedì 29 ottobre, delle prenotazioni per il 2019, consentendo di prenotare già fin d’ora i viaggi fino a settembre 2019 per tutti i collegamenti operati dalla Compagnia.

In occasione dell’apertura delle prenotazioni, a chi acquista un biglietto entro il prossimo 12 novembre 2018, GNV riconoscerà uno sconto del 30% per tutti i viaggi da giugno a settembre 2019 compreso.

I clienti potranno scegliere anche l’opzione Prevendita, che consente di prenotare il biglietto versando il 20% del totale (tasse incluse) e concludere la procedura d’acquisto 30 giorni prima del viaggio, saldando il restante 80% dell’importo tramite Agenzia di Viaggio o Contact Center di GNV.

Inoltre, quest’anno la Compagnia introduce la nuova opzione Blocca il prezzo, che consente ai propri ospiti di riservare la soluzione di viaggio desiderata e bloccarne il prezzo per 2 giorni, al termine di quali sarà possibile confermare il viaggio e procedere al pagamento oppure cancellare la riserva.

È possibile avvalersi dell’opzione di prenotazione fino a 6 giorni prima della partenza e fino a 15 giorni prima, nel caso di alcune date viaggio in alta stagione.

Nel corso del 2018 GNV ha continuato a consolidare la propria offerta, aumentando il numero di partenze e potenziando la propria presenza sul mercato, con un’offerta di 6 linee nazionali, di cui 5 attive tutto l’anno da e per la Sicilia, e 11 linee internazionali da e per Tunisia, Marocco, Spagna, Francia e Albania.

In Sicilia GNV opera i collegamenti giornalieri da e per Palermo con Genova e Napoli, le linee settimanali da Civitavecchia per Palermo e Termini Imerese e il collegamento Napoli-Termini Imerese, con partenze da Termini Imerese verso Napoli tutti i giorni dal martedì al sabato alle ore02:00 e da Napoli verso Termini Imerese tutti i giorni dal martedì al sabato alle ore 13:30. 

Confermato anche il consueto appuntamento con la Sardegna, con il collegamento Genova-Porto Torres per tutta l’estate, a partire da maggio fino a fine settembre 2019.

Dopo aver consolidato la propria presenza in oltre tre anni di attività della linea Bari-Durazzo, GNV continua a investire nel collegamento verso Albania.

In Marocco GNV opera 5 linee da e per Italia, Francia e Spagna, offrendo una rete completa verso tutti i maggiori porti mediterranei con i collegamenti Tangeri-Genova, Tangeri-Barcellona, Tangeri-Sète, Nador-Sète e Nador-Barcellona.

Per la Tunisia, confermate la linea bisettimanale Genova-Tunisi, e le partenze settimanali dai porti di Civitavecchia e Palermo per Tunisi.

genovapost.com

SITI UNESCO, LA SICILIA OSPITA IL PROGETTO CHE METTE IN RETE 5 REGIONI DEL SUD ITALIA PER LA VALORIZZAZIONE DEI TERRITORI

Da oggi al 5 settembre invasioni digitali, approfondimenti
e suggestioni di teatromusica con il Festival Experience



Da oggi, domenica 2 a mercoledì 5 settembre, la Sicilia ospiterà il PROGETTO RETE SITI UNESCOelaborato dall’Associazione Province UNESCO Sud Italia e promosso dall’Upi (Unione delle Province d’Italia).
Dopo la presentazione ufficiale a Matera, in Basilicata, lo scorso 18 luglio, e le tappe in Puglia, Campania e Sardegna, è la volta della Sicilia accogliere il progetto nato con l’obiettivo di dar vita ad una rete tra i territori del Sud Italia che ospitano un sito UNESCO, per promuovere, a partire dalla capacità attrattiva del brand UNESCO, e attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie, l’insieme delle risorse paesaggistiche, culturali, enogastronomiche di tali territori in un’offerta turistica unica e integrata.

Interessati 14 siti Unesco del Meridione: i Sassi e il Parco delle Chiese Rupestri di Matera (MT), la Costiera Amalfitana (SA), il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, con i siti archeologici di Paestum, Velia e la Certosa di Padula (SA), il Complesso monumentale di Santa Sofia (BN), la  Reggia di Caserta del XVIII con il Parco, l'acquedotto Vanvitelli e il Complesso di San Leucio (CE), Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale (PA), Siracusa e le necropoli rupestri di Pantalica (SR), le Città tardo barocche del Val di Noto (SR), la villa romana del Casale di Piazza Armerina (EN), l’Area Archeologica su Nuraxi di Barumini  (SU), i trulli  di Alberobello  (BA), Castel del Monte (BT), il santuario Garganico di San Michele a Monte Sant'Angelo (FG), la Foresta Umbra (FG).

Elemento fondamentale del progetto è il Festival Experience, la cui direzione artistica è stata affidata a Gaetano Stella, con la direzione organizzativa di Elena Salzano. Protagonisti i siti del Patrimonio Mondiale dell’Umanità del Sud Italia della Basilicata, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia. Ad ogni spettacolo (tutti ad ingresso gratuito) è stato abbinato un tema, in base anche al luogo in cui sono state ambientate le scene. Si parte, dunque, dal passato di un luogo, dalla sua storia, dalle sue leggende e tradizioni, per poi raccontare il viaggio della civiltà in chiave moderna. Il viaggio della civiltà non viene cristallizzato in una storia già scritta e raccontata, ma prende vita e forma da un presente mutevole e da vivere. Dieci i temi trattati all’interno degli spettacoli del Festival: la fede, la festa, il potere, il mito, l’amore, l’orgoglio, l’arte, la memoria, la libertà e l’origine. Tutti temi legati indissolubilmente alla storia della civiltà, con le sue battaglie, le sue rovinose cadute e le sue coraggiose risalite, con i suoi personaggi storici e mitologici che, in un modo o nell’altro, hanno creato l’uomo di oggi.
In ogni tappa, dunque, protagonisti i siti Unesco presenti sul territorio, con seminari inerenti lo sviluppo turistico e culturale delle aree coinvolte, spettacoli di teatromusica, concerti, convegni, eventi collaterali, invasioni digitali, oltre ad un tour di blogger dell’Associazione Italiana Travel Blogger che raccontano queste cinque regioni italiane attraverso la loro storia, ma con uno sguardo sempre rivolto al presente e al futuro.
All’interno del Progetto si avranno, quindi, delle vere e proprie “invasioni” digitali che riguarderanno le visite guidate di gruppo ai siti UNESCO con invito ai partecipanti di scattare foto e video e diffonderle in maniera virale sui social, con l’utilizzo dell’# ufficiale dell’evento #patrimonidelsud.
 
Questa sera, alle ore 20.30, nella Biblioteca Comunale di Piazza Armerina, si terrà lo spettacolo di teatromusica dal tema “L’orgoglio”. Protagonista “Il siciliano che inventò il jazz”, ovvero l’affascinante e suggestiva storia di Nick La Rocca, tra parole e musica.
 
Per la tappa siciliana del progetto, domani, 3 settembre, alle ore 18, le “invasioni digitali” saranno ambientate nell’antica Siracusa. Armati di smartphone, macchine fotografiche e videocamere, i visitatori potranno condividere la propria passione per far conoscere, attraverso il web, il nostro immenso patrimonio. Un social tour utile a fornire una visione differente e collettivamente costruita dei luoghi della cultura, regalando loro nuova vita.
 
Sempre il 3 settembre, alle ore 21, spettacolo di teatromusica nel Convitto delle Arti di Noto (Sr) con “BaroccoJazz”, Concerto di poesia barocca e musica jazz, un suggestivo spazio senza tempo dove passato e futuro si uniscono; la musica e la poesia, nell’universalità del loro linguaggio, travalicano stili, periodi storici e geografici per parlare al cuore degli uomini di ogni tempo.
 
Il 4 settembre, alle ore 17, nella Sala Consiliare del Comune di Cefalù (Pa), si terrà il seminario dal tema “I Presidi UNESCO: quali fattori di sviluppo turistico e culturale”durante il quale verrà presentata anche la rete "PatrimonidelSud", mirata a costruire il circuito di servizi nel territorio siciliano interessato dai Siti Unesco. Interverranno: il sindaco di Cefalù Rosario Lapunzina, il vescovo di Cefalù Giuseppe Marciante, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e il presidente dell’Associazione Province Unesco Sud Italia, Giuseppe Canfora.
 
Alle ore 21.30, nell’atrio della Scuola Elementare via Giglio Cefalù (Pa), spettacolo di teatromusica dal titolo “Si cunta e s’arricunta…”, dove il tema portante è “La memoria”. Protagonisti, infatti, antichi cunti siciliani per raccontare, tra storia e leggenda, la memoria di un popolo.
 
Ultimo appuntamento in Sicilia il 5 settembre, alle ore 21, nel Palazzo del Governo del Libero Consorzio di Siracusa con lo spettacolo di teatromusica dal titolo “Uomini, idee e musica” – un viaggio verso il nuovo mondo fra sogni, speranze e arte- che rientra nel fitto calendario del Festival Experience. Per tutti gli spettacoli di teatromusica inerenti il Festival Experience, in Sicilia, protagonisti gli attori Elena Parmense e Gaetano Stella, e l’Acustic swing trio con Mauro Carpi (violino), Michele Pantaleo (chitarra), Giacomo Bertuglia (contrabbasso), Antonella Parnasso (voce).


Tra le attività messe in campo per la valorizzazione dei siti Unesco e dei territori ad essi collegati, meritano particolare attenzione anche il Portale www.unesconet.eu e la virtual app card.
Il Portale è un contenitore di servizi e di informazioni che rispondono concretamente alle esigenze del turista; consente la visita virtuale ai luoghi Unesco, la conoscenza delle caratteristiche e peculiarità dei territori, la costruzione di itinerari personalizzati e l’accesso ad altri servizi.
La virtual app card, invece, è una card turistica virtuale integrata che dà diritto a un sistema integrato di agevolazioni, quali sconti, promozioni, e dà visibilità agli operatori che hanno aderito alla rete. In tal modo il turista potrà optare per soluzioni integrate (ricettività, tempo libero, trasporto locale, acquisto di prodotti tipici, visite ai siti) con la possibilità di predeterminare in anticipo le risorse di cui vuole godere e la migliore combinazione di agevolazioni per l’accesso.
Il progetto, dopo il ricco calendario in Sicilia, si concluderà in Basilicata il prossimo 14 settembre.

“Desidero, anche, in qualità di Responsabile della Comunicazione, - sottolinea Filippo Spallina, Responsabile Attività Operative Comunicazione e Disseminazione del Progetto Rete Siti Unesco -  ringraziare preliminarmente tutti coloro che hanno contribuito fattivamente sia a livello istituzionale che come società aggiudicatrici delle relative gare previste dal Progetto per aver consentito in tempi ristretti l’espletamento di un progetto la cui attuazione era prevista originariamente nell’arco di due anni e che invece si sta realizzando in pochi mesi.
Il progetto ha avuto la preziosa quanto sinergica collaborazione di Associazioni di Categoria degli Imprenditori e in particolare del settore turistico, alberghiero, della ristorazione, della cultura e dei servizi commerciali in genere.  Un segmento fondamentale del Progetto è il Festival Experience che in questi giorni vedrà protagonisti i Siti Unesco proprio della regione Sicilia. Infatti, si svolgeranno diverse manifestazioni/eventi presso il Libero Consorzio Comunale di Siracusa, il Comune di Noto ed il Libero Consorzio Comunale di Enna. L’organizzazione degli eventi è avvenuta di concerto con la Società Ediguida Srl. Tanti gli appuntamenti che si terranno in questa tappa siciliana. Tra gli altri, a Cefalù, il 4 settembre, si svolgerà il seminario “I Presidi Unesco quali fattori di sviluppo turistico e culturale”. Saranno presenti i sindaci dell’Itinerario Arabo Normanno: il sindaco Metropolitano, Leoluca Orlando, il sindaco di Cefalù, Rosario Lapunzina, il sindaco Monreale, Piero Capizzi, il presidente dell’Associazione Province Unesco Sud Italia, Giuseppe Canfora e altri sindaci del territorio della Città Metropolitana di Palermo. Sono stati, altresì, invitati l’assessore Regionale del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo, Sandro Pappalardo, l’assessore regionale dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana, Sebastiano Tusa, il Prefetto, Antonella De Miro, il Vescovo di Cefalù e altre autorità e rappresentanti delle Associazioni di categoria sia dell’Imprese che dei Consumatori". 

“La costituzione del progetto Rete Siti Unesco e la promozione del Festival Experience all’interno delle sue bellezze, – sostiene il sindaco di Ventimiglia di Sicilia, Antonio Rini - è la conferma di un cammino dei territori che costruiscono il proprio futuro in ragione dello sviluppo economico culturale e sociale, partendo dalle proprie radici. L’inserimento dell’itinerario Palermo Arabo Normanno come Patrimonio dell’umanità, ha aiutato cittadini e operatori ad una sana presa di coscienza prestando attenzione ai crescenti flussi turistici che costituiscono la conferma che, partendo dalla propria storia, è possibile coniugare cultura, futuro e sviluppo economico”.

"Con il riconoscimento della World Heritage List dell'Unesco, - sottolinea Andrea Cusumano, assessore alla Cultura, Beni Culturali del Comune di Palermo - l'itinerario Arabo-Normanno di Palermo Cefalù e Monreale è diventato ancor più fortemente simbolo di quell’ideale di bellezza che unisce i popoli e sollecita la costruzione di un mondo di pace. La dimensione sincretica del nostro patrimonio monumentale ha consentito di ricostruire una narrazione su Palermo come città dell’accoglienza e del dialogo tra le culture, riportandoci al centro dell’attenzione internazionale. Capitale della Cultura e Manifesta, proseguendo in questo solco, rappresentano l’impegno che la città sta sostenendo per imporre autorevolmente la propria voce su temi d'importanza globale come la mobilità internazionale ed i cambiamenti climatici. Questo il senso più profondo del cambiamento culturale a cui ha contribuito il riconoscimento Unesco, a cui va certamente aggiunto una maggior attenzione alla cura del nostro patrimonio materiale ed una crescita significativa del settore turistico".

"L’equilibrio tra protezione della natura e tutela dei beni culturali – illustra Antonella Fucile, Capo Settore pubblica istruzione, servizi sociali, cultura e sport Libero Consorzio Comunale di Siracusa - rappresenta una continua interazione tra l’uomo e la natura, spesso in antitesi e conflitto. Le cronache quotidiane ci raccontano di quanto difficile sia il mantenimento di questa armonia ed evidenziano come sia importante conoscere ogni bene rispettandone la cornice civile e politica. Con il progetto "Rete Siti Unesco" i territori del Sud Italia hanno messo al centro i loro "gioielli di famiglia", i siti UNESCO, portatori di esperienza di vita, costumi, linguaggi diversi, per creare, attraverso la passione della civiltà del passato, occasioni di incontro e di dialogo, superando le differenze e diffondendo una cultura comune nell’unicità che i siti rappresentano”.

“Il Festival Experience - sottolinea Vincenzo Garbo, assessore alle Politiche culturali del Comune di Cefalù - può essere una opportunità per analizzare l’importanza dei siti Unesco come fattore di sviluppo dei territori. Elemento assai importante, specialmente in Sicilia e nel Meridione d’Italia. La sfida che ci attende è fare del riconoscimento Unesco dei nostri siti, tra i quali “Palermo arabo- normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale” una occasione per incrementare il turismo culturale, in maniera tale da puntare su un target che consenta la progressiva destagionalizzazione dei flussi turistici. L’auspicio è che si possano incrementare le sinergie tra gli Enti di governance del territorio, istituzioni culturali e operatori del settore della ricettività turistica. In tal senso i segnali sono incoraggianti. Occorre continuare a lavorare in questa direzione”.  


“Siamo molto contenti – dice l’assessore al Turismo del Comune di NotoGiusi Solerte – che la nostra città sia stata scelta per ospitare la tappa di un appuntamento che coinvolge tutto il Sud Italia, zona che ospita un grande numero di Siti Unesco. Sarà l’occasione per uno scambio culturale e per la creazione di un sistema di rete per la valorizzazione dell’enorme patrimonio artistico che accomuna i territori coinvolti, guardando anche alle ricadute in termini economici e all’indotto portato da politiche che puntano sul turismo esperienziale e culturale. È una straordinaria opportunità per la nostra città,  di confronto ma anche e soprattutto di messa in campo delle best practice in tema di turismo esperienziale e  valorizzazione delle  risorse artistiche e architettoniche, accompagnato dalla matura consapevolezza che la sinergia tra i diversi siti Unesco, possa realizzare compiutamente la virtuosa  promozione di un vasto territorio, senza perdersi in sterili campanilismi, con una offerta variegata ed esaustiva in grado di soddisfare la richiesta del viaggiatore esigente, che vuole immergersi nel territorio e sentirsi parte della storia di esso, respirare le sensazioni ed emozioni della tradizione locale, segno di un genius loci che va preservato, tutelato e diffuso".

segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone
Turismo Culturale
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