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Le mostre del week end, domina lo stile contemporaneo

 © ANSA

PARMA - Sarà un week end dedicato all'arte contemporanea quello che si aprirà il 20 aprile, con mostre che affronteranno temi come la sostenibilità, la sessualità, la moda, l'accoglienza e l'identità, attraverso fotografia, installazioni e pittura.
 PARMA - Marina Abramovic, Mario Merz, Gabriele Basilico, Sebastião Salgado, Mario Giacomelli: sono solo alcuni artisti presenti nella mostra "Il terzo giorno", dal 20 aprile al 1 luglio al Palazzo del Governatore e dedicata alla sostenibilità ambientale. Il tema, affrontato con una narrazione evocativa, viene declinato attraverso fotografie, installazioni, opere realizzate in situ e dipinti, in un percorso che dal Terzo Giorno della Genesi, la nascita della natura e delle specie vegetali arriva alla creazione, la distruzione, il superamento, il nichilismo, fino a un ritorno alla natura.
 REGGIO EMILIA - La sessualità e le trasformazioni nel modo di concepirla e viverla sono al centro di "Sex and Revolution. Immaginario, utopia, liberazione (1960-1977)", la mostra allestita dal 20 aprile al 17 giugno a Palazzo Magnani (uno degli appuntamenti della XIII edizione di Fotografia Europea). Si tratterà di un vero e proprio tuffo nel passato, attraverso oltre 300 reperti d'epoca, come sequenze cinematografiche, fotografie, fumetti, rotocalchi, libri, locandine di film, brani musicali, installazioni multimediali, ambientazioni con oggetti di design, musica. A scandire il percorso, alcuni oggetti simbolo, dalla pillola anticoncezionale al monokini, dal vibratore all'accumulatore orgonico, dal super 8 alla frusta, alla minigonna.
ROMA - Doppio appuntamento al Museo Carlo Bilotti, con il progetto di pittura dell'artista Gianni Asdrubali "Lo spazio impossibile", che presenta opere create in periodi differenti ma accomunate da uno stesso 'sentire', e con il progetto "Navigator Roma", ideato e realizzato da Matteo Negri, che prende le mosse dall'omonima installazione all'aperto e si interroga sull'attualizzazione del dialogo tra opera d'arte e chi la osserva. Entrambe le mostre sono allestite dal 18 aprile al 10 giugno. Si intitola "Maria Monaci Gallenga. Arte e moda tra le due guerre" la mostra allestita alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea dal 17 aprile al 3 giugno e dedicata a una delle figure principali della moda italiana. Circa 80 opere, tra fotografie, disegni e bozzetti, vengono esposte per la prima volta per documentare il talento e la continua attività di sperimentazione, ma anche la capacità imprenditoriale della Gallenga.
VERONA - Chiuderà il 22 aprile, dopo una proroga di 2 mesi per il grande successo, la mostra "Botero", allestita ad Amo - Palazzo Forti, nella quale vengono esposte oltre 50 opere di grandi dimensioni che ripercorrono tutta la carriera dell'artista colombiano. Classe 1932, Botero festeggia i 50 anni di intensa ricerca espressiva per creare una pittura che non sta dentro un genere ma ne inventa uno proprio, con quadri che possono essere compresi in qualsiasi luogo e in qualsiasi epoca.
MERANO (Bz) - Dall'Alto Adige alla Sicilia, lungo una linea tracciata dall'arte: dal 21 aprile all'8 luglio, Merano Arte accoglierà "Same same but different", la mostra organizzata in collaborazione con il Museo Civico di Castelbuono (Palermo), che espone le opere di 6 artisti (tre per regione, Claudia Barcheri, Ingrid Hora, Loredana Longo, Christian Martinelli, Ignazio Mortellaro, Studio++). Al centro della collettiva (che dal 7 maggio al 22 luglio si sposterà nel museo siciliano) l'indagine su alcune tematiche, come l'accoglienza, l'identità, l'integrazione, l'esclusione, le condizioni di vita e di produzione artistica, che, attuali in Europa, si ritrovano con la stessa forza anche nelle due regioni, l'Alto Adige e alla Sicilia.
PIACENZA - Si intitola "Custos. Carte e tracce per custodire la memoria" la mostra allestita dal 17 aprile al 7 luglio alla Cattedrale di Piacenza. Fulcro dell'esposizione la riflessione di 14 artisti contemporanei (Armodio, Sergi Barnils, Carlo Berté, Romano Bertuzzi, Mario Branca, Alfredo Casali, Gianluigi Colin, Gustavo Foppiani, Giorgio Milani, Bruno Missieri, Ludovico Mosconi, Paolo Perotti, Luiso Sturla, William Xerra) su alcuni aspetti dell'esistenza umana, da quelli materiali a quelli spirituali. 
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Mostre 2018: in Europa con Monet, Rubens e Klimt

PARIGI - Monet, Rubens e Klimt, insieme a Sebastiano del Piombo, Mantegna e Bellini; e poi tanta fotografia, performing art e installazioni contemporanee. In Europa le principali città offrono un calendario di mostre imperdibili per tutto il 2018.
Parigi si prepara ad accogliere i suoi visitatori con un'offerta culturale accattivante: a febbraio il Petit Palais ospita 'Les Hollandais à Paris, 1789-1914' dedicata a Van Gogh, Van Dongen e Mondrian mentre il Musée Marmottan propone la retrospettiva 'Corot, peindre la figure humaine' nella quale il paesaggista affronta la rappresentazione della figura umana. Si prosegue a marzo con il Musée Jacquemart-André che allestisce 'Mary Cassatt, une américaine à Paris", sulla celebre pittrice americana allieva di Degas, e ad aprile con il Musée de l'Orangerie che propone 'Nymphéas. L'abstraction américaine et le dernier Monet', in cui l'ultimo Monet viene messo in relazione con la scuola astratta di New York.
Ad aprile il Prado di Madrid offre ai suoi visitatori le mostre 'Rubens. Pintor de bocetos', nella quale vengono esposti circa 70 schizzi del pittore, accanto a 20 dipinti e alcuni disegni, e 'Pintura sobre piedra', che propone capolavori realizzati su ardesia e marmo da artisti del calibro di Sebastiano del Piombo e Tiziano.
Grandi appuntamenti anche alla National Gallery di Londra: dopo la mostra dedicata al maestro spagnolo Bartolomé Esteban Murillo (a febbraio) e ai suoi unici due autoritratti noti, il museo ospita ad aprile 'Monet and architecture', la prima retrospettiva dedicata al padre dell'Impressionismo e ai suoi rapporti con l'architettura, a giugno 'Thomas Cole's journey', per celebrare il grande pittore paesaggista inglese, mentre arriva in autunno l'omaggio ai maestri italiani, con due grandi mostre su Mantegna e Bellini (ottobre) e su Lorenzo Lotto (novembre).
Sempre a Londra la Tate Modern stupisce a marzo con due esposizioni, la prima dedicata alla performer e video maker newyorkese Joan Jonas e la seconda a Pablo Picasso, intitolata 'Picasso 1932. Love, fame, tragedy', che si focalizza sul 1932 come un anno estremamente significativo per il grande pittore; a maggio invece il museo londinese presenta la mostra 'Shape of light', che analizza l'influenza della fotografia sullo sviluppo dell'arte astratta.
    Sotto il titolo di 'Anversa Barocca 2018. Rubens inspires' la città belga organizza nel 2018 un susseguirsi di mostre dedicate al suo cittadino più illustre Pieter Paul Rubens, legando il nome del pittore a quello di artisti contemporanei, da Jan Fabre a Luc Tuymans: gli eventi coinvolgeranno le istituzioni culturali più importanti, dalla Rubenshuis, casa-museo di Rubens, al MAS - Museum aan de Stroom, ma anche il Museo di Arte Contemporanea (M HKA), il Middelheim Museum e il Plantin Moretus Museum. La Fondazione Beyeler di Basilea presenta a gennaio la retrospettiva sugli 80 anni del pittore e scultore contemporaneo Georg Baselitz, ad aprile 'Bacon Giacometti', che pone a confronto le opere dei due artisti, mentre a giugno e luglio alla stazione di Zurigo la grande installazione dell'artista brasiliano Ernesto Neto, intitolata GaiaMotherTree.
Il m.a.x.  Museo di Chiasso celebra a febbraio i 280 anni dalla scoperta di Ercolano e i 270 anni da quella di Pompei con la mostra 'Ercolano e Pompei: visioni di una scoperta' e a maggio dedica una retrospettiva ad Achille Castiglioni (1918-2002). Si chiama 'Bellezza e abisso' la serie di mostre che le istituzioni culturali di Vienna allestiscono nel nuovo anno per celebrare, a 100 anni dalla loro morte, i 4 principali artisti del Modernismo: Gustav Klimt, Egon Schiele, Otto Wagner e Koloman Moser. Al museo Leopold gennaio si apre con una mostra su Klimt e Moser messi in relazione con Richard Gerstl e Oskar Kokoschka, mentre a febbraio e a giugno vengono allestite due esposizioni celebrative su Schiele e Klimt; due retrospettive anche il MAK - Museo austriaco di Arti Applicate/Arte Contemporanea: la prima a maggio, 'Post Otto Wagner', che documenta la relazione tra Wagner e gli altri protagonisti del primo Modernismo, così come il suo influsso sui contemporanei; la seconda a dicembre sull'opera completa di Moser. Mentre a marzo il Wien Museum dedica a Wagner la prima mostra completa da oltre 50 anni, a ottobre il Museo austriaco del Teatro dedica una retrospettiva all'opera teatrale finora piuttosto trascurata di Moser. Grande attenzione al contemporaneo alla Berlinische Galerie di Berlino che propone a febbraio 'Eduardo Palozzi. Lots of pictures, lots of fun' sull'opera dello scultore e incisore britannico scomparso nel 2005, e a giugno la prima mostra fotografica dedicata a Loredana Nemes.(ANSA).

L’Urlo prima di Munch a Bologna

In occasione Art City 2017, ONO arte contemporanea presenta L’Urlo prima di Munch una doppia personale di Duilio Forte e Giorgia Marras che indaga la figura e l’opera di uno dei maestri dell’arte moderna Edvard Munch. Considerato il più importante quadro espressionista nordico, l'Urlo nacque nel 1893 quando Munch al rientro da una passeggiata con degli amici cercò di ritrarre su tela quella sensazione di sopraffazione della vita e della potenza della natura che aveva appena provato. Si narra infatti che l'artista stesse camminando in un parco, quando sentendosi affaticato, si appoggiò ad una balaustra dalla quale, davanti a se, poteva vedere il fiordo. Intorno a lui, il cielo del tramonto si fece con i colori quasi di fuoco, talmente forti da provocare in lui uno shock. Da qui scaturì quell’urlo interiore che l'artista fu costretto a dipingere tornato a casa.
 
Perchè andare
La mostra è composta da 30 immagini e dall’opera site specific di Duilio Forte che ricostruisce lo studio di Munch immaginandolo durante il periodo di realizzazione de “L’Urlo”. “Finis Extra”, questo il nome dell’istallazione, esplora il tema del confine nel rapporto con il mondo visionario di Edward Munch, rappresentando proprio gli interni della casa dell'artista norvegese. Lo spazio interno e lo spazio esterno convivono come due realtà parallele compresenti, come il mondo interiore delle emozioni popola le opere di Munch. Giorgia Marras invece ripercorre l’inizio della vita e della carriera di Munch attraverso la graphic novel “Munch before Munch” che ha origine da macchiolina bianca, irrispettoso ricordo lasciato cadere da un uccellino sulla tela dell'Urlo. Si tratta del frutto della hestekur, la cura da cavallo che un uomo in cappotto nero decide di somministrare ai suoi dipinti, esponendoli alla neve, al vento, alla luna, agli insetti. 
 
Da non perdere
Ricordiamo che ART CITY Bologna, è l'iniziativa promossa dal Comune di Bologna e da BolognaFiere per istituire un programma di eventi culturali di alto profilo in spazi espositivi della città durante il weekend della 41esima edizione di Arte Fiera, la prima e più grande fiera di arte contemporanea. La manifestazione che vede la partecipazione di 178 espositori complessivi si svolgerà a Bologna a partire da oggi fino al 30 gennaio, sotto la direzione di Angela Vettese.

L’Urlo prima di Munch 
Fino al 26 febbraio 2017
Luogo: Ono Arte Contemporanea, Bologna 
turismo.it

Via celebrazioni 750 anni nascita Giotto


FIRENZE - Il Consiglio regionale della Toscana apre il programma delle celebrazioni per i 750 anni dalla nascita di Giotto di Bondone con una conferenza a Firenze nella sala del Gonfalone del palazzo del Pegaso con Cristina Acidini, storica dell'arte e presidente dell'Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze, Eugenio Giani, presidente del Consiglio regionale, e il sindaco di Vicchio Roberto Izzo.
    L'iniziativa è la prima di una serie volta a ricordare l'importante pittore toscano nell'anniversario della sua nascita, avvenuta nel 1267 a Vespignano, vicino a Vicchio. "Tra le iniziative finalizzate a valorizzare questa straordinaria figura - ha annunciato Giani - ci sono un convegno in primavera, una mostra di artisti contemporanei a lui ispirata qui nel palazzo del Pegaso e un premio d'arte a lui intitolato. Con il direttore degli Uffizi siamo in contatto per una mostra con il materiale di proprietà del museo".

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Da Hokusai a Warhol le mostre aperte a Natale

MILANO - Da Hokusai e la grazia nipponica del mondo fluttuante alla luce e le cromie dell'arte impressionista, dal segno contemporaneo di Basquiat o Andy Warhol al '900 di Hopper e Ligabue ai capolavori degli antichi maestri, riuniti in unMuseo Universale, a Natale restano tutte aperte le grandi mostre allestite nelle principali città. Unica variazione sono gli orari di ingresso ridotti, ma non sempre, o solo in pochi casi un giorno di chiusura (il 24 o il 25), ma chi deciderà di trascorrere le festività all'insegna dell'arte non resterà deluso.
  TORINO - Si intitola 'Toulouse-Lautrec. La Belle Epoque' la grande retrospettiva dedicata al maestro francese, che allestisce fino al 5 marzo a Palazzo Chiablese una selezione di 170 opere provenienti dell'Herakleidon Museum di Atene. L'importante rassegna resterà aperta per tutta la durata delle festività, osservando però orari ridotti. Infatti il 24 dicembre si potranno ammirare i più famosi manifesti e stampe dell'aristocratico artista bohemien entrando dalle 9.30 alle 17.30, mentre il giorno di Natale l'ingresso sarà consentito dalla 14.30 alle 19.30. Per Santo Stefano, la sede espositiva, che in genere apre solo nel pomeriggio, estenderà l'orario all'intera giornata, dalle 9.30 alle 19.30. La mostra 'Brueghel. Capolavori dell'arte fiamminga' celebra alla Reggia di Venaria la più importante congrega di artisti fiamminghi a cavallo tra il XVI e XVII secolo. Ma non è l'unica esposizione allestita nella splendida Reggia, ad essa si affianca 'Le meraviglie degli Zar', che ripercorre con centinaio di opere tra dipinti, abiti, porcellane, arazzi e oggetti preziosi lo splendore del palazzo imperiale di Peterhof. Se il giorno di Natale le mostre resteranno chiuse (ma non il parco), per la vigilia sarà rispettato l'orario dalle 9 alle 17 e il 26 dicembre dalle 9.30 alle 18.30 (ma Brueghel chiuderà un'ora dopo, alle 19.30).      
   MILANO - Palazzo Reale, ormai da alcuni anni, non conosce chiusure festive. Ben quattro le grandi mostre ospitate: 'Hokusai, Hiroshige, Utamaro. Luoghi e volti del Giappone', 'Escher', 'Pietro Paolo Rubens e la nascita del Barocco' e 'Arnaldo Pomodoro', che potranno essere visitate il 24 dicembre dalle 9.30 alle 14.30, il 25 dalle 14.30 alle 18.30 e il 26 dalle 9.30 alle 19.30, a parte 'Hokusai, Hiroshige, Utamaro', che per motivi di conservazione e tutela delle circa 200 silografie policrome e libri illustrati, resta chiusa ogni lunedì, e quindi anche per Santo Stefano. A Palazzo Marino è straordinariamente in mostra un capolavoro assoluto del '400 toscano, la meravigliosa (e gigantesca) tavola della Madonna della Misericordia di Piero della Francesca, prestito eccezionale del Museo di San Sepolcro. La si potrà ammirare il 24 dicembre dalle 9.30 alle 18, il giorno di Natale e per Santo Stefano dalle 9.30 alle 20. Arte contemporanea invece al Mudec, dove è di scena Jean-Michel Basquiat, rappresentato da 140 lavori che ne attraversano la breve, ma straordinaria carriera. La mostra potrà essere visitata per la vigilia dalle 9.30 alle 14, il 25 dicembre dalle 14.30 alle 19.30, il 26 dalle 9.30 alle 19.30.
  GENOVA - La Pop Society di Andy Warhol è la mostra di grande richiamo allestita a Palazzo Ducale e che celebra i 30 anni dalla morte del padre della Pop Art (si chiuderà infatti il 26 febbraio, il giorno in cui ricorre la sua scomparsa). Esposte 170 opere che raccontano la nascita, agli inizi degli anni '60, dell'epoca dell'arte contemporanea. Altra rassegna di Palazzo Ducale è 'Helmut Newton. Fotografie. White Women / Sleepless Nights / Big Nudes' che presenta, per la prima volta a Genova, oltre 200 immagini di uno dei fotografi più importanti e celebrati del'900. La sede espositiva resterà chiusa nel giorno di Natale, ma la vigilia rispetterà l'orario dalle 9 alle 16 e il 26 dicembre dalle 9 alle 19.
  TREVISO - Ci sono almeno cinque mostre nei bellissimi spazi del Museo di Santa Caterina, di cui la più attrattiva è senza dubbio 'Storie dell'Impressionismo. I grandi protagonisti da Monet a Renoir, da Van Gogh a Gauguin', che riunisce 140 capolavori, provenienti dalle maggiori collezioni pubbliche e private di mezzo mondo. Tra le altre figurano l'immagine femminile in Tiziano, Rubens, Rembrandt, il secondo '900 italiano da Guttuso a Vedova a Schifano' e 'De Pictura. 12 pittori in Italia'. Se il 24 dicembre il museo resterà chiuso, il giorno di Natale le rassegne potranno essere visitate dalle 15 alle 20 e per Santo Stefano dalle 9 alle 20.
ROMA - Appena inaugurata, alle Scuderie del Quirinale c'è la bellissima mostra 'Il Museo Universale. Dal sogno di Napoleone a Canova', in cui sono raccolte circa 70 opere capitali dell'arte antica da Perugino a Canova, passando per Raffaello, Tintoretto, Tiziano. La sede espositiva resterà sempre aperta durante le festività con il seguente orario: il 24 dicembre dalle 10 alle 15, il 25 dalle 16 alle 20 e il 26 dalle 10 alle 20. Orari identici per il Palazzo delle esposizioni dove è allestita la '16a Quadriennale d'arte. Altri tempi, altri miti'. Al Chiostro del Bramante è invece in mostra 'Love', riflessione contemporanea sull'amore, visitabile per la vigilia dalle 10 alle 17, a Natale dalle 16 alle 21 e il 26 dicembre dalle 10 alle 22. Il Complesso del Vittoriano ospita infine i capolavori di Edward Hopper e quelli di Antonio Ligabue in due rassegne molto seguite. L'orario di ingresso sarà: il 24 dalle 9.30 alle 15.30, il 25 dalle 15.30 alle 20.30 e il 26 dalle 9.30 alle 20.30.
NAPOLI- Inaugurata da pochi giorni nel capoluogo partenopeo c'è I Tesori Nascosti, una mostra curata da Vittorio Sgarbi che espone nella Basilica Santa Maria alla Pietrasanta oltre 150 opere di più di cento autori, da Caravaggio a Gemito. Tesori 'nascosti' perché si tratta di capolavori che appartengono a collezionisti privati, fondazioni bancarie, istituzioni e quindi mai esposte nei musei ( aperta anche 24 dicembre e 31 dalle 10 alle 17, 3 il 25 dicembre e 1 gennaio dalle 12 alle 20). Sempre a Napoli è ancora aperta al Museo di Capodimonte la mostra dedicata alla Donna con il Liuto, il capolavoro di Vermeer prestato dal Met di New York. E ancora, al Madre, i giorni di festa possono essere l'occasione per visitare Le Sette Stagioni dello Spirito di Gian Maria Tosatti, affascinante progetto che ripercorre la traccia di Il Castello Interiore (1577) libro in cui Santa Teresa D'Avila suddivide l'anima in sette stanze.
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Week End: Mostre; Arte Fiera e storia


A Bologna la quarantesima edizione di Arte Fiera, con centinaia di iniziative in tutta la città e due grandi rassegne, a Milano la storia delle assicurazioni dal Medioevo a oggi con documentazione rarissima e opere d'arte, sono gli eventi espositivi di maggior rilievo che si aprono nel week end. Che vede anche a Roma la mostra del brasiliano Sidival Fila, francescano e artista che si ispira allo Spazialismo per i suoi arazzi-scultura di lino antico o broccati. 

BOLOGNA - Aperta dal 29 gennaio all'1 febbraio, Arte Fiera 2016 festeggia la 40/a edizione con 190 Gallerie d'arte moderna e contemporanea (il 41% in più dal 2013), 222 espositori totali (il 28% in più dal 2013). Straordinaria esposizione di arte italiana moderna e contemporanea, la rassegna bolognese si estende per 20.000 mq di esposizione e presenta oltre 2.000 opere, con circa mille artisti rappresentati. A partire dalla mostra 'Arte Fiera 40' che si articola in due sedi espositive: nella Pinacoteca è ospitata la sezione 'Lo sguardo delle Gallerie sulla grande arte italiana', che allinea i maggiori esponenti di quattro decenni di produzione artistica italiana con le giovani promesse che saranno i maestri del futuro dell'arte contemporanea. Mentre al Mambo - Museo d'Arte Moderna di Bologna è allestita 'Storia di una Collezione', dove è esposta una selezione di opere acquisite da BolognaFiere. Sempre più ricco il programma degli appuntamenti di Art City Bologna e della Notte Bianca dell'arte del 30 gennaio con centinaia di eventi. 

MILANO - Dal 29 gennaio al 9 aprile, lo Scalone Monumentale della Sala del Grechetto della Biblioteca Sormani ospita una mostra che ripercorre 700 anni di storia dell'assicurazione, dal Medioevo a oggi. L'esposizione, dal titolo 'Scacco al rischio! Fortuna, sventura, calcolo nell'assicurazione dal Medioevo ad oggi' presenta rari materiali come libri, polizze, targhe, manifesti, provenienti dalla Fondazione Mansutti di Milano, che conserva una collezione specialistica unica al mondo. La rassegna ripercorre le tappe fondamentali di un viaggio che dalla Firenze di Giotto e Petrarca passa dalla Spagna per arrivare alla fine del 1500 in Olanda e quindi in Inghilterra, da dove l'assicurazione si è infine diffusa in tutto il mondo, per giungere alla contemporaneità. Il percorso si sviluppa seguendo tre aree cronologiche. Se per il Medioevo si può vedere la polizza di assicurazione più antica pervenutaci, stilata da un notaio genovese il 18 febbraio 1343 (Archivio di Stato di Genova), per il '900 ecco i maggiori artisti dell'epoca che realizzarono le pubblicità delle compagnie di assicurazioni: Boccioni, Dudovich, Metlicovitz, Hohenstein, Mucha e altri ancora. 

ROMA - Informale, concettuale, astratto, il tutto rigorosamente rielaborato su lini antichi, broccati o merletti nel segno dello Spazialismo: sono le 'Metamorfosi' dell'artista brasiliano Sidival Fila, frate francescano che vive a Roma, esposte da oggi al 19 febbraio negli spazi della Galleria Candido Portinari di Palazzo Pamphilj, sede dell'Ambasciata del Brasile in Italia, che ha collaborato alla realizzazione della mostra. Esposte circa dieci opere, grazie alle quali è possibile addentrarsi nel linguaggio espressivo e poetico di Fila, dove il segno contemporaneo si sposa alle suggestioni della tradizione. La vocazione religiosa, sopraggiunta agli inizi degli anni '90 e il successivo ingresso nell'Ordine dei Frati Minori di San Francesco d'Assisi (è stato ordinato è ordinato sacerdote a Roma nel 1999), ha momentaneamente interrotto un'attività creativa espressa soprattutto attraverso la pittura. Ripresa quindi nel 2006, maturando un proprio stile personale sotto l'influsso dell'Action Painting, dell'arte informale europea e dello Spazialismo. (ANSA)

Mostre: Da Abramovic a Yoko Ono, Body Art è donna

Da Yoko Ono a Marina Abramovic, da Valie Export a Silvia Camporesi e Odinea Pamici, la Body Art femminile degli anni '60 e '70 è al centro di una grande rassegna allestita dal 6 febbraio al 10 aprile a Merano Art, negli spazi dell'Edificio Cassa di Risparmio. Esposte circa 40 opere che esplorano il tema del corpo femminile, impiegato quale mezzo espressivo privilegiato per veicolare quel pensiero di protesta e di totale sovvertimento dei valori costituiti capace di caratterizzare un'intera epoca.
    Con il titolo 'Gestures. Women in action', l'importante rassegna è stata curata da Valerio Dehò, che ha riunito il lavori (fotografie, video, oggetti e collage) in grado di testimoniare le espressioni più significative della Body Art, ideate dalle protagoniste del movimento, tra cui figurano Yoko Ono, Marina Abramovic, Valie Export, Yayoi Kusama, Ana Mendieta, Gina Pane, Carolee Schneemann, Charlotte Moorman, Orlan. Ma non solo le protagoniste storiche.
ansa

Turismo Mostre Parigi Chagall, trionfo in musica

da Avvenire


«Le due meraviglie del mondo sono la Bibbia e la musica di Mozart e una terza, naturalmente, l’amore». Questa citazione insieme semplice, luminosa e profonda è stata incisa nella sala centrale dell’itinerario espositivo offerto dalla mostra “Marc Chagall. Il trionfo della musica”, accolta fra le mura ancora fresche d’intonaco della Philarmonie, antro dalle linee ondeggianti quasi come le orecchie dei parigini a cui è per ora destinata (ma dal 5 marzo al 13 giugno la mostra sarà a Nizza, al Museo Marc Chagall).
E la citazione del celebre artista di origine russa naturalizzato francese, accarezzando sinesteticamente sensi diversi, riassume bene il proposito dell’evento, teso a mostrare quanto Chagall fu sedotto durante tutta la sua vita dalla musica, al punto da dedicare una porzione considerevole della propria opera ad allestimenti al servizio di una musa al quale non si è soliti associarlo. L’ultima grande mostra parigina dedicata al pittore, nel 2013 al Musée du Luxembourg, aveva molto insistito sull’ispirazione biblica dell’immaginario chagalliano. In modo complementare, quella in corso approfondisce l’altro piede che irrorò di continuo l’ispirazione dell’artista di famiglia ebrea scomparso nel 1985 sotto il sole di Provenza, dopo quasi un secolo pieno di slanci (nacque nel 1887 a Vitebsk, nell’attuale Bielorussia).
In questa coda d’anno così fosca nella Parigi martoriata dal terrorismo, la mostra appare per contrasto ancor più come un’oasi imbevuta di armonie, dove sono convocate oltre alla pittura e alla musica, pure la danza, la poesia e la scultura. Una sorta di raro ritrovo fra muse che l’evocazione di soli pochi altri geni novecenteschi potrebbe analogamente consentire. In un insolito itinerario cronologicamente a ritroso, dalla piena maturità indietro fino agli albori, si parte con le grandi composizioni allegoriche commissionate nei primi anni Sessanta al pittore già dalla chioma bianca, in particolare per decorare l’Opéra Garnier di Parigi: un’iniziativa del celebre ministro della Cultura dell’epoca, lo scrittore André Malraux.
E fu probabilmente solo il carisma dell’autore della Condizione umana a convincere Chagall ad imbarcarsi in una simile impresa. Possono così persino commuovere le foto, riprese nell’atelier parigino, del settantenne che traccia tratti al suolo con un lungo pennello come un moschettiere ancora non pago di migliaia di duelli con il mistero delle forme e dei colori. Realizzata su ampie strisce di tessuto fissate poi sopra i precedenti affreschi, l’allegoria interpreta e riunisce i capolavori operistici dei più grandi.
Accanto a Mozart, Beethoven, Wagner, Verdi, c’è spazio anche per altri, dai francesi ai russi. La passione di Chagall per i palchi abitati dalla musica lo spinse persino a realizzare le scenografie e i costumi di rappresentazioni memorabili, dal Flauto magico di Mozart fino a balletti come l’Uccello di fuoco di Stravinskij, o il Dafni e Cloe di Ravel. L’opera forse più sintetica e impressionante della mostra, già nella seconda sala, è Commedia dell’arte (1958), vasto olio su tela giunto da Francoforte. In un turbine calmo, sembrano vibrare nella composizione tutti i colori, i personaggi allegorici e i simboli, le ossessioni e le arti, compreso il circo, cari al pittore.
Ad impressionare, di certo, è pure l’azzeccata scelta di mostrare il capolavoro esattamente alla confluenza fra le sonorità operistiche della prima sala (di volta in volta mozartiane, wagneriane, verdiane ecc.) e i ritmi per balletto della terza. Dopo aver soggiornato in Grecia, Chagall s’innamorò più che mai del blu, ma acquisì nell’Ellade pure una nuova consapevolezza della forza dei miti che da sempre tanta arte scenica hanno ispirato.
Nasceranno così scenografie mai viste prima nei teatri d’opera, alla frontiera fra mistiche cosmogonie ed eterni giochi dell’infanzia o di quelle età adulte rimaste gelosamente infantili. Per illustrare al meglio il divario che separa il semplice eclettismo dalla geniale e spontanea sinestesia, una saletta è dedicata anche alle sculture, fra cui un toccante Cristo in rilievo in pietra chiara sedimentaria di Provenza. Alcune teche illustrano pure la variopinta produzione in ceramica. L’ultima sala schiude invece le prime sperimentazioni giovanili di Chagall, nel cuore della cultura ebraica dell’Europa orientale, fra violinisti dal volto verde e rabbini avvolti già nella poesia e nel sogno che da allora non abbandoneranno mai più l’artista. Dalla Galleria Tret’jakov di Mosca sono giunti pure i pannelli allegorici del 1920 concepiti per il Teatro d’arte ebraica (Goset): accanto al celebre La musica, pure quelli su drammaturgia, letteratura e danza. Fu un tentativo per accostare l’avanguardia artistica dell’epoca a uno scopo sociale e politico di legittimazione della diaspora ebraica nel nascente spazio sovietico.
Rispetto al cemento grezzo che caratterizza i vestiboli della Philarmonie, la mostra catapulta lo spettatore in una piscina di luce e di suoni che non sembrano sopportare nessuna rigidità. Per chi non fosse ancora pago, un’altra mostra gemella di taglio più biografico, ma sempre sulle relazioni fra Chagall e la musica, è stata parallelamente allestita a Roubaix, alla frontiera con il Belgio: le “fonti musicali” dell’artista sono esplorate attraverso circa duecento opere. Per una strana coincidenza, l’asse geografico fra le due mostre è lo stesso a cui ha dato risalto la tragica attualità francese delle ultime settimane. E per molti visitatori, all’uscita dalle due mostre, ci sarà di certo qualche ragione in più per rallegrarsi del passaggio fra i terrestri di un certo Chagall.
Parigi, Philarmonie
Marc Chagall
Le triomphe de la musique
Fino al 31 gennaio 2016

Mostre imperdibili: i Templari a Genova

http://www.daringtodo.com
Tra nebbie e leggenda, tra storia e mito l’Ordine dei Cavalieri del Tempio continua ad abitare l’immaginario collettivo di una contemporaneità orfana di fiabe, e alla perenne ricerca del senso nascosto delle cose, ammesso che esista. Allestita, con successo alla Commedia di Prè di Genova, la mostra Templari. Storia e Leggenda dei Cavalieri del Tempio aiuta a far luce su una vicenda che, intrecciando il mito, abita nel profondo dell’identità occidentale. Dal 1119, anno della fondazione dell’Ordine – siamo dopo la Prima crociata e i Cavalieri nascono per assicurare protezione ei pellegrini di Terra Santa – al 1314 con la morte sul rogo dell’ultimo maestro del Tempio, Giacomo De Molay per mano dell’ultimo e definitivo nemico dell’Ordine, il re di Francia Filippo IV – trascorrono poco meno di duecento anni. Due secoli nei quali i Cavalieri di Cristo sono passati dal potere alla disfatta, dalla ricchezza alla spoliazione, dalla costruzione alla diaspora. Enigmatico e controverso, il nobile esercito di monaci di Santa Romana Chiesa, dalla vita ascetica e dall’ineffabile disciplina militare ha affrontato il Saladino e i Mamelucchi, combattuto epiche battaglie e indossato le vesti dei banchieri per principi e sovrani. Ha costruito imponenti fortezze e straordinarie cattedrali in tutta Europa, e guadagnato un potere difficilmente paragonabile e una fama di mistero che ancora oggi  ne travolge la storia, dal Santo Graal al mitico tesoro perduto. Poi il tragico epilogo, il rogo di Giacomo Molay, lo sciogliemnto dell’Ordine, la diaspora, ad aprire nuove pagine al mistero.
Ma una mostra per trovare senso richiede prove materiali. E per questo l’esposizione ricorre a  significativi reperti storico-artistici dei Templari: icone, scrigni, reliquiari, manoscritti, statue, troni, sigilli, lastre tombali, codici miniati illustrando la questione templare innanzitutto come eredità storica. Diversi i reperti di grande rilievo, come la pergamena de La Regola dei Cavalieri del Tempio dalla Biblioteca Nazionale Lincei di Roma, i documenti del processo ai Templari dell’Archivio Segreto Vaticano, ed opere di prestigio come il San Pietro di Simone Martini, dal Museo dell’Opera del Duomo di Orvieto, la Madonna del colloquio di Giovanni Pisano dal Museo dell’Opera del Duomo di Pisa e tra le altre le Lastre tombali di cavalieri templari, dall’Abbazia di Fontevivo di Parma e dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

L’Europa, i martiri ortodossi russi, il rapporto tra l’uomo e la natura, lo scrittore inglese G.K. Chesterton e il Velo di Manoppello al centro delle esposizioni del Meeting 2013

E quest’anno una grande novità: puoi prenotare la tua visita guidata direttamente dal sito del Meeting.

Rimini, 8 Agosto 2013 - Saranno cinque le mostre realizzate dal Meeting quest’anno, cinque esposizioni che tratteranno alcuni aspetti dell’attualità, dell’economia, della storia, della scienza, della letteratura. Come ogni anno le mostre si confermano fulcro fondamentale della proposta culturale del Meeting di Rimini.
Quest’anno per garantire una maggiore fruibilità è nato un nuovo servizio di prenotazione delle visite online. Basta collegarsi al sito www.meetingrimini.org e seguire le indicazioni per scegliere il momento migliore per visitare la mostra ed evitare così le code all’ingresso.

Le  mostre di questa edizione:

Sinfonia dal nuovo Mondo. Un’Europa unita, dall’Atlantico agli Urali è la mostra curata della Fondazione per la Sussidiarietà, in collaborazione con il Tg1 e la Fondazione Adenauer e con il patrocinio della Fondazione De Gasperi.
“Ciò che ci unisce è più forte di ciò che ci divide” è quello che Konrad Adenauer, Robert Schuman, Alcide De Gasperi, Jean Monnet devono aver tenuto caro durante tutto il lungo processo di unificazione europea post-bellico. Questa apparentemente semplice, ma in realtà dirompente, considerazione rappresenta la sconfitta delle ideologie totalitarie.
Affermazione del valore unico e irripetibile di ogni essere umano, libertà di espressione, religiosa, d’educazione, d’impresa, cooperazione tra i popoli: questi sono solo alcuni degli elementi che essi vollero affermare, insieme al desiderio di una pace duratura.
Domandiamoci che cosa è rimasto, oggi, della visione dell’Europa dei padri fondatori, in una fase di profonda crisi economica, ma anche culturale e politica. Quell’intuizione originaria ha prodotto un metodo positivo, una mentalità e una cultura alla base di politiche che hanno consentito sessantacinque anni di pace e di sviluppo, il più lungo periodo della storia d’Europa senza conflitti (ad eccezione delle guerre nei Balcani, frutto della disgregazione dei regimi dell’Est). L’iniziativa sarà inserita nel calendario di Prove Tecniche Ravenna 2019 Summer Edition e avrà AVVENIRE come Media partner.

Sarà possibile intrufolarsi nella casa del grande scrittore inglese G.K. Chesterton, con la mostra Il Cielo in una stanza: benvenuti a casa Chesterton. La mostra intende proporre ai visitatori ben più che una introduzione alla vita, al pensiero, alle opere del più celebre saggista e apologeta inglese del XX secolo, ma, sulle orme del suo Innocenzo Smith, permetterà di intrufolarsi letteralmente in casa sua, così che gli oggetti, i luoghi, le esperienze affettive che hanno plasmato il suo sguardo ed i suoi scritti possano farci scoprire e riscoprire cosa permetta all'uomo di restare uomo, oltre tutte le menzogne e riduzioni dentro e fuori di noi.

Le parole di Chesterton, gli eventi della sua vita, i personaggi dei suoi libri, le scene più importanti dei suoi romanzi, non saranno solo presenti nei pannelli, nelle fotografie, negli oggetti, ma "fatti accadere" anche da alcuni momenti chiave interpretati dalle guide, o con l'ausilio di scene tratte da film o spettacoli.

La Luce splende nelle tenebre. La testimonianza della Chiesa ortodossa russa negli anni della persecuzione sovietica organizzata in collaborazione tra l'Università Umanistica Ortodossa San Tichon di Mosca e la Fondazione Meeting di Rimini. È la prima volta nella storia del Meeting che la Chiesa Ortodossa viene a parlare di sé in prima persona, testimoniando la fede dei nuovi martiri. Questa mostra si presenta non solo come una inedita possibilità, per il pubblico italiano, di conoscere da vicino settant'anni di sofferenza e persecuzione e insieme di luminose testimonianze di fedeltà a Cristo e al Suo Vangelo, ma anche come l'occasione per ciascuno di noi di porsi davanti all'esigenza fondamentale della fede, alla “pretesa” di Uno che afferma: “In verità io vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà” (Mc 10,29-30).

L’antico dialogo dell’Uomo con la Natura, sarà raccontato nella mostra scientifica curata dall’associazione EURESIS, dal titolo Naturale, Artificiale, Coltivato. La mostra documenterà i primi passi e i successivi sviluppi di questo dialogo, di questo rapporto, mediante l’esposizione dal vivo delle specie selvatiche e delle varietà man mano coltivate dall’uomo (frumento, orzo, riso, mais, pomodoro, patata, vite, leguminose), illustrando l’evoluzione - guidata dall’uomo - delle piante che hanno nutrito l’umanità lungo i millenni. In particolare, verranno sottolineati quegli interventi dell’uomo che hanno impresso una svolta decisiva nella domesticazione e coltivazione delle varie specie portando, ad esempio, alle spighe che non perdono i semi, alle varietà che germinano poco dopo essere seminate, agli esemplari di taglia bassa, all’efficiente uso dell’acqua e dei fertilizzanti, al miglioramento delle proprietà nutritive delle principali colture, con relative innovazioni nei cibi e loro adattamento alle tradizioni e culture locali.

Nel nostro tempo è riaffiorato alla luce il Volto Santo di Manoppello, un volto di Cristo su un velo leggero.  Questa Veronica, la sua storia, il suo significato sarà al centro dell’esposizione: Il volto ritrovato. I tratti inconfondibili di Cristo che presenterà anche l’inedita Relatione Historica di Padre Donato da Bomba, scritta nel 1648, sull’arrivo del velo in Abruzzo. una mostra che documenterà come fin dall’Antico Testamento il desiderio di vedere il volto di Dio sia sempre stato un fatto presente nella vita dell’uomo. Il visitatore come pellegrino potrà ripercorrere le vicende dei più antichi ritratti di Cristo nella storia (gli Acheropiti) e nell’arte. Perché cerchiamo il Suo volto? In questa ricerca si manifesta il desiderio più profondo di ogni uomo: uno sguardo in cui riconoscersi e oggi riscoprire il suo Volto nel suo popolo è la fondamentale risposta a questo desiderio umano.

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segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone e Albana Ruci
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Van Gogh e Dalì le mostre più viste d'Italia

MOSTRE: VAN GOGH-GAUGUIN, VIAGGIO DI EMOZIONI  
Mentre ‘Van Gogh e il viaggio di Gauguin’, in splendida solitudine al top della classifica, prosegue senza scosse verso la conclusione, la classifica dell’affluenza alle mostre nella settimana dal 12 al 18 aprile registra invece un piccolo terremoto nelle retrovie. La rassegna di Palazzo delle Esposizioni dedicata alle avanguardie americane dalle Collezioni Guggenheim ha infatti accusato un vero e proprio crollo scendendo dalle 14.000 presenze registrate a Pasqua alle 8.000 attuali. Un calo che fa scivolare la mostra al quarto posto. Il podio resta comunque in famiglia in quanto al terzo posto si piazza l’altra rassegna della romana Azienda Palaexpo’, il Tintoretto delle Scuderie del Quirinale (dove a ottobre arrivera’, attesissimo, Veermer mai visto in Italia).

Il secondo posto e’ ormai consolidato nelle mani di Dali’, la bella mostra allestita al Vittoriano, mentre in ultima posizione si segnala una new entry, ‘La citta’ Ideale’ a Palazzo Ducale di Urbino, che riunisce per la prima volta le meravigliose tavole del ‘400 montefeltrino. 1)’Van Gogh e il viaggio di Gauguin’, Genova, Palazzo Ducale (fino al 1 maggio): 19.045 visitatori (media giornaliera 2.721) 2) ‘Dali’. Un artista, un genio’, Roma, Complesso del Vittoriano (fino all’1 luglio): 13.705 visitatori (media giornaliera 2.151) 3) ’ Tintoretto’, Roma, Scuderie del Quirinale (fino al 10 giugno): 11.412 visitatori (media giornaliera 1.544) 4) ‘Il Guggenheim. L'avanguardia americana 1945–1980’, Roma, Palazzo delle Esposizioni (fino al 6 maggio): 8.065 visitatori (media giornaliera 1.833) 5)‘Da Vermeer a Kandinsky. Capolavori dai musei del mondo a Rimini’, Rimini, Castel Sismondo (fino al 3 giugno): 6.896 visitatori (media giornaliera 985) 6)’Steve McCurry’, Roma, Macro Testaccio - La Pelanda (fino al 29 aprile): 5.730 visitatori (chiusura il lunedi’, media giornaliera 847) 7)’La Citta’ Ideale’, Urbino, Galleria Nazionale delle Marche di Palazzo Ducale (fino all’8 luglio): 2.189 visitatori (media giornaliera 560).
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22 Aprile 2012 ore 06:14

Pasqua: le mostre da non perdere

(di Nicoletta Castagni)

Da Roma a Genova a Firenze, tutte aperte per Pasqua le mostre di maggior richiamo della nuova stagione espositiva e anzi proprio in questo week end ne aprono di nuove: a Urbino un'importante esposizione incentrata sull'enigmatico dipinto della Città Ideale e le meraviglie della civiltà '400 nel Montefeltro; a Viareggio, nelle opere di una collezione privata, il primo '900 toscano.

URBINO - Uno degli enigmi più affascinati dell'arte rinascimentale, La Città Ideale, meravigliosa tavola quattrocentesca di autore ignoto, è al centro di una grande mostra allestita da domani a Palazzo Ducale. Esposti capolavori di Raffaello, Fra Carnevale, Perugino, Luca Signorelli e di molti altri maestri del XV secolo, disegni, sculture, preziose tarsie, codici miniati per raccontare gli splendori della civiltà del Montefeltro fiorita nella seconda metà del '400 ad opera di Federico da Montefeltro, Duca di Urbino, il piu' dotto ed illuminato fra i signori del suo tempo. Intitolata 'La Citta' Ideale. L'utopia del Rinascimento a Urbino tra Piero della Francesca e Raffaellò, si propone di dimostrare come il capolavoro conservato nella Galleria Nazionale delle Marche rappresenti, insieme con i dipinti gemelli (col medesimo soggetto) di Berlino e Baltimora, il compendio di quella straordinaria cultura.

VIAREGGIO - Dal 7 aprile il Centro Matteucci per l'Arte Moderna ospita la mostra dal titolo 'In Toscana all'alba del XX secolo. Una collezione privatà, una preziosa selezione di circa 40 dipinti toscani tra XIX XX secolo, provenienti da una nota raccolta costituitasi nel secondo dopoguerra. La rassegna illustra le tappe fondamentali dell'evoluzione pittorica tra '800 e '900: dalla dirompente lezione fattoriana, magnificamente riassunta nella Strada bianca, al divisionismo di Nomellini e all'ardita sperimentazione di Ghiglia, fino all'Avanguardia futurista di Rosai e al 'richiamo all'ordiné di Soffici, per giungere, infine, all'espressionismo di Viani e alla moderna ed eclettica classicità di Ram. A metà strada tra l'eredità della 'macchia' e la progressiva evoluzione in soluzioni sperimentali delle avanguardie, destinate a divenire emblematiche.

ROMA - Inaugura il nuovo spazio espositivo dell'Ara Pacis e il riallestimento museale dei reperti archeologici con la grande mostra dal titolo 'Avanguardie russe: Malevic, Kandinskij, Chagall, Rodcenko, Tatlin e gli altri'. L'importante esposizione ripercorre le principali correnti dell'arte russa di inizio '900: il cubofuturismo con la sua singolare sintesi delle tendenze europee dell'epoca, l'originale astrattismo, il costruttivismo con le sue composizioni architettoniche e il suprematismo con la sua purezza geometrica. Il monumento, come tutti i musei civici, rispetterà l'apertura straordinaria per Pasqua e Pasquetta e quindi si potrà visitare la mostra. Nella capitale, aperte anche le mostre di Palazzo delle Esposizioni, dove sono allestite le Avanguardie americane dalle collezioni Guggenheim e la rassegna delle immagini fotografiche di Arturo Ghergo, stelle del cinema e protagonisti dell'alta società tra gli anni '30 e '50 ritratte in tutto il loro glamour. Si potranno ammirare anche i capolavori di Tintoretto alle Scuderie del Quirinale e riscoprire il genio di Dalì al Complesso del Vittoriano.

FIRENZE - Porte aperte agli Uffizi, dove oltre ai capolavori dell'arte antica si potrà visitare la rassegna 'La Galleria degli arazzi. Epifanie di tessuti preziosi' dedicata ai manufatti che forse meglio di ogni altra tipologia rappresentano la magnificenza delle corti europee del Rinascimento maturo. Tra le collezioni della Galleria, quella degli arazzi che per decenni sono stati esposti nei corridoi, nel Corridoio Vasariano, in alcune sale, nei vestiboli e in Tribuna, che fu rimossa nel 1987 e oggi è quindi pressoché sconosciuta. Degli arazzi di produzione fiorentina esposti in mostra, si possono ammirare l'Ecce Homo su disegno del Salviati, tessuto per Cosimo I e la sua corte, due panni dei 36 dalla Serie delle Cacce progettata da Giorgio Vasari, su richiesta dello stesso Cosimo, per l'arredamento di venti stanze della Villa di Poggio a Caiano, due di soggetto mitologico con scene dalla storia di Fetonte; tre dalla serie della Passione di Cristo, progettata, su disegno di Alessandro Allori, per Ferdinando I nel 1587 dopo i suoi anni romani di carriera cardinalizia.

GENOVA - Una sequenza mozzafiato di capolavori quella che aspetta i visitatori di Palazzo Ducale, dove è allestita la grande mostra 'Van Gogh e il viaggio di Gauguin', la più vista della stagione. Il tema è appunto il viaggio, inteso come esplorazione geografica, negli spazi e nelle culture, ma anche, e quasi soprattutto, dentro di sé. Il percorso espositivo prende le mosse dal capolavoro 'Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?' che Gauguin volle come suo testamento nel 1897, prima di un tentato suicidio. L'opera è un prestito eccezionale del Museo di Boston, mai visto in Italia. Di Vincent Van Gogh invece ci sono una quarantina di opere (tra cui 10 disegni) come il Seminatore, Autoritratto con cavalletto, Campo di grano sotto il cielo nuvoloso. Non manca il '900 con capolavori di Rothko, Hopper, Kandinsky e molti altri.

ansa

8 Aprile 2012 ore 05:46