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Turismo religioso: 330 milioni di persone all'anno nei luoghi della fede

Sono numerosi i viaggiatori che, ogni anno, scelgono il turismo religioso per le proprie vacanze. Anche tra i più giovani cresce l’interesse per viaggi all’insegna della spiritualità, della cultura e dell’arte ed aumenta il numero di non credenti che si avvicinano a tali esperienze. La terza edizione della Borsa del Turismo Internazione, BTRI, si occupa proprio di tale aspetti, chiamando a raccolta i più importanti esponenti del settore, con tre giornate dedicate ad approfondimenti e workshop. Il servizio di Giulia Bedini da Radio Vaticana
Seguire i passi degli antichi pellegrini: è questo che spinge gli oltre 300 milioni i turisti religiosi, secondo l’Organizzazione Mondiale del Commercio, a recarsi ogni anno a visitare i luoghi della fede. Da Città del Vaticano a Santiago de Compostela, da Assisi a Fatima, passando per Lourdes e la Terra Santa: sono solo alcune tra le mete più richieste da chi si mette in cammino. Il 41,4% di chi sceglie di mettersi lo zaino in spalla e partire ha un’età compresa tra i 30 e i 50 anni; credenti sì, ma non solo. Infatti, il turismo religioso attrae anche chi è più lontano dalla fede perché offre l’occasione di scoprirsi e conoscersi, di intraprendere un viaggio che possa realmente arricchire. Sono molti quelli che si rivolgono ad agenzie specializzate, ma c’è anche chi sceglie di organizzarsi autonomamente; poic’è chi opta per percorsi culturali, storici e artistici e chi sceglie itinerari più mistici e spirituali. Non mancano sostegno ed aiuti per chi intraprende la via del silenzio e, proprio per questo, i viaggiatori possono spesso contare sull’ospitalità di numerose strutture religiose e non solo, che ogni anno aprono le porte all’accoglienza e alla condivisione.

Turismo religioso 'vale' 18 mld dollari

La Borsa internazionale del settore approda a Roma 21-23 giugno

Sono oltre 300-330 milioni i "turisti religiosi" nel mondo, con un giro di affari stimato in oltre 18 miliardi di dollari e un trend crescente verso località considerate sacre o con ricco patrimonio culturale, storico, artistico, sia in Europa che in altri continenti. L'Italia è una delle destinazioni principali dei flussi turistici mondiali (per i cattolici), considerando la presenza del Vaticano e di Roma, insieme ad altre realtà quali Assisi, Padova, San Giovanni Rotondo, Loreto ed altre ancora. I dati del Wto saranno tra gli spunti della Borsa del turismo religioso internazionale (Btri), che approda a Roma dal 21 al 23 giugno.
In Italia l'offerta religiosa può contare su circa 1.500 santuari, 30.000 chiese, 700 musei diocesani, oltre che tantissimi monasteri e conventi. Luoghi nei quali si concentra gran parte del patrimonio culturale - ed artistico - italiano e che rappresentano tappe fondamentali sia per i pellegrinaggi che per il turismo culturale e religioso. La Basilica di San Pietro è tra i 25 luoghi più visitati del mondo. Ma anche altre destinazioni (per rimanere solo nell'ambito del cattolicesimo) si impongono nel mondo, come Fatima, Santiago de Compostela, Lourdes, Czstochowa, Medjugorje, Caravaca de La Cruz, per proseguire in Terra Santa ed a Gerusalemme, fino a Guadalupe in Messico ed al Santuario della Madonna di Aparecida do Norte, in Brasile.
Secondo una ricerca dell'Isnart (Istituto Nazionale Ricerche turistiche) in Italia il turismo religioso genera oltre 5,6 milioni di presenze annue (di cui 3,3 milioni di presenze straniere e 2,3 milioni di presenze legate al mercato italiano). La clientela straniera rappresenta circa il 60% del segmento: il 45,3% proviene dall'Europa e il 14,9% dai Paesi extraeuropei. Dallo studio emerge che il 41,4% dei turisti religiosi ha un'età compresa tra i 30 e i 50 anni, il 44,4% si affida per l'organizzazione del viaggio al circuito dell'intermediazione, tour operator e agenzie di viaggio. Il 32,7% preferisce viaggiare in compagnia del partner, il 20% sceglie un tour organizzato, il 19,7% un gruppo di amici, il 13,3% la famiglia, mentre il 9,8% viaggia da solo.
ansa

 


Centro di Spiritualità Rosminiana Sacro Monte Calvario Domodossola sede XI Cenacolo Rosminiano

Presso il Centro di Spiritualità Rosminiana (sala Bozzetti), in Borgata Sacro Monte Calvario, 8 di Domodossola (VB) ha avuto inizio Sabato 19 Novembre 2016 alle ore 9, con l'apertura del convegno da parte del Prof. Markus Krienke e del Dr. Lorenzo Airoldi, l'XI Cenacolo Rosminiano

Domodossola,  Le giornate di studio, che proseguiranno anche nella giornata di domani fino alle ore 12,30, hanno avuto come tematiche questione legare al tema "La libertà di Dio, sulla Teodicea di Rosmini" con approcci sistematici, etici, attualizzanti e storici. Un'altra sezione è dedicata a "Metaphisics and anti-Metaphisics"". Tutte le relazioni saranno videoregistrate a cura della "Cattedra Antonio Rosmini" (http://www.cattedrarosmini.org), diretta dal Prof. Markus Krienke Professore di Etica sociale cristiana e Dottrina sociale della Chiesa della Facoltà di Teologia di Lugano. Il ROSMINI INSTITUTE® (PHILOSOPHICAL RESEARCH CENTER) è stato riconosciuto dal Miur (Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca. La Cattedra Antonio Rosmini della Facoltà di Teologia di Lugano (diretta dal prof. Markus Krienke) si impegna nello studio del pensiero di Antonio Rosmini (1797–1855) il quale visse gli ultimi sei anni della sua vita a Stresa ed intrattenne numerose relazioni con il Ticino e Lugano in particolare. A tutto diritto il suo pensiero è stato definito “enciclopedico”, in quanto affronta le dimensioni del sapere umano a partire da una precisa impostazione teoretica che può essere caratterizzata con i termini “personalismo dialettico” e “ontologia trinitaria”. Ecco i due indirizzi della ricerca della Cattedra Antonio Rosmini: temi etico-sociali e metafisici. Secondo il “personalismo dialettico” la persona umana è e deve essere criterio per il giudizio delle strutture sociali, delle politiche concrete, dei processi economici e delle questioni ambientali, e via dicendo. A tal fine, la Cattedra Rosmini non si accontenta con una definizione metafisico-astratta della persona, ma cerca di tematizzare i vari aspetti dell’essere umano attraverso il confronto dialettico con tutte le sfere sociali in cui essa si realizza. Secondo l’“ontologia trinitaria” le antinomie e contraddizioni dell’esperienza umana trovano la soluzione soltanto in una prospettiva metafisica che interpreta l’essere nella prospettiva dell’essere assoluto il quale non è soltanto “uno” ma anche “trino”. In questo modo, Rosmini attualizza la grande tradizione metafisica del pensiero occidentale, nella luce del contributo del cristianesimo, per la modernità, proponendo nuove possibilità di capire i grandi “perché” dell’essere. Questi indirizzi si svolgono mediante la ricerca, la stesura di tesi, convegni filosofici e conferenze serali pubbliche. In queste attività la Cattedra Antonio Rosmini viene accompagnata con il Rosmini Institute (Varese) che gestisce la “VideoCattedra Rosmini” (ROSMINIANA ISSN 2284-4406 – www.cattedrarosmini.org) con video lezioni gratuitamente scaricabili da internet e la “Rosmini TV”, accessibile via streaming (www.rosmini.tv). 

segnalazione a cura del Prof. Giuseppe Serrone
XI Cenacolo Rosminiano 19 -20 Novembre 2016
La Casa del Sacro Monte Calvario è un luogo ideale per organizzare ritiri, esercizi spirituali, incontri di gruppo, vacanze e fine settimana di condivisione, corsi biblici, meditazioni, discernimento, presentazioni, convegni, concerti musicali, incontri e vacanze studio.
Durante la permanenza al Sacro Monte Calvario è possibile sperimentare la pace e silenzio di un luogo completamente immerso nella natura e tranquillità, circondato da un ampio giardino realizzato sui resti di un antico castello medievale.
La casa dispone di quattro aree notte distinte e gestibili in modo indipendente. Sono presenti camere singole e doppie, tutte dotate di bagno interno con acqua calda, doccia, sanitari.
Il Sacro Monte Calvario di Domodossola vi aspetta per un soggiorno di qualche giorno, di una giornata o per una visita di qualche ora.

Centro di Spiritualità Rosminiana

Sede del Noviziato Italiano

Borgata Sacro Monte Calvario
828845 Domodossola (VB)
Tel: 0324.242010
Fax:0324.44460
Cell: 340.3544798
email: rettorecalvario@hotmail.com



#Turismo in cammino sulle #ItalianWonderWays


Tutte le strade portano a Roma. Così la via di Francesco, il Cammino Francescano della Marca, il Cammino di San Benedetto, la via Francigena e la via Amerina si snodano nel centro Italia svelando l'arte, la storia, la spiritualità e le eccellenze dei luoghi attraversati per confluire nella capitale. Cinque percorsi di pellegrinaggio costituiscono il progetto "Italian Wonder Ways", nato in occasione del Giubileo straordinario voluto da Papa Francesco e dell'Anno nazionale dei cammini indetto dal ministero di Beni Culturali e Turismo.

Itinerario religioso Presepi viventi tra fede e testimonianza

La città di Betlemme di duemila anni fa riprende vita in tantissimi luoghi d'Italia che faranno da scenario alla magia della natività. Strade, vicoli e piazze verranno illuminate da centinaia di luci soffuse e animate da pastori, agricoltori, fabbri, sarti e centurioni romani per dar vita ad un grande classico delle feste natalizie: il presepe vivente. Dai Sassi di Matera al Santuario di Greccio fino al borgo medievale di Caprile in Gragnano nel Sannio: un itinerario, non esaustivo, tra i tantissimi presepi viventi, segno di fede e testimonianza nel nostro Paese.
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Nella meravigliosa cornice dei Sassi di Matera, la città capitale della Cultura Europea 2019, avrà luogo il presepe vivente fino al 3 gennaio 2016. 
La scenografia è allestita nel solo Sasso Caveoso, per un percorso di 1,5 Km che vedrà la presenza di 100 figurati a cui si affiancheranno visit-Attori. Per gli spettatori il costo in questo periodo sarà ridotto al prezzo di 3 euro. 
Come si diventa visit-Attori? La grande novità di quest'anno è che ogni visitatore, qualora lo desideri, di affiancare i figuranti delle Pro Loco diventando un visit-Attore, svestendosi degli abiti di semplice spettatore e indossando, invece, quelli di primo attore e entrando a far parte del Presepe nelle vesti di un soldato, un pastore, un popolano, un fabbro o un sacerdote del tempio. 

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L'altra novità di questa VI edizione sarà una giornata speciale, il 3 gennaio 2016, dedicata all'integrazione e all'abbattimento delle barriere architettoniche con la possibilità di aprire il presepe e i Sassi alle persone con disabilità. Obiettivo? «Rendere il presepe ancora più inclusivo e partecipativo. Quest'anno, infatti, permetteremo agli spettatori di divenire parte integrante dell'evento grazie al Presepe dei Visit-Attori e poi nella giornata del 3 gennaio cercheremo di abbattere veramente ogni barriera dando la possibilità anche ai disabili di poter fare una passeggiata ammirando i Sassi e lo spettacolo in una giornata a loro interamente dedicata».

La Comunità parrocchiale di San Ciro a Caprile in Gragnano, in provincia di Napoli, promuove anche quest'anno il presepe vivente, tra innovazione e tradizione.
Sarà possibile visitare il presepe, composto da oltre 250 figuranti, in un percorso lungo e caratteristico che si snoda tra cantine, case e terreni, creando una suggestiva atmosfera. Lungo il percorso è possibile, non solo degustare alcuni prodotti tipici ma anche ascoltare la tradizionale musica popolare napoletana.
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Grazie alla collaborazione con l'associazione Luci di Speranza è possibile ammirare anche delle sculture realizzate con bottiglie riciclate dai ragazzi e adulti della zona. È disponibile un servizio-navetta gratuito da Piazza San Leone (inizio corsa 17.45 - fine corsa 20.45) e sempre gratuitamente visitare il presepe vivente dalle 18 alle 20 nei giorni 26-27 dicembre e dal 2 al 6 gennaio.
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Il 24 dicembre alle 22,30 si terrà come ogni anno presso il Santuario francescano di Greccio, in provincia di Rieti la rievocazione storica del primo presepe vivente del mondo.
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La rievocazione storica del Presepe di Greccio del 1223 vede la partecipazione di personaggi in costumi medievali ed è realizzata in sei quadri viventi. La rappresentazione storica fa rivivere la nascita del primo presepe della storia (Natale del 1223) realizzato da san Francesco di Assisi con l’aiuto del Nobile Signore di Greccio Giovanni Velita. 
Avvenire

Roma deve diventare l'hub del turismo religioso

"Cambia il turismo a Roma. Il 35% dei turisti del 2014 erano under 35, l'80% under 50". Lo assicura l'assessore alla Cultura e Turismo del ComuneGiovanna Marinelli, la quale ha colto l'occasione dell'assemblea Federalberghi incentrata sul Giubileo per lanciare il nuovo itinerario disponibile nei Pit (Punti d informazione turistica) per visitare le 11 case-museo in tutta la città dedicate a protagonisti della vita culturale come Moravia, Pirandello, Goethe. "Cresce il turismo straniero che ha bisogno sempre di più di turismi di nicchia e apertura". Dello stesso parere Giovanni Bastianelli, direttore dell'Agenzia regionale per il turismo. "Bisogna raccontare la nostra storia in modo emozionale per non essere più una tappa di passaggio in un tour europeo".

Sulla necessità di evitare il turismo mordi e fuggi è intervenuto anche l'a.d. dell'Opera Romana Pellegrinaggi, Monsignor Liberio Andreatta: "Roma deve diventare l'hub del turismo religioso: non c'è solo l'udienza del Papa, non c'è solo l'Angelus". Per il Giubileo l'Opera Romana Pellegrinaggi ha creato una carta "Vatican and Rome" in accordo con Regione e Comune che consente ai pellegrini accoglienza fin dall'aeroporto, dove saranno istituiti due centri predisposti al T1 e T3. La card costerà attorno ai 90 euro, consentendo di risparmiarne 40 euro circa in tre giorni saltando le file ai musei e ricevendo inviti ad eventi nelle tre chiese giubilari: San Salvatore in Lauro, San Giovanni dei Fiorentini e la Chiesa Nuova. Alcuni alberghi a Roma, aderenti a Federalberghi, saranno inseriti nell'offerta ai pellegrini, a patto che aderiscano al codice etico, un decalogo illustrato oggi incentrato sull'accoglienza, "non dei cattolici, ma degli esseri umani, qualsiasi sia il loro credo, la loro nazionalità, le loro tradizioni" ha specificato Andreatta . l.s.

in http://www.guidaviaggi.it/notizie/172821/roma-giubileo-binomio-accoglienza/

Expo, Parolini: stanziati 1,6 milioni per turismo religioso

marco parolini
Milano - Nuovi fondi regionali per il turismo religioso in occasione di Expo. Il progetto di Regione Lombardia 'Dall'Expo al Giubileo', nato lo scorso mese con l'obiettivo di promuovere l'attrattività della regione e consolidare l'incoming turistico dopo l'Esposizione Universale, muove i primi passi concreti. Su proposta dell'assessore regionale al Turismo e Terziario Mauro Parolini, la Giunta ha infatti approvato la delibera che dispone lo stanziamento di 1,6 milioni di euro per finanziare progetti di sviluppo del turismo religioso. È questo dunque il primo ambito d'intervento di un piano complessivo da 6,6 milioni di euro, che interesserà altri quattro settori tematici: turismo legato alla food and wine experience, turismo business, turismo culturale collegato alle città d'arte lombarde e cicloturismo.

La Redazione
assesempione.info

TURISMO RELIGIOSO NEL PARCO GRAN PARADISO

Santuario san Besso
Il Parco non è solo natura, flora e fauna da proteggere e contemplare, ma è anche sinonimo di tradizioni, di cultura e di devozione popolare. Numerose sono infatti le suggestioni che derivano da una religiosità autentica, legata al quotidiano, ad ogni gesto e ad ogni momento importante della vita dei valligiani. Chiunque abbia la fortuna di percorrere a piedi i numerosi sentieri di montagna o abbia visitato le piccole borgate arroccate sui pendii, si sarà certamente imbattuto in piloni votivi, cappelle in pietra, edicole e affreschi che testimoniano l’autenticità e la profondità del radicamento delle tradizioni religiose in questa parte di arco alpino.
Sono numerose le processioni e i pellegrinaggi a cui partecipano ogni anno centinaia di fedeli provenienti dalle valli del parco e dai territori circostanti: tra questi i pellegrinaggi ai Santuari di Prascondù e di Sant’Anna e la Festa di San Besso
San Besso – Val Soana (TO)
San Besso è forse un santuario un po’ atipico, collocato a 2019 metri di quota sul versante piemontese del Parco, raggiungibile solo a piedi dopo quasi due ore di cammino. Il culto del santo, che ogni anno, il 10 agosto, richiama lassù centinaia di fedeli, lo si può riallacciare certamente agli stretti legami che da sempre hanno unito le popolazioni della Val Soana con quelle di Cogne.Sempre secondo la tradizione i primi abitanti del capoluogo valdostano sarebbero giunti proprio dal Canavese e Cogne per lungo tempo sarebbe stato solo una frazione, appartenente alla diocesi di Ivrea. E ancora oggi, in occasione della festa, cognensi ecanavesani si incontrano.

Prascondù – Ribordone (TO)
Quasi un migliaio di persone, provenienti da tutto il Canavese e da Torino, si ritrova l’ultimo fine settimana di agosto di ogni anno al Santuario di Prascondù, alla testata della valle di Ribordone, nel versante canavesano del Parco, per una grande festa religioso-popolare. Il Santuario fu costruito a partire dal 1600 in un “prato nascosto” dove la Madonna era apparsa a un pastorello di nome
Giovannino Berardi. A un primo pilone votivo seguì la costruzione di una cappella dedicata alla Madonna di Loreto. Nel 1654 una valanga distrusse la cappella e in seguito venne costruita una nuova chiesa, con ampliamenti e abbellimenti successivi. Oggi è possibile vedere i resti della cappella, la chiesa e una grande foresteria, utilizzata un tempo dai pellegrini e oggi per cami giovanili. Sul piazzale si affaccia poi un altro edificio, dependance della foresteria, nella quale verrà aperta una mostra permanente sulla cultura religiosa delle valli del Parco nazionale del Gran Paradiso.

Sant’Anna – Fraz. Meinardi di Locana (TO)
Il bel Santuario dedicato a Sant’Anna, situato in località Meinardi, sorge su un terrazzamento ottenuto in parte con la costruzione di fornici che sorreggono la soletta del sagrato.
L’edificio si presenta con un’unica aula rettangolare terminante in abside semicircolare. In facciata é inserito un pronao a formare così un sagrato coperto. Il manufatto é realizzato in tecnica lapidea tradizionale, intonacata all’interno, nel sottoportico e sugli elementi decorativi di facciata. Il tetto é in orditura tradizionale e manto di copertura in lose. Sul fianco sinistro dell’edificio é inserito un basso campanile a pianta quadrata terminante a cuspide, in tangenza al sentiero che ne percorre il muro d’ambito.

L’attuale immagine del Santuario é dovuta a un intervento di riplasmazione, compiuto nel 1891 seguendo il progetto dell’ingegnere canavesano Camillo Boggio, su un manufatto preesistente. L’intervento del Boggio è evidente soprattutto in facciata dove il portico a tre campate é concluso con timpano triangolare decorato ad archetti ciechi.. Il risultato che ha ottenuto é testimonianza del ritorno al medioevo con stilemi neogotici e neoromanici propri del finere del XIX secolo.
L’interno della chiesetta votiva si presenta sobrio e ben conservato nelle sue decorazioni geometriche. Numerose sono le raffigurazioni della Santa che, seppur non siano di un particolare pregio artistico, rappresentano una testimonianza importante dell’arte povera della zona e della vocazione della popolazione verso la Sant’Anna.
Il luogo di culto è meta di un interessante pellegrinaggio, svolto ogni anno la prima settimana di agosto, lungo un bella mulattiera che dalla Fraz. Nora raggiunge l’ormai abbandonata località Meinardi.
12alle12

La Sicilia, il turismo religioso e le vie francigene

Tra le varie forme di turismo c’è quello religioso e nell’anno del Giubileo straordinario della Misericordia indetto da Papa Francesco tramite la bolla pontifica “Misericordiae Vultus”, può diventare uno strumento interessante per far riscoprire luoghi che sfuggono all’immaginario collettivo. L’associazione Onlus “Amici dei cammini francigeni di Sicilia” ha presentato un progetto che è stato inserito nel piano turistico regionale 2014/2020 e in particolar modo è sostenuto dall’assessorato al Turismo regionale. Un’idea appoggiata anche dall’assessorato alla Cultura, l’Identità e il Turismo di Messina, in quanto rientra nel segmento del turismo religioso. L’appuntamento sarà per venerdì 19 giugno alle ore 10.30, dove verrà presentato l’evento “Cammini francigeni di Sicilia: la Palermo-Messina per le montagne”. Già, ma cosa ha spinto l’associazione “Amici dei cammini francigeni di Sicilia” a interessarsi di un argomento del genere? Come si legge in un documento dell’associazione onlus, «siamo una piccola associazione di camminatori, studiosi e ricercatori e ci occupiamo di ripercorrere a piedi, o in bici, o ad asino, se avete un asino, le vie storiche di Sicilia, quel sistema intrecciato che da secoli e secoli è stato percorso da Greci, Romani, Bizantini, Arabi e cavalieri Normanni».
«Sono questi ultimi, giunti al seguito del Gran Conte Ruggiero il Normanno nel 1060, a riprendere il controllo dell’araba Siqilliyya, ripristinando il culto cristiano, edificando abbazie, monasteri e chiese-fortezze e portando anche nel sud dell’Italia la cultura francese, le canzoni dei bardi, le gesta eroiche dei paladini che conosciamo ancora oggi. La loro corte s’insedia a Palermo e controlla tutto il territorio dividendolo in diocesi e solo grazie alla precisione delle cancellerie reali abbiamo, negli atti notarili, la menzione di via francigena anche per la Sicilia. I Siculi Viandanti cercano le tracce di questo sistema di vie che ha permesso da sempre di muoversi attraverso le valli e le piane della nostra regione, verso i porti d’imbarco per l’Italia, l’Europa o la Terra Santa». Ciò che fanno è confrontare le informazioni, osservare le tracce sul terreno e i molti beni archeologici e architettonici ancora presenti rispettando la storia e il passato e stando attenti ad evitare quanto più asfalto possibile.
Sono riusciti a mettere a punto un sistema di vie che hanno come punto d’unione la via francigena: la via che da Agrigento risale verso Palermo, chiamata Magna Via Francigena; la via che da Palermo porta a Messina lungo le Madonie e i Nebrodi, chiamata “Palermo – Messina per le montagne ”; la via che da Mazara del Vallo risale verso Palermo, chiamata Via Francigena mazarense; la via romana che da Mazara porta a Siracusa, chiamata Via Selinuntina; la via che da Gela, lascia la Selinuntina e punta a Maniace ed alla sua abbazia, chiamata Via Francigena Fabaria. Un sistema di più di 1000 km di vie che permettono di camminare in zone spesso lontane dal grande turismo ma ricche di tradizioni, cultura, buon cibo e ottimi sorrisi, dove l’accoglienza è garantita da strutture convenzionate o da alloggi “pellegrini” messi a disposizione dai comuni. Sacco a pelo, materassino, bacchette da cammino o bastone, zaino leggero ed essenziale, scarpe comode e impermeabili.
Già da alcuni anni, numerosi studi scientifici di settore sulla viabilità siciliana antica, hanno riportato in luce il complesso sistema viario che attraversava (e attraversa) la Sicilia, percorrendone linee di costa e linee montane e toccando i più grandi insediamenti, indigeni prima e greci poi. Tale sistema permetteva di connettere, con precisi criteri di funzionalità, punti importanti nel territorio, insediamenti, villaggi o centri embrionali di commercio e scambio, connettendoli tra di loro per mezzo di sentieri battuti dalle popolazioni che lì abitavano sin dal XV secolo a.C. La dominazione romana, dal 260 a.C. in poi, assesta un sistema viario e, grazie all’attività dei consoli a cui la provincia era stata affidata, lo fortifica e lo mette a regime con la costruzione di una serie ponderata di stazio e mansio, stazioni di sosta e riposo per i corrieri e per le loro cavalcature, luoghi dove era possibile mangiare e fermarsi per la notte. Durante il corso di tutto il Medioevo la dominazione araba prima e normanna poi, eredita questo sistema viario. Pur non gestendolo con la stessa meticolosità delle magistrature imperiali, lo mantiene in vita attraverso l’utilizzo e l’ufficio del pellegrinaggio, che sotto la spinta dei monaci dell’Abbazia di Cluny diventa vero e proprio modello culturale, avvia quel complesso fenomeno di latinizzazione che riporterà l’araba Siqilliyya tra le terre cristiane amministrate dalle corti normanne, militarmente forti e fedeli al Papa di Roma. Pellegrinaggio che è marcia e cammino verso i luoghi santi: Roma, sede del martirio degli apostoli Pietro e Paolo; Santiago de Compostela, punto estremo della penisola europea e sede del ritrovamento delle reliquie di Giacomo il Maggiore, santo caro alle corti normanne del tempo, emblema della reconquista che ridarà ai conti normanni il controllo della Sicilia; Gerusalemme, luogo santo della vita e delle morte di Gesù Cristo, limes fondamentale che ispira venerazione e genera appartenenza in tutto quel movimento politico economico religioso che prenderà il nome di Crociate. Negli atti e nei diplomi normanni di questo periodo, appaiono così indicati confini poderali, limiti territoriali o lasciti e donazioni alle varie abbazie e santuari che riportano il toponimo di megale odos, magna via, basilike odos, via regia e per ben quattro volte, nel 1089 nel territorio di S.Filippo del Mela (Me), nel 1096 in prossimità dell’odierno comune di Castronovo di Sicilia, con l’attestazione di “Magna via francigena castronobi”, nel 1105 nel territorio di Vizzini in contrada Fabaria e nel 1267 in una pergamena che cita una via “Francigena” «qua venitur a turri Maymonis Mazariam», nella odierna Mazara del Vallo. L’associazione “Amici dei cammini francigeni di Sicilia”, basa la sua azione su questi studi e si preoccupa di sperimentare, studiando e camminando, la fattibilità di questa rete viaria che permetteva ai pellegrini di giungere ai punti di imbarco di Mazara del Vallo ad occidente come a Messina ad Oriente.
blogtaormina.it

Turismo: Enit, annata si prospetta ottima, stranieri in aumento

L'Italia affronta il secondo semestre del 2014 all'insegna dell'ottimismo. Secondo il monitoraggio dell'Enit tra i piu' grandi tour operator mondiali si prospetta "un'ottima annata" per il turismo. I dati in crescita arrivano soprattutto da oltreoceano dove il 74,5% dei tour operator dichiara ampia soddisfazione nelle vendite. Le stime di crescita dei turisti cinesi sono comprese tra il 20 e il 30%.
  Gli operatori di Germania, Austria, Svizzera, Regno Unito, Francia, Penisola Iberica, paesi scandinavi sono convinti di aumentare le vendite rispetto al 2013; solo per il Belgio alcuni operatori indicano diminuzioni. Positivo l'andamento dei turisti russi e in deciso aumento l'arrivo di indiani.
  I risultati dell'indagine dell'Enit sono avvalorati dalla Banca d'Italia che, nel periodo gennaio-aprile di quest'anno, registra un incremento dei viaggiatori stranieri (+3%) e il consolidamento della loro spesa turistica nel nostro Paese pari al +5,3%, (396 milioni di euro in piu' rispetto allo stesso periodo del 2013). Guardando alle destinazioni, tra le citta' d'arte s'impone Roma per il forte appeal di Papa Francesco; le localita' balneari restano ai primi posti nelle preferenze degli ospiti internazionali ma vi e' anche una forte domanda per il turismo naturalistico legato al wellness e alle vacanze attive, dove le tradizioni enogastronomiche fanno da filo conduttore. Per i tedeschi e gli austriaci, molto positive le vendite per le destinazioni di Sicilia, Sardegna, Puglia, Golfo di Napoli; stabili per l'Adriatico. Per gli spagnoli destinazioni favorite restano Roma, Venezia, Firenze, Toscana (arte e turismo rurale), Milano e i laghi del Nord Italia; territori privilegiati anche dai turisti inglesi e francesi insieme alle localita' balneari di Sardegna, Puglia, Veneto e Lazio.
  Le mete piu' gettonate dai russi sono l'Emilia Romagna (grazie a numerosi collegamenti aerei), la Riviera del Veneto e la Riviera d'Ulisse, Sicilia, Sardegna, Ischia e Costiera Amalfitana, Liguria. Per la Polonia tra i TO interpellati dall'Enit segnalano un aumento quelli specializzati nel turismo religioso mentre per la Repubblica Ceca e l'Ungheria le prenotazioni maggiori sono per le Regioni del Nord Italia, facilmente raggiungibili in auto.
  Tra americani e canadesi Toscana, Lazio, Veneto e Campania fra le regioni piu' richieste. Il turismo religioso caratterizza l'incoming dal Brasile e dall'Argentina. Per quanto riguarda il Medio Oriente, gli Emirati Arabi Uniti dimostrano un interesse in fase di alta crescita per il nostro Paese, in particolare verso le classiche citta' d'arte e per le localita' della Sardegna e della Costiera Amalfitana. Tra gli operatori indiani, 8 su 10 hanno dichiarato vendite in aumento, con incrementi compresi tra l'8 e il 35%. Rispetto al passato le grandi citta' d'arte lasciano spazio ad altre localita' come il lago di Como, Napoli, Sicilia, Capri, Sorrento, Assisi, Portofino e Bologna, Alberobello e Cilento. I cinesi privilegiano le grandi citta' d'arte, Milano per lo shopping, ma anche localita' piu' piccole quali Bologna, Piacenza, Padova, Pompei, Sorrento, Siena, Verona, Cinque Terre. Per l'estate 2014, il trend delle vendite della nostra destinazione da parte dei principali TO giapponesi e' variegato: per i piu' risulta in crescita, per altri ci sono difficolta' a mantenere il livello dell'estate precedente e infine solo per qualcuno rimarra' stabile. (AGI) .

Pasqua: cresce turismo religioso grazie a papa Bergoglio

Il turismo religioso un 'must' grazie a Papa Francesco
(©Ansa) Il turismo religioso un 'must' grazie a Papa Francesco

Quest'anno i turisti preferiscono curare lo spirito: I viaggi nelle localita' della fede superano quelli a destinazioni con persorsi legati al cibo. Lo rivela un'indagine di Allianz Global Assistance

 





redazione roma - lastampa.it
“I ponti primaverili sono la prima occasione dell'anno per fare un viaggio, per molti italiani. E quest'anno le tendenze parlano chiaro: la popolarita' di papa Bergoglio ha reso il turismo religioso un 'must', tanto da renderlo la terza scelta preferita in assoluto, dopo la voglia di cultura e la ricerca del benessere. Lo rivela un'indagine di Allianz Global Assistance, che ha analizzato 142 agenzie di viaggio di tutta Italia."
 
Secondo i dati, la sete di cultura (80%) e la ricerca di relax e benessere (15%) spingeranno i viaggiatori a raggiungere per un weekend le principali capitali europee, le citta' d'arte italiane o le mete marittime. Piu' che il 'made in Italy' e i percorsi legati al cibo, pero', i turisti preferiscono curare lo spirito: nelle feste di Pasqua, del 25 aprile e del primo maggio i viaggi nelle localita' della fede superano di gran lunga (4%) quelli nelle localita' dei sapori e dei prodotti tipici (1%). Gli esperti parlano di "un trend in continua crescita, che si colloca al terzo posto nelle scelte staccando i soggiorni all'insegna della buona cucina".
 
"Tra coloro che coglieranno l'occasione dei ponti primaverili per curare il proprio spirito - dice la ricerca - Roma sara' la meta preferita (37%) a conferma del forte richiamo e della popolarita' di Bergoglio. A seguire, le scelte ricadono sulle principali localita' legate alla figura di Maria, Medjugorie (21%) e Lourdes (19%) e, restando all'estero, sulla Terra Santa (11%). Anche le altre localita' di culto del nostro Paese (come Pietralcina, Assisi, San Giovanni Rotondo e Loreto) registrano un buon numero di preferenze (10%)".
 
Piu' in generale, gli italiani si confermano un popolo di viaggiatori 'da weekend': la maggioranza (61%) di concedera' un viaggio di due giorni e si rechera' in Europa (68%). Il 35% ha invece pianificato un viaggio piu' lungo, di almeno una settimana o addirittura due (4%): per questi vacanzieri la meta piu' ambita sono i mari esotici (72%).

Pellegrini all'alba

Galizia, Spagna, aprile 2010 - Ci mettiamo in strada che ancora è notte. Sul Camino Inglés venticinque chilometri a piedi, anche oggi - verso Santiago. La terra dei sentieri è molle di umidità a quest'ora, nei villaggi deserti le imposte serrate. C'è una luna inquieta fra le nuvole, alla cui luce fredda gli alberi spogli sembrano anime ischeletrite. Avanziamo in fila, alla luce delle torce, recitando il Rosario.
Il buio è ancora fondo quando un gallo canta, stridulo. È bello sentirlo, promessa nell'oscurità. Continuiamo ad andare, di buon passo. Nei campi, le corolle dei fiori ancora chiuse. Da est si allarga un chiarore rosa. Un velo di nebbia si alza dalla terra, fantasmatico, e svanisce.
Il sole si leva all'orizzonte: lento, rosso, regale. Come a un segnale, gli uccelli prendono a cantare. Un'imposta si apre, nelle case si accendono le luci. Il nuovo giorno che si alza ci commuove - i nostri passi ora più veloci, e più certi. Quelle che sotto la luna sembravano anime in pena si rivelano chiome di alberi ancora nude, ma già coperte di gemme. Dall'oceano nuvole gonfie scaricano sui campi, come una benedizione, una pioggia fresca. Splendono le calle selvatiche, sul sentiero per Santiago. Che miracolo, questa luce di alba che ha vinto la notte, una volta ancora. 
avvenire.it

Bergamo pubblica “Bergamo terra di fede e cultura”, il catalogo dedicato al turismo religioso

Si tratta di un opuscolo di 16 pagine che raccoglie quanto la provincia orobica offre a chi è desideroso di compiere un percorso tra i santuari e i luoghi cari a Papa Giovanni XXIII. La  guida completa l’offerta del catalogo Unico della turismo orobico, che contiene le proposte relative al turismo scolastico, agli eventi dell’anno e ai pacchetti vacanza.

«Bergamo è una terra di grande religiosità, ricca di un patrimonio storico, artistico e culturale che si è conservato magnificamente – afferma Silvano Ravasio, presidente di Turismo Bergamo -. Quello che stupisce è il numero sempre maggiore di pellegrini che visitano sia i luoghi di Papa Giovanni XXIII, a partire da Sotto il Monte, suo paese natale, sia i numerosi santuari che costellano la nostra provincia, segno di una tradizione religiosa ancora viva. Il catalogo che abbiamo preparato vuole essere uno strumento agile, semplice e utile a suggerire alcuni itinerari per noi interessanti sia sotto il profilo religioso che architettonico».

Il catalogo si apre con l’immagine della scultura che si trova nel cortile della casa natale di Papa Giovanni XXIII a Sotto il Monte (opera di Carlo Balljana e Diotisalvi Perin) e che rappresenta il Papa Buono a colloquio con i suoi genitori. All’interno le proposte articolate sono tre: “Sulle orme di Papa Giovanni” e gli “Itinerari Mariani” e “I grandi capolavori”.

Il primo itinerario propone i luoghi più significativi dell’infanzia e della vita di Papa Giovanni XXIII: la casa natale, S.Maria in Brusicco, Ca’ Maitino, l’Abbazia di Sant’Egidio, il Santuario della Madonna del Bosco ad Imbersago e quello della Madonna della Cornabusa a Sant’Omobono Terme.
Ricca di suggerimenti è la sezione dedicata agli “Itinerari Mariani”. «Nella nostra provincia ci sono tantissimi santuari – spiega Ravasio -.  Se ne contano oltre cento, alcuni molto noti a livello nazionale, come il Santuario di Caravaggio, altri solo a livello regionale o provinciale, come il Santuario della Cornabusa o quello di Ardesio. Tutti hanno storie molto belle e sono segno di una fede profonda e di una grande tradizione cristiana».

L’itinerario mariano di Turismo Bergamo parte dalla città con il Santuario della Beata Vergine Addolorata in Borgo Santa Caterina, tocca quello dedicato alla Madonna della Castagna (in via Fontana) per poi proseguire verso Stezzano con quello della Madonna dei Campi e salire verso Sombreno al Santuario della Natività della Beata Vergine. Di lì si dirige verso la Valle Brembana per raggiungere il Santuario della Madonna del Perello ad Algua, quello della Madonna della Costa a San Giovanni Bianco e della Madonna della Foppa a Gerosa. Dalla Valle Brembana al territorio valdimagnino dove, oltre al Santuario della Cornabusa, viene segnalato il Santuario della Madonna del Castello ad Almenno San Salvatore.
Anche la pianura è ricca di proposte: il Santuario di Santa Maria del Fonte a Caravaggio, la Madonna delle Lacrime a Treviglio e il Santuario della Bassella a Urgnano.

Dalla pianura ai laghi per visitare la Madonna della Torre a Sovere. E dai laghi alla Val Seriana, dove l’itinerario tocca ben sei luoghi sacri: ad Ardesio La Madonna delle Grazie, a Colzate San Patrizio, a Pradalunga della Forcella, ad Oneta la Madonna del Frassino, a Vallalta di Albino la Beata Vergine di Altino e a Nembro la Beata Vergine dello Zuccarello.

Chiude il catalogo la sezione dedicata a “I grandi capolavori”, che brevemente introduce il pellegrino ad alcune delle più importanti opere della terra orobica: la Basilica di Santa Maria Maggiore in città, l’Abbazia di Pontida, la Basilica di Alzano Lombardo, la Chiesa dei Disciplini con la Basilica di Santa Assunta a Clusone, la Chiesa e il Convento di San Bernardino a Caravaggio e le chiese del parco del Romanico negli Almenno. I tre principali musei di arte sacra della provincia chiudono la sezione: Bernareggi di Bergamo, S. Martino di Alzano Lombardo e quello dell’Abbazia benedettina a Pontida.

Il catalogo è diffuso gratuitamente da Turismo Bergamo.

iltitolo.it

Pellegrini in India

Nell’ambito del progetto dell’incontro cristianesimo e induismo, per il secondo anno l’Opera romana pellegrinaggi propone un itinerario nell’India del Nord, da New Delhi a Goa, che prevede la visita ai santuari classici dell’induismo fino al distretto di Goa, dove con san Francesco Saverio approdarono gli evangelizzatori nel 1542, e si stabilirono in particolare le comunità portoghesi.
In una repubblica federale di 3.204.349 kmq con una popolazione di circa un miliardo dove la religione induista rappresenta l’80%, l’islamica l’11%, i sikh il 2%, i buddisti lo 0,7%, seguiti poi dai giainisti e dai cristiani – la regione nord-ovest di Delhi e del Rajasthan (Jaipur) rappresenta una parte dell’immenso territorio, che comprende 25 Stati e 7 territori, ma è pur sempre la porta d’ingresso dell’India (Delhi). Per terminare nel più piccolo Stato dell’India: Goa, con una superficie di 3.702 kmq e una popolazione di 1.250.000, molto più a sud, sul mare arabico, ai confini del Kanataka (Bangalore).
Il Taj Mahal.
Il Taj Mahal
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Delhi o New Delhi
È considerata la "porta dell’India del nord", vasta e caotica, ma ricca di storia e di monumenti: è la capitale federale della Repubblica indiana e la terza città più popolosa dell’India (10.000.000 di abitanti). Il centro della città nuova (New Delhi) è l’immensa piazza circolare, detta Cannaught Place che, attraverso l’arteria stradale del Masturba Gandhi Marg (l’India Gate), introduce agli imponenti palazzi governativi d’epoca inglese. A sud del Rajpath – vasto viale circondato da aiuole e laghetti – vi è l’imponente complesso monumentale del Qutb Minar. Di valore architettonico la chiesa cristiana di Gesù e Maria. Nel 1948 Gandhi è assassinato da un fanatico indù in un parco pubblico cittadino.
Agra
È il centro più noto dell’India, soprattutto per il Taj Mahal, considerato una delle meraviglie del mondo, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel 1983. Fatto costruire dall’imperatore Moghul Shahjehan nel 1631 in memoria della moglie Mumtaz Mahal, morta durante il parto del 14° figlio dopo 17 anni di matrimonio. È il monumento più famoso dell’India, la cui costruzione fu completata solamente nel 1653 e richiese l’impiego di 20.000 operai. Il Forte Rosso, patrimonio dell’Unesco dal 1983, costruzione di vasta estensione che si affaccia sul fiume Yamuna, iniziata dall’imperatore Akbar e poi ampliata dai successivi imperatori. Non tutti i monumenti conservati all’interno sono visibili, tra cui la Moti Masjid (moschea della perla) in marmo. Sosta e visita alla casa di Madre Teresa di Calcutta.
Viaggio in India 1986: Giovanni Paolo II prega sulla tomba del Mahatma Gandhi a New Delhi.
Viaggio in India 1986: Giovanni Paolo II prega sulla tomba
del Mahatma Gandhi a New Delhi (foto Giuliani).
Jaipur
La capitale del Rajasthan, che è il territorio più vasto dell’India del nord. Il paesaggio è pittoresco con flora e fauna di grande varietà e bellezza. Con Delhi e Agra forma il triangolo turistico tipico dell’India – riflette i veri colori e le note caratteristiche dell’India tradizionale, quella dei sari e dei turbanti, come dei gioielli. Le caratteristiche della città sono offerte dalla fortezza Fort Amber che si raggiunge a dorso di festosi e pacifici elefanti. Alla base c’è il lago Mota, dove si immergono gli elefanti, che portano i turisti. La "Città Rosa", così chiamata dal colore dell’arenaria impiegata per la costruzione degli edifici più antichi, sorge nel letto di un lago asciutto, circondata da colline in cima alle quali torreggiano fortezze dalle mura merlate. Infine si possono vedere il palazzo di città del maharaja con il suo museo, l’osservatorio astronomico Jantar Mantar e ammirare il palazzo dei venti.
Goa
L’identità di Goa si può riassumere in una singolare fusione tra due culture diverse, quella latina e quella orientale, e tra due religioni, l’induismo e il cristianesimo. Qui infatti le donne in sari multicolori affollano le chiese cattoliche, le vie cittadine si chiamano "rua" e la gente, non di rado, porta nomi portoghesi. Visita del Bom Jesus, considerato il maggior esempio di architettura cristiana in Asia: contiene la tomba e le spoglie mortali di san Francesco Saverio, che è il patrono di Goa. Visita di Old Goa, la parte storica che ha conservato intatta l’eredità portoghese con le chiese e i monumenti sorti nel periodo coloniale, chiese risalenti al ’500 e ’600, dal tipico stile rinascimentale, barocco e manuelino: chiesa di Nostra Signora dell’Immacolata, cattedrale della Se, chiesa e convento di San Francesco d’Assisi, chiesa di Sant’Agostino, chiesa di San Gaetano, chiesa e convento di Santa Monica.
Bombay (Mumbay)
È la porta d’ingresso dell’India del sud, la sua metropoli più moderna e popolosa, il suo centro economico e finanziario. Capitale dello Stato del Maharashtra, ha 15.000.000 di abitanti, con il maggior tasso d’incremento demografico. Mumbay ha meno storia e monumenti di Delhi. I più significativi: la famosa passeggiata cittadina costituita dal lungomare, detto Marina Drive, il tempio jainista e le torri del silenzio, la casa-museo di Gandhi e altri stupendi monumenti di Bombay risalenti all’epoca della dominazione inglese, come la Victoria Station.

di Gian Luigi Boschi / vitapastorale novembre 2010

Sarà presentata venerdì la Borsa Internazionale del Turismo religioso

Venerdì 29 ottobre 2010 alle ore 12.00 presso la Sala Giunta di Palazzo Dogana,si svolgerà la Conferenza Stampa di presentazione della "Borsa Internazionale del Turismo Religioso e dei Cammini dello Spirito" (BITREL).
L'appuntamento con BITREL -che si svolgerà dal 26 al 28 novembre 2010 - prevede una serie di eventi e spazi "di incontro e confronto", ospitati in tre sedi prestigiose: Palazzo Dogana a Foggia, Convento dei Frati Minori Cappuccini e Chiostro comunale di San Giovanni Rotondo e Castello di Monte Sant'Angelo.
La Borsa Internazionale del Turismo Religioso e dei Cammini dello Spirito è una manifestazione organizzata dalla Regione Puglia, di concerto con la Provincia e la Camera di Commercio di Foggia, il Parco Nazionale del Gargano, Promodaunia, Settimana Santa in Puglia ed i Comuni di Monte Sant'Angelo e San Giovanni Rotondo , ente capofila cui è delegata l'organizzazione generale
Il programma della Borsa Internazionale del Turismo Religioso e dei Cammini dello Spirito sarà illustrato da Federico Massimo Ceschin, responsabile dello staff del sindaco di San Giovanni Rotondo e redattore del progetto

fonte teleradioerre.it

Le potenzialità del turismo religioso nella Città Metropolitana di Reggio Calabria

di Enrico Costa

Il turismo religioso può rappresentare un concreto fattore di sviluppo, oltre che di ulteriore fattore di auto identificazione culturale, per il territorio di Reggio Città Metropolitana.

Si tratta di un fenomeno che, per quanto riguarda il nostro paese, negli ultimi anni ha fatto registrare una vera e propria impennata, e l’ampiezza del fenomeno sottende potenzialmente una rilevante realtà economica, tutta da costruire e/o consolidare.

Dobbiamo però chiarirci sulla natura del fenomeno “turismo religioso”: anche se turismo religioso e pellegrinaggio sono realtà che trovano entrambe il loro presupposto nell’esistenza di santuari, od altri luoghi di culto frequentati da secoli, anche se per esercitare entrambe le forme di “mobilità” religiosa occorre viaggiare, pernottare, consumare pasti, il turismo religioso non è il classico pellegrinaggio.

Per turismo religioso si intende infatti quel tipo di turismo che ha come principale motivazione la visita nei luoghi sì religiosi, e quindi apprezza la loro essenza religiosa, oltre alla bellezza ed alla valenza artistica e culturale, i valori paesaggistici ed il loro inserimento nel contesto territoriale e sociale, ma può essere svolto anche da chi religioso non è.

Non è quindi un fenomeno da trascurare, né da considerare con sufficienza snobistica, perché la sua continua crescita ha addirittura motivato la “Borsa internazionale del Turismo religioso e delle Aree protette” (Aurea), ormai alla quarta edizione, che ha luogo a San Giovanni Rotondo, la “Città di Padre Pio”, per promuove l’incontro fra fruitori di pellegrinaggi ed organizzatori e animatori di pellegrinaggi e di turismo religioso.

Si tratta di una realtà che coinvolge più di 300 milioni di persone l’anno, ed un giro di affari di oltre 18 miliardi di dollari: 4,5 soltanto per quanto riguarda l’Italia, un autentico record negli ultimi due anni, con più di 40 milioni di persone in movimento (una crescita totale del 20%, ben oltre l’annata del Giubileo 2000, con più di venti milioni di pernottamenti).

Una realtà che, per espandersi ulteriormente, non può ammettere improvvisazioni, ma che dovrà basarsi sulla padronanza, da parte di programmatori ed operatori, dei dati di base (geografia, storia, climatologia). Ma anche sulla conoscenza delle lingue parlate dagli operatori e dai turisti, sul come arrivare, sul come spostarsi, sul dove alloggiare, sul cosa vedere, sugli itinerari da seguire, sulle attività ricreative, sui cibi e sulle tipici delle gastronomie locali, sulla sicurezza personale e sul tempo a disposizione dei singoli e dei gruppi.


Se il Cammino di Santiago de Compostela in Galizia – con i pellegrini che diretti al santuario con la tomba di San Giacomo percorrono un itinerario che attraversa la Francia e la Spagna riconosciuto dal Consiglio d’Europa – rappresenta una realtà consolidata, veicolo culturale e spirituale di grande rilievo, radicata fin dal Medioevo e quasi inarrivabile, con le città della Galizia che vantano il 41,2% del turismo religioso europeo, con Lourdes al 35,6% e Fatima al 29,8%.

Il “turismo religioso” non riguarda soltanto i luoghi della fede cristiana, ma è radicato anche nelle altre grandi religioni monoteiste, dall’Islam (basti considerare il grande pellegrinaggio alla Mecca) all’Ebraismo, ed addirittura le precede (un esempio per tutti: basti pensare al pellegrinaggio al tempio di Menfi nell’antico Egitto), coniugando spiritualità con valori altrettanto elevati sul piano storico ed artistico. Se Gerusalemme riesce ad attirare Ebrei, Cristiani e Musulmani, è indubbia l’attrattività, per i Cristiani, di una città come Roma con le testimonianze del cristianesimo delle origini e dei martiri fino al rinascimento ed al barocco e con la presenza del Vaticano, e di una regione come l’Umbria e la spiritualità dei luoghi francescani, ma anche della la Basilica di Sant’Antonio da Padova, del santuario della Madonna di Loreto e della Madonna di Pompei, fino al più recente culto riservato a Padre Pio di Pietrelcina nel santuario di San Giovanni Rotondo (peraltro rilevante architettura del ’900, opera di Renzo Piano).

Gli italiani che partono alla scoperta nel nostro paese dei tanti santuari, monasteri ed eremi presenti ovunque sul territorio, ed in Italia più che altrove (all’incirca circa centomila chiese, oltre ad almeno millesettecento santuari), vengono stimati in 35 milioni l’anno: 14 milioni di pellegrini in senso stretto ai quali vanno aggiunti 21 milioni di turisti spinti da motivazioni culturali che, in vacanza, soggiornano nei monasteri, trovano accoglienza negli eremi, ed ospitalità nelle case delle congregazioni religiose, o più semplicemente visitano, alla ricerca di opere d’arte poco note ma non per questo poco rilevanti, custodite ed esposte nei conventi, nei santuari e nei musei diocesani spesso tagliati fuori dai circuiti turistici “laici”. E non si tratta soltanto di un’utenza anziana o poco colta, tutt’altro. Anzi, è un turismo dinamico e di qualità.

Ce n’è abbastanza per giustificare la ricerca di nuovi siti ed il disegno di nuovi itinerari, e quindi la conoscenza, la promozione e il recupero degli itinerari religiosi meno praticati, cercando e ricercando fra le numerose località .poco note ed ingiustamente sottovalutate, com’è il caso della Calabria con i suoi angoli segreti e con i paesaggi spesso mozzafiato.

La Calabria, che può vantarsi di emergenze monumentali e di siti religiosi di rara fascinazione (oltre alle memorie dell’approdo nel reggino, sulla via di Roma, di Paolo di Tarso – Atti 28,13: «Di qui, costeggiando, giungemmo a Reggio. Il giorno seguente si levò lo scirocco e così l’indomani arrivammo a Pozzuoli» –, l’Apostolo fondatore nel 56 d. C. della Chiesa di Reggio Calabria, sono ben note la Certosa di Serra San Bruno nel cuore delle Serre, il Santuario di San Francesco da Paola, il complesso di Santa Maria dell’Isola a Tropea, l’Abbazia Florense a San Giovanni in Fiore e la Cattedrale di Gerace per non citare che i luoghi già ampiamente noti da valorizzare ulteriormente in una logica integrata), ma anche di una tradizione spirituale diffusa che continuamente si rinnova anche con fenomeni di religiosità di massa (apparizioni mistiche, messaggi soprannaturali, miracoli e profezie, stigmatizzati, carismatici, come Natuzza Evolo a Paravati, fratel Cosimo a Placanica, ed altri veggenti) non può rimanere tagliata fuori dal “turismo religioso”. E con la Calabria anche la Provincia di Reggio, futura Città metropolitana, deve entrare in questi circuiti, dove il bene religioso, spesso localizzato in siti di grande pregio, deve essere visto quale risorsa potenziale per uno sviluppo sostenibile del territorio.

I presupposti, dal Tirreno allo Ionio, dalla collina alla montagna, ci sono tutti, perché il turismo non può essere fatto soltanto di mare, di spiagge e di sole, e perché non mancano né luoghi né memorie, né siti fascinosi, né architetture rilevanti, né tradizioni ancora vivissime al punto di essere fatte proprie, in modo assolutamente improprio dalle organizzazioni ’ndranghetiste al punto tale che a Polsi, proprio ieri, 29 settembre, festa di San Michele Arcangelo, patrono della Polizia di Stato (ed assurdamente autoproclamato dalla ’ndrangheta come “proprio” protettore), Stato e Chiesa, con una “parole d’ordine” molto efficace come «La ’ndrangheta non profani queste zone», e «Restituire il luogo si culto ai valori della legalità» («Il santuario sia luogo di fervente preghiera», ha scritto lo stesso Pontefice), si sono solennemente “riappropriati” del Santuario della Madonna della Montagna da secoli luogo di culto molto partecipato e di sentita spiritualità e profanato dalla peggiore criminalità.

Ma in provincia di Reggio Calabria non c’è soltanto il Santuario della Madonna della Montagna di Polsi, nel cuore dell’Aspromonte, che non solo può ma dovrebbe diventare il “perno” di tutta l’operazione “turismo religioso” metropolitano.

Sono molti i luoghi di culto rinomati, che possono essere oggetto di indagine al fine da individuare, dopo opportuna selezione, una rete territoriale e quindi degli itinerari turistico religiosi proponibile ad un’utenza turistica “esterna”, ma anche “interna” ad una regione che molto spesso non conosce a fondo se stessa, e che va anch’essa incoraggiata. Si va da Ardore (Santuario della Madonna della Grotta) a Bagnara Calabra (Santuario di Maria Santissima del Carmelo); da Bianco (Santuario di Maria Santissima di Pugliano) a Bivongi (Santuario di Mamma Nostra, Chiesa normanna di San Giovanni Vecchio, Basilica di San Giovanni Therestìs e Chiesa di San Giovanni Decollato); da Bova (Santuario Theotokos) a Bova Marina (Santuario della Madonna del Mare); da Bruzzano Zeffirio (Santuario della Madonna della Catena) a Cardeto (Santuario della Madonna di Mallamace); da Cittanova (Chiesa del Rosario, di San Rocco, e Chiesa Madre) a Delianuova (Santuario di Maria Santissima Annunziata); da Gerace (Cattedrale, Santuario di Nostra Signora di Prestarona, Santuario di Santa Maria delle Grazie e Chiesa di San Francesco) a Gioiosa Ionica (Santuario di San Rocco); da Mammola (Santuario di San Nicodemo, Chiesa dell’Annunziata, Chiesa Madre e Monastero di Santa Barbara) a Melito Porto Salvo (Santuario di Santa Maria di Porto Salvo); da Molochio (Santuario della Madonna di Lourdes) a Motta San Giovanni (Santuario di Maria Santissima del Leandro); da Oppido Mamertina (Santuario di Maria Santissima Annunziata a Tresilico e Santuario di Maria SS.ma delle Grazie) a Palmi (Duomo, Chiesa dei Monaci, Parrocchia dell’Immacolata e San Rocco, Chiesa di Sotterra, Santuario della Madonna del Carmine, Santuario della Madonna della Neve, Santuario di Maria Santissima del Carmelo e Santuario di Monte Sant’Elia); da Pazzano (Santuario della Madonna della Grotta di Monte Stella) a Placanica (Santuario Mariano della Madonna dello Scoglio); da Reggio Calabria (Duomo e Santuario della Madonna della Consolazione) a Riace (Chiesa dei SS.mi Cosma e Damiano e Chiesa dello Spirito Santo); da San Giovanni di Gerace (Santuario di Santa Maria delle Grazie) a San Lorenzo (Santuario della Madonna della Cappella); da San Procopio (Santuario di Maria Addolorata) a Seminara (Santuario della Madonna dei Poveri); da Sinopoli (Santuario di Santa Maria di tutte le Grazie) a Staiti (Santuario di Maria Santissima dei Tridetti), fino a Stilo (Duomo, Cattolica, Chiesa di San Francesco e resti del Monastero basiliano).


E non mancano gli eventi come il pellegrinaggio a Polsi che culmina con i festeggiamenti annuali del due settembre, l’oceanica processione reggina della Vara che racchiude l’effige della Madonna della Consolazione che il secondo sabato di settembre, qualsiasi cosa accada e qualunque evenienza si verifichi, ha luogo sempre e comunque da secoli, i grandi festeggiamenti estivi di Palmi (feste di San Rocco, di Maria Santissima della Lettera, o Varia di Palmi, e di Maria Santissima della Montagna sul Monte Sant’Elia), di Siderno (festa di Santa Maria di Porto Salvo) e di Melito Porto Salvo (anche qui festeggiamenti per Santa Maria di Porto Salvo, la cui effige è custodita per gran parte dell’anno nella chiesa principale del fascinoso borgo di Pentedattilo).

Così come non mancano ipotesi affascinanti di itinerari religiosi ben strutturati ed integrati in contesti naturalistico ambientali e paesaggistici di grande qualità e di innegabile fascino, con sempre presente lo scenario dell’Aspromonte.

Si va da un itinerario sulla “fede aspromontana” (che ruota su Polsi, nella Vallata del Bonamico, Zervò e Montalto, nel contesto naturalistico e paesaggistico di Montalto, Saba Sibilia, la parte alta della Fiumara Bonamico, i Piani di Zervò, la Dorsale Tabulare e del “cuore” del Parco Nazionale dell’Aspromonte),

ad un itinerario sull’“ascetismo medievale” (sul versante tirrenico, nel contesto naturalistico e paesaggistico del Monte Sant’Elia, della Costa Viola, della Limina, della Fiumara Amendolea, del Torrente Casalnuovo e di quel versante del Parco Nazionale dell’Aspromonte)

ad un itinerario sugli “antichi santi italo-greci”, con i relativi riti d’ispirazione bizantina (sul versante ionico, nel contesto naturalistico e paesaggistico della Vallata dello Stilaro, delle cascate del Marmarico, del Monte Stella, del Monte Consolino, della Fiumara di Gerace, della Fiumara Amendolea e del corrispondente versante del Parco Nazionale dell’Aspromonte).

a due itinerari dei “santuari mariani”, il primo sul versante tirrenico (nel contesto naturalistico e paesaggistico e paesaggistico dello Stretto di Messina, della rupe di Scilla, della Costa Viola, del Monte Sant’Elia, della Piana degli ulivi e delle cosiddette Dolomiti del Sud, un itinerario) che, con il successivo, “avvolge” il territorio del Parco Nazionale dell’Aspromonte), ed il secondo itinerario mariano che si sviluppa sul versante ionico (nel contesto naturalistico e paesaggistico della rupe di Pentadattilo, della Fiumara di Melito, della Fiumara dell’Amendolea, di Capo Spartivento, della costiera dei gelsomini, di Capo Bruzzano, della Fiumara Bonamico, della Vallata delle Grandi Pietre, della Fiumara Condojanni, della Fiumara Allaro e della Fiumara Stilaro)

Una logica pianificatoria a scala metropolitana, che consideri tutta una serie di attrattività integrative, come le infrastrutture, i servizi e le reti, nonché le ricettività esistenti e potenziali, oltre all’enogastronomia, potrà trasformare un’arida elencazione di siti come la precedente in una ben precisa fisionomia di una “offerta religiosa” in grado di attrarre ed intercettare flussi turistici che, soprattutto in un momento di crisi come l’attuale di un’offerta turistica essenzialmente balneare e con evidenti limiti strutturali che “convivono” con punti di autentica eccellenza, potrà rilanciare la realtà turistica regionale ed anche, dal nostro punto di vista, metropolitana.

A Santiago de Compostela il II Congresso mondiale di pastorale dei pellegrinaggi. In cammino verso i luoghi cari alla pietà popolare, per rinnovare la vita cristiana

L’incontro di Emmaus rivive nei santuari d’oggi

DA SANTIAGO DE COMPOSTELA

MICHELA CORICELLI - avvenire.it

Crocevia di fede, cultura, accoglienza: il pellegrinaggio come «cammino di e­vangelizzazione ». Non è affatto ca­suale che il secondo Congresso mondiale di pastorale dei pellegrinaggi e santuari – che si concluderà a Santiago di Compostela doma­ni sera – faccia riferimento a Emmaus come «paradigma del pellegrino». Diciotto anni do­po la prima edizione, che si celebrò a Roma, il capoluogo della Galizia ospita l’incontro in coincidenza con l’Anno Santo compostelano. Oltre 250 persone di 74 Paesi e dei cinque continenti – vescovi, sacerdoti, rettori di san­tuari, membri di associazioni ecclesiastiche e agenzie che organizzano pellegrinaggi – si confrontano, in questi giorni, su temi chiave: dall’accoglienza personalizzata alle celebra­zioni della Penitenza e dell’Eucarestia al ter­mine del pellegrinaggio; dalla pietà popola­re ai santuari come risorsa di evangelizza­zione delle Chiese che rinascono; dalla pa­storale per i pellegrini alla collaborazione con gli enti civili.

Bentoglio: accoglienza, sfida pastorale. «L’o­biettivo prioritario del Congresso – come a­veva spiegato il sottosegretario del Pontificio Consiglio per la pastorale dei migranti e iti­neranti, padre Gabriele Bentoglio – è au­mentare la consapevolezza che il pellegri­naggio è una grande risorsa di fede e cultura e dunque vale la pena migliorare senza pau­sa le strutture di accoglienza e offrire i mez­zi opportuni per l’assistenza pastorale di co­loro che si avvicinano al luogo di fede». Il mes­saggio di Benedetto XVI al Congresso – in­viato attraverso il presidente del Pontificio Consiglio per i migranti, l’arcivescovo Anto­nio Maria Vegliò, e l’arcivescovo di Santiago, Julian Barrio – ricorda che la riflessione fon­damentale dell’appuntamento riguarda i «pellegrinaggi ai santuari, come manifesta­zione di vita cristiana e spazio di evangeliz­zazione ».

Vegliò: proposta d’incontro con Dio. Quel messaggio serve da orientamento dei lavori del Congresso: in esso sono contenute «cin­que idee» fondamentali, spiega Vegliò. Ma come «approfondire la potenzialità evange­lizzatrice dei pellegrinaggi»?. In primis avva­lendosi «dell’attrattiva che li caratterizza». Ma ci sono altri passaggi: «Dobbiamo curare il ti­po di accoglienza che forniamo» e «sintoniz­zarci sulle domande che sgorgano dal cuore del pellegrino». Non basta: «La nostra pro­posta deve essere fedele al carattere cristia­no del pellegrinaggio, senza riduzionismi» e inoltre bisogna «aiutare a far scoprire al pel­legrino che il suo cammino ha una meta pre­cisa ». In sintesi, «cercare di condurre le per­sone a Cristo». Inevitabile il richiamo alle pa­role di Giovanni Paolo II quando invitava ad «approfittare pastoralmente di queste occa­sioni, magari sporadiche, dell’incontro con anime che non sempre sono fedeli a tutto il programma di una vita cristiana, ma che qui vengono guidate da una visione alle volte in­completa della fede, per cercare di condurle al centro dell’unica salda pietà, Cristo Gesù, Figlio di Dio Salvatore». Fondamentale, quin­di, come indica il messaggio di Benedetto X­VI, è la cura dell’accoglienza in tutti i suoi det­tagli, dai più semplici all’accompagnamen­to personale, sottolinea Vegliò. Il tutto, senza mai dimenticare che «la vera meta del pelle­grinaggio non è esso stesso, né un luogo con­creto », ma l’incontro con Dio.

Barrio: pellegrini, testimoni di Gesù. Con un intervento dedicato ai Cammini di Emmaus e di Santiago, Barrio ha messo l’accento sui pellegrini come «testimoni di Cristo risorto»: «Il pellegrinaggio è un fatto spirituale che può portare chi non lo possiede ad accogliere il dono della fede» oppure può «rivitalizzarlo in coloro che già lo possiedono».

Turismo religioso, una nuova fiera a Bergamo

Trecento milioni di viaggiatori all'anno e un fatturato di 18 miliardi di dollari nel mondo: così il turismo religioso conquista nuove fette di mercato. Anche in Italia, dove gode di un giro d'affari di 4 miliardi di euro e contribuisce a de-stagionalizzare i flussi turistici, equilibrando la presenza degli ospiti nei vari periodi dell'anno.

Al segmento è dedicata la manifestazione fieristica "Il cammino dello spirito-Luoghi e percorsi", che si svolgerà dal 24 al 25 settembre 2010, presso la fiera di Bergamo, organizzata da Gecoplan srl in collaborazione con il Gruppo Editoriale Viator, e il patrocinio della Diocesi di Bergamo e del benestare dell'Ufficio nazionale per la Pastorale dello Sport, del turismo e del tempo libero della Conferenza Episcopale Italiana.

Nei due giorni della manifestazione verranno presentate le proposte di espositori e seller (animatori parrocchiali, incaricati diocesani e tour operator specializzati) tra cui itinerari, già conosciuti o inediti, che possano coniugare il bisogno di spiritualità a quello artistico e culturale, proponendo le eccellenze dell'offerta turistica regionale, nazionale ed internazionale.

Il clou della manifestazione sarà il convegno dal titolo "Da Gerusalemme. Il viaggio nelle tre religioni monoteiste" che sabato 25 settembre alle 10.30 vedrà la partecipazione di rappresentanti della religione cattolica, della religione e cultura islamica e della religione e cultura ebraica.
affaritaliani.it

È Lui il bastone del nostro cammino

di Antonio Maria Mira - avvenire.it 1 agosto 2010


La salita. È l’elemento che caratterizza la nostra prima tappa sul 'Camino de Santiago'. Che l’accompagna, la racconta. Su verso O’ Cebreiro, 12 chilometri da Vega de Valcarce, 600 metri di dislivello, fino a raggiungere quota 1293, splendido balcone sulle valli galiziane. Salita come metafora della vita, come faticosa crescita, insieme.

Aiutando chi, meno abituato, arranca sulle volte del sentiero. Insieme come abbiamo passato la notte, tutti e cinquanta nella grande palestra del paese.

Negli albergue, gli ostelli per pellegrini, non c’era posto per tutti. E allora fuori stuoini e sacco a pelo per un sonno rigeneratore prima di affrontare la salita. Sveglia alle 5.30, colazione comunitaria (anche così ci si conosce meglio). Una preghiera al Signore, di ringraziamento e di richiesta di sostegno, 'bastone del nostro cammino'. Gli incontri con Lui, lungo il nostro sentiero, si ripetono.

Ogni chiesetta è aperta per i pellegrini, col tavolo dove apporre i timbri sulla 'Credential del Peregrino' per documentare di aver percorso almeno 100 chilometri a piedi e ottenere la Compostela, il documento che certifica la partecipazione al 'Camino'.

Così nella minuscola San Juan Bautista a Ruitelan, nell’aerea San Andreas a La Faba (siamo a più di metà tappa e c’è anche una freschissima fontana) e nella bellissima chiesa preromanica di Santa Maria a Real a O’Cebreiro.

Occasioni di preghiera, a piccoli gruppi, mentre la fila si sgrana. Ma nessuno è lasciato da solo. Chi ha più fiato ed esperienza dà una mano ai novelli. Compaiono le prime vesciche e i miracolosi cerotti che tutti i camminatori conoscono bene. Intanto il sentiero sale nel bosco di querce e castagni, seguendo il corso del rio Valcarcel, prima in terra poi a pietroni, lucidati dal passaggio di migliaia di pellegrini. E sono proprio tanti quelli che incontriamo.

Un saluto e via. Il sentiero esce dal bosco, tra praterie e profumati cespugli di macchia. Ecco la grande lapide che segna il confine tra la Castiglia e la Galizia e che ci annuncia 152,5 chilometri a Santiago. Un ultimo strappo e siamo a O’Cebreiro, dove nel 1207 un gruppo di monaci costruì un ospedale per i pellegrini.

Noi, invece, siamo attesi da un’altra accogliente palestra.

Turisti e turiste poco vestite? Nella Città del Vaticano non si entra!

Giro di vite in Vaticano per chi, complice la calda estate, veste in modo succinto: da oggi non è più possibile entrare nel territorio di Città del Vaticano vestendo pantaloncini corti e canottiere. A tutti coloro che lo fanno verrà richiesto di potersi coprire prima di accedere nei confini dello stato più piccolo del mondo. Il divieto veniva in precedenza applicato solamente all'ingresso nella Basilica di San Pietro, ma le guardie che si trovano nei punti principali di ingresso di Città del Vaticano, compresi i Musei Vaticani stanno da oggi intervenendo segnalando tutti quelli che accedono con abbigliamento inappropriato. Molti che si presentano con abbigliamento idoneo a passeggiare per le vie di Roma si ritrovano invece respinti all'ingresso del Vaticano.

Il nuovo decreto, in particolare sembra volto a “colpire” coloro che utilizzano shorts e abbigliamento che lasci le spalle nude, e sta costringendo numerosi turisti ad arrancare alla ricerca di negozi per comprare scialli, sciarpe e paia di pantaloni più idonei al superamento del “blocco di frontiera”. L'Impudico abbigliamento era stato specificatamente escluso da San Pietro per decenni ed i funzionari del Vaticano sono particolarmente allenati nell'individuare gli abbigliamenti inappropriati tra il grande flusso di fedeli e visitatori che acce nella Città del Vaticano. C'è comunque un po' di malumore tra gli abitanti della zona intorno al Vaticano, dato che anche solo per accedere in farmacia, ufficio postale è ora richiesto un abbigliamento più formale, e molti romani sono rimasti sconcertati da questo giro di vite a reprimere alcune forme di abbigliamento estivo.
ilturista.info