Ecco le 10 piste da sci più belle del Nord. Tour sulle migliori cime dell’arco alpino in avvio di stagione

di Ida Bini

Più 3 percento: è questo l’incremento rispetto allo scorso anno degli arrivi secondo i dati dell’Osservatorio turistico della montagna italiana per la stagione invernale che sta per cominciare. E’ positivo il bilancio del comparto del turismo invernale in montagna, che nel nostro Paese rappresenta l’11,3 percento del sistema turistico complessivo. Le mete per gli appassionati di sci e di passeggiate tra i boschi sono tantissime e ognuna risponde alle diverse esigenze: su tutto l’arco alpino, da est a ovest, le stazioni sciistiche, in apertura da fine novembre ai primi di dicembre, sono sempre più innovate, accoglienti, sicure e comode, condizioni fortemente richieste da tutti gli appassionati di montagna. Nei migliori comprensori italiani ai bellissimi paesaggi si affiancano impianti di risalita, strutture ricettive e servizi all’avanguardia e di alta qualità, oltre all’offerta di appuntamenti allettanti e di tradizioni da riscoprire. A pochi giorni dall’inaugurazione della stagione, ecco una personale classifica delle dieci piste più belle e invitanti d’Italia.

1) Olimpia delle Tofane è la spettacolare pista di Cortina d’Ampezzo, mondana ed elegante cittadina delle Dolomiti bellunesi. Il tracciato, sede dal 1993 delle gare di Coppa del mondo di sci femminile, si trova sul versante nordovest della conca d’Ampezzo, ai piedi del monte Tofane: parte a 2.300 metri dal rifugio Pomedes, compie un tratto abbastanza tranquillo per poi piombare in mezzo ai due roccioni con una pendenza mozzafiato. La pista alterna rettilinei a grandi curve, canaloni a muri impegnativi e finisce nel bosco con muretti sempre più ripidi che si affrontano a velocità piuttosto elevate. Le montagne che circondano Cortina - le cime del monte Cristallo e delle Tofane - offrono 140 chilometri di piste per lo sci alpino e avveniristici trampolini per il freeride e lo snowbord, piste da bob, snow rafting e slittino ad alta velocità, oltre a splendidi anelli dove praticare lo sci di fondo tra boschi e laghetti alpini. La stagione sciistica inizia il 29 novembre. Info:www.dolomitisuperski.com

2) Saslong è la mitica pista nera di 3 chilometri e mezzo che corre lungo i pendii del Ciampinoi a Santa Cristina, cuore della Val Gardena. Da decenni, su questo adrenalinico tracciato del comprensorio Sella Ronda, si sfidano i campioni del mondo della discesa libera e del superG: si parte da 2.254 metri d’altezza e si scende velocemente attraverso muri di neve fino agli impianti di risalita di Santa Cristina. E’ un tracciato pensato per gli sciatori più esperti perché presenta molti muri e zona ghiacciate che aumentano le difficoltà e la velocità. Saslong, che prende il nome dall’imperante vetta Sassolungo, è stata premiata da riviste specializzate del settore come la pista più bella d’Italia per le caratteristiche tecniche e per la presenza di paesaggi mozzafiato sulle vette dolomitiche del Sassolungo, del Puez e del gruppo del Sella. Nei dintorni si aprono chilometri e chilometri di piste di diverse difficoltà e per ogni sport invernale: dallo sci alpino alle scalate su cascate di ghiaccio e alle ciaspolate, anche notturne. La stagione sciistica inizia il 5 dicembre. Info:www.valgardena.it

3) Ventina, 11 chilometri di divertimento e adrenalina, è la pista più famosa e sfavillante del comprensorio Breuil-Cervinia Valtournenche, in Valle d’Aosta. Il percorso, dominato dal Cervino (Matterhorn) con i suoi 4.478 metri di altezza, parte dai 3.500 metri del Plateau Rosa, all’uscita della grande funivia, con vista sul monte Bianco, sul Gran Paradiso e sulle cime della Svizzera e scende fino ai 2.000 metri di Cervinia. La pista ha caratteristiche da rossa con gobbe e serpentine ma è accessibile anche per gli sciatori meno esperti perché è larga e panoramica. Il comprensorio Breuil-Cervinia, tra Italia e Svizzera, offre più di 200 chilometri di piste per lo sci alpino, adatte a ogni livello di difficoltà; 13 chilometri per lo sci di fondo; 2 snowpark (uno è il più alto d’Italia) e 3 aree dedicate ai bambini. La stagione sciistica è già partita. Info: www.cervinia.it

4) Kandahar Banchetta Giovanni Nasi è il tracciato da discesa libera più famoso della Via Lattea, uno dei caroselli sciistici più grandi al mondo che offre più di 400 chilometri di piste e riunisce i comprensori di Sestriere, San Sicario, Sauze d’Oulx in Piemonte e Montgenègre in Francia. Il tracciato, che scende dai 2.807 metri del monte Motta fino a Sestriere, è sinuoso ed è pensato per gli sciatori esperti che vogliono cimentarsi in curve mozzafiato e in veri muri adrenalinici, come quello che corre parallelo allo skilift. Lungo il percorso la pista diventa più tranquilla e larga, quindi più affollata di sciatori, fino all’arrivo nel bosco, dove ricominciano i muri impegnativi e i curvoni veloci. Il tracciato è dedicato all’imprenditore Nasi, imparentato con la famiglia Agnelli, che contribuì a fondare la località di Sestriere da semplice colle innevato a grande stazione sciistica. Le piste del comprensorio ospitano da sempre grandi campioni dello sci, dal mitico Zeno Colò ad Alberto Tomba, e importanti appuntamenti sportivi: qui si è svolta per la prima volta nel 1967 la Coppa del Mondo, nel 1997 i Mondiali di sci e le Olimpiadi nel 2006. La stagione sciistica inizia il 6 dicembre. Info:www.consestriere.it
5) Swatch Mottolino Snowpark è la mecca del freestyle di Livigno, località valtellinese disposta su un altopiano a 1.800 metri di quota, quasi al confine con la Svizzera. Il divertente e adrenalinico parco del Mottolino è il luogo ideale per chi ama praticare lo snowbord e fare salti acrobatici sulla neve: suddiviso in 5 linee – dalla XS pensata per i livelli più bassi alla XL – è tra i migliori palcoscenici d’Italia per esibizioni internazionali e terreno d’allenamento per i più forti freeskier e snowboarder d’Europa. Sorge a 2.400 metri d’altezza nei pressi del rifugio M’eating Point, lo snowpark è servito da una seggiovia 4 posti ad agganciamento automatico ed è lungo 700 metri. Il comprensorio di Livigno, da Carosello 3.000 al Mottolino, offre anche 12 piste nere, 37 rosse e 29 blu per principianti o per chi scia con i bambini; 30 chilometri di piste per lo sci di fondo e l’attrezzatissimo snowpark Amerikan con 12 rail e 2 jump, ideale per chi ama fare acrobazie. La stagione sciistica inizia il 19 dicembre ma il parco e molte piste aprono il 29 novembre. Info: www.livigno.eu/it

6) Si chiama Paradiso la mitica pista del passo del Tonale, anfiteatro naturale che delimita la Val di Sole dalla Vallecamonica, tra Lombardia e Trentino, adagiata all’ombra del ghiacciaio del Presena. Il tracciato, aperto dal 1963, ha fatto la storia dello sci alpino: è una pista nera, lunga 3 chilometri, che parte da passo Paradiso a 2.585 metri d’altezza con un dislivello di 734 metri, caratterizzata da continue serpentine e da muri che arrivano fino al Tonale, dove si giunge in piena velocità. È una pista molto tecnica, esposta a nord, quindi con molti tratti ghiacciati. Dal ghiacciaio a fondo valle c’è anche la sorprendente pista Tonalina, che scende fino a Ponte di Legno per undici chilometri. Gli impianti di risalita per le piste del ghiacciaio sono già in funzione. Info: www.passotonale.it

7) La pista Gran Risa, nel cuore del comprensorio altoatesino dell’Alta Badia e sede delle gare della Coppa del mondo maschile di slalom gigante, è la storica pista dove il grande campione di sci alpino Alberto Tomba ha gareggiato più volte. Si parte dai 2.077 metri di Piz La Ila, all’uscita della funivia, e si arriva dopo 650 metri di dislivello al paese di La Villa. Dal muro iniziale del tracciato, un cartello indica due percorsi: a destra c’è la variante più facile mentre a sinistra parte quella più difficile e famosa, consigliata solo agli sciatori più esperti, cioè la pista nera numero 17 dedicata a “Tomba la bomba”. Il percorso, lungo oltre un chilometro con un dislivello di ben 448 metri, attraversa un bellissimo bosco di conifere. La stagione sciistica inizia il 5 dicembre. Info: www.altabadia.org

8) Trametsch è la pista più lunga dell’Alto Adige a Bressanone e una delle più impegnative con pendenza del 65 percento. Il leggendario tracciato misura 9 chilometri ed è classificato come pista nera più per la durata che per le caratteristiche tecniche, comunque assai impegnative. Il tracciato parte dal rifugio Plose a 2.446 metri d’altezza e scende seguendo le curve morbide e i larghi pendii della cima, da cui si gode un paesaggio mozzafiato sul gruppo delle Odle. Poi, a Valcroce, la pista si infila nel bosco con curve improvvise e bruschi cambi di pendenza con una magnifica veduta sulla Valle Isarco; dopo la stazione intermedia la pista si restringe e aumentano curve e dossi. Nel comprensorio si possono effettuare ogni genere di sport invernale su più di 40 chilometri di piste e, in particolare, lo slittino su RudiRun, la pista naturale più lunga dell’Alto Adige. La stagione sciistica inizia il 6 dicembre. Info: www.plose.org

9) La pista della Marcialonga della Val di Fiemme e Fassa è tra i tracciati “top” per chi pratica il fondo. Qui da 40 anni, a fine gennaio, si svolge la storica competizione di sci di fondo, che attraversa boschi di abeti rossi, distese di neve bianca e stretti passi in un tracciato spettacolare, lungo 70 chilometri. La pista, che si percorre con gli sci ma anche con le ciaspole e le racchette da neve, si snoda tra le vallate e i borghi delle Val di Fassa e di Fiemme, da Moena a Predazzo. Tra le curiosità del tracciato c’è il più esteso bosco dell’arco alpino, dove tra più di sessanta milioni di alberi sorge l’evocativa “foresta dei violini”, i rarissimi abeti rossi il cui legno veniva utilizzato da Antonio Stradivari e da altri grandi maestri liutai del Seicento e del Settecento. Va anche ricordato che lo sci di fondo nacque proprio nelle valli di Fiemme e Fassa come mezzo di spostamento; oggi si pratica nel SuperNordicSkipass, il primo e più grande circuito italiano per lo sci di fondo che comprende 150 chilometri di piste di Passo Lavazé e di lago di Tesero e degli anelli di Bellamonte e dei paesi del fondovalle uniti alla pista della Marcialonga. La stagione sciistica inizia il 29 novembre. Info:www.valdifiemme.it

10) La pista Franco Berthod, a La Thuile in Valle d’Aosta, è considerata una delle più difficili e spettacolari dell’arco alpino per la presenza di neve ghiacciata e di muri con fortissimi dislivelli. Omologata per le gare di Coppa del mondo di sci alpino, è introdotta dall’inquietante cartello “pista per sciatori esperti”. E c’è da crederci perché dossi e muri richiedono una buona preparazione tecnica. Il comprensorio offre oltre 160 chilometri di piste, anelli e tracciati per ogni tipo di sport invernale. La stagione sciistica inizia il 20 novembre. Info: www.lathuile.it

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Centro e Sud d’Italia sugli sci: le 7 piste più belle

di Ida Bini

Per gli appassionati di montagna e di sport invernali anche le regioni centrali e meridionali d’Italia offrono accoglienti comprensori sciistici con piste avvincenti, alcune delle quali particolarmente amate e spettacolari. Tra queste la più bella, secondo una classifica stilata da autorevoli riviste specializzate, è la direttissima Monte Pratello di Rivisondoli, in Abruzzo, seguita dalle piste toscane dell’Abetone, disegnate dal grande campione Zeno Colò. Oltre a queste due rinomate località, esistono anche piste suggestive con vista mare e tracciati morbidi tra gli Appennini, tutti da scoprire.

1) La pista Direttissima di Rivisondoli è un vero gioiello, lungo poco più di due chilometri, che fa parte del comprensorio più esteso del centro-sud Italia, lo Skipass Alto Sangro in Abruzzo, con 150 chilometri di piste da discesa e 60 di anelli per fondisti. Il tracciato parte da 2.000 metri sul monte Pratello di Roccaraso-Rivisondoli, vicino alla stazione d’arrivo della cabinovia a 6 posti, con una magnifica vista sulla grande area sciistica, Pizzalto, Aremogna e le montagne circostanti, dominate dalle Toppe del Tesoro. Superato il muro iniziale, la pista nera prosegue con numerosi cambi di pendenza e curve emozionanti per diventare più accessibile nella seconda parte, che tuttavia risulta molto veloce e tecnica. Verso la fine del percorso incontra l’altro tracciato nero del comprensorio, la pista Del Bosco, che proviene da destra e che arriva fino a valle unendosi, alle facili M1 Azzurra e P1 Fontanile. Per poter ospitare alcune gare internazionali il tracciato è stato modificato con dossi e con la riduzione dei tre cambi di pendenza iniziali. La stagione sciistica inizia ufficialmente il 13 dicembre. Info: www.skipassaltosangro.net

2) All’Abetone, in Toscana, si scia sul monte Gomito lungo la spettacolare Colò 3, una delle tre piste disegnate nel 1974 da Zeno Colò, grande campione olimpionico degli anni Cinquanta. Il tracciato è molto bello per i paesaggi mozzafiato che offre e per le sue qualità tecniche - continui cambi di pendenza e curve strette - che tuttavia possono essere affrontati anche dagli sciatori meno esperti. L’Abetone è senz’altro la stazione sciistica più famosa e tra le più frequentate dell’Appennino per la presenza di 50 chilometri di piste, di ogni livello di difficoltà, che ospitano gare di Campionati internazionali di sci. Oltre ai 30 tracciati, l’area offre anche 18 chilometri di piste da fondo e numerosissimi sentieri tra i boschi dove camminare e ciaspolare. La stagione sciistica inizia il 29 novembre. Info: www.abetone.it

3) Emozioni e adrenalina alle stelle sulle piste rosse di Etna Nord in Sicilia, dove si scia sul grande vulcano con vista sul mare. E’ un’esperienza unica scendere immersi in un paesaggio che regala contemporaneamente il candore della neve, il nero della roccia lavica e il blu dello Ionio che bagna la costa catanese. Le piste, dominate dall’imponente cratere di 3.350 metri, si trovano tra i 1.800 e i 2.400 metri d’altezza nell’area sciistica di Piano Provenzana-Linguaglossa, che offre complessivamente 6 piste di cui 4 rosse – Coccinella, monte Conca alto e due Anfiteatro – e 2 blu - monte Conca basso e la baby Tanaurpi - servite da una seggiovia e 3 skilift. L’altro comprensorio sciistico è Etna Sud e si estende da Nicolosi a Montagnola per circa 20 chilometri con 6 skilift e un’ovovia. L’area sciistica del grande vulcano offre anche numerose piste per chi pratica lo sci di fondo: Piano Vetore, vicino a Nicolosi, Piano Provenzana e l’anello di Maletto. La stagione sciistica inizia il 3 gennaio 2015 mentre quella del comprensorio Etna Sud è anticipata al 13 dicembre. Info:www.etnasci.it

4) La pista Rossa di Camigliatello Silano è un suggestivo tracciato di due chilometri, ampio e sinuoso, sulla Sila centrale, il più esteso altopiano d’Europa nel cuore della Calabria, dove si scia e ci si sposta con le slitte trainate dai cani. E’ una vera sorpresa e un’insolita destinazione nel più grande bosco d’Italia, 150 mila ettari di immense foreste primordiali, intervallate da pianori e altopiani, boschi di conifere, distese innevate a perdita d’occhio e vette che variano tra 1.368 e i 1.765 metri, in provincia di Cosenza. A circa 1 chilometro dal centro di Camigliatello, presso il rifugio del Tasso, partono gli impianti di risalita che arrivano in quota sul monte Curcio, da dove si scende sull’impegnativa pista Rossa o sulla Blu, più facile e lunga. Nella parte bassa, dove confluiscono i due tracciati, si trova un campetto pianeggiante con scuole di sci per principianti. Il comprensorio sciistico di Camigliatello Silano offre nel complesso 60 chilometri di piste, numerosi anelli per fondisti, aree specializzate per lo snowboard e sentieri per fare escursioni con le ciaspole, le racchette da neve, con le motoslitte o a cavallo. La stagione sciistica inizia il primo gennaio 2015. Info: www.calabriaski.it

5) La pista Del Caprio è la più famosa e tra le più frequentate della stazione di Campitello Matese-San Massimo, in Molise. Il tracciato rosso parte dall’omonima seggiovia di Monte Miletto, a 1.890 metri d’altezza, e scende al Pianoro per poco più di 2 chilometri. La pista Del Caprio, assieme al tracciato Cristallo, ha ricevuto l’omologazione della Federazione internazionale di sci per poter disputare gare di Coppa del Mondo. Campitello Matese, frazione di San Massimo, è la più rinomata località sciistica del Molise con 40 chilometri di piste e 7 impianti di risalita che accolgono diverse discipline sportive, dallo sci alla mountain bike, dall’arrampicata su roccia allo sci di fondo con tre anelli di varia difficoltà. L’apertura della stagione sciistica è prevista per il 6 dicembre. Info:www.campitello.com

6) La pista nera Direttissima Paletta del comprensorio sciistico del Cimone, il più grande dell’Emilia Romagna, è tra le più ambite dell’Appennino centrale. Il tracciato scende da Pian Cavallaio fino al Passo Lupo con continui cambi di pendenza e tratti bellissimi ma molto impegnativi. Oltre alla discesa nera Catinaccio, le piste dell’area sciistica del Cimone sono quasi tutte rosse, cioè di media difficoltà, e si snodano per 50 chilometri tra le vette del monte Cimone e del Cimoncino, alti rispettivamente 2.165 e 2.000 metri. Il comprensorio è una delle mete preferite dagli snowborder per l’alto numero di percorsi fuori pista. Infine, va segnalato il baby- park Cimonelandia, in località Lago della Ninfa, attrezzato parco dei divertimenti sulla neve per gli sciatori più piccoli. L’apertura della stagione è prevista per il 6 dicembre. Info: www.cimonesci.it

7) Sempre sull’Appennino bolognese si scia sulla pista Tomba 1, a Corno alle Scale, l’unica stazione in provincia di Bologna, tra i monti Cornaccio e Cupolino. Il tracciato, intitolato al grande campione Alberto Tomba che si allenava in questo comprensorio, è una pista rossa di 2 chilometri e mezzo con più di 500 metri di dislivello. L’area offre 15 chilometri di piste per lo sci alpino, due anelli di 8 chilometri per il fondo, uno snowpark attrezzato per gli snowbordisti e un babypark, collegati da 5 seggiovie, uno skilift e due tapis roulant. Belli sono gli itinerari nei pressi dei rifugi Le Malghe e Duca degli Abruzzi. L’apertura della stagione sciistica è prevista per il 6 dicembre. Info: www.cornosci.it

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Boom di libri di cucina, il vero gusto è dei volontari


Mentre siamo in attesa di leggere lo stato di salute dell'Italia, secondo l'annuale rapporto del Censis, succede di registrare contraddizioni e paradossi. Come il numero 1.048, ovvero i titoli di libri di cucina usciti in un anno: il doppio rispetto a 10 anni fa. A spingere questa mole di carta sono le trasmissioni televisive, gli chef diventati star e quant'altro. Il paradosso, tuttavia, è che in Italia si registra un altissimo numero di persone che hanno accesso insufficiente al cibo: ben sei milioni di persone, di cui un milione e mezzo di minori.
Ora, tutto questo – potrebbe ribattere l'alzaspalle di turno – fa parte delle contraddizioni di qualsiasi Paese, anzi, altrove è anche peggio. Ma di certo non vogliamo pensare che sia la politica del tanto peggio (altrove) tanto meglio (da noi) che abbia ispirato il ministero dell'Agricoltura a dire, almeno in un primo momento, che adesso ci sono altre priorità, per cui i rappresentanti del Banco Alimentare nemmeno sono stati ricevuti. 
L'ho letto su queste pagine e qualcosa non mi è tornato: come può essere accantonato il bisogno di sei milioni di persone che devono nutrirsi come tutti, tutti i giorni? (ma ieri, per fortuna, è stato annunciato un cambio di rotta). A questo punto si intuisce che alcune misure tanto sbandierate non scalfiscono una situazione di fondo, che invece richiede un progetto. Ma chi ci sta pensando? 
L'altra sera ero a cena con quattro imprenditori e, chiacchierando, ho scoperto che la domenica mattina si erano ritrovati alla mensa dei frati francescani per far da mangiare ai poveri. E parlavano di cosa avevano cucinato e del perché era importante che tutto fosse buono, presentato bene, su una tavola apparecchiata. Hanno acquistato tutto loro, lo hanno cucinato, dopo aver lavato per terra e creato un ambiente accogliente. Ho chiesto loro, stupito: che cosa vi ha portato lì? «I nostri figli – mi hanno risposto –, perché abbiamo scoperto che facevano quel gesto; quando s'è posto il problema di coprire dei turni, abbiamo chiamato a raccolta altri». 
Ed eccoli, questi imprenditori, anche di successo, che vivono quello che si chiama laicamente "principio di restituzione" e cristianamente risposta ai segni che si colgono nel vivere. Ascoltandoli mi sono commosso, perché ho visto il legame fra gli appassionati di cucina e il bisogno. Se i primi non hanno nell'orizzonte di una passione, anche il bisogno, il gusto (che è per tutti, perché tutti lo percepiscono) diventa un'ipocrisia. 
Fare invece da mangiare per l'altro, e bene, significa annunciare qualcosa che esiste e che parla. Piccoli gesti, come quello che tutti potremo fare il 29 novembre durante la Colletta alimentare. E dobbiamo farlo oggi più che mai, nel caso qualcuno che ne ha responsabilità non facesse il suo piccolo gesto, che gli compete, di ascoltare i volontari per costruire un progetto. È un'urgenza.
avvenire.it

Meno burocrazia per salvare l'agroalimentare

L'agroalimentare italiano tiene testa alla crisi, ma corre sull'orlo del baratro. È il messaggio lanciato qualche giorno fa da Agrinsieme - che riunisce organizzazione agricole e cooperative -, e Nomisma con un rapporto che ha messo in fila numeri positivi e prospettive incerte.
Stando a produttori e coop, tra 2007 e 2013 il comparto ha registrato una crescita del valore aggiunto del 6% (a prezzi correnti) contro la flessione, rispettivamente del 18% e dell'11%, segnata nello stesso periodo dal manifatturiero e dalle costruzioni. A preoccupare, tuttavia, è il calo dei consumi interni (-14% dal 2007 al 2013), al quale si contrappone un export positivo che non corre però ai ritmi di quello della concorrenza di altri Paesi. Basta pensare, dice la ricerca, che la Germania, solo sui prodotti trasformati, esporta il doppio dell'Italia (54 miliardi contro 27), mentre la Francia arriva a 43 miliardi. In questo modo, nonostante le esportazioni agroalimentari italiane abbiano registrato una crescita negli ultimi 10 anni, la quota di mercato detenuta dall'Italia a livello mondiale è diminuita dal 3,3% al 2,6%. Condizione che deve far pensare, visto che il futuro del settore pare si giochi proprio oltre confine, con un forte aumento della domanda di alimenti.
La morale è semplice. C'è, è stato spiegato, un enorme potenziale di crescita sui mercati internazionali, ma la forza del brand del made in Italy non è oggi supportata da una produzione e distribuzione altrettanto solide. I punti deboli sono conosciuti da tutti: un tessuto di imprese in gran parte di piccole dimensioni che stentano a organizzarsi nella competizione sui mercati esteri, costi produttivi troppo elevati (a cominciare dalle spese per l'energia), una logistica complicata e una burocrazia che frena l'espansione delle imprese. Tutto senza contare il peso delle cosiddette "strutture intermedie".
Che fare di fronte a tutto questo? Risolvere i problemi prima che aggravino la situazione; puntare quindi ad aziende economicamente più grandi, a costi energetici più bassi, a cooperare di più e litigare di meno. Sperando anche in qualche effetto positivo del piano Agricoltura 2.0 che il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina ha presentato proprio in coincidenza con il rapporto Agrinsieme-Nomisma. Un insieme di misure che, ad esempio, prevede un taglio della burocrazia per oltre 1,5 milioni di aziende agricole attraverso sei nuovi strumenti come la la domanda per i fondi europei della precompilata e l'anticipo a giugno per tutte le aziende del pagamento del 100% degli aiuti. Prevista anche l'anagrafe unica delle aziende agricole, una Banca dati unica dei certificati, un solo fascicolo aziendale e un'unica domanda di aiuto.
avvenire.it

Turismo conclusa la XIII conferenza delle Alpi

Preparate le “Linee Guida per l’adattamento ai cambiamenti climatici a livello locale nelle Alpi”
Venerdì 21 novembre la Sottosegretaria del Ministero italiano dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Barbara Degani ha presieduto la XIII. Conferenza delle Alpi, nella quale ministri e alti rappresentanti dei paesi europei (Austria, Francia, Germania, Italia, Liechtenstein, Monaco, Slovenia e Svizzera), nonché diversi rappresentanti delle organizzazioni facenti parte del gruppo degli osservatori, hanno discusso importanti questioni per lo sviluppo delle Alpi e per la protezione dell’ambiente alpino. I più importanti temi trattati sono stati: 

Sotto la guida della presidenza italiana sono state preparate le “Linee Guida per l’adattamento ai cambiamenti climatici a livello locale nelle Alpi”. Inoltre, la Convenzione delle Alpi e la Convenzione dei Carpazi hanno adottato una Posizione comune riguardo ai cambiamenti climatici, che sarà presentata alla Conferenza Mondiale sul Clima (UNFCCC COP20) nel dicembre 2014 a Lima (Perù). La Conferenza delle Alpi ha inoltre riaffermato con forza l’idea di “Alpi rinnovabili”, sottolineando al contempo la necessità di azioni concrete in tal senso. 

Il nuovo Rapporto sullo Stato delle Alpi mostra che la crescita della popolazione alpina si sta concentrando nelle aree maggiormente accessibili, mentre, nelle aree remote, si possono osservare tuttora fenomeni di diminuzione della popolazione. Nelle aree in cui si osserva una crescita della popolazione, ciò non è dovuto solo a cause naturali; le migrazioni rivestono infatti un ruolo sempre più importante. I “nuovi abitanti” si concentrano in aree facilmente accessibili e a distanza tale da permettere il pendolarismo dai maggiori centri urbani alpini. Allo stesso tempo, la presenza di nuovi residenti può aiutare a rivitalizzare l’economia locale, le tradizioni e la cultura e promuovere la produzione locale. Il Report completo sarà adottato dalla Conferenza, mentre il prossimo report, che sarà pubblicato nell’autunno 2016, tratterà il tema della green economy nelle Alpi.  

La strategia è al momento in fase di elaborazione e diverrà realtà nell’estate del 2015. Attualmente, la Convenzione delle Alpi detiene lo status di osservatore nel processo e sta contribuendo attivamente alla discussione. La Conferenza delle Alpi ha adottato un parere nel quale ha ribadito la propria convinzione sul fatto che la Convenzione delle Alpi debba continuare con il proprio significativo contributo all’elaborazione e alla messa in atto di tutti i pilastri della Strategia Macroregionale. Inoltre, la Conferenza delle Alpi ha espresso la propria disponibilità a svolgere un ruolo chiave nell’ambito del terzo pilastro, che si occupa dell’uso sostenibile dell’energia e delle risorse naturali. La Conferenza ha anche sottolineato la necessità di bilanciare la tutela e lo sviluppo economico e, infine, ha ribadito come è necessario che sia le aree montane sia quelle circostanti possano ottenere benefici reciproci dalle attività organizzate nell’ambito della strategia.  

La Conferenza delle Alpi sarà presente a EXPO 2015 con una “Settimana della montagna”, che si svolgerà dal 4 all’11 giugno con l’obiettivo di promuovere le montagne e i loro prodotti nell’ambito dei padiglioni nazionali dei paesi alpini.  

Il Gruppo di verifica è un organo incaricato di controllare l’adempimento degli impegni e degli obblighi risultanti dalla Convenzione delle Alpi. Uno dei temi di cui il Gruppo di Verifica si è occupato negli scorsi anni è se l’autorizzazione rilasciata per l’impianto di risalita del Piz Val Gronda (Tirolo, Austria) sia compatibile con quanto previsto dall’articolo 6/3 del Protocollo Turismo.  

La Convenzione delle Alpi fa parte della più ampia comunità internazionale e lavora in stretta collaborazione con la Convenzione dei Carpazi su diversi temi, quale i cambiamenti climatici: su questo tema le due Convenzioni hanno preparato una dichiarazione comune. Alla Conferenza erano inolrte presenti alcuni rappresentanti di paesi delle Ande (Argentina, Cile, Bolivia): ciò riflette i profondi legami che la Convenzione delle Alpi ha con altre aree montane in tutto il mondo. 
Dopo l’Italia, sarà la Germania a detenere la Presidenza della Convenzione delle Alpi per il periodo 2015 – 2016. Il programma della presidenza tedesca si concentrerà principalmente sui temi della green economy, della biodiversità, del turismo sostenibile, del trasporto e mobilità e sull’EUSALP. 

Il Segretario Generale della Convenzione delle Alpi, Markus Reiterer, si è dichiarato soddisfatto rispetto agli esiti della Conferenza e ha ringraziato per la collaborazione la Presidenza Italiana, che è stata particolarmente attiva durante il proprio mandato. Secondo le parole del Segretario Generale:«La Conferenza delle Alpi ha messo in luce la necessità di cooperare a tutti i livelli al fine di affrontare diverse sfide nella regione alpina, quali quelle rappresentate dai cambiamenti climatici, dai mutamenti demografici e dalla necessità di utilizzare al meglio il potenziale delle Alpi, ad esempio in tema di economia “green” e di turismo sostenibile». Infine, il Segretario Generale ha aggiunto: “Sono convinto che questa fruttuosa cooperazione proseguirà anche sotto la presidenza tedesca”. 

Cos’è la Convenzione delle Alpi? 
La Convenzione delle Alpi è un trattato internazionale sottoscritto dai Paesi alpini (Austria, Francia, Germania, Italia, Liechtenstein, Monaco, Slovenia e Svizzera) e dall’Unione Europea con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo sostenibile nell’area alpina. La Convenzione delle Alpi mira ad armonizzare la protezione e lo sviluppo economico con l’obiettivo di sostenere le Alpi sia come spazio di vita per la popolazione e la natura, sia come zona di attività economica.  Le Alpi, con il loro capitale di biodiversità e le riserve di acqua e legno, sono un ambiente naturale, culturale, di vita e di lavoro per quasi 14 milioni di persone nonché un’importante destinazione turistica che attira circa 120 milioni di visitatori ogni anno.  
valtellinanews.it

Enti turistici, oggi sposi

«Da gennaio non dobbiamo inventarci: sappiamo già perfettamente su che strada partire e prendere velocità». Così il direttore dell'Ente turistico Lago Maggiore (ETLM) Fabio Bonetti sintetizza lo stato dei lavori in vista dell'entrata in funzione della nuova Organizzazione turistica regionale (OTR) Lago Maggiore e Valli, il prossimo primo gennaio. Una struttura che sarà costituita ufficialmente oggi pomeriggio nel corso dell'Assemblea in programma alle 14 al Centro sportivo di Tenero, ma per la quale gli addetti ai lavori si stanno adoperando ormai da due anni. «Siamo sul pezzo» ha scherzosamente dichiarato ieri nel corso della conferenza stampa di presentazione della nuova OTR, alla presenza di tutti gli attori coinvolti: Paolo Dedini e Michele Tognola, rispettivamente presidente e direttore dell'Ente turistico Tenero e Valle Verzasca; Remo Clerici e Daniela Pampuri, loro omologhi dell'Ente turistico Gambarogno; il direttore di Vallemaggia Turismo Fabio Lafranchi (assente giustificato il presidente Renzo Piezzi); Aldo Merlini, presidente dell'Ente turistico Lago Maggiore. Presenti anche, per l'ETLM, il vicedirettore Francesco Caccia, il direttore operativo Benjamin Frizzi e il membro del Consiglio d'amministrazione Luca Allidi.
Oggi dunque, dopo le ultime assemblee dei quattro Enti turistici locali, la nuova struttura prenderà vita. Sarà composta da un'Assemblea in cui confluiranno tutti i 2500 soci degli attuali quattro Enti turistici; da un Consiglio d'amministrazione formato da 18 membri, di cui nove rappresentanti dell'ETLM e tre di ognuno degli altri organi locali; da una Direzione con gli attuali quattro responsabili in veste di direttori di area, un direttore marketing – proposto, Benjamin Frizzi – e uno finanziario – Francesco Caccia; e da un Ufficio esterno di revisione dei conti. Lavorerà su tutto il territorio corrispondente all'agglomerato di Locarno e sarà suddiviso nelle quattro Aree di competenza Locarno e Valli, Vallemaggia, Tenero e Valle Verzasca, Gambarogno. Sarà l'OTR principale a livello ticinese e tra le prime cinque in tutta la Svizzera, con una cifra d'affari di 15 milioni di franchi all'anno, 10 milioni e 181 mila pernottamenti globali (di cui 1 milione e 147 mila alberghieri), 665 mila campeggi (sugli 800 mila complessivi del Cantone) e 15 mila residenze secondarie (sulle 30 mila presenti in Ticino). Impiegati nell'OTR Lago Maggiore e Valli, che avrà la sua sede principale a Locarno, saranno 76 dipendenti, esattamente la somma di tutti gli attuali impiegati dei quattro Enti turistici locali. Nessun licenziamento, dunque. E, almeno per il momento, nonostante i compiti supplementari affidati alla nuova Organizzazione soprattutto dal punto di vista del marketing, nessuna nuova assunzione.
cdt.ch

Arte, cibi selezionati e turismo Nasce il progetto "Amorfood"

Unire i sapori unici della Sicilia con l’arte contemporanea, dando visibilità a una rete di piccoli produttori locali, e scoprire alcuni luoghi memorabili dell’Isola attraverso itinerari turistici appositamente pensati.

È tutto questo Amorfood, progetto di due giovani imprenditori siciliani, Andrea MulèAndrea Di Rosa, con la direzione artistica di Antonella Amorelli, già coordinatrice e anima di Riso, Museo d’Arte Contemporanea della Sicilia e oggi direttrice di AmorLab.

Amorfood è un progetto che nasce dall’amore per il cibo siciliano d’eccellenza, che si è sviluppato mediante un’attenta ricerca e selezione di sapori antichi, a volte dimenticati, di prodotti naturali che rappresentano l’essenza della Terra di Sicilia. A questo scopo sono state selezionate dieci piccole realtà produttive dell’Isola, unite in un unico progetto, per offrire sapori unici e irripetibili: la crema dolce di peperoncino e la confettura di fichidindia di Castelbuono, i capperi di Salina, le lenticchie di Villalba, l’olio extravergine d’Oliva di Sciacca, le pesche sotto sciroppo e la confettura di pesche di Leonforte, il miele di sulla di Caltavuturo, i pistacchi sgusciati e la crema di pistacchio di Bronte, la crema di mandorle di Adrano e l’origano di Mussomeli. Tutti prodotti naturali, con assenza totale di qualsiasi additivo e realizzati unicamente con l’uso della materia prima e senza grassi o altre aggiunte.
Le residenze d’artista, i video-documentari e la Amorfood Art Collection

Per raccontare in maniera originale i processi di produzione è stato coinvoltoCampostabile, una coppia di artisti siciliani (Mario Campo e Lorena Stabile), che ha svolto una residenza d’artista di tre settimane nelle aziende selezionate, sotto la cura diGiovanni Iovane, critico d'arte e professore di Storia dell’Arte Contemporanea a Brera, Milano. Dalle residenze sono stati realizzati video artistici che offrono una narrazione visiva un racconto dei singoli prodotti, nonché dei luoghi, del contesto e della storia profonda che c’è dietro. Riprese, parole, suoni e immagini liberamente create, attraverso cui gli artisti hanno costruito un racconto visivo per ciascuno dei prodotti scelti, esaltandone le peculiarità più spiccate ma anche gli aspetti meno visibili e meno accessibili che si celano dietro una sapienza produttiva, tramandata per generazioni.
Campostabile per il 2014 è stato chiamato anche a realizzare un opera d'arte dellaAmorfood Art Collection, curata da Giovanni Iovane, per la cui realizzazione, ogni anno, sarà chiamato un giovane artista all’interno del panorama emergente siciliano. Nel progetto Amorfood verranno coinvolti successivamente anche artisti e curatori di fama nazionale e internazionale. L’artista viene invitato a esplorare i luoghi in cui nascono i cibi, entra in contatto con i produttori, ascolta le loro storie, scopre i processi tradizionali di produzione e, proprio come avvenuto con Campostabile, al termine del periodo di residenza, dopo aver raccolto tutte le suggestioni di questi luoghi di pregio del cibo siciliano, produce una nuova opera unica e originale, che entra a far parte della Amorfood Art Collection.
Per il progetto Amorfood Art Collection 2014, Campostabile ha ideato una scultura dalle dimensioni minime, che si arricchisce della doppia possibilità visiva rappresentata dalla vocazione sia bidimensionale che tridimensionale. Sul recto campeggia una forma astratta composita, che scaturisce da un processo di scomposizione, destrutturazione, analisi e reinvenzione a partire da ritagli di riviste di moda. Una struttura che per qualche verso parrebbe di matrice organica, ma che in realtà è sganciata da qualsiasi referenzialità esterna e nasce proprio da una reinvenzione, nutrendosi dell’ambiguità visiva data dall’essere un collage bidimensionale di immagini che raccontano diverse idee di profondità. In un piccolo dispositivo scultoreo due polarità, l’universo dell’industria/artificio e quello dei gesti arcaici/manuali creano un cortocircuito che più che generare dissonanza crea stupore, genera curiosità propositiva, quasi a suggerire, per via intuitiva ma non senza una precisa determinazione, un possibile percorso da intraprendere, magari come collettività.

Gli itinerari turistici che uniscono cibo e arte della Sicilia più autentica

Attorno ai dieci produttori coinvolti e ai luoghi sono stati anche realizzati appositiitinerari turistici che hanno lo scopo di incentivare un turismo non ordinario, accompagnando i visitatori nella terra madre di questi sapori unici. Itinerari, pensati per chi vuole vivere un’esperienza unica, che unisca arte, archeologia, natura, benessere, sport, cucina e soprattutto l’accesso a palazzi, abbazie, collezioni, ville e giardini privati. Luoghi segreti e scenari irripetibili, in cui la proverbiale ospitalità siciliana sarà arricchita dal miglior cibo della Sicilia e dalla scoperta dei territori stessi in cui nascono i prodotti. La “rete” Amorfood penserà a tutto, dall’affitto di appartamenti all’organizzazione del viaggio e dei trasporti, dai tour d’arte alle visite alle collezioni, fino alla possibilità, per chi vuole, di accedere a servizi esclusivi, quali spa o campi da golf.

Questi i macro-itinerari: PalermoCefalù e le MadonieSalina e l’arcipelago delle Eolie;Catania, Etna e TaorminaEnna e la Val di Noto; la Sicilia centro-meridionale, daCaltanissetta a Palma di Montechiaro, fino al parco archeologico di Agrigento; e infine,Sciacca, Selinunte e Mazara del Vallo.

Amorfood è, dunque, un progetto in cui i sapori unici dei prodotti siciliani realizzati con passione antica, arte e turismo viaggiano insieme, per guardare alla Sicilia quale risorsa: lo scopo è, infatti, di valorizzare le eccellenze dell’Isola, non soltanto in Italia, ma anche nei mercati internazionali, come il Giappone, gli Emirati Arabi o il Qatar, doveAmorfood ha già presentato il proprio progetto, riscuotendo fortissimo interesse da parte del Paese mediorientale. Amore vero, che non si basa sul semplice appagamento dei sensi, ma su una conoscenza profonda dei cibi selezionati, restituendo valore ai processi produttivi storici e tradizionali, che garantiscono da sempre al cibo un sapore autentico.
ilsitodipalermo.it

Turismo: alle terme con gli antichi romani. Benessere e arte in Europa, alla scoperta di 2000 anni di storia

Itinerari ad hoc che mescolano benessere, cura e turismo culturale; alti standard di qualità, modernità ed efficienza nei servizi; e la riscoperta della sapienza degli antichi romani. Risiede qui la forza del progetto europeo ''Le Terme romane d'Europa'', avviato ufficialmente oggi a Roma presso la sede di Federterme, che propone la valorizzazione di terme e spa di origine romana mediante la creazione di una rete sistematica di collaborazione tra le varie strutture.

Promosso da ESPA (Associazione Europea del Termalismo), dal tour operator FIT Reisen e da EuropeSpa (organizzazione che certifica la qualità delle strutture termali), il progetto coinvolge attualmente 10 centri termali europei (per l'Italia le Terme di Chianciano e Punta Marina a Ravenna) ma si conta di arrivare almeno a 30 adesioni da qui a giugno 2015.

Sull'onda del crescente interesse nei confronti della cura del corpo e del benessere psicofisico, il progetto - cofinanziato per l'80% da fondi europei per un ammontare di 200 mila euro - ha come obiettivo di incrementare non solo il flusso europeo di turisti, ma di intercettare anche quello extraeuropeo.
   
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Turismo, Franceschini a Bto Firenze. 125 eventi per la Borsa internazionale del travel on line

(ANSA) - FIRENZE, 21 NOV - Sono 125 gli eventi che si susseguiranno nella due giorni di Bto 2014, la Borsa internazionale dedicata al turismo on line e al 'travel 2.0', in programma il 2 e 3 dicembre a Firenze. Tra gli appuntamenti anche un'intervista al ministro per i Beni culturali e il turismo Dario Franceschini. Slogan di questa edizione è 'Mind on the gap', ovvero 'attenzione al vuoto', l'avviso usato nelle metropolitane di Londra, che sta indicare l'importanza di porre attenzione al cambiamento.

Turismo consapevole in vista dell'Expo

È più che giusto che l'Esposizione universale "Feeding the Planet, Energy for life" - che Milano ospita nel 2015 - sia considerata come un'occasione unica di crescita e visibilità per le eccellenze italiane. Dei 24 milioni di visitatori attesi, secondo le previsioni, un buon 30% sarà costituito da stranieri. Si calcola un fabbisogno di 500mila posti letto, nell'arco di 90 minuti di percorrenza da Milano, per visitare un'Expo che conta 130 Paesi, 60 corporate e 10 organizzazioni internazionali partecipanti.
Sono numeri eccezionali che la macchina di Expo 2015 Spa e le istituzioni lombarde e milanesi (Camera di commercio di Milano, Regione Lombardia, Unioncamere Lombardia e Expo) stanno mettendo insieme. Le stesse che hanno dato vita, un anno fa, a Explora Scpa: un braccio strutturale del turismo lombardo e delle regioni limitrofe (Piemonte e Liguria hanno già aderito) - per Expo e oltre - la cui azione di promo-commercializzazione, condotta con un ricorso importante alle tecnologie digitali, promette di confermare se non migliorare i numeri. La diversificazione dell'offerta - ad esempio con la proposta dei Club di prodotto, in funzione di un nuovo turismo alla ricerca di "esperienze" più che di monumenti - ha condotto Explora a rimescolare le carte del turismo italiano tradizionale, i cui numeri sono da tempo in picchiata a fronte di un formidabile aumento della domanda turistica mondiale (cresciuta di oltre 30 volte negli ultimi 40 anni). I Club di prodotto uniscono imprese dalle caratteristiche simili per creare prodotti turistici specifici. Uno strumento per la competitività e l'attrattività di destinazioni e imprese che facilita la risposta alle richieste motivazionali ed esperienziali che caratterizzano il nuovo del turismo. Tra i primi esempi: China Friendly Accomodation; FamilyAccomodation; Bike Accomodation; Wine Accomodation; Health & Relax Accomodation.

Questa flessibilità suggerisce - tornando alla declinazione universalistica che ispira Expo: nutrire il Pianeta -, che la nostra offerta intercetti quella platea di potenziali visitatori che l'amore e la passione per la battaglia contro la fame, positivamente per il diritto al cibo, alimentano di interessi per la ricerca, per confronti anche divisivi (Ogm), per attività di sensibilizzazione e promozione caratteristiche della società civile. Expo offrirà una serie importante di eventi, una macchina della divulgazione, della conoscenza e della ricerca, ma anche dell'azione.
Credo che un tratto di strada vada percorso anche in questa direzione, quella di un turismo consapevole, informato e motivato su e dai temi di Expo. È un turismo che ha capacità di spesa superiore alle medie del mercato, acquisisce informazioni e forma le proprie opinioni sempre più sul web e che può essere raggiunto solo con campagne di comunicazione mirate. Un turismo per eccellenza "disintermediato" che vive la comunità del web per tematizzare la propria curiosità e il proprio interesse per le grandi sfide del il mondo. Un turismo europeo, nordamericano - quest'ultimo impegnato nella battaglia per una nuova declinazione del diritto al cibo: la food justice -, evoluto, dinamico, forse capace di decisioni dell'ultima ora se fin dai primi mesi Expo manterrà la grande promessa di trovare nuove risposte per un ideale solidaristico e universale. Per questi motivi è importante quel cambio di passo sulla necessità di approcci comunicativi selettivi e multicanale, che facciano leva sui temi più specificamente caratteristici di Expo.
Questa migliore e rinnovata attenzione rappresenterebbe anche una risposta a quanti invocano un'anima e una legacy di Expo, che ancora stenterebbe a fiorire. E che invece è una pianta viva e forte come ancora pochi giorni fa ci ha ricordato Livia Pomodoro, lanciando l'idea di una Milano capitale mondiale dell'alimentazione.
ilsole24ore

Per il turismo accessibile, in un’Europa senza barriere

Legato a un bando della Commissione Europea, il progetto “Europe Without Barriers” (“Europa senza Barriere”) punta a realizzare pacchetti turistici accessibili a tutti coloro i quali abbiano esigenze speciali, creando un modello replicabile su qualsiasi altro territorio in Italia e in Europa. A coordinare l’iniziativa è la Società Consortile SM Italia, istituita su iniziativa dell’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), forte di alcuni altri partner italiani e stranieri
Turisti con disabilità
Turisti con disabilità
È partito da pochi giorni ed è un importante progetto europeo sul turismo accessibile. Si chiamaEurope Without Barriers (“Europa senza Barriere”), ed è legato al bandoDesign, Implementation, Promotion and Marketing of Accessible Tourism Itineraries, promosso dalla Direzione Generale per le Imprese e l’Industria della Commissione Europea.
Si tratta di un’iniziativa nata per avviare e agevolare la creazione di itinerari turistici accessibili a tutti e di fare cultura presso le istituzioni, gli enti e gli operatori, evidenziando le opportunità e le potenzialità del settore.
Riguardo poi al concetto di accessibilità, si vuole che esso venga esteso a tutti coloro i quali hanno delle esigenze speciali, ovvero a persone non vedenti, audiolesi, persone con disabilità psicologica o intellettiva, a coloro che abbiano esigenze alimentari particolari, a persone obese, anziane, ma anche a donne in gravidanza e genitori che, con il passeggino e la carrozzina del loro bimbo, non possono utilizzare liberamente gli spazi pubblici.
Il percorso di Europe Without Barriers dovrà concludersi nel 2016, con l’obiettivo di realizzarepacchetti turistici accessibili e creando un modello che potrà essere riprodotto su qualsiasi territorio in Italia e in Europa, realizzando anche itinerari internazionali aperti a tutti, attraverso cinque Paesi europei (Austria, Croazia, Germania Italia e Slovenia).
Sono previsti inoltre due eventi informativi e formativi, da svolgersi in Toscana e nelMolise, sempre sui temi del turismo accessibile, rivolti a enti e operatori professionali.
A coordinare il progetto sarà SM Italia, Società Consortile istituita su iniziativa dell’AISM(Associazione Italiana Sclerosi Multipla) e della sua Fondazione FISM, che con il patrocinio del Comune di Lucignano (Arezzo), lavorerà insieme ad altri cinque partner, ovvero l’ENAT(European Network for Accessible Tourism, Belgio), Accessible Poland Tour (Polonia),ChrisTravel (Danimarca), la Cooperativa Sociale Centro Servizi Foligno (Perugia) e il Comune di Riccia (Campobasso). (B.E. e S.B.)
superando.it

Il giro del mondo in sei tappe chef Apreda

- ROMA - Geografi gourmet. A questo curioso mix di viaggiatori e appassionati dell'alta cucina si rivolge Francesco Apreda, chef stellato dell'Imago dell'Hassler, che propone nel menu autunnale 'Sapori di viaggio', un giro del mondo in sei tappe: Napoli, Londra, Tokyo, New York, Roma, Mumbai (Bombay). Che poi sono le sei capitali del gusto che riflettono le sue esperienze professionali. Nello ristorante panoramico dello storico hotel romano, quando si distoglie lo sguardo dallo skyline a 360 gradi su Roma, si riceve un planisferio con proposte prima olfattive poi di gusto per ogni tappa tra i cinque continenti.

Per sintetizzare le numerose esperienze lavorative trascorse all'estero tra Europa, Stati Uniti, India e Giappone, Apreda ha identificato un 'sapore' - dolce, piccante, amaro, salato, acido e umami - che nel suo immaginario rappresenta al meglio il luogo a cui è dedicato. Londra, dove Apreda ha lavorato presso cucine del calibro di Le Gavroche Restaurant, L'Ibla e The Green Olive, è simboleggiata da Foie gras e Scones, Blend Sweet Rain che, come il classico tè del pomeriggio, racchiude un gusto dolce.

Tokyo, la metropoli che lo ha ospitato per tre anni ai fornelli del ristorante Cicerone dell'Imperial Hotel, e dove ha imparato il rispetto per gli ingredienti e per le diverse tecniche di preparazione e di cottura, è espressa dal sapore umami del Polpo e Alghe, Blend Uma-Mia. I profumi piccanti di Mumbai, la città che ha acceso in lui la passione per l'India e le sue spezie e dove riveste il ruolo di consulente presso due prestigiosi ristoranti italiani, sono invece racchiusi nelle Penne all'arrabbiata, Blend Spicy Bomba-y.

Roma, la città d'adozione dello chef, è rappresentata da un piatto iconico e dalla forte personalità, speziato e aromatico ma non aggressivo che conquista con un gusto leggermente amaro: il Risotto al cacio, Blend Pepi e Sesami, che si compone di 6 tipi di pepi e 6 di sesami. Per Napoli, la sua città natale, lo chef risveglia i sapori del cuore, con un prodotto tipico delle festività natalizie i cui i sentori sono marini e salati: il Baccalà EVO, Blend Sabbia Salata. In omaggio a New York, città d'origine della moglie Marilena, lo chef ha rielaborato un classico della tradizione in modo eclettico e dal gusto acido, la Pink Cheese Cake, Blend Big Apple Sour, usando pompelmo rosa, melograno, lampone, fragoline e petali di rosa.

Tra i percorsi degustazione del nuovo menu autunnale si aggiunge quello Vegetariano che si struttura in sei differenti portate quali la Vellutata di cipolle e funghi, miso rosso e formaggio di capra, gli Spaghetti cacio e pepe, sedano e polvere di lime e la Caprese alla zucca e mandorle, composta di arance e cardamomo. Il tutto in menu a 130 euro a persona, bevande escluse.
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Sparkle premia e festeggia le bollicine 200 etichette al Westin Excelsior di Roma il 22 novembre

- 80 aziende spumantistiche e oltre 200 etichette per un viaggio tra le migliori bollicine italiane.

Questo è Sparkle Day 2015, la manifestazione curata e organizzata dalla rivista Cucina&Vini, che offre la possibilità di degustare il meglio della produzione spumantistica nazionale.

L'appuntamento è sabato 22 novembre dalle 16.00 alle 22.00 nei saloni del The Westing Excelsior di via Veneto a Roma; in questa occasione verranno anche assegnate le 5 Sfere, il simbolo con il quale la Guida Sparkle 2015 premia le top label delle bollicine italiane. Un viaggio di colori, profumi e sapori attraverso i territori vocati, con Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg a guidare il gruppo con ben 19 cantine, seguito da Franciacorta con 14, Trento Metodo Classico con 12. Da Nord a Sud, non mancheranno etichette significative anche da altri regioni come il Piemonte, l'Alto Adige, il Friuli, la Toscana, le Marche, l'Abruzzo, l'Umbria, il Lazio, la Campania, la Puglia, la Sicilia e la Sardegna.

"Un parterre straordinario che conferma il successo e la credibilità dello Sparkle Day - commenta Francesco D'Agostino, direttore di Cucina&Vini e curatore della guida Sparkle - Non capita spesso di poter degustare, tutte insieme, le migliori bollicine presenti sul mercato. Un appuntamento imperdibile per i tanti appassionati ma anche per i semplici curiosi che avranno inoltre la possibilità di provare dei gustosi abbinamenti con alcune eccellenze food di altissima qualità; previsti laboratori per degustare l'abbinamento col Parmigiano".
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Fai: le tante Italia del Cuore, assediate da cemento e dissesto

di Silvia Lambertucci

Oltre 95 mila chilometri quadrati di terreno agricolo persi negli ultimi cinquant'anni, trasformati in suoli urbani impermeabilizzati o semplicemente abbandonati, con boschi non più governati, pascoli cespugliati, seminativi inselvatichiti, sentieri e mulattiere invasi dalla vegetazione e dall'acqua. Parte anche da qui, dall'abbandono dell'agricoltura e dalla mancanza di manutenzione, il disastro Italia degli ultimi giorni e settimane. Senza parlare del cemento che incalza e che con le deroghe al Codice dei beni culturali previste nello Sblocca Italia potrebbe aggredire ancora di più. O i piani paesaggistici attesi ormai da decenni. Non c'è più tempo, avverte il presidente del Fai Andrea Carandini, "Renzi ha le palle, ma le deve esercitare in questo campo", lo Stato "punti su un'unica grande opera per la conservazione del territorio con il suo patrimonio".

    L'occasione è la presentazione al Mibact del Rapporto messo a punto dal Fai su dieci anni di Luoghi del Cuore, il progetto di censimento e di aiuto ai gioielli più amati del territorio portato avanti con Intesa Sanpaolo. Un'idea che agli italiani è piaciuta, sottolinea il vicepresidente Marco Magnifico snocciolando i numeri di un successo che in 6 edizioni biennali, (l'ultima è ancora in corso e si conclude il 30 novembre) ha raccolto 1 milione 800 mila segnalazioni, con 31.105 Luoghi del Cuore votati, 5.964 comuni coinvolti, 45 interventi del Fai distribuiti in 15 regioni e 12.160 beni ambientali votati.

E il paradosso, o forse proprio la reazione a decenni di spoliazione del territorio, è che a fare la parte del leone tra i luoghi del cuore scelti dagli italiani, ci sono proprio i beni ambientali (12.160 luoghi, il 39,1% del totale) e molto spesso si tratta di parchi, giardini, orti dimenticati nei grandi centri metropolitani assetati di verde, da Milano a Taranto, da Roma a Napoli e Genova), così come una grande importanza viene attribuita all'eredità rurale, ai paesaggi agrari storici, che diventano fondali significativi per i luoghi del cuore più amati, come il piccolo Mulino di Baresi a Roncobello, sulle montagne bergamasche, secondo classificato nel 2003 nella prima edizione del censimento, che il Fai ha comprato e restaurato per poi ridarlo alla comunità.

Se la sensibilità è alta per le zone verdi, per i piccoli borghi, le spiagge, le chiese, le fontane, la sorpresa di questo rapporto è anche la scarsissima sensibilità degli italiani verso il patrimonio archeologico, la tipologia di beni "meno segnalata in assoluto" sottolinea la curatrice del rapporto e responsabile del progetto Federica Armiraglio. Un dato che ancora di più sostiene la necessità di un'adeguata politica di valorizzazione del patrimonio, rilancia il presidente Carandini che punta il dito sulle passate politiche dei beni culturali: "Il Mibact è baluardo nella tutela, ma è stato assente nella valorizzazione e nella gestione beni, il nostro è un paese in cui si è confuso il management con il maneggio". Accanto a lui l'advisor e saggista Roger Abravanel è dello stesso avviso: all'Italia, dice, serve un vero marketing della cultura, servono "manager culturali" correttamente formati e servono "veri imprenditori culturali", la riforma del Mibact firmata da Franceschini "va in questo senso, attuarla è essenziale". Il ministro apprezza .

"Il lavoro fatto da Fai e Intesa Sanpaolo - dice - è la rappresentazione naturale di quello che noi stiamo facendo al Mibact per la rottura di una serie di tabù", da quello del rapporto tutela valorizzazione al binomio pubblico-privato. Ma bisogna fare in fretta, incalza Franceschini, bisogna puntare su educazione e formazione. E "c'è da costruire in fretta un know how di esperienze enorme nel settore della valorizzazione".
   
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Barcamp alla Camera, la politica incontra il turismo #CameraConVision sale 5/o tra trend Twitter

di Cinzia Conti

Oltre 250 iscritti da tutte le parti d'Italia, 33 proposte da discutere, 5 gruppi di lavoro che si stanno confrontando: sono i numeri del secondo Barcamp organizzato dalla Camera dei deputati, su proposta dell'Intergruppo parlamentare per l'Innovazione, sul futuro del turismo italiano. Una giornata di brainstorming con i big del settore, dal ministro Dario Franceschini (atteso nel pomeriggio, quando gli verranno presentate le proposte) al commissario straordinario dell'EnitCristiano Radaelli, ma anche con tantissimi amministratori pubblici del turismo, accademici imprenditori e blogger. Una "nonconferenza", come viene definita dagli addetti ai lavori, importante per un settore strategico dell'economia italiana che da troppo tempo attende una svolta. 
"Senza perdere tempo a enumerare dati - spiega Radaelli, in apertura dei lavori - dato che tutti noi presenti siamo coinvolti in questa attività, il settore ha un peso importantissimo per l'economia nazionale ed è urgentissimo in questo momento riuscire a presentare meglio ciò che siamo sui mercati internazionali. Solo per citare uno degli ultimi dati non confortanti per il marchio Italia, siamo scesi anche nel Country Brand Index 2014-2015. Oltre il 50% dei turisti nel mondo sceglie una destinazione dopo aver guardato Internet e quindi dobbiamo essere presenti in modo aggressivo anche sul digitale. Non rinunciamo alle promozioni tradizionali, ma entriamo in modo competitivo sul web e i social. Con Enit lo stiamo già pensando e realizzando strumenti più incisivi per presentare l'Italia".


"Il mondo del turismo - spiega Roberta Milano, docente alla Cattolica di Milano ed esperta di web marketing, tra le organizzatrici del Barcamp - è abituato ad essere un po' trascurato e di conseguenza è una community naturale che risponde in tutte le occasioni in cui viene chiamata a provare a dimostrare la propria importanza. Il turismo vale l'11.6% dell'occupazione nazionale e il 10.3% del Pil. Ma varrebbe molto di più se fosse affrontato come industria, industria dell'ospitalità come la chiamano all'estero. In realtà è sempre molto lasciato allo spontaneismo, in campagna elettorale se ne parla spesso, ma senza che a questo seguano anche atti concreti in particolare della governance. La situazione è complessa, ma un impegno concreto da parte della politica non c'è mai stato: competenza della Regioni, riforma del titolo V ma anche spending review sono tutti nodi da sciogliere nel momento in cui si decide su cosa investire. Oggi vogliamo essere molto concreti nelle proposte e uscire con una lista di priorità da mettere in moto in breve tempo. Speriamo che la politica ci ascolti".

"E' molto importante 'contaminare' - spiega Edoardo Colombo, consulente di Poste Italiane che partecipato al TdLAb - le istituzioni e la politica del messaggio dell'innovazione e del turismo: è il settore che più di tutti si è digitalizzato, si è trasformato radicalmente e ancor più succederà nel futuro e questo va fatto presente a chi deve decidere e definire le norme di questo settore. E' importante condividere idee che siano facilmente applicabili e questi tavoli servono a questo".


Il turismo e' importante per l'economia del nostro Paese, vale l'11,6% dell'occupazione nazionale e il 10,3% del pil. Ma si puo' e si deve fare di piu'. Siamo quasi assenti, come pubblico e come privati, da un mercato online in forte crescita, diluendo gli investimenti di promozione sui brand regionali. Siamo ancora la meta piu' desiderata, ma non acquistata. Un settore che, nonostante le potenzialita', rimane marginale nella percezione dominante e mai considerato come vera industria.Abbiamo perso competitivita' negli ultimi 20 anni, passando dal 2/o al 5/o posto nel mondo per gli arrivi internazionali e dal 2/o al 6/o per gli introiti valutari Negli stessi anni in cui si e' sviluppato il web come luogo di informazione e intermediazione turistica, l'Italia e' rimasta in una posizione di passivita' rispetto alle innovazioni che, nel turismo, hanno radicalmente mutato comportamenti e intermediazione e dove player internazionali delocalizzano quotidianamente parte significativa di pil prima commercializzando l'ospitalita' tradizionale, poi quella familiare e ora affrontando anche la ristorazione.

Evoluzioni che pongono al legislatore nuove sfide per affrontare anche in termini di garanzia i nuovi diritti e le nuove interazioni sociali della sharing economy. Il turismo deve diventare centrale nell'agenda economica per il rilancio dell'Italia, strumento di valorizzazione di territori e prodotti. E' una nostra vocazione, una nostra eccellenza, storicamente. Qualcosa sta cambiando, esiste una maggiore attenzione su questi temi, ma serve una vision, una stratega unitaria e pluriennale che preveda, tra gli obiettivi, la riorganizzazione della governance, una valorizzazione del brand "Italia" e una innovativa strategia digitale. E' necessaria una presenza sui tavoli della programmazione per porre il turismo tra i settori che possono fruire dei fondi destinati all'innovazione, programmi che oggi investono sulla smart city ma che devono guardare alle esigenze peculiari di una smart destination.

Per ragionare in modo concreto e circostanziare questi temi, abbiamo preso a prestito le 5 W del giornalismo:
WHY Perche' il turismo e' economia, economia vitale per il nostro paese.
WHO Governance (del turismo e dell'innovazione) tra Titolo V e spending review.
WHAT E-commerce, Big & Open Data, Promozione, Social media, Sharing economy, Banda larga, Wifi, Mobile.
WHEN Tante le azioni, importante scegliere le priorita' nel breve periodo.
WHERE Proporsi sui mercati esteri con un brand forte e coerente che leghi turismo, cultura, enogastronomia, moda, design.
Scopo del Barcamp sara' discutere del "come" HOW.

L'hashtag dell'evento e' #CameraConVision. Diretta e registrazione delle introduzioni e delle conclusioni sulla webtv della Camera all'indirizzo http://webtv.camera.it/evento/7195.
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