Per sempre, l'arte per cercare la conoscenza

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La trasmissione del sapere 'di padre in figlio', il valore della ricerca personale, la concatenazione delle intenzioni, il tradimento, le scoperte, il ritorno alle origini, ma anche l'integrazione delle conoscenze mettendo in dubbio le certezze, accettando la possibilità del fallimento e allontanando i pregiudizi: si focalizza sull'incontro tra saperi provenienti da ambiti diversi la mostra-evento "Per sempre" dell'artista napoletano Oreste Casalini, che si aprirà a Roma il 7 dicembre alla Kou Gallery.
    A cura di Fabrizio Pizzuto e Paola Pallotta, l'esposizione presenta opere che Casalini, seguendo il tema della ricerca libera e dell'idea di un artista capace di sperimentare sulla propria pelle nuove soluzione facendosi guidare dalla sensibilità e dalla vitalità, ha sviluppato con materiali e tecniche diversi a partire dal 1987. Secondo Casalini infatti, come si legge nella presentazione del progetto, "ricerca vuol dire sospendere il pregiudizio e riconnettersi alla fonte originaria di tutte le forme, mettere in discussione le conoscenze acquisite e prevedere il fallimento e la paralisi, inseguire un'ombra, cercare la forma che non è ancora diventata dicibile e metterla in relazione con il già conosciuto".
    Ma "Per sempre" non verte solo sulla produzione artistica, perché il pubblico, proprio nella giornata di inaugurazione, assisterà all'integrazione tra diverse esperienze, legate all'arte ma non solo. Con l'obiettivo di promuovere la conoscenza pura e non omologata ed evidenziare la necessità di integrare diverse forme di conoscenza per raggiungere risultati inediti e imprevedibili, la mostra coinvolgerà anche l'Artoi, Associazione per la ricerca di terapie oncologiche integrate, lo studio di ingegneria Defa, polo d'eccellenza di alta ingegneria integrata, e ovviamente la Kou Gallery, centro culturale che ospita i lavori di Casalini, un luogo dove si combinano linguaggi differenti. Quello del 7 dicembre sarà dunque un evento multidisciplinare che verrà ripreso e poi proiettato per il pubblico nei giorni a seguire.
    Denso il programma dell'inaugurazione, a partire dalle 18, con la partecipazione di Casalini e dei curatori accanto all'oncologo Massimo Bonucci, presidente di Artoi, di Generoso Falciano Ceo della Defa, di Sandro Lorenzatti, srcheologo e ricercatore, e dell'artista Alessandra Francesca Borzacchini nell'incontro dal titolo "La libera ricerca nell'arte, nella scienza e nello spirito". Alle ore 20 poi il maestro Leonardo Gensini eseguirà dal vivo "Petra n°2", una composizione inedita, un unico movimento per ceramica, sassi, parola e silenzio e alle 21 il poeta Marino Santalucia reciterà un suo testo inedito dal titolo "Assenze", in una performance per sola voce. (ANSA).

Woody Allen La nuova commedia sentimentale del regista di Manhattan ci porta negli angoli più romantici della Grande Mela



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Lo avevamo fatto già per il suo ultimo film, ambientato intorno alla Wonder Wheel della magica Coney Island, ma è sempre un piacere seguire Woody Allen nelle sue peregrinazioni filmiche. L'ultima è quella di Un giorno di pioggia a New York, film del quale si è molto parlato in modo sbagliato, ma che ci porta in una città che molti credono di conoscere, e che non tutti i cineasti sanno mostrare con uno sguardo tanto attento e innamorato.

Siamo infatti lontani dal Queens degli Insospettabili sospetti o dalla Brooklyn delle bakery hipster, ma non è nemmeno il Bryant Park della Public Library a essere il teatro della commedia romantica che racconta la storia dei nostri due protagonisti. Gatsby (Timothée Chalamet) e Ashleigh (Elle Fanning) sono i fidanzatini del college i cui piani per un weekend romantico da trascorrere insieme a New York vanno in fumo non appena mettono piede in città. I due, fin dal loro arrivo, si ritrovano separati e si imbattono in una serie di incontri casuali e bizzarre avventure, ciascuno per proprio conto.

Ovviamente, tutto nasce dalla fantomatica Yardley University dove studiano i due - in realtà la Drew University di Madison, New Jersey (che ha prestato al film anche il suo St. Huberts Animal Welfare Center) - e dall'assegnazione ad Ashleigh da parte del giornale del college dell'intervista a Roland Pollard, il suo regista preferito. Occasione splendida per l'orgoglioso newyorker Gatsby di far conoscere alla ragazza i suoi posti preferiti… o quelli del regista. "New York è stupenda nei giorni grigi, nebbiosi o anche piovosi. Acquista una luce tenue e le strade diventano lucide e pulite - dice Allen. - Volevamo che la pioggia simboleggiasse il romanticismo e l'amore". Come il vecchio Woody, "Gatsby è innamorato della New York di un tempo, - dice lo scenografo Santo Loquasto. - Per cui lo vediamo al Village e nei vecchi hotel, e in luoghi che rappresentano un salto in un'epoca passata, come il Bar Bemelmans al Carlyle Hotel. Ashleigh invece si innamora di una New York più contemporanea che offre il glamour di un hotel alla moda a Soho e di un loft a Downtown".

Tutti hotel che - insieme all'immaginario Wooster Hotel di Soho (ricreato al Bowery Hotel, nell'East Village), dove Ashleigh si reca per intervistare il regista interpretato da Liev Schreiber - fanno parte di un mondo non accessibile a tutti, ma facilmente ammirabile. Dall'esterno dell'Hotel Plaza Athéne, dove vediamo Ashley aspettare invano, o al The Pierre, dove Gatsby ha prenotato la sua suite, per esempio. E se potrebbe essere difficile entrare ai Kaufman-Astoria Studios, dove la giovane sperduta incontra il seducente Francisco Vega di Diego Luna, o negli appartamenti del The Albert (da dove esce una colpevole Rebecca Hall), siete liberi di passeggiare per Minetta Street in pieno Village (dove si gira il film cui partecipa Selena Gomez), di intrufolarvi nello storico Cafe Wha? o fare una pausa alla Minetta Tavern, di Macdougal St, dove è ambientata la scena nel ristorante.

Ovviamente senza dimenticare il leggendario Museum of Modern Art o l'imperdibile Metropolitan Museum, (dove Gatsby viene 'scoperto'). Né trascurare l'adiacente e immancabile Central Park, protagonista di tanti film di Allen e di numerose scene anche di questo splendido film. Che ha uno dei suoi momenti chiave proprio sotto il Delacorte Clock che non tutti conoscono… Una attrazione per bambini e non che campeggia sull'ingresso dello zoo del parco, all'altezza della East 65th Street e che è in grado di offrire 44 diverse canzoni al suo pubblico, a seconda della stagione.

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Umbria natura acqua minerale itinerari Umbria regina delle acque

monti sibillini cascata rocce natura acqua montagne italia

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Borghi ricchi di fascino e di testimonianze storiche ed una ricca tradizione enogastronomica, fanno dell'Umbria una meta particolarmente apprezzata dai viaggiatori che possono contare su veri e propri tesori tutti italiani immersi in una cornice paesaggistica di rara bellezza. Gli scenari che avvolgono le splendide località della regione sono una fonte inesauribile di preziosi ambienti naturali fatti di morbide colline, alte montagne e folti boschi ricchi di specie botaniche. Non a caso, parte del territorio della regione è tutelato da un magnificoParco Nazionale, quello dei Monti Sibillini che si estende a cavallo dell'Umbria e delle Marche. Proprio questa ricchezza naturalistica fa dell'Umbria anche una terra ricchissima di ottime acque che nascono dai monti e sgorgano purissime in diverse zone della regione.

Buona parte di esse vengono imbottigliate e distribuite in tutta Italia da SIAMI – Le Acque dell'Umbria.
Gubbio è senza ombra di dubbio uno dei borghi più belli e rinomati della regione. Sorge ai piedi del monte Ingino in una vallata incorniciata da una corona montuosa ricca di boschi, oliveti e vigneti. Ed è proprio da queste splendide montagne, meta di escursionisti ed amanti del trekking, che sgorga un'acqua oligominerale che, grazie alla natura del territorio, vanta una grande purezza, leggerezza e ricchezza di sali minerali. L'acqua Rugiada, dunque, rappresenta un altro dei preziosi tesori di Gubbio e viene imbottigliata, presso lo stabilimento locale, anche sotto il marchio commerciale Lieve.

Sono proprio i Monti Sibillini ad offrire due delle acque umbre più ricche di proprietà benefiche. Nel cuore del Parco, in Valnerina, da un bacino profondo viene captata l'acqua Viva, considerata un simbolo della cultura e della storia delle popolazioni che vivono sull'Appennino. La vallata, solcata dal fiume Nera, sfoggia una natura lussureggiante che custodisce preziosi ambienti naturali, cornice ideale per lunghe passeggiate ed escursioni all'aria aperta con tutta la famiglia. Da un altro profondo bacino idrico proviene anche l'acqua Misia, un'oligominerale che nasce da antiche fonti adiacenti ai Monti Sibillini. Dopo un lunghissimo percorso sotterraneo, durante il quale si arricchisce di preziose componenti, sgorga purissima ai piedi del crinale dove sorge il paese di Ponte, nel Comune di Cerreto di Spoleto.

Nella conca in cui il Nera confluisce con il Vigi sorge l'impianto di SIAMI, dove le Acque dell'Umbria vengono imbottigliate per essere distribuite in tutto il Paese. Non esiste cornice migliore per uno stabilimento di acque minerali. L'intera zona, infatti, è da sempre vocata al culto e alla raccolta delle acque come testimoniano le vestigia delle stazioni termali romane e antiche lapidi rinvenute sul territorio.

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Torino, tentazioni golose alla Confetteria Avvignano

Interni


LA STORIA
Tra i locali storici di Torino dove assaporare vere prelibatezze c’è la Confetteria Avvignano, nata nel 1883 come liquoreria e tutt’ora nella sua sede originaria. A quell’epoca nei suoi locali si era stabilita la vendita di liquori di Antonio Prunotto, artefice della ricca cornice in stucco della facciata. Nel 1926 i locali vennero rilevati da Silfredo Avvignano che li trasformò nella Confetteria Avvignano con lavori di abbellimento come l’aggiunta di lastre di marmo nella facciata esterna, la bussola d’ingresso in noce con pannelli intagliati, l’insegna tabella tra la vetrina e l’ingresso. Nel 1989 subentra la famiglia Ferraro che, rilevando il locale, affida i lavori di restauro al laboratorio di Nicola di Aramengo, noto restauratore torinese che grazie alla cura dei lavori vince il 1° premio nell’ambito di un concorso indetto dal comune come miglior restauro conservativo.

LA LOCATION
La confetteria si trova sotto i portici della bella Piazza Carlo Felice e fa bella mostra di se con gli arredi esterni ed interni che sono a tutti gli effetti un capolavoro artigiano di fine Ottocento e primi del Novecento. Splendidi sono la facciata in marmo, i pannelli di legno intagliato dell’ingresso, la vetrina, i banconi in legno con ripiani in marmo verde.

IL MENU’
L’offerta prevede un’ampia selezione di specialità artigianali quali pralineria e dolci di vario genere, non solo tipici piemontesi ma anche di tutto il territorio nazionale. A dominare su tutti sono però le specialità locali. I cioccolatini sono disponibili sia incartati, che in versione nuda, mentre dei gianduiotti vengono proposte 3 versioni, quello tradizionale, quello antico modellato a mano e uno fondente. La scelta di pralineinclude i liquorini, i tartufini, le scorzette ricoperte, gli speziati. Non mancano le tavolette, che si possono acquistare in versione fondente, extra, al latte, alle nocciole e speziate, i marron glacées e le creme spalmabili in vari gusti. Il settore pasticceria da tè propone la tradizione antica piemontese, con le paste di meliga, i krumiri di Casale Monferrato, i nocciolini di Chivasso, i bicciolani di Vercelli e la torta alla nocciola. Ad arricchire ulteriormente l’offerta gastronomica specialità come il panforte, i cantucci e il torrone, dolci stagionali come il panettone basso e le uova di cioccolato. Da provare il classico liquore alla gianduia che si ritaglia un posto da protagonista nella selezione di bevande.

Visitare Torino significa quindi andare anche alla ricerca di quei locali storici che hanno fatto epoca e che continuano anche oggi, generazione dopo generazione, ad essere simboli cittadini. Non è da tutti, ad esempio, vantare la paternità del tramezzino: è quanto accade al Caffè Mulassano.

Se invece è proprio il caffè a dettare le ispirazioni di visita non si può non andare alla scoperta della storia della Lavazza e di tutta la filiera della lavorazione del caffè, come succede al Museo Lavazza
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Turismo e sport / Europei 2020. Per il Gran Tour del calcio l'Italia trova Turchia, Svizzera e Galles

Il prossimo campionato continentale non vedrà più una nazione ospitante, ma si giocherà in 12 città di altrettanti Paesi. Fischio d’inizio a Roma il 12 giugno, finale a Londra il 12 luglio
Prossimi avversari agli Europei. Da sinistra: gli allenatori di Svizzera, Vladimir Petkovic,  Turchia, Senol Gunes, Italia, Roberto Mancini, e Galles, Ryan Giggs. Si sfideranno nel gruppo A, si stringono la mano dopo il sorteggio dei gironi a Bucarest (Ansa)
Prossimi avversari agli Europei. Da sinistra: gli allenatori di Svizzera, Vladimir Petkovic, Turchia, Senol Gunes, Italia, Roberto Mancini, e Galles, Ryan Giggs. Si sfideranno nel gruppo A, si stringono la mano dopo il sorteggio dei gironi a Bucarest (Ansa)
da Avvenire
Il giro d’Europa in 30 giorni, attraversando 12 città di altrettante nazioni, dormendo in otto capitali e smaltendo quattro fusi orari. Sembra un Grand Tour ottocentesco, in realtà è il piano di battaglia per il prossimo Campionato Europeo di calcio
Addio unica nazione ospitante, stadi nuovi sovradimensionati e rifacimento di aeroporti e autostrade. L’Euro 2020 nasce rivalutando l’esistente e costringendo squadre e tifosi a un mese di viaggi lungo il vecchio continente. 
Si comincia il 12 giugno alle 21 allo stadio Olimpico di Roma con l’Italia di Roberto Mancini opposta alla Turchia, si finisce il 12 luglio sempre alle 21 italiane con la finalissima in calendario allo stadio Wembley di Londra. In mezzo altre 49 sfide sparse dalla Spagna all’Azerbaigian, dalla Danimarca alla Romania, dalla Scozia alla Russia, passando anche per Olanda, Germania, Ungheria e Irlanda. 
Il festival paneuropeo del calcio ha preso forma nella fredda e piovosa Bucarest, dove l’urna è stata benevola con gli azzurri. Dopo la Turchia l’Italia affronterà infatti sempre all’Olimpico la Svizzera e il Galles
Potevano arrivare la Francia e il Portogallo ci siamo ritrovati invece avversari alla portata, i quali dovranno fare avanti e indietro tra Roma e Baku. Transalpini e lusitani, rispettivamente campioni del mondo e d’Europa in carica, faranno invece compagnia alla Germania, in quello che si annuncia il gruppo più spettacolare. 
Per il resto il Belgio troverà Russia e Danimarca, l’Olanda affronterà Ucraina e Austria, Inghilterra se la vedrà contro Croazia e Repubblica Ceca, la Spagna sarà opposta a Polonia e Svezia. Passano le prime due più le migliori quattro terze. A fine marzo, dopo gli spareggi, si conosceranno le ultime quattro nazioni ammesse alle nozze di diamante della competizione continentale (prima edizione datata 1960).
L’idea dell’Europeo itinerante balenò nella mente di Michel Platini nel 2012 e fu accolta con entusiasmo tanto che un anno dopo il lancio della proposta a Nyon giunsero 32 manifestazioni di interesse, confluite poi dodici mesi più tardi nei 19 dossier recapitati in Svizzera: due sia per il pacchetto standard (4 partite) sia per quello finale (tre match), 17 solo per lo standard. 
La scelta avvenne a Ginevra nel settembre 2014, quando furono svelati i nomi delle allora 13 città coinvolte. I piani iniziali prevedevano il match d’apertura a Bruxelles, la città simbolo delle istituzioni europee, ma i ritardi nella progettazione del nuovo stadio (che alla fine non sarà più costruito) portarono l’Uefa a escludere la capitale belga dalla manifestazione nel dicembre 2017.
Così le quattro partite finirono a Londra (che tra giugno e luglio prossimi, nonostante la Brexit, sarà teatro di sette sfide), mentre l’inaugurazione prese la via di Roma. L’alfa e l’omega nelle due città più popolose tra quelle coinvolte. Mentre per sette Paesi sarà la prima esperienza organizzativa, per l’Italia si tratterà della terza volta, dopo il 1968 e il 1980. 
In entrambi i casi a Roma toccò il match conclusivo, stavolta le spetterà il capitolo iniziale, allestendo lo spettacolo introduttivo dal maggiore impatto mediatico. Dopo il percorso netto nella fase di qualificazione la truppa del Mancio dovrà confermarsi nelle partite che contano. Se due anni fa il mancato accesso al Mondiale russo segnò l’Apocalisse del calcio azzurro, tra sei mesi la pattuglia tricolore è attesa alla prova del nove, per capire se di vero Rinascimento si tratti.

Expo 2020: Valle d'Aosta sarà presente a Dubai

L'Esposizione Universale Expo 2020 Dubai si terrà negli Emirati Arabi Uniti dal 20 ottobre 2020 al 10 aprile 2021, con il tema Connecting Minds, Creating the Future (Collegare Menti, Creare il Futuro). Secondo le stime del progetto, il Padiglione Italia - secondo quanto riferisce una nota della Regione - verrà visitato in media da oltre 28 mila persone al giorno per un totale di oltre 5 milioni di presenze nell'arco dei sei mesi dell'evento. "Siamo particolarmente lieti di partecipare a questa importante vetrina internazionale - dichiara l'assessore al turismo, Laurent Viérin - che permetterà di promuovere il brand Valle d'Aosta con particolare riguardo alla rappresentazione delle eccellenze territoriali regionali e della sua offerta turistica".

(ANSA).


L'ITALIA E IL MONDO DI NUOVO IN PIAZZA PER IL CLIMA





TORNANO I FRIDAYS FOR FUTURE, QUARTO SCIOPERO GLOBALE Quarto sciopero globale per il clima di Fridays For Future, il movimento di Greta Thunberg. In Italia cortei, presidi ed eventi in 139 Comuni per fare pressing sulla conferenza Onu sul clima che inizia lunedì. La scelta di far coincidere le manifestazioni in tutto il mondo con il Black friday è stato anche un modo per denunciare lo sfruttamento dell'ambiente e dei lavoratori per produrre merci superflue a prezzi bassi. 
ansa

MANOVRA, TASSA DI SOGGIORNO FINO A 10 EURO PER LE METE TOP


ansa

I comuni 'campioni' del turismo potranno raddoppiare la tassa di soggiorno, portandola fino a un massimo di 10 euro. E' una delle principali novità introdotte nel decreto fiscale, che tornerà stamani in discussione in aula alla Camera. Per concludere le votazioni manca ancora l'intesa sulle modifiche al carcere per i grandi evasori, con Italia Viva che chiede altre limature. 

A Osaka il Tourism Expo Japan e VJTM, la fiera dedicata al Mice





Sono stati più di 151mila i visitatori di TEJ 2019, Tourism Expo Japan, che si è svolto per la prima volta a Osaka, nei padiglioni di Intex, dal 24 al 27 ottobre. Un numero di visitatori superiore alle aspettative (che si attestavano a 130mila), e ben 8.392 appuntamenti prefissati con una crescita del 13% rispetto alla scorsa edizione.

In concomitanza della fiera si è tenuto dal 24 al 26 il VJTM, Visit Japan Travel & MICE Mart, un evento B2B dedicato al MICE e organizzato da JNTO che ha visto 330 fra buyer e giornalisti di 33 diversi paesi, e 360 ​​buyer giapponesi, partecipare ai business meeting pre-organizzati, per un totale di più di 9mila incontri.

100 i Paesi stranieri, 47 le prefetture giapponesi e 1.475 gli espositori (+102%) presenti a questa fiera B2B e B2C organizzata da Japan National Tourism Organization (JNTO), Japan Travel and Tourism Association (JTTA) e Japan Association of Travel Agents (JATA).Satoshi Seino, presidente di JNTO, premia Jacques Lozac’H di JBT France ai Best Incentive Travel Awards del VJTM

La scelta di Osaka e la promozione della regione del Kansai trovano la loro logica nella crescente attenzione verso la città – che ha ospitato a giugno il G20, a ottobre i Mondiali di Rugby e sarà sede dell’Expo nel 2025 – e nel fatto che la metropoli, terza per grandezza dopo Tokyo e Yokohama, punta sul turismo come pilastro essenziale per la sua economia.

Per l’Italia erano presenti sette tour operator (Alidays, Amo il Mondo, HIS Europe Italy, Miki Travel, The Net, Viaggigiovani e Viaggi del Mappamondo) e un buyer Mice, JTB Italy.

Gli incontri one-to-one

A VJTM erano presenti 22 giornalisti di 16 paesi (unica testata presente per l’ItaliaQualityTravel) che hanno generato 214 appuntamenti in totale con i seller giapponesi. Filo conduttore dei business meeting la promozione dei territori meno conosciuti e della cultura locale, per evitare il fenomeno della congestione e dell’overtourism.I padiglioni di Intex Osaka

È questo il caso del Kansai Tourims Bureau, di Kyoto in the Forest e delle regioni del Nord Kansai (Yabu, Asago), che si pongono come alternativa alla bellissima ma affollata Kyoto e propongono spaccati della vita reale nella natura, dell’Iwami Tourism Promotion Committeeche si affaccia sul Mar del Giappone, e di Ama Hut Hachiman che promuovono incontri con la cultura tradizionale e attività outdoor in zone poco battute dai turisti. I National Parks of Japan promuovono la costa di Tanesahi intorno ad Hachinoche, nella prefettura di Aomori, la frontiera nord dell’isola principale, Honshu.Le rovine del castello di Takeda, nel nord del Kansai

Abbiamo incontrato anche Taikoen, una splendida venue per eventi con diversi ristoranti, immersa nei giardini vicino all’Osaka Castle, e il Cvb di Yokohama, seconda città più importante del Giappone e centro di ricerca cui sono legati innumerevoli congressi scientifici, che si pone come alternativa alla capitale per quello che riguarda il MICE.

Non potevano mancare due DMC molto speciali basati a Tokyo: Trip Designer propone itinerari custom made alla scoperta di tesori nascosti, avvalendosi di più di 100 guide e promuovendosi con Google ads. Con loro ho sperimentato un tour a Yanaka, quartiere poco affollato che si sviluppa intorno al cimitero dove è sepolto l’ultimo Shogun, per conoscere la Tokyo del periodo Edo e lo splendido santuario shintoista Nezu.

Anche Beauty of Japan punta sulle dimensioni contenute (si definisce “boutique DMC”) e la flessibilità per proporre esperienze culturali high end in particolare a Tokyo e Kyoto, come ad esempio un incontro con un bonsai master, la cerimonia del tè, la visita di una distilleria di saké, o il tour delle architetture di Omotesando. Noi abbiamo scelto il bar hopping a Shinbaze, per condividere con gli impiegati appena usciti dall’ufficio il rito dell’after work nei bar e piccolissimi e caratteristici, gli izakaya.

Per tutti i buyer e i giornalisti della stampa specializzata sono state organizzate anche delle escursioni di mezza giornata a Osaka e nei dintorni. Noi abbiamo partecipato alla scoperta della cultura nell’area di Kyoto, con una Tea Experience nell’area di Ujii e la visita dello splendido tempio Byodoin patrimonio Unesco, illuminato in esclusiva per noi, e del suo interessantissimo museo.
Il tempio buddista Byodoin a Ujii, illuminato la sera per i partecipanti al VJTM ©2019VJTM Ocha-Kyoto

A seguire una visita dei giardini Syokado Teien, e la cena tradizionale, con degustazione dell’ottimo Syokando Bento a cura di Kyoto Kitcho.

Gli eventi del Tourism Expo Japan

Il programma di TEJ includeva anche una presentazione del grande architetto Tadao Ando, originario di Osaka, con focus sullo sviluppo sostenibile, e il Japan Tourism Award. Sono stati organizzati anche diversi simposi e seminari a tema e occasioni di networking per gli hosted buyers, come ad esempio la Welcome Reception che si è svolta nei padiglioni di Intex per tutti i partecipanti della fiera, e la VJTM Networking Reception nella splendida ballroom dello Hyatt Regency Osaka.Hyatt-Regency-Osaka

Clou della prima giornata, la terza edizione della Ministerial Round Table in collaborazione con UNWTO che ha avuto come tema “Commmunity Vitalization, People and Culture”. Presente per l’Italia il Presidente di Enit Giorgio Palmucci. La prossima edizione di TEJ e di VJTM si svolgerà a Okinawa dal 29 ottobre al 1 novembre 2020.
fonte https://www.qualitytravel.it

I segreti per viaggiare nel 2020 risparmiando

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Nei mesi invernali sono molti a desiderare una fuga al caldo oppure un fine settimana in una vivace metropoli per ricaricarsi – e gli abitanti del Bel Paese non fanno eccezione. Spesso però la fine dell’anno coincide con il periodo in cui si iniziano a pianificare i prossimi viaggi. Per aiutare gli italiani a immergersi nella ricerca della vacanza perfetta per il 2020 senza preoccuparsi del budget, momondo.it ha analizzato milioni di ricerche di viaggio arrivando a svelare il periodo perfetto per prenotare voli e hotel, risparmiando.
 Secondo lo studio Travel Smart di momondo, infatti, prenotando al momento giusto gli italiani potrebbero arrivare a risparmiare fino al 56% sul costo dei voli e fino al 69% sul prezzo del soggiorno, se raffrontati al giorno più costoso. Il periodo perfetto per prenotare varia a seconda che si tratti di una destinazione europea o meno.
 Volare in Europa risparmiando fino al 56% - Per i viaggiatori dello Stivale che per il 2020 sognano una vacanza in Europa, confermare un volo con 2 mesi di anticipo risulta essere la scelta vincente. Infatti, in media i biglietti più economici si trovano circa 63 giorni prima della partenza, arrivando a risparmiare fino al 56%. Optando per volare in settimana, in particolare di martedì, è ancora più vantaggioso e si può spendere fino al 23% in meno rispetto alla domenica, che è invece il giorno più costoso per pianificare un viaggio aereo. 
Per quanto riguarda gli hotel in Europa, se si vogliono tenere sotto controllo le spese, è consigliabile muoversi ancora con maggior anticipo. In media, le camere d'albergo più economiche si trovano circa 118 giorni prima dell’arrivo (quasi 4 mesi), con un risparmio di circa il 49% rispetto al giorno più costoso, ovvero il giorno del check-in.
Voli a lungo raggio: per trovare i più economici occorre prenotare 51 giorni prima della partenza - Quando si tratta di varcare i confini europei, per godere di prezzi vantaggiosi i viaggiatori del Bel Paese dovrebbero prenotare con circa 51 giorni di anticipo: seguendo questo consiglio è possibile risparmiare fino al 42% rispetto alla prenotazione effettuata il giorno stesso della partenza, considerato il più caro. Come per i viaggi continentali, anche in questo caso volare di martedì è l’opzione più conveniente: si possono così acquistare voli in media fino al 13% più economici rispetto al sabato.
Anche i soggiorni nel resto del mondo andrebbero prenotati circa 4 mesi prima per risparmiare in maniera significativa: in media fino al 69% se si conferma la camera con 115 giorni di anticipo.
I must-see del 2020 - Oltre a suggerire quando conviene prenotare, momondo ha analizzato i propri dati per ispirare gli italiani sulle tendenze di viaggio per il prossimo anno e fornire ulteriori spunti oltre alle destinazioni già popolari: New York e Bangkok.
Giordania, Maldive e Turchia, rispettivamente con Amman, Malé e Istanbul, sono le mete più trendy – ovvero quelle che hanno registrato la maggior crescita percentuale di ricerche – per partire nel 2020 ed esplorare itinerari fuori dalle classiche rotte. Per queste destinazioni a lungo raggio è sufficiente una pianificazione anche più breve. Ad esempio, basta acquistare il volo per Amman con soli 24 giorni di anticipo rispetto alla partenza per risparmiare fino al 61%.
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Le raccolte civiche di Palazzo Gavotti a Savona

Donato de' Bardi

Donato de' Bardi – Crocifissione (particolare) 1430-40 ca.

E' dal 2003 che le articolate raccolte civiche del Comune di Savona trovano sede definitiva negli spazi diPalazzo Gavotti. Si tratta di un antico e prestigioso palazzo del centro storico, costruito nella seconda metà del XVI secolo su preesistenti strutture medievali e modificato nell´Ottocento. L’antico edificio è stato ristrutturato dal Comune recuperando l’identità degli spazi architettonici e contribuendo, nel contempo, alla riqualificazione del centro cittadino. Il percorso museale è stato sviluppato secondo criteri museografici attentamente vagliati per ricomporre le articolate raccolte civiche, una delle raccolte d’arte più prestigiose della Liguria. Il Museo di Palazzo Gavotti offre quindi un itinerario a tutto tondo nella storia dell'arte, dal Trecento ai giorni nostri. La sede è inoltre dotata di ambienti destinati alle mostre temporanee e comprende una sezione dedicata alle opere della prestigiosa collezione della "Fondazione Museo di arte contemporanea Milena Milani” in memoria di Carlo Cardazzo.

PERCHE' ANDARE

Il percorso espositivo che si sviluppa tra il secondo e il terzo piano del Palazzo permette di rilevare le tappe fondamentali della cultura figurativa ligure. Fra i capolavori del museo segnaliamo la “Pala Fornari” dipinta da Vincenzo Foppa nel 1489 e l'intensa e suggestiva “Crocifissione” realizzata da Donato de' Bardi a cui è dedicata un'apposita sala. L'opera già nota come “Crocifissione di Savona” è considerata un unicum nel panorama della pittura rinascimentale, poichè punto di contatto fra il Rinascimento italiano e la pittura fiamminga. La quadreria del seicento comprende poi dipinti realizzati da importanti esponenti della scuola genovese come Valerio Castello, Luciano Borzone, Gioacchino Assereto, Orazio De Ferrari e Domenico Piola. Al secondo piano è invece possibile ammirare oltre alle grandi tele di soggetto mitologico di Giovanni Battista Carlone e Bartolomeo Biscaino anche le opere di artisti savonesi, da Bartolomeo Guidobono alle esperienze romantiche di Giuseppe Frascheri. Completa la rassegna dei pittori locali “L'Immacolata Concezione” di Paolo Gerolamo Brusco e “La Consolatrice degli Afflitti” di Nicolò Barabino fra le più notevoli espressioni dell'arte ligure nell'800 e ammiratissima dai contemporanei.

DA NON PERDERE

Ricordiamo che una sala del palazzo ospita dal 2010 la raccolta di preziose icone dal XVII al XIX secolo dedicate alla Gran Madre delle tre mani, collezionate da Renzo Mantero, luminare della chirurgia della mano e grande appassionato d'arte. Nel percorso trova inoltre spazio la raccolta acquisita nel 2008 grazie al lascito testamentario di Egidio Ercoli con dipinti della prima metà del secolo, tra Metafisica, Realismo Magico e Novecento fino agli esiti artistici del Secondo dopoguerra. Le potenzialità delle diverse raccolte non si esauriscono in un allestimento statico poiché esposizioni a rotazione integrano di volta in volta il percorso base.

Museo d'Arte di Palazzo Gavotti
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Barometro del turismo: sale la bilancia valutaria


È online il nuovo Barometro del Turismo, a cura del Centro Studi Federalberghi in collaborazione con Ebnt. La pubblicazione contiene i dati terzo trimestre 2019, offrendo una panoramica completa sull’anno che sta per chiudersi. 
In evidenza, il saldo positivo della bilancia valutaria turistica, che nel secondo trimestre ha toccato il +6,2%, grazie a una crescita delle spese degli stranieri in Italia del 5,6%. L’andamento dei ricavi medi del mercato alberghiero nel periodo gennaio-settembre ha registrato il +2,3% rispetto al 2018; le presenze degli italiani, nei mesi centrali dell’anno (luglio-settembre), sono cresciute dello 0,8%. Sul piano occupazionale la situazione registra un lieve aumento dello 0,3% di contratti a tempo determinato. Nei primi otto mesi del 2019 l’aumento degli introiti dei musei, pari a 164,7 milioni di euro, è stato del 4,3% sullo stesso periodo del 2018; identica percentuale di crescita per il numero di passeggeri negli aeroporti italiani.

Turismo D'Italia

La Vucciria di Guttuso a Montecitorio dipinto in mostra a ingresso libero nella Sala della Lupa

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La Camera dei Deputati apre le porte a La Vucciria, il capolavoro di Renato Guttuso. Il dipinto sarà in mostra, a ingresso libero, dal 29 novembre al 12 gennaio 2020 nella prestigiosa Sala della Lupa di Palazzo Montecitorio accanto ad altre due opere dell' artista, il 'Cristo deriso' (1938) e i 'Carrettieri siciliani' (1946), appartenenti alle Collezioni della Camera dei Deputati e mai esposte finora al pubblico. L' opera del maestro siciliano lascia così la collocazione abituale nel Complesso Monumentale di Palazzo Chiaromonte-Steri, sede il Rettorato dell' Università di Palermo, per essere ammirato a Roma nel periodo delle festività di fine anno. "L'esposizione, promossa dall'Università degli Studi di Palermo e dalla Fondazione Sicilia e organizzata da Civita con il contributo di Igea Banca, rappresenta - è detto in una nota - un importante momento di valorizzazione e promozione del patrimonio culturale siciliano e vuole essere l'inizio di un ciclo di appuntamenti che renderanno protagoniste anche le altre regioni italiane". La Sala della Lupa sarà aperta ai visitatori dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso alle 17.30) .
    La Vucciria, dipinto tre metri quadri realizzato da Guttuso nel 1974 nel pieno della sua maturità, fu donato dall' autore all' Ateneo del capoluogo siciliano. Considerata l' opera più celebre dell' artista , è la descrizione realistica e suggestiva di una scena quotidiana dell' omonimo mercato di Palermo, tra i più affascinanti della città. Il termine 'vucciria' deriva dal francese boucherie (macelleria) che in siciliano ha anche assunto il significato di confusione, miscuglio incomprensibile di voci, persone, oggetti, espressioni e azioni tipiche del mercato. (ANSA).

Carbonara, il primo piatto romano più "misterioso"

carbonara
Ce la invidiano e ce la copiano in tutto il mondo. La pasta alla carbonara è una delle ricette più dibattute, esportate ed imitate della cucina italiana e, più precisamente, di quella laziale e romana. Noi, però, ce la teniamo ben stretta. Con tutte le controversie sugli ingredienti da utilizzare, con il suo sapore delizioso ed inconfondibile e con la sua storia ancora incerta e “misteriosa”.

LA TRADIZIONE
Non vi è dubbio che la carbonara sia considerata, e sia, ormai, a tutti gli effetti, una ricetta della cucina romanesca. Le sue origini, tuttavia, sono tutt'altro che certe e non sembrano, di fatto, essere prettamente legate alla tradizione romana. Basti pensare che nella sua disamina delle ricette della cucina romanesca del 1930, Ada Boni non ne fece alcuna menzione, a riprova del fatto che, all'epoca, questo primo piatto non fosse affatto conosciuto nella capitale. Le prime tracce di una ricetta simile a quella che oggi conosciamo risalgono al decennio successivo, ed in particolare al periodo immediatamente successivo alla liberazione di Roma da parte delle truppe alleate nel 1944. Tale circostanza sembrerebbe suffragare la teoria che legherebbe le origini della ricetta proprio alla presenza dei soldati americani sul suolo italiano. Secondo alcune ipotesi ben diffuse nell'immaginario collettivo, infatti, i giovani militari statunitensi trovarono nell'abbinamento tra le uova ed il bacon, entrambi presenti nei loro kit di provviste, un ottimo condimento per la pasta che assumeva, in questo modo, sapori familiari. Oltretutto, nella zona della linea Reinhard, tra Lazio, Molise e Campania dove le truppe prestavano servizio, era diffusa una ricetta tradizionale, la cosiddetta “cacio e ova”, che potrebbe aver fornito l'ispirazione ai soldati e, successivamente, ai cuochi che perfezionarono la ricetta. Ci volle poco, dunque, perchè il piatto giungesse a Roma e si diffondesse, sino a diventare una specialità della tradizione. Sebbene da molti considerata una delle versioni più plausibili della storia della nascita della carbonara, non manca, invece, chi preferisce attribuire alla ricetta una paternità in tutto e per tutto italiana, associandola, piuttosto, all'usanza tra i carbonai abruzzesi ed umbri di portare con sé nel bosco prodotti facilmente reperibili e conservabili da consumare durante le loro lunghe sessioni di veglia della carbonaia per la realizzazione della carbonella. Tra queste provviste erano presenti proprio uova e formaggio che venivano combinati in un piatto noto, appunto, come “cacio e ova” considerato, in questo caso, diretto antenato della ricetta. L'aggiunta del guanciale, diffuso nella zona assieme al lardo e al grasso (conservati, tra l'altro, proprio con il pepe) in sostituzione del costoso olio, ne rappresenterebbe la definitiva evoluzione.

LA DENOMINAZIONE
Se la storia della carbonara risulta non poco controversa, le origini del suo nome sembrano assumere contorni altrettanto nebulosi. Esistono, infatti, poche testimonianze che documentino le motivazioni della scelta di questo nome. In molti, però, sembrerebbero ricondurle proprio ai già citati carbonai che, in dialetto romanesco, vengono chiamati, per l'appunto, “carbonari”. Più suggestive, invece, la teorie che fanno riferimento alla società segreta della Carboneria.

LE CARATTERISTICHE
Ogni aspetto che riguarda la pasta alla carbonara sembra essere oggetto di controversia, dalla storia, al nome sino alla stessa ricetta della quale esistono diverse interpretazioni specialmente con riferimento all'utilizzo di uova intere o tuorli, di pancetta oppure di guanciale. La versione riconosciuta come tradizionale, comunque, prevede la realizzazione di un condimento a base di uova, pecorino grattugiato (meglio se romano), pepe e guanciale croccante precedentemente rosolato in padella nel suo stesso grasso. Anche sul formato della pasta esistono differenti scuole di pensiero. Sebbene, infatti, si prediliga l'utilizzo di pasta lunga (che siano spaghetti - più diffusi - piuttosto che bucatini), non manca chi, invece, preferisce prepararla con i rigatoni.

LA PRODUZIONE
Nonostante le possibili origini “internazionali” ed “interregionali”, la carbonara è, ormai, a tutti gli effetti una specialità della cucina romanesca. Non esiste una vera e propria ricetta codificata e, difatti, è possibile assaggiarla in diverse versioni anche nelle trattorie romane che propongono la cucina della tradizione. Non esiste uno specifico disciplinare che prescriva l'utilizzo del guanciale o della pancetta che, infatti, per molti sono considerati intercambiabili, sebbene con una diffusa propensione all'utilizzo del guanciale. Meno dubbi permangono, invece, sulla scelta del formaggio. Non mancano ristoratori che condiscono il piatto con Grana o Parmigiano ma il formaggio per la carbonara per eccellenza viene identificato, quasi unanimemente, nel pecorino grattugiato, meglio se romano DOP. La panna, da alcuni utilizzata per conferire cremosità al piatto, viene, invece, bandita dai veri “puristi” della ricetta.

LA CULTURA
Una ricetta considerata già così controversa e passibile di interpretazioni anche in patria, non può che generare una gran confusione a chilometri e oceani di distanza, specialmente se si tratta di una delle ricette più amate e famose della cucina italiana all'estero. Chi avesse il coraggio di assaggiarla durante uno dei propri viaggi, scoprirà piatti in poco o per nulla simili ad una vera carbonara italiana. Se in Giappone il pecorino viene arricchito, o del tutto sostituito, con la fantomatica panna, in Spagna, oltre alla panna, si aggiungono anche champignon e, per non farsi mancare nulla, anche la cipolla. E se in Germania e Francia per non “rischiare di sbagliare”, esistono preparati liofilizzati al gusto di carbonara (sic!), in Inghilterra si arriva persino a sostituire le uova con la besciamella. Ciò di cui dobbiamo essere orgogliosi, però, è che un piatto italiano sia talmente amato da voler essere riprodotto, seppur maldestramente, in tanti Paesi del mondo.

IN CUCINA
Tra tante incertezze che aleggiano attorno alla carbonara, una certezza c'è, ed è che si tratta di una ricetta abbastanza insidiosa. La lista corta degli ingredienti e la loro semplicità potrebbero trarre in inganno. La realtà dei fatti è che preparare una carbonara impeccabile è ben più difficile di quanto si possa pensare. Soprattutto nei passaggi finali, quelli che riguardano il condimento della pasta che dovrà risultare vellutato e cremoso anche senza l'aggiunta della panna. L'uovo, infatti, non dovrà essere aggiunto con il tegame sul fuoco, altrimenti si cuocerebbe e si rapprenderebbe ma, allo stesso tempo, non dovrà risultare liquido. Per ottenere la giusta cremosità ci si dovrà aiutare con un poco di acqua di cottura della pasta, dosandola alla perfezione affinchè il piatto non risulti troppo asciutto, ma facendo, comunque, attenzione che il condimento mantenga la giusta densità.

La ricetta: Pasta alla carbonara. Ingredienti (per 4 persone): 400 grammi spaghetti, 3 tuorli d'uovo, un uovo intero, guanciale, pecorino romano grattugiato, sale pepe.
Tagliare il guanciale a listarelle sottili e rosolarlo in una padella nel suo stesso grasso senza aggiungere altri condimenti. Quando risulterà ben croccante, spegnere il fuoco e lasciar riposare. Cuocere la pasta in acqua salata bollente e, nel frattempo, cominciare a sbattere le uova alle quali bisognerà aggiungere del pecorino grattugiato e del pepe. Correggere di sale e continuare a sbattere si quando il composto non risulterà cremoso e ben amalgamato. Scolare la pasta ancora al dente e farla saltare brevemente, con un poco di acqua di cottura, nel tegame con il guanciale rosolato. Spegnere il fuoco ed aggiungere il composto a base di uova e pecorino e mescolare bene il tutto fin quando la pasta non risulterà uniformemente condita e cremosa. Servire in tavola spolverando con dell'altro pecorino grattugiato e, se lo si desidera, un poco di pepe.

IL TERRITORIO
Si dice che tutte le strade portano a Roma. Bisognerebbe aggiungere che ogni strada di Roma porta a qualche prezioso tesoro della storia e dell'arte del nostro pianeta. La capitale è, infatti, un'inesauribile fonte di bellezze archeologiche, architettoniche, pittoriche e chi più ne ha più ne metta. Ogni epoca è mirabilmente rappresentata ed ogni stile trova la propria massima espressione. Basta passeggiare per le vie del centro baciate dal sole, per rimanere incantati dall'abilità dei più grandi maestri della storia dell'arte che hanno lasciato ovunque preziose testimonianze della loro abilità e del glorioso passato della nostra capitale.
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Cicloturismo per famiglie e sportivi Ferrara, capitale della bicicletta

Le mura di Ferrara, da scoprire in bicicletta


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Ferrara è conosciuta come la città delle biciclette, grazie alla sua grande propensione all’uso delle due ruote. I suoi abitanti la utilizzano più che in qualsiasi altro posto in Italia, e almeno quanto la maggior parte delle grandi città del nord Europa, storicamente molto più orientante di noi all’uso della bici. Tantissimi i percorsi cicloturistici che si snodano tra il centro della città, le sue mura e le campagne circostanti. E molte sono anche le iniziative turistiche legate al mondo delle due ruote. Per cui se vi state ancora chiedendo quale sia il modo migliore per visitare la città di Ferrara la risposta è davvero scontata. Scegliere l’itinerario adatto alle propria autonomia sarà un gioco da ragazzi. Esistono percorsi facili, quelli adatti alle famiglie, quelli ad anello, e infine a carattere più marcatamente sportivo.


Le mura

Un percorso di 9 chilometri, relativamente facile, con cui poter effettuare una salutare passeggiata attorno ai bastioni, gli antichi torrioni e le storiche mura che circondano il centro della città estense. Si tratta di un itinerario adatto alle famiglie in quanto la zona di percorrenza, immersa nel verde, è riservata esclusivamente alle biciclette e ai pedoni ed è piuttosto sicuro. Ad ogni porta d’accesso al centro storico sarà possibile accedere per visitare la città, per esempio al Castello Estense, oppure optare per escursioni verso la campagna.


Anello del Basso ferrarese

Un percorso circolare ma decisamente più ampio - circa 106 chilometri - quello che parte e torna a Ferrara toccando Ro, Migliarino e Ostellato. Un viaggio attraverso i territori del Basso Ferrarese, dove poter gestire le energie soffermandosi a contemplare i paesaggi della campagna o i punti di interesse. Come ad esempio il Museo de La Tratta, dove poter assistere alla rappresentazione della vita contadina. 


Destra Po

Per gli amanti degli itinerari più sportivi, ma che non disdegnano la vista di panorami suggestivi e ricchi di storia, si può scegliere la ciclovia che accompagna il Po fino al mare. Cento chilometri circa da percorrere tutti d’un fiato o effettuando una sosta al Mulino sull’acqua di Ro, alla Rocca Possente di Stellata o al castello della Mesola.

Firenze Cappelle Medicee stanza segreta Michelangelo

Cappella di Cosimo de' Medici<br>

è rimasta segreta per centinaia di anni. A breve potrebbe essere consentito visitarla, ma anche in quel caso non tutti i dubbi sulla sua esistenza sarebbero dissipati. Sotto la celebre Basilica di San Lorenzo a Firenze, in corrispondenza delle Cappelle Medicee, è stata ritrovata nel 1975 una stanza dimenticata, alla quale si poteva accedere solo tramite una botola (nascosta sotto il mobilio). Si presume che questa stanza sia stata per diversi mesi il nascondiglio segreto di Michelangelo Buonarroti.

Perché Michelangelo avrebbe dovuto nascondersi, e cosa nella stanza fa supporre che l'artista l'avesse abitata? Contestualizziamo: le Cappelle Medicee sono oggi un museo, ma la loro originaria funzione era quella di mausoleo. Qui sono stati sepolti i membri della famiglia Medici, a partire dalla seconda metà del 1400. Nel 1519, fu richiesto a Michelangelo di erigere la Sagrestia Nuova, che in circa 10 anni prese forma e divenne una delle sue più grandi opere architettoniche. A corredo della nuova cappella, egli scolpì statue e sepolcri monumentali. In quest'epoca dunque Michelangelo era un protetto della famiglia nobiliare, ma quando scoppiò una sommossa popolare per spodestarli, l'artista si schierò contro di loro. I Medici però tornarono presto a detenere il potere, e Michelangelo fu costretto a fuggire.

Ma non andò molto lontano: buon conoscitore delle Cappelle Medicee e del complesso di San Lorenzo, egli trovò rifugio in un ambiente lungo e stretto, seminterrato, che oggi è soprannominato 'la stanza segreta di Michelangelo'. Sembra che l'artista si sia trattenuto qui per diversi mesi, e, armato solo di carboncino, abbia trascorso molto tempo a riflettere sulle sue opere passate e sui progetti a venire: sulle pareti di questa stanza sono tracciati i bozzetti di alcune delle sue più importanti sculture. C'è una testa di Laocoonte, varie riletture del David, alcuni schizzi della Cappella Sistina, e persino un autoritratto. Questa stanza, vero e proprio 'inventario d'artista' dal valore inestimabile, è rimasta segreta fino al 1975, quando l'allora direttore del Museo delle Cappelle Medicee, Paolo dal Poggetto, la scoprì per caso. Le pareti erano state intonacate, ma un attento lavoro di restauro ha permesso di far tornare alla luce i disegni a carboncino del Buonarroti.

Ci sono tuttavia delle opinioni contrastanti sulla ragione che avrebbe spinto Michelangelo a disegnare questi schizzi proprio qui. La versione dell'auto-prigionia è la più accreditata, tuttavia alcuni studiosi ritengono poco plausibile che una artista importante come lui non avesse trovato altra protezione all'epoca che la volontaria 'carcerazione'. Se davvero fosse stato in pericolo, avrebbe potuto richiedere tutele ad altri mecenati, che vista la sua fama non sarebbero certo mancati, anziché rinchiudersi in una segreta. I disegni, secondo questa lettura della vicenda, sarebbero stati semplici riflessioni, test ed esempi che l'artista e i suoi apprendisti avrebbero tracciato. Una sorta di lavagna su cui fare schizzi e confrontarsi sui progetti da realizzare.

In ogni caso, la stanza segreta è rimasta inaccessibile al pubblico per tutti questi anni, ma il Museo del Bargello, da cui dipendono le Cappelle Medicee, ha annunciato l'intenzione di aprirla ai visitatori a partire dal 2020.
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PRESTO UN ALTRO VOLO NELLO SPAZIO PER 'ASTROSAMANTHA'


ANNUNCIO DI FRACCARO. FIRMATO L'ACCORDO FRA ITALIA ED ESA Presto ci sarà un altro volo per Samantha Cristoforetti. Lo ha annunciato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega per lo spazio, Riccardo Fraccaro. "L'Esa ha sottoscritto con l'Italia un impegno formale assicurando all'astronauta italiana un nuovo volo. È il giusto riconoscimento per la sua immensa professionalità - ha rilevato - e conferma la nostra eccellenza nel settore dello spazio". (ANSA).

Terremoto in Albania, i soccorsi dall’Italia. La zona costiera più a sud, considerata più strategica per il turismo albanese, non risulta colpita

Terremoto in Albania, i soccorsi dall’Italia

Sono aumentate ancora le vittime del terremoto che ha colpito l’Albania nella notte tra il 25 e il 26 novembre. Salgono a 31 i morti accertati, ci sono una ventina di dispersi e i feriti sono più di 650.
soccorritori hanno lavorato tutta la notte – anche con droni, cani e ruspe – e scavano ancora tra le macerie a Thumane e Durazzo, i due centri più colpiti dal sisma.
Sono stati molti gli edifici crollati, tra cui due alberghi sulla costa di Durazzo. Il terremoto ha distrutto il Vila Palma, uno dei più importanti alberghi a quattro stelle della città.
La zona costiera più a sud, considerata più strategica per il turismo albanese, non risulta invece colpita.
L’Italia ha risposto alla richiesta di aiuto dell’Albania inviando 200 uomini e mezzi di soccorso, autorizzati dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte: si tratta di squadre operative dellaProtezione civile, dei Vigili del fuoco, della Croce Rossa.
In campo anche la Puglia, dove il presidente della Regione Michele Emiliano ha messo a disposizione strutture, soprattutto ospedali. Per l’emergenza feriti sono stati infatti predisposti 250 posti letto e sono allertati i centri per le trasfusioni di sangue.

Terremoto in Albania, apprensione nelle comunità albanesi in Sicilia

Terremoto in Albania, apprensione nelle comunità albanesi in Sicilia

"E' come se le scosse avessero distrutto il paese vicino al nostro. Ne abbiamo parlato a scuola, se ne parla in piazza. Seguiamo costantemente le notizie sui internet e in televisione”, dice Rosario Petta

A Piana degli Albanesi oggi non è stato un giorno come gli altri. Il terremoto che ha colpito Durazzo lo hanno sentito molto forte, nella comunità arbëreshë siciliana: “In Albania ci sono le nostre radici, è come se le scosse avessero distrutto il paese vicino al nostro. Ne abbiamo parlato a scuola, se ne parla in piazza. Seguiamo costantemente le notizie sui internet e in televisione”, dice Rosario Petta, il sindaco della cittadina palermitana. Sono 43 i comuni italiani, la maggior parte in Calabria, popolati da minoranze etno-linguistiche albanesi. Sono in Calabria, Sicilia, Molise e Campania. “I sindaci siamo riuniti in un gruppo whatsapp. Oltre ad esprimere il nostro dolore per le vittime e per la distruzione, ci stiamo organizzando per portare la nostra solidarietà”, continua Petta che è anche componente italiano del consiglio della diaspora, un organo riconosciuto dallo stato albanese. Passata la prima emergenza, racconta il primo cittadino, “invieremo ciò che servirà ai nostri fratelli. Faremo la nostra parta”.
Questa mattina Petta ha sentito la vicesindaca di Durazzo Etleva Kondi: “Mi ha detto che è un disastro, che le vittime sarebbero state più di quelle che raccontate dai telegiornali”.

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