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Per il ponte del 1 maggio in vacanza oltre 8 milioni di italiani

ROMA - Saranno 8 milioni - a cui si potrebbero aggiungere 3,1 milioni di indecisi, soprattutto per il meteo ancora instabile - gli italiani che approfitteranno della festa del 1 maggio - che cade di lunedì - per un weekend lungo, se non addirittura per una vacanza di qualche giorno: 3 intervistati su 4 hanno, infatti, programmato solo una breve pausa, con 1 o 2 pernottamenti al massimo a destinazione, ma c'è anche un 4% che si concederà una settimana piena, con non meno di 5 notti passate fuori casa.

Emerge dall'Osservatorio sul turismo di Confcommercio realizzato da Swg.
    Il raggio degli spostamenti è comunque piuttosto limitato, come di consueto per questa festività: 1 vacanziere su 2 resterà nelle immediate vicinanze del luogo di residenza, o comunque nella propria regione.

La restante metà si muoverà invece fuori regione, ma sempre in Italia, o all'estero, scelta dichiarata dal 9% del campione intervistato.
    Di 350 euro a persona tutto compreso è il budget messo mediamente a disposizione, per raggiungere una località di mare - la scelta più gettonata in 3 casi su 10 - o una città d'arte o un borgo. Privilegiate nella scelta, tra le mete domestiche, quelle della Toscana, Emilia Romagna, Liguria, Campania e Puglia, mentre Francia e Spagna attraggono di più chi va oltralpe, seguite dal Portogallo. 

CNA, UN TURISTA SU 5 È STRANIERO - Saranno 10 milioni i turisti in movimento per l'Italia nei quattro giorni del ponte del 1 maggio, da oggi alla festa dei lavoratori di lunedì. A prevederlo una indagine condotta da Cna Turismo e Commercio tra gli associati di tutto il nostro Paese. In questo periodo pernotteranno in strutture ricettive, alberghiere ed extra-alberghiere, complessivamente quattro milioni e mezzo di vacanzieri, il resto riaprirà le seconde case o si recherà presso amici e parenti. Un turista su cinque, vale a dire poco più di due milioni, sarà straniero. Il movimento economico determinato da questi flussi porterà a un giro d'affari totale di tutto rispetto, del valore di oltre 4,5 miliardi. Dall'indagine risulta che i due ponti di primavera (che hanno gravitato intorno al 25 aprile e al 1 maggio) complessivamente sono destinati a coinvolgere 18 milioni di turisti per 10 milioni di pernottamenti in strutture ricettive e un giro d'affari superiore ai 10 miliardi di euro. A trainare le entrate turistiche del ponte del 1 maggio principalmente il ritorno dei vacanzieri stranieri, connotati da livelli di consumo ben più elevati della media: in genere assicurano tre pernottamenti pro capite in strutture ricettive. Il dollaro forte sta spingendo in Europa, e in Italia in particolare, turisti provenienti dagli Stati Uniti d'America. Francia, Germania, Regno Unito, Spagna, Olanda e Irlanda i Paesi dai quali sta arrivando il maggior numero di europei. Da magnete faranno gli eventi artistici (mostre, spettacoli, concerti) come il Concertone di Roma o il Comicon, il salone internazionale del fumetto di Napoli. L'iniziativa dei musei e dei parchi archeologici statali gratis nella ricorrenza del 25 aprile, voluta dal ministro Gennaro Sangiuliano, pare destinata a riverberare il suo successo anche sui giorni di questo ponte, permettendo il tutto esaurito nelle istituzioni culturali e generalmente in città e borghi d'arte, tanto più se si confermeranno i capricci metereologici pronosticati tra domenica e lunedì. Le attività all'aria aperta, la ricerca dei tesori enogastronomici e le attività esperienziali, artigianali o agricole, costituiranno altre calamite per i turisti italiani e stranieri. 

COLDIRETTI, 6 ITALIANI SU 10 FUORI  - Oltre sei italiani su dieci (61%) trascorreranno il ponte della festa del 1 Maggio fuori casa, tra chi andrà al mare, chi cercherà il relax in campagna, chi sceglierà mostre e concerti, chi visiterà parenti e amici ma ci sono anche circa 8 milioni di persone che approfitteranno del mini ponte per fare una vera e propria vacanza scegliendo una meta nazionale in più di nove casi su dieci. Emerge da un'indagine Coldiretti Ixe' per la Festa del Lavoro che fa da preludio alla stagione estiva. Tra le destinazioni preferite, il mare batte le città d'arte, seguite dalla montagna e della campagna, con la primavera che rappresenta la stagione preferita dagli amanti della natura con il clima mite, le piante fiorite, il passaggio degli uccelli migratori, ma anche le attività agricole con i lavori di preparazione dei terreni e di semina. Dopo le difficoltà legate all'emergenza Covid, si registra peraltro anche a tavola - rileva la Coldiretti - il ritorno della convivialità con la voglia di stare insieme a parenti e amici nelle case, al ristorante, nei picnic all'aria aperta o in agriturismo. Cresce l'interesse per i piccoli borghi. In Italia i centri sotto i 5mila abitanti ospitano il 16,5% della popolazione nazionale ma rappresentano il 54% dell'intera superficie italiana, secondo un'analisi Coldiretti su dati Istat, con ampi margini di accoglienza residenziale in un paesaggio fortemente segnato - conclude la Coldiretti - dalle produzioni agricole, dalle dolci colline pettinate dai vigneti agli ulivi secolari, dai casali in pianura alle malghe di montagna, dai verdi pascoli ai terrazzamenti fioriti, che contrastano il degrado ed il dissesto idrogeologico. 

ansa.it

I viaggiatori cinesi tornano in Italia


I viaggiatori cinesi tornano in Italia. Il Bel Paese rinomato per l’enogastronomia tipica, le città d’arte e i marchi di moda ora fa gola anche per natura, sport, bleisure e wellness. in Europa nel 2023 - in base alle proiezioni del China Outbound Tourism Research Institute diffuse da European Travel Commission - è possibile aspettarsi circa 6 milioni di arrivi di cui 2 milioni dovrebbero riguardare l’Italia. Secondo uno studio ENIT, elaborato su un campione di cittadini cinesi residenti nelle città di prima fascia e con esperienze di viaggi all’estero nel corso del biennio 2028 – 2019, l'Italia è la destinazione più attrattiva (38%) tra i principali competitor in Europa. A seguire Svizzera (35%) e Francia (31%). La Civil Aviation Administration of China ha dichiarato che, entro la fine del 2023, il traffico aereo in&out of China recupererà il 75% rispetto ai livelli pre-pandemia.

Tra i futuri viaggiatori cinesi, l'Italia ha reputazione di essere un Paese vario con molte caratteristiche attrattive. Il famoso portale online cinese Sohu.com (uno dei più importanti in assoluto per notizie di attualità, sport, costume & società) ha stilato la classifica aggiornata alla primavera 2023 dei brand più influenti tra le destinazioni turistiche globali in Cina, prendendo come parametro i risultati delle performance online (ricerche + social media). L’Italia è complessivamente in settima posizione, subito dietro le principali destinazioni asiatiche e la seconda destinazione europea dopo la Svizzera. Considerando solo il parametro “attività sui social media”, l’Italia è in prima posizione tra le destinazioni europee e 4° nella classifica complessiva superando addirittura la Thailandia (Paese tradizionalmente in cima alle scelte di viaggio per i turisti cinesi che escono da Greater China).


Enit ha esaminato anche i nuovi trend del turismo cinese e i punti di forza e debolezza dell’offerta turistica italiana. I cinesi sperimentano l’Italia outdoor a contatto con la montagna e la natura. La visita mordi e fuggi alle principali città d’arte non è più sufficiente a soddisfare aspettative di viaggio. I giovani in Cina stanno dedicando molta attenzione alla carriera e all’autoaffermazione e tendono a sperimentare località autentiche, destinazioni che consentono esperienze di viaggio approfondite. I cinesi oggi guardano a mete prima non considerate come ad esempio la Sicilia, le Cinque Terre e le destinazioni balneari che prima erano trascurate e ora sono vissute pienamente, pur con modalità peculiari.

Enit ha preparato la ripartenza posizionandosi su tutte le principali piattaforme digitali cinesi e ha commissionato uno studio per valutare quali cambiamenti siano intervenuti nella percezione che i turisti cinesi hanno della destinazione Italia.

“Va adattato il prodotto turistico tenendo conto che si tratta di viaggiatori con un ammontare di tempo inferiore rispetto ad altri mercati per ogni singola attività. Va sottolineata l’unicità di ogni singola esperienza e va costruita una narrativa localizzata dal punto di vista della qualità del messaggio, nonché favorito il contatto con la popolazione locale, soprattutto con chi condivide i medesimi interessi. In tema di adattamento del prodotto è importante inserire anche attività educative per bambini. Dobbiamo concentrarci sulla qualità invece che sulla quantità, sul monitoraggio della soddisfazione invece che sui grandi numeri” dichiara Ivana Jelinic Presidente e Ceo Enit.

“Si assiste anche ad una modifica delle tendenze come nel balneare soprattutto del segmento lusso con resort di alta qualità con esperienza in riva al mare con cucina di alto livello e aumenta la presenza dei giovani perché è cresciuta la disponibilità economica” commenta Sandro Pappalardo consigliere cda Enit.

Il sondaggio commissionato da Enit mostra che gli intervistati hanno una conoscenza buona del Paese. Quando si parla di Italia, il cibo è al primo posto (pizza e pasta), insieme alle città più famose di Roma e Venezia, mentre tra le attrazioni popolari spiccano la Torre Pendente di Pisa e il Colosseo. L'Italia è anche sinonimo di moda, marchi di lusso, una vibrante scena artistica: l'opera, Michelangelo e anche sport (calcio), storia e cultura (Rinascimento) vengono in mente alle persone. In particolare, i cinesi hanno più familiarità con la cucina (3,35), la moda (3,26), l'architettura e i musei (3,2).

Tuttavia, i viaggiatori conoscono meno la storia e la religione italiana, l'economia, la politica, l'istruzione e la tecnologia. Emerge invece ancora un po’ di confusione sulle attrazioni europee identificate come italiane. Gli intervistati (100%) hanno identificato erroneamente le attrazioni di altri Paesi (come la Basilica della Sagrada Familia) come nostrane. Il 24% degli intervistati è già stato in Italia.

Quasi tutti (97%) dicono che ritorneranno, il che riflette la buona reputazione e la qualità delle esperienze di viaggio nel Bel Paese. Scenari naturali (64%) e architettura (64%) sono i due principali motivi che ispirano i viaggiatori cinesi a visitare l'Italia. Inoltre, più della metà dei viaggiatori afferma che anche la cucina italiana (56%) è un motivo fondamentale. La barriera linguistica è la principale preoccupazione tra i viaggiatori cinesi (47%). Le preoccupazioni per la sicurezza (43%) sono il 2° motivo che impedisce ai viaggiatori di visitare l'Italia.

La Torre Pendente di Pisa è l'attrazione più popolare tra i viaggiatori cinesi, con oltre la metà (54%) degli intervistati disposti a visitarla. Il Colosseo è stato scelto da quasi la metà degli intervistati (49%), mentre il Canal Grande (46%) e il Duomo di Milano (45%) seguono in classifica. Roma è la prima scelta tra le città con il 63%, seguita da Milano con il 58% degli intervistati che sceglie la capitale mondiale della moda come la città più popolare in Italia.

Venezia (56%) è terza in classifica, con una percentuale decisamente superiore a Firenze (35%), Pisa (22%) e Napoli (13%). Lo shopping è la scelta numero 1 per i viaggiatori cinesi in termini di esperienze, seguito da ottimi vini e degustazioni di cibo, poi i principali monumenti e il paesaggio. Per alcuni viaggiatori, anche la moda e lo sport (il calcio in particolare) sono motivi importanti per visitare l'Italia.

Due sono tradizionalmente i picchi in termini di arrivi: i mesi estivi di luglio e agosto e la Golden Week (prima settimana di ottobre). Il numero di viaggi outbound dalla Cina è previsto superare i livelli del 2019 entro il 2024. Uno dei risultati della pandemia è il minore interesse verso tour di gruppo con sconosciuti. L’equilibrio si sposta con forza verso i viaggi su misura con piccoli gruppi di amici, colleghi o in famiglia (conseguenza dei lockdown e della ricerca di qualità). I tour di gruppo con sconosciuti sono ancora accettabili solo se tematici, e dunque basati su un interesse condiviso, come ad esempio lo sport, la fotografia, la musica.

Nei primi due mesi dell’anno i visti per turismo rilasciati dall’Italia a cittadini cinesi hanno raggiunto il 30% rispetto ai livelli del 2019, e dal 15 marzo l’Italia è entrata a far parte della lista di destinazioni autorizzate anche per i gruppi. L’obiettivo è raggiungere e superare entro il 2024 i livelli del 2019, anno dei record per il turismo cinese outbound, quando l’Italia era prima destinazione in Europa con oltre 3 milioni di arrivi e 5,4 milioni di presenze.

La maggior parte dei viaggiatori è disposta a partire ma necessita di tempo per viaggiare in Europa. Il 20% degli intervistati che ha esperienza di viaggi fuori nazione è pronto a partire per l'Europa nel 2023. Inoltre, più della metà del totale (57%) inizierà il viaggio in Europa entro 2 anni e l'85% entro 3 anni.

Nel 2019 sono stati circa 170 milioni i viaggi di cittadini cinesi fuori dalla propria nazione. Solo una percentuale vicina al 10% dei cittadini cinesi possiede un passaporto. Permangono fattori strutturali che rallentano la ripresa dei viaggi outbound dalla Cina: i tempi di ottenimento dei visti, il numero di collegamenti aerei, ancora insufficiente a soddisfare la domanda, e i costi molto alti.
comunicato stampa Enit

Azienda toscana compra a 4,99 euro il dominio ‘Open to meraviglia’


Un’azienda di marketing del Mugello ha comprato per 4,99 euro un sito che enti statali non avevano registrato. “Tranquilli, ci abbiamo pensato noi”, si legge nella home page del dominio www.opentomeraviglia.it acquistato – qualche ora dopo il lancio della campagna di
promozione all’estero di Enit con la Venere di Botticelli influencer, che ha creato diverse polemiche – dalla Marketing Toys di Scarperia (Firenze). L’azienda è di Filippo Giustini che appunto ha registrato il dominio. Inizialmente il dominio rimandava all’home page dell’azienda fiorentina, poi Giustini ha scelto di inserire l’immagine della Venere di Botticelli con scritto ‘Godetevi l’Italia, è bellissima. Anzi no,
meravigliosa”.

“Dal Governo evidentemente si erano scordati di registrare il dominio – ha spiegato Giustini -. Noi per idee piccole pensiamo al dominio disponibile prima di lanciare il progetto. Noi siamo in questi giorni a Parigi in relax, eravamo ad un concerto. Prima che iniziasse lo spettacolo, ho controllato per curiosità quel sito ma non c’era niente. Così ho visto se era registrato il dominio e su Aruba era ancora disponibile: l’ho acquistato io, per 4,99 euro, era pure a sconto. L’ho reindirizzato al nostro sito. Poi ho visto le statistiche col passare delle ore e ho notato 290 utenti singoli collegati in tempo reale, un numero molto più alto del normale. Da lì mi sono accorto che in molti cercavano la pagina”. Adesso ci sarà da aprire una ‘trattativa’ col Governo: “Molti ci mandano messaggi, dicendo che siamo dei geni ma abbiamo fatto qualcosa di normale”, ha concluso.

Da parte sua dal ministero del Turismo si fa sapere che il sito a cui fa riferimento la campagna è Italia.it che è il portale su cui atterra mentre Opentomeraviglia è il claim della campagna e su tutti i cartelloni c’è Italia.it come riferimento. Intanto comunque le parodie e gli account che si ispirano alla Venere scelta dal ministero del Turismo dilagano sui social.

travelnostop.com


A giugno atteso boom di stranieri, al top i weekend lunghi


Gli operatori turistici si stanno preparando alla stagione estiva, in attesa di accogliere migliaia di visitatori pronti a scoprire le bellezze dell’Italia: quella del 2023 è vista da molti come la prova del nove, la stagione che servirà per avere la certezza di poter pronunciare con più sicurezza la parola ‘recovery’. Le previsioni sembrano essere più che positive e sono pochi quelli che gridano alla cautela (come, invece, accadeva lo scorso anno).
Secondo le elaborazioni Lybra Tech, la domanda turistica per il mese di giugno è variegata e presenta delle particolarità interessanti. In base ai dati sulle ricerche nelle strutture ricettive, i flussi turistici inizieranno ad aumentare gradualmente nel mese di maggio e con l’arrivo di giugno, mentre alcune destinazioni come le città d’arte saranno già in piena attività, le località balneari si preparano ad accelerare il ritmo.
Di tutti gli utenti che nel mese di marzo hanno cercato un pernottamento per l’Italia (circa 2,1 milioni), il 65% proviene dall’estero: è un valore molto alto, quasi un monopolio, ma non sorprende, dato che gli italiani si stanno concentrando sulla pianificazione delle vacanze al mare di luglio e agosto. Gli stranieri, invece, sono meno propensi a visitare lo stivale con le alte temperature estive, soprattutto considerando che stiamo parlando principalmente di americani, inglesi e tedeschi. Gli Stati Uniti, infatti, sono al primo posto tra le nazionalità dei turisti più desiderosi di visitare l’Italia a giugno e rappresentano ben il 16,0% del totale della domanda. Segue poi il Regno Unito (14,4%) e le vicine Germania (7,5%), Francia (6,8%) e Svizzera (3,1%). A seguire, poi, alcuni mercati interessanti nonostante una quota di domanda relativamente bassa, e cioè: Giappone (2,9%), India (1,5%), Brasile (1,4%) e Singapore (1,3%).
La formula più richiesta è quella del weekend lungo: è un dato che cambia anche sensibilmente tra una nazionalità e l’altra, ma mediamente i viaggi che si faranno in Italia in giugno avranno una lunghezza di 3,9 notti. Seguono questa tendenza americani (3,8 notti), inglesi (3,6 notti), francesi (3,7 notti), indiani (3,8 notti) e brasiliani (3,8 notti); mentre italiani, tedeschi e svizzeri stanno cercando pernottamenti più lunghi, rispettivamente da 5,4, 5,0 e 5,3 notti. Al contrario, la permanenza media di giapponesi e singaporiani è molto più corta; cioè di 1,6 e 1,2 notti. Questo potrebbe sembrare incoerente, considerando che si tratta di mercati di lungo raggio, ma in realtà è legato alla preferenza di questi turisti per i viaggi multi-destinazione, che prevedono più tappe e quindi lo spostamento da una struttura all’altra durante il loro soggiorno in Italia.
Per i viaggi nel mese di giugno la meta più gettonata è sicuramente il Lago di Garda, una delle mete preferite soprattutto dalla clientela estera. Gli stranieri, infatti, rappresentano l’89,5% della domanda totale, anche se non ci sono gli americani ai primi posti (che, invece, preferiscono il Lago di Como): sul podio troviamo gli inglesi, i tedeschi e gli italiani.
Al contrario, al secondo posto troviamo la meta preferita dagli italiani: la Riviera Romagnola. Il mercato domestico copre addirittura il 47,3% della domanda totale, segno della forte connotazione nazionale della destinazione. Gli italiani, poi, si distinguono anche per la permanenza media: mentre gli stranieri stanno cercando pernottamenti in riviera mediamente da 4-4,3 notti, gli italiani vanno per il soggiorno lungo, con una media di 6,1 notti.
A seguire, poi, le città d’arte Roma e Firenze, anche loro prese d’assalto dai turisti stranieri: per Roma la quota di domanda estera è dell’89%, mentre per Firenze è del 91%. Venezia e Milano sono, rispettivamente, al sesto e al nono posto; anche loro con una quota di domanda estera molto alta: 93% per Venezia e 90% per Milano. Per tutte e quattro, la permanenza media si aggira dai 2,7 alle 3,2 notti.

travelnostop.com

Al via l’iter per la Capitale della Cultura 2026: c’è il bando

Dopo Bergamo e Brescia, Capitale italiana della cultura 2023, il titolo spetterà nel 2024 a Pesaro, seguita da Agrigento nel 2025: per la scelta di quella del 2026 l’iter inizia ora. Il bando è stato infatti pubblicato su www.cultura.gov.it: possono candidarsi, presentando una manifestazione scritta di interesse, entro il 4 luglio 2023, i Comuni, le Città metropolitane e le Unioni di Comuni, che non abbiano concorso alle due precedenti edizioni.

Successivamente, entro il 27 settembre 2023, dovranno trasmettere il dossier, comprensivo di titolo, progetto culturale, referente responsabile, valutazione di sostenibilità economico-finanziaria e obiettivi perseguiti, con i relativi indicatori, oltre a due sintesi della proposta, una breve e una estesa, corredate da un’immagine esemplificativa ad alta risoluzione, per la comunicazione e la promozione dell’iniziativa da parte del Ministero.

La Giuria, composta da sette esperti del mondo della cultura, delle arti, della valorizzazione territoriale e turistica, da istituirsi con decreto ministeriale di concerto con la Conferenza Unificata, selezionerà i 10 progetti finalisti entro il 15 dicembre 2023. Questi verranno discussi pubblicamente nelle audizioni da svolgersi entro il 14 marzo 2024. Ciascuna finalista avrà a disposizione 30 minuti per presentare la propria candidatura, seguiti da una sessione di ulteriori trenta minuti per le domande della Giuria. La procedura si concluderà entro il 29 marzo 2024, termine per la raccomandazione da parte della Giuria al Ministro della candidatura ritenuta più idonea a essere insignita del titolo di Capitale italiana della cultura per l’anno 2026. Il Ministro, successivamente, proporrà di conferire il titolo al Consiglio dei Ministri, che lo assegnerà formalmente con propria delibera.

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Ponti di primavera, è boom per le città d’arte che fanno il pieno anche di stranieri

Per il lungo ponte di primavera gli italiani si mettono in viaggio. Fino al 1° maggio i dati del settore alberghiero mostrano una crescita esponenziale di turisti italiani: il 65% delle prenotazioni del periodo arrivano dalla clientela domestica.

Non mancano gli stranieri con un trend positivo che continua ininterrotto ormai da molti mesi. Numerose le presenze dall’Europa, francesi e tedeschi, inglesi, svizzeri e spagnoli ma sul podio troviamo sempre il turismo americano che dalla fine del covid sta generando numeri eccezionali, ben oltre i livelli precrisi. Ma risposte positive arrivano anche da altri mercati come il Brasile che sta ricominciando a muovere numeri importanti e dai primi segnali di ritorno dei turisti cinesi.

In termini di occupazione camere questo si traduce in oltre il 90% di occupazione a Venezia, 85% a Roma seguita da Firenze con un buon 75%. È interessante anche il risultato di Milano e Torino con rispettivamente il 67 e il 65% delle camere prenotate.

Nel solco della tradizione buono anche il risultato delle aree interne, trainate dall’Umbria che raggiunge l’80% di occupazione camere anche se con una permanenza molto breve nei soli periodi delle festività.

“Nessuna sorpresa dai ponti di primavera – commenta Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi – si conferma il trend positivo che ha animato tutto il periodo da quando le restrizioni imposte dal covid sono finite nel maggio dello scorso anno. Le presenze alberghiere nei prossimi 10 giorni vedono dei picchi ulteriori determinati dalla combinazione favorevole delle festività che muovono il turismo interno, ma quello che ci fa ben sperare in prospettiva è la tenuta e la continuità del turismo internazionale che dimostra, in questo momento, una particolare attenzione verso il nostro Paese. Un’opportunità che dobbiamo e vogliamo cogliere per consolidare anche il mercato dei prossimi mesi regalando a questi viaggiatori un’esperienza di accoglienza made in Italy da raccontare”.

travelnostop.com

Diciassette milioni di italiani in viaggio per i ponti


AGI - Per le festività del 25 aprile, 9 milioni di italiani si metteranno in viaggio, una cifra che non si discosta molto dagli 8 milioni e 99 mila concittadini che si muoveranno invece in occasione della ricorrenza del primo maggio: complessivamente coloro che si regaleranno una vacanza durante i ponti saranno oltre 17 milioni. È la stima di Federalberghi, che ha affidato all'Istituto ACS Marketing Solutions un'indagine sui ponti di primavera, da cui emerge che il giro di affari nel complesso ammonta a 7,4 miliardi.

Chi rinuncia a viaggiare

Tra gli individui intervistati che non andranno in vacanza, la maggioranza (50,8% per il 25 aprile e 52,4% per il primo maggio) ha rivelato di non partire per motivi economici. Partirà in un altro periodo il 18,7% dei non-vacanzieri del ponte della Liberazione e il 16,5% per quelli della Festa del Lavoro.

Ponte della Liberazione

Per il ponte della Liberazione, il 91,4% degli intervistati resterà in Italia, mentre l'8,6% sceglierà una località estera.

Le mete preferite per i viaggiatori che resteranno all'interno dei confini nazionali saranno il mare (29,7%), le località d'arte (28,8%) e la montagna (17,5%). Per coloro che invece si recheranno all'estero, vincono le grandi capitali europee (68,6%), seguite dalle capitali extraeuropee (14,3%). L'alloggio preferito sarà l'albergo (32,3%); segue la casa di parenti e amici con un 22,4%, i bed & breakfast (18,2%) e le case di proprietà (12,3%).

La vacanza avrà una durata media di 4 notti e circa il 5% di chi parte per il ponte della Liberazione, rimarrà fuori fino al primo maggio. La spesa media pro capite sostenuta per la vacanza (comprensiva di trasporto, alloggio, cibo e divertimenti), sarà pari a 490 euro. Chi resterà in Italia spenderà mediamente 463 euro, mentre la spesa aumenta per chi trascorrerà un periodo di vacanza oltre confine (721 euro).

Il turismo si conferma un driver eccezionale per l'economia del territorio creando un giro di affari di 4,4 miliardi di euro. La gran parte della spesa dei viaggiatori sarà destinata ai pasti (31,6%). L'alloggio e il viaggio assorbono il 28,5% e il 18,2% del budget, mentre allo shopping sarà destinato l'8,3% del budget. La motivazione principale per la vacanza sarà il riposo e il relax (53,4%), seguito dal divertimento (32,3%).

Il 14,8% degli italiani approfitterà di questa occasione per scoprire posti nuovi. Durante questi giorni, le attività principali consisteranno in passeggiate (36,5%), escursioni e gite (32,8%), visita a musei o mostre (22,9%) e a monumenti (21,4%). Il 70% dei vacanzieri utilizzerà la propria macchina per recarsi presso il luogo della vacanza. Il 17,7% viaggerà in aereo e il 5,2% in treno.

La comodità ha prevalso nella scelta del mezzo (74,9%), soprattutto tra chi ha scelto la macchina (81,5%) e il treno (81%). Chi viaggia in aereo, invece, lo fa prevalentemente (65,3%) per ottimizzare i tempi.

Festa del Lavoro

Anche per il primo maggio l'Italia sarà la meta preferita: resta nel Belpaese il 93,5% degli italiani, mentre il 6,5% opterà per l'estero. Coloro che resteranno in Italia si dirigeranno soprattutto verso il mare (41,8%), località d'arte (35,2%) e località di montagna (12,1%). Chi va all'estero si dirigerà soprattutto verso le grandi capitali europee (54,2%) e il mare (16,7%). L'alloggio preferito è l'albergo (per il 25,6% dei casi), seguito a ruota dalla casa di parenti/amici con il 24,3%.

Si passeranno in media 3 notti fuori casa. La spesa media pro-capite (comprensiva di trasporto, alloggio, cibo e divertimenti) sarà di 376 euro (350 per chi rimarrà in Italia e 708 per chi andrà all'estero), con un conseguente giro d'affari di circa 3 miliardi e 45 milioni di euro. La spesa si orienterà soprattutto verso i pasti (29%), seguita dalle spese per il pernottamento (28,3%), per il viaggio (19,1%) e per lo shopping (9,1%).

principali motivi che portano gli italiani a far vacanza per la Festa del Lavoro sono la ricerca del relax (48,8%) e del divertimento (34,5%). Le attività principali consisteranno in passeggiate (41%), escursioni e gite (29,4%), e la visita al patrimonio culturale (musei o mostre 24,5%, monumenti e siti archeologici 24%). Il 73% dei vacanzieri viaggerà con la propria macchina, il 10,2% in aereo e il 5,7% in treno. Anche in questo caso per spostarsi si guarda soprattutto alla comodità (80,4%), in particolare tra chi ha scelto la macchina (92,6%) e il treno (76,2%). Ancora una volta, chi viaggia in aereo lo fa prevalentemente (86,8%) per ottimizzare i tempi.

Da Domodossola a Berna scavalcando due catene alpine. Il nuovo treno Italia-Svizzera tra bellezza e brivido

 Il Trenino Verde delle Alpi collega la Val d'Ossola con la capitale elvetica in due ore attraverso la linea ultracentenaria del Sempione e del Lötschberg. Tutto quello che c'è da scoprire durante il viaggio e nelle varie tappe del viaggio

C’è un nuovo treno turistico che attraversa i monti tra Italia e Svizzera. Nell'anno in cui il Paese d'oltralpe sta rilanciando il suo network di ferrovie di montagna, un unicum a livello mondiale, che pochi mesi fa si è arricchito della prima linea a scartamento variabile, e per farlo ha messo in campo il testimonial n.1 del suo turismo, Roger Federer, ecco anche il Trenino Verde delle Alpi. Parte, ogni due ore, da Domodossola e porta fino a Berna percorrendo la linea ultracentenaria del Sempione e del Lötschberg. Un biglietto giornaliero, a prezzi particolarmente convenienti per i turisti italiani, offre l’opportunità di salire e scendere dal treno liberamente nelle diverse stazioni e di utilizzare gratuitamente i battelli che solcano le acque del suggestivo lago di Thun. Il viaggio parte da Domodossola – comodamente raggiungibile in treno da tutta la penisola -, borgo protetto da una cinta muraria che il sabato si anima con un antico e vivace mercato cittadino.

E proprio dai porticati di piazza del Mercato, facilmente raggiungibile dalla stazione, può partire la passeggiata alla scoperta degli eleganti palazzi del Borgo della Cultura ( il centro storico),  tra i quali Palazzo Silva,  una delle più belle costruzioni gentilizie rinascimentali della regione subalpina, e Palazzo San Francesco, edificato lungo i muri perimetrali di una maestosa chiesa del 1200 e oggi sede dei Musei Civici. Poco dopo aver lasciato Domodossola, il Trenino Verde delle Alpi entra nel traforo ferroviario del Sempione, scavato sotto il monte Leone (3552 m), lungo oltre 19 km e inaugurato nel lontano 1906, per poi riemergere a Briga. Una breve sosta in questa graziosa cittadina dominata dalle tre torri con dorate cupole a cipolla di castello Stockalper,  fatto erigere nel Seicento dallo scaltro mercante  Kaspar Stockalper, permette di visitare il caratteristico centro storico.

E chi viaggia con bambini può raggiungere il World Nature Forum, un nuovissimo museo interattivo dedicato a questo angolo delle Alpi. Lasciata Briga il trenino risale la valle del Rodano, si inerpica per quasi 500 metri di dislivello sulla “rampa sud” regalando ai passeggeri piacevoli panorami, passa da Goppenstein, percorre per circa 15 km la galleria in quota del Lötschberg, attraversa una galleria elicoidale di 1655 metri e arditi viadotti fino a raggiungere il borgo medievale di Thun. Qui vale la pena programmare una sosta un po’ più lunga per visitare il museo ospitato nel  castello degli Zähringen, risalente al XII secolo, passeggiare per il centro storico, attraversare i ponti in legno sul fiume Aare ( il più lungo corso d’acqua della Svizzera, immissario del Reno)  e imbarcarsi sul battello che naviga il lago di Thun tra castelli, borghi romantici e una breve escursione che porta alle Grotte di San Beato, visitabili per circa un chilometro.

L’ultima tappa del nostro viaggio è Berna, la  capitale della Svizzera, Patrimonio UNESCO per il suo centro storico. Un piccolo gioiello di urbanistica medievale, fondato nel 1191, con ben sei km di portici, diverse fontane rinascimentali, la  Zytglogge (torre dell’orologio) sulla quale salire, le 294 figure del Giudizio Universale presenti sul portale principale della cattedrale tardomedievale, la casa dove per sette anni alloggiò Einstein  e il Zentrum Paul Klee, progettato nel 2005 da Renzo Piano, che ospita la più importante collezione di opere del pittore svizzero considerato uno degli artisti  più importanti del modernismo. E con un po’ di fortuna nella Fossa degli Orsi in riva al fiume Aare si possono ammirare i tre orsi bruni bernesi, mammifero dichiarato nel 1224  animale araldico ufficiale della città. Il viaggio sul Trenino Verde delle Alpi permette anche di provare l’esemplare integrazione tra ferrovia e trasporto pubblico su gomma, ferro o lacustre, che offre l’opportunità di partire dalle diverse stazioni toccate dal treno turistico per escursioni in alcune delle più belle località delle Alpi Svizzere, inclusa Interlaken lo Jungfrau-Aletsch,  proclamato primo patrimonio alpino naturalistico dell’UNESCO.

repubblica.it

- Segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone e Albana Ruci - turismoculturale@yahoo.it

in https://viagginews.blogspot.com/

"La cucina italiana diventerà patrimonio Unesco"


AGI - "La cucina italiana diventerà patrimonio Unesco. Abbiamo inoltrato tutte le domande secondo le procedure prescritte". Lo ha detto il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano a 'Mattino Cinque News' su Canale 5. 

"Arriveremo anche a una normativa generale che snellisca le risposte delle soprintendenze. Stiamo predisponendo una norma", ha proseguito il ministro, sottolineando che le soprintendenze "svolgono un lavoro importante, perché la Costituzione ci impegna a una tutela. Ma c'è anche un interesse socio-economico" affinché "il Paese si modernizzi e si sviluppi", ha aggiunto. 

"Conservare e preservare, come ci impone l'articolo 9 della Costituzione, il nostro patrimonio costa tantissimo. Quindi è bene che noi cominciamo, moderatamente, a far pagare le nostre bellezze", ha proseguito Sangiuliano, "il Pantheon è il sito museale più visitato in Italia, circa 9 milioni di visitatori. Abbiamo fatto un accordo con la Curia di Roma, cui riconosciamo il 30% degli introiti: "Il resto con un biglietto molto limitato, appena 5 euro, lo incameriamo e lo destiniamo alla cura e alla tutela del bene", ha ricordato Sangiuliano. 


Vertice sul turismo sostenibile in Albania, c’è anche Enit

Vertice in Albania sul turismo sostenibile. Enit ha preso parte al Forum Festa a Tirana indetto dal Ministero del Turismo e dell’Ambiente della Repubblica d’Albania, in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale del Turismo e con il sostegno di EUSAIR, SASPAC, Interreg, GIZ Albania, UNDP Albania e Risi Albania. All’evento ben 40 rappresentanti di altrettanti Paesi intervenuti in 7 sessioni tematiche.

“Siamo ben lieti di avere un momento non solo di confronto ma di sostegno reciproco a livello mondiale sulle politiche di sviluppo sostenibile. Occorre procedere insieme. Avere una visione univoca della strategia di collaborazione segna un nuovo passo che va a migliorare anche l’impatto dei flussi turistici razionalizzandoli”, ha detto Ivana Jelinic, presidente e Ceo Enit.

“Nel futuro puntiamo ad un approccio olistico al turismo, ad investimenti dedicati ai giovani e a potenzialre le infrastrutture. Finora il sostegno italiano nei settori legati al turismo sostenibile è stato costante ed ha interessato, tra l’altro, la gestione responsabile delle aree protette, la valorizzazione del patrimonio naturale e culturale e il sostegno alle comunità locali”, ha ribadito l’Ambasciatore d’Italia a Tirana, Fabrizio Bucci.

Il vertice ha portato alla luce il tema dell’overtourism e la sua disciplina, contemplando l’ipotesi di un contingentamento dei flussi e dell’accesso al patrimonio articstico culturale così come la valorizzazione delle aree meno note.

travelnostop.com

Nuovi investimenti sulla cultura per una società «neo-umanista»


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Italia ha  bisogno oggi più che mai di potersi riconoscere in un patrimonio storico e artistico senza pari, rilanciando i consumi culturali

Nel serrato dibattito degli ultimi mesi sulle politiche pubbliche, reso più vivace dalla nascita di un governo di destracentro con ampia maggioranza parlamentare e una premier donna, si deve registrare una Grande Assente: la Cultura. Per la verità, in un’epoca di emergenze continue e gravi che fanno parlare ormai abitualmente di “permacrisi” (ovvero di crisi permanente), era piuttosto prevedibile. Di fronte alla confluenza di gravi problematiche di salute pubblica, economiche, belliche, dunque attinenti la sopravvivenza stessa e i bisogni primari, la cultura passa inevitabilmente in secondo piano. “Di cultura non si vive”: molte persone impegnate nei diversi settori culturali amaramente sottoscriverebbero tale affermazione; “la cultura non si mangia”, aggiungerebbero con un pizzico di cinismo beffardo altri, non troppo sensibili al fascino dell’arte, della musica, della letteratura.

A questo punto sarebbe facile per contrappasso sposare una posizione vivacemente antitetica, che andava assai di moda sul finire degli anni Ottanta del Novecento: “di cultura si vive, eccome”, se solo sapessimo mettere a frutto i giacimenti culturali di un Paese che – questo lo slogan di allora ripetuto allo sfinimento – è «un museo a cielo aperto ». I meno giovani ricorderanno questo tipo di argomentazione, che in alcuni casi suonava quasi come un invito alla riscossa per tutti gli operatori dei diversi settori culturali: musei, siti archeologici, enti lirici, teatri. Sembrava fosse stato scoperto il petrolio italiano fatto di colonne, mosaici e statue, accatastati senza rispetto in armadi polverosi nei sotterranei dei grandi musei. Per un po' si continuò a pensare che bastasse tirarli fuori, sottrarli alla occhiuta, gelosa ed escludente custodia degli storici dell’arte, mapparli, aggiungervi un po’ di cosiddetti “servizi aggiuntivi” (caffetterie, angoli riposo, ristorantini) e la nostra economia sarebbe volata.

Naturalmente così non è andata. Il grande lancio della commercializzazione della cultura naufragò presto sulle prime inefficienze e contraddizioni. I mecenati (grandi imprese in cerca di lustro) snobbavano tlo spettacolo dal vivo (troppo effimero, transeunte, per lucidare un blasone-brand) a favore del restauro di un bene archeologico, immutabile, immobile da secoli, e dunque stabile ritorno pubblicitario per l’azienda che ne avesse finanziato il recupero. Lo strumento della fiscalità non riuscì a rafforzare più di tanto l’azione dei mecenati, e anche quella si rivelò una bolla. Altre fragilità e disorganizzazioni fecero il resto: come quando per bando pubblico si affidarono a diverse aziende informatiche grandi progetti di mappatura dei beni esistenti, che non riuscivano però a dialogare attraverso le banche dati approntate dato che i linguaggi e i programmi utilizzati erano differenti…

La cultura non mise le ali all’economia né in quegli anni Ottanta né nei decenni che seguirono, anche perché i problemi erano e sono molto più complessi; a cominciare da strade e infrastrutture mancanti. Paradigmatico il caso della Sicilia, che gronda siti archeologici di bellezza incomparabile ma ancora oggi ha un sistema di collegamenti e di viabilità che esclude ogni possibilità di accesso concreto a molte di tali archeo-meraviglie. E tuttavia forse non fu questa la sola debolezza di un rilancio che voleva tradurre in oro luccicante e sonante i vecchi gioielli di famiglia. Ai nostri giorni le cose non vanno molto meglio, se nei programmi elettorali delle recenti elezioni politiche la cultura ha ottenuto poca o nessuna attenzione, con affermazioni e propositi generici, senza indicazioni chiare delle risorse finanziarie per i diversi interventi, con la solita oscillazione tra quanti vogliono più ruolo per il pubblico e quanti preferirebbero mettere tutto in mano ai privati. È forse giunto, perciò, il momento propizio per parlare di politiche culturali con un occhio più evoluto, che del passato sappia fare tesoro aggiungendo però una consapevolezza nuova, figlia dei nostri tempi così liminali, così disorientanti, che ci stanno traghettando in un altro mondo, in un’altra epoca, in cui senza bussole sarà certamente più facile perdersi.

Finora nel nostro Paese il mondo delle politiche culturali nei diversi settori è stato affrontato facendo riferimento ad alcuni paradigmi concettuali. Anzitutto la conservazione, tipica dell’approccio degli storici dell’arte, interessata soprattutto alla preservazione del bene. Successivamente, come accennato sopra, si è affermata l’idea della promozione-valorizzazione-commercializzazione, figlia in parte di un democratico desiderio di portare la cultura alle masse, in parte del più concreto desiderio di mettere a frutto capitelli e dipinti. Dal punto di vista strettamente politico è prevalso troppo spesso, invece, un paradigma elettoral-assistenzialistico: non a caso gli enti lirici hanno sempre assorbito buona parte del Fondo Unico per lo Spettacolo (Fus) potendo vantare numerosi addetti (maestranze, elettricisti, costumisti ecc.) e dunque un buon bacino di consenso potenziale.

Ma oggi molte cose sono cambiate, anche nella percezione delle istituzioni della cultura, per lo meno in ambito internazionale. I libri, il teatro, le mostre entrano in maniera più o meno codificata e a buon diritto nel paniere che definisce il benessere dei diversi Paesi. O, quantomeno, si riscontra che i Paesi che risultano in cima alle classifiche della felicità attribuiscono ai consumi culturali un grande posto nel modo di occupare il cosiddetto tempo libero (concetto anche questo in via di ridefinizione). Pensiamo alla Finlandia che da anni è in testa alla classifica della felicità dei Paesi («Sustaineble Development Solution Network», World Happiness Report 2022) e che si basa su uno stile di vita che potremmo definire da “giovane colto” (muoviti, studia, leggi, vivi la cultura, vivi la natura, ama, condividi, ricerca) anche per i pensionati, che trovano occasioni culturali in situazioni di prossimità domestica. Quanto ai giovani veri e propri, hanno facilmente a disposizione in piccoli centri distribuiti territorialmente il necessario per produrre le loro intuizioni musicali, registrarle e metterle in rete, in modo da avere occasioni concrete di farsi conoscere. Purtroppo l’Italia non è neanche sulla scia di questo modo di vivere “giovanile e colto”. Sempre nello stesso Rapporto, l’Italia perde ulteriori postazioni e passa dal 25° al 31° posto.

Nonostante la ritrovata normalità e l’accelerazione dell’estate 2022 nella fruizione di eventi e spettacoli dal vivo, i consumi culturali sono ancora lontani dai livelli pre-Covid e risalgono lentamente. L’indice realizzato da Impresa Cultura Italia-Confcommercio e Swg ha raggiunto nei primi 9 mesi del 2022 i 68 punti (+9 sul 2021 e +12 sul 2020), distante però più di 30 punti dal valore di riferimento del 2019. Valori di riferimento che non erano certo stellari. Dalla crisi di antica data del comparto culturale, accentuata oggi da un’emergenzialità globale, è possibile però, per dirla con il sociologo Mauro Magatti, trarre una lezione generativa, che non resti impantanata nelle contraddizioni della politica culturale nel nostro Paese, ma da esse tragga una provocazione e uno stimolo potente a ripensarsi alla luce del cambiamento d’epoca in una nuova centralità. Il mondo della cultura nei suoi diversi comparti non ha mai avuto, come in questi tempi di mutazione velocissima, di fronte a sé una sfida più entusiasmante, più nobile e fondativa.

Oggi, come ha argomentato Stefano Zamagni su “Avvenire” del 13 gennaio 2023, uno dei problemi sociali più importanti che emergono all’orizzonte è fornire una risposta solida alla posizione transumanista, sostenuta dai colossi dell’high tech, che si propone non tanto il potenziamento ma il superamento di ciò che è umano nell’uomo. Il progetto che si può contrapporre con forza a questa tesi è quello neoumanista, sostenuto anche dalla Chiesa, la cui culla è proprio l’Europa. Un neo-umanesimo che nella libera espressione creativa da una parte e nel nutrimento, nella fruizione culturale dall’altra trova la sua espressione più vera. Un progetto che ricordi all’Uomo, che si è perso e non sa più chi egli sia, che non è fatto solo di materia e conoscenza razionale (su queste basi l’intelligenza artificiale sta dilagando in modo anche inquietante e potrebbe essere assai competitiva in poco tempo) ma di emozioni, sentimenti, motivazioni, valori, creatività, intuizioni, etica, responsabilità, dubbi, ripensamenti, e tanto altro: il “codice dell’anima”, come avrebbe detto Hillmann. Il talento indomabile di poeti, scrittori, pittori, musicisti interpreta nelle loro anime all’eterna ricerca del Bello e del Vero il mistero insondabile dell’umano e della sua perenne domanda di senso. A una distruttiva, robotica barbarie transumanista può essere argine roccioso e inespugnabile la loro umanità caparbia, intensa e inquieta.

avvenire.it


La classifica. La Finlandia è il Paese più felice al mondo

Sul podio Danimarca e Islanda. L'Italia scivola al 33esimo posto. Tra i fattori valutati: aspettativa di vita in buona salute, il Pil pro capite, il sostegno sociale, un basso livello di corruzione

La Finlandia è il Paese più felice al mondo per la sesta volta. Seguono la Danimarca e l'Islanda. Lo rende noto il Rapporto sulla felicità nel mondo, in occasione della Giornata internazionale della felicità, che si celebra oggi. L'Italia invece perde due posizioni e dal 31esimo posto scende al 33esimo, dopo la Spagna e prima del Kosovo. Sei i fattori valutati per stilare la classifica dei Paesi analizzati: l'aspettativa di vita in buona salute, il Pil pro capite, il sostegno sociale, un basso livello di corruzione, la generosità della comunità in cui le persone si prendono cura l'un l'altro e la libertà di prendere decisioni chiave nella propria vitaDopo la pubblicazione del primo Rapporto - nel 2012 - è andata crescendo la convinzione che sia possibile promuovere la felicità grazie a politiche pubbliche e ad azioni del mondo imprenditoriale e della società civile. E vari sono i tentativi di misurare la felicità e il benessere, per esempio mediante sondaggi fra la popolazione sul grado di soddisfazione della vita. Per vivere bene, quindi, meglio recarsi in Nord Europa, dato che anche Svezia e Norvegia sono in cima alla classifica. Nella top 10 ci sono Israele, che sale al quarto posto dal nono dell'anno scorso, i Paesi Bassi al quinto, la Svizzera all'ottavo, il Lussemburgo al nono e la Nuova Zelanda al decimo. E nella top 20 entrano Australia (12), Canada (13), Irlanda (14), Stati Uniti (15) e Regno Unito (19). Esce dalla top 20 la Francia, quest'anno 21esima, mentre vi entra la Lituania, dal 52esimo posto del 2017 al 20esimo di quest'anno. Il Paese più infelice al mondo, dilaniato dalla guerra e controllato dai talebani, è invece l'Afghanistan, che chiude la classifica dei 137 Paesi analizzati. Appena prima il Libano, colpito da una crisi economica senza precedenti e da una profonda instabilità politica. In questi Paesi, secondo lo studio, l'aspettativa di vita è di oltre cinque punti in meno rispetto ai dieci Paesi più felici al mondo. Nella classifica di quest'anno, la Russia è al 70esimo posto e l'Ucraina al 92esimo. Il Rapporto di quest’anno rivela inoltre che, a dispetto del sovrapporsi di varie crisi, la maggior parte delle popolazioni a livello mondiale continua a dar prova di un notevole grado di resilienza; infatti, nel triennio 2020-2022 caratterizzato dal Covid-19, la soddisfazione per la propria vita a livello globale è stata mediamente pari a quella degli anni precedenti la pandemia. Dalla prima edizione del Rapporto, le persone in tutto il mondo hanno non solo riconosciuto l’importanza di misurare la felicità e il benessere personale, ma hanno anche sostenuto maggiormente le politiche pubbliche e private allo scopo di contribuire a promuovere la felicità e il benessere. Il Rapporto è sostenuto daFondazione Ernesto Illy, illycaffè, Davines Group, Wall’s (il maggiore marchio di gelati di Unilever), The Blue Chip Foundation, The William, Jeff and Jennifer Gross Family Foundation, The Happier Way Foundation e The Regeneration Society Foundation.

avvenire.it

Vacanze sulla neve per 12 milioni di italiani

 

Gli italiani tornano sugli sci e in montagna dopo le interruzioni forzate della pandemia e il movimento turistico dei vacanzieri nei primi tre mesi di questo 2023 è forse il più significativo, tanto da superare i numeri del 2019.

Sono quasi 12 milioni - secondo i calcoli di Federalberghi - gli italiani che hanno trascorso o trascorreranno una vacanza sulla neve tra gennaio e marzo 2023. Di questi, 6,9 milioni hanno effettuato o effettueranno la classica settimana bianca, mentre circa 5,1 milioni hanno scelto di concentrare le proprie vacanze nei week end.

Il giro di affari complessivo è pari a 9,6 miliardi di euro, dei quali 5,2 miliardi sono relativi alle settimane bianche e 3,8 miliardi ai week end. La spesa pro capite sostenuta per la settimana bianca, comprensiva di tutte le voci (trasporto, alloggio, cibo, impianti, corsi di sci e divertimenti) è di 751 euro per persona.

Il 96,5% degli intervistati rimane in Italia per la settimana bianca. Le regioni più gettonate sono a pari merito Valle d'Aosta e Trentino-Alto Adige (entrambe con il 13,4% della domanda), seguite dal Piemonte (12,9%), dalla Lombardia (10,2%) e dall'Abruzzo (9,9%). Nel complesso, il 67,7% andrà in vacanza sulle Alpi, mentre il 25,8% sugli Appennini. I vacanzieri del fine settimana invece scelgono principalmente la Lombardia (18,9%), il Piemonte (13,5%), il Veneto e l'Abruzzo (entrambi con il 10,3%). Il 67,7% dei vacanzieri sceglierà le Alpi, il 25,8% gli Appennini.

"Stiamo davvero davanti a una ripresa, a dispetto di condizioni non sempre favorevoli", commenta il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca. "Che ci sia un rialzo dei prezzi incontrollato e che si debba combattere contro l'inflazione non è un mistero per nessuno. Ma ciò non è stato sufficiente a scoraggiare i nostri concittadini, che hanno messo in gioco i propri risparmi per fare una vacanza sulla neve, più o meno prolungata". "Di fronte a questo entusiasmo che fa ben sperare - aggiunge - l'unico nemico per il turismo invernale resta il clima: abbiamo vissuto momenti drammatici in cui sugli Appennini non vi era traccia di neve ed anche sulle Alpi si è tremato. Su questo bisognerà lavorare Le nostre montagne sono un autentico brand e la stagione invernale deve essere protetta a tutti i costi. Facciamo in modo che i problemi diventino opportunità: è fondamentale operare uno sforzo comune per vitalizzare ed implementare l'attrattività di questi luoghi con iniziative nuove e politiche mirate. Solo così non saremo più prigionieri delle condizioni del tempo"

"I dati stimati da Federalberghi-Confcommercio sul turismo legato alla settimana bianca sono molto incoraggianti e positivi per un settore che ha tanto sofferto per la crisi non solo legata al Covid ma anche al caro energia. Forti segnali di ripresa che testimoniano che il 2023 sarà l'anno del sorpasso sul 2019", , riflette la ministra del Turismo, Daniela Santanchè. "Abbiamo pubblicato sul sito del ministero il nuovo bollettino 'Come va il turismo in Italia' nel quale è emerso che nel corso di gennaio 2023 le presenze turistiche nelle varie regioni italiane hanno registrato risultati positivi, in netto miglioramento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. In particolare, Lazio, Veneto e Campania hanno mostrato importanti recuperi in termini di affluenza turistica. Anche il dato di saturazione delle strutture ricettive online conferma il trend di crescita del settore turistico in tutta la penisola italiana. Stiamo lavorando nella direzione giusta - conclude la ministra - anche se abbiamo ancora tanto lavoro da fare".

ansa

Fiumicino con più di 40 milioni di passeggeri l'anno, si conferma tra i mega aeroporti più apprezzati al mondo

 

AGI - C’è ancora una volta l’aeroporto di Fiumicino Leonardo da Vinci, a Roma, tra i mega aeroporti più apprezzati al mondo: lo ha stabilito l’Airport Service Quality Awards, il premio assegnato annualmente in diverse categorie sulla base dell’esperienza dei clienti.

Le varie classifiche assegnano a Fiumicino, più di 40 milioni di passeggeri l’anno, sia un premio per la qualità complessiva che un riconoscimento per il livello di pulizia e per essere piacevole grazie al personale dedicato, competente e gentile.

Un premio teso a mostrare che un aeroporto non è solo un luogo di transito per andare da un punto A ad un punto B ma può diventare un’esperienza in sé, che può essere resa più agevole e piacevole possibile. I vincitori sono selezionati dal gruppo commerciale Airports Council International (Aci) e dalla società di tecnologia di viaggio Amadeus sulla base della ‘customer experience’, ovvero un sondaggio di 30 fattori tra cui check-in, facilità di navigazione, offerte di shopping e ristorazione, sondaggio realizzato in aeroporto il giorno del viaggio.

Nel 2022 sono stati raccolti circa 465 mila sondaggi. In totale, sono stati premiati 75 aeroporti in tutto il mondo e dei 69 aeroporti che hanno ricevuto i premi ASQ per la qualità complessiva, 24 sono in Europa, 22 nella regione Asia-Pacifico, 11 in Nord America, cinque in America Latina o nei Caraibi, quattro in Africa e tre in Medio Oriente.

In base alla classifica -a cui la Cnn dedica un lungo articolo nella sezione Travel- oltre a Roma-Fiumicino tra i migliori aeroporti con oltre 40 milioni di passeggeri all'anno ci sono quelli di Chhatrapati Shivaji Maharaj a Mumbai, e quello internazionale Indira Gandhi a Delhi, in India. In Cina quelli premiati sono l’aeroporto internazionale di Guangzhou Baiyun, quello di Shanghai Pudong e di Shenzhen Bao'an.

Rimanendo in Asia, anche l'aeroporto Changi di Singapore ha ricevuto ulteriori onorificenze per il suo personale dedicato e per la facilità con cui i passeggeri si spostano nell'hub. L'aeroporto di Istanbul ha ricevuto riconoscimenti per essere pulito e piacevole oltre al premio per la qualità complessiva.       

Negli Stati Uniti, a distinguersi sono l’aeroporto internazionale di Dallas Fort Worth, in Texas, e quello di San Francisco, in California. I migliori aeroporti con 25-40 milioni di passeggeri all'anno sono quelli di Gimpo, a Seul, in Corea del Sud, di Pechino Daxing, in Cina, di Atene, in Grecia, Palma di Maiorca, in Spagna e Zurigo, in Svizzera.

Negli Usa il riconoscimento è andato all’aeroporto di Detroit Metropolitan Wayne County, nel Michigan, e all’aeroporto internazionale di Minneapolis/St Paul, nel Minnesota. Aci ha anche introdotto quest'anno quattro nuove categorie: aeroporti con il personale più dedicato, viaggio aeroportuale più semplice, aeroporto più piacevole e aeroporto più pulito.

A Roma l’aeroporto di Fiumicino ha guadagnato onori per il suo personale dedicato e per essere pulito e piacevole. Introdotta anche la categoria “più divertente" che esamina le impressioni dei viaggiatori sull'offerta di negozi e ristoranti, il comfort delle aree di imbarco, le opzioni di intrattenimento e svago e l'atmosfera. E anche in questa categoria Roma-Fiumicino viene premiato, oltre insieme allo scalo di Milano Bergamo.

In Europa premiati il Nikola Tesla di Belgrado, in Serbia, e l’aeroporto internazionale di Skopje, in Macedonia. Tra gli aeroporti più divertenti, per i passeggeri, ci sono quelli di Istanbul Ankara Esenboga, in Turchia, di Kuala Lumpur in Malaysia, l’aeroporto Internazionale di Pechino Daxing, in Cina. Diversi premi assegnati anche a quelli indonesiani: l’aeroporto Internazionale Sultan Hasanuddin a Makassar, Sulawesi Meridionale; quello di Yogyakarta, a Giava, e l’aeroporto Internazionale di Pattimura a Ambon, nella provincia di Maluku.

In Medio Oriente ha ottenuto un riconoscimento l’aeroporto Internazionale Queen Alia di Amman, in Giordania, e in Africa l’aeroporto internazionale Blaise Diagne di Dakar, in Senegal. Passando al continente sudamericano, due premi sono andati all’Ecuador,  per gli aeroporti internazionali di Quito e a quello di Guayaquil. Negli Stati Uniti i più divertenti sono l’aeroporto William P. Hobby di Houston, in Texas, e quello di Greenville-Spartanburg, in Carolina del Sud oltre all’aeroporto internazionale di Fort McMurray, ad Alberta, in Canada.

"Il programma ASQ non solo misura e confronta, ma offre anche agli aeroporti di tutte le dimensioni un'opportunità di apprendimento e miglioramento continuo per raggiungere nuove vette nell'eccellenza dell'esperienza del cliente", ha dichiarato Luis Felipe de Oliveira, direttore generale di ACI World.

(Segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone)

Turismo. Nel 2023 si prevedono 442 milioni di presenze

 

Il turismo rinasce. Il primo a chiudere per la pandemia - oramai alle spalle - e ora il record. Quest'anno si potrebbe registrare il valore più alto delle presenze dal 2010. È la stima dell'Istituto Demoskopika, che prevede oltre 442 milioni di presenze e quasi 127 milioni di arrivi, con una crescita rispettivamente pari al 12,2% e all'11,2% rispetto all'anno precedente. La nota previsionale Tourism Forecast 2023 valuta che a scegliere l'Italia per le vacanze sarebbero quasi 61 milioni di stranieri pari a poco meno della metà del dato complessivo degli arrivi previsti, generando ben 215 milioni di pernottamenti. Effetto traino anche sulla spesa turistica che, in valore assoluto, sfiorerebbe la soglia degli 89 miliardi di euro con una crescita stimata pari al 22,8% rispetto ai 12 mesi del 2022. Rispetto al 2021 gli arrivi dovrebbero crescere del 60,9% e le presenze del 53%, tendenza oramai in linea anche con il periodo prepandemico. Tutte le destinazioni regionali dovrebbero registrare un andamento positivo dei flussi turistici. In particolare, al di sopra della media italiana, si collocherebbero, in ordine decrescente rispetto alla variazione percentuale dei pernottamenti ben nove sistemi turistici territoriali: Trentino Alto Adige con 52,6 milioni di presenze (+15,4%) e con 12,1 milioni di arrivi (+11,8%), Veneto con 73,3 milioni di presenze (+14,8%) e con 19,1 milioni di arrivi (+11%), Marche con 13 milioni di presenze (+13,4%) e con 2,7 milioni di arrivi (+13,8%), Molise con 584 mila presenze (+13,4%) e con 182 mila arrivi (+14,3%), Toscana con 49,8 milioni di presenze (+13,4%) e con 14 milioni di arrivi (+13,5%). E, ancora, Lazio con 33,8 milioni di presenze (+12,8%) e con 11,5 milioni di arrivi (+12,8%), Sicilia con 15,9 milioni di presenze (+12,7%) e con 4,9 milioni di arrivi (+8,9%), Campania con 20,8 milioni di presenze (+12,3%) e con 5,7 milioni di arrivi (+13,1%) ed Emilia-Romagna con 42,8 milioni di presenze (+12,2%) e con 11,4 milioni di arrivi (+7,4%). A seguire, con una crescita significativa dei flussi turistici, le rimanenti destinazioni regionali: Sardegna con 14,2 milioni di presenze (+11,9%) e con 3 milioni di arrivi (+10,2%), Friuli-Venezia Giulia con 9,6 milioni di presenze (+11,1%) e con 2,6 milioni di arrivi (+13,7%), Lombardia con 38,8 milioni di presenze (+10,6%) e con 15,9 milioni di arrivi (+12,1%), Puglia con 16,3 milioni di presenze (+10%) e con 4,1 milioni di arrivi (+10,6%), Lazio con 33,8 milioni di presenze (+12,8%) e con 11,5 milioni di arrivi (+12,8%), Valle d'Aosta con 3,6 milioni di presenze (+10,0%) e con 1,2 milioni di arrivi (+5,4%), Umbria con 6,4 milioni di presenze (+10%) e con 2,6 milioni di arrivi (+13,5%), Calabria con 9,2 milioni di presenze (+8,7%) e con 1,7 milioni di arrivi (+7,5%), Abruzzo con 7,2 milioni di presenze (+7,5%) e con 1,8 milioni di arrivi (+14,0%), Liguria con 16,5 milioni di presenze (+6,3%) e con 5,3 milioni di arrivi (+8,0%), Basilicata con 2,4 milioni di presenze (+4,6%) e con 765 mila arrivi (+14,7%), e, infine, Piemonte con 15,6 milioni di presenze (+4,2%) e con 6,1 milioni di arrivi (+10%).

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Estate, previsto +10-15% per il settore dei campeggi

 

Non si arresta l'onda di crescita del turismo all'aria aperta". Lo conferma il presidente di Faita-Federcamping, Alberto Granzotto, da Riva del Garda - dove è in corso la terza giornata di Hospitality - Il Salone dell'Accoglienza -, sulla base dei dati illustrati nell'incontro "Turismo open air in Italia: tendenze e prospettive", organizzato da Faita-FederCamping. Sul settore gravano comunque gli aumenti dei costi energetici, le incognite sul futuro delle concessioni demaniali nonché l'urgenza di ricostituire il capitale umano disperso a causa del Covid e ridotto a meno della metà nell'arco di due anni. Al momento, a livello nazionale le prenotazioni confermate indicano una crescita del 10-15% del settore all'aria aperta, che si tradurrà in oltre 12 milioni di arrivi (nel 2022 erano 10,7 milioni, con un fatturato, indotto compreso, di 5,5 miliardi di euro). "Se il buongiorno si vede dal mattino - dichiara Granzotto - il 2023 nasce carico di promesse. Mentre l'open air conferma il suo primato assoluto in ambito balneare, sono soprattutto il lago e la montagna, a far registrare le performances più incoraggianti, come prova lo studio di settore presentato da Andrea Agazzani di Thrends durante il nostro convegno". Risultati che, per quest'ultimo cluster, nel 2022 rispetto al 2019, hanno oscillato fra il +10% e il +12%, mentre rispetto al 2021 i fatturati sono aumentati del 20-30%. "Il potenziale c'è tutto - prosegue Granzotto - ma permangono ostacoli sorti durante e dopo la pandemia, primo fra tutti la difficoltà di reperire personale professionale, 'dirottato' dal Covid verso altri settori durante i lockdown. Il tema del lavoro e della formazione dei nostri collaboratori sarà un elemento centrale per non sprecare questa occasione di crescita". "Per i campeggi del Trentino i risultati del 2022 sono stati eccellenti - aggiunge Fabio Poletti, presidente di Faita-Federcamping Trentino- e la prospettiva di ulteriore crescita per i 2023 è confermata nell'ordine del 10%". (ANSA).