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Gli Dei ritornano, a Napoli le scoperte di San Casciano

 

Tra Etruschi e Romani, attraverso i secoli, alla scoperta dei misteri nelle acque calde nel territorio dell'antica città-stato di Chiusi: raccontano nuove meravigliose storie i quattro reperti inediti nella mostra "Gli Dei ritornano.

I bronzi di San Casciano" al Mann fino al 30 giugno, dopo la prima tappa al Quirinale, ospitata nelle nuove sale del terzo piano e inaugurata dal Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Statua iconica, e appena restaurata, è una figura femminile ( II secolo a.C.) con le mani aperte per la preghiera.

L' orante indossa un chitone e un mantello, il suo viso è incorniciato da una chioma finemente pettinata e lunghe ed eleganti trecce. E' stata rinvenuta nell'insieme di offerte all'interno della vasca sacra, in un gruppo di statue che abbracciavano un grande tronco di quercia: era deposta a testa in giù, come a voler rivolgere la sua preghiera verso il cuore della sorgente termale. La mostra presenta gli straordinari ritrovamenti effettuati nell'estate 2022 e le novità venute alla luce nel 2023 nel santuario termale etrusco e romano del Bagno Grande. Il secondo inedito è la base di un donario in travertino, che eccezionalmente presenta un'iscrizione 'bilingue', in etrusco e in latino: '(Io sono il) Nume della Fonte - (Iosono il) Fonte Caldo', ed a parlare è la divinità stessa.

Dalla campagna di scavo del 2023 provengono numerosi nuovi bronzi, riconducibili alle pratiche religiose e rituali di questo luogo di cura termale: tra questi ecco, probabilmente, un rene miniaturizzato. Infine, intagliato in un prezioso frammento di cristallo di rocca vi è un pendente a forma di pesciolino, materiale questo ritenuto portatore di numerose proprietà benefiche e mediche, oltre ad essere usato come lente ustoria per curare le ferite. Inoltre interpretato come ghiaccio pietrificato, era reputato utile a preservare il sonno dei defunti e a ritardarne il disfacimento del corpo. Fra le opere a Napoli, la statua in marmo dell'Afrodite del tipo di Doidalsas, copia romana di età traianea (II secolo d.C.) da un originale ellenistico, rinvenuta nel Cinquecento presso la sorgente della Doccia della Testa. Dalla vasca sacra del Bagno Grande, proviene invece la statua in bronzo di Apollo in atto di scagliare una freccia (100 a.C).

Tra i votivi anatomici che riproducono parti del corpo umano c'è anche un orecchio in bronzo con la dedica alla Fortuna primigenia, e monete romane offerte in età imperiale. Il fulmine in bronzo rimanda al rito del fulmine sepolto, in base al quale tutto ciò che all'interno di un tempio veniva colpito doveva essere sepolto, così come il fulmine stesso. E tale strato di laterizi sigillò l'antica vasca etrusca, aprendo la strada alla monumentalizzazione del santuario in età romana, durante il regno di Tiberio (I secolo d.C.). "Abbiamo già proceduto all'acquisto di un palazzo cinquecentesco nel centro storico di San Casciano e ciò renderà possibile presto l'apertura di un museo che diventerà la nuova casa di questi reperti. La ferma volontà di mantenere il legame inscindibile delle scoperte con il territorio è parte costitutiva del progetto di valorizzazione dell'identità delle nostre comunità locali" ha sottolineato Sangiuliano. La mostra è curata da Massimo Osanna e Jacopo Tabolli. Gli scavi (che continueranno nei prossimi mesi) sono in concessione al Comune senese dalla Direzione generale Archeologia, belle arti e paesaggio con la tutela della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le Province di Siena, Grosseto e Arezzo, il coordinamento scientifico è dell'Università per Stranieri di Siena.

ansa.it

Una splendida e scenografica giraffa dipinta su legno accoglie i visitatori del Museo Carlo Bilotti di Roma

 

Nel cuore di Villa Borghese, che dal 17 febbraio al 21 aprile ospita la mostra 'Manuel Felisi 1:1', curata da Gabriele Simongini.

E' l'ultimo lavoro concettuale di Manuel Felisi, artista milanese che ha realizzato un progetto espositivo di 80 tavole di legno, dedicato al mondo animale minacciato dall'uomo, un bestiario posto in dialogo con il vicino Bioparco, il giardino zoologico più antico d'Italia.

Come suggerisce il titolo - uno a uno - le opere in mostra sono a grandezza naturale, realizzate con la tecnica di pittura ibrida; da sempre Felisi, infatti, unisce in modo versatile tecniche e linguaggi diversi, tradizione e innovazione tecnologica. "E' un lavoro di stratificazione - spiega l'artista - parto dalla fotografia e dal dipinto su garze, tessuti usati e decorati. Sulle ampie superfici di legno i rulli e le garze, le resine e le campiture irregolari hanno trovato il terreno fertile per creare un mondo fantastico dove immergere i miei animali". "E' un lavoro concettuale - prosegue Felisi - con didascalie che riportano i numeri degli esemplari viventi rimasti sulla terra. Non c'è la presenza dell'uomo ma ho realizzato un'opera specchiante con la scritta '8 miliardi'. Siamo noi, gli artefici dell'insidia al mondo animale". Il progetto espositivo è una riflessione sui pericoli del mondo animale e sul degrado del loro habitat, suggerita da alcune foto scattate dallo stesso Felisi durante un viaggio in Senegal. Da lì l'idea di creare un giardino incantato, uno zoo senza gabbie, che possa mettere al riparo gli animali da qualsiasi insidia. "Vorrei che la mostra fosse educativa - commenta il curatore Gabriele Simongini - un mix tra gioco e tragedia dove Felisi come Noè porta nella grande arca della pittura l'immagine di animali la cui esistenza è minacciata dalla nostra aggressione ambientale. Sospesi tra apparizione e scomparsa, gli animali ci fissano quasi increduli - prosegue il curatore - stagliandosi in scala reale su sfondi che sembrano evocare la raffinatezza dell'Art Déco e un tempo che già appartiene alla dimensione del ricordo". "La scelta del museo è stata a lungo pensata e voluta - spiega il curatore Simongini - il museo Belotti è l'ambientazione ideale grazie alla presenza del vicino Bioparco". Alla mostra hanno collaborato infatti la Fondazione Bioparco, che consente di osservare dal vivo alcuni degli animali ritratti dall'artista e protetti al suo interno per rendere possibile un ulteriore approfondimento sulla natura delle specie, e da National Geographic Italia, che ha organizzato un incontro tra Manuel Felisi e il pluripremiato fotografo naturalista Bruno D'Amicis.
    Il confronto tra i due porterà Felisi alla realizzazione di un'opera inedita sulla base di una foto di D'Amicis raffigurante un grande orso marsicano, con l'idea di sensibilizzare il pubblico alla conservazione di questa specie a rischio anche attraverso lo specifico linguaggio dell'artista. L'opera verrà svelata al termine della mostra, il 22 aprile, giornata mondiale della terra.

ansa.it

Al Centro Commerciale “I Petali” di Reggio Emilia una mostra originale di quadri di Keith Haring

 

La grande street art celebrata anche con un live painting all’interno del Centro Commerciale

I Petali, in collaborazione con Urban Gallery e gli artisti di Stradedarts, presenta Street Art In Gallery, l’iniziativa dedicata al meglio dell’arte di strada.

Dal 13 febbraio al 11 marzo la Galleria del Centro ospiterà una mostra di 50 opere originali di Keith Haring, artista di fama mondiale che negli anni ’80 ha lasciato un segno distintivo nel mondo dell’arte e nella cultura pop. La mostra è gratuita e liberamente fruibile da tutti i clienti del Centro Commerciale.

In occasione della mostra, tre artisti decoreranno i due ingressi e una piazza del Centro con murales e live painting: Rame13, Kayone e Roberto Collodoro che dal 16 febbraio al 10 marzo si esibiranno in un makeover degli ambienti della Galleria, al quale si potrà assistere in tempo reale, con l’obiettivo di cambiare il volto del Centro Commerciale reggiano.

“I Petali” intende così spingersi oltre l’essere un luogo dedicato allo shopping, diventando un vero e proprio contenitore d’arte: l’evento rappresenta il primo step verso una rivoluzione degli spazi della Galleria.

“Con questa iniziativa – Ha dichiarato Simone Priori, Direttore del Centro Commerciale “I Petali” – vogliamo rendere il Centro Commerciale non solo un luogo attrattivo dal punto di vista commerciale, ma farlo diventare anche uno dei tanti riferimenti culturali del nostro territorio, interessando e avvicinando anche i più giovani al mondo dell’arte”.

Previsti anche laboratori e visite speciali dedicate alle scuole. Street Art In Gallery avrà inoltre una tote bag dedicata con una stampa di Keith Haring che verrà consegnata gratuitamente a tutte le clienti del Centro Commerciale l’8 marzo.

Scopo dell’iniziativa è sostenere l’arte e la creatività unendo un grande artista del passato con artisti della contemporaneità attraverso il fil rouge della street art, e attirando a I Petali un nuovo pubblico fatto di curiosi, collezionisti e appassionati.

laliberta.info

Il Sassetta riunisce i capolavori di pittura senese del '400

Grande protagonismo al Museo di San Pietro all'Orto di Massa Marittima (Grosseto) per Stefano di Giovanni detto il Sassetta (1392-1450), il più importante pittore senese del primo '400 a cui è dedicata una mostra dal 14 marzo al 14 luglio.

La rassegna riunisce 50 opere coeve e ci sono degli inediti fra cui, per la prima volta in pubblico, una Madonna con Bambino scoperta di recente dallo storico Alessandro Bagnoli sotto una pesante ridipintura di un'opera proveniente dalla pieve di San Giovanni Battista a Molli di Sovicille (Siena).

 Il restauro di Barbara Schleicher ha restituito a piena leggibilità la Madonna con Bambino 'coperta' da altri colori di un altro soggetto mariano. Bagnoli ha riconosciuto questo capolavoro del Sassetta partendo dal particolare degli occhi. La mostra, curata da Bagnoli, parte da un pretesto simile a quello di una precedente dedicata a Ambrogio Lorenzetti cioè la presenza a Massa di un'opera dell'artista. A San Pietro infatti c'è un Arcangelo Gabriele del Sassetta, piccola tavola un tempo fra le cuspidi di una pala d'altare. Insieme all'Angelo sono esposte opere prestate da musei ed altri enti di cui 26 dello stesso Sassetta mentre le altre sono di artisti del solito contesto senese fra cui il Maestro dell'Osservanza, Sano di Pietro, Giovanni di Paolo, Pietro Giovanni Ambrosi e Domenico di Niccolò dei Cori. Mancherà, però, la Vergine Annunciata, protagonista della stessa pala dell'Angelo, che non è stata fatta tornare, neanche per il tempo della mostra, dalla Yale University Art Gallery a New Haven.
    Il Sassetta, a Siena dal 1423 al 1450, immise i fermenti del Rinascimento nella grande tradizione trecentesca senese. A Massa Marittima fra i suoi capolavori sono visibili, una Madonna con Bambino dell'Opera di Siena, la Madonna delle Ciliegie, i Quattro Protettori, i Quattro Dottori della Chiesa, Sant'Antonio bastonato dai diavoli, Ultima cena. Esposti per la prima volta due profili di artisti 'sassetteschi': Nastagio di Guasparre, noto come Maestro di Sant'Ansano, e il Maestro di Monticiano.
    Altri' mai visti' sono un gentile Sant'Ansano, una Flagellazione, una scultura con le Stigmate San Francesco.

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Liberty a Torino, una mostra racconta le sue originali bellezze

TORINO - La Torino del liberty, uno degli stili artistici e architettorinici che più caratterizzano la sua storia, è protagonista della mostra 'Liberty.

Torino Capitale', a Palazzo Madama - Museo civico d'Arte Antica dal 26 ottobre al prossimo 10 giugno.

L'esposizione, a cura di Palazzo Madama e di Siat-Società degli ingegneri e degli architetti in Torino con la collaborazione di MondoMostre, racconta, con un centinaio di opere, il fondamentale ruolo di Torino per l'affermarsi del Liberty, un'arte che nella capitale sabauda travolse letteralmente ogni aspetto della vita e della società andando poi a diffondersi nel mondo.
    Una mostra importante nell'ambito dell'ingresso di Torino nel Rann di Bruxelles e della candidatura a Città Patrimonio mondiale Unesco per il Liberty. Un allestimento coinvolgente che affronta ogni aspetto delle manifestazioni artistiche del Liberty in modo inedito, consentendo al visitatore di comprendere i meccanismi della creazione architettonica ed estetica, attraverso l'analisi delle tante opere, siano esse di architettura, di design d'interni, pitture, sculture, lavori grafici o di decorazione, oggetti d'uso, testi letterari, poesia o musica.
    Il liberty, con le sue decorazioni dolci, sinuose e avvolgenti e il suo amore per le forme della natura, si sviluppa nella cosiddetta Belle Époque, periodo di fiducia sconfinata nel progresso e in un mondo senza confini - spiegano i curatori -.
    Uno stile allora molto originale che trova in Torino la sua capitale e la sua cassa di risonanza nel parco del Valentino, protagonista dei nuovi valori della nazione e del progresso, cornice ideale per mettere in mostra la produzione italiana in campo industriale, agricolo e artistico. Una stagione 'europea' orientata a superare il naturalismo in nome di un simbolismo decorativo, come ben racconta la mostra centrata sul concetto 'metamorfosi', parola scelta per evidenziare il passaggio tra Ottocento e Novecento. All'esposizione si accompagna il programma off 'Libertyamo', mirato a coinvolgere l'intera città alla riscoperta delle sue radici.
   

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Dal primo settembre a Roma la mostra dedicata a El Greco

 

 Rientra nell'ambito delle iniziative promosse in vista del Giubileo 2025 l'esposizione di tre opere del pittore cosmopolita vissuto tra il XVI e il XVII secolo. Luogo della mostra, visitabile tutti i giorni dalle ore 9 alle ore 21, sarà la chiesa di Sant'Agnese in Agone a Piazza Navona. Il 6 settembre l'inaugurazione ufficiale con monsignor Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione 
Adriana Masotti - Città del Vaticano - vaticannews 

 La mostra “I Cieli aperti. El Greco a Roma” allestita nella chiesa di Sant’Agnese in Agone si è aperta oggi, ma l'inaugurazione ufficiale si terrà il 6 settembre 2023, alle ore 18, alla presenza di monsignor Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione che promuove l’iniziativa all’interno del programma “Il Giubileo è cultura” in preparazione all'Anno Santo 2025. I tre capolavori esposti Nella chiesa di piazza Navona saranno esposti, fino al 5 ottobre 2023, tre capolavori del celebre artista del Rinascimento spagnolo, vissuto tra il 1541 e il 1614, opere che per la prima volta lasciano la Spagna, appartenendo a collezioni private. Si tratta di: La Sacra Famiglia con Sant’Anna (Toledo, Hospital de Tavera), Il Battesimo di Cristo (Toledo, Hospital de Tavera), Cristo abbracciato alla Croce (El Bonillo, Museo Paroquial).  Primo evento di un "pellegrinaggio" di bellezza Visitabile tutti i giorni dalle ore 9 alle ore 21, l’iniziativa “I Cieli Aperti. El Greco a Roma” è uno dei primi momenti di grande arte che intende aprire una sorta di “pellegrinaggio” di bellezza verso il prossimo Anno Santo il cui motto è "Pellegrini di speranza". A questo proposito monsignor Rino Fisichella, incaricato da Papa Francesco dell'organizzazione dell'Anno Santo, nel corso della conferenza stampa dello scorso 9 maggio, aveva sottolineato che esposizioni di opere d'arte ed eventi saranno promossi anche in luoghi come ospedali e nelle carceri proprio per portare un messaggio di speranza lì dove è più necessario. E che si cercherà di fare in modo che siano tutte ad ingresso gratuito. El Greco, tra Spagna e Italia El Greco, o il Greco, è lo pseudonimo di Domínikos Theotokópoulos. Pittore, scultore e architetto, nasce nel 1541 a Candia, nell'isola di Creta, e muore a Toledo, in Spagna, il 7 aprile 1614. E' a Toledo che realizza alcune delle sue opere più importanti e conosciute. Oggi è considerato una delle figure più importanti del tardo Rinascimento spagnolo e il primo maestro del Siglo de Oro, il periodo di massimo splendore artistico, politico-militare e letterario della Spagna (1492-1681). El Greco risiede a lungo anche in Italia, prima a Venezia e poi a Roma. Durante il soggiorno italiano modifica il suo stile arricchendolo con elementi tratti dal manierismo e dal Rinascimento veneziano, ispirati soprattutto al Tintoretto, e subendo l'influsso del tardo Tiziano nell'uso del colore. Alcuni studiosi lo definiscono come un artista molto singolare e difficilmente inquadrabile nelle scuole pittoriche tradizionali.

Liu Bolin, l'uomo invisibile in mostra a Firenze

In foto le performance mimetiche tra celebri piazze e monumenti - RIPRODUZIONE RISERVATA 

 FIRENZE - La sala d'Arme di Palazzo Vecchio ospita, fino al 18 settembre, la personale di Liu Bolin, dedicata al progetto 'Hiding in Florence', realizzata in collaborazione con il Comune di Firenze, promossa dalla Galleria Gaburro e curata da Marco Bazzini. Bolin è conosciuto per le sue performance mimetiche. Definito "l'uomo invisibile", ha fatto del camouflage il suo tratto distintivo: rimanendo immobile come una scultura vivente, fonde perfettamente, grazie a un accurato body-painting, il suo corpo con il contesto alle sue spalle e poi si fa fotografare. Nel progetto fiorentino sono stati coinvolte le maggiori istituzioni storiche e culturali come piazza della Signoria, le Gallerie degli Uffizi, la Biblioteca Marucelliana e lo stesso Palazzo Vecchio. 'Hiding in Florence' fa parte del più ampio progetto 'Hiding in Italy', svolta dall'artista nel nostro paese, che ha visto protagoniste le città di Milano, Venezia, Verona, Roma e Caserta. 'Hiding in Florence' permetterà anche di vedere i segreti del backstage, attraverso le riprese realizzate durante la costruzione degli scatti: la mostra, visitabile dalle 10 alle 18, è a ingresso libero. Negli anni, si è fatto ritrarre davanti ai più importanti monumenti del mondo, a opere d'arte, a librerie, a scaffali dei supermercati, a montagne di rifiuti e in mezzo a masse di immigrati. La sua poetica del nascondersi, per diventare cosa tra le cose, vuole sottolineare luoghi emblematici, identità culturali note e segrete, denunciare problematiche sociali. Ognuno di questi luoghi, così come gli oggetti, anche i più piccoli, hanno un'anima che li caratterizza e in cui mimetizzarsi, svanire, identificarsi nel Tutto. Secondo la cultura cinese, l'uomo è parte della natura e in queste opere, l'artista non sparisce ma, in realtà, si unisce alla natura stessa. Per la vicesindaca e assessora alla cultura di Firenze Alessia Bettini la mostra di Liu Bolin "rappresenta un'ulteriore occasione di ribadire l'attenzione della città al dialogo fra passato e presente, agli artisti contemporanei e ai temi del nostro tempo, nell'ambito di una politica culturale che ha questo tra i suoi obiettivi prioritari". 
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Dal Rinascimento ad ora, le buchette di vino in mostra a Firenze

 Dal 2 al 16 settembre al Palagio di Parte Guelfa


Una mostra racconterà dal 2 al 16 settembre la vera storia delle buchette di mescita del vino fiorentine, dal Rinascimento ad oggi.

La rassegna, con reperti originali, esemplari scomparsi e una ricostruzione della "stanza del vinaio", sarà allestita al Palagio di Parte Guelfa, a Firenze, con orario 10-18 e organizzata dall'associazione culturale Buchette del vino.

Dalle buchette nei muri dei palazzi - di solito corrispondenti alle cantine - il vino veniva venduto ai passanti in strada.

    "Dal Cinquecento ad oggi - spiega il presidente Matteo Faglia - la presenza nelle facciate dei palazzi fiorentini dei caratteristici finestrini adibiti alla vendita del vino a fiaschi ha caratterizzato la quotidianità dei cittadini. Nella mostra viene riproposta l'esperienza di questa tradizione nella ricostruzione di una cantinetta - la "stanza del vinaio" - dotata di buchetta del vino; vengono esposti reperti originali tra cui una cornice in pietra rimossa dalla facciata di un palazzo, un'antica porta con sportello per la vendita del vino, fiaschi di diverse epoche, oltre a video-proiezioni e schermi interattivi con le referenze delle oltre 300 buchette finora scoperte in Toscana e un altro centinaio di esemplari scomparsi".

    Nell'esposizione anche una postazione di touch screen per la consultazione libera delle mappe interattive con link ai file di Open Data del Comune, nei quali sono elencati tutti i finestrini del vino oggi esistenti e quelli che, pur scomparsi, risultano documentati. Molti gli eventi collaterali nelle vie della città: mini-visite guidate alle buchette, aperitivi musicali davanti ai locali "con buchetta", ciclo-tour nel centro storico.

    "Questa mostra rappresenta un'occasione straordinaria per approfondire e riscoprire le buchette del vino, che hanno caratterizzato la vita dei fiorentini per secoli" sottolinea la vicesindaca e assessora a Turismo e cultura Alessia Bettini. 

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Dall'Ermitage a Castelli, Androsov tra le botteghe dei ceramisti

CASTELLI - Coppe, piatti, mattonelle, tazze, brocche, fiaschette e vasi da farmacia dipinti dai maestri delle dinastie di Castelli (Teramo) vissuti fra il 1500 e il 1700: erano 77 i pezzi esposti alla mostra "Le Maioliche di Castelli - Capolavori d'Abruzzo dalle collezioni dell'Ermitage di San Pietroburgo" inaugurata nel maggio 2007 a Palazzo Venezia a Roma e trasferita, un mese dopo, nella cittadina abruzzese ai piedi del Gran Sasso.

Opere appositamente rientrate in Italia dopo 150 anni e che al termine di un'altra esposizione a Teramo, allestita nell'ottobre 2007 sempre dalla Fondazione Tercas, fecero ritorno a San Pietroburgo dove negli anni, acquistate dagli zar e portate in Russia dai viaggiatori del Gran Tour, erano divenute patrimonio di uno dei musei più visitati al mondo.

Nei giorni scorsi a Castelli è tornato Sergey Androsov, direttore del Dipartimento di Arti figurative occidentali dell'Ermitage, per partecipare al Festival della Storia dell'Arte, organizzato dal 2013 dal maestro ceramista Nino Di Simone, ambasciatore nel mondo del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

    "L'ho incontrato in un bar della piazza del paese mentre parlava con altre persone - racconta all'ANSA Antonio Bini, direttore editoriale della rivista 'Abruzzo nel Mondo', studioso di storia e tradizioni abruzzesi, già dirigente del Settore Turismo della Regione Abruzzo - Di Simone me lo ha presentato.

    Androsov ha ricordato di essere stato a Castelli prima dei terremoti del 2009 e del 2017 per alcuni momenti di collaborazione, come quello che portò alla mostra del 2007. Ha sottolineato l'importanza di Castelli nella storia della ceramica europea e si è detto dispiaciuto nel riscontrare le gravi conseguenze arrecate dai terremoti al paese. Al tempo stesso ha apprezzato lo sforzo e l'impegno di artisti e artigiani nel mantenere viva la tradizione ceramica, esprimendo l'augurio che il paese possa riprendersi. Dopo aver visitato alcune botteghe Androsov si è fatto fotografare con le due storiche dell'arte Paola De Felice e Maria Selene Sconci, quest'ultima curatrice della mostra del 2007".

    "Nonostante lo spopolamento ho notato a Castelli uno spirito positivo e collaborativo tra gli artigiani - osserva Bini che affronterà l'argomento sul prossimo numero della rivista 'Abruzzo nel Mondo' - Tra l'altro, alcuni propongono produzioni alquanto raffinate, diverse dal merchandising turistico. Al termine della nostra conversazione Androsov ha espresso il desiderio di tornare in Italia, terra fondamentale per capire le tante opere del 'suo' museo".

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Ad Assisi un nuovo itinerario alla scoperta del Perugino

ASSISI - Ad Assisi è nato un nuovo itinerario culturale e turistico itinerante e permanente, alla scoperta delle opere del Perugino e della sua scuola presenti sul territorio.

Si tratta di un tour fra musei e chiese del centro storico e frazioni, attraverso il quale è possibile ammirare 21 tra dipinti e affreschi del Divin Pittore e di artisti che ne restarono influenzati, nel periodo compreso tra il 15/mo e il 16/mo secolo.

L'iniziativa - promossa dall'ufficio Turismo e marketing territoriale del Comune di Assisi - s'inserisce nel progetto avviato in Umbria, in occasione delle celebrazioni per i 500 anni della morte del Maestro. Un evento che ha visto una grande mostra nella galleria nazionale dell'Umbria e una serie di azioni intraprese, su invito della Regione, da Comuni che conservano tracce dello stesso, come Assisi, Foligno e Spello che si sono aggregati per la realizzazione del progetto Il Perugino per tutti che propone fino al 9 settembre visite guidate gratuite alle opere presenti in città.

In questo contesto è nata la proposta itinerante che offre la possibilità di ammirare nel territorio assisano 21 opere del Perugino e del suo entourage. Per l'occasione è stata anche realizzata una speciale pubblicazione, promossa ed edita dal Comune di Assisi, che le raccoglie e descrive tutte. Le prime copie sono state consegnate ai partecipanti della seconda uscita con partenza da Assisi de Il Perugino per tutti, che ha registrato nuovamente il tutto esaurito.

L'opera principale del nuovo itinerario culturale e turistico dedicato al Perugino - spiega il Comune di Assisi - è la Crocifissione, affresco datato 1485-1486 e posto sulla parete posteriore esterna della Porziuncola nella Basilica di Santa Maria degli Angeli. C'è poi la "Madonna col Bambino" in Pinacoteca comunale, attribuita al Perugino.

"Questa iniziativa - evidenziano Stefania Proietti e Fabrizio Leggio, sindaco e assessore al turismo di Assisi - rappresenta un nuovo strumento per promuovere un patrimonio culturale e artistico forse meno noto, ma altrettanto prezioso e importante.

Si tratta di un'opportunità ulteriore per arricchire l'offerta turistica della città e del territorio, favorendo la conoscenza di risorse che meritano di essere messe maggiormente in risalto".

"Il Comune di Assisi - sottolinea Giulio Proietti Bocchini, responsabile dell'ufficio Turismo e marketing territoriale e dei Musei civici - oltre a valorizzare l'opera certa del Perugino, la Crocifissione, presente nella Porziuncola, ha voluto realizzare un itinerario volto a sottolineare l'enorme fortuna del linguaggio pittorico del Maestro nella scena artistica regionale e mostrare come il suo stile influenzò una vasta schiera di artisti attivi nel periodo compreso tra il XV e il XVI secolo. Il percorso proposto, facilmente fruibile in maniera autonoma o con eventuale visita guidata, è illustrato in una pubblicazione che spiega tutte le opere in maniera sintetica e facilmente accessibile. La stessa, in collaborazione con Opera laboratori, è distribuita gratuitamente ai visitatori che si recano in Pinacoteca comunale".

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Da Ulisse a Corto Maltese, Hugo Pratt e i suoi eroi del mare

RECANATI - Un viaggio nell' immaginario di Hugo Pratt attraverso due grandi eroi del mare, Ulisse, il suo primo marinaio disegnato da cui pochi anni dopo nacque Corto Maltese, il protagoniste delle avventure nei luoghi esotici del mondo destinato a diventare una sorta di alter ego del maestro veneziano del fumetto.

E' la mostra che fino al 7 gennaio prossimo racconta a Recanati questa pagina speciale di Pratt nell' ambito della terza edizione del Comics Festival.

L' esposizione, ospitata nel Museo Civico di Villa Colloredo Mels dove spiccano i capolavori recanatesi di Lorenzo Lotto e ai cimeli di Giacomo Leopardi, affianca più di 60 tavole originali, filmati e riproduzioni, in un percorso che si snoda attraverso i riferimenti letterari che hanno ispirato le opere di Pratt. ''Da Ulisse a Corto Maltese'' muove dalla 26 tavole integrali dell'Odissea, realizzate nel 1963 per "Il Corriere dei piccoli" che uscirono a puntate e che Pratt considerò come "un caleidoscopio di tutte le situazioni del romanzo d'avventura".

Ecco poi i viaggi e le figure della ricca produzione di questa sua ''letteratura disegnata'', le navigazioni di Corto Maltese verso Rapa Nui in compagnia di La Perouse e verso Apia per incontrare Robert Louis Stevenson, o nella Venezia di Baron Corvo e ancora nel Sogno di una Notte di Mezza Estate con William Shakespeare o in Etiopia per abbracciare Arthur Rimbaud.

E ancora Parzival, Hermann Hesse e Moby Dick, Rasputin e Jack London, fino al volo di Saint Exupéry.

L'Odissea fu il primo libro che Pratt comprò da solo all'età di 8 anni. Lui stesso disse: "Mi commuove molto la storia di quest'uomo, Ulisse, che cerca di ritornare a casa, dalla sua famiglia, malgrado le avversità, malgrado gli uomini, malgrado gli dèi. Vuole rivedere la moglie e il figlio. Più tardi, li abbandonerà di nuovo, spinto dalla curiosità, ma rivelandosi anche in questo molto umano. La personalità di Ulisse mi tocca sempre profondamente". Quei disegni originali ora riprendono vita nella forma voluta dall' autore: le 26 tavole colorate sul retro sono riprodotte fedelmente per i collezionisti in una cartella a tiratura limitata di 99 esemplari a cura di Cong Edizioni, la società che detiene i diritti sull' opera di Pratt.

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La Parsimonia dell'acqua, mostra itinerante in Puglia

BARI - L'annaffiatoio trattiene l'acqua, senza perderne una goccia, e all'occorrenza è capace di distribuirla armoniosamente sulla terra dando origine alla vita.

    E' uno strumento umile che, attraverso la sua semplicità, rivela il senso profondo del nostro tempo: la necessità di aver cura degli elementi base della vita.

L'annaffiatoio è il tema della mostra 'La Parsimonia dell'acqua', a cura di Roberto Marcatti e Cintya Concari dell'associazione no profit H2O Milano in collaborazione con il ceramista Agostino Branca; dalle Scuderie di Palazzo Gallone di Tricase, dove ha riscosso un grande successo, il progetto nei prossimi mesi si sposterà in altre 5 città della Puglia: Bari, Foggia, Taranto, Brindisi e Lecce.

    L'esposizione racconta le virtù di un semplice annaffiatoio e invita gli osservatori ad apprezzare l'ingegno e il valore di questo prezioso strumento a disposizione dell'uomo attraverso 27 opere di artisti nazionali e internazionali. Ogni opera mostra le diverse declinazioni dell'annaffiatoio con un messaggio comune: creatività significa reinterpretazione e capacità di riusare. Nei prossimi mesi le mostre, programmate dal Polo Biblio Museale della Regione Puglia e sostenute dall'Acquedotto Pugliese, sono previste a Bari negli spazi del Palazzo AQP di via Cognetti, per poi proseguire nella Biblioteca Magna Capitana di Foggia, nella Biblioteca Acclavio di Taranto, nel Museo Ribezzo di Brindisi e nel Museo Castromediano di Lecce.

    "Siamo orgogliosi di sostenere questo progetto - ha commentato Tina De Francesco, componente del CdA dell'Acquedotto pugliese - che offre una nuova filosofia di vita partendo da un prodotto, l'annaffiatoio, che conduce a un nuovo paradigma, quello del riutilizzo. Un valore in cui Acquedotto Pugliese investe ogni giorno curando il ciclo integrato dell'acqua, dalla fonte, alla distribuzione, al recupero, fino al riutilizzo in agricoltura".

    "Da quasi vent'anni - ha sottolineato la curatrice Cintya Concari - salvaguardiamo la risorsa acqua attraverso la cultura del progetto. Ecco perché gli annaffiatoi in mostra non vogliono rappresentare solo una merce, ma esprimere una nuova sacralità dell'oggetto stesso; a tale proposito non possiamo più parlare di semplice 'riciclo', ma di una nuova progettualità di cui tutti noi abbiamo bisogno".

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Radiant Vision, Parma dedica una mostra a Keith Haring

Dal 17 settembre al 4 febbraio Palazzo Tarasconi a Parma dedica una mostra a Keith Haring (1958-1990), Radiant Vision, curata da Katharine J Wright, che arriva in Emilia dopo le quattro tappe del tour americano, il successo alla Villa Reale di Monza e l'ultima tappa in Israele.
    Saranno in mostra oltre 130 opere del più celebre artista pop degli anni Ottanta, provenienti da una collezione privata, tra litografie, serigrafie, disegni su carta e manifesti che illustrano l'intero arco della breve ma prolifica carriera di Haring, esaminando diversi aspetti della vita e della produzione dell'artista, tra cui i disegni in metropolitana e la street art, le mostre in alcune delle più famose gallerie di New York, il Pop Shop e il suo lavoro commerciale.

Pur lavorando una varietà di medium differenti (tra cui dipinti, stampe, poster, disegni, sculture e street art) lo stile di Haring è immediatamente riconoscibile: linee decise, simboli pittografici e colori vivaci abbondano in ogni sua opera.

Amico di Andy Warhol, Haring ha esplorato il potenziale di marketing del suo "marchio" attraverso partnership commerciali, prodotti di largo consumo e persino una propria vetrina. In mostra anche Medusa Head, la più grande stampa mai realizzata da Haring, lunga più di due metri e alta quasi un metro e mezzo. L'opera è una rivisitazione moderna del racconto greco di Medusa, una donna alata i cui capelli erano composti da serpenti in grado di trasformare gli astanti in pietra. Per Haring, che nel 1986 era stato testimone degli effetti mortali dell'Aids ma non aveva ancora ricevuto la diagnosi, il mostro mitico era un simbolo appropriato della malattia che uccideva i suoi giovani amici sani in un batter d'occhio.
   

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Un percorso della Tradizione in Val Vigezzo. Visita guidata Sabato 8 Luglio 2023 ai contenuti della mostra dedicata al pittore Antonio Gennari e allo scrittore Benito Mazzi


08-07-2023 11:00 - 08-07-2023 12:00

Sabato 8 luglio alle ore 11 è in programma Il piano delle streghe – Percorso nella tradizione, visita guidata della mostra Umori e colori di Vigezzo (e di 'questo mondaccio fin dall'inizio così mal combinato') allestita al Centro Culturale Vecchio Municipio.

Con l’accompagnamento musicale del Maestro Roberto Bassa.
Ritrovo: Centro Culturale Vecchio Municipio
Costo € 5 a persona, € 10 a famiglia.
Senza prenotazione.

La mostra inedita Umori e colori di Vigezzo (e di 'questo mondaccio fin dall'inizio così mal combinato'), tributo ad Antonio Gennari e Benito Mazzi e visitabile fino al 26 novembre, è organizzata – nell'ambito delle iniziative di celebrazione del Centenario della Ferrovia Vigezzina-Centovalli – dal Comune di Santa Maria Maggiore con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando «In luce. Valorizzare e raccontare le identità culturali dei territori» della Missione Creare attrattività dell’Obiettivo Cultura.
Tra quadri e testimonianze scritte, il percorso espositivo sottolinea un felice parallelo tra le opere pittoriche di Antonio Gennari (di cui si celebra quest’anno il centenario della nascita) e quelle letterarie di Benito Mazzi (scomparso il 24 aprile 2022). Gennari e Mazzi si specchiano uno nel lavoro dell’altro e, insieme, rappresentano uno spaccato seducente e malinconico della socialità vigezzina, ma anche dell’esistenza umana in generale. Uno con il pennello, l’altro con la penna, entrambi uomini di cultura, hanno tratteggiato, con grande personalità, la vita di questo incantevole territorio montano, cantandone le numerose iperboli positive, i leggendari personaggi, il mondo delle osterie e dei campi, il basso corporale, la cultura materiale e la ricchezza del patrimonio artistico, con lo stesso rispetto e senza giudizi espliciti.

in http://santamariamaggiore.info/ - 

(segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone - Turismo Culturale)


Nell'antica dimora di Galileo Galilei una mostra da Guttuso a De Chirico

Scienza, natura e arte si incontrano in occasione di Spatium Galilaeus, iniziativa promossa dalla Tenuta Galileo, tra Perugia e Spoleto, antica dimora che ospitò un gruppo di scienziati olandesi seguaci dell'eliocentrismo, fra cui il celebre Galileo Galilei.

Fino al 31 luglio sono previste visite guidate per ammirare gli affreschi del '500 rinvenuti durante il restauro della tenuta e l’esposizione di opere d’arte di grandi maestri come Renato Guttuso, Giorgio De Chirico, Fausto Pirandello, Cipriano Mannucci e Giacomo Balla. Previsto uno spazio bar per un aperitivo al tramonto, circondato dal panorama.

Per i più piccoli sono previsti laboratori creativi appositamente in cui poter esplorare il mondo della scienza, dell'arte e della natura attraverso attività coinvolgenti e divertenti, stimolando la loro curiosità e fantasia.

Dall’11 al 31 luglio, la Tenuta ospita anche la Festa dei Girasoli che consentirà di passeggiare lungo distese di fiori e cogliere direttamente dal terreno i girasoli.
ansa.it




Inaugurazione della Mostra dedicata a Paolo Rossi, "Paolo Rossi, un ragazzo d'oro", realizzata in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna

LA MOSTRA ITINERANTE “PAOLO ROSSI UN RAGAZZO D’ORO” ARRIVA AL GRAND HOTEL DI RIMINI, IN COLLABORAZIONE CON LA REGIONE EMILIA ROMAGNA. 
 Presenti all’inaugurazione il Presidente Stefano Bonaccini, Arrigo Sacchi e Federica Cappelletti. Rimini 20 Giugno 2023 – Oggi Rimini riparte anche dallo Sport e dalla Cultura, la Regione Emilia Romagna e la Paolo Rossi Foundation hanno presentato la Mostra itinerante, “Paolo Rossi un Ragazzo D'Oro”, una delle tappe del tour italiano 2023, patrocinata da FIFA, CONI e FIGC, che racconta l’indimenticabile storia di Paolo Rossi. Dopo il grandissimo successo di pubblico e mediatico dei primi eventi espositivi di Roma, Firenze, Venezia, Trento e Zurigo; la Mostra arriva a Rimini in una terra amata in maniera particolare da Paolo, grazie alla collaborazione con la Regione Emilia-Romagna.
 
Il Presidente della Regione Stefano Bonaccini commenta così questa iniziativa dedicata al pubblico: “Come presidente della Regione Emilia-Romagna, è un onore poter ospitare a Rimini questa mostra. Un omaggio piccolo, ma sentito, dedicato a Paolo e alla sua famiglia. Un modo per ricordarlo e spiegare a chi è venuto dopo la sua grandezza. I suoi valori umani e la sua parabola sportiva, che ha visto l'uomo e il campione toccare il punto più basso per risalire verso la vetta della vittoria ai campionati del mondo, ma restando sempre fedeli a sé stessi. Paolo Rossi incarna quel messaggio positivo che la Regione Emilia-Romagna ha individuato nella pratica sportiva. Per noi lo sport è coesione sociale, parte integrante di ogni comunità, diffusione di buoni e sani stili di vita. In una parola: crescita individuale e collettiva. Per questo, da un lato stiamo continuando a promuovere un calendario di eventi di livelli nazionale e internazionale che non ha paragoni nel resto del Paese. Di tutte le discipline, perché per noi non esistono sport cosiddetti minori, perché conta la passione che ci si mette e non l'esposizione mediatica che ricevono. Dall'altra, abbiamo voluto essere vicini in modo concreto alle realtà sportive del territorio, così provate negli ultimi anni prima dalla pandemia e poi dalla crisi economica, che spesso portate avanti su base volontaria, svolgono una funzione fondamentale per ragazze e ragazzi, famiglie e comunità. Questa mostra, questa testimonianza di valori, è poi un altro segnale che arriva da una terra che vuole ripartire dopo la drammatica alluvione e farlo insieme, senza lasciare indietro nessuno”. Il legame con questa terra è sottolineato anche dalla presenza oggi della moglie Federica Cappelletti in qualità di Presidente della Paolo Rossi Foundation che ha voluto fortemente questa iniziativa, precisando che la mostra, allestita al Grand Hotel presso la sala Tonino Guerra, sarà gratuitamente aperta al pubblico dal 20 al 30 di Giugno 2023 dalle 10:00 alle 22:00.
 Presente all’inaugurazione anche Arrigo Sacchi, che conosceva molto bene Paolo Rossi, e ha testimoniato la grande portata di Pablito sul calcio e sul legame di Paolo con il pubblico e i tifosi italiani. Il Direttore della Mostra Marco Schembri ha raccontato la mostra, evidenziando come gli spazi espositivi, che ripercorrono cronologicamente la vita e la carriera di Paolo, sono stati realizzati grazie ad importanti investimenti. Si può parlare di uno dei progetti più importanti al mondo per innovazione e costruzione espositiva, sulla vita di un singolo personaggio sportivo. La mostra Paolo Rossi un Ragazzo D’Oro in Emila Romagna ha inoltre concluso, dopo la tappa di Rimini sarà in autunno anche a Bologna e Modena. In particolare l’allestimento prevede di creare attraverso telai, pannellature, stampe, totem, stendardi, box, monitor e bacheche un percorso dagli esordi al lascito di Paolo con oltre 200 unici reperti, inclusi i trofei più importanti: 
 • Pallone d’Oro 82 France Football 
 • Scarpa d’oro capo cannoniere Spagna 82 
• Pallone d’oro miglior giocatore Spagna 82
• Gli scarpini indossati da Paolo in Italia vs brasile 3’2 
• Una riproduzione della Coppa del Mondo 
 La mostra inoltre, ospita al suo interno un progetto di Realtà Virtuale che darà ai visitatori la possibilità di rivivere attraverso dei visori Oculos i tre goal al Brasile seduti nelle tribune del vecchio stadio Sarrià di Barcellona. 
 La Mostra, supportata anche Master Group Sport, si chiuderà venerdì 30 giugno in occasione dell’evento del Gran Galà di Apertura ufficiale del Calciomercato, organizzato da Adise e Master Group Sport. che vedrà l’apertura dell’anno 2023-24 con il Talk Show “Colpi di Maestro” dedicato al Mondo del calciomercato, ricordando la storia di un fenomeno di sport, costume ed economia e raccontandone l’attualità e il continuo cambiamento.

Fonte: Comunicato Stampa Master Group Sport

Una mostra sui d'Avalos, una famiglia nel segno del potere. Napoli, esposti fino al 29 settembre documenti archivio salvato


Inventariati e alcuni pezzi anche digitalizzati: uno degli archivi privati fra i più importanti d'Italia sta svelando i suoi segreti. È l'archivio della famiglia principesca d'Avalos.

Alla fine del 2019 le oltre 150 casse con il corpus della documentazione sono state depositate nell'Archivio di Stato di Napoli. Ciò anche per sottrarlo a dispersioni e danneggiamenti: questa circostanza ha consentito di avviare un complesso progetto di riordino e inventariazione curato dalla Sovrintendenza campana che, con fondi ministeriali, ha finanziato l'impiego di 15 giovani archivisti e paleografi. Un patrimonio documentario (mai esposto al pubblico), contenuto in un inventario analitico di circa 500 pagine su una storia che abbraccia oltre mezzo millennio: assomma 1.202 pergamene, fra il 1257 e il 1883, e oltre 120 metri lineari di documenti, racchiusi in 460 faldoni. Quaranta documenti originali sono esposti nella mostra "I d'Avalos. Nel segno del potere", inaugurata oggi, con l'intervento del presidente della Giunta regionale, Vincenzo De Luca, nella sede della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica, nel salone delle Feste di Palazzo Carafa (rimarrà aperta fino al 29 settembre). La mostra, curata da Gabriele Capone e Paola Vona, fa parte della Rassegna "Carte in Arte. Storie e vicende tratte dagli Archivi napoletani", finanziata dalla Regione nell'ambito del Piano strategico per la Cultura e i Beni Culturali 2022 - Sistema Mostre. Nell'esposizione emerge il ruolo fondamentale di questa famiglia nelle vicende storiche, amministrative, culturali, sociali e persino mondane dell'Italia meridionale - ma ebbe anche tenimenti nel Ducato di Milano - a partire da Innico I e dai suoi due fratelli, Alfonso e Rodrigo, che seguirono Alfonso V d'Aragona, incoronato re di Napoli nel 1442. La mostra si declina in varie sezioni: attestazioni di fedeltà alla Corona, privilegi, onorificenze, potere al femminile, documenti sulla loro attività di condottieri di compagnie d'armi e comandanti generali alla Battaglia di Pavia, carte e registri sull'amministrazione dei territori e della giustizia, l'attività su Napoli. Una selezione degli esemplari più significativi di pergamene anche miniate, lettere persino cifrate, piantine di possedimenti, cabrei acquerellati, rescritti e donazioni reali, documenti contabili riguardanti gli immensi feudi familiari. L'azione di recupero è stata svolta dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica della Campania, diretta da Gabriele Capone, col sostegno del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Napoli. Varie vicissitudini, a partire dagli anni Sessanta, sono state superate con una custodia del Fondo, detenuto dall'ultimo erede, il principe Andrea d'Avalos, nell'Archivio di Stato. All'inaugurazione e al convegno introduttivo, coordinato dalla giornalista Natascia Festa, sono intervenuti anche il capitano Massimiliano Croce del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, Rosanna Romano, direttore generale per le Politiche culturali e il Turismo della Regione, Mauro Gambini de Vera d'Aragona, studioso di araldica.

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OLTRE IL GIARDINO La nuova mostra a Villa Nigra dedicata alla relazione tra umano e natura Miasino, lago d’Orta, dal 27 maggio al 23 luglio

Oltre il giardino, a cura di Ilaria Macchi, è la nuova mostra di Asilo Bianco. Un percorso all’interno delle magnifiche sale del piano nobile di Villa Nigra a Miasino, tra le colline affacciate sul lago d’Orta.

Gli artisti Linda Carrara, Matteo Giuntini, Lorenzo Gnata, Leila Mirzakhani, Barbara Stimoli e Titta C. Raccagni partecipano alla collettiva che indaga, andando a fondo delle diverse sfaccettature dell’arte contemporanea, la relazione intima e istintiva degli esseri umani con la natura e come questo stesso rapporto viene filtrato dalla progettualità dell’artista che lo restituisce all’osservatore.

Il nostro modo di rapportarci con la natura è fondamentale per descrivere noi stessi e la nostra società. Da sempre, l’arte è stata un medium privilegiato per esplorare questo rapporto, dalle prime rappresentazioni di pittura rupestre nel Paleolitico fino alle installazioni e riflessioni contemporanee.

Oltre il giardino va a indagare tutto questo, senza dimenticarne la portata estremamente politica e sociale: facciamo parte, come esseri umani, del mondo naturale e le nostre vite sono intimamente intrecciate e connesse all’ambiente che ci circonda. Tuttavia, da sempre il nostro rapporto con la natura è filtrato, segnato da conflitti e sfruttamento, comportamenti che minacciano la salute e il benessere di tutti, noi compresi.

Così sulla mostra la curatrice Ilaria Macchi: “Nel corso della storia la relazione uomo-natura ha subìto grandi cambiamenti e cambi di direzione, riscontrabili nel modo in cui gli umani hanno progettato e vissuto gli spazi verdi nei luoghi di vita, nelle città e intorno alle proprie abitazioni. I giardini storici del Lago d’Orta sono esemplificativi di una ricerca di bellezza e benessere che passa dalla progettazione, dalla ricerca e dalla cura di varietà arboree locali ed esotiche. Ne sono un esempio i giardini di Nigra, quello della Villa omonima e quello di Villa Monte Oro. Ma anche il giardino dei semplici di Miasino: esempi diversi di giardino accomunati da un fare poetico che avvera quella metafora sempre attuale che vede i giardini non solo come luoghi fisici ma anche come spazi dell’anima. Similmente, l’arte fissa l’effimera esistenza dei viventi oltre il passaggio del tempo, fermando le brevi esistenze di umani, animali e vegetali nell’infinita temporalità della natura e della storia”.

Nume tutelare, l’architetto Carlo Nigra (1856-1942), figura poliedrica estremamente proiettata nel futuro. In occasione delle settimane di mostra viene inaugurato il sentiero Nigra, percorso tracciato da Itinerarium che da Orta San Giulio porta ad Ameno e Miasino. Si è voluto connettere i luoghi del Nigra in un percorso che parte dalla Basilica di San Giulio sull’isola omonima, la Chiesa parrocchiale e il Sacro Monte di Orta, Villa Nigra e il suo giardino, la Chiesa di San Rocco e il Giardino dei semplici a Miasino, la Villa con il Parco Monte Oro e il Parco neogotico Tornielli di Ameno.

L’inaugurazione è in calendario sabato 27 maggio alle ore 17, seguita dalla performance del duo artistico Titta C. Raccagni e Barbara Stimoli realizzata in collaborazione con CROSS Project. Uno spazio di incontro e intra-azione della materia, tra corpi umani e pietre. L’esibizione farà parte della mostra come video installazione. Sabato 1 luglio in programma la presentazione del catalogo.

Come ci spiega Henry David Thoreau: “Andai nei boschi perché volevo vivere con saggezza, in profondità, succhiando tutto il midollo della vita, [...] per sbaragliare tutto ciò che non era vita e per non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto”. Non resta che andare Oltre il giardino.

Oltre il giardino

a cura di Ilaria Macchi

dal 27 maggio al 23 luglio (ingreso libero)

Fonte: Comunicato Stampa Asilo Bianco

 

A Buenos Aires in mostra le foto sui "voli della morte". Inaugurata "Destino Final", dell'italiano Giancarlo Ceraudo

BUENOS AIRES - La dittatura militare argentina oltre ad essere riconosciuta per essere stata una delle più sanguinarie della storia della regione, con oltre 30 mila desaparecidos, si è distinta anche per aver adottato alcune delle pratiche più ciniche per portare a compimento il piano di "sparizione" delle sue vittime.

    Tra queste, quella dei cosiddetti "voli della morte", un sistema che prevedeva caricare i detenuti dei centri di detenzione clandestini su aerei militari per gettarli nelle acque del Rio de la Plata.
    La loro effettiva esistenza non era mai stata provata fino al ritrovamento di cinque di questi aerei da parte di un fotografo italiano, Giancarlo Ceraudo, insieme alla giornalista argentina ed ex detenuta della dittatura, Miriam Lewin.

"Destino Final", una mostra fotografica organizzata dal ministero della Cultura argentino e inaugurata sabato nel prestigioso spazio museale "CCK" di Buenos Aires, ricostruisce e celebra lo straordinario lavoro di ricerca e ritrattistica di Ceraudo.
    Le oltre 90 foto della mostra curata da Arianna Rinaldo, ripercorrono l'inchiesta che ha portato il fotografo italiano a ritrattare l'orrore impregnato nei centri di detenzione e tortura così come nei volti delle vittime; ad accompagnare il pietoso lavoro degli antropologi forensi nell'identificazione dei resti dei desaparecidos; e a seguire instancabilmente le tracce degli aerei fino al loro ritrovamento. "È un momento molto emozionante vedere il mio lavoro esposto in queste grandi sale, è molto forte per me. Questo è, forse, il mio lavoro meno professionale, perché mantenere una narrazione per 18 anni si fa solo attraverso le relazioni che si sono messe insieme, dall'impegno che si apprende, dall'umanità che si riceve. Questo lavoro è un pezzo della mia vita", ha detto Ceraudo nel discorso di inaugurazione.
    Il ministro della Cultura argentino, Tristan Bauer, ha dichiarato da parte sua di aver voluto fortemente questa mostra e ha ringraziato Ceraudo per il suo lavoro e per la sua testimonianza "come fotografo e come artista".
    All'inaugurazione, oltre al ministro Bauer, hanno assistito in rappresentanza delle Madri di Plaza de Mayo anche Taty Almeida e l'italiana Vera Jarach. (ANSA).

Guggenheim di Ny celebra Picasso, in mostra opere della gioventù


 - Le opere di gioventù di Pablo Picasso arrivano al Guggenheim di New York con una mostra che celebra anche il 50/o anniversario dalla morte del pittore spagnolo.

Young Picasso in Paris (12 maggio - 6 agosto) è un'esposizione intima che comprende solo dieci dipinti e alcune opere su carta realizzate durante la sua introduzione alla capitale francese. La produzione artistica fu realizzata lungo un anno e rivela un frangente fondamentale nel suo sviluppo formativo in quanto l'artista si trovò a contatto con nuovi stili e soggetti contemporanei.

Picasso arrivò a Parigi da Barcellona nell'autunno del 1900 verso la fine dell'Esposizione Universale e fu completamente rapito dalla città, che trasformò completamente l'allora 19enne spagnolo. L'opera centrale della mostra è Moulin de la Galette, dipinto in olio su tela realizzato nel 1900 e attualmente parte della collezione del Guggenheim. Il soggetto dell'opera è una scena notturna nel celebre locale parigino Moulin de la Galette, affollato di gente che balla, nella fascia mediana, o che si riposa ai tavoli, nell'angolo inferiore sinistro. Seguendo i dettami impressionisti, Picasso dipinge le persone non con una precisione minuziosa, ma come se fossero grandi macchie di colore in movimento, sotto una girandola di luci artificiali che paiono fluttuanti.

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