SS24
Visualizzazione post con etichetta Roma. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Roma. Mostra tutti i post

Lungo il Tevere, quando l'escursione è slow. A piedi, in bici, a cavallo tra borghi, natura e buon cibo

ROMA - Antico custode di storie, leggende e misteri, il Tevere scivola per 400 chilometri lungo placidi tratti e dolci serpentine in un concentrato di natura, bellezza e borghi da scoprire. Gli ultimi 70 chilometri, da Fiano Romano a Ostia passando per Roma, si possono percorrere con Tiberland, il nuovo progetto di travel experience della DMO-Destination Management Organization; riunisce enti, associazioni e operatori turistici e culturali della Capitale e del territorio della Valle e della foce del Tevere che, insieme, lavorano per valorizzare luoghi, oasi e riserve naturali con attività e iniziative.

Il corso del fiume nel Lazio diventa una via da percorrere tra suggestivi scorci paesaggistici e visite a borghi che cingono da millenni la Capitale e ne condividono la bellezza eterna. Puntando sulla sostenibilità e sulla ricettività locale, il progetto propone itinerari da fare a piedi, in bicicletta o e-bike, in battello o in canoa e a cavallo o sugli asinelli, alla scoperta slow ed esperienziale di un territorio antichissimo che unisce storia, arte, natura ed enogastronomia.
    "Con questa iniziativa stiamo tracciando il percorso del nuovo Parco Lineare del Tevere - commenta Alberto Acciari, Presidente di Tiberland - un contesto pieno di arte, natura, tradizione, storia, che, assieme alla Regione Lazio, abbiamo già proposto quale patrimonio Unesco".
    Tra i tanti percorsi da trekking - segnalati, tracciati e scaricabili sul portale di Tiberland - spicca il tratto della via Francigena che unisce Campagnano e La Storta e quest'ultima a San Pietro, dentro Roma. Tra gli itinerari da fare in bici ci sono la ciclabile Tiberina da Castel Giubileo al mare di Fiumicino, il Porta Portese Bike Ring a Roma e il Tiberland Bike Ring, un impegnativo anello dentro e fuori il Parco di Veio. Si possono percorrere le piste ciclabili urbane ed extra-urbane, dal Ponte della Musica fino alla foce del Tevere, oppure si può optare per il treno, spostandosi lungo le stazioni della ferrovia di Roma nord o linea F. A bordo dei battelli ci sono i tanti tour interni alla Capitale, che permettono di esplorarla di ponte in ponte: da quello della Musica a quello di Testaccio, passando per Castel Sant'Angelo, lungo gli argini del fiume o con una guida, per immergersi nelle zone del Velabro e della Bocca della Verità, ma anche tra i vicoli di Trastevere e all'Isola Tiberina, prima di un romantico aperitivo al tramonto sul battello.
    Per chi ama la storia il viaggio lungo il Tevere a nord di Roma regala piacevoli soste nei borghi: si può partire da Formello, dove visitare Palazzo Chigi, sede di mostre, del museo dell'Agro-Veientano e di un ostello per i pellegrini della Francigena. Viaggiando per 8 chilometri verso nord si arriva a Sacrofano, suggestivo borgo medievale con vicoli che portano alla chiesa di san Giovanni Battista, con il suo campanile romanico e al ghetto ebraico, il secondo più grande in Italia dopo quello di Venezia. Da qui si diramano sentieri e percorsi nel Parco di Veio fino al Monte Musino, da fare anche a cavallo, oppure si possono fare visite a frantoi e caseifici. Infine, nel borgo a settembre si assiste al palio della Stella con 7 contrade che si sfidano cavallo. Sempre verso nord si visitano Magliano Romano, con la chiesa di san Giovanni Battista e la grotta degli Angeli, sepolcro etrusco trasformato in cappella cristiana e oggi sito rupestre; Morlupo con il maniero degli Orsini e Palazzetto Borghese e la possibilità di partecipare a un trekking tra gli orti sociali; e Rignano Flaminio, con le catacombe del IV secolo di santa Teodora. Viaggiando verso sudest si raggiunge Fiano Romano con il castello Orsini, costruito sul finire del 1400.
    Per gli amanti della natura Tiberland propone percorsi nel verde tra sentieri che attraversano la via Francigena e 9 borghi, da esplorare anche in sella agli asinelli, facendo archeo-trekking con una guida ambientale o partecipando a bike tour fotografici; oppure rilassandosi con la raccolta delle erbe spontanee con cui insaporire i piatti. Da non perdere, tra gli altri, l'itinerario che va dal Parco di Veio, un'area di oltre 15mila ettari, alla riserva naturale Nazzano Tevere-Farfa, la prima area protetta del Lazio, per immergersi nell'habitat fluviale di una zona di grande ricchezza floro-faunistica. Qui, infatti, si sale a bordo di un battello che naviga all'interno della Riserva tra canneti e nidi di aironi, oppure si prendono a noleggio le canoe. Non lontano, il monte Soratte è il luogo ideale per una camminata tra eremi e bunker, con panorami mozzafiato sulla Valle del Tevere.
    Gli amanti dell'arte e dell'archeologia possono spingersi fino a Ostia lungo la foce del fiume Tevere e scoprire una delle prime colonie romane costruite strategicamente per il controllo delle merci: sono il Parco archeologico di Ostia Antica, scrigno di tesori millenari con i suoi scavi, e il Litorale nord di Roma con il museo delle Navi di Fiumicino. A nord la Valle del Tevere è punteggiata da tombe etrusche e catacombe, come quelle fuori Formello; nel Parco di Veio, invece, si visitano Capena, suggestivo borgo con l'area archeologica "Lucus Feroniae" lungo la via Flaminia, o Borgo di Isola Farnese, insediamento etrusco isolato su uno sperone di tufo.
    C'è anche la passeggiata alla scoperta delle architetture liberty sul mare di Roma, in particolare nel Borghetto dei Pescatori: edificato alla fine dell'800 vicino alla pineta di Castel Fusano, questo luogo si sviluppa attorno alla piazza con la chiesa dedicata a san Nicola di Bari, protettore dei pescatori: qui ogni anno, a fine agosto, si svolge la tradizionale sagra della tellina. E a proposito di cibo, oltre alle numerose feste dedicate alle eccellenze locali, si possono scoprire le prelibatezze a km 0 con visite ad aziende, agriturismo, fattorie, cantine, caseifici e frantoi. I soggiorni prevedono un'accogliente ricettività a conduzione familiare in villaggi, b&b e campeggi, dalla Riserva naturale di Ostia al Parco di Veio.
    Tiberland organizza anche tour di tre giorni e due notti, come quello alla scoperta dei sapori e delle tradizioni di Sacrofano con tappe in altrettante aziende per degustazioni di olio e formaggi; due cene tipiche (Sacrofano e Capena), una visita a un apiario a Formello con assaggi di miele e degustazioni in cantina a Capena.

ansa.it

MUSICA Chi c'è e chi no al Concertone del primo maggio

 AGI - Si allunga la lista dei partecipanti al tradizionale Concertone del Primo Maggio di Roma, ieri sono stati annunciati i Baustelle, Rocco Hunt e Francesco Gabbani, tra i protagonisti assoluti del panorama musicale italiano. La band milanese si presenta sul palco di Piazza San Giovanni a pochi giorni dall'uscita di "Elvis", il disco che segna il loro ritorno dopo le esperienze da solisti di Francesco Bianconi e Rachele Bastreghi.

Rocco Hunt, artista che orbita ormai a metà strada tra la scena rap partenopea e il pop da classifica, certamente canterà "Non litighiamo più", il suo tormentone primaverile, uscito anche questo da pochissimo. Ben più ampi ormai gli orizzonti artistici di Francesco Gabbani, anche lui fuori con il singolo "L'abitudine", che ha accompagnato anche il debutto televisivo come conduttore di "Ci vuole un fiore", show di matrice ambientalista in onda sulla RAI in prima time.

I nomi

  • Alfa
  • Rose Villain
  • Piero Pelù con Alborosie
  • Carl Brave
  • Aiello
  • Fulminacci
  • Tananai
  • Bnkr44
  • Matteo Paolillo
  • Mr, Rain
  • Coma_Cose
  • Ariete
  • Aurora.
  • Mara Sattei
  • Levante

Le due voci femminili hanno fatto parte entrambe del cast della 73esima edizione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo. Mara Sattei è sicuramente la voce femminile che meglio rappresenta le nuove sonorità del pop italiano, quello fortemente influenzato dal rap: un passato abbastanza remoto nella scuola televisiva di 'Amici di Maria De Filippi' e sorella maggiore di Thasup, rapper e producer considerato il nuovo piccolo genio della scena urban italiana.
Convocata per la prima volta al Teatro Ariston da Amadeus si e' presentata con "Duemilaminuti", brano scritto per lei da un esordiente (come autore) Damiano David, voce dei Maneskin e il brano, pur non avendo ottenuto un grande risultato nella classifica finale (appena 19esimo) ha riscosso grande successo nei passaggi radio e nelle classifiche streaming.

Al Festival a Levante è andata anche peggio: la siciliana infatti si è classificata 23esima con un brano sulla depressione post partum dal titolo "Vivo", ma comunque ha mantenuto il suo status di prima donna della rivoluzione cantautorale degli anni '10 ormai convenzionalmente definita "indie". Il suo ultimo album, uscito subito dopo la chiusura del sipario dell'Ariston, si intitola "Opera Futura".

Assente Morgan: "La sinistra mi ripudia"
Morgan ospite del Concertone del Primo Maggio a Roma? "Non mi hanno dato il numero dell'organizzatore... ultimamente la sinistra mi ripudia perche' dicono che sono venduto alla destra, loro non mi vogliono più bene ma io gliene voglio sempre. Sono anni che non mi invitano anche perche' pensano che non sia più un musicista". Cosi' a Rai Radio1, ospite di 'Un Giorno da Pecora", il cantautore e conduttore tv Marco Castoldi in arte Morgan, intervistato da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari.

Il "nuovo Santuario di Roma" della Madonna del Divino Amore meta di migliaia di pellegrini da oltre 250 anni

«Ave e sempre Ave,
la Madonna del Divino Amore,
fa le grazie a tutte l’ore
e noi l’andiamo a visitar»

A pochi chilometri da Roma, immerso nella campagna dell’Agro Pontino, nella zona di Castel di Leva

sorge il santuario della Madonna del Divino Amore, uno dei luoghi più cari ai romani di tutte le generazioni. San Giovanni Paolo II l’ha definito: «il nuovo santuario mariano di Roma accanto a quello più antico di Santa Maria Maggiore».

La storia del santuario è profondamente legata ai segni straordinari che Dio ha manifestato attraverso la Vergine Maria. Dal primo miracolo, avvenuto nel 1740, che salvò la vita a un pellegrino diretto verso Roma, alla tomba di Pietro; al prodigio del 1944 che risparmiò l’Urbe dalla distruzione durante il secondo conflitto mondiale; ai molteplici segni che ogni giorno si palesano nelle vite di tanti fedeli, che si recano in visita al santuario, esprimendo la propria devozione con il famoso canto popolare «La Madonna del Divino Amore fa le grazie a tutte l’ore. Noi l’andiamo a visitar».

Il cuore del santuario è la sala ex voto, il luogo più suggestivo e commovente di tutto il complesso. Migliaia di oggetti come cuori d’argento, tavolette dipinte, fiocchi nascita, stampelle, fucili, caschi da motociclista fino alle foto più recenti adornano le mura della sala adiacente l’antico santuario. Una grandissima quantità di mammelle ex voto si trovano, anche, lungo il muro di cinta del santuario. Vi invito a soffermarvi in questi luoghi e a leggere alcune delle testimonianze di grazie ricevute, esprimono la storia e la fede dei romani, ma non solo, raccontano anche la misericordia di Dio che si rivela attraverso l’intercessione della Vergine Maria.

IL PELLEGRINAGGIO NOTTURNO ALLA MADONNA DEL DIVINO AMORE

Decine di pellegrini, ogni sabato, dal primo dopo Pasqua fino al mese di ottobre, percorrono la via Ardeatina, partendo da piazza di Porta Capena per raggiungere il santuario del Divino Amore. Il pellegrinaggio, notturno, a piedi, famoso in tutta la città è scandito da canti e preghiere alla Vergine Maria.
Il pellegrinaggio passa attraverso alcuni luoghi simbolo della cristianità: le catacombe di San Sebastiano, di San Callisto e la chiesetta di Santa Maria in Palmis o del Passo, conosciuta con il nome di "Quo vadis".

IL SANTUARIO DELLA MADONNA DEL DIVINO AMORE
Dove: via del Santuario, 10 – Roma

Pellegrinaggio notturno: da sabato 30 aprile riprendono i pellegrinaggi notturni al santuario del Divino Amore: partenza tutti i sabati alle ore 24 da Piazza di Porta Capena (Circo Massimo) e termine al Nuovo Santuario con la S. Messa alle ore 5.00.
turismo.chiesacatolica.it

- Segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone e Albana Ruci - turismoculturale@yahoo.it

Un Caravaggio da Roma in mostra a Minneapolis

 Un Caravaggio da Palazzo Barberini è volato a Minneapolis e in cambio, a Roma, è arrivato La Morte di Germanico di Nicholas Poussin che a lungo è stato parte delle raccolte della famiglia Barberini.

La mostra al Minneapolis Institute of Art, aperta da questo fine settimana, ha al suo centro l'iconico dipinto del 1599 ispirato alla storia biblica di Giuditta e Oloferne.
    "È un soggetto comune nell'arte dell'epoca, ma in questo quadro l'eroina della Bibbia è fermata nell'atto di decapitare il generale assiro", spiega all'ANSA Rachel McGarry, che ha curato la mostra in cui il quadro è accompagnato da altre 14 opere su un arco di 500 anni che esplorano le diverse interpretazioni date alla figura di Giuditta da artisti come Barthel Beham, Ludovico Carracci, Ignazio Collino e Lovis Corinth.

È una rara occasione di vedere un quadro di Caravaggio negli Stati Uniti: ce ne sono solo dieci, di questi nove in collezioni pubbliche.
    Il prestito del Giuditta e Oloferne riflette la forte relazione istituzionale del Minneapolis Museum of Art con musei e gallerie in Italia che, tra le altre cose, l'anno scorso diede vita a una mostra di opere di Botticelli dagli Uffizi. In cambio del Caravaggio, il museo ha mandato a Roma il Poussin, in occasione della mostra in corso fino a fine luglio su Maffeo Barberini, che 400 anni fa divenne papa col nome di Urbano Ottavo. Il quadro, originariamente commissionato dal cardinale Francesco Barberini, nipote del pontefice-mecenate, era rimasto con discendenti della famiglia fino al 1958 quando il museo lo aveva acquistato.
    "La collaborazione con palazzo Barberini porta in luce eccezionali opere d'arte, ma anche la legacy di una famiglia di straordinari mecenati", ha detto la direttrice del Mia Katie Luber. Ci sono voluti due anni di contatti per concretizzare i prestiti: il Poussin - ricorda la McGarry - aveva riattraversato l'Atlantico finora soltanto una volta, nel 1994, per la grande mostra organizzata al Grand Palais di Parigi in occasione dei 400 anni della nascita dell'artista. (ANSA).

Expo 2030: gli ispettori promuovono Roma, "troppo bella"

AGI - Una promozione in piena regola che lancia Roma nella difficile corsa per Expo 2030: è positivo il bilancio degli ispettori del Bie dopo cinque giorni di incontri e sopralluoghi nella Città Eterna. Un punto debole? "Roma è troppo bella, sarà difficile per le altre città competere con Roma", ha risposto con un sorriso il segretario generale del Bie, Dimitri Kerketzes, che ha accompagnato nella visita i quattro ispettori, "al Bie siamo felici perchè abbiamo una candidatura che sarà un punto di riferimento per il futuro".

Al di là dei convenevoli di rito, il funzionario greco nato a Londra ha lanciato segnali importanti come quello che si terrà conto anche dei diritti umani e del trattamento dei lavoratori, tallone d'Achille di Riad, la più temibile rivale di Roma. "Ci sono stati eventi che hanno avuto una cattiva pubblicità in passato, ma per Expo 2030 tutti i governi devono indicare questo aspetto nell'organizzazione", ha sottolineato.

Lo spettacolo di luci al Colosseo 

La visita è stata "molto efficiente e ben organizzata", ha confermato il presidente della delegazione del Bie, il kazako Murager Sauranbayev, nel punto stampa di Mercati di Traiano. Dal sopralluogo a Tor Vergata (il cui "sviluppo permetterà di servire anche dopo un'area molto ampia con un ospedale e l'università", è stato annotato) allo spettacolo di luci con 500 droni al Colosseo, gli ispettori sono apparsi molto colpiti dal modo in cui Roma si è presentata. Lo show ai Fori Imperiali "è stata una cosa da togliere il fiato, questo dimostra la cultura che potete offrire in Italia e quello che potrete fare nel 2030", ha osservato Kerketzes.

Con Roma si sono completate le ispezioni nelle quattro città candidate: le altre sono Riad, la sudcoreana Busan e l'ucraina Odessa (in quel caso c'è stata una videoconferenza a causa della guerra). Sulla base delle relazioni degli ispettori, entro la prima decade di maggio il Comitato esecutivo del Bie deciderà quali candidature possono andare avanti. Poi il 20 giugno si farà il punto all'Assemblea generale che darà il via alla volata finale verso il voto dei 171 Stati membri a novembre.

Massolo: "Abbiamo un progetto forte e condiviso"

"È andata bene", ha assicurato il presidente del Comitato Promotore di Expo 2030, Giampiero Massolo, "credo che siamo riusciti a dimostrare che abbiamo un progetto solido, sostenibile, soprattutto condiviso dalle autorità nazionali, locali, dalle forze politiche di maggioranza e opposizione, dalle forze sociali e soprattutto dell'opinione pubblica e dalla società civile". Una compattezza che non può riguardare altre candidature e che fa del progetto italiano "l'Expo della libertà, dell'inclusione e del lavorare insieme".

"La visita è stata un grande successo", ha esultato il sindaco Roberto Gualtieri, "Roma è pronta e perfettamente all'altezza di organizzare e ospitare un evento di portata mondiale come Expo 2030".

Massolo non si è sbilanciato in previsioni ma ha lanciato un appello ai partner europei, alcuni dei quali come Francia e Grecia sarebbero orientati a votare per Riad: "Abbiamo, e siamo forti di questo, il sostegno delle istituzioni europee. Io spero che chi ora dà la propria preferenza ad altri possa ricredersi per tempo, perchè voterebbe per un progetto valido, nell'interesse non solo dell'Italia ma dell'Europa intera", ha detto l'ex segretario generale della Farnesina. 

Ponti di primavera a Cinecittà World e Roma World. E il 2 giugno apre Aqua World

Fantasia, intrattenimento immersivo e adrenalina anche nei ponti di primavera a Cinecittà World, il Parco divertimenti del cinema e della tv di Roma che offre 40 attrazioni, 7 aree a tema dedicate ai principali generi cinematografici (Cinecittà, Roma, Spaceland, Far West, Adventureland, Il Regno del Ghiaccio, Aqua World), 6 spettacoli live al giorno e oltre 60 eventi in calendario. Per trascorrere un giorno di festa fuori dal comune si può vivere un’esperienza esclusiva volando a 12 metri di altezza nella Firenze del 500 di Leonardo su Volarium, unico flying theatre in Italia, esplorando i gironi danteschi di Inferno la montagna russa indoor al buio o provando Altair, il roller coaster che detiene il record di inversioni in Europa.

Il viaggio prosegue poi a Jurassic War dove, a bordo di un treno tramite un tunnel immersivo, gli ospiti vengono trasportati indietro di 60 milioni di anni tra terrificanti DinosauriE per chi cerca un po’ di fresco le discese a 70km/h nell’acqua di Aktium e le 4 attrazioni de Il Regno del Ghiaccio, unico playground sulla neve e sul ghiaccio del Belpaese.

Il ponte del 2 giugno apre Aqua World, fase uno del nuovo parco acquatico di Cinecittà World, dove prendere il sole tra spiagge di sabbia, la Cinepiscina e il fiume lento Paradiso. “Questa estate il divertimento raddoppia: inaugureremo Vortex e Boomerang, due nuovi spettacolari scivoli di ultima generazione, da vivere in compagnia” dichiara l’amministratore delegato di Cinecittà World, Stefano Cigarini.

Per chi preferisce vivere un’esperienza immersiva e unica che riporta indietro nel tempo di 2000 anni, a pochi passi da Cinecittà World c’è Roma World. Nel nuovo experience park dell’Antica Roma si vivono le emozioni di un giorno da Antico Romano completamente immersi nella natura. Qui adulti e bambini possono assistere agli spettacoli dei gladiatori, agli show di falconeria, provare il tiro con l’arco, apprezzare la biodiversità prendendo parte al tour botanico. E ancora: mangiare nella Taberna all’insegna della tradizione romana, fare un giro nell’antico mercatino e perdersi tra i sentieri del suggestivo Bosco Magico (novità a partire dal 2 giugno) in un percorso di luci, suoni ed effetti speciali. È un luogo da favola per i bambini che possono incontrare da vicino gli animali della fattoria e ammirare il volo dell’aquila e degli altri rapaci.

in ansa.it - viaggiart

(Segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone e Albana Ruci - Turismo Culturale turismoculturale@yahoo.it)

 

Domenica 18 giugno il Premio Strega torna per la quinta volta nella sua storia a Verbania, il premio letterario più prestigioso d’Italia ha scelto di nuovo le sponde del Lago Maggiore. Una serata da non perdere al Teatro il Maggiore

(Segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone e Albana Ruci @turismoculturale )
Adesso è ufficiale, domenica 18 giugno il Premio Strega torna per la quinta volta nella sua storia a Verbania, il premio letterario più prestigioso d’Italia ha scelto di nuovo le sponde del Lago Maggiore.
Una serata da non perdere al Teatro il Maggiore con la presentazione dei cinque finalisti e a seguire Strega Party nella bellissima location panoramica sul lago.
E’ un onore poter organizzare questo evento puntando come ogni stagione su qualità e cultura per vivere il nostro territorio.
Un lavoro di squadra condotto come sempre dal Comune di Verbania insieme alla Biblioteca Ceretti e alla Libreria Alpe Colle affiancati dalla Fondazione il Maggiore e dalla magnifica ospitalità del >>> Grand Hotel Majestic. Unire le forze per migliorare la nostra città, per creare momenti utili prima di tutto per costruire senso di cittadinanza, relazioni e coscienza civile. Ogni passo dipende da noi, dalla nostra quotidianità, dalle nostre scelte.
Per queste ragioni sarà ancora più affascinante trovarsi domenica 18 giugno e vivere una serata nella nostra bellissima città. Infine è fondamentale ricordare il lavoro preziosissimo della Fondazione Bellonci di Roma e della Ditta Strega Alberti di Benevento che dal 2018 hanno scelto e voluto fortemente portare il Premio Strega a Verbania, una decisione coraggiosa, un buon modo per creare rete tra centro e provincia, per un’Italia capace di stupire in ogni suo angolo creando lavoro e cultura attraverso i libri e la magia della reciprocità.

Fonte: comune.verbania.it

(Segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone e Albana Ruci @turismoculturale )

Le migliori città europee vegan friendly Londra e Parigi in testa; nella top 30 anche Milano e Roma


 ROMA - La cucina vegana ha sempre più successo ed è di tendenza anche tra i grandi chef e gourmet.

Da una ricerca di Loveholidays, agenzia di viaggi online leader nel Regno Unito, emerge che il veganesimo si conferma come un fenomeno in crescita in tutta Europa e che le città di Londra, Parigi e Berlino sono le migliori per chi sceglie una cucina vegana. In classifica rientrano anche due città italiane, Milano e Roma, che si collocano al 21esimo e 26esimo posto.

Per realizzare la classifica l'agenzia di viaggi Loveholidays ha valutato oltre 50 città, analizzando diversi fattori in 4 categorie diverse: la presenza di locali, di supermercati e di festival vegani e il numero di ristoranti con stelle verdi Michelin, che premiano gli esercizi attenti alla sostenibilità, all'innovazione e all'uso di prodotti locali La classifica vede al primo posto Londra, la città migliore in Europa per i vegani che hanno a disposizione 194 ristoranti, 81 negozi plant-based e 3 festival vegani previsti per quest'anno.
    La seguono Parigi e Berlino, quest'ultima con il maggior numero di ristoranti con stelle verdi Michelin, ben 7. Poi ci sono Barcellona e Amsterdam; in sesta posizione c'è Oslo, seguita da Copenaghen, Bristol, Atene, Madrid e Manchester.
    Milano si posiziona al 21 esimo posto con 32 ristoranti vegani, 6 negozi specializzati in gastronomia vegana e 2 ristoranti con stelle verdi Michelin, "Joia" e "D'O". Il punteggio del capoluogo lombardo è basso soprattutto perché in città non si organizza nessun festival tematico per vegani e ci sono pochi market specializzati.
    Roma è al 26 esimo posto con 19 ristoranti, 9 market e un solo ristorante con stella verde Michelin, il "Mater Terrae". Anche qui manca un festival dedicato alla cucina vegana. Entrambe le città italiane, comunque, si conquistano la top 30 in Europa, a conferma che il nostro Paese è un hotspot mondiale per il cibo, non solo tradizionale. 

ansa.it 

(Segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone e Albana Ruci - turismoculturale@yahoo.it)

Pericle Fazzini, lo scultore del vento Al Museo Carlo Bilotti di Roma, dal 25 marzo al 2 luglio


ROMA - Sono cento le opere di Pericle Fazzini in mostra dal 25 marzo al 2 luglio a Roma all'Aranciera di Villa Borghese, ora sede del Museo Carlo Bilotti.
    L'esposizione, curata da Alessandro Masi in collaborazione con Roberta Serra e Chiara Barbato, presenta una selezione di sculture, bozzetti, disegni opere e grafiche dell'artista, che il poeta Giuseppe Ungaretti definì "lo scultore del vento".
L'arte di Fazzini torna a Roma dopo trent'anni dall'ultima mostra, in occasione dei 110 anni della nascita dell'artista - il 4 maggio 1913 - con opere che ripercorrono l'intera vita creativa del maestro marchigiano. L'esposizione raccoglie opere di piccola e grande dimensione tra legni, bronzi e gessi: dalle prime prove degli anni Trenta e Quaranta come il "Giovane che declama" e la "Sibilla" fino ai bozzetti originali della celebre "Resurrezione" della sala Pier Luigi Nervi in Vaticano, ultimo cantiere dell'artista. Di particolare interesse sono anche 'Ritratto di Anita' , 'Ritratto di Sibilla Aleramo', 'Uomo che urla' e Profeta', quest'ultimo raramente esposto.
    Pericle Fazzini, scomparso a Roma nel 1987, si inserisce tra le più alte testimonianze dell'arte sacra del XX secolo. Il suo anelito alla bellezza come svelamento del Divino segna una svolta nella ricerca plastica che traduce il testo sacro delle Scritture in un dialogo tra Fede e Arte. L'artista conobbe la fama grazie al poeta Mario Rivosecchi che lo introdusse negli ambienti dei grandi artisti romani come Mafai, Scipione, Mazzacurati e della gallerista Anna Laetitia Pecci Blunt che diedero alla sua arte una svolta espressionista e antiretorica.
    Le sculture di Fazzini sono conservate nei maggiori musei del mondo, dal Moma di New York alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, dalla Guggenheim Collection di Venezia al Centre Pompidou di Parigi e al Momat di Tokyo.
    Patrocinata dal ministero della Cultura e dal dicastero per la Cultura e l'Educazione del Vaticano, la mostra è promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e dalla Fondazione e Archivio Storico 'Pericle Fazzini', accompagnata da un catalogo (De Luca Editore) e a ingresso gratuito. (ANSA).
   

Una casa fatta ad arte, la visione di Cambellotti. A Roma mostra sul maestro alla Biennale di Monza del 1923

ROMA - L'allestimento interno della casa come riflesso della dimensione etica e della natura psichica della vita degli abitanti, capace di influenzare le loro emozioni e orientare le loro predilezioni, "consentendo poi di formare anche buoni cittadini e buoni governanti". Duilio Cambellotti immaginava così gli effetti di un abitare armonico orientato dall'arte.

Seguendo questo filo si sviluppa a Roma la mostra dedicata fino al 6 aprile dalla Galleria Russo al maestro e alla sua visione 'totale' che nella prima metà del Novecento ha abbracciato disegno, illustrazione, grafica, pittura, ceramica, scultura e scenografia teatrale. Il racconto muove da un aspetto particolare, la sua partecipazione nel 1923 a Monza alla Biennale delle Arti Decorative per allargarsi alla produzione di una vita.
    'Duilio Cambellotti. Raccogliere una forma attorno a un pensiero', curata da Daniela Fonti e Francesco Tetro, responsabili dell'Archivio dell'Opera dell'artista, mette insieme 160 opere della raccolta illustrando 40 anni di attività multidisciplinare svolta dall'artista-artigiano romano dal 1899 al 1939. Certo, a giocare un ruolo centrale è sempre il disegno, il tratto inconfondibile della moderna classicità che caratterizza illustrazioni, manifesti, incisioni. Ma a colpire - anche nella ricostruzione di una delle sale della Biennale di Monza - è soprattutto l' attenzione al dettaglio nei bronzi e nella decorazione di vasi, piatti, brocche e mattonelle ispirate ai miti dell'antichità e al vivere quotidiano delle popolazioni dell'agro pontino all'inizio del secolo. Nelle arti decorative, spiegano i curatori, Duilio Cambellotti (1876-1960) venne identificato come un autore fra i più originali nel panorama del rinnovamento degli oggetti d'uso in Italia. "Per la sua concezione dell'ambiente allestito quale progetto organico complessivo nel quale ogni oggetto prende luce creativa e riflette la propria sull'insieme - spiegano - l'artista mise ogni tecnica al servizio della creazione di uno spazio interno concepito come 'luogo d'arte', inserendo scultura, pittura parietale, ceramica, anche utilizzando gli espedienti comunicativi della sua attività di scenografo". Della prima e della seconda Biennale internazionale di Monza Cambellotti fu il protagonista principale, alla guida di un gruppo di artisti fra i più rilevanti e innovativi della scena di Roma e del Lazio. Un altro capitolo della mostra è riservato alla figura femminile e al suo passaggio da "libellula a mater familias, vittima degli effetti della guerra: rimasta sola a mandare avanti la propria famiglia, il suo podere o come lavorante presso altri, se rimasta vedova". E' questo il motivo che spinse l'artista a rappresentare donne dal volto addolorato in molti monumenti ai caduti del 1915-18 , a cominciare da quello di Terracina (Latina). Suggestiva è anche la selezione di modellini, bizzetti, disegni e cartelloni realizzati per le scenografie delle grandi tragedie greche a Siracusa, il Giulio Cesare di William Shakespeare (1906) e La Nave di Gabriele d'Annunzio (1908) a Roma.
    Tra il 1908 e il 1910 Cambellotti collaborò al settimanale "La Casa", edito da Edoardo De Fonseca, dedicandosi alla progettazione di interni e arredi di villini e dimore private tra cui, a Roma, la Casina delle Civette di Villa Torlonia, decorata con la collaborazione con il maestro vetraio Cesare Picchiarini e oggi sede del museo della Vetrata Liberty. 

ansa.it

La novità. Biglietto d'ingresso per visitare il Pantheon, ma non per le celebrazioni

 

Un biglietto di ingresso per i visitatori al Pantheon, ad esclusione degli orari riservati alle funzioni religiose e alle attività pastorali. Questa la novità arrivata dalla firma della nuova convenzione sul regolamento d’uso della basilica nel cuore di Roma, siglata oggi 16 marzo nella sede del Mic, tra ministero della Cultura e il capitolo della basilica di Santa Maria ad Martyres, meglio conosciuta appunto come Pantheon. Nello specifico, il testo prevede il pagamento di un biglietto per l’accesso dei visitatori al Pantheon, che sarà consentito soltanto al di fuori degli orari riservati alle funzioni liturgiche e alle attività pastorali, affinché sia salvaguardato l’esercizio del culto all’interno della basilica.

In sostanza l’accesso ai fedeli per la partecipazione alle attività religiose e di culto sarà totalmente libero e sarà cura del ministero, tramite propri addetti, interdire durante lo svolgimento di tali attività l’accesso ai visitatori attraverso appositi cartelli esplicativi all’esterno del portone. Sarà sempre cura del ministero, provvedere prima di ogni celebrazione al posizionamento di cordoni opportunamente collocati al fine di realizzare un corridoio d’accesso interno orientato al solo spazio celebrativo, escludendo possibilità di visita al resto della basilica. Il prezzo massimo del biglietto di ingresso è fissato a 5 euro, anche se diverse categorie di persone potranno comunque accedere gratuitamente. Il 70% del ricavato andrà al ministero, il quale si farà carico delle spese di manutenzione ordinaria e straordinaria e di quelle di pulizia, tenendo anche conto delle eventuali richieste di interventi che potrebbero pervenire dal Capitolo; il restante 30% alla diocesi di Roma, che lo utilizzerà per iniziative caritative e culturali e per attività di manutenzione, conservazione e restauro di chiese di proprietà statale presenti nel territorio diocesano.

«A Roma c’è una prassi secondo la quale in nessuna chiesa si paga un biglietto di ingresso, con la quale mi trovo d’accordo, ma mi rendo conto che questo del Pantheon è un caso particolare – sottolinea monsignor Daniele Micheletti, arciprete della basilica di Santa Maria ad Martyres - Si era iniziato a parlare dell’introduzione di un biglietto già diversi anni fa. Per il Capitolo è importante che sia regolamentato l’accesso dei visitatori, poiché il Pantheon è uno dei monumenti più visitati della città. Inoltre, lo Stato ha la responsabilità del monumento, per cui ha a suo carico tutte le ingenti spese e non si poteva rimanere insensibili alle richieste del ministero». La diocesi di Roma infatti, ritenendo peculiare il valore universale e l’unicità della struttura architettonica del Pantheon, che attraverso i secoli ne hanno fatto un luogo di culto del tutto unico, necessariamente aperto a una ampia fruizione anche di studiosi e ricercatori, è concorde nell’introduzione del biglietto di ingresso.

avvenire.it

A Palazzo Barberini torna la magnificenza di Urbano VIII

 
Il battesimo di Cristo sulle rive del Giordano. Costantino che combatte il leone. E l'inizio del proprio pontificato. "Per capire Urbano VIII e la sua ambizione, basterebbe guardare questi tre arazzi". Sotto la spettacolare volta affrescata da Pietro da Cortona, in una delle infilate più magnificenti dei palazzi romani e davanti a quei tre pezzi eccezionalmente riuniti, insieme ai loro cartoni di preparazione, il rettore dell'Università di Vienna Sebastian Schütze racconta come il Papa allestì questa sala, accostando la storia della propria vita a quella di Cristo e dell'imperatore Costantino. Ed è proprio in occasione dei quattrocento anni dall'elezione al soglio pontificio di Maffeo Vincenzo Barberini che le Gallerie nazionali di arte antica celebrano il "padrone di casa" con "L'immagine sovrana. Urbano VIII e i Barberini", grande mostra a cura di Maurizia Cicconi, Flaminia Gennari Santori e Sebastian Schütze, dal 18 marzo al 30 luglio a Palazzo Barberini, dedicata al letterato e poeta, destinato a diventare il più grande Papa committente-mecenate del Seicento.

Un'occasione unica, non solo per ammirare capolavori che tornano qui dopo oltre un secolo, ma anche per capire come Urbano VIII e la sua famiglia utilizzarono la potenza dell'arte per consolidare il proprio potere e fare propaganda politica. Durante il suo pontificato (il più lungo e rappresentativo del XVII secolo, dal 1623 al 1644), per intenderci, Urbano VIII promosse imprese colossali, come il baldacchino di San Pietro di Gian Lorenzo Bernini. Ed è con i Barberini che nacque il barocco a Roma. In mostra oggi, 88 opere in più di mille metri quadri di allestimento, con 70 prestiti da 40 istituzioni internazionali e collezioni private, dagli Uffizi al Louvre e il Met, solo per citarne alcuni. "E' il progetto espositivo più ambizioso mai realizzato e prodotto dalle Gallerie, frutto di oltre tre anni di lavoro - racconta la direttrice Gennari Sartori - Dagli spazi per le mostre temporanee" si sale su fino "ai grandi saloni" ultima tappa del "percorso di recupero di tutti gli ambienti del palazzo precedentemente occupati dal Circolo Ufficiali delle Forze Armate". Un viaggio che mette insieme Caravaggio, Bernini e i Carracci, ma anche gli scritti di Galileo Galilei e le poesie dello stesso Urbano VIII, dalla sua incredibile biblioteca di oltre 4 mila volumi. Per la prima volta tornano qui la Morte di Germanico di Nicolas Poussin, "che fino a oggi ha lasciato Minneapolis solo per una mostra al Louvre", ricorda Schütze, e l'Allegoria dell'Italia di Valentin de Boulogne. E poi il Ritratto di Taddeo Barberini di Andrea Sacchi e quello del padre Carlo di Francesco Mochi; il Pan attribuito ad Antonio da Sangallo.

Restaurati per l'occasione, ecco poi i grandi dipinti che Andrea Camassei dedicò a La strage dei Niobidi e Il riposo di Diana, restaurati per l'occasione. "In mostra - racconta Schütze - non sono solo le opere, ma il palazzo stesso, la bellissima facciata, gli scaloni, il giardino di quella che era la sontuosa residenza di famiglia. Un modo per rivivere la Roma barberiniana, proprio nel fulcro della vita culturale e artistica di quegli anni". In dodici sezioni, come spiega la curatrice Cicconi, "raccontiamo come i Barberini controllarono tutti gli aspetti della cultura", ma anche "il rapporto con la città, inizialmente di grande amore ma finito con i romani che alla morte del Papa correvano in Campidoglio per distruggerne la statua". "L'occasione dei 400 anni era imperdibile - commenta il Direttore Generale dei musei del Mic, Massimo Osanna - ma la mostra è importante anche per capire quanto i nostri musei siano sempre più luoghi di ricerca".

ansa.it

8 marzo, l’arte dei Musei Vaticani celebra il genio femminile

Scomparto di predella con Storie di Maria Maddalena di Cenni di Francesco: “Noli me tangere”  ©Musei Vaticani 
I Musei Vaticani partecipano alle celebrazioni della Giornata internazionale della donna con alcune visite guidate speciali, su prenotazione, per scoprire alcune figure femminili straordinarie che attraverso la loro santità hanno contribuito in modo significativo alla vita della Chiesa
Paolo Ondarza – Città del Vaticano
Maria Maddalena, Scolastica, Elena, Caterina da Siena e naturalmente la Vergine Maria, perfezione della femminilità. Sono tante le donne nella Chiesa di ogni tempo che ancora oggi attraverso la loro santità sono un modello a cui ispirarsi. A loro i pittori nel corso dei secoli hanno dedicato alcune tra le pagine più significative della storia dell’arte.
Donna, colei che fa bello il mondo
Partendo dalle parole di Papa Francesco secondo il quale “la donna è colei che fa il mondo bello” i Musei Vaticani propongono per la prima volta un percorso dedicato alla Giornata internazionale della donna: una visita guidata per scoprire le tante donne straordinarie che hanno contribuito in modo significativo alla vita della Chiesa. Si parte dal Museo Pio Cristiano, passando per le tante rappresentazioni iconografiche femminili che popolano la Pinacoteca Vaticana fino a giungere all’apice teologico e artistico della Cappella Sistina. Tre gli appuntamenti in calendario aperti a tutti: il primo si è svolto con successo sabato scorso, mentre le prossime due date sono previste per l’8 e l’11 marzo. E' possibile prenotare la visita all'indirizzo email education.musei@scv.va. Bellezza che attira occhi e cuore “La donna fa il mondo bello. Questa meravigliosa frase di Papa Francesco è vera”, spiega a Vatican News suor Emanuela Edwards, responsabile dell’Ufficio Attività Didattiche dei Musei Vaticani: “La bellezza sensibile come quella nell'arte, attira gli occhi e il cuore. Vedere le vite delle sante raffigurate nei capolavori artistici può diventare un mezzo per ispirarci a imitarle. La giornata internazionale delle donne è un'opportunità per ispirarsi alle donne della Chiesa nel tempo”.

Fiumicino con più di 40 milioni di passeggeri l'anno, si conferma tra i mega aeroporti più apprezzati al mondo

 

AGI - C’è ancora una volta l’aeroporto di Fiumicino Leonardo da Vinci, a Roma, tra i mega aeroporti più apprezzati al mondo: lo ha stabilito l’Airport Service Quality Awards, il premio assegnato annualmente in diverse categorie sulla base dell’esperienza dei clienti.

Le varie classifiche assegnano a Fiumicino, più di 40 milioni di passeggeri l’anno, sia un premio per la qualità complessiva che un riconoscimento per il livello di pulizia e per essere piacevole grazie al personale dedicato, competente e gentile.

Un premio teso a mostrare che un aeroporto non è solo un luogo di transito per andare da un punto A ad un punto B ma può diventare un’esperienza in sé, che può essere resa più agevole e piacevole possibile. I vincitori sono selezionati dal gruppo commerciale Airports Council International (Aci) e dalla società di tecnologia di viaggio Amadeus sulla base della ‘customer experience’, ovvero un sondaggio di 30 fattori tra cui check-in, facilità di navigazione, offerte di shopping e ristorazione, sondaggio realizzato in aeroporto il giorno del viaggio.

Nel 2022 sono stati raccolti circa 465 mila sondaggi. In totale, sono stati premiati 75 aeroporti in tutto il mondo e dei 69 aeroporti che hanno ricevuto i premi ASQ per la qualità complessiva, 24 sono in Europa, 22 nella regione Asia-Pacifico, 11 in Nord America, cinque in America Latina o nei Caraibi, quattro in Africa e tre in Medio Oriente.

In base alla classifica -a cui la Cnn dedica un lungo articolo nella sezione Travel- oltre a Roma-Fiumicino tra i migliori aeroporti con oltre 40 milioni di passeggeri all'anno ci sono quelli di Chhatrapati Shivaji Maharaj a Mumbai, e quello internazionale Indira Gandhi a Delhi, in India. In Cina quelli premiati sono l’aeroporto internazionale di Guangzhou Baiyun, quello di Shanghai Pudong e di Shenzhen Bao'an.

Rimanendo in Asia, anche l'aeroporto Changi di Singapore ha ricevuto ulteriori onorificenze per il suo personale dedicato e per la facilità con cui i passeggeri si spostano nell'hub. L'aeroporto di Istanbul ha ricevuto riconoscimenti per essere pulito e piacevole oltre al premio per la qualità complessiva.       

Negli Stati Uniti, a distinguersi sono l’aeroporto internazionale di Dallas Fort Worth, in Texas, e quello di San Francisco, in California. I migliori aeroporti con 25-40 milioni di passeggeri all'anno sono quelli di Gimpo, a Seul, in Corea del Sud, di Pechino Daxing, in Cina, di Atene, in Grecia, Palma di Maiorca, in Spagna e Zurigo, in Svizzera.

Negli Usa il riconoscimento è andato all’aeroporto di Detroit Metropolitan Wayne County, nel Michigan, e all’aeroporto internazionale di Minneapolis/St Paul, nel Minnesota. Aci ha anche introdotto quest'anno quattro nuove categorie: aeroporti con il personale più dedicato, viaggio aeroportuale più semplice, aeroporto più piacevole e aeroporto più pulito.

A Roma l’aeroporto di Fiumicino ha guadagnato onori per il suo personale dedicato e per essere pulito e piacevole. Introdotta anche la categoria “più divertente" che esamina le impressioni dei viaggiatori sull'offerta di negozi e ristoranti, il comfort delle aree di imbarco, le opzioni di intrattenimento e svago e l'atmosfera. E anche in questa categoria Roma-Fiumicino viene premiato, oltre insieme allo scalo di Milano Bergamo.

In Europa premiati il Nikola Tesla di Belgrado, in Serbia, e l’aeroporto internazionale di Skopje, in Macedonia. Tra gli aeroporti più divertenti, per i passeggeri, ci sono quelli di Istanbul Ankara Esenboga, in Turchia, di Kuala Lumpur in Malaysia, l’aeroporto Internazionale di Pechino Daxing, in Cina. Diversi premi assegnati anche a quelli indonesiani: l’aeroporto Internazionale Sultan Hasanuddin a Makassar, Sulawesi Meridionale; quello di Yogyakarta, a Giava, e l’aeroporto Internazionale di Pattimura a Ambon, nella provincia di Maluku.

In Medio Oriente ha ottenuto un riconoscimento l’aeroporto Internazionale Queen Alia di Amman, in Giordania, e in Africa l’aeroporto internazionale Blaise Diagne di Dakar, in Senegal. Passando al continente sudamericano, due premi sono andati all’Ecuador,  per gli aeroporti internazionali di Quito e a quello di Guayaquil. Negli Stati Uniti i più divertenti sono l’aeroporto William P. Hobby di Houston, in Texas, e quello di Greenville-Spartanburg, in Carolina del Sud oltre all’aeroporto internazionale di Fort McMurray, ad Alberta, in Canada.

"Il programma ASQ non solo misura e confronta, ma offre anche agli aeroporti di tutte le dimensioni un'opportunità di apprendimento e miglioramento continuo per raggiungere nuove vette nell'eccellenza dell'esperienza del cliente", ha dichiarato Luis Felipe de Oliveira, direttore generale di ACI World.

(Segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone)

Belzec, Sobibor e Treblinka, mostra sull'orrore

 

Belzec, Sobibor e Treblinka, ovvero i tre campi in cui tra il 1942 e il 1943 si è consumata un'operazione omicida senza precedenti, la cosiddetta Aktion Reinhardt, l'uccisione rapidissima e implacabile della popolazione ebraica concentrata nei ghetti del Governatorato Generale, il cuore dell'ex territorio della Polonia: racconta una storia poco nota al pubblico italiano la mostra "L'inferno nazista.

I campi della morte di Belzec, Sobibor e Treblinka", allestita alla Casina dei Vallati, sede espositiva della Fondazione Museo della Shoah a Roma, a partire dal 27 gennaio, Giorno della Memoria.

Giorno Memoria, a Roma inaugurata la mostra 'L'inferno nazista'

Un progetto di alto valore scientifico, a cura di Marcello Pezzetti, ma anche molto duro ed emozionante, che attraverso documenti, foto, filmati (anche materiale realizzato dai nazisti), interviste e ricostruzioni racconta per la prima volta in modo completo lo sterminio avvenuto, mediante gas di scarico, in questi campi. All'inaugurazione oggi, presenti le istituzioni, dal Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, al sindaco di Roma Roberto Gualtieri, da Mario Venezia, presidente Fondazione Museo della Shoah, a Sami Modiano, testimone sopravvissuto al lager, e poi l'ambasciatore di Israele in Italia Alon Bar, Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma, Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma.

Se per Sangiuliano, che ha ammesso di essere stato provato emotivamente dal percorso, serve "ribadire l'unicità della Shoah, che è stata il male assoluto", per Gualtieri "Lo sterminio del popolo ebraico è stato un esercizio burocratico e inumano, lo condanniamo per rendere omaggio alle vittime e ai sopravvissuti ma anche per tenere tutta l'umanità in guardia".

    Toccanti le parole di Sami Modiano, 92 anni, sopravvissuto e ancora desideroso di testimoniare: "Fino a quando avrò forza e vita trasmetterò ai ragazzi quello che è stato", ha detto con emozione, "Ho fiducia e speranza in chi verrà dopo di noi".

    La mostra comprende inoltre una sezione multimediale e immersiva che documenta, anche presentando la ricostruzione di un plastico del campo di Treblinka, gli atroci procedimenti di messa a morte con il gas perpetrati nei tre lager. L'approccio scelto è quello della 'verità', senza nascondere nulla agli occhi del pubblico, neppure i materiali più drammatici: per questo, ha assicurato Mario Venezia, "Staremo attenti a non far entrare i bambini alla mostra. Io stesso, pur avendo visitato Treblinka, vedendo rappresentato il campo nella mostra sono stato colpito emotivamente".

    Nel percorso i materiali restituiscono una tragedia che fa ancora rabbrividire: bambini denutriti e quasi nudi dei ghetti, una vita logorata da una quotidianità priva di dignità tra violenza e fame, la feroce e sistematica deportazione e infine le tante, troppe masse di uomini, donne e bambini mandate a morire nelle camere a gas, in luoghi senza più speranza né umanità: perché andare nei campi dell'Aktion Reinhardt (in onore del capo della polizia di sicurezza, Reinhardt Heydrich, giustiziato dai resistenti cechi) significava, come spiega all'ANSA il curatore Pezzetti, "essere ammazzati. Vi si entrava solo per quello. In soli 100 giorni nei tre campi sono state uccise più di un milione e mezzo di persone. L'attenzione in Italia è tutta concentrata su Auschwitz, perché lì ci sono stati deportati del nostro Paese, ma si dimentica che questa è stata la più grande operazione omicida compiuta dai nazisti, il cuore della Shoah".    

(segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone - turismoculturale@yahoo.it)

Orsi, bassotti e monete, le fogne raccontano il Colosseo

 

ROMA - I resti dei pasti che si consumavano sugli spalti, spesso e volentieri carni cotte al momento su improvvisati bracieri, insieme a qualche pizza e verdure, un po' di frutta. E poi le ossa degli animali feroci, orsi, leoni, leopardi ma anche cani, persino i bassotti, tutti costretti a combattere tra loro sull'arena oppure oggetto delle battute di caccia, le terribili venationes, che per tanti secoli hanno divertito il popolo romano, tanto quanto le lotte tra gladiatori.

Il Parco del Colosseo presenta alla città i primi risultati di un progetto di ricerca sul sistema idraulico e sulle fogne dell'Anfiteatro Flavio e quello che ne viene fuori è anche una fotografia affascinante di tutto il contesto legato agli spettacoli di duemila anni fa. Con il giallo di una splendida e consunta monetina dorata, un sesterzio in oricalco coniato sotto l'imperatore Marco Aurelio che chissà come è finita anche lei nella fogna insieme a una cinquantina di monete più povere. E il mistero ancora irrisolto delle naumachie, le battaglie navali a cui accennano le fonti antiche quando raccontano dei favolosi cento giorni di Ludi voluti da Tito per inaugurare il nuovo teatro - si era nell'80 d.C.- che chissà se si sono fatte davvero riempendo d'acqua l'enorme arena o se invece erano solo parodie di quelle più grandi che si svolgevano altrove. "E' presto per dirlo", ci spiega Federica Rinaldi, l'archeologa responsabile del Colosseo che ha coordinato le ricerche affidate agli speleologi di Roma Sotterranea in team con archeobotanici archeozoologi e l'architetto Fabio Fumagalli, "l'archeologia è una disciplina lenta, ora bisognerà mettere a sistema, integrandoli, i dati archeologici, anche quelli condotti sugli elevati murari degli ipogei, con quelli più specificatamente idraulici. Senza trascurare le fonti antiche, che da Marziale passando per Svetonio e Cassio Dione, non sono mai completamente esplicite".
    Tant'è, l'obiettivo di partenza di questo progetto tutto sotterraneo, spiega la direttrice del Parco Archeologico Alfonsina Russo, era capire meglio il funzionamento delle fogne antiche e dell'idraulica dell'Anfiteatro. Per ampliare le conoscenze storiche, certo, ma non solo. Perché c'è da risolvere un problema pratico che si trascina da tempo immemore, quello degli allagamenti dei sotterranei, sempre più frequenti e problematici adesso che il clima è cambiato e pure Roma è bersagliata da temporali che assomigliano alle bombe d'acqua dei monsoni. Un problema, come fa notare Barbara Nazzaro, responsabile tecnico del monumento, che da almeno due secoli impegna archeologi, ingegneri, esperti di idraulica. La speranza insomma, è che le scoperte arrivate da queste indagini possano aiutare a trovare la strada per risolvere l'assillo degli allagamenti, magari proprio partendo dal ripristino di una parte delle fogne antiche. Che poi era quello che avrebbero voluto fare, ma non ci riuscirono, i grandi ingegneri dell'Ottocento. Cominciata a gennaio 2022 e conclusa in agosto - come precisa Martina Almonte, responsabile unico del procedimento (Rup) - l'indagine ha interessato in questa fase soprattutto il collettore Sud dell'anfiteatro, che era ostruito e fuori uso più o meno dal 523 d.C., quando il Colosseo ha smesso di essere un anfiteatro per poi essere usato nei modi più diversi, trasformandosi in una sorta di condominio e poi in una fortezza, ospitando un ospedale e persino una filanda con i suoi operai.
    Mentre i marmi meravigliosi che lo ricoprivano andavano ad abbellire i grandi palazzi rinascimentali e barocchi e tanti degli enormi blocchi di travertino servivano a costruire altro, dal Palazzo della Cancelleria a Palazzo Farnese. Seppelliti sotto la terra che si accumulava mischiandosi alle macerie, gli antichi condotti vennero di fatto dimenticati. Ed è per questo che tutte le cose che soprattutto all'ultimo, intorno al VI secolo, erano finite in quella fogna sono rimaste intatte, 'congelate' per secoli in quel condotto dove l'acqua non scorreva più. Come il lucente sesterzio di Marco Aurelio, che l'archeologa Francesca Ceci, esperta di numismatica, ha studiato a lungo. Marco Aurelio regnò tra il 160 e il 180 d.C. Il sesterzio è stato emesso nel 170-171 per celebrare il decennale dell'imperatore filosofo che rinnovava i voti per chiedere agli dei altri dieci anni di regno felice. In pratica uno strumento di propaganda, volutamente coniato in oricalco perché doveva stupire con la sua lucentezza, tanto più che era normale per un imperatore ingraziarsi il popolo distribuendo soldi proprio durante i giochi. Ecco allora che si spiegherebbe come quel sesterzio del colore dell'oro è arrivato fino a noi: "Volando con la fantasia- ipotizza l'archeologa- possiamo immaginare le luccicanti monete lanciate sulla folla, e una di queste, la nostra, caduta nella sabbia dell'arena e poi spazzata via insieme al sangue di uomini e animali". Solo un'ipotesi, certo, ma suggestiva, quella del volo di una piccola moneta dalla folla alla fogna. Per raccontarci, più di 1500 anni dopo, il fascino e la follia di quei giochi e di quei giorni. (ANSA).

Annibale Carracci e la Cappella Herrera, a Roma gli affreschi

 ROMA - L'emozione di ricreare la visione d'insieme di una maestosa opera pittorica visibile solo nel XVII e XVIII secolo e poi quasi dimenticata, entrando 'fisicamente' nel luogo che l'accolse e che venne irrimediabilmente distrutto nel 1830. Ma anche l'occasione di poter comprendere come funzionava il lavoro collettivo nella bottega di uno degli artisti più importanti del '600.



Apre il 17 novembre a Palazzo Barberini la mostra "Annibale Carracci. Gli affreschi della cappella Herrera", che per la prima volta riunisce il ciclo di affreschi ideato dal celebre pittore per la decorazione della cappella di famiglia del banchiere spagnolo Juan Enriquez de Herrera nella Chiesa di San Giacomo degli Spagnoli a piazza Navona.
    Dopo le tappe al Museo del Prado a Madrid e al Museu Nacional d'Art de Catalunya a Barcellona, la mostra (allestita fino al 5 febbraio) arriva ora a Roma, dove negli imponenti spazi di Palazzo Barberini è stata fatta la scelta particolarmente suggestiva di ricostruire una 'finta' cappella nelle uguali proporzioni della Herrera: nel rispetto della sequenza originaria del ciclo, il visitatore può oggi vedere finalmente insieme i 16 affreschi (in origine erano 19, ma 3 sono andati perduti) con la pala d'altare di Annibale Carracci, proveniente dalla Chiesa di Santa Maria in Monserrato degli Spagnoli.
    Completano il percorso, a cura di Andrés Úbeda de los Cobos, vicedirettore del Museo del Prado, una selezione di disegni e un interessante video che approfondisce le vicende legate alla Cappella Herrera e al ciclo di affreschi.
    Gli affreschi, nonostante l'eccezionale valore, sono rimasti pressoché sconosciuti per via del destino rocambolesco a cui sono andati incontro. Quando nel XIX secolo la Cappella fu smantellata, gli affreschi infatti vennero staccati e poi portati con la pala d'altare nella chiesa di Santa Maria in Monserrato degli Spagnoli: ma mentre la pala rimase lì, gli affreschi, trasferiti su tela, vennero spediti in Spagna nel 1850, tra Barcellona e Madrid. Da lì iniziò un oblio lungo quasi 200 anni. (ANSA).

ROMA | ESENZIONE TASSA SOGGIORNO PER PERSONE CON GRAVE DISABILITÀ, OK DEL COMUNE ANCHE A SOSTEGNO A IMPRESE RICETTIVE

 


Arriva il disco verde del Comune di Roma alla modifica del Regolamento del Contributo di soggiorno che esenta dal pagamento le persone con disabilità grave. L'Assemblea Capitolina, recependo le indicazioni arrivate dai Municipi, ha inoltre rafforzato ulteriormente il provvedimento estendendo l'esenzione ai "caregiver". La modifica al regolamento prevede anche una misura di sostegno nei confronti delle imprese ricettive, introducendo un contributo forfettario che ha l'obiettivo di compensare le commissioni interbancarie relative all'incasso del contributo di soggiorno da transazione elettronica.

(TurismoItaliaNews) Il contributo, in ogni caso, non potrà essere complessivamente superiore all'1,5% dell'importo riscosso e versato a Roma Capitale. E sarà erogato solo a favore delle imprese in regola con l'adempimento degli obblighi fiscali. "La delibera approvata oggi contiene due misure che posizionano Roma sul fronte più avanzato in termini di inclusività e rafforzano l'efficienza amministrativa – ha commentato il vicesindaco e assessore al Bilancio di Roma Capitale, Silvia Scozzese - l'esenzione dal pagamento del contributo prevista per le persone con disabilità grave è un gesto che rende Roma più giusta, accogliente, e solidale; un gesto reso ancora più forte con l'estensione del provvedimento ai caregiver, fortemente voluta da Municipi e Assemblea. Inoltre, il contributo di sostegno nei confronti delle imprese ricettive che riguarda la compensazione delle commissioni interbancarie relative all'incasso del provvedimento di soggiorno rafforza l'azione a favore di un settore strategico per la nostra città come quello turistico".

Annie Ernaux "Nei miei libri c'è tanto cinema italiano"

Premio Nobel a Festa Roma con docu nato da filmini famigliari

LIBRI DI ANNIE ERNAUX >>> /SCHEDA ONLINE DA AMAZON


(ANSA) - ROMA, 22 OTT - Il cinema italiano "è fra quelli che mi hanno più segnato e ispirato.

Penso a film come il posto di Olmi di cui parlo nel mio libro L'evento.

Un altro film molto importante per me è stato La strada di Fellini, che ho visto da giovane. Mi sono resa subito conto di quanto il cinema italiano parlasse attraverso il realismo. Mi colpiva molto di più di quello francese che trovavo spesso troppo al di sopra delle cose che raccontava e troppo parlato". Lo dice la scrittrice francese Annie Ernaux, premio Nobel per la letteratura 2022 alla Festa del Cinema di Roma, dove ha incontrato il pubblico dopo la presentazione di Annie Ernaux: I miei anni Super-8, documentario da lei realizzato insieme al figlio David Ernaux-Briot (con lei protagonista dell'incontro) che sarà distribuito prossimamente in Italia da I Wonder Pictures.
    Un viaggio nel tempo attraverso i filmini famigliari senza voce in super 8, girati dagli Ernaux tra il 1972 e il 1981, che prendono vita nel testo sul filo dei ricordi scritto dall'autrice, anche voce narrante. Il legame tra cinema italiano e letteratura della scrittrice c'è anche per uno dei suoi romanzi più celebri, Gli anni: "Una fonte d'ispirazione è stata Ballando ballando di Scola. Dopo aver visto il film mi è venuta l'idea di scrivere un libro con quel tipo di racconto, ma mi serviva la formula giusta. La scelta è stata di utilizzare quello che avevo sentito dire durante la mia infanzia".
    Arrivano anche le domande del pubblico, fra le quali una su quale libro di un altro autore avrebbe voluto scrivere: "Avrei risposto facilmente 30 anni fa, oggi è più difficile. E' come se invecchiando sentissi che il mio percorso sarebbe potuto essere solo in una direzione, un po' come in quel libro di Kafka (il processo, ndr) dove si apre per uno dei personaggi una porta destinata solo a lui. Tra i libri che ho ammirato di più ad esempio c'è Le cose di Georges Perec ma questo non vuol dire che avrei voluto scriverlo io". Fra le domande invece per il figlio della scrittrice c'è quella su come lui abbia reagito alla notizia del Nobel: "E' stata una cosa molto naturale non c'è voluto molto per abituarsi - dice sorridendo - anche perché lo considero pienamente meritato". (ANSA).

(segnalazione web a cura di Turismo Culturale - https://viagginews.blogspot.com/