Vacanze romane e nuovo amore per Lily Collins
Sarà Roma la tappa finale del Giro d’Italia
Le Terme di Caracalla, il Colosseo, il Circo Massimo, fino ad arrivare sul lungomare di Ostia. Sono solo alcuni dei luoghi iconici di Roma che la tappa finale del Giro d’Italia toccherà nel suo ‘Grande Arrivo’ nella Capitale il prossimo 26 maggio. Il percorso è stato svelato in Campidoglio alla presenza del sindaco, Roberto Gualtieri, dell’assessore ai grandi eventi, sport, turismo e moda di Roma, Alessandro Onorato, del presidente e ad di RCS, rispettivamente Urbano Cairo e Paolo Bellino, del direttore del Giro, Mauro Vegni e dell’ex campione Vincenzo Nibali.
Il circuito di 9.5 km si sviluppa lungo le vie cittadine, alternando brevi ondulazioni e lunghi rettilinei raccordati da curve a volte impegnative con un fondo stradale prevalentemente asfaltato, fatta eccezione in alcuni brevi tratti in pavé (“sanpietrini”). Il favorito, per tutti, anche per Nibali, “resta Pogacar”, ma intanto il Comune “lavora affinché la tappa finale sia un successo come lo scorso anno”, assicura Gualtieri che nel promuovere l’arrivo a Roma parla di un Giro “sostenibile” e che “interpreta la transizione ecologica che stiamo cercando di mettere a terra”.
Fondamentale anche l’aspetto turistico per Onorato. “Lo scorso anno per la tappa finale abbiamo avuto 830mila presenze fisiche – spiega l’assessore – E’ importante che ai flussi turistici che Roma ha sempre avuto si uniscano quelli che creiamo con i grandi eventi, dando un motivo in più ai turisti di tornare nella Capitale”.
Non a caso Cairo definisce il Giro e la tappa conclusiva a Roma “uno spot mondiale per l’Italia”, perché chiudere come il Tour de France in una capitale “regala internazionalità alla manifestazione”. L’obiettivo, poi, è quello di prolungare il sodalizio tra Roma e il Giro.
“Stiamo lavorando per prolungare questa presenza a Roma, questo è il secondo anno consecutivo e speriamo ci sia un terzo”, dice Bellino. A differenza dello scorso anno, però, il tracciato sarà leggermente diverso in alcuni tratti perché terrà conto dei cantieri presenti in città. “Ma andrà tutto bene”, assicurano Gualtieri e Cairo, certi del successo come Stefano Ciurli, head of global Services del Gruppo Enel che accompagnerà il Giro anche quest’anno.
“Ci ritroviamo nello sport e nei valori di fatica ed energia – dice Ciurli – Le biciclette rappresentano innovazione, energia pulita e silenziosa. Sono certo che sarà una grande manifestazione”. Spazzate via anche le paure sulla sicurezza di ciclisti dopo quanto successo nell’incidente del dei Paesi Baschi. “Sicuramente ci vuole attenzione su questo tema – conclude il direttore del Giro, Mauro Vegni – Ma se andate ad analizzare cosa è successo vedrete che la colpa non è degli organizzatori”.
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Santanchè: il Wttc Global Summit nel 2025 si terrà a Roma
La ministra del Turismo Daniela Santanchè ha partecipato alla riunione del consiglio esecutivo del World Tourism and Travel Council (WTTC), che si è svolta a Milano e che ha visto fra i presenti Julia Simpson, ceo del Greg O’Hara, fondatrice e direttrice Certares e presidente del Consiglio Esecutivo, oltre a personalità del calibro di Jason Liberty, ceo e presidente di Royal Carribean Cruise, Nelson Boyce, manager Director di Travel Google, Paolo Barletta, ceo di Arsenale Spa, Pierfrancesco Vago, presidente Msc Cruises.
L’incontro ha avuto l’obiettivo di ufficializzare la realizzazione del Wttc Global Summit in Italia, a Roma nel 2025, l’evento di settore più prestigioso e influente al mondo, dove operatori del comparto e rappresentanti del governo si riuniscono per allineare gli sforzi a sostegno del turismo in chiave di sicurezza, resilienza, inclusività e sostenibilità.
“Il ministero ha improntato la propria strategia favorendo sinergie fra il pubblico ed il settore privato che sta già dando importanti risultati per il settore. L’appuntamento che ospiteremo sarà occasione per rafforzare queste sinergie e per dare le migliori condizioni di lavoro al comparto, perché questo deve fare la politica: creare le migliori condizioni per chi fa impresa. Il governo italiano non disturberà mai chi lavora ma semmai supporta al massimo, anche rafforzando le occasioni di cooperazione internazionale che eventi come il global summit offrono”, commenta Santanchè.
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Nel nuovo mondo wireless con il clone IA di Marconi. A Via Asiago una mostra celebra il genio inventore
Le migliori 100 città al mondo da esplorare a piedi, la numero uno è in Italia
LE MIGLIORI 100 CITTÀ DEL MONDO DA ESPLORARE A PIEDI
1. Roma, Italia
2. Budapest, Ungheria
3. Barcellona, Spagna
4. Madrid, Spagna
5. Firenze, Italia
6. Lisbona, Portogallo
7. Praga, Repubblica Ceca
8. Amsterdam, Paesi Bassi
9. Londra, Regno Unito
10. Oporto, Portogallo
11. Parigi, Francia
12. Vienna, Austria
13. Berlino, Germania
14. Venezia, Italia
15. Siviglia, Spagna
16. Toledo, Spagna
17. Istanbul, Turchia
18. Bruxelles, Belgio
19. Edimburgo, Regno Unito
20. Bruges, Paesi Bassi
21. Valenza, Spagna
22. Cracovia, Polonia
23. Dubrovnik, Croazia
24. Medellín, Colombia
25. Milano, Italia
26. Spalato, Croazia
27. Granada, Spagna
28. Copenaghen, Danimarca
29. Dublino, Irlanda
30. Bilbao, Spagna
31. Cartagena de Indias, Colombia
32. Santiago de Compostela, Spagna
33. Málaga, Spagna
34. Monaco di Baviera, Germania
35. Cordova, Spagn
36. Città del Messico, Messico
37. Napoli, Italia
38. Marrakech, Marocco
39. Stoccolma, Svezia
40. Gand, Belgio
41. Bratislava, Slovacchia
42. Hanoi, Vietnam
43. Saragozza, Spagna
44. Santiago, Cile
45. Bucarest, Romania
46. San Sebastian, Spagna
47. Bordeaux, Francia
48. Bogotà, Colombia
49. Cadice, Spagna
50. Salamanca, Spagna
51. Strasburgo, Francia
52. Palma di Maiorca, Spagna
53. New York, Stati Uniti
54. Segovia, Spagna
55. Varsavia, Polonia
56. Zagabria, Croazia
57. Helsinki, Finlandia
58. Cáceres, Spagna
59. Tirana, Albania
60. Buenos Aires, Argentina
61. Antigua Guatemala, Guatemala
62. La Valletta, Malta
63. Lima, Perù
64. Lubiana, Slovenia
65. Fez, Marocco
66. Cuzco, Perù
67. Tolosa, Francia
68. Oviedo, Spagna
69. Vitoria-Gasteiz, Spagna
70. Sarajevo, Bosnia ed Erzegovina
71. Girona, Spagna
72. L'Avana, Cuba
73. Anversa, Belgio
74. La Coruña, Spagna
75. Riga, Lettonia
76. Zurigo, Svizzera
77. Oaxaca, Messico
78. Bologna, Italia
79. Norimberga, Germania
80. León, Spagn
81. Nizza, Francia
82. Marsiglia, Francia
83. Sintra, Portogallo
84. Alicante, Spagna
85. Belfast, Irlanda del Nord
86. Cuenca, Spagna
87. Hoi An, Vietnam
88. Pamplona, Spagna
89. Bangkok, Tailandia
90. Tarragona, Spagna
91. Zara, Croazia
92. Gijón, Spagna
93. Merida, Messico
94. Úbeda, Spagna
95. Lione, Francia
96. Breslavia, Polonia
97.Liverpool, Regno Unito
98. Città di Panama, Panama
99. Città di Ho Chi Minh, Vietnam
100. Colonia, Germania
lastampa.it
Roma la Santissima Trinità dei Pellegrini rinasce grazie alla luce
Quando lo sport sposa l'archeologia, torna la Appia Run
Giunta alle XXV edizione, la Roma Appia Run, una delle gare più affascinanti del running capitolino celebrerà le nozze d'argento con la città, proprio nel giorno nel Natale di Roma.
Un'occasione anche per riscoprire i luoghi e le vestigia storiche che si ergono lungo il tracciato della corsa lungo la Regina Viarum.
ansa.it
Fare turismo culturale senza sapere cos’è cultura
Quando in una famosissima città d’arte come Roma, e in più centro mondiale del cattolicesimo, si vedono masse di turisti in fila nelle zone storiche del centro, viene subito in mente quale può essere il rapporto fra l’attuale industria turistica e la cultura. La cosa meno edificante è lo spettacolo della generale smania, della meccanicità inarrestabile con cui visitatori venuti da tutto il mondo e dalle più varie tradizioni di mentalità scattano foto con i loro cellulari. Il cellulare è protagonista dell’esperienza turistica, che così esperienza non è più. Invece di aprire bene gli occhi e di usarli, di guardare, vedere, osservare e magari interpretare quello che si ha davanti, si scattano foto a centinaia da portarsi via e che forse verranno guardate poco anche in futuro, una volta collezionate. Appena identificato il luogo storico, il famoso monumento, il palazzo, la chiesa, la fontana, subito il turista sembra preso dall’istinto di liberarsi prima possibile da quella presenza fisica reale, per sostituirla con uno scatto, primo e unico compito del turista. A questo punto c’è da chiedersi che cos’è cultura, che cos’è “consumo culturale” da inserire quantitativamente nelle statistiche. Il filosofo e critico sociale Theodor Adorno aprì un suo saggio con questa provocatoria affermazione (cito a memoria): «Chi parla tanto di cultura è contro la cultura, è un amministratore, affarista o burocrate della cultura». La cultura non è una categoria generale di oggetti che “fanno cultura”, è un modo di essere, è un rapporto mentale con sé stessi, riguarda una qualità soggettiva, non un patrimonio di beni immobili materialmente accumulati. Cultura è spazio della coscienza nel quale un oggetto esterno risuona e manda messaggi. Il turista pensa qualcosa, dice agli altri qualcosa dopo aver guardato la Pietà di Michelangelo o la Vocazione di Matteo di Caravaggio? È avvenuto qualcosa nella sua mente? C’è anche naturalmente da rimanere in silenzio, senza smettere magari di pensarci ancora per qualche giorno. Ci sono al mondo ben poche altre immagini artistiche su cui posare lo sguardo. E quando le si hanno davanti, un tale momento privilegiato non dovremmo sprecarlo.
Avvenire
Capitali o città d’arte, dove andranno gli italiani per i Ponti?
Con la primavera tornano i ponti e gli italiani si organizzano per ritagliarsi una vacanza tra giorni di ferie, feste comandate e weekend. Quali sono le mete e le date preferite per le partenze tra 25 aprile e primo maggio? eDreams ha indagato sulle destinazioni più prenotate e sulla durata dei viaggi per italiani ed europei nelle prossime settimane.
Oltre alle capitali e metropoli europee che non passano mai di moda – su tutte spiccano Barcellona, Parigi e Amsterdam – quest’anno le prenotazioni dall’Italia puntano forte anche sulla capitale albanese, Tirana. Le prime italiane in classifica sono invece Catania e Roma.
Per quanto riguarda la durata, ben il 37% dei connazionali ha scelto di concedersi una vacanza di 3 giorni mentre il 15% unirà le due festività per un break di 6 o 7 giorni. Ma quali sono le date più popolari per la partenza? I giorni più gettonati sono il 25 aprile (scelto dal 30% del campione) e il 26 (22%).
Secondo la tradizione, questi primi ponti di primavera saranno anche un’ottima occasione per i turisti e viaggiatori stranieri che verranno a scoprire le meraviglie nostrane. Anche nel 2024, la primavera sembra il periodo ideale per ammirare in particolare le città d’arte. Tra il 25 aprile e il primo maggio quest’anno – secondo eDreams – sceglieranno una vacanza in Italia prevalentemente i francesi (30%), seguiti dagli spagnoli (19%) e dai tedeschi (18%). Complessivamente quasi la metà dei turisti che visiteranno il nostro Paese ha prenotato un soggiorno di 3 o più giorni (il 27% di 3 giorni e il 26% di quattro), leggermente più alta degli italiani la percentuale di chi imposterà l’out of office per 6 o 7 giorni, del 19%. Le date più congeniali per la partenza degli europei saranno il 26 e 25 aprile.
Quanto alle destinazioni più amate, gli stranieri stilano così la loro top 5 delle città d’arte italiane: in testa Roma seguita da Milano, poi Venezia, Napoli e Firenze.
travelnostop.com
Da Degas a Renoir, l'Impressionismo in mostra a Roma
A150 cinquant'anni dalla prima mostra ufficiale, quella organizzata dal fotografo Nadar il 15 aprile 1874 a Parigi, arriva a Roma Impressionisti - L'alba della modernità, antologica che celebra il movimento al Museo storico della fanteria, dal 30 marzo al 28 luglio, con oltre 160 opere di 66 artisti, tra i quali spiccano Degas, Manet, Renoir e l'italiano De Nittis.
"Una mostra dal taglio particolare, inedito, realizzata appositamente per questo luogo", spiega Vincenzo Sanfo, membro del comitato scientifico diretto da Vittorio Sgarbi e composto anche dall'ex direttore del Musée du Petit Palais e Membre Ecole du Louvre, Gilles Chazal, e dall'ex direttrice del Musée de Chartres e Musée Paul Valeéry, Maithé Vallès-Bled.
Divisa in tre sezioni (Da Ingres a L'Ecole de Barbizon, i fermenti dell'Impressionismo; L'Impressionismo; e L'eredità dell'Impressionismo), la mostra, prodotta da Navigare srl, abbraccia un arco temporale che va dall'inizio dell'Ottocento, con opere di Ingres, Corot, Delcroix e Doré, tutte provenienti da collezioni private italiane e francesi, arrivando agli eredi Toulouse-Lautrec, Permeke, Derain, Dufy e Vlamininck, per concludersi al 1968 con un'acquaforte di Pablo Picasso, omaggio a Degas e Desboutin. Ma non solo. Accanto alle opere poco conosciute dei grandi protagonisti, come Pissarro, Degas, Cézanne, Sisley, Monet, Morisot e Renoir, spiccano anche le tele di artisti comprimari come Bracquemond, Forain, Lepic, Millet, Firmin-Girad e il Lecomte del Bateau sur la riviere scelto come immagine simbolo della mostra. E ancora, ecco un insolito focus sul disegno, le incisioni e le tecniche di stampa, così fortemente influenzate dell'avvento della fotografia. "Gli impressionisti - racconta Chazal - abbandonano la pittura accademica dei grandi quadri storici e iniziano a ritrarsi l'un l'altro o a immortalare momenti di vita quotidiana. Hanno una visione della pittura molto meno aulica".
In quest'ottica va letta anche la collezione di libri, lettere e oggetti personali, come la teiera del servizio di Monet. "L'impressionismo non è un movimento, ma una condizione umana che nasce quando la pittura della realtà è sconfitta dall'invenzione della fotografia - commenta Sgarbi -. È la vita, la possibilità di rappresentare stati d'animo. È fatta per dirci quello che la realtà ci provoca dentro. Per questo non finirà mai. Non a caso un impressionista tragico come Van Gogh parla di sé, ma parla al mondo. L'impressionismo è una condizione dello spirito, questo vuol dire la mostra. Quello che fino a quel momento non contava, come la teiera del servizio di Monet, impensabile ad esempio nei dipinti del Tiepolo, improvvisamente con gli impressionisti diventa soggetto e momento eterno. Portare gli Impressionisti e questa mostra a Roma, città per tradizione così lontana da Parigi, e al Museo della Fanteria non è solo sperimentare luoghi nuovi - conclude il critico -. È portare la vita, perché gli impressionisti sono la fine della guerra. E conquistare uno spazio di guerra con una mostra d'arte che espone una teiera, è portare la pace".
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Giochi d'acqua e vapore, l'antica magia a Caracalla
Le colossali rovine romane delle Terme di Caracalla che si specchiano nell'acqua di un'enorme vasca minimale e super contemporanea.
Alti zampilli che evocano le antiche fontane, nuvole di vapore che a intervalli si alzano leggere a coprire le mura possenti, un po' come doveva essere 1800 anni fa, quando questi ambienti, sfavillanti di marmi di tutti i colori, zeppi di statue, di libri e di giardini odorosi, erano un cuore pulsante della Roma imperiale, un posto dove ci si curava del corpo, sì ma anche dello spirito, della mente e degli affari. Parte da un segno di architettura contemporanea, il progetto di riqualificazione che punta a rivoluzionare l'esperienza di visita nel sito archeologico gioiello dell'area centrale.
L'idea, spiega la direttrice Mirella Serlorenzi, è proprio questa: ripartire dall'acqua che qui manca ormai dal V secolo quando le grandi terme imperiali vennero abbandonate alla decadenza, per aiutare i visitatori di oggi a ritrovare l'essenza dei luoghi di allora. "Con questo spettacolare Specchio la soprintendenza desidera innescare un processo di rinnovamento e di apertura alla città in uno dei siti archeologici più importanti della capitale", sottolinea presentando il progetto la soprintendente Daniela Porro. "Un intervento di architettura contemporanea che si armonizza con quella antica, per consolidare il ruolo delle Terme di Caracalla come un centro promotore di cultura e arte. Il ritorno dell'acqua non è solo una meraviglia fine a se stessa, gioia per gli occhi e per lo spirito, ma vuole essere simbolo concreto di riconnessione con l'antico".
Accanto a lei Hannes Peer, il giovane architetto altoatesino autore del progetto realizzato insieme con Paolo Bornello, spiega che il nuovo Specchio d'acqua, con i suoi mille metri quadrati, punta ad offrire ai visitatori "un'esperienza coinvolgente e immersiva". Lo specchio, dice, "incarna i concetti filosofici della presenza e dell'assenza materica riverberando le idee di Martin Heidegger. Un invito alla contemplazione e anche una cornice dinamica per iniziative culturali". Costata 500mila euro e realizzata con fondi della soprintendenza speciale, la vasca sopra la quale si poggia leggero un palco destinato agli spettacoli, è infatti solo il primo passo di un piano finalizzato a restituire la percezione di questi luoghi come erano nell'antichità: "L'area verde diventerà un giardino botanico con architetture effimere ed essenze odorose, un luogo dove si potrà passeggiare e meditare come allora, riporteremo qui anche le farfalle e le api", anticipa la direttrice Serlorenzi.
Con un finanziamento iniziale di 8 milioni provenienti da Pnrr, soprintendenza e MiC, il progetto prevede tra i suoi primi step la riapertura dell'antico ingresso sulla via di Caracalla, proprio quello che duemila anni fa usavano gli antichi romani, con una nuova biglietteria e due aree verdi aperte alla città. L'acqua verrà portata anche all'interno delle strutture, evocata negli ambienti una volta destinati alla cura del corpo. E grazie alla messa in sicurezza delle strutture si conta di riaprire al pubblico in futuro anche gli spazi fino ad oggi rimasti chiusi. Intanto, proprio per rievocare lo stretto rapporto che questi luoghi hanno avuto con le arti, si parte con spettacoli e iniziative culturali: l'inaugurazione il 13 aprile con una nuova coreografia di Aterballetto, creata da Iratxe Ansa e Igor Bacovich sulle note della Rapsodia in blu firmata proprio cento anni fa da George Gershwin. Anche qui solo il primo passo: dopo il balletto sarà la volta di una mostra fotografica e di un ciclo di incontri sul tema, non casuale, di Narciso e dello specchio.
ansa.it
Anno Santo 2025. Dalì, Chagall, icone, concerti e film. Ecco il programma culturale
Un momento della conferenza stampa sulle iniziative culturali del Giubileo - Paolo Galosi
Wanderlust, il mindful festival fa tappa a Milano, Roma e Venezia
C’è ancora tempo, dato che l’evento è atteso dopo l’estate, ma sono appena state aperte le iscrizioni con l’acquisto dei biglietti: parliamo dell’appuntamento dedicato alla consapevolezza targato Wanderlust che farà quattro tappe a settembre.
Alle date di Milano e Roma si aggiunge infatti Venezia. Wanderlust torna in Italia riconfermando il format Wanderlust 108: una giornata di unione e consapevolezza dedicata al benessere, mentale e fisico. L’occasione perfetta per praticare insieme alla community il Mindful Movement.
L’evento, ospite dei parchi nelle città italiane, avrà quest’anno quattro appuntamenti: Milano, sabato 21 e domenica 22 settembre presso il parco di City Life, Venezia, sabato 28 settembre presso il Parco di San Giuliano, affacciato direttamente sulla laguna, Roma, sabato 5 ottobre, presso il Parco degli Acquedotti.
In programma un mindful triathlon per un’esperienza all’aria aperta composto da corsa, yoga e meditazione. Si inizia con un carico di energia grazie alla corsa di 5km guidata da runner professionisti: un’attività adatta a tutti, con la possibilità di camminare e di godersi una passeggiata o di seguire un’attività alternativa di mindful fitness direttamente dal main stage. A seguire una sessione di yoga flow di 60 minuti seguita da una sessione di meditazione guidata. A condurre le attività dal main stage ci saranno talent e maestri spirituali che guideranno i partecipanti attraverso le loro pratiche, con dj set e musica dal vivo ad accompagnare tutte le attività.
Nel pomeriggio, al termine del Mindful Triathlon, si potrà partecipare alle attività “The Uncommons” incluse nel biglietto: sessioni esperienziali, workshop, speech. Yoga in the Dark, Cerimonia del cacao, Thai Chi, Sound Bath, Yoga flow & Sound Healing Journey sono alcune delle attività andate per esempio in scena l’anno scorso.
All’interno del village, aperto a partecipanti e visitatori, sarà possibile visitare il Kula Market, il tradizionale mercatino olistico e l’area True North Cafè per concedersi una pausa ristorativa.
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(Post a cura di Giuseppe Serrone - turismoculturale@yahoo.it)
Le mostre di Pasqua, da Leonardo al tatuaggio. A Roma Raffaello, Tiziano e Rubens, a Milano Pascali
La chiesa di Santa Maria in Vallicella, chiesa Nuova
La chiesa di Santa Maria in Vallicella definita “nuova” benché siano passati diversi secoli, fu costruita a partire dal 1575. È legata a uno dei santi più amati di Roma, San Filippo Neri, soprannominato “Pippo buono”, che abitò per diversi anni nelle stanze annesse.
Una notte durante il sonno, il Santo sognò che la Vergine Maria sosteneva una parte del tetto della chiesa. La mattina dopo, incuriosito, volle verificare e scoprì con grande stupore che una trave del tetto, di grandi dimensioni, rimaneva in bilico contro ogni legge della statica. San Filippo riuscì a scongiurare una tragedia certa, grazie al sogno miracoloso.
Fra le opere della chiesa sono assolutamente da vedere: le tavole realizzate da Federico Barocci, che raffigurano la Presentazione di Maria al Tempio e la Visitazione, due capolavori che annunciano l’età barocca. Nell’abside, le tre tele di Rubens rappresentano la Madonna con il Bambino e due gruppi di Santi. Molti noteranno che l’immagine della Madonna, appare staccata dal resto della tela, infatti, nel muro retrostante si trova un’immagine Miracolosa, detta Madonna della Vallicella.
La cappella dedicata a San Filippo Neri, a sinistra dell’abside, è il luogo più visitato della nostra chiesa giubilare, caratterizzata da una sontuosa decorazione barocca in cui, tra bronzi e stucchi, si alternano materiali preziosi come oro e madreperla. Sulla volta, è stato realizzato un magnifico affresco dedicato al Trionfo degli Strumenti della Passione, portati in cielo dagli angeli, mentre sull’altare troviamo il ritratto del Santo di Alessandro Algaldi, sostituito da una copia a mosaico. Sotto l’altare, il corpo di San Filippo Neri, compatrono di Roma.
Visita alle sette Chiese
L’itinerario, ideato da San Filippo Neri nel XVI secolo, rientra tra le pratiche devozionali romane più diffuse. Il percorso si articola, in 20 chilometri, tra le quattro basiliche papali: San Giovanni in Laterano, San Pietro, San Paolo fuori le Mura e San Lorenzo fuori le Mura. E le tre basiliche minori: Santa Maria Maggiore, San Sebastiano fuori le Mura e Santa Croce in Gerusalemme.
Attualmente la Visita alle Sette Chiese, organizzata dalla Congregazione dell'Oratorio di San Filippo Neri, si svolge di notte, due volte l'anno, nei mesi di settembre e maggio.
Inoltre, è consuetudine percorrere l’itinerario della Visita alle Sette Chiese durante l’ultima settimana della Quaresima, come itinerario penitenziale, dove il numero sette rimanda alle sette tappe di Gesù durante la Passione.
Prossimo appuntamento: venerdì 10 maggio 2024, alle ore 19.00, appuntamento in piazza della Chiesa Nuova per la Visita alle Sette Chiese.
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(Post a cura di Giuseppe Serrone - turismoculturale@yahoo.it)
Boom di turisti a Pasqua, turismo a Roma ancora in crescita
Una Pasqua da tutto esaurito. La capitale anche quest'anno è tra le mete più ambite per l'imminente weekend di festa.
I dati dell'ente bilaterale del turismo registrano il 7 per cento in più di presenze rispetto allo stesso periodo del 2023, gia negli annali per numero di visitatori. “Segno che la crescita non è episodica ma strutturale. Il risultato di un lavoro che abbiamo fatto e che continueremo a fare portando in città i grandi eventi: concerti, appuntamenti sportivi, dell’arte e della moda” ribadisce Alessandro Onorato, assessore al turismo del Comune di Roma.
Spinta significativa viene dal turismo congressuale: l'Italia è il terzo paese al mondo per numero di eventi e meeting ospitati. Roma è la 14esima, 4 posizioni prima di Milano
I principali indicatori confermerebbero che la crescita proseguirà anche nel prossimo triennio. Ci sono altre sfide. E gli albergatori, anche in vista del giubileo del 2025, avvisano: "la città deve rimanere attrattiva ed essere pronta”.
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(Segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone turismoculturale@yahoo.it)
Da Kennedy al Papa: grande mostra a Roma sui menù che hanno fatto la Storia
Palermo, 14 ottobre 1889 -Pranzo offerto a Francesco Crispi
Ci sono quelli dei matrimoni reali inglesi, e di incontri politici che hanno segnato la Storia, nel bene e nel male. Sì, perché molto spesso la storia si è fatta – e si fa ancora – a tavola.