Enit Turismo, trenta perle italiane per esorcizzare il Covid

 

ROMA (ITALPRESS) – Un viaggio virtuale alla scoperta delle meraviglie della Penisola. Lo propone il progetto “Ti Amo Italia”, un tour in 30 delle nostre più belle località che trovano posto su altrettanti barattoli di Nutella in edizione limitata, pensati per l’occasione da Enit e Ferrero. Dai borghi alle montagne, dalle isole alle città, dalle acque cristalline dei nostri mari ai paesi più colorati: ogni vasetto è uno scorcio prezioso.

Fra le trenta località anche i colli di San Severino Marche, e Civita di Bagnoregio, nel Lazio.

“Apprezzo e ringrazio la famiglia Ferrero ed Enit – sottolinea Luca Profili, sindaco di Bagnoregio – per aver pensato a questa campagna. L’ho definita – prosegue – la campagna promozionale, almeno per noi, più importante da quando sono amministratore di questo luogo, prima da vicesindaco e poi da sindaco. È stata una piacevole sorpresa: mi arrivano continuamente foto di nostri cittadini in giro per l’Italia che si recano al supermercato e vedono il proprio paese tra gli scaffali. Credo che questo sia molto bello e importante”.

Inquadrando il QR code su ogni vasetto sarà possibile vivere un’esperienza immersiva di virtual reality. I contenuti saranno fruibili all’interno di una piattaforma digitale, dove si potrà anche mettere alla prova le proprie conoscenze legate al territorio, alla storia, alla cultura e godere di videoricette legate alla tradizione culinaria del paese.

“Una iniziativa che ci vede favorevolmente colpiti – spiega Domenico Bennardi, sindaco di Matera – perché davvero si può unire la bellezza paesaggistica, il bello naturalistico, storico e artistico con il gusto e con la dolcezza. Questa sinergia, bellezza-gastronomia, è assolutamente da sposare”.


Arte e tradizioni in Val del Biòis. Escursioni nei boschi tra chiese, musei e dipinti votivi

 

 La Val del Biòis, nel cuore delle Dolomiti bellunesi, è un paradiso naturale da scoprire con passeggiate panoramiche e percorsi in quota adatti a tutti gli escursionisti. La valle, una delle più autentiche delle Dolomiti, si estende per una ventina di chilometri da passo san Pellegrino a Cencenighe Agordino ed è circondata dalle cime più famose ed emozionanti dell'arco dolomitico veneto: Marmolada, Civetta, le Pale di san Martino. Immersi in una natura straordinaria i suoi tanti borghi sono ricchi di tradizioni legate al territorio e di tesori artistici che impreziosiscono la scoperta. Canale d'Agordo, Cencenighe, Falcade e Vallada Agordina sono le località più famose, perfette basi di partenza per fare escursioni nella natura e lungo itinerari tematici; tra questi il più interessante è La valle coi Santi alle finestre, che permette di scoprire i dipinti votivi che adornano le facciate delle case tradizionali, i tabià. Le opere d'arte popolare nascono dall'antica usanza degli abitanti della Valle di manifestare la propria fede e devozione attraverso la rappresentazione pittorica dei santi sui muri delle proprie abitazioni, o la costruzione di capitelli votivi dedicati ai santi benefattori e collocati lungo le strade. Le opere risalgono a un periodo che va dalla metà del XVII secolo alla metà del 1800 ed erano commissionate dalle famiglie per chiedere protezione da malattie o pestilenze, per preservare la casa da danneggiamenti e calamità oppure come ringraziamento per le grazie ricevute. I dipinti votivi, tutti perfettamente restaurati, fanno parte del ricco patrimonio storico, artistico e culturale della valle bellunese; si trovano ovunque ma meritano di essere scoperti soprattutto quelli nel territorio di Canale d'Agordo dove sono presenti 31 dipinti murali, alcuni riuniti in un unico edificio del 1640, la Casa delle Regole. Nei dintorni sono presenti altri 13 affreschi distribuiti tra le località di Feder, Fregona, Carfon, Gares e Colcergnan. A Vallada Agordina, invece, sono presenti 15 dipinti murali, a cui vanno aggiunti quelli della chiesa di san Simon, un antichissimo edificio religioso dedicato a san Simone e Giuda Taddeo, oggi monumento nazionale grazie a un ciclo di affreschi cinquecenteschi di Paris Bordone, allievo del Giorgione. Altri dipinti murali sono presenti nelle frazioni di Andrich, Mas, Sachet e Celat.
    A Falcade, inoltre, è presente il museo Augusto Murer, dedicato al rinomato scultore bellunese: è un interessante percorso artistico che comincia già dal giardino del museo con una trentina di opere in bronzo realizzate da Murer a partire dagli anni Cinquanta. All'interno, su due piani, si possono ammirare più di cento sculture lignee e in bronzo nonché monumenti, opere sacre, disegni, quadri ad olio e opere grafiche. Il museo, realizzato dopo la morte dell'artista nel 1985, prende il posto dello studio costruito in mezzo ai boschi delle montagne Agordine; disegnato dall'architetto Giuseppe Davanzo nel 1972, la struttura museale ospita anche mostre di artisti contemporanei.
    Sempre a Falcade è possibile percorrere un altro itinerario tematico: è la Via dedicata all'ufficiale inglese Bill Tilman, 200 chilometri che raccontano la tragedia dei conflitti mondiali e che uniscono le Dolomiti alle Prealpi attraverso paesaggi mozzafiato. A Cencenighe, invece, si può seguire l'itinerario "El Troi de le Ial", dove gli antichi "iàl" erano grandi spazi ricavati nel bosco usati per le carbonaie.
    Infine, nella Val di Zoldo, adiacente valle bellunese, c'è un'altra tappa artistica molto interessante: la chiesa di san Floriano di Pieve con l'Altare delle Anime, realizzato nel XVII secolo da Andrea Brustolon, il grande scultore bellunese noto come "il Michelangelo della scultura in legno" per la sua capacità di donare alle figure la vitalità dei bronzi ellenici.
    Tipico esempio del gusto barocco dell'artista con un risultato maestoso e scenografico, l'Altare delle Anime rappresenta il trionfo della morte, della sofferenza e del dolore che vengono rappresentati dall'artista con sculture dinamiche e dettagliate.
    Al posto delle classiche colonne si trovano due telamoni - sculture con figure maschili - alti 128 centimetri, affiancati da scheletri e ossa che annunciano la morte incombente, mentre in alto la figura di Maria sorregge il Cristo morente. La pala, eseguita da Agostino Ridolfi, illustra l'Annunciazione e san Michele Arcangelo con le anime oranti nel purgatorio.
    La Val di Zoldo, conosciuta anche come il "respiro delle Dolomiti", offre escursioni e passeggiate tra le montagne di Pelmo e Civetta tra boschi fiabeschi e antiche tradizioni. Qui, infatti, lungo le vie del ferro abitavano i "ciodarot": nella metà del '500 il borgo di Zoldo contava 1700 abitanti e ben tre altoforni per la fusione del ferro, una decina di forni per la produzione di acciaio e un numero imprecisato di fusinèle, le fucine che sfruttavano la corrente del torrente Maè e che fabbricavano più di 400 tonnellate di chiodi e attrezzi di lavoro all'anno. La Valle, infatti, riforniva la Serenissima di chiodi di ogni forma e dimensione, che ancora oggi si possono ammirare nel museo del ferro e del chiodo a Forno di Zoldo; la visita è un modo per capire come vivevano e lavoravano i valligiani ma anche per scoprire storie e tradizioni del territorio bellunese.
    Per maggiori informazioni: www.infodolomiti.it (ANSA).

Autunno d'arte a Vienna. Mostre, rassegne e novità nei musei della capitale austriaca

 

Vienna punta tutto sull'arte e sulla cultura, riaprendo musei e prolungando mostre e manifestazioni. Dopo la chiusura per l'emergenza sanitaria le sedi museali della capitale si sono organizzati con visite sicure e iniziative interessanti supportate dalla tecnologia, mentre le esposizioni più importanti sono slittate verso la primavera del 2021.
    Riapre con più aree espositive e tante novità il museo di Sigmund Freud (freud-museum.at); la culla della psicoanalisi, in Berggasse 19, dove Sigmund Freud visse e esercitò per quasi mezzo secolo, si presenta oggi con sale più grandi, un negozio, un caffè e la più vasta biblioteca di volumi sulla psicoanalisi in Europa. Per la riapertura sono in programma tre mostre permanenti, una presentazione di opere d'arte e una rassegna straordinaria che permettono di conoscere meglio il patrimonio culturale freudiano. Tutte le esposizioni sono focalizzate sulla vita e sul lavoro di Freud, sull'evoluzione, la teoria e l'applicazione della psicoanalisi e sulla sua importanza per la società e nell'arte Sono state prorogate anche le date per la celebrazione del 250esimo anniversario della nascita di Ludwig van Beethoven: fino al 10 gennaio 2021 il Salone di gala dell'Österreichische Nationalbibliothek (onb.ac.at), la biblioteca nazionale austriaca, ospita l'evento "Beethoven. Mondo umano e scintilla divina" con l'esposizione di spartiti autografi dei suoi capolavori, 130 lettere originali, pagine tratte dalla Nona Sinfonia e il documento autografo del suo unico concerto per violino (op. 61). La casa-museo di Mozart (mozarthausvienna.at), a Domgasse 5, dove Mozart e Hayden suonavano insieme,fino al 30 gennaio 2022 ospita la mostra "La triade del Classicismo viennese: Haydn-Mozart-Beethoven. Analogie, Parallelismi e Contrasti". E' una rassegna dedicata ai tre giganti della musica classica, alla loro amicizia e all'influenza sull'epoca in cui vissero. Il Kunsthistorisches Museum (khm.at) ospita fino al 24 gennaio 2021 la mostra "Beethoven muove" che omaggia l'artista con disegni, dipinti, sculture, video e performance, mentre il Leopold Museum (leopoldmuseum.org) celebra l'anno di Beethoven con una mostra unica che aprirà il 27 novembre e resterà aperta fino al 4 aprile 2021: "Ispirazione Beethoven. Una sinfonia in immagini. Vienna 1900". E' un'esposizione che fa luce sull'ammirazione che nutrivano per la musica di Beethoven gli artisti della Secessione viennese della fin de siècle, in particolare di Josef Maria Auchentaller, esponente viennese dello stile Liberty e collega di Klimt, che ispirato alla Sesta Sinfonia di Beethoven, detta "Pastorale", realizzò un monumentale ciclo pittorico per la sala della musica del gioielliere Scheid.
    Sempre nel vivace quartiere dei musei il Mumok, il museo d'arte moderna fondazione Ludwig Vienna (mumok.at), ospita fino al 31 gennaio 2021 due mostre: "Andy Warhol Exhibits a glittering alternative", dedicata al celebre pittore pop americano con opere raramente esposte al pubblico, e "Defrosting the Icebox", progetto pioneristico del pittore con opere che rompevano gli standard dei musei tradizionali.
    Tante sono le mostre d'arte contemporanea che si possono visitare in città; tra queste fino al 14 febbraio 2021 nel museo Bank Austria Kunstforum Wien (kunstforumwien.at) si può ammirare l'esposizione "Gerhard Richter: paesaggio", una grande retrospettiva del pittore espressionista. Fino al 13 aprile al Weltmuseum Wien (weltmuseumwien.at), uno dei più importanti musei di etnografia al mondo, c'è la mostra "Gli Aztechi" che fa luce sulla leggendaria produzione artistica e culturale dell'antica popolazione messicana. La sede museale di Heldenplatz è stata completamente ristrutturata con 14 sale espositive e ricche collezioni da tutto il mondo.
    Ma il vero fiore all'occhiello di Vienna è l'apertura dell'Albertina Modern (albertina.at/albertina-modern), il nuovo museo per l'arte moderna e contemporanea: allestito come dependance del celebre museo Albertina, ospita su 2.500 metri quadrati la più importante collezione d'arte austriaca dopo il 1945. Fino al 15 novembre si può ammirare la mostra "Van Gogh, Cezanne, Matisse. La collezione Hahnloser"; dal 2 dicembre al 5 aprile 2021 si potrà vedere la mostra "Now: The Essl Collection", una panoramica della Collezione Essl con 150 capolavori degli artisti più noti dal 1960 a oggi con dipinti, sculture, oggetti, installazioni e video. Nel nuovissimo museo c'è un ritrovo per chi ama l'arte, il Ludwig & Adele Café mit Garten, che offre anche ottimi brunch nel weekend. Infine per il 150esimo anno della sua fondazione il MAK (mak.at), il museo e spazio di sperimentazione per le arti applicate, propone dal 10 dicembre al 18 aprile 2021 la mostra "Josef Hoffmann. Progresso attraverso la bellezza", una presentazione dell'architetto, designer, insegnante e curatore Josef Hoffmann, figura importante del Modernismo viennese e del movimento internazionale "Lebensreform". La mostra propone uno spaccato del rivoluzionario operato di Hoffmann nell'ambito del design, nonché i suoi maggiori progetti architettonici, tra cui il Palais Stoclet a Bruxelles o il Sanatorio Purkersdorf.
    Per maggiori informazioni: vienna.info (ANSA).

Lisbona, tra barocco e azulejo (da casa) 5 tour virtuali d'arte e scienza nei musei capitale lusitana

 

Perdersi tra i corridoi più lunghi d'Europa, scoprire una collezione unica di carrozze o imparare tutti i segreti dell'azulejo. Se Lisbona, la città della luce, del Fado e delle salite ripidissime, oggi sembra un po' più lontana (nonostante le sole due ore di aereo per arrivare), anche in tempo di pandemia è possibile tuffarsi nelle meraviglie d'arte, storia e scienza, restando comodamente a casa. Grazie ai tour virtuali e immersivi, offerti gratuitamente dai principali musei e attrazioni della capitale lusitana. Eccone cinque da non perdere.
    Palazzo Nazionale di Mafra - Un autentico gioiello barocco Il viaggio alla scoperta della capitale del Portogallo inizia con una visita a 360 gradi del Palazzo Nazionale di Mafra, dichiarato Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco nel 2019. Venne costruito da Dom João V, il "Re Sole" portoghese, dopo un voto fatto nel 1711: se la moglie Maria Anna d'Austria gli avesse donato un erede entro l'anno avrebbe innalzato un convento. Così fu e oggi l'edificio domina la città con il suo Palazzo Reale, la Basilica, il convento e il parco. I due torrioni del Palazzo, uno assegnato al Re e uno per la Regina, sono collegati da una galleria di 232 metri: il più lungo corridoio di Palazzo in Europa. L'edificio ospitò anche un convento francescano e nel virtual tour oggi è possibile ammirare la Chiesa; il Piano terra con il chiostro, il primo piano con le salette dell'ex convento, le celle dei frati e la cucina; e il secondo piano e la biblioteca, tra le più belle al mondo con 36.000 antichi volumi.
    Virtual Tour - https://artsandculture.google.com/partner/mafra-national-palace Museo Calouste Gulbenkian - Il più grande centro culturale di Lisbona La fondazione creata dall'umanista Calouste Gulbenkian raccoglie opere dall'antichità agli inizi del XX secolo, oltre a una splendida biblioteca e piacevolissimi giardini. Due i tour virtuali disponibili, molto curati nei dettagli: la Founder's Collection, con gli oggetti della collezione privata di Gulbenkian, dall'arte egizia e greco-romana a grandi maestri come Rubens, Rembrandt, Turner, Degas e il più grande set di gioielli di René Lalique; e la Modern Collection che con i suoi diecimila lavori è considerata la più completa rassegna di arte portoghese moderna e contemporanea. Virtual Tour -- https://gulbenkian.pt/museu/en/collections/virtual-tour/ Museo Nazionale delle Carrozze - Il più visitato di tutto il Portogallo Inaugurato nel 1905 dalla Regina Dona Amélia of Orleães e Bragança, moglie del Re D. Carlos, nell'antico maneggio del Palazzo di Belém, custodisce il patrimonio unico di vetture appartenenti alla Casa Reale, tra carrozze, berline, lettighe e vetture dal XVII al XIX secolo. Il 23 maggio 2015, in occasione dei centodieci anni dalla fondazione, la maggior parte della collezione è stata trasferita in un nuovo edificio firmato dall'architetto brasiliano Paulo Mendes da Rocha. Virtual Tour - https://my.matterport.com/show/?m=crADZwGeEXF Museo Nazionale di Storia Naturale e della Scienza - Un classico nel cuore della città Nato dal Museo Reale di Storia Naturale, ha ospitato dal XVII secolo diversi istituti, collabora tutt'ora con molte università ed è indubbiamente uno dei posti più emblematici di Lisbona. Il tour virtuale porta alla scoperta dei suoi due piani, dall'atrio al giardino botanico e poi l'anfiteatro storico, il laboratorio chimico, l'osservatorio astronomico e antico maneggio. Virtual Tour - https://museus.ulisboa.pt/pt-pt/visita-virtual Museo Nazionale dell'Azulejo - Un must per "capire" Lisbona È tra i luoghi più iconici di tutto il Paese, non solo per la particolarità della sua collezione di azulejo, le tipiche maioliche che letteralmente ricoprono ogni palazzo, edificio, caffe' del centro storico della città. Ma anche per il luogo che lo ospita: l'antico Convento della Madre de Deus, fondato nel 1509 dalla Regina Dona Leonor. In attesa di perdersi nel saliscendi delle stradine di Lisbona, qui si può sognare in un coloratissimo viaggio attraverso la storia dell'azulejo dal XV secolo ad oggi. E ammirare la chiesa della Madre de Deus, tra i maggiori esempi del barocco portoghese, riccamente decorata con intagli dorati, pitture e, neanche a dirlo, bellissime azulejos.
    Virtual Tour - https://artsandculture.google.com/partner/national-azulejo-museu m (ANSA).

Pasolini, 45 anni da morte, omaggi dal cinema a teatro e una dedica

Quarantacinque anni fa moriva Pier Paolo Pasolini: omaggio dal luogo della residenza pasoliniana la Torre di Chia (Viterbo)

Pasolini pirata romantico e profeta incompreso. Ricordo del poeta a quarant'anni dalla morte.....
Omaggio nel quarantesimo anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini di Giuseppe Serrone, scrittore, teologo e giornalista free lance dal titolo "E la luna t'accompagna": 
"Una strada: le radici che non avevano alberi sono le vere strade di un bosco. La luna dava spazio a una stella e il vento, respirando tra le foglie l'accarezzava e formava un triangolo senza base aperto verso l'infinito e la luna ti accompagna. Pietre e pietre: il tempo rovina le cose e il rumore dell'acqua riporta la melodia delle cose e il passo d'un uomo solo, sfiora la strada di radici. 
Pier Paolo come il candore di una foglia la tua penna scrive e il tuo occhio immagina scene di storie passate, tra rami e rami secchi, tra felci e querce, le fessure dei muri, le buche di un masso, trapassi irrequieti di ore proibite! 
Che cosa è il bene o il male? Forse la strada di un poeta o un artista o un regista si perde tra sogni e profeti di un tocco di blu! 
T'accompagna la luna, Pier Paolo, e come la stella ricevi la luce da storie mai scritte o frasi non dette racchiuse tra un ago e la freccia veloce, la mano d'un re, tradito e rinato." (di Giuseppe Serrone) 

Pier Paolo Pasolini

 Chia, mentre gira le prime sequenze del Vangelo Secondo Matteo, Pasolini visita un fortilizio medioevale abbandonato. Se ne innamora. È la primavera del 1964. Nel 1966 scrive che vorrebbe andare a vivere dentro quella Torre che non può comprare, "nel paesaggio più bello del mondo, dove l’Ariosto sarebbe impazzito di gioia nel vedersi ricreato con tanta innocenza di querce, colli, acque e botri". Al Poeta sembra che in quel luogo incantato la natura abbia giocato a fare il verso all’arte, illusa innocenza d’un cosmo perfetto e gioioso. L’acquisto del diruto immobile si realizza nell’autunno 1970. Pasolini vi soggiornerà spesso negli ultimi anni di vita. Spedirà da lì non poche delle sue Lettere Luterane: l’estrema denuncia dell’apocalisse antropologica (le aberranti derive culturali indotte dal potere neocapitalista sul tessuto più intimo della vita nazionale, sul millenario patrimonio artistico, sul paesaggio agrario e sulla forma delle città). Intimamente connessa e necessaria a questo tema sarà l’appassionata, profetica invocazione del Processo alla corrotta casta democristiana, colpevole d’un "errore di interpretazione politica che ha avuto conseguenze disastrose nella vita del nostro paese". 
Nella vita di ogni artista c'è un luogo dell'anima, un centro geografico tangibile dove l'ispirazione fluisce libera, aprendo la strada alla creatività. Per Pier Paolo Pasolini - scrittore, regista, poeta - questo luogo è stato Chia, un grumo di case così piccolo che per rintracciarlo su una carta stradale occorre una lente d'ingrandimento, ammesso che poi ci si riesca davvero, a trovarlo, perché non è cosa facile: bisogna guardare nella provincia di Viterbo, laddove già questa declina verso l'Umbria, e seguire idealmente la Statale 675 che da Orte va verso Vitorchiano. 
«A Chia, Pasolini ha lasciato un ottimo ricordo. Si recava spesso nelle case della gente, si intratteneva con loro, era gentile e disponibile. Fece molto per il paese, creò una squadra di calcio per i più giovani, istituì un premio per chi lo abbelliva...». A raccontare lo scrittore-regista nei suoi aspetti quotidiani, magari minimi, ma proprio per questo più veri è Giuseppe Serrone. 
Lui non ha mai incontrato di persona Pasolini, ma la passione per questo luogo, che pare attrarre personaggi al di fuori degli schemi, li unisce al di là del tempo e dello spazio: «Quando arrivai a Chia sapevo ben poco di Pier Paolo... In realtà l'ho scoperto grazie ai racconti della gente, che tratteggiavano una personalità affabile e gentile, che mi ha subito incuriosito». 

fonte: 9 giugno 2005 - di Marco Scataglini - larepubblica.it 


 

Sono passati 45 anni da quel 2 novembre 1975, nel quale all'idroscalo di Ostia, è stato ucciso Pier Paolo Pasolini. Fra le iniziative per rendere omaggio al poeta e regista c'è il debutto del documentario: In un futuro aprile - Il giovane Pasolini di Francesco Costabile e Federico Savonitto, distribuito online dalla Tucker Film puntando sul circuito digitale dei cinema italiani di qualità.

    www.iorestoinsala.it, che lo renderà disponibile nelle programmazioni virtuali di 50 sale italiane.
    L'appuntamento è fissato per lunedì 2 novembre e la visione sarà introdotta, alle 20.30, dai due registi, collegati in live streaming via Zoom e intervistati dal critico Federico Pontiggia. Il film non fiction racconta Pasolini e la sua giovinezza friulana. Assieme a Costabile e Savonitto, la ripercorre il cugino del poeta, Nico Naldini, qui nella sua ultima intervista, nella quale ricorda come "l'arrivo dei Pasolini a Casarsa all'inizio dell'estate, dopo un soggiorno al mare, era per me il momento più felice dell'anno". Per l'anniversario, inoltre sulla piattaforma Chili Tv dal 2 novembre sarà disponibile "Pasolini prossimo nostro", documentario diretto da Giuseppe Bertolucci (2006) che racchiude la lunga intervista del giornalista tedesco Gideon Bachmann con Pasolini, il cast e la troupe di "Salò o le 120 giornate di Sodoma", sul set del film. "Il documentario (che ha debuttato nel 2006 alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia in Orizzonti Doc) - spiega il produttore Angelo Draicchio - ha la valenza di un definitivo testamento intellettuale" Infine, tra le altre iniziative, quella del che il 2 di novembre alle 18 proporrà in live streaming dal palcoscenico del teatro a platea vuota la lezione-concerto con e l'enfant prodige del violino, Clarissa Bevilacqua e il musicologo Roberto Calabretto. Insieme celebreranno la passione del cineasta per Johann Sebastian Bach con l'esecuzione della Suite BWV 1001 per violino solo, in un evento realizzato in collaborazione con il Centro Studi Pasolini di Casarsa. (ANSA).
   

Terra Santa: per il Covid-19, azzerati i pellegrinaggi, in ginocchio l’economia

 Per la prima volta in 1600 anni non vi sono pellegrini, le perdite hanno toccato la quota complessiva di 320 milioni. L’indotto legato al settore permette il sostentamento di 10.300 famiglie. Per gli esperti una situazione peggiore dei tempi dell’intifada. Serve un piano complessivo per il dopo crisi che coinvolga anche le diocesi nel mondo.

Gerusalemme (AsiaNews) - La pandemia di nuovo coronavirus ha inferto un colpo durissimo ai pellegrinaggi in Terra Santa, che per i cristiani palestinesi rappresentano una delle principali fonti di reddito e che per quest’anno sono di fatto azzerate. Come titola il quotidiano israeliano Haaretz “per la prima volta in 1600 anni non ci sono pellegrini” e, dopo l’annata record per visite e guadagni registrata nel 2019, “il flusso delle visite si è interrotto” per l’emergenza Covid-19 e “la vendita dei souvenir online non può a colmare il vuoto”.  

In Terra Santa turismo e pellegrinaggi sono fermi da marzo e, a fine agosto, le perdite nel comparto hanno toccato quota 320 milioni di dollari che rappresenta il salario complessivo di tutti gli occupanti del settore. Una crisi durissima che ha colpito non solo gli operatori storici, ma anche quanti nell’ultimo periodo hanno voluto investire in un settore in forte crescita, con numeri, attività e forza lavoro in decisa espansione.

Alcune attività medio-piccole o privati hanno investito in negozi di souvenir per pellegrini, di produzione locale o importanti. Altri hanno ancora hanno comprato merce a credito o adibito parte delle loro case a camere per gli ospiti, Bed&breakfast improvvisati, piccoli alloggi indebitandosi - anche molto - per i lavori di ristrutturazione. Del resto i pellegrinaggi sono essenziali per sostenere la presenza cristiana in Palestina ed è necessario che riprendano non appena la situazione sanitaria globale lo consentirà.

Come emerge dai dati forniti da terrasanta.net sono le cifre a testimoniare la portata della crisi innescata dalla pandemia di nuovo coronavirus e la catastrofe economica determinata nel settore dei pellegrinaggi religiosi. Le entrate per servizi turistici in Palestina costituiscono infatti il 40% circa dei bonifici bancari provenienti dall’estero. Inoltre, il comparto produce un fatturato di circa un miliardo di dollari e garantisce lavoro a 32mila palestinesi: servizi di trasporto, ospitalità, ristorazione e guida turistica sono fonte di sostentamento per 10.300 famiglie.

Nel 2019, anno record per il turismo religioso in Terra Santa, più di tre milioni e mezzo di turisti hanno visitato la Palestina e gli alberghi hanno raggiunto un tasso di occupazione delle camere del 70%, incoraggiando nuovi investimenti e una crescita di 155mila nuove camere rispetto al 2018. Il crollo delle presenze dovuto alla pandemia di nuovo coronavirus ha determinato perdite dirette per 145 milioni di dollari nel settore alberghiero e 7,5 milioni nella ristorazione. A questi si aggiungono 85 milioni di debiti per i titolari di bus turistici e una perdita complessiva per il comparto superiore ai 320 milioni di dollari.

Tony Khashram, direttore generale di Aeolus Tours e della Holy Land Incoming Tour Operators Association (Hlitoa), sottolinea che la situazione è ancora peggiore dei tempi dell’intifada perché allora “i pellegrinaggi non si sono mai arrestati del tutto”. Nel 2000 vi fu un crollo del 90%, ma nei mesi successivi i viaggi sono ripresi e gli operatori del settore sono riusciti a rintuzzare gli effetti della crisi. “Con la presente pandemia - afferma - si è assistito a un crollo totale da un giorno all’altro e non si vede all’orizzonte alcuna ripresa”. Per il futuro egli auspica “un piano marketing complessivo per il dopo-crisi” che coinvolga anche il governo palestinese, col sostegno della Chiesa mondiale, delle singole diocesi e del papa che potrebbe lanciare un appello a visitare la Terra Santa



#Enit Turismo, il covid ci fa riscoprire l’Italia

Un viaggio virtuale in Italia, un progetto per riscoprire il tanto di straordinario che c’è nell’ordinario dei nostri borghi, delle nostre montagne, nelle isole, nelle città e nei paesi colorati. Lo propone l’Enit - l’Agenzia nazionale del Turismo - che insieme a Ferrero ha ideato "Ti Amo Italia" il tour virtuale nelle bellezze della Penisola viste da un barattolo di Nutella. Un invito a ricordare quanta meraviglia ci circonda. abr/mrv/red


Tesori da terre Etruria, in mostra reperti collezione Passerini. Riunita per la 1/a volta a Museo Archeologico Firenze

 

- Vasi ateniesi con iconografie rarissime e uno dei più antichi importanti vasi etruschi della produzione a figure rosse, insieme a oltre 290 reperti, esposti a 'Tesori dalle terre d'Etruria. La collezione dei conti Passerini, Patrizi di Firenze e Cortona', mostra ospitata al Museo Archeologico nazionale di Firenze fino al 30 giugno 2021.
    Per la prima volta dopo circa 150 anni è esposta al pubblico, interamente riunita nei suoi nuclei principali, la collezione archeologica che fu del conte Napoleone Passerini (1862-1951) e della sua famiglia, in gran parte conservata nei magazzini dello stesso museo fiorentino e ora completata da altre 82 antichità, consegnate da una donatrice fiorentina nel 2016 al comando carabinieri tutela del patrimonio culturale di Firenze. In mostra ci sono vasi, ossi, avori, ferri, paste vitree, oggetti domestici e funerari in bronzo e anche 18 ricordi e cimeli di Napoleone Passerini, tra cui la sua pipa personale, concessi in prestito dai pronipoti.
    Il conte di nobile di stirpe cortonese, figlio del facoltoso Pietro Passerini da Cortona, fu appassionato collezionista. Una parte dei reperti proviene da una trentina di tombe etrusche con splendidi corredi, rinvenute nei suoi vasti possedimenti di Bettolle e di Sinalunga, e da una grande necropoli di 60 tombe della collina di Foiano della Chiana (ANSA).

Emilia Romagna Golf premiata ai World Awards 2020 a Dubai

 

 'Emilia Romagna Golf', per la terza volta, è stato premiato come migliore tour operator italiano per l'incoming golfistico.
    Il titolo di 'Italy's Best Inbound Golf Tour Operator' è stato assegnato al consorzio regionale che dal 1998 raggruppa i 23 campi da golf in Emilia-Romagna, dai 'World Golf Awards 2020' sulla base dei voti espressi dai più importanti addetti ai lavori del turismo golfistico e da appassionati golfisti in più di 129 paesi.
    Il premio è stato consegnato il 29 ottobre al Park Hyatt Dubai (Emirati Arabi Uniti) nel corso della cerimonia della 7/a edizione dei 'World Golf Awards' che, ogni anno, celebra i migliori operatori del turismo golfistico internazionale. Il riconoscimento era stato assegnato a 'Emilia Romagna Golf' già altre due volte: in occasione delle edizioni 2015 e 2018.
    Questo nuovo premio internazionale, ha commentato dell'Assessore alla Mobilità e Trasporti, Infrastrutture, Turismo, Commercio della Regione Emilia-Romagna Andrea Corsini "è la conferma della qualità delle proposte messe in campo e dell'impegno degli operatori della nostra offerta golfistica. La presenza in Emilia-Romagna di 23 campi da golf, uniti in un circuito, arricchisce la nostra offerta turistica, soprattutto sul piano della clientela internazionale".
    L'offerta golfistica emiliano romagnola, conta 8.414 iscritti alla Federazione Italiana Golf. In regione sono presenti tredici campi a 18 buche, due campi a 27 buche (a Cervia e Formigine di Modena), otto i campi a 9 buche, a cui si aggiungono 11 tra campi pratica o promozionali. (ANSA).

Uffizi, dall'1 novembre biglietti scontati

 

 Entrano in vigore le tariffe di bassa stagione alle Gallerie degli Uffizi di Firenze valide dal 1 novembre fino al 28 febbraio: per gli Uffizi si pagheranno 12 euro anziché 20, per Palazzo Pitti 10 euro anziché 16.
    A Palazzo Pitti, spiega una nota, è inoltre già attiva una ulteriore agevolazione: chi entra prima delle 9,25 paga la metà del prezzo (dal 1 novembre 5 euro). Nel biglietto è inclusa anche la possibilità di accedere gratis per i successivi cinque giorni al museo Archeologico e al museo dell'Opificio delle Pietre dure, secondo gli accordi validi già da qualche anno.
    Sempre disponibili i PassePartout annuali ad accesso completo di tutto il complesso museale. "In questo momento così particolare - commenta il direttore delle Gallerie Eike Schmidt - ci sono, comprensibilmente e giustamente, poche persone in giro, e questo vale anche per i musei. Dunque è il momento migliore per visitare Uffizi e Palazzo Pitti in totale quiete e relax, godendo appieno di una esperienza contemplativa e di immersione totale nell'arte e da novembre tutto questo sarà possibile farlo praticamente a metà prezzo. È un'occasione da non perdere".
    (ANSA).

Ognissanti e commemorazione defunti: Museo diocesano Genova, lunedì il percorso “Dell’Aldilà. Leggende e tradizioni nell’arte”

 In occasione della festa di Ognissanti e della commemorazione dei defunti, il Museo diocesano di Genova propone un percorso dal titolo “Dell’Aldilà. Leggende e tradizioni nell’arte”. Il tour si svolgerà oggi, lunedì 2 novembre, ed avrà inizio alle 15. È necessaria la prenotazione (fino a esaurimento dei posti disponibili) ed il costo è di 10 euro. La visita si svolgerà nel rispetto delle norme anti Covid. “Le festività di Ognissanti e della commemorazione dei defunti – spiegano i responsabili del Museo in una nota – portano con sé un vasto repertorio di usi, leggende e tradizioni, di cui alcune più recenti, magari ancora raccontate dai nostri nonni, altre invece di origini secolari. Il nostro percorso partirà dai periodi più antichi, rievocando, di fronte al sarcofago con il mito di Alcesti, i tempi dei Romani e i modi in cui questi si confrontavano con il mondo dell’Aldilà, per metterlo poi a confronto con la successiva tradizione cristiana”. Come spiegano ancora gli organizzatori, “sarà significativa la conoscenza della funzione di alcune confraternite – dette ‘della Buona Morte’ – e delle opere commissionate per ornare i loro Oratori; vi saranno inoltre i riferimenti del significativo epilogo della vita terrena di alcuni Santi la cui vicenda appare oggi curiosa (come il famoso ‘santo che non esiste’, San Lazzaro lebbroso) o di altri particolarmente significativi per la nostra città”. Per i più giovani e per i più curiosi, non mancheranno riferimenti a usi e costumi del passato, come quello delle “reste di ‘balletti’” (espressione dialettale genovese per indicare le castagne bollite), degli “Officieu” (tipiche candele della tradizione ligure, utilizzate durante il periodo tra Ognissanti e la commemorazione dei defunti per le orazioni serali ed il rosario) e di alcuni piatti della tradizione genovese che venivano preparati in occasione della festa dei Santi e dei Defunti. Per informazioni e prenotazioni: http://www.museodiocesanogenova.it/2-novembre-dellaldila-leggende-e-tradizioni-nellarte/.

agensir

Arte salvata dal terremoto sale sul bus

 

(ANSA) - ANCONA, 29 OTT - L'arte sepolta e poi salvata.
    L'arte che ha rischiato di scomparire per sempre tra le macerie del terremoto torna in mostra attraverso scatti fotografici che hanno immortalato il grande impatto emotivo del loro ritrovamento. Si chiama "Scherza coi fanti ma lascia stare i santi" l'esposizione itinerante delle foto di Luca Maria Cristini organizzata da Conerobus e Contram, le aziende del trasporto pubblico delle province di Ancona e di Macerata, in collaborazione con il Nucleo per la Tutela dei Beni Culturali dei Carabinieri. Una mostra itinerante in quattro tappe: esordio il 31 ottobre a Camerino, al Sottocorte Village, data significativa, a ridosso del quarto anniversario della scossa magnitudo 6.5 nell'Alto Maceratese, triste record dell'ondata sismica che ha investito il Centro Italia. La mostra si sposterà poi a Fabriano (7 novembre, in piazza del Comune), Jesi (15 novembre, piazza della repubblica) e, infine, Ancona (21 novembre, piazza Cavour). Cristini, architetto, nei giorni del terremoto, era responsabile dei beni culturali dell'Arcidiocesi di Camerino e San Severino. Ha lavorato a lungo, insieme ai volontari e ai "Monuments Men" dell'Arma per salvare più opere possibile dai luoghi di culto distrutti o a forte rischio di crollo. E mentre lavorava, fotografava per consegnare agli occhi della gente, di oggi e di domani, una testimonianza storica di luoghi ancora adesso, a quattro anni di distanza, dimenticati.
    "Ho scattato queste foto, senza alcuna velleità, con uno smartphone e, nel migliore dei casi, con una fotocamera amatoriale; tuttavia ognuna di queste sembra comunicarci un sentimento vivo. Queste statue, scendendo forzatamente dagli altari a cui sono consacrate, si animano fino a trasmettendoci sensazioni quali: paura, dolore, smarrimento". Il catalogo della mostra, edito da Hexagon, contiene contributi della giornalista Rai Maria Francesca Alfonsi e del critico fotografico Alberto Pellegrino. " Le fotografie raccolte in questo piccolo ma intenso volume - scrive Pellegrino - sono la prova di come possa cambiare la vita e l'ambiente di una comunità a causa di un inaspettato e imprevedibile appuntamento con la Storia, quando un tragico evento naturale riesce a frantumare o addirittura a cancellare una memoria stratificatasi nei secoli e profondamente radicata nelle popolazioni". La mostra fotografica sarà ospitata all'interno di un bus storico. Per salire a bordo a visitare la mostra saranno necessari tutti gli accorgimenti di sicurezza anticontagio: entrambe le porte aperte con percorso a senso unico (entrata e uscita), finestrini aperti per garantire il ricambio d'aria, gel per sanificare le mani e personale Conerobus o Contram a far osservare il distanziamento sociale e l'uso delle mascherine. 

Archeologia: nel Reggiano nasce parco sull'Età del Bronzo

Un nuovo parco archeologico sull'Età del Bronzo. È l'area che sta per nascere a Castelnovo Monti, nell'Appennino Reggiano, proprio alle pendici della celebre Pietra di Bismantova, citata anche da Dante nel IV Canto del Purgatorio della Divina Commedia. Si chiama Campo Pianelli dove - grazie agli scavi iniziati nel 1973 da Gaetano Chierici - è stata scoperta una necropoli a incinerazione risalente a un periodo tra l'XI e il X secolo a.C., di cui i relativi reperti sono conservati ai Musei Civici di Reggio Emilia.
    Il progetto prevede la ricostruzione di alcune tombe, con la tipologia dell'ossuario interrato, circondato da scaglie di pietra che saranno appositamente realizzate con gli strumenti disponibili a quel tempo. All'interno saranno posizionate riproduzioni fedeli dei corredi originali rinvenuti nel corso degli scavi che saranno realizzate dagli artisti locali Marisa Grimelli e Luciano Giansoldati, con la partecipazione degli studenti dell'Istituto Comprensivo Bismantova e la supervisione della funzionaria archeologo della Soprintendenza, Monica Miari.
    Artigiani dell'Appennino replicheranno gli altri oggetti, suppellettili in osso, ambra e bronzo. Un progetto dalla valenza educativo che sarà rivolto alle visite delle scolaresche e non solo, ma anche di promozione del territorio.
    L'intervento - per il quale nelle prossime settimane inizieranno i lavori - sarà realizzato dal Comune di Castelnovo Monti grazie al progetto dell'archeologo Iames Tirabassi in collaborazione con la collega Giada Pellegrini, coinvolgendo anche Musei Civici, Soprintendenza e lo scultore Dario Tazzioli.
    "L'obiettivo è dare valore a un luogo che per importanza archeologica è un unicum in Appennino e uno dei più importanti su tutto il territorio emiliano. Vorremmo emergesse in modo chiaro la storia della sua frequentazione umana, che rappresenta la nostra identità. Crediamo che questo parco potrà avere un richiamo forte anche oltre i confini provinciali", ha spiegato l'assessore al turismo di Castelnovo Monti, Chiara Borghi.
    (ANSA).

-100 giorni ai Mondiali di sci alpino. Cortina è pronta nonostante la pandemia

 

Travelnostop

Mancano 100 giorni  all’inizio dei Campionati del mondo di sci alpino, in programma a Cortina d’Ampezzo dal 7 al 21 febbraio del 2021. Un “cancelletto di partenza” che segna l’ultimo miglio verso una manifestazione sportiva che porterà nella Regina delle Dolomiti i più grandi campioni dello sci internazionale e segnerà anche l’atteso ritorno del grande sci maschile all’ombra delle Tofane, dopo trent’anni di assenza. Partono così ora i 100 giorni più intensi e complessi di tutta la fase organizzativa, in piena emergenza Covid-19.

“Affrontiamo con grinta e fiducia queste ultime settimane che ci separano dal nostro traguardo iridato – ha dichiarato Alessandro Benetton, Presidente di Fondazione Cortina 2021 – non ci auguravamo certo di affrontare quest’ultima fase nel pieno di una pandemia ma stiamo facendo ogni sforzo per organizzare l’evento in piena sicurezza e poter portare le bellezze di Cortina e la forza sportiva del nostro Paese alla ribalta internazionale. Continuiamo quotidianamente ad analizzare tutte le opportunità, preparandoci a tutti i possibili scenari che potrebbero prospettarsi di qui al prossimo febbraio, per far fronte nella maniera più efficace e tempestiva possibile a ogni eventualità”.

“La grave crisi pandemica che stiamo affrontando da marzo di quest’anno – ha detto Valerio Toniolo, commissario per le opere dei Campionati del mondo di sci alpino Cortina 2021 – non ha frenato gli sforzi di Fondazione Cortina 2021, di FIS e del Governo per arrivare al traguardo celebrando questo importante evento internazionale. Grazie a questo lavoro di grande sinergia che ha coinvolto tutto il territorio, Cortina è ormai pronta a ospitare i Mondiali con opere sportive che hanno puntato al rilancio del territorio alla rigenerazione urbana e alla sostenibilità ambientale. Non c’è dubbio che l’emergenza che stiamo vivendo ci spinge a riconsiderare anche l’approccio ai grandi eventi attraverso l’uso del digitale e delle nuove tecnologie nel rispetto delle regole di distanziamento, preservando il bene primario della salute di cui lo sport è veicolo indispensabile”.

Ritratto Bernardino Nocchi entra in collezione Uffizi

 

FIRENZE - L'autoritratto giovanile del pittore settecentesco Bernardino Nocchi (Lucca 1741 - Roma 1812) entra a far parte della collezione delle Gallerie degli Uffizi di Firenze: l'acquisto è stato presentato oggi a Lucca, nell'ambito di Lucca Comics and Games.
    Lucchese di nascita e formazione, nel 1769 Nocchi si trasferì a Roma dove prevalentemente operò grazie a importanti committenti, tra cui la corte pontificia e l'alta curia romana.
    Nell'ambito della pittura lucchese del Settecento, spiega una nota del museo, la figura di Nocchi può essere senz'altro considerata la più rilevante nella generazione di artisti successiva a quella di Pompeo Batoni. Nell'autoritratto appena acquistato dagli Uffizi il pittore mostra in primo piano gli strumenti del mestiere: la tavolozza, i pennelli ancora intrisi di colore, e un dipinto cui sta lavorando. "Alla galleria degli autoritratti degli Uffizi - ha detto il direttore delle Gallerie Eike Schmidt - si aggiunge un importante protagonista dell'arte toscana del settecento. Con il suo autoritratto, Bernardino Nocchi porta agli Uffizi una testimonianza ulteriore di quella grande stagione artistica romana agli albori del neoclassicismo, in cui erano tuttavia ancora vivi gli ultimi fuochi della pittura seicentesca". "Bernardino Nocchi - ha commentato il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini - con il suo autoritratto diventa un ambasciatore importante fra Lucca e Firenze, fra gli Uffizi, uno dei maggiori musei del mondo, e Lucca Comics & Games che ben rappresenta un vitale e diffuso ramo della produzione artistica contemporanea". Per la presidente di Lucca Crea Francesca Fazzi, "l'arte non ha solo un grande valore culturale, ma è anche un potente motore per la promozione e l'immagine del nostro territorio e della Toscana". (ANSA).

Arte: Torino, al via Luci d'artista

 

TORINO - A Torino al via  la XXIII edizione di Luci d'Artista, progetto del Comune nato nel 1998 come esposizione a cielo aperto di installazioni d'arte contemporanea realizzate con la luce, divenuta negli anni un evento culturale simbolo della città apprezzato in Italia e all'estero. La presentazione oggi in videoconferenza con tutti i soggetti coinvolti: oltre alla Città di Torino anche Iren, Fondazione Teatro Regio, Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione Crt.
    Quest'anno le opere saranno 26, di cui 14 in centro. Fra le novità, 'My Noon' di Tobias Rehberger in Borgata Lesna, e la collocazione di 'Concerto di parole' di Mario Molinari nel piazzale davanti all'ospedale infantile Regina Margherita, dove saranno realizzati percorsi di animazione.
    "Con Luci d'Artista e anche con tutta la programmazione di Contemporaty Art, modificata nel rispetto delle misure anti-Covid - ha sottolineato l'assessore alla Cultura della Giunta Appendino, Francesca Leon - vogliamo mantenere, seppure in situazione complicata come l'attuale, il linguaggio del contemporaneo come uno dei tratti distintivi del nostro territorio. E' un modo per dare un segno di esistenza e di resistenza".
    L'inaugurazione, domani alle 17,30, potrà essere seguita in diretta streming dal sito del Comune di Torino e sui canali social di Luci d'artista e Contemporary Art. (ANSA).

Roma. Itinerari d'autunno a Santa Croce in Gerusalemme

 

ROMA - L'area archeologica di Santa Croce in Gerusalemme ma anche il tempio di Minerva Medica. Dopo il grande successo di pubblico nei fine settimana di ottobre, ritorna l'appuntamento con le visite guidate gratuite della Soprintendenza speciale di Roma dal 7 al 21 novembre. Tre weekend in cui si potranno visitare l'Area archeologica di Santa Croce in Gerusalemme e il Tempio di Minerva Medica.
    "Le visite sono a cura dei responsabili dei monumenti della Soprintendenza, che permetteranno di scoprire siti non sempre accessibili. Sono due luoghi di notevole interesse, che torneranno ad accogliere i visitatori in completa sicurezza. In un momento così delicato e difficile per tanti settori della cultura, vogliamo continuare a dare un segnale importante, tenendo al centro la salute delle persone, ma non perdendo mai di vista il valore profondo della fruizione di cultura, conoscenza e bellezza", spiega Daniela Porro, Soprintendente speciale di Roma.
    Nei primi tre sabati di novembre si potrà passeggiare nel comprensorio archeologico di Santa Croce in Gerusalemme e goderne in varie fasce della giornata: il 7 e il 21 nel pomeriggio e il 14 in serata, all'interno dell'iniziativa della Notte Europea dei Musei.
    Imperdibile l'ultimo appuntamento con l'apertura straordinaria del cosiddetto Tempio di Minerva Medica, sabato 14 e domenica 15 novembre, dalle 9.30 alle 13.30 (con ultimo ingresso alle 12.30).
    Tutte le visite guidate seguono le disposizioni di prevenzione anti-Covid vigenti e gli ingressi sono contingentati. La prenotazione è obbligatoria e all'interno del monumento è necessario indossare la mascherina e mantenere le distanze di sicurezza. 

ansa

Le più belle passeggiate autunnali nel foliage

 

 I mesi di ottobre e di novembre sono perfetti per passeggiare e ammirare il foliage di boschi, foreste e giardini dove gli alberi si tingono di mille colori e infinite sfumature di giallo, rosso e viola. Mappe, guide e persino app ci aiutano a scoprire i luoghi e i tempi giusti dove lasciarsi coinvolgere dalla bellezza di larici, faggi, castagni e betulle che cambiano colore, diventando autentiche opere d'arte. Ecco alcune tra le più belle passeggiate nella natura, da Nord a Sud del Paese che in queste settimane d'autunno si trasforma in un quadro suggestivo e pieno di bellezza, uno spettacolo per gli occhi e per lo spirito.
    Courmayeur, la famosa località valdostana ai piedi del Monte Bianco, è la cornice ideale per fare escursioni lungo i sentieri che si inoltrano nei boschi colorati di rosso, arancione e giallo. A nord della conca di Courmayeur si apre la Val Ferret, che regala passeggiate emozionanti come quella che si lascia alle spalle Lavachey e prosegue fino al rifugio Bonatti, passando per un bosco di larici. A ovest si trova la Val Veny, anch'essa ricca di sentieri per chi vuole immergersi nel foliage, da Entrèves fino al Col de La Seigne al confine con la Francia. Sempre dal centro di Courmayeur si raggiunge a piedi la Val Sapin, luogo perfetto per passeggiate accessibili a tutti.
    Info: courmayeurmontblanc.it Nel vicino Piemonte merita di essere scoperta l'Alpe Veglia, nell'area dell'Ossola. Si parte da san Domenico, frazione di Varzo, e si segue la strada fino a Ponte Campo; si attraversa il torrente Cairasca e si imbocca il sentiero per l'Alpe Veglia tra fitti boschi che si incendiano di mille colori. Lungo la strada si incrocia la Cappella del Groppallo, a 1723 metri d'altezza, edificio religioso realizzato nel XVI secolo. Da qui il percorso prosegue in falsopiano fino a un pianoro circondato da boschi.
    Info: valdivedro.it In Liguria, tra Genova e Savona, è il parco regionale del Monte Beigua, sito Unesco dal 2015, a regalare incantevoli passeggiate; tra le più belle ci sono la foresta della Deiva a Sassello, anello circolare di 4 ore di trekking lungo una facile strada sterrata; il sentiero archeologico che parte sempre da Sassello e la foresta regionale Tiglieto che si estende tra Tiglieto, Campo Ligure e Masone. Info: parcobeigua.it Nella Lombardia settentrionale, a ridosso delle Alpi di Sondrio, si estende la Val Masino, che si raggiunge imboccando la strada da Ardenno, in Valtellina. Prima di arrivare a Bagni di Masino c'è una faggeta di 23 ettari che in alcuni tratti ospita alberi monumentali di oltre 200 anni, un luogo affascinante soprattutto in autunno quando i rami sono multicolori.
    Info: valmasino.info A Cortina, nel parco naturale delle Dolomiti, si possono fare escursioni bellissime come quelle al lago di Federa e al bosco di larici di Larieto, arrivando fino al rifugio Mietres. Dal parcheggio di Rio Gere si imbocca il sentiero 211 che in pochi minuti arriva alla tradizionale malga El Brite de Larieto; da qui il sentiero si immerge nel lariceto più grande d'Europa, e uno dei più belli delle Dolomiti, con scorci sul monte Faloria.
    Al bivio si prende il sentiero di sinistra e in pochi minuti la foresta di larici si apre su una vallata circondata dal bosco e dalle cime dolomitiche.
    Info: dolomiti.org Sui colli dell'Appennino emiliano, la Val Nure è la più boschiva tra le alture piacentine, incastonata tra Val d'Arda e Val Trebbia. Ospita numerosi boschi di faggi, castagni, frassini, noccioli, abeti e, tra Albarola e Vigolzone, anche di vigneti che si colorano di rosso e giallo. Durante le escursioni sono tanti i luoghi da visitare, come i borghi di Grazzano Visconti, il castello di Paderna e il santuario gotico della Madonna della Quercia a Bettola. Info: valnure.info Più a sud, sulle pendici dell'Appennino tosco-romagnolo, il Parco nazionale delle foreste casentinesi è considerato il più variopinto d'Italia: ospita, infatti, più di 40 specie di alberi che, in autunno, regalano una vera esplosione di colori e di sfumature giallo-rosse, trasformando il paesaggio in uno spettacolo. Numerose sono le passeggiate nella natura che si possono fare alla scoperta di piccoli gioielli medievali - chiese, eremi, pievi e casolari - che ricoprono il territorio in provincia di Arezzo. Due sono i percorsi più famosi, il Cammino di Francesco e la Via Romea, che si addentrano nei boschi e che consentono di visitare l'eremo di Camaldoli e la valle del Casentino con le sue testimonianze spirituali e culturali. Info: parcoforestecasentinesi.it Canfaito, nelle Marche, è un altopiano protetto a mille metri d'altezza sulle pendici del monte San Vicino, nell'omonima riserva naturale regionale, dove si passeggia tra faggi secolari. Il nome stesso, Canfaito, significa "campo di faggi" e ospita l'esemplare più antico delle Marche, inserito tra i 300 alberi monumentali d'Italia. Si raggiunge da San Severino Marche, in provincia di Macerata, passando per la strada che porta al castello di Elcito e a un bosco di faggi. All'uscita il sentiero prosegue lungo il Viale dei Giganti, un cammino delimitato da faggi secolari. La passeggiata sull'altopiano prosegue verso il belvedere roccioso sulla valle di Matelica da dove lo sguardo spazia fino ai monti Sibillini.
    Info: riservamontesanvicino.it Uno dei punti migliore dove ammirare il foliage nel parco nazionale della Majella, in Abruzzo, è il fitto bosco di faggi della riserva naturale Lama Bianca, a pochi chilometri da Sant'Eufemia in provincia di Pescara. Si può percorrere il facile sentiero in terra battuta da Fonte Lama Bianca a Fonte della Fratta oppure avventurarsi su un anello un po' più impegnativo da Grotta Zappano a Fonte della Chiesa che raggiunge un affaccio panoramico proprio sotto la Majella con la vista che spazia fino al Gran Sasso e al mare. Altrettanto magico in questo periodo è il bosco di sant'Antonio nei pressi di Pescocostanzo con i faggi secolari a forma a candelabro. Info: parcomajella.it In autunno nel parco nazionale della Sila, in Calabria, aceri, pioppi, faggi e castagni si colorano come la tavolozza di un pittore e offrono infinte passeggiate suggestive nella natura.
    Tra i tanti itinerari del più grande altopiano d'Europa c'è un percorso ad anello nella Sila Piccola che parte da Tirivolo, vicino a Zagarise in provincia di Catanzaro, e attraversa sentieri costeggiati da boschi di faggi secolari. Info: parcosila.it (ANSA).

Tracce di Raffaello nelle collezioni sabaude

 

ansa

TORINO - Nell'anno delle celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Raffaello, una piccola mostra legata ad alcuni episodi significativi della corte sabauda, al via a Torino, racconta l'importanza di questo protagonista del Rinascimento e la sua influenza sugli artisti a lui contemporanei o successivi in tutta Europa. L'esposizione, visitabile alla Galleria Sabauda fino al 14 marzo del prossimo anno, è stata illustrata alla stampa oggi in modalità da remoto.
    Sostenuta dal Comitato nazionale per le celebrazioni del cinquecentenario del Mibact, è stata realizzata in partnership con Intesa Sanpaolo e in collaborazione con il Centro di Restauro La Venaria Reale. Presenta 33 opere, lavori che derivano direttamente dai modelli del maestro nella forma di copie o di reinterpretazioni.
    In mostra fra le altre opere, anche alcune copie antiche della Madonna d'Orléans, opera giovanile di Raffaello forse appartenuta al duca Carlo II di Savoia, oggi conservata presso il Museo Condé di Chantilly e replicata già nella prima metà del Cinquecento da alcuni dei principali artisti attivi in area piemontese. L'originale, testimonia una lettera, fu a Torino, ma probabilmente in seguito a un furto denunciato da Cristina di Francia se ne persero le tracce fino al '700, quando riapparve nelle collezioni del reggente di Francia Filippo d'Orleans.

Torino, in mostra gli antichi busti reliquiario dell'area alpina

 Dal 4 dicembre al 12 aprile 2021 saranno esposti a Palazzo Madama nel capoluogo piemontese, nell’ambito della mostra Ritratti d’oro e d’argento. Ci guida in anteprima alla scoperta di questi antichi tesori la curatrice dell'esposizione Simonetta Castronovo


Oggetti di fede vissuta, testimonianze storico artistiche di indubbio valore. Sono i circa trenta busti reliquiario che dal prossimo 4 dicembre al 12 aprile 2021 saranno esposti a Palazzo Madama di Torino nell’ambito della mostra Ritratti d’oro e d’argento. Manufatti realizzati dal Duecento al primo Cinquecento, provenienti dagli armadi delle sagrestie o dai tesori delle chiese delle diocesi del Piemonte e d'oltralpe, lontani dai circuiti turistici, e raffiguranti santi legati alle devozioni del territorio.

Una produzione tipicamente medievale, particolarmente fiorente nel territorio della Savoia, una zona di frontiera, divisa oggi tra Italia, Francia e Svizzera. Lo documentano gli inventari dei monasteri e dei castelli o i necrologi delle cattedrali: attestano una produzione di ritratti in argento dorato e rame, ideati fin dall’XI secolo per conservare le reliquie del cranio degli "eroi della fede". Dall’esigenza di censire questi capolavori di oreficeria sopravvissuti ai secoli, nasce l’idea dell’esposizione torinese. Oggetti spesso arricchiti da pietre preziose, vetri colorati e smalti, in cui convivono il gusto per il ritratto di tradizione classica, il culto e le pratiche devozionali.

Ma perché in questa regione, più che altrove, i busti reliquiario risalenti al 12mo - 14mo secolo sono tanto diffusi? “In Piemonte e nell’area alpina”, spiega in anteprima a Vatican News la curatrice Simonetta Castronovo, “ci sono molte miniere. La zona montuosa della Savoia e della Valle d’Aosta è un’area ricca di materia prima: l’argento, utilizzato per i volti, e il rame, impiegato per i busti”. Ma non solo. “È di grande importanza la presenza fin dal 9° secolo di un prototipo molto importante. Si trova nella Cattedrale di Vienne, vicino Grenoble, ai confini tra la Savoia e il Delfinato. E' la testa reliquiario di San Maurizio, la più antica dell’Europa medievale, andata perduta nell’epoca tra le guerre di religione e la rivoluzione francese, ma attestata da disegni e antiche descrizioni”. Inoltre  “tali opere sono sopravvissute al tempo in questa regione a causa della sua collocazione geografica periferica", una zona che meno ha risentito delle mode e dei mutamenti culturali. "Altrove infatti i busti reliquiari sono stati fusi in epoca rinascimentale o barocca per impiegare il metallo in opere più moderne”.

I santi e le figure dell'esposizione

In rassegna sono esposti i santi più amati dalla tradizione locale: san Giovenale di Fossano, san Bernardo di Aosta, san Teobaldo di Alba, tutte figure a cui le comunità sono legatissime da secoli: “si tratta di oggetti che ancora oggi sono portati in processione. Molti di questi giungono in mostra con le reliquie all’interno”. Un aspetto che le rende straordinarie. “Il fedele che si rivolgeva a queste immagini – continua Simonetta Castronovo - era consapevole di non rivolgersi solo a busti ritratti. La presenza delle reliquie infatti ha da sempre reso tali oggetti unici, favorendo l’elevazione spirituale di chi le contemplava”.

La mostra di Torino offre al visitatore vari esempi di questa produzione artistica. La più antica è la gotica e sorridente santa Felicola dell’abbazia di Sainte-Marie d’Aulps,  evocante la statuaria delle cattedrali della Francia settentrionale ai tempi di Filippo il Bello. Marcato il linearismo di derivazione fiamminga nel busto ligneo cinquecentesco della santa Margherita del Musée d’art et d’histoire di Ginevra. Volti cesellati da artisti di varia estrazione culturale si avvicendano lungo il percorso: dalle forme idealizzate del gotico e tardogotico al naturalismo quattrocentesco. Fonte di ispirazione per molti orafi furono i busti di età romana.  A Palazzo Madama sarà esposto quello argenteo di Giove, riconducibile al II-III secolo dopo Cristo, proveniente dal Museo Archeologico Regionale di Aosta.

L’esposizione nasce da un’iniziativa condivisa con i musei facenti parte della rete internazionale Art Médiéval dans les Alpes, che dal 2001 lavora alla promozione del patrimonio artistico alpino con il coinvolgimento di musei italiani, francesi e svizzeri. “Ritratti d’oro e d’argento” è infatti solo una tappa della serie di mostre che contemporaneamente avranno luogo sui due versanti delle Alpi. 

Vatican News