Questo il tema dell’intervista a Giorgio Palmucci, presidente di Enit, nella seconda puntata del format Vision 2020, le interviste di inizio anno su L’Agenzia di Viaggi Magazine (qui la prima puntata con Nardo Filippetti, presidente di Astoi, ndr).
L’arco temporale dei cambiamenti nel turismo in Italia e nel mondo, ormai, si misura in mesi: e allora, soffermandosi sull’incoming in Italia, la prima domanda a Giorgio Palmucci verte proprio sul presente.
Come sta cambiando il mondo dei viaggiatori nostri ospiti? Quali sono le premesse e le sfide?
«I viaggiatori ora ricercano le esperienze e programmano il viaggio in modo sempre più personalizzato creando connessioni fisiche, emotive, sociali e culturali con i luoghi, le persone, le tradizioni. Il viaggiatore non si accontenta più quindi di ricordare ma vuole portare con sé al ritorno dal viaggio l’autenticità dei luoghi e storie da raccontare. Il brand Italia riesce a soddisfare questo trend e infatti cresce la spesa dei viaggiatori stranieri nella Penisola, oltre 18,7 miliardi di euro, in aumento del +6,7% su gennaio-giugno 2018. Nel prossimo anno si punterà ancora su una crescita a valore. Gli elementi del Piano Enit operano in questa direzione basandosi su alcuni punti chiave: sostenibilità, accessibilità, innovazione, deconcentrazione stagionale, sinergia con il Sistema Italia, centralità del Made in Italy, valorizzazione e posizionamento competitivo dell’Italia come meta turistica nel mondo, sviluppo di una rete di servizi e trasporti pubblici e privati».
Quali sono, invece, le strategie di breve termine?
«Il Piano annuale 2020 di Enit – che conta su un budget di 30,7 milioni di euro, ndr – non può che attingere ad un’esigenza di sostenibilità. Anche dall’analisi delle performance attuali si rileva come alcune strategie di prodotto siano particolarmente premianti. È il caso del turismo culturale, anche legato ai piccoli centri italiani e alle città d’arte minori. In Italia ci sono 5.570 comuni con una popolazione di meno di 5mila abitanti, i cosiddetti Borghi dove si colloca il 64% dei 55 siti Unesco italiani. Questi sono luoghi che offrono insieme 56mila alloggi (il 27,4% del totale) per 1,4 milioni di posti letto (27,3%). In totale, attirano oltre 21 milioni di arrivi per circa 90 milioni di notti di visitatori italiani e internazionali».
Quali sono le macrotendenze sulle scelte dei viaggiatori stranieri in Italia?
«Una su tutte è la ricerca di modalità di soggiorno diversa da quelle categorizzabili concettualmente in variabili obsolete come alberghiero vs extralberghiero. La scelta, invece, è più orientata verso modelli che sottendono ad una valorizzazione delle relazioni durante il viaggio, a strette connessioni tra alloggio e compagnia della vacanza – che si traduce spesso in abitazioni private in modalità sharing con amici – tra consumi turistici e attività svolte durante il soggiorno, che privilegiano svaghi collettivi ma adatti a tutte le età».
Come cambia l’approccio al viaggio e la capcità di spesa?
«Oggi non sono né le destinazioni né le motivazioni a guidare il turista nelle sue scelte, ma dinamiche più profonde di realizzazione del sé che attingono ad una coscienza globale e collettiva, non più individualista ma olistica. Nella nuova concezione di vacanza, pertanto, prevalgono obiettivi specifici come imparare una certa attività ma in maniera condivisa con i compagni di viaggio o praticare un certo sport con la squadra di viaggio. Ciò non significa che si spenderà di meno, anzi, la ricercatezza delle attività di quello che ormai è comunemente definito turismo esperienziale, fa sì che la spesa turistica sia tendenzialmente e costantemente in aumento».
In conclusione, qual è lo stato di salute del nostro incoming?
«L’Italia piace sempre di più agli stranieri; soprattutto agli ospiti provenienti da mercati come Usa, Cina e Russia su cui si continuerà a puntare anche nel 2020-21. Partiamo da ottime premesse: lo scorso anno abbiamo registrato +4,7% in termini di prenotazioni voli dall’estero. Tutte tendenze di buon auspico per il nuovo anno».
lagenziaviaggi
L’arco temporale dei cambiamenti nel turismo in Italia e nel mondo, ormai, si misura in mesi: e allora, soffermandosi sull’incoming in Italia, la prima domanda a Giorgio Palmucci verte proprio sul presente.
Come sta cambiando il mondo dei viaggiatori nostri ospiti? Quali sono le premesse e le sfide?
«I viaggiatori ora ricercano le esperienze e programmano il viaggio in modo sempre più personalizzato creando connessioni fisiche, emotive, sociali e culturali con i luoghi, le persone, le tradizioni. Il viaggiatore non si accontenta più quindi di ricordare ma vuole portare con sé al ritorno dal viaggio l’autenticità dei luoghi e storie da raccontare. Il brand Italia riesce a soddisfare questo trend e infatti cresce la spesa dei viaggiatori stranieri nella Penisola, oltre 18,7 miliardi di euro, in aumento del +6,7% su gennaio-giugno 2018. Nel prossimo anno si punterà ancora su una crescita a valore. Gli elementi del Piano Enit operano in questa direzione basandosi su alcuni punti chiave: sostenibilità, accessibilità, innovazione, deconcentrazione stagionale, sinergia con il Sistema Italia, centralità del Made in Italy, valorizzazione e posizionamento competitivo dell’Italia come meta turistica nel mondo, sviluppo di una rete di servizi e trasporti pubblici e privati».
Quali sono, invece, le strategie di breve termine?
«Il Piano annuale 2020 di Enit – che conta su un budget di 30,7 milioni di euro, ndr – non può che attingere ad un’esigenza di sostenibilità. Anche dall’analisi delle performance attuali si rileva come alcune strategie di prodotto siano particolarmente premianti. È il caso del turismo culturale, anche legato ai piccoli centri italiani e alle città d’arte minori. In Italia ci sono 5.570 comuni con una popolazione di meno di 5mila abitanti, i cosiddetti Borghi dove si colloca il 64% dei 55 siti Unesco italiani. Questi sono luoghi che offrono insieme 56mila alloggi (il 27,4% del totale) per 1,4 milioni di posti letto (27,3%). In totale, attirano oltre 21 milioni di arrivi per circa 90 milioni di notti di visitatori italiani e internazionali».
Quali sono le macrotendenze sulle scelte dei viaggiatori stranieri in Italia?
«Una su tutte è la ricerca di modalità di soggiorno diversa da quelle categorizzabili concettualmente in variabili obsolete come alberghiero vs extralberghiero. La scelta, invece, è più orientata verso modelli che sottendono ad una valorizzazione delle relazioni durante il viaggio, a strette connessioni tra alloggio e compagnia della vacanza – che si traduce spesso in abitazioni private in modalità sharing con amici – tra consumi turistici e attività svolte durante il soggiorno, che privilegiano svaghi collettivi ma adatti a tutte le età».
Come cambia l’approccio al viaggio e la capcità di spesa?
«Oggi non sono né le destinazioni né le motivazioni a guidare il turista nelle sue scelte, ma dinamiche più profonde di realizzazione del sé che attingono ad una coscienza globale e collettiva, non più individualista ma olistica. Nella nuova concezione di vacanza, pertanto, prevalgono obiettivi specifici come imparare una certa attività ma in maniera condivisa con i compagni di viaggio o praticare un certo sport con la squadra di viaggio. Ciò non significa che si spenderà di meno, anzi, la ricercatezza delle attività di quello che ormai è comunemente definito turismo esperienziale, fa sì che la spesa turistica sia tendenzialmente e costantemente in aumento».
In conclusione, qual è lo stato di salute del nostro incoming?
«L’Italia piace sempre di più agli stranieri; soprattutto agli ospiti provenienti da mercati come Usa, Cina e Russia su cui si continuerà a puntare anche nel 2020-21. Partiamo da ottime premesse: lo scorso anno abbiamo registrato +4,7% in termini di prenotazioni voli dall’estero. Tutte tendenze di buon auspico per il nuovo anno».
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