Il problema principale riguarda l’attrattività e i fuorisede: la carenza di alloggi e il caro affitti, soprattutto nelle grandi città, certo non aiuta. A Milano l’Istituto Europeo di Design -network di Alta Formazione in ambito creativo con 12 sedi in 3 Paesi, Italia, Spagna e Brasile - ha partecipato al bando indetto dal Comune per la riqualificazione dell’area dell’Ex Macello e la realizzazione di un nuovo Campus internazionale che riunirà in un unico polo le attuali cinque sedi. Il piano di espansione del più importante istituto privato con network internazionale prevede il nuovo campus di Madrid nell’area Ex Matadero e l’ampliamento dell’edificio Papelera a Bilbao, oltre all’interesse per altri mercati dove Ied non è ancora presente, come il Portogallo. Ma, a parte la questione abitativa, c’è un appello che il numero uno dell’Istituto internazionale vuole lanciare al nuovo esecutivo: «Chiediamo regole chiare e uguali per tutti: per gli istituti pubblici e privati – sottolinea Gori – perchè oggi in Italia di fatto tutto questo crea una situazione complessa e non aiuta certo l’attrattività. C’è un potenziale di milioni di studenti pronti a venire in Italia». Il Belpaese potrebbe giocare un ruolo importante per giovani provenienti in particolare dai Paesi asiatici. «Il nuovo governo potrebbe e dovrebbe elaborare un piano per fare dell’Italia l’hub universitario dei paesi “Mea” (Middle East e Africa) e India» conclude Gori.
(D. Fas.)
Avvenire
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