Francesco d’Assisi? Lo hanno fatto a strisce. E non c’è santo che abbia avuto lo stesso trattamento. «Sì, il Poverello d’Assisi è senza dubbio il santo più rappresentato a fumetti, e ha saputo attirare un’attenzione trasversale, dunque non solo da parte di autori ed editori di ispirazione cristiana. Certo, c’è chi ha saputo essere più fedele alla sua figura, al suo carisma, alle fonti, alla storia, c’è chi ha “romanzato” di più, chi ha toccato vertici d’arte, chi è rimasto più sul “didascalico” e chi è andato addirittura fuori dal seminato. Ma tutti, per vie diverse, confermano quanto sia profonda la traccia lasciata da san Francesco nella cultura popolare». Parola di Paolo Guiducci, caporedattore della rivista Il Ponte e direttore della rivista Fumo di China. Da anni direttore organizzativo del festival Cartoon Club di Rimini, è autore di saggi dedicati al mondo del fumetto e organizzatore di mostre. E ora figura – con padre Stefano Gorla, barnabita – come curatore della mostra “Nostro Fratello d’Assisi - Storia di una esperienza di Dio. San Francesco a fumetti”, ospitata fino al 29 aprile allo “Spazio esposizioni temporanee” del Pime, in viale Monterosa 81, a Milano.
L’esposizione è a ingresso libero ed è aperta tutti i giorni (tranne le domeniche e il 25 aprile) dalle 9 alle 18,30. Cosa vi si offre? Un percorso per immagini che allinea pannelli illustrati e albi originali restituendo un viaggio affascinante fra grandi autori italiani come Dino Battaglia e maestri stranieri – come, presenza sorprendente, il John Buscema colonna della Marvel con le sue interpretazioni di super eroi come l’Uomo Ragno, Silver Surfer, Conan il Barbaro, Thor e i Fantastici Quattro.
Ecco: ci sono tanti modi per fare “a strisce” Francesco. «Quelli di Dino Battaglia e di Luca Salvagno sono due “pilastri” per come hanno saputo coniugare qualità artistica e fedeltà alla storia restituendo i tratti veramente cristiani del Poverello», spiega Guiducci illustrando i materiali in mostra. «Battaglia, con la sua opera di altissimo livello, ha lavorato sui “Fioretti” del santo usciti sul Messaggero dei Ragazzi nel 1974 e poi raccolti in un volume pubblicato anche all’estero. Il suo è un Francesco a 360 gradi come quello di Salvagno: anche il suo lavoro, pubblicato sul Messaggero dei Ragazzi nel 2000 e poi in volume, è in bianco e nero. E invece delle tradizionali “strisce” ha costruito grandi tavole orizzontali su due pagine, concepite come affreschi dentro i quali si muovono i personaggi e la storia».
“Francis Brother of the Universe” s’intitola il Poverello “secondo Buscema”, «pubblicato dalla Marvel nel 1980 e arrivato in Italia con scarso successo solo pochi anni fa – riprende il curatore –. Qui abbiamo lo stile classico del Buscema dei super eroi e anche Francesco appare come una persona, a suo modo, con super poteri. Fra parentesi: la Marvel ha pubblicato anche versioni a fumetti di figure della Chiesa come Giovanni Paolo II e Madre Teresa». Operazione analoga, con altro stile ed esiti, l’ha fatta la francese Bayard Jeunesse «con la collana Les Chercheurs de Dieu che ha dedicato albi a figure anche del nostro tempo come l’Abbé Pierre, dom Helder Camara e Teresa di Calcutta. Non poteva mancare Francesco, narrato con taglio asciutto e con grande attenzione agli anni giovanili. Il volume finisce con il santo debole, malato, che saluta i suoi frati cantando».
Tornando agli autori italiani: «Ci sono fumetti storici come “Rose fra le torri” (1946) e “la leggenda della pietra bianca” (1963) disegnati da un altro grande maestro, Franco Caprioli – dove Francesco è collocato dentro una vicenda romanzata. E ci sono esperienze recenti molto interessanti: come il Francesco di Maurilio Tavormina uscito a puntate sul Messaggero dei Ragazzi nel 2015. Qui Francesco si vede solo alla fine, e tutta la storia è raccontata dal punto di vista di un suo nipote, Piccardo, che con i suoi amici si mette alla ricerca del Poverello, tutti affascinati dal carisma del santo. E c’è “La conversione di san Francesco” della giovane toscana Astrid Lucchesi, lavoro recentissimo, del 2018, dove si passa dalle prime tavole molto cupe alle successive, sempre più dominate dalla luce».
La mostra fa spazio anche all’irriverente Altan «col suo Francesco improbabile e cinico ribattezzato Franz, che decide di farsi santo per ripicca verso il padre padrone e prepotente. Ma qui siamo nel campo della satira», annota Guiducci. E santa Chiara? «Ahimé, ha poco spazio, quando va bene la sua figura e la sua vicenda sono risolte in due o tre pagine». Potevano mancare i frati? No: «E uno degli albi più popolari di sempre, Tex, ne mette tanti, fin dal numero 15 della collana. E c’è una storia, “I cospiratori”, nella quale Tex e Kit Carson si travestono proprio da frati». Insomma: quando c’è di mezzo il “Padre Serafico”, si può anche scherzare con i santi. E farli a strisce. Purché a fin di bene.
Lunedì 17 aprile l’incontro con i curatori Gorla e Guiducci
Lunedì 17 aprile alle 18,30 nello “Spazio esposizioni temporanee” del Pime di Milano (viale Monterosa 81) si terrà un incontro con padre Stefano Gorla e Paolo Guiducci, i curatori della mostra “Nostro Fratelli d’Assisi - Storia di una esperienza di Dio. San Francesco a fumetti”, ospitata nella stessa sede fino al 29 aprile. Padre Gorla, barnabita, già direttore del settimanale “Il Giornalino”, si occupa di fumetti, cinema d’animazione, e critica dei media e linguaggi giovanili. Guiducci è direttore della rivista “Fumo di China” e direttore organizzativo del festial “Cartoon Club” di Rimini.
Tempo di “Centenari Francescani in Lombardia”
La mostra “Nostro Fratello d’Assisi” è uno degli eventi del progetto “Francesco 2023-2026. Centenari Francescani in Lombardia” promosso dalla Fondazione Terra Santa col sostegno di Fondazione Cariplo. Un percorso triennale e una trama di iniziative per celebrare e attualizzare gli 800 anni dell’approvazione della Regola Bollata e del presepe di Greccio (1223), dell’evento delle stimmate (1224), della stesura del Cantico delle Creature (terminata nel 1225) e della morte di Francesco (3 ottobre 1226). Evento d’apertura del percorso, la mostra “Si è fatto nostra via: la Regola e la vita”, al Museo dei Cappuccini di Milano (via Kramer 5) fino al 17 giugno.
avvenire.it
Nessun commento:
Posta un commento