TORRE ANNUNZIATA - Sull'antica targa c'è scritto "Real fabbrica d'armi", ma a Torre Annunziata lo chiamano da sempre Spolettificio.
Ora per lo 'Stabilimento militare Spolette', una struttura industriale di circa 80.000 metri quadrati fondata nel 1758 per volontà di Carlo di Borbone, si apre una nuova vita: l'obiettivo è di trasformarlo in un innovativo polo storico-archeologico-ambientale nel centro della città campana, con sale espositive e anche una scuola di restauro. A questo mira il protocollo d'intesa firmato oggi dal ministro della Difesa Guido Crosetto, della Cultura Gennaro Sangiuliano, dal direttore dell'Agenzia del Demanio Alessandra dal Verme e dal commissario straordinario di Torre Annunziata, Enrico Caterino.
La grande struttura industriale, che durante la prima Guerra mondiale arrivò ad impiegare tremila operai impegnati nella costruzione di spolette e proiettili, ha visto via via trasformare e ridimensionare la sua attività: niente più armi, ma ricondizionamento di mezzi militari dismessi e, durante la pandemia, produzione di mascherine. Ora l'accordo prevede, tra l'altro, di annettere alcune porzioni dello Spolettificio al sito archeologico di Oplonti (che include la villa d'otium, detta 'Villa di Poppea' e la dimora rustica 'di Lucius Crassius Tertius'), realizzando strutture dedicate all'accoglienza dei visitatori, con nuovi spazi espositivi e aree di parcheggio. Gli edifici settecenteschi saranno destinati ai servizi culturali, con una scuola di restauro e ampi depositi per i rinvenimenti archeologici.
"L'Italia - sottolinea Sangiuliano - vanta insediamenti militari di grande valore storico che, ove dismessi dalla Difesa, possono avere una validissima fruizione culturale. La Real Fabbrica d'Armi di Torre Annunziata è uno di questi. Oltre ad ospitare spazi ricettivi e di accoglienza per i visitatori di Oplontis, verrà insediata una scuola di restauro per la formazione professionale necessaria alla manutenzione del patrimonio, un deposito per le opere da restaurare e uno spazio espositivo".
"Il protocollo - spiega Crosetto - è un esempio di come i beni dello Stato possano essere valorizzati, reimpiegati, mantenendo in parte la funzione che hanno, in questo caso, da centinaia di anni. I beni vanno custoditi, da chi li amministra pro tempore, come se fossero i propri e possono essere riutilizzati sia pensando alla cultura, che in un territorio come questo rappresenta un motore fondamentale, sia pensando alle esigenze di sicurezza e legalità, sia aprendosi alla voglia di futuro e al bisogno di lavoro della collettività".
Per la direttrice dell'Agenzia del Demanio dal Verme, l'accordo è un primo passo per "rivitalizzare un luogo che è stato strategico in passato e che può tornare ad esserlo ancora oggi".
Tra gli obiettivi dell'intesa c'è anche quello di avviare interventi di riqualificazione urbana che rigenerino il territorio e incentivino la mobilità sostenibile: sarà infatti realizzato un nuovo collegamento pedonale fra i rioni Provolera e Murattiano mediante un sottopasso che taglierà longitudinalmente lo stabilimento militare. Inoltre, attraverso la rifunzionalizzazione di un'area di circa 10.000 metri quadrati, saranno realizzati nuovi spazi da destinare a Guardia di Finanza e Carabinieri. (ANSA).
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