Il decreto. Targhe storiche, ora è possibile riavere quelle originali

Se il 14 agosto del 1893, esattamente 130 anni fa, è una data storica per il mondo delle auto, perché quel giorno una ordinanza della Prefettura di Parigi stabiliva che "ogni autoveicolo meccanico dovrà recare su una targa metallica, in caratteri visibili e leggibili, il nome e il domicilio del suo proprietario e il numero distintivo indicato nella richiesta di autorizzazione", quella di pochi giorni fa è una data comunque importante per i possessori di veicoli d'epoca. Dopo quasi tre anni di attesa infatti, finalmente è stato sbloccato il decreto attuativo che consente loro di poter richiedere targhe e libretti di circolazione conformi agli originali, ossia a quelli del periodo storico a cui appartiene il proprio mezzo. Una possibilità che di fatto era già contemplata da una norma, per la quale si attendeva però un ulteriore testo legislativo che ne specificasse le modalità operative. La fase di stallo è stata sbloccata, venerdì 4 agosto, dal ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, che ha firmato il decreto attuativo della legge 178 del 30 dicembre 2020, il quale entrerà in vigore il giorno della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (a breve) e sarà applicabile dal sessantesimo giorno successivo a tale data.

La norma a cui si fa riferimento, ossia la legge 178, con un emendamento aveva introdotto una modifica all'articolo 93 del Codice della Strada. Prevede - in caso di nuova immatricolazione di veicoli già iscritti al Pubblico Registro Automobilistico e successivamente cancellati d'ufficio o su richiesta di un precedente proprietario - la «facoltà assoggettata al pagamento di un contributo di ottenere le targhe di circolazione della prima iscrizione al PRA ovvero una targa del periodo storico di costruzione o di circolazione per i veicoli di interesse storico e collezionistico”, in entrambi i casi conformi alla grafica originale. Il ‘contributo’ per il rilascio sarà di 549 euro per gli autoveicoli e di 274,50 per i motocicli (e le macchine agricole) da corrispondere versando un bollettino PagoPA, generato dalla piattaforma dei pagamenti del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Il decreto attuativo indica appunto le modalità di applicazione della legge. Per i veicoli circolanti che a causa di smarrimento, deterioramento, distruzione o furto delle targhe avessero provveduto alla reimmatricolazione, sarà necessario comunque presentare - presso uno Sportello Telematico dell'Automobilista o un ufficio della Motorizzazione – una nuova istanza di reimmatricolazione. Per i mezzi di interesse storico e collezionistico - di origine sconosciuta (come i veicoli che non risultino essere stati radiati, a qualunque titolo dall'Archivio Nazionale Veicoli e dal PRA) - e che siano privi di documenti di circolazione e di certificato di proprietà o di foglio complementare, è necessario presentare, sempre presso gli stessi uffici, un'istanza di nuova immatricolazione allegando tre documenti: il titolo di proprietà, il certificato di rilevanza storica e collezionistica, l'esito positivo della verifica tecnica. L’istanza è accolta a condizione che il veicolo risulti comunque presente nell'archivio informatico del CED, in quello del PRA o nei suoi registri cartacei.

Sicuramente, lo sblocco della legge è anche una buona notizia per l’Erario. In Italia – secondo gli ultimi dati - si contano più di 500 mila appassionati di moto e auto d'epoca. Un patrimonio storico e culturale che viene preservato anche grazie a un folto numero di collezionisti in tutto il mondo. In base all’articolo 60 del Codice della Strada - di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 - sono classificati ‘interesse storico o collezionistico’ i motoveicoli e gli autoveicoli iscritti in uno dei registri e da questo dotati di certificazione che attesti la data di costruzione e le caratteristiche tecniche. E siccome il parco dei mezzi storici, attualmente censiti nei registri, include una notevole percentuale di veicoli reimmatricolati, si stima possano essere non meno di 5.000 le richieste di targhe originali avanzate, annualmente, presso la Motorizzazione Civile.

avvenire.it

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